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Al di là dell'aldilà

Aperto da Jean, 05 Maggio 2016, 20:15:28 PM

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Eutidemo

Ciao Sariputra,
hai perfettamente ragione, anche se, forse, sarebbe più esatto scrivere: "Questo non è <<Cattolicesimo>>, ma bensì una forma di Vedanta."
Quanto al <<Cristianesimo>>, invero, dipende da quali passi delle Scritture si scelgono, e da come li si interpretano; per esempio, oltre a quello da me sopra riportato, San Paolo disse pure che "DIO E' TUTTO IN TUTTI!"( "Deus est omnia in omnibus" (Epistola ai Colossesi 3, 11).
E, di approcci molto "simili" al VEDANTA, li troviamo in una infinità di scrittori cristiani (ed anche di Santi) cattolici: da San Dionigi L'aeropagita, fino a Meister Eckart, Suso, Taulero, Silesius e molti altri!
Nessuno di essi è stato dichiarato eretico (a parte 24 singole proposizioni di Eckart, nella "BOLLA IN AGRO DOMINICO").
Ti cito, al riguardo, solo alcuni bellissimi aforismi, tratti dal PELLEGRINO CHERUBICO, di Angelo Silesius:
"Dio si fonda senza fondo, si misura a dismisura; se con lui sei un sol spirito, uomo, lo capisci." (I, 42)
"Dio abita in una luce cui strada non conduce; chi luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)
"Spogliati delle immagini, così sei pari a Dio; ed in perfetta quiete sei per te il tuo cielo. (II, 54)
"Non devi invocar Dio! La sorgente è in te, e se non la fermi tu, scorre di continuo." (I, 55)
"L'abisso della mia anima chiama sempre a gran voce l'abisso di Dio: dimmi, quale è più profondo?" (I, 68) -ripreso "tel quel" dal salmo 41.
Oppure, meno poetico, ma più lapidario, Meister Eckhart: "L'occhio con il quale guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio guarda me".
***
Ciò premesso, hai perfettamente ragione nel dire che la teologia cattolica ortodossa non ammette l'"unione  in essenza"(ovvero, per "natura increata") con Dio; ma sbagli nel dire che è consentito solo il 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio.
Ed invero si ammette esplicitamente, in tutta la dottrina cattolica, la "partecipazione"alla divinità, sia pure non per "natura", ma per "grazia"; vale a dire ad avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa.
"Io ho detto: voi siete divinità, siete tutti figli dell'Altissimo" (Sal 82, 6).
Ad ogni modo, a parte le "ambiguità" di cui sopra, non c' è dubbio alcuno che la teologia cattolica si discosti notevolmente (per usare un eufemismo) dalla visione Vedanta, e che sia precipuamente DUALE e devozionale
Sebbene, in effetti, la visione DUALE e devozionale del "Bhakti Yoga" (di tipo cristiano), che è considerato il sentiero realizzativo più semplice da seguire, non sia affatto in contrasto con la più evoluta visione MONISTA dell'"Jnana Yoga" (o anche dell'"Asparsa Yoga"), ma semplicemente uno dei gradini nella scala dell'attingimento dell'ESSERE SUPREMO.
Come insegna anche la Bhagavadgītā .
Qualcosa di simile, sebbene in forme MOLTO diverse, è secondo me rinvenibile anche nel percorso cristiano; come la lettura degli autori cristiani (e cattolici) di cui sopra mi ha rivelato.
Tutto quanto tu scrivi, è esatto; ma secondo me, va visto nella prospettiva di cui sopra.
Quanto al fatto di essere cristiano o cattolico "io", a prescindere dal fatto che non credo molto nelle etichette (anche se a volte le uso), a sentire il giudizio dei sacerdoti che conosco, in effetti, la maggioranza non mi giudica tale, ma una minoranza sì; mi accontento!
Però, SICURAMENTE il mio è un approccio di tipo "vedantino"; non ho nessuna intenzione di negarlo. :)
P.S.
Non è escluso, però, che, a livello subconscio (o meglio di condizionamento culturale), io voglia dirmi cristiano, anche se in realtà non lo sono.
Non saprei dire...è possibile!
Tuttavia, fino a 45 anni ero ATEO dichiarato (non semplicemente "agnostico"), e non mi vergognavo affatto di proclamarlo. :)

Sariputra

#181
Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 13:24:20 PM
Ciao Sariputra,
hai perfettamente ragione, anche se, forse, sarebbe più esatto scrivere: "Questo non è <<Cattolicesimo>>, ma bensì una forma di Vedanta."
Quanto al <<Cristianesimo>>, invero, dipende da quali passi delle Scritture si scelgono, e da come li si interpretano; per esempio, oltre a quello da me sopra riportato, San Paolo disse pure che "DIO E' TUTTO IN TUTTI!"( "Deus est omnia in omnibus" (Epistola ai Colossesi 3, 11).
E, di approcci molto "simili" al VEDANTA, li troviamo in una infinità di scrittori cristiani (ed anche di Santi) cattolici: da San Dionigi L'aeropagita, fino a Meister Eckart, Suso, Taulero, Silesius e molti altri!
Nessuno di essi è stato dichiarato eretico (a parte 24 singole proposizioni di Eckart, nella "BOLLA IN AGRO DOMINICO").
Ti cito, al riguardo, solo alcuni bellissimi aforismi, tratti dal PELLEGRINO CHERUBICO, di Angelo Silesius:
"Dio si fonda senza fondo, si misura a dismisura; se con lui sei un sol spirito, uomo, lo capisci." (I, 42)
"Dio abita in una luce cui strada non conduce; chi luce non diventa, non lo vede in eterno. (I, 72)
"Spogliati delle immagini, così sei pari a Dio; ed in perfetta quiete sei per te il tuo cielo. (II, 54)
"Non devi invocar Dio! La sorgente è in te, e se non la fermi tu, scorre di continuo." (I, 55)
"L'abisso della mia anima chiama sempre a gran voce l'abisso di Dio: dimmi, quale è più profondo?" (I, 68) -ripreso "tel quel" dal salmo 41.
Oppure, meno poetico, ma più lapidario, Meister Eckhart: "L'occhio con il quale guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio guarda me".
***
Ciò premesso, hai perfettamente ragione nel dire che la teologia cattolica ortodossa non ammette l'"unione  in essenza"(ovvero, per "natura increata") con Dio; ma sbagli nel dire che è consentito solo il 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio.
Ed invero si ammette esplicitamente, in tutta la dottrina cattolica, la "partecipazione"alla divinità, sia pure non per "natura", ma per "grazia"; vale a dire ad avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa.
"Io ho detto: voi siete divinità, siete tutti figli dell'Altissimo" (Sal 82, 6).
Ad ogni modo, a parte le "ambiguità" di cui sopra, non c' è dubbio alcuno che la teologia cattolica si discosti notevolmente (per usare un eufemismo) dalla visione Vedanta, e che sia precipuamente DUALE e devozionale
Sebbene, in effetti, la visione DUALE e devozionale del "Bhakti Yoga" (di tipo cristiano), che è considerato il sentiero realizzativo più semplice da seguire, non sia affatto in contrasto con la più evoluta visione MONISTA dell'"Jnana Yoga" (o anche dell'"Asparsa Yoga"), ma semplicemente uno dei gradini nella scala dell'attingimento dell'ESSERE SUPREMO.
Come insegna anche la Bhagavadgītā .
Qualcosa di simile, sebbene in forme MOLTO diverse, è secondo me rinvenibile anche nel percorso cristiano; come la lettura degli autori cristiani (e cattolici) di cui sopra mi ha rivelato.
Tutto quanto tu scrivi, è esatto; ma secondo me, va visto nella prospettiva di cui sopra.
Quanto al fatto di essere cristiano o cattolico "io", a prescindere dal fatto che non credo molto nelle etichette (anche se a volte le uso), a sentire il giudizio dei sacerdoti che conosco, in effetti, la maggioranza non mi giudica tale, ma una minoranza sì; mi accontento!
Però, SICURAMENTE il mio è un approccio di tipo "vedantino"; non ho nessuna intenzione di negarlo. :)
P.S.
Non è escluso, però, che, a livello subconscio (o meglio di condizionamento culturale), io voglia dirmi cristiano, anche se in realtà non lo sono.
Non saprei dire...è possibile!
Tuttavia, fino a 45 anni ero ATEO dichiarato (non semplicemente "agnostico"), e non mi vergognavo affatto di proclamarlo. :)

Io direi di lasciar fuori dal contesto la terminologia mistica, che è una terminologia non teologica, ma di cui , a volte, si serve la teologia per chiarire alcuni passi o nterpretazioni. Il partecipare alla natura divina per grazia, non è affatto essere della stessa natura divina, come tu affermi. Infatti la grazia si concede , non la si scopre da sé. Implica sempre una dualità ( colui che dona la Grazia e colui che la riceve). Dio ci fa partecipare della sua divinità, non ci fa essere Dio. Se la natura di Dio è l'agape, vuol dire che posso partecipare in pienezza dell'agape stesso , e questa pienezza è divina, ma questo non significa che io sono la fonte della pienezza. E' come , sempre nella Bibbia, si dice "E i due lasciati i propri genitori, sono una sola carne". L'unità avviene nell'esperienza dell'Amore, ma i due non diventano certo una sola persona. Anche "Io ho detto voi siete divinità, siete tutti figli dell'altissimo" non annulla la diversità creatura/ creatore ( come intesa nel Vedanta in cui atman riconosce di essere Brahman stesso..). Infatti si parla di 'figli' : Ben altra cosa sarebbe dire "Io  ho detto voi siete divinità, siete l'altissimo". E' una differenza sostanziale e fondamentale.
La tua è un'interpretazione soggettiva del cristianesimo su base vedantina e che si basa su similitudini linguistiche tra una terminologia e l'altra,in riferimento alle varie esperienze mistiche ( poi estrapolare un versetto senza inserirlo nel contesto ci dice tutto e niente...). Nessun problema, basta considerare che si tratta di due approcci fondamentalmente diversi... :)

P.S.Il sincretismo religioso non mi ispira per niente.  Gli stessi termini cambiano notevolmente di significato da una cultura all'altra, da un'epoca all'altra. Metterli insieme a mò di 'minestrone' per dimostrare usando questi la veridicità di quelli non mi ha mai convinto...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

Ciao  Sariputra.
TEOLOGIA E MISTICA
io direi che la "teologia dogmatica" costituisca la "burocrazia" delle religioni "strutturate", mentre le "mistica" (essendo di natura "esperenziale"), ne è la vera "scienza"; o meglio, la "sapienza" (sapida scienza), che, però, spesso si esprime sotto forma di "poesia"! :)
***
PARTECIPAZIONE PER NATURA E PER GRAZIA
Comunque, è indubbiamente vero che il  partecipare alla natura divina per grazia, non è affatto essere della stessa "natura increata",  divina, bensì solo di quella "partecipata" ; ma mi concederai che è molto di più, come tu affermi,  di limitarsi a fruire del :" 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio."
Ed infatti "essere" comproprietario del patrimonio di qualcuno, avendolo posseduto con lui da sempre, è cosa diversa dal "partecipare" al patrimonio di qualcuno, solo perchè ha avuto la bontà di volercelo donare LUI, integralmente, per quota ideale; ma sempre di COMUNIONE si tratta, altrimenti San Paolo non avrebbe scritto che siamo destinati ad ESSERE UN SOLO SPIRITO CON LUI! :)
Peraltro è vero che  la grazia la si concede, e non la si scopre da sé; ma questo che c'entra? 
***
DUALITA' E UNITA'
Comunque, come avevo già detto anche io, e come è EVIDENTE a tutti, la religione cristiana implica pur sempre una DUALITA' "procedurale" ( colui che dona la Grazia e colui che la riceve); Dio ci fa partecipare della sua divinità, cioè ci fa avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa...e allora, come dice San Paolo, diventiamoUN UNICO SPIRITO CON LUI!
Comunque hai perfettamente ragione, quando dici che l'"UNITA'" avviene nell'esperienza dell'Amore; e ti faccio notare che tu stesso usi il termine "UNITA'" e non "UNIONE", che hanno un significato simile, ma tutt'altro che identico.
Ed invero, a conferma di quanto dici, nelle  scritture sta scritto: "Dio è AMORE; per cui chi è nell'amore è in Dio, e Dio è in lui. (GIOVANNI 4). :)
***
VOI SIETE TUTTI DEI E FIGLI DELL'ALTISSIMO
Quanto al fatto che, il passo salmistico  dell'"Io ho detto voi siete divinità, siete tutti figli dell'altissimo", secondo te, non annulla affatto la diversità creatura/ creatore perchè  si parla di 'FIGLI', e, cioè, di cosa diversa dal Dio Padre e Creatore, è interessante rilevare che lo stesso passo salmistico  viene ricordato da Gesù, quando i Farisei gli dicono:"Noi intendiamo lapidarti per una bestemmia: perché tu, che sei UOMO, ti fai DIO".
E Gesù risponde: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete tutti DIVINITA'? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono FIGLIO di Dio? Sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre (cioè, della stessa sostanza, sebbene nel ruolo di padre e di figlio)".
Per cui, per la stessa parola del Cristo, risulta evidente che essere FIGLIO DI DIO, è un modo metaforico per dire che si può essere della stessa sostanza di Dio, pur essendo uomini; il che è ribadito anche da San Paolo quando scrive: "Tutti voi infatti siete FIGLI DI DIO, per la fede in Cristo Gesù (Gal3,1-5,12)"
Con il che non voglio affatto equipare Gesù al resto degli altri uomini (ci mancherebbe), ma voglio soltanto dire che il fatto di essere "figlio di Dio", non implica di avere una SOSTANZA diversa dalla sua; e, chi crede in Cristo, diventa anch'esso FIGLIO di DIO, e destinato a formare con lui un UNICO SPIRITO.
Mica l'ho detto io, sta nelle scritture! ::)
Peraltro, come già avevo ammesso, la mia è senz'altro "un'interpretazione soggettiva" del cristianesimo su base vedantina; e non sono il solo. 
Ma, partendo dal presupposto che ogni interpretazione è necessariamente soggettiva, ritengo che la mia abbia lo stesso diritto di cittadinanza di qualsiasi altra interpretazione del cristianesimo; ed infatti, non riconosco, al riguardo, alcun titolo ermeneutico privilegiato al Papa ed al Clero, in quanto non mi sembra che una procura che rechi la sola firma del procuratore possa mai ritenersi pienamente valida. ;)

Apeiron

Concordo con Sariputra: il problema del sincretismo religioso è che si dimentica completamente del contesto in cui nasce una religione. Al massimo si possono trovare importanti analogie. Il versetto famoso del "Dio tutto in tutti" è in realtà nell'Epistola ai Corinzi (il contesto dei Colossesi è ben diverso...parla della condizione di essere "in Cristo" in questa vita): E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch'egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti. Questo versetto è citato dai difensori della teoria dell'Apocatastasi che girava tra i padri della Chiesa e che negli ultimi secoli ha avuto un "revival" anche grazie ad eseperienze mistiche di santi occidentali e orientali che ha anche ridimensionato il concetto di "ira divina". Ad esempio l'inferno oggi è visto dalla stessa Chiesa come una "auto-condanna" come si può leggere qui: http://www.monasterodibose.it/fondatore/articoli/articoli-su-quotidiani/7304-inferno-quel-fuoco-acceso-dalla-nostra-liberta (articolo molto bello che consiglio). Ora il fatto che Dio sarà "tutto in tutti" in ogni caso - Apocatastasi o meno - è ben diverso dalla concezione Advaitina (in  realtà ci sono moltissime scuole Vedanta, l'Advaita è quella più famosa ma ci sono anche la Dvaita, la Vishistadvaita ecc - ciò significa che l'"induismo" è una creazione occidentale, non è mai esistita una religione "induista") visto che si parla di resurrezione dei "corpi"!!

Ad esempio il Capitolo 78 del Tao Te Ching dice: "chi prende su di sé le sozzure del regno
è signore dell'altare della terra e dei grani,
chi prende su di sé i mali del regno
è sovrano del mondo.
Un detto esatto che appare contraddittorio.
" Che è molto simile alla "kenosis" di Gesù. Tuttavia il Tao è impersonale, vuoto (per questo può riempirsi), senza sé ecc. Il Dio cristiano è personale, ergo il Taoismo e il Cristianesimo sono cose diversissime con aspetti simili. 
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Sariputra

Citazione di: Eutidemo il 08 Aprile 2017, 16:07:22 PMCiao Sariputra. TEOLOGIA E MISTICA io direi che la "teologia dogmatica" costituisca la "burocrazia" delle religioni "strutturate", mentre le "mistica" (essendo di natura "esperenziale"), ne è la vera "scienza"; o meglio, la "sapienza" (sapida scienza), che, però, spesso si esprime sotto forma di "poesia"! :) *** PARTECIPAZIONE PER NATURA E PER GRAZIA Comunque, è indubbiamente vero che il partecipare alla natura divina per grazia, non è affatto essere della stessa "natura increata", divina, bensì solo di quella "partecipata" ; ma mi concederai che è molto di più, come tu affermi, di limitarsi a fruire del :" 'godimento' da parte di anime individuali della "presenza" di Dio." Ed infatti "essere" comproprietario del patrimonio di qualcuno, avendolo posseduto con lui da sempre, è cosa diversa dal "partecipare" al patrimonio di qualcuno, solo perchè ha avuto la bontà di volercelo donare LUI, integralmente, per quota ideale; ma sempre di COMUNIONE si tratta, altrimenti San Paolo non avrebbe scritto che siamo destinati ad ESSERE UN SOLO SPIRITO CON LUI! :) Peraltro è vero che la grazia la si concede, e non la si scopre da sé; ma questo che c'entra? *** DUALITA' E UNITA' Comunque, come avevo già detto anche io, e come è EVIDENTE a tutti, la religione cristiana implica pur sempre una DUALITA' "procedurale" ( colui che dona la Grazia e colui che la riceve); Dio ci fa partecipare della sua divinità, cioè ci fa avere, per dono, come propria base ontologica, la Divinità stessa...e allora, come dice San Paolo, diventiamoUN UNICO SPIRITO CON LUI! Comunque hai perfettamente ragione, quando dici che l'"UNITA'" avviene nell'esperienza dell'Amore; e ti faccio notare che tu stesso usi il termine "UNITA'" e non "UNIONE", che hanno un significato simile, ma tutt'altro che identico. Ed invero, a conferma di quanto dici, nelle scritture sta scritto: "Dio è AMORE; per cui chi è nell'amore è in Dio, e Dio è in lui. (GIOVANNI 4). :) *** VOI SIETE TUTTI DEI E FIGLI DELL'ALTISSIMO Quanto al fatto che, il passo salmistico dell'"Io ho detto voi siete divinità, siete tutti figli dell'altissimo", secondo te, non annulla affatto la diversità creatura/ creatore perchè si parla di 'FIGLI', e, cioè, di cosa diversa dal Dio Padre e Creatore, è interessante rilevare che lo stesso passo salmistico viene ricordato da Gesù, quando i Farisei gli dicono:"Noi intendiamo lapidarti per una bestemmia: perché tu, che sei UOMO, ti fai DIO". E Gesù risponde: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete tutti DIVINITA'? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono FIGLIO di Dio? Sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre (cioè, della stessa sostanza, sebbene nel ruolo di padre e di figlio)". Per cui, per la stessa parola del Cristo, risulta evidente che essere FIGLIO DI DIO, è un modo metaforico per dire che si può essere della stessa sostanza di Dio, pur essendo uomini; il che è ribadito anche da San Paolo quando scrive: "Tutti voi infatti siete FIGLI DI DIO, per la fede in Cristo Gesù (Gal3,1-5,12)" Con il che non voglio affatto equipare Gesù al resto degli altri uomini (ci mancherebbe), ma voglio soltanto dire che il fatto di essere "figlio di Dio", non implica di avere una SOSTANZA diversa dalla sua; e, chi crede in Cristo, diventa anch'esso FIGLIO di DIO, e destinato a formare con lui un UNICO SPIRITO. Mica l'ho detto io, sta nelle scritture! ::) Peraltro, come già avevo ammesso, la mia è senz'altro "un'interpretazione soggettiva" del cristianesimo su base vedantina; e non sono il solo. Ma, partendo dal presupposto che ogni interpretazione è necessariamente soggettiva, ritengo che la mia abbia lo stesso diritto di cittadinanza di qualsiasi altra interpretazione del cristianesimo; ed infatti, non riconosco, al riguardo, alcun titolo ermeneutico privilegiato al Papa ed al Clero, in quanto non mi sembra che una procura che rechi la sola firma del procuratore possa mai ritenersi pienamente valida. ;)


Ma io infatti non metto affatto in dubbio la tua soggettiva interpretazione e il suo diritto di cittadinanza ( faccio notare 'en passant' che spesso mi sembra, ma posso sbagliare, che sei invece tu che rifiuti le visioni 'soggettive' degli altri, ma questa è un'altra storia...), ma solamente il fatto che è una forma di sincretismo molto lontano dalla visione ortodossa del cristianesimo. Poi ovviamente ogni interpretazione merita riflessione, alcuni punti convincono altri meno, ecc. Come in ogni interpretazione soggettiva d'altronde. Il misticismo lo prendo con 'i piedi di piombo' perchè l'esperienza mistica è una cosa , la descrizione della stessa tramite uno strumento assolutamente inadeguato come il linguaggio un'altra, che si presta a troppe interpretazioni. Io, in questioni come queste, mi sento di sposare la visione buddhista delle origini a riguardo di queste esperienze 'mistiche' ( ma ci vorrebbe un topic apposito e in questo periodo non ne ho assolutamente la forza...e la voglia :( ho scritto qualcosa nel topic "estasi" per i due, tre gatti a cui può interessare... ).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

Ciao Sariputra.
***
INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA
Come ho già avuto modo di rilevare nel precedente "post", la locuzione "interpretazione soggettiva" che tu utilizzi, a mio parere, costituisce una inutile "superfetazione" pleonastica del linguaggio, in quanto qualsiasi interpretazione è necessariamente "soggettiva"; questo, in quanto essa è costituita dall'esegesi che un  "soggetto" propone di un determinato "oggetto" (evento o scritto), basandosi sul suo "soggettivo" criterio di giudizio.
Ed invero, le "Interpretazioni oggettive" non esistono; altrimenti non sarebbero "interpretazioni", bensì semplici "constatazioni". :)
***
CONTRASTO DI INTERPRETAZIONI
Quanto al fatto che io spesso "RIFIUTO le visioni 'soggettive' degli altri", è totalmente FALSO; ed infatti, nel caso di concenzioni interpretative che non condivido, io non le "rifuto" MAI in modo anapodittico, bensì cerco sempre di dimostrarne l'infondatezza in modo argomentativo.
A volte ci riesco, e a volte no, ma questo è un altro discorso.
Vale a dire che:
RIFIUTARE un'affermazione o una tesi, significa meramente ricusarla, senza spiegare perchè  (abitudine sin troppo diffusa, purtroppo)
CONFUTARE  un'affermazione o una tesi, significa replicare argomentativamente ad essa, adducendo prove e argomenti diretti a dimostrarla erronea o falsa (cosa molto rara, purtroppo).
Mi puoi accusare della seconda cosa (che, peraltro, ritengo perfettamente legittima), ma non della prima (che, in effetti, trovo anch'io disdicevole). :)
***
SINCRETISMO
Sul fatto, invece, che la mia sia una forma di sincretismo molto lontana dalla "visione ortodossa" (cioè "vaticana") del cristianesimo, sono perfettamente d'accordo con te; ma questo l'avevo già ammesso.
Tuttavia, ti ho anche fatto un elenco di pensatori cattolici (anche santi), che hanno manifestato al riguardo idee molto simili alle mie; o meglio, ad essere più onesti e più modesti, sono io che manifesto molte idee simili alle loro (per esempio, San Dionigi l'Aeropagita). :)
***
MISTICISMO
Sono anche perfettamente d'accordo con te sul fatto che il "misticismo" va preso con 'i piedi di piombo' perchè l'esperienza mistica è una cosa , mentre la descrizione della stessa tramite uno strumento assolutamente inadeguato come il linguaggio un'altra, che si presta a troppe interpretazioni. 
Questo è verissimo! ;)
***
ESTASI
Quanto al tuo TOPIC "ESTASI", sono uno dei tre gatti a cui può interessare...ma non riesco a trovarlo.
Puoi indicarmi  il LINK?
Grazie! :)

Sariputra

#186
***
INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA
Come ho già avuto modo di rilevare nel precedente "post", la locuzione "interpretazione soggettiva"che tu utilizzi, a mio parere, costituisce una inutile "superfetazione" pleonastica del linguaggio, in quanto qualsiasi interpretazione è necessariamente "soggettiva"; questo, in quanto essa è costituita dall'esegesi che un  "soggetto" propone di un determinato "oggetto" (evento o scritto), basandosi sul suo "soggettivo" criterio di giudizio.
Ed invero, le "Interpretazioni oggettive" non esistono;altrimenti non sarebbero "interpretazioni", bensì semplici "constatazioni".
***

Tutte le interpretazioni sono soggettive, io contesto solo la tua pretesa di dimostrare con mezzi che tu ritieni oggettivi colui che al contario , parla di esperienze soggettive (come in esperienze di stati di coscienza, ecc.). la superfetazione pleonastica del linguaggio non la conosco...conosco la superaffettazzione della sopressa, ma penso sia un'altra cosa  ;D

SINCRETISMO
Sul fatto, invece, che la mia sia una forma di sincretismo molto lontana dalla "visione ortodossa" (cioè "vaticana") del cristianesimo, sono perfettamente d'accordo con te; ma questo l'avevo già ammesso.
Tuttavia, ti ho anche fatto un elenco di pensatori cattolici (anche santi), che hanno manifestato al riguardo idee molto simili alle mie; o meglio, ad essere più onesti e più modesti, sono io che manifesto molte idee simili alle loro (per esempio, San Dionigi l'Aeropagita).
***

Infatti è una tua interpretazione soggettiva che i suddetti autori cattolici esprimano idee simili alle tue. Penso infatti che molti altri cristiani non li interpretino come te...personalmente infatti, pur non dichiarandomi cristiano, per quel che li interpreto non mi sembrano affatto vedantini...
E comunque non è solo la lontananza dalla posizione cristiana cattolica , la tua è una lontananza da qualunque forma costituita di cristianesimo ( nessuna nega l'anima individuale). E siccome un termine serve anche per identificare , direi che non lo si dovrebbe assumere sentendosi lontano da ogni interpretazione comunemente costituita. Altrimenti genera confusione nell'interlocutore. Meglio quindi, a mio modesto parere ovviamente, non dichiararsi affatto...poi ognuno fa quello che ritiene più giusto, ovviamente. Questo per una sorta di 'precisione' terminologica che altrimenti può generare incomprensioni...
Il Cristianesimo, in tutte le sue declinazioni, mette al centro l'assemblea dei credenti, la comunità. Una comunità che crede nella linea dell'assemblea e cerca di viverla , anche e soprattutto nella ritualità, nella celebrazione del Sacrificio. Molto importante, direi decisivo, l'aspetto comunitario in questa particolare forma religiosa che, spogliata dell'aspetto ritualistico, perde la sua stessa definizione...diventando qualcos'altro, ma non Cristianesimo, a parer mio (Ovviamente non so se tu partecipi all'attività rituale della comunità cristiana, ma è un aspetto da tener in conto se così non fosse ai fini della definizione, ritengo). Si potrebbe benissimo rientrare nella categoria dei 'simpatizzanti' che condividono alcune idee di una posizione, ma ne rifiutano altre...
Il topic su "estasi" lo trovi nella sezione spiritualità, pag 2 mi sembra.

P.S. Oè Euti, semo diversi, non è necessario che andiamo d'accordo e ci comprendiamo su tutto... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

***
INTERPRETAZIONE SOGGETTIVA
Tu contesti la mia pretesa di dimostrare con mezzi che che io ritengo "oggettivi" colui che al contrario, parla di "esperienze" soggettive; non capisco a cosa ti riferisci.
Se me lo dici ne possiamo parlare. :)
***
SUPERFETAZIONE PLEONASTICA DEL LINGUAGGIO.
Significa "aggettivazione superflua", perchè è inutile dire che una interpretazione è soggettiva, essendo implicito che essa lo è per sua stessa natura; ho usato la ridicola formulazione di cui sopra per scherzare, in quanto anche scrivere "superfetazione pleonastica" è una  inutile "aggettivazione superflua".  :P
***

SINCRETISMO
Il fatto che sia una mia "interpretazione soggettiva" (aridaje) che i suddetti autori cattolici esprimano idee simili alle mie, mi sembra una asserzione "oggettivamente" non corrispondente ai fatti, visto che io (sia in questa sede che altrove), riporto e spesso condivido "tel quel" alcune che hanno scritto loro.
Per esempio, io "constato oggettivamente" di condividere  quanto scrive Meister Eckhart: "L'occhio con il quale guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio guarda me"....ed altro ancora!
Lui lo ha scritto, ed io lo condivido; possiamo sbagliarci entrambi, ma è questo è un fatto...che IO NON INTERPRETO, BENSI' CONSTATO.
E così per altre cose da me riportate.
Il che non vuol dire affatto che il mio pensiero sia del tutto identico a quello di Eckhart o di altri; noto solo che ci sono delle somiglianze (e delle frasi identiche a quelle delle Upanisad).
***
VEDANTINI
Quanto al fatto che gli autori da me citati siano "vedantini", io non ho mai asserito una simile castroneria (ci mancherebbe altro); ho solo detto, e lo ripeto, che alcuni dei loro passi, sono "molto simili" alla concezione Vedanta, come vari studiosi  hanno rilevato prima di me.
Gli autori che ti ho citato, comunque, li ho letti TUTTI direttamente nei loro testi, per cui mi sento anche io in grado di esprimere tale giudizio (soggettivo ed opinabile, ovviamente).
QUALI di essi hai letto tu, per affermare che il mio giudizio è erroneo? E per quale motivo?
Qualche passo te l'ho pure riportato testualmente, ed a me sembra che la somiglianza col VEDANTA sia evidente; anche se la cosa è ovviamente opinabile.
Comunque, tra parentesi, neanche io sono "vedantino" in tutto e per tutto; così come non sono "cristiano" in tutto e per tutto .
Secondo me, in tutto e per tutto, nessuno lo è!
:)

***
ANIMA INDIVIDUALE
Quanto all'"anima individuale", forse non hai letto bene i miei post, perchè -denominazioni a parte-io ci credo eccome, anche se la definisco in modi diversi; e credo pure che sopravviva alla morte, ma non in forma individuale, bensì UNITA A DIO IN UN UNICO SPIRITO(come scrive San Paolo).
Però, pur credendo nell'anima individuale, non nego che la mia concezione sia molto diversa, dalla concezione che la Chiesa Cattolica Cattolica ha al riguardo (ed anche dalla concezione di altre confessioni); questo sì!
***
ETICHETTE 
Sul fatto che sarebbe meglio non dichiararsi affatto, in verità, ritengo che tu abbia sostanzialmente ragione...perchè altrimenti si genera confusione nell'interlocutore.  
E' anche vero che il Cristianesimo, in (quasi) tutte le sue declinazioni, mette al centro l'assemblea dei credenti, e la comunità; anche se c'è l'eccezione degli anacoreti, sebbene, in realtà, non è del tutto esatto dire che sia una vera eccezione.
Per cui, in effetti, sarebbe MOLTO più corretto da parte mia dire che rientro nella categoria dei 'simpatizzanti' che condividono alcune idee del cattolicesimo, ma ne rifiutano altre; così come, peraltro, anche la stragrande maggioranza di tutti i sedicenti cattolici, che condividono, magari, l'idea di andare a messa, ma rifiutano quella di fare sesso senza preservativo (e non sempre e solo con la propria moglie).
***
LINK
Grazie per il LINK
***
ECCERTO, MICA DOVEMO ESSE D'ACCORDO PE' FORZA:D

Sariputra

#188
@Eutidemo
Comunque, tra parentesi, neanche io sono "vedantino" in tutto e per tutto; così come non sono "cristiano" in tutto e per tutto .
Secondo me, in tutto e per tutto, nessuno lo è!


Il Sari invece è proprio, in tutto e per tutto, un Sari... ;D

Per cui, in effetti, sarebbe MOLTO più corretto da parte mia dire che rientro nella categoria dei 'simpatizzanti' che condividono alcune idee del cattolicesimo, ma ne rifiutano altre; così come, peraltro, anche la stragrande maggioranza di tutti i sedicenti cattolici, che condividono, magari, l'idea di andare a messa, ma rifiutano quella di fare sesso senza preservativo (e non sempre e solo con la propria moglie).

Aridaje  :)  con 'sto sesso . Il preservativo è un'infrazione dovuta alla debolezza, magari uno pensa che non lo dovrebbe fare, ma poi cede... Le tue invece sono convinzioni profonde. Ritieni sia un paragone azzeccatissimo? "Sedicenti cattolici" sa molto di dispregiativo, non trovi? La coerenza è una virtù rara, ma non ne vedo molta nemmeno in chi non è un sedicente cattolico...

IO NON INTERPRETO, BENSI' CONSTATO.

Cioè stabilisci come reale l'uguaglianza della tua interpretazione con quella di M.E. ? L'interpretazione di un'esperienza 'mistica' è molto complessa e richiede che colui che la interpreta ne abbia fatto esperienza. Personalmente sono piuttosto critico sull'intera esperienza mistica cristiana ( salvo solo la piccola Terese Martin, per la sua fresca spontaneità e per il suo non continuar a parlare di estasi...ma bensì di fiori e uccellini, immensa...)., per il suo continuo bisogno di definire, di spiegare e di tradurre in immagini o in scritti ciò che non è descrivibile, che è privo di segni. Su queste cose sarebbe meglio che, chi le dovesse vivere, ne tacesse o ne sapesse prendere le distanze, in un certo senso...si rischia veramente di prendere un prodotto della concentrazione come la manifestazione di un'unità con Dio o con un supposto e ipotetico Sè Universale. E allora si scrivono frasi come "Dio è in me e io sono in Dio", "L'occhio che guarda dio è lo stesso " e amenità varie quando si sta facendo semplicemente esperienza della possibilità della mente di "entrare nella propria natura" ( anche questa è una semplice definizione verbale ovviamente...). Sono semplicemente stati mentali soggetti all'impermanenza, come tutti...

Buona nottata.

P.S. Se fossi stato nell'Inquisizione, avrei dato personalmente alle fiamme M.Eckhart, semplicemente per il profluvio di parole...che mi sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli , e pure ben documentata... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

Ciao Sariputra
***
CEDIMENTO E CONVINZIONE
Tu scrivi: "Il preservativo è un'infrazione dovuta alla debolezza, magari uno pensa che non lo dovrebbe fare, ma poi cede."
Non credo affatto che sia così.
Ed infatti, per la mia consolidata "esperienza" (non per la mia "interpretazione soggettiva"), TUTTI i cattolici che ho conosciuto nella mia non breve vita,  e quelli che conosco tutt'ora, usano sistematicamente un qualche mezzo contraccettivo per fare sesso....SEMPRE (a meno che non siano più fertili).
Ma NON SI TRATTA DI "CEDIMENTO", BENSI' DI "CONVINZIONE" MORALE!!!
Quando gli chiedo come come possano conciliare tale "convinzione" con il loro cattolicesimo, mi rispondono tutti che non c'è problema, perchè, "secondo loro", a Dio non gliene frega una ceppa se uno usa o o meno il preservativo...e che i preti "rompessero meno le palle". :)
Peraltro, tutti i miei amici cattolici "divorziati" (che sono ormai quasi la maggioranza), si ritengono parimenti "buoni cattolici" anche se si sono risposati o semplicemente riaccoppiati!
Ma, per non parlare solo di sesso, la maggior parte dei cattolici che conosco, non credono minimamente al Diavolo, alla Verginità della Madonna, al Purgatorio, agli Angeli e ad una infinità di altre cose del genere.
Eppure si definiscono egualmente cristiani; ed allora, perchè non dovrei farlo io?
Non so se "sedicenti cattolici" cattolici possa suonare dispregiativo o meno, ma descrive la realtà dei fatti; se non sono "sedicenti" loro, allora non lo sono neanche io!
***

IO NON INTERPRETO, BENSI' CONSTATO.
Io non stabilisco affatto come reale l'uguaglianza della mia visione generale con quella di M.E. , ma posso fattualmente constatare che alcune cose che lui scrive corrispondono esattamente a quello che io credo.
***
OGNUNO HA LE SUE ESPERIENZE
Non ho mica detto che abbiamo avuto le stesse esperienze interiori, perchè nessuno può conoscere le esperienze interiori altrui; nè io le sue, nè tu le mie!
L'interpretazione di un'esperienza 'mistica' altrui, secondo me, più che complessa, è impossibile; uno, al massimo, può cercare di interpretare le proprie, e, attraverso quello che scrivono gli altri, cercare qualche corrispondenza.
Ma non di più!
***
ESPERIENZA MISTICA ED ESPERIENZA ESTATICA
Secondo me, tu confondi l'"esperienza mistica" con l'"esperienza estatica", che sono simili, e possono anche essere concomitanti, ma non sono esattamente la stessa cosa.
Ho notato, infatti, che spesso si fa tutta l'erba un fascio tra allucinazioni, esperienze paranormali, estasi, trance e chi più ne ha ne metta.
A dire il vero, invece, secondo la mia SOGGETTIVISSIMA opinione, bisognerebbe evitare la locuzione "esperienza mistica" (anche se io pure la uso in abbondanza), perchè tutto ciò che si può "esperire" ha natura "fenomenica", mentra la verità ultima ha natura "noumenica".
In realtà, quindi, a mio avviso sarebbe più acconcio parlare di:
- RIFLESSIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, attraverso una pacata e profonda MEDITAZIONE cerca di prendere coscienza di un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero di DIO, o di qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale);
- ILLUMINAZIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, viene direttamente illuminato da un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero  da DIO, o da qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale).
Tutto ciò, peraltro, non deve necessariamente avvenire in modo "scenografico", bensì in modo tutt'altro che eclatante: "Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera, e Dio era lì." (1Re 19,11-13).
***
AUTOINGANNO
Tu scrivi: "Su queste cose sarebbe meglio che, chi le dovesse vivere, ne tacesse o ne sapesse prendere le distanze, in un certo senso...si rischia veramente di prendere un prodotto della concentrazione come la manifestazione di un'unità con Dio o con un supposto e ipotetico Sè Universale."
Su questo hai perfettamente ragione, ed infatti è quello che io ripeto sempre a me stesso; ho persino un post attaccato vicino al letto dove ho scritto: "ATTENTO A NON LASCIARTI INGANNARE DAGLI ALTRI, MA, SOPRATTUTTO, DA TE STESSO!"
Ed invero, frasi come "Dio è in me e io sono in Dio", "L'occhio che guarda dio è lo stesso " e cose del genere, possono ingannare, se ci si lascia prendere dall'autosuggestione; anzi, di solito è proprio così.
Però, possono anche essere di stimolo a guardare in se stessi, perchè DIO (o il SE' UNIVERSALE o come altro lo vogliamo chiamare), è proprio lì DENTRO DI NOI!
Sant'Agostino diceva: "Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera religione. 39, 72).
IN INTERIORE HOMINE HABITAR VERITAS!
***
ECKART
Vedo che sei male informato, in quanto Eckhart non è mai stato considerato un eretico; tanto è vero che quasi tutti i suoi libri (che ovviamento ho letto, meno il "COMMENTO AL VANGELO DI GIOVANNI"), sono pubblicati dalle EDIZIONI PAOLINE.
Come avevo già scritto, infatti, solo 24 (tra migliaia di sue proposizioni) furono dichiarate eretice dalla BOLLA IN AGRO DOMINICO; ma lui morì senza alcuna scomunica, nel suo letto, e non sul rogo.
Cosa hai letto di lui, per darne un giudizio così aspramente critico?
Se vuoi, ne possiamo discutere!
Quanto al profluvio di parole...che ti sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli, ti faccio presente che sia Sant'Agostino che San Tommaso (per non dir di San Bernardo e molti altri) hanno scritto profluvio di parole molto (ma proprio molto) più tracimante del suo.
Solole ESPOSIZIONI SUI SALMI, di Sant'agostino, corrispondo a a dieci volte tutte le opere di Eckart (almeno basandomi sul "peso" dei file che contengono sia le une che le altre!
***
Come vedi, io non "rifiuto" affatto le tue affermazioni, ma:
- alcune le recepisco in pieno;
- altre solo in parte;
- altre ancora non le recepisco affatto.
Ma, queste ultime, non mi limito a "rifiutarle", bensì cerco di "confutarle" argomentativamente; che è cosa ben diversa.
:)
***
Buona giornata! ;)
***

Sariputra

#190
CEDIMENTO E CONVINZIONE
Tu scrivi: "Il preservativo è un'infrazione dovuta alla debolezza, magari uno pensa che non lo dovrebbe fare, ma poi cede."
Non credo affatto che sia così.
Ed infatti, per la mia consolidata "esperienza" (non per la mia "interpretazione soggettiva"), TUTTI i cattolici che ho conosciuto nella mia non breve vita,  e quelli che conosco tutt'ora, usano sistematicamente un qualche mezzo contraccettivo per fare sesso....SEMPRE (a meno che non siano più fertili).
Ma NON SI TRATTA DI "CEDIMENTO", BENSI' DI "CONVINZIONE" MORALE!!!
Quando gli chiedo come come possano conciliare tale "convinzione" con il loro cattolicesimo, mi rispondono tutti che non c'è problema, perchè, "secondo loro", a Dio non gliene frega una ceppa se uno usa o o meno il preservativo...e che i preti "rompessero meno le palle".
Peraltro, tutti i miei amici cattolici "divorziati" (che sono ormai quasi la maggioranza), si ritengono parimenti "buoni cattolici" anche se si sono risposati o semplicemente riaccoppiati!
Ma, per non parlare solo di sesso, la maggior parte dei cattolici che conosco, non credono minimamente al Diavolo, alla Verginità della Madonna, al Purgatorio, agli Angeli e ad una infinità di altre cose del genere.
Eppure si definiscono egualmente cristiani; ed allora, perchè non dovrei farlo io?
Non so se "sedicenti cattolici" cattolici possa suonare dispregiativo o meno, ma descrive la realtà dei fatti; se non sono "sedicenti" loro, allora non lo sono neanche io!
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Conosci personalmente TUTTI i cattolici e TUTTI si confidano con te? Per me stai facendo 'di tutta l'erba un fascio'.  E rivela, se mi permetti, un profondo disprezzo. Ma sono affari tuoi, ovviamente...come sono affari tuoi se desideri definirti un 'cristiano' o meno.

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OGNUNO HA LE SUE ESPERIENZE
Non ho mica detto che abbiamo avuto le stesse esperienze interiori, perchè nessuno può conoscere le esperienze interiori altrui; nè io le sue, nè tu le mie!
L'interpretazione di un'esperienza 'mistica' altrui, secondo me, più che complessa, è impossibile; uno, al massimo, può cercare di interpretare le proprie, e, attraverso quello che scrivono gli altri, cercare qualche corrispondenza.
Ma non di più!
***
Concordo  :)

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ESPERIENZA MISTICA ED ESPERIENZA ESTATICA
Secondo me, tu confondi l'"esperienza mistica" con l'"esperienza estatica", che sono simili, e possono anche essere concomitanti, ma non sono esattamente la stessa cosa.
Ho notato, infatti, che spesso si fa tutta l'erba un fascio tra allucinazioni, esperienze paranormali, estasi, trance e chi più ne ha ne metta.
A dire il vero, invece, secondo la mia SOGGETTIVISSIMA opinione, bisognerebbe evitare la locuzione "esperienza mistica" (anche se io pure la uso in abbondanza), perchè tutto ciò che si può "esperire" ha natura "fenomenica", mentra la verità ultima ha natura "noumenica".
In realtà, quindi, a mio avviso sarebbe più acconcio parlare di:
- RIFLESSIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, attraverso una pacata e profonda MEDITAZIONE cerca di prendere coscienza di un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero di DIO, o di qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale);
- ILLUMINAZIONE COSCIENZIALE mistica, per mezzo della quale il soggetto, viene direttamente illuminato da un SE' superiore al suo IO individuale (ovvero  da DIO, o da qualunque altra cosa che trascenda l'individualità personale, a seconda del tipo di approccio culturale).
Tutto ciò, peraltro, non deve necessariamente avvenire in modo "scenografico", bensì in modo tutt'altro che eclatante: "Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo, da spaccare i monti e spezzare le rocce, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera, e Dio era lì." (1Re 19,11-13).
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Non commento perché sono valutazioni soggettive basate su 'fede'. L'evento mistico in realtà si riduce a molto poco, importante a parer mio gustarlo senza farsene un'immagine mentale o cercare di darne una spiegazione basata su fede o approccio culturale o di saltare a conclusioni che non appartengono all'evento in sé...

AUTOINGANNO
Tu scrivi: "Su queste cose sarebbe meglio che, chi le dovesse vivere, ne tacesse o ne sapesse prendere le distanze, in un certo senso...si rischia veramente di prendere un prodotto della concentrazione come la manifestazione di un'unità con Dio o con un supposto e ipotetico Sè Universale."
Su questo hai perfettamente ragione,ed infatti è quello che io ripeto sempre a me stesso; ho persino un post attaccato vicino al letto dove ho scritto: "ATTENTO A NON LASCIARTI INGANNARE DAGLI ALTRI, MA, SOPRATTUTTO, DA TE STESSO!"
Ed invero, frasi come "Dio è in me e io sono in Dio", "L'occhio che guarda dio è lo stesso " e cose del genere, possono ingannare, se ci si lascia prendere dall'autosuggestione; anzi, di solito è proprio così.
Però, possono anche essere di stimolo a guardare in se stessi, perchè DIO (o il SE' UNIVERSALE o come altro lo vogliamo chiamare), è proprio lì DENTRO DI NOI!
Sant'Agostino diceva: "Non uscire fuori, rientra in te stesso: nell'uomo interiore abita la verità. E se scoprirai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Tendi là dove si accende la stessa luce della ragione. (De vera religione. 39, 72).
IN INTERIORE HOMINE HABITAR VERITAS!

Direi come sopra. Valutazioni condizionate e strutturate da 'fede'. Leggittimissima, ovviamente. Non mi sembra il caso da parte mia dire alcunchè...

ECKART
Vedo che sei male informato, in quanto Eckhart non è mai stato considerato un eretico; tanto è vero che quasi tutti i suoi libri (che ovviamento ho letto, meno il "COMMENTO AL VANGELO DI GIOVANNI"), sono pubblicati dalle EDIZIONI PAOLINE.
Come avevo già scritto, infatti, solo 24 (tra migliaia di sue proposizioni) furono dichiarate eretice dalla BOLLA IN AGRO DOMINICO; ma lui morì senza alcuna scomunica, nel suo letto, e non sul rogo.
Cosa hai letto di lui, per darne un giudizio così aspramente critico?
Se vuoi, ne possiamo discutere!
Quanto al profluvio di parole...che ti sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli, ti faccio presente che sia Sant'Agostino che San Tommaso (per non dir di San Bernardo e molti altri) hanno scritto profluvio di parole molto (ma proprio molto) più tracimante del suo.
Solole ESPOSIZIONI SUI SALMI, di Sant'agostino, corrispondo a a dieci volte tutte le opere di Eckart (almeno basandomi sul "peso" dei file che contengono sia le une che le altre!
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Guarda che la mia era una battuta su Eckhart! Semplice Ironia... ( ma sei sempre così pignolo? Ho messo pure la faccina sorridente accanto... ). Non fu mai condannato perché, a quanto ne so, ritrattò ( ma sicuramente saprai più particolari e con più dovizia...).
Vedo che fai molta fatica a capire il 'tono conviviale e scherzoso' e prendi e analizzi ogni parola, quasi con la lente d'ingrandimento...un metodo che poco si presta allo scambia in amicizia, a parer mio.
Ti faccio un esempio di tono conviviale e scherzoso:
Eutidemo:
Quanto al profluvio di parole...che ti sembra una colpa ben più grave dell'eresia imputatagli, ti faccio presente che sia Sant'Agostino che San Tommaso (per non dir di San Bernardo e molti altri) hanno scritto profluvio di parole molto (ma proprio molto) più tracimante del suo.
Solole ESPOSIZIONI SUI SALMI, di Sant'agostino, corrispondo a a dieci volte tutte le opere di Eckart (almeno basandomi sul "peso" dei file che contengono sia le une che le altre!

Sari:
Certamente! E per questo sarebbero stati i primi a cui avrei appiccato il fuoco!... ;D (O pensi veramente che l'avrei fatto sul serio?...)
Tieni presente che ho molto rispetto per TUTTI quegli autori. Ma quando parlo di spiritualità preferisco, spesso sbagliando , che le parole escano dal mio cuore e non che siano solo citazioni o ripetizioni di qulacosa già masticato da altri...Il buon vino lo devo gustare io, non mi interessa molto il sapore che mi raccontano gli altri...
Buona domenica
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Jean

Quando mi riferisco ai "comportamenti" (fenomeni) fuor dalle regole", dalle semplici coincidenze appena oltre la gaussiana della prevedibilità statistica, alle esperienze in vicinanza di una possibile morte e poi fenomeni d'ogni sorta sino a giungere ai miracoli propriamente detti, evidenzio come lo stesso evento sia interpretabile diversamente.

Ad esempio (non controllo sia vero, mi fido salvo riprova... nel caso per cambiar esempio) il profeta che tracciato un cerchio proclama di non uscirne salvo arrivi l'agognata pioggia, fenomeno che poi accade, giustifica la fede in chi fosse stato presente confermando la presenza dello "spirito" nel servitore di Dio oppure, vista in altro modo, una coincidenza, forse l'ennesima di una serie, sì che potremmo esser vicini alle 200 volte e il profeta rischiar non solo le gambe ma la vita... non prender alla lettera il mio modo talora ironico d'esprimermi, pur se l'esempio del giocatore non è sovrapponibile a quello del profeta, se la reazione di chi li legga entrambi è la stessa, ciò è sufficiente in lui ad accomunarli come categoria... come fa Eutidemo, spogliandoli di tutto e riducendoli a nudi "numeri".

Per te (e InVerno) i "miracoli" son solo d'un tipo, il sette che compare sulla faccia d'un dado o il rispuntar di gambe... va bene stiamo al gioco, vediamo qualcosa del genere:  
L'unico miracolo a cui é impossibile non credere

Stefano Paci intervista Vittorio Messori, su "tracce" nel 1999. Il tema dell'articolo é un miracolo, anzi non un miracolo qualsiasi ma il miracolo per eccellenza.
Elogio al materialismo

A stupire, Vittorio Messori è abituato. In un Paese in cui trentamila copie di un volume bastano a fare un bestseller, il suo primo libro, Ipotesi su Gesù, di copie ne ha vendute oltre un milione. Non pago, ha poi "sequestrato" il prefetto dell'ex Sant'Uffizio, l'austero cardinale Joseph Ratzinger, e per una settimana l'ha sottoposto ad un vero e proprio interrogatorio e ne ha registrato le risposte. Non era mai accaduto nella storia della Chiesa, e il libro-intervista Rapporto sulla fede per anni è stato al centro del dibattito sul cattolicesimo. Poi, ha rivolto ad un'altra persona le sue domande, e questa volta si trattava dell'attuale Pontefice, papa Wojtyla. Varcare la soglia della speranza è stato tradotto in 53 lingue.
Ma adesso, forse, Messori ha esagerato. Il suo nuovo libro (Il Miracolo, Rizzoli) ha la pretesa di raccontare che almeno una volta, nella storia, il prodigio per eccellenza, quel miracolo "impossibile" su cui così spesso si ironizza, è avvenuto: un arto tagliato è ricresciuto. Tra le dieci e le undici di sera del 29 marzo 1640 un giovane contadino spagnolo, Miguel Juan Pellicer, si sarebbe risvegliato avendo di nuovo la gamba che gli era stata amputata due anni e mezzo prima. Il miracolo -compiuto per intercessione di Nostra Signora del Pilar, la veneratissima Madonna di Saragozza davanti al cui santuario Miguel Juan aveva per anni mendicato- avvenne nel villaggio aragonese di Calanda, dove il giovane era ritornato per salutare i genitori. Un evento sconvolgente di cui quasi si era persa la memoria.
Difficile da credere? Noi abbiamo fatto la parte dell'"avvocato del diavolo". Abbiamo cioè posto a Messori, che scrive come un giornalista ma si documenta come un diligente professore universitario, alcune di quelle obiezioni che su questo "miracolo impossibile" formulerebbe l'uomo comune.

I cristiani credono ai miracoli, certo. Ma sembra che Dio si sia sempre dato una specie di limitazione per rispettare la libertà dell'uomo. I prodigi, cioè, non sono mai così clamorosi da rendere automatico il credere. Per spiegarli si può sempre ricorrere a qualche causa scientifica che non è ancora stata scoperta. Questo miracolo, invece, sembra del tutto "impossibile". Davvero lei crede che una gamba amputata sia rispuntata?

VITTORIO MESSORI: Non lo nego, questo miracolo è sconcertante. Lo è stato anche per me. In realtà anch'io avevo uno schema in testa, e la scoperta di questo prodigio lo ha messo in crisi. Il mio era lo schema di Pascal: Dio non impone la fede, la propone. Mi dicevo: se Dio compisse un "miracolo spettacolo", se facesse ricrescere un arto tagliato, la nostra libertà sarebbe annullata, saremmo messi con le spalle al muro e dovremmo arrenderci all'evidenza.
Così, quando trovai rari accenni a questo miracolo avvenuto nel paesino di Calanda, non mi sentii spinto ad approfondirlo, non lo presi sul serio. Io stesso non volevo arrendermi fino a quando, studiando i documenti, ho riscontrato l'indubitabilità del fatto. Alla fine ho allargato le braccia: ho accettato il mistero, perché a questo mi costringeva l'evidenza. È il modo più ragionevole per usare la ragione.

Però non era mai accaduto un miracolo simile nella storia: è come se qui, a Dio, fosse sfuggita la mano...

MESSORI: O, se è possibile scherzarci sopra, fosse sfuggita la gamba. Sì, è vero, si tratta di un caso unico: in questo caso Dio è andato al di là di quello che ha sempre fatto, sia prima che dopo. Ho studiato a lungo i 65 miracoli riconosciuti a Lourdes. In tutti ho sempre trovato questa sorta di strategia del Deus absconditus. Anche in quelli più clamorosi ci sono ottime ragioni per credere, ma ci sono sempre scappatoie per non credere. C'è il caso di Peter van Rudder, il belga a cui per miracolo venne ricostruita la gamba spezzata e si riformarono sei centimetri d'osso. Il miracolo però si vede solo con le radiografie, e uno può dire: magari non era rotta davvero. Tanto che Émile Zola, di fronte alla grotta di Lourdes, disse, beffardo: "Qui vedo molte stampelle, ma nessuna gamba di legno". Invece, almeno una volta nella storia, questo è accaduto: nel santuario di Nostra Signora del Pilar, a Saragozza, fu appesa una gamba di legno.
E, fatto ancor più straordinario, il miracolo è perfettamente documentato: 62 ore dopo l'evento questo fu registrato dal rogito di un notaio reale. Al processo davanti al tribunale dell'arcivescovado di Saragozza sfilarono decine di testimoni giurati, ma migliaia di altre persone avrebbero potuto testimoniare: il prodigio fu un fatto pubblico. Il giovane miracolato era un monco che tutta Saragozza per due anni e mezzo aveva visto tutti i giorni alle stesse ore alla stessa porta chiedere l'elemosina.
Per quanto straordinario, il fatto è attestato in modo così granitico che se negassimo che fino alle ore 22 del 29 marzo 1640 Miguel Juan Pellicer aveva una gamba sola, e mezz'ora dopo ne aveva due, dovremmo negare la storia stessa. Che so, l'esistenza di Napoleone.

D'accordo, un notaio ha certificato il miracolo. Ma il miracolo è accaduto secoli fa, e si sa come andavano le cose in quei tempi. Le testimonianze che lo documentano non saranno poi così certe

MESSORI: Il rogito del notaio reale, il dottor Miguel Andréu, steso seguendo ogni regola del diritto, è inattaccabile. E, sul piano storico, è garanzia di straordinario valore che un evento di questo genere si sia verificato in quel periodo in Aragona, patria dell'Inquisizione spagnola, allora al culmine della sua potenza. L'Inquisizione era un'istituzione dettata dal razionalismo della religione cattolica, ed assai più dell'eresia temeva e reprimeva la superstizione, i falsi miracoli. Era assolutamente implacabile nell'intervenire laddove c'era anche solo semplicemente il sospetto di visionari o di annunciatori di prodigi fasulli. Basti dire che nei secoli in cui l'Inquisizione controlla la Spagna non ci sono notizie di apparizioni mariane, al contrario di quanto avviene in Italia, in Francia o in Germania.
Così nel lungo, rigoroso processo canonico iniziato due mesi appena dopo l'evento nella diocesi di Saragozza, si sente che l'arcivescovo ha sul collo il fiato del grande inquisitore. Basti ricordare che il grande inquisitore di Spagna mise in galera il cardinale arcivescovo di Toledo. Il tribunale dell'Inquisizione veniva chiamato la "Suprema" perché aveva un potere quasi onnipotente, e poteva mettere in difficoltà anche il re.
Il fatto che l'Inquisizione lasci che il processo si svolga e che addirittura si proclami il prodigio, il 27 aprile del 1641, per lo storico è una garanzia assolutamente straordinaria.

Documenti su questo prodigio, dunque, ce ne sono a bizzeffe. Ma documenti risalenti al Seicento hanno la stessa validità storica di una inchiesta fatta oggi?

MESSORI: No, non la stessa: maggiore. Oggi probabilmente quel rigore d'inchiesta storica si è perso, e se volessimo ricostruire la storia sulle pagine dei giornali, staremmo freschi. Il processo non si svolse nel Medioevo, ma un secolo dopo il Concilio di Trento e sotto il pontificato di Urbano VIII che aveva proprio allora emanato nuove, rigorose norme per il riconoscimento dei miracoli. Le regole con le quali si svolge quel processo sono le stesse che verranno usate per più di tre secoli, fino a dopo il Vaticano II. E il problema dell'arcivescovo non fu trovare testimoni, ma limitarne il numero. Il miracolato -un giovanotto di ventitré anni con la gamba tagliata che per due anni e mezzo staziona sempre allo stesso posto, all'ingresso del santuario della Madonna del Pilar, dove per tradizione gli abitanti di Saragozza vanno ogni giorno- era diventato un personaggio che tutti conoscevano. A favore della garanzia storica c'è anche il fatto che non si sia mai levata nessuna voce di dubbio o di esitazione. E tutto questo senza alcun fine di lucro: Calanda non è mai diventata una Lourdes o una Fatima.

E se si fosse trattato di un gemello, o di un sosia di Miguel Juan Pellicer?

MESSORI: Un gemello no, perché i registri parrocchiali di Calanda sono stati conservati, e Miguel Juan Pellicer non aveva alcun gemello. Nelle decine di pagine del processo viene esaminata tutta la situazione familiare e vengono fatte tutte le domande possibili, anche le più insidiose. Un sosia, invece... uscito da dove? E come si fa ad ingannare dei compaesani sospettosi? E, soprattutto, perché? Questo è un miracolo gratuito in cui nessuno ci guadagna nulla, nemmeno la famiglia. Filippo IV, il re di tutte le Spagne -c'era ancora l'impero su cui non tramontava mai il sole- dopo il processo s'inginocchiò a baciare la gamba risanata di questo contadino, ma a Miguel Juan non venne mai data una pensione: muore da mendicante come era vissuto.
Il ragazzo è stato riconosciuto da tutti, ed era stato operato dal più noto chirurgo di Saragozza, il professor Estanga, assistito da due ottimi medici e da tre infermieri: era presente anche un prete, amministratore dell'ospedale. Tutti testimoniarono al processo, parlando anche del luogo in cui era sepolta, secondo le usanze, la gamba tagliata. Coloro che gli facevano l'elemosina hanno ricordato che non solo Miguel Juan non nascondeva la gamba, ma che mostrava il moncone con la ferita cicatrizzata per esortare all'elemosina.

Insomma, secondo lei è impossibile non credere a questo miracolo. È davvero convinto che questa volta non ci sia spazio per l'incredulità?

MESSORI: Non ci sono dubbi e, ripeto, mi sono arreso a fatica. Ho studiato il caso per anni e non ho lesinato tempo, fatica e viaggi. Quello che ho scritto è un libro di storia, una storia che però cozza contro il mistero. Ogni storico farebbe salti di gioia se gli eventi che studia fossero attestati in questo modo, con tale ricchezza e sicurezza documentaria.

Ma se tutto è così evidente, così perfettamente documentato e incontrovertibile, perché un miracolo così clamoroso è stato dimenticato per tanto tempo?

MESSORI: Il 1640 non è un anno come gli altri per la Spagna. Nei manuali di storia è indicato come il discrimine in cui inizia il rapido e rovinoso declino del dominio spagnolo e della sua influenza politica ed economica. Poche settimane dopo el gran milagro, scoppiano due insurrezioni terribili: il Portogallo si distacca dalla Spagna, e contemporaneamente insorge anche la Catalogna. In quell'anno cominciano le disfatte dei reggimenti spagnoli nelle Fiandre. Ci sono insurrezioni anche nell'Italia spagnola: Masaniello guida la rivolta nel Regno di Napoli. È l'anno in cui il conte-duca Gaspar de Olivares, quello citato nei Promessi sposi, scrive al re: "Non sappiamo se l'anno prossimo ci sarà ancora una Spagna". E arrivarono la peste, la carestia: tutto congiurò perché questo miracolo fosse poco conosciuto al di fuori del Paese. Poi vennero i secoli dell'Illuminismo e dello scientismo, che fecero di tutto per nasconderlo, perché imbarazzante. Era l'esatta risposta a quello che veniva chiesto da tutti i Voltaire dell'epoca: poter vedere una gamba recuperata. 

segue

Jean

Secondo le testimonianze, la gamba "miracolosa" di Miguel Juan Pellicer non è, se così si può dire, ricresciuta: è proprio la stessa gamba che era stata amputata più di due anni prima -e che, sepolta nella terra, era necessariamente imputridita- ad essere ricomparsa. Una specie di resurrezione della carne avvenuta prima della fine dei tempi. Questo sembra più difficile da credere...

MESSORI: Sì, la gamba fu subito riconosciuta. Aveva tutti i segni, inconfondibili, che c'erano sull'arto amputato: la cicatrice causata dalla ruota del carro che aveva fratturato la tibia nell'incidente che aveva provocato l'amputazione, le tracce del morso di un cane sul polpaccio, i resti di una grossa cisti asportata, due profondi graffi lasciati da una pianta spinosa. Insomma, una gamba tagliata quando già era divorata dalla cancrena e sepolta per due anni e mezzo nel cimitero dell'ospedale di Saragozza, viene reimpiantata di colpo a Calanda, a cento chilometri di distanza. Quando andarono a controllare il posto in cui era stato sotterrato l'arto, trovarono la buca vuota. I primi giorni la gamba, secondo le testimonianze, aveva un aspetto come di carne morta: era fredda, bluastra. Col passare del tempo, e lo scorrere del sangue, tornò normale.
Forse, se questo miracolo è rimasto nascosto per tanto tempo, è perché ne avevamo bisogno proprio noi, uomini di oggi. Perché questo prodigio non è soltanto un segno dell'esistenza di Dio: è un segno di sano materialismo cristiano. E ciò che oggi minaccia il cattolicesimo non è certo il materialismo, ma lo spiritualismo, la gnosi: molta della nuova teologia cattolica è una teologia gnostica.
Questo è un miracolo "teologicamente scorretto" perché contrasta con il regno dello spiritualismo che ci minaccia. Basta un Platone qualunque per credere nell'immortalità dell'anima. I cristiani, invece, credono nella resurrezione dei corpi, proprio ciò che tanta teologia oggi non annuncia più.

Quali sono state le reazioni al suo libro?

MESSORI: Da manuale. Prima ancora che il libro uscisse sono bastati tre annunci dell'editore e Beniamino Placido su la Repubblica ha scritto un articolo dal titolo significativo: Un libro su un miracolo: non vedo l'ora di non leggerlo. Placido, a nome dell'intellighenzia laica, ha detto che si trattava certamente di una bufala, e non bisognava perdere tempo e soldi per leggere un libro così. Rifiuto previo. In realtà, è il credente il vero libero pensatore. Perché ha un concetto di ragione libera da gabbie ideologiche. Come diceva Gilbert Keith Chesterton: "Un credente è un signore che accetta il miracolo, se ve lo obbliga l'evidenza. Un non credente è, invece, un signore che non accetterà neppure di discutere di miracoli, perché a questo lo obbliga la dottrina che professa e che non può smentire".

E le reazioni da parte cattolica?

MESSORI: Appena il libro è uscito, un guru dell'intellighenzia cattolica, Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, cattolico aggiornato e teologicamente corretto, ne ha fatto una stroncatura feroce su Tuttolibri, l'inserto letterario della Stampa. Anche lui senza confrontarsi con il libro. Ha detto che qualunque cosa ci fosse scritta era "inutile e dannosa". Inutile, perché quelli come lui, che hanno una fede pura e dura, non hanno bisogno di miracoli; dannosa perché prodigi, madonne, santuari e pellegrini, sono cose alienanti per chi ha una fede "adulta".
Quando ho letto queste due recensioni, ho sorriso compiaciuto: nel libro avevo previsto esattamente queste reazioni. Ma avevo anche previsto altro: due mesi dopo l'uscita, Il Miracolo era alla quarta ristampa e stanno per essere pubblicate molte traduzioni.

https://lin4matore.wordpress.com/2007/09/17/lunico-miracolo-a-cui-non-e-possibile-credere/

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A me è parso un buon articolo e chi abbia domande le invii all'autore, del quale non son portavoce.

Ma se codesto "presunto" miracolo non è valido perché non avvenuto davanti ai tuoi occhi... come infinite cose non son avvenute e non avverranno... allora tutto ciò di analogo, come afferma Thomas Paine:

« Tutti i racconti di miracoli, di cui l'antico e il nuovo testamento sono colmi, sono adatti solo a impostori che predicano e stolti che credono. »

è una questione di impostori e stolti...

... fortunatamente non esistono solo queste due categorie, ma poiché son di larghissime vedute dubito di poter appartenere alla terza... e nel caso preferirei esser stolto che impostore. 
Uno che pensa le leggi naturali non siano del tutto svelate e quello che ci appare un evento straordinario, un fatto eccezionale, possa un domani venir interpretato.

 
Wiki - Si definisce miracolo (dal latino «miraculum», cosa meravigliosa), in teologia, un evento straordinario, al di sopra delle leggi naturali, che si considera operato da Dio direttamente o tramite una sua creatura. Nel linguaggio comune, per estensione, il termine miracolo indica anche un fatto eccezionale, che desta meraviglia
 

Certamente l'intero universo sia un evento straordinario, un miracolo per chi disponga della coscienza per percepirlo e della conoscenza per pensarlo (o pensarci) e tuttavia come c'è una gradazione in ogni cosa, dalla stoltezza alla saggezza... vi son fenomeni che destan più meraviglia d'altri... alcuni li ho riportati e seguiterò a farlo, ripeto non per convincer chicchessia ma per avvicinarmi all'argomento della discussione, che richiede una certa disposizione a non considerare (sbarazzandosene) le "suggestioni" provenienti da ambiti diversi dai propri come figli di un Dio minore e ritenere il proprio (Spirito, scienza, logica ecc.) l'unico a cui far riferimento.

Ci son più cose...


 
Un cordiale saluto

Jean

Eutidemo

CARO SARIPUTRA
***
CONCETTO ASSOLUTO E RELATIVO DI "TUTTI".
Se vuoi confutare adeguatamente un interlocutore, devi prima leggere "bene" quello che ha scritto.
Ed infatti, io avevo testualmente fatto riferimento a:
".... TUTTI i cattolici <<che ho conosciuto>> nella mia non breve vita,  e quelli che <<conosco>> tutt'ora...", ma non ho mai detto, ovviamente, di <<conoscere>> o di <<aver conosciuto>> tutti i cattolici che abitano il pianeta.
Per cui, con la tua domanda retorica: "<<Conosci>> personalmente TUTTI i cattolici?", manifesti di non aver letto bene quello che ho scritto, o di averlo totalmente equivocato.
Ed infatti, "TUTTI i cattolici che ho conosciuto" e "TUTTI i cattolici" (cioè, compresi quelli che non ho mai conosciuto)", sono due concetti che non hanno niente a che vedere tra di loro.
O sì?
***
DISPREZZO
Io non manifesto affatto disprezzo:
- nè per i cristiani "integrali",che si conformano a tutti i dogmi e prescrizioni della Chiesa;
- nè per i cristiani "parziali",che si conformano ad alcuni dogmi e prescrizioni della Chiesa, mentre ad altri no.
Quelli per cui, invece, provo profondo disprezzo, sono i "Farisei", che si ritengono cristiani "integrali", mentre invece sono  solo cristiani "parziali", come me; però pretendono di definirsi cristiani "solo loro" , negando lo stesso diritto a me e ad altri.
Stimo, invece, moltissimo quei cristiani "parziali", che ammettono di essere tali, e riconoscono che la mia visione è fondamentalmente cristiana (sebbene io non condivida molti aspetti dogmatici e prescrizionali dell'ortodossia).
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OGNUNO HA LE SUE ESPERIENZE
Su questo concordiamo in pieno...meno male!
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ESPERIENZA MISTICA ED ESPERIENZA ESTATICA
Anche su questo mi pare che più o meno concordiamo; ed infatti, a qualsiasi cosa si riduca il vero o presunto evento mistico, anche secondo me è importante a parer mio esperirlo senza farsene un'immagine mentale o cercare di darne una spiegazione basata su fede o approccio culturale o di saltare subito a conclusioni che, magari, non hanno niente a che vedere con l'evento in sé (come per la mia "OBE", che fu evidentemente, un fenomeno allucinatorio, e non certo una "levitazione al terzo cielo").
Magari aggiungerei che, se quello che si sperimenta assomiglia molto alla descrizione di fenomeni simili sperimentati da altri (raccontati o letti sui libri), aumenta la probabilità che l'evento in sè sia autentico.
Ma anche così bisogna andarci MOLTO CAUTI, perchè è egualmente  facile ingannarsi!
***
AUTOINGANNO
Come sopra.
ECKART
Anche qui hai ragione: non avevo capito che stavi scherzando.
Chiedo venia!
Non sono invece molto d'accordo sulla tua conclusione, in quanto ritengo che la "lectio" costuisca il primo gradino di un approccio graduale sia al testo biblico, sia all'attingimento della Verità interiore (come insegnato dai Padri): lectio, meditatio, oratio, contemplatio.
*** :)

myfriend

@jean

La questione dei "miracoli che superano le leggi fisiche" è assai interessante.
E sai perchè?
Perchè le leggi fisiche esistono solo dopo che esse si sono manifestate.  :D

Che significa questo?
Bè...se andiamo indietro nel tempo a quando la terra era solo rocce e acqua, esistevano le leggi fisiche "roccia e acqua".
Una roccia si guardava in giro - ammesso che potesse guardarsi in giro - e diceva tra sè e sè - ammesso che potesse dire qualcosa: "non esistono altre leggi fisiche oltre a quelle che regolano rocce e acqua".


Poi che è successo?
Sono spuntate le piante.
Oddio....miracolo!
La comparsa di una pianta, dal punto di vista di una roccia, deve essere stato un vero e proprio miracolo. Questa cosa andava oltre le leggi fisiche! (Almeno a quelle che c'erano in un mondo fatto di rocce e acqua).
Strano.
Quello che per una roccia fu indubbiamente un miracolo che andava oltre le leggi fisiche che lei conosceva, noi oggi lo chiamiamo "evoluzione".  :D



Lo stesso fu per le piante. Quando una pianta vide il primo animale, disse: "E' un miracolo!". Perchè la comparsa di un animale andava indubbiamente oltre le leggi fisiche che una pianta conosceva.
Eppure anche questo noi lo chiamiamo evoluzione.


Lo stesso accadde quando comparve l'homo sapiens.
Tutti gli altri animali e le piante avranno detto: "Miracolo!". Poichè l''homo sapiens andava oltre le leggi fisiche che animali e piante conoscevano.


In sostanza: le leggi fisiche esistono nel momento in cui appaiono nella Realtà. E questo noi lo chiamiamo "miracolo".
In realtà non c'è nessun miracolo.
L'evoluzione ci ha ampiamente dimostrato che nella Realtà si manifestano "nuove entità" e queste nuove entità, con la loro comparsa, si portano dietro nuove leggi fisiche.
Vedi...io penso che la Realtà sia come il palcoscenico di un teatro. Noi siamo sul palcoscenico. E dietro le quinte c'è "qualcosa" che ogni tanto butta un nuovo attore sul palcoscenico della Realtà. E la Realtà si arricchisce di nuove entità e, quindi, di nuove "leggi fisiche".
La Realtà è solo un palcoscenico.
Ma esiste un "dietro le quinte" di cui ignoriamo la natura e che, ogni tanto, ci butta qualche nuovo attore sul palcoscenico.
Noi siamo calati nel palcoscenico. E non ci rendiamo conto che esiste anche un "dietro le quinte". E quando qualcosa appare sul palcoscenico diciamo "miracolo!".
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.