A.I. - Come il progresso tecnico scientifico viene a mutare il significato del

Aperto da Jean, 06 Novembre 2018, 15:39:21 PM

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Jean

 "Ormai non più dietro le quinte ma apertamente, o almeno per una gran parte, si discutono e si vanno apprestando innovazioni di tal portata che in un futuro (se ci sarà...) sempre più prossimo impatteranno sul modo di vivere e persino sulla struttura organica stessa dell'essere umano sì che l'attuale diverrà un ricordo... un mito o una fiaba..."

https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/bob-e-alice-che-stanno-dicendo/msg26158/#msg26158


Questo sopra è un estratto del mio ultimo post nella sezione Scienza e Tecnologia e rileggendolo, nell'attesa di qualche contributo, mi sono accorto di quanto esso (e tutta la discussione) sia in tema con la descrizione e le linee guida della sezione (appunto: Come il progresso tecnico scientifico viene a mutare il significato del nostro esistere).

Ma il significato del nostro esistere è altresì uno dei fondamentali filosofici, e accortomi di ciò l'ho riportato in questa sezione, in ossequio all'interdisciplinarità a cui mi pare (potrei sbagliarmi) ci richiami Ipazia, che colgo l'occasione per salutare.

Piaccia o meno, lo stato delle cose procede nella direzione riportata nei post in Scienza e Tecnologia e a parer mio siamo già ben avanti. 
Un domani (se ci sarà) le cose saran bell'è fatte e chi doveva comprenderle, affrontarle, combatterle o cercar di modificarle si ritroverà a dover rincorrere la tartaruga di Esopo...
 

"Probabilmente hai sentito che siamo nel bel mezzo di una rivoluzione dell'IA. Ci è stato detto che l'intelligenza delle macchine sta progredendo a un ritmo sbalorditivo, alimentato da algoritmi di "deep learning" che utilizzano enormi quantità di dati per addestrare programmi complicati noti come "reti neurali"."

https://www.nytimes.com/2018/11/05/opinion/artificial-intelligence-machine-learning.html
 

Questo sopra è l'inizio di un articolo di Melanie Mitchell 

(professore di informatica presso la Portland State University e professore esterno presso il Santa Fe Institute. Il suo libro, "Artificial Intelligence: A Guide for Thinking Humans", sarà pubblicato nel 2019 da Farrar, Straus e Giroux)

nell'edizione del 5 novembre 2018 del New York Times, direi alquanto attuale, dove evidenzia come le istruzioni (gli algoritmi) che fan "vivere" l'A.I.  "... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani - con conseguenze a volte disastrose"

Vi invito a leggerlo per esteso e se non conoscete l'inglese a tradurlo con Google (come ho fatto anch'io per risparmiar un po' di fatica... i neuroni declinano, ahimè...), nel qual caso vi accorgerete di quanto sia "buona" la traduzione, evidentemente in questo caso gli algoritmi  fan bene il loro lavoro...

Non per confutare l'opinione dell'esperta, ma la barriera del significato come tutte le barriere non sarà invincibile per una forza applicata via via crescente... o per uno stratagemma... ricordate la linea Maginot in Francia?
 

L'invasione tedesca durante la seconda guerra mondiale

Il piano di invasione tedesco del 1940 (nome ufficiale Fall Gelb, ma spesso indicato anche come Sichelschnitt - "colpo di falce") venne pianificato tenendo in grande considerazione la Linea Maginot.
Una forza civetta si appostò davanti alla Linea, mentre la vera forza d'attacco tagliò attraverso il Belgio e i Paesi Bassi, attraverso la Foresta delle Ardenne a nord delle difese principali dei francesi. In questo modo la forza d'attacco fu in grado di aggirare la Linea Maginot.
Il 10 maggio le truppe tedesche varcarono i confini della Francia nel giro di soli cinque giorni e continuarono la loro avanzata fino al 24 maggio, quando si fermarono vicino a Dunkerque.
Ai primi di giugno i tedeschi avevano tagliato la Linea dal resto della Francia. A quel punto il governo francese iniziò a trattare l'armistizio.
Quando le forze alleate a loro volta invasero la Francia, nel giugno 1944, la Linea costruita venne ancora una volta ampiamente aggirata, con i combattimenti che toccarono solo una parte delle fortificazioni vicino a Metz e nel nord dell'Alsazia, verso la fine del 1944.
https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Maginot#L'invasione_tedesca_durante_la_seconda_guerra_mondiale
 

Se non avete colto quale potrebbe essere lo "stratagemma" per abbattere la barriera del significato, collegate questo:

"... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani..." (prof.Mitchell)

con questo:

"È probabile che il 6G andrà oltre i display montati sulla testa per introdurre l'interfaccia neurale diretta "(Matt Grob, Chief Technology Officer di Qualcomm).
 

Qui ci son degli esperti quali Oxdeadbeef (avevo ricercato il significato del nick... solo carne morta non mi convinceva... complimenti, nick alquanto stimolante), Apeiron e altri/e che se lo riterranno diranno la loro.
 

Un cordiale saluto
Jean

Ipazia

Contraccambio il saluto. Argomento stimolante da meditare. Per ora solo questo:

Oxdeadbeef
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

"... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani..." (prof.Mitchell)

Mi ha colpito assai questa frase, perchè trovo assai paradossale questo dire, come se sapessimo bene, un dato per scontato,  "come fanno gli esseri umani", a comprendere. Ecco a volte mi suggerisco questa domanda, ma l'intelligenza artificiale non è forse l'ennesimo specchio che l'umano tenta di costruire per scoprire chi è e come è? Certo un specchio talemente evoluto la cui immagine riflessa potrebbe avere, diciamo, come riflesso la stessa messa in discussione dell'umano con effetti dirompenti all'ennesima potenza per come lo conosciamo e comprendiamo.  Ma lo specchio, tuttavia, non ha questa duplice funzione? Da un lato riconoscerci e renderci autocoscienti e, dall'altro, metterci nella condizione di trovarci di fronte a un altro da sè che ci mette in discussione.
Sono io e non sono io. La comprensione passa attraverso questo iato, ma qualcosa sfugge, perchè gli specchi, a loro modo, ci sorprendono  - riflessi inaspettati.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

viator

Salve Lou. Ci hai presentato il nocciolo della questione il quale, al di là di ogni e qualsiasi progresso e prospettiva tecnologica, è squisitamente - appunto - filosofico.

Il fatto è che l'AI vorrebbe essere uno specchio, ma il suo problema è che non può esistere nessun tipo di intelligenza in mancanza di coscienza.

Poiché la coscienza rappresenta una funzione-ponte tra la psiche (la madre della coscienza) e la mente (la figlia della coscienza), ecco l'intelligenza umana nascere come evoluzione di ciò che l'ha preceduta e generata.

In mancanza di ciò l'AI non potrà che produrre nuove mirabolanti ABILITA' e null'altro.

Il fatto è che l'AI non potrà mai affrontare situazioni che i suoi costruttori non abbiano precedentemente previsto e codificato direttamente od indirettamente.

Mentre l'intelligenza umana è stata costruita proprio per affrontare l'imprevedibile, l'ignoto, l'inconcepibile. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

caro Jean,
la tecnhe greca era disvelamento ed era direttamente correlata alla poiesis , il fare naturale physis.
Sono accadute nel pensiero moderno molte dissociazione dalla res cogitans alla extensa, esaltando il soggetto.
La techne, la tecnica non è più strumento che disvela la natura, la physis,  è divenuta condizione che assoggetta la volontà di potenza dell'uomo sulla natura.Significa che la tecnica è passata da strumento per modificare la natura, a una forma che condiziona lo stesso agente che lo ha creato, l'uomo.
La dimostrazione è lo scienziato che si chiede se algoritmi "stupidi" possono influenzare, condizionare, addirittura trasformare l'uomo.Perchè questo è il punto non siamo più noi a trasformare con la tecnica, è la tecnica che ci trasforma, e il nostro adattarci non è più verso ambienti naturali, ma alle tecniche artificiali:questo è ormai il nostro paesaggio.
Perchè questo siamo diventati, ci adatteremo noi alle tecniche  e non le tecniche all'uomo.
Questo processo è inarrestabile, in quanto ,dicevo, la nostra cultura ha dissociato il soggetto, e l'oggetto, l'uomo e la natura,

cvc

Adam Smith oltre due secoli fa, dopo averne magnificato l'efficienza diceva che la suddivisione del lavoro avrebbe reso l'uomo tanto stupido quanto poteva esserlo. Da quel momento in poi le macchine sono diventate sempre più intelligenti e gli uomini sempre più stupidi, tanto da procedere allegri sulla via dell'autodistruzione. Però vuoi mettere con l'efficienza e gli agi della vita comoda? Ha ragione Paul11, il processo è irreversibile. Chi tornerebbe indietro? Qualcuno forse, l'intera umanità mai.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Ipazia

Citazione di: paul11 il 07 Novembre 2018, 01:39:13 AM
Questo processo è inarrestabile, in quanto ,dicevo, la nostra cultura ha dissociato il soggetto, e l'oggetto, l'uomo e la natura,
Ci pensa la natura (di cui siamo parte) a riassociare soggetto ed oggetto, e pure la cultura del soggetto, à rebours  ;)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra

Leggevo un'intervista a Roberto Vecchioni, che ha appena presentato il suo ultimo lavoro musicale, in cui diceva che secondo lui i giovani di oggi conoscono e usano per comunicare tra loro non più di 600 vocaboli, mentre erano circa 5.000 non più tardi di un decennio fa...
Ovviamente comunicano tantissimo attraverso Wapp e social vari che però, imponendo un limite di caratteri e un vasto  negozio di 'emoticon' da poter utilizzare, fanno sì che, per agio e per pigrizia, i nostri ragazzi preferiscano una bella faccetta sorridente o arrabbiata piuttosto che il cercare di comunicare le proprie emozioni attraverso la parola scritta...
Questa estrema sintesi, e una comunicazione che sta passando dal piano verbale e scritto a quello delle immagini, è sicuramente un aspetto del mondo che sta maturando e che vedremo sempre più massicciamente nel futuro. L'IA produrrà sempre nuovi mezzi e utilizzi della tecnologia in cui la 'difficoltà' umana verrà ridotta sempre più e in cui dominerà, come sta già avvenendo, la 'cultura dell'immagine'.
Nel forum si discute e spesso si polemizza un pò con gli utenti che si 'dilungano' troppo. Anche qui sembra che la 'necessità' della rapidità, della sintesi, della battuta sia sempre più preponderante. Però l'intelligenza (umana) si sviluppa anche nella complessità del dialogo, nella comprensione di vocaboli che 'proiettano' un mondo, per così dire.
Pochi vocaboli a disposizione rendono sempre più 'ristretto' il mondo, sempre più prevedibile, con angoli, visuali e sfaccettature sempre più limitati e omologati dall'IA che in cambio offrirà immagini standardizzate tra cui scegliere...Saranno immagini meravigliose, paesaggi e volti ritoccati ad arte, frasi lapidarie di auguri, ecc...già stiamo vedendo tutto il campionario in sviluppo...
Concordo con Paul11 e Cvc...l'umanità nel suo complesso preferisce l'agio e i conforti alla difficoltà di pensare, di leggere e di scrivere. Perché leggere e scrivere è onestamente faticoso, ma che dà pure molte soddisfazioni. Ti costringe a cercare il significato di molte parole, di confrontarlo con altri sognificati, di cercare un' "armonia" del testo, ecc. Tutto cibo sano e buono per sviluppare l'intelligenza.
L'IA penso cambierà profondamente tutto questo, però mi sembra onestamente difficile dire se la 'standardizzazione' dell'essere umano e della sua intelligenza sia un bene o un male e fare previsioni sul futuro. Io ho ovviamente la mia opinione in proposito, ma credo che esuli dal tema...Probabilmente l'omologazione dei comportamenti e dei desideri potrebbe portare ad una diminuzione del conflitto e dell'attrito tra gli esseri umani...L'IA ci somministrerà del soma molto buono, caldo e apparentemente vario presumo...potremo sfogare virualmente tutta la nostra rabbia, già abbiamo iniziato a farlo; così non avremo giustamente bisogno di sfogarla su coloro che controlleranno l'IA. Sarà un mondo così bello che ci conquisterà un pò tutti, anche i più riottosi all'omologazione.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 11:39:14 AM
...Probabilmente l'omologazione dei comportamenti e dei desideri potrebbe portare ad una diminuzione del conflitto e dell'attrito tra gli esseri umani...L'IA ci somministrerà del soma molto buono, caldo e apparentemente vario presumo...potremo sfogare virtualmente tutta la nostra rabbia, già abbiamo iniziato a farlo; così non avremo giustamente bisogno di sfogarla su coloro che controlleranno l'IA. Sarà un mondo così bello che ci conquisterà un pò tutti, anche i più riottosi all'omologazione.
Non è che il mondo medioevale, tra clero e aristocrazia, fosse meno omologante per un servo della gleba o un membro di qualche corporazione. Limitato era pure lo spazio di manovra per le elite. Sarà un mondo sempre più tecnico, ma con un corrispettivo potenziale,  in tempo libero e stili di vita, decisamente più ampio del passato. Sta a ciascuno riempirlo con contenuti originali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra

Citazione di: Ipazia il 07 Novembre 2018, 15:05:41 PM
Citazione di: Sariputra il 07 Novembre 2018, 11:39:14 AM...Probabilmente l'omologazione dei comportamenti e dei desideri potrebbe portare ad una diminuzione del conflitto e dell'attrito tra gli esseri umani...L'IA ci somministrerà del soma molto buono, caldo e apparentemente vario presumo...potremo sfogare virtualmente tutta la nostra rabbia, già abbiamo iniziato a farlo; così non avremo giustamente bisogno di sfogarla su coloro che controlleranno l'IA. Sarà un mondo così bello che ci conquisterà un pò tutti, anche i più riottosi all'omologazione.
Non è che il mondo medioevale, tra clero e aristocrazia, fosse meno omologante per un servo della gleba o un membro di qualche corporazione. Limitato era pure lo spazio di manovra per le elite. Sarà un mondo sempre più tecnico, ma con un corrispettivo potenziale, in tempo libero e stili di vita, decisamente più ampio del passato. Sta a ciascuno riempirlo con contenuti originali.

Ma il mondo medievale era molto vario: c'era quello europeo, quello indiano e cinese , profondamente diverso, quello aborigeno e quello sudameicano, quello della foresta impenetrabile del Borneo, degli eschimesi, quello degli stati africani con la loro cultura, quello dei nativi americani con la loro, ecc.
Il prossimo sarà un' unico modo bellissimo, uguale per tutti, ancorchè virtuale...che sapremo sicuramente riempire di un centinaio di parole...e, ci scommetterei, con stili di vita che progressivamente andranno ad uniformarsi alle esigenze dell'IA...già oggi, basta viaggiare per le città di ogni dove ( le città si adeguano prima delle campagne...), e vedi gente fare le stesse cose...ma sarà bellissimo lo stesso, non ne dubito minimamente... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Jean

È antica la capacità dell'uomo di manipolare la materia, risalgono ad almeno 40.000 anni fa le costruzioni megalitiche (ma ci son interpretazioni più longeve). 
L'uomo ama la materia, direi... e si è sempre adornato con manufatti d'ogni sorta, gioielli in primis. 
Agghindare il proprio corpo con la materia "trasformata" - da grezza che era - gli ha conferito uno status e probabilmente agevolato l'identificazione con quello (per quanto a fine corsa come si vien nudi così si fuoriesce... nell'attesa son disponibili molti "giochi", anche di ruolo purtroppo).

Un altro modo d'impiegare su di sé la materia è per rimpiazzare parti organiche non più funzionali o perdute, probabilmente i dentisti detengono il primato quantitativo di tali interventi (Dio li protegga, quelli seri....). 
La lista dei "ricambi" si aggiorna e cresce continuamente e di questo passo in futuro, se si  allungherà significativamente la durata dell'esistenza, della nostra nave di Teseo potrebbero rimaner ben pochi pezzi "originali"...

Ma in questi tempi attuali – l'argomento della discussione – si profila un'eventualità del tutto nuova, intervenire non solo sulla nave, ma attraverso quella sullo stesso capitano (Teseo alias noi stessi). 
Che dire, il mito aggiornato, riveduto e corretto, magari con un bel color rosso sulle vele del ritorno...

... ritorno... ci sarà un ritorno una volta che una qualsiasi novità si sia affermata? 
Chi rinuncerebbe al telefonino (e il 5G "promette" limiti alle emissioni centuplicati, per chi ritenga significativi gli ultimi studi sulle correlazione con la salute)?

Una volta che l'interfaccia uomo-A.I. sarà realizzata e fornirà a chi se ne avvale un formidabile supporto alla sua volontà di potenza, ben superiore alla realtà aumentata poiché con qualche optional interverrà sulla realtà stessa, sarà ancora possibile un ritorno ad una misera realtà scolorata, riponendo senza rimpianti la sgargiante vela rossa per  indossar nuovamente quella bianca o nera..?
Non son solo le droghe a produrre assuefazione, anche le abitudini...

Queste nuove circostanze che ormai son dietro l'angolo... muteranno  il significato del nostro esistere o sarà ancora valida la filosofia, l'economia... la politica, la religione dei tempi attuali? 
Forse sbaglio ma mi par di rilevare poco interesse riguardo questi temi, probabilmente per la percezione (a mio avviso errata) che siano ancora  lontani dal realizzarsi.
Il ponte Morandi oscillava, vibrava e tutti (a posteriori) sapevano del pericolo ma...


 
Cit. Lou -  ...l'intelligenza artificiale non è forse l'ennesimo specchio che l'umano tenta di costruire per scoprire chi è e come è? Certo uno specchio talmente evoluto la cui immagine riflessa potrebbe avere, diciamo, come riflesso la stessa messa in discussione dell'umano con effetti dirompenti all'ennesima potenza per come lo conosciamo e comprendiamo.

Concordo, Lou e le tue parole al riguardo, qui e altrove, mi han dato la sensazione che tu intuisca dove stiamo andando...
 

Cit. Viator - In mancanza di ciò l'AI non potrà che produrre nuove mirabolanti ABILITA' e null'altro.
Il fatto è che l'AI non potrà mai affrontare situazioni che i suoi costruttori non abbiano precedentemente previsto e codificato direttamente od indirettamente.


Qui e altrove ho rilevato la sicurezza dei tuoi convincimenti che naturalmente rispetto. Ma ogni convincimento origina dalle informazioni disponibili oltreché dal ragionamento.

Se gli stessi addetti ai lavori affermano che "le macchine" :

"... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani..." (prof.Mitchell)

e che come ben dice Lou : Mi ha colpito assai questa frase, perché trovo assai paradossale questo dire, come se sapessimo bene, un dato per scontato,  "come fanno gli esseri umani", a comprendere. 

... ne consegue che le deduzioni degli umani riguardo alle macchine sono altrettanto indeterminate che l'opposto.
 

Cit. paul - Perché questo è il punto non siamo più noi a trasformare con la tecnica, è la tecnica che ci trasforma, e il nostro adattarci non è più verso ambienti naturali, ma alle tecniche artificiali: questo è ormai il nostro paesaggio.
Perché questo siamo diventati, ci adatteremo noi alle tecniche  e non le tecniche all'uomo.
Questo processo è inarrestabile, in quanto ,dicevo, la nostra cultura ha dissociato il soggetto, e l'oggetto, l'uomo e la natura,



caro paul,

non c'è più alcun ambiente che si può dire integralmente naturale, le microplastiche le han trovate anche dentro il nostro corpo, per dirne una. Mi pare che i sumeri posizionavano le attività "inquinanti" (es. fusioni, rifiuti) fuor del cerchio urbano e nell'epoca vittoriana (Londra) si teneva in gran conto l'igiene, mantenendo sempre pulite le migliaia di chilometri di fognature costruite nel sottosuolo.
Ma oggi (nov. 2017):

"Una palla enorme e mostruosa sta bloccando le fogne sotto  Una mostruosa palla che pesa più di 10 autobus a due piani sta bloccando una fogna sotto una strada londinese."

https://it.blastingnews.com/cronaca/2017/09/una-palla-enorme-e-mostruosa-sta-bloccando-le-fogne-sotto-londra-002006583.html


hai ragione, la tecnica ha modificato l'ambiente e non si torna indietro, come dici. Tuttavia le tecniche di cui qui parliamo si adatteranno sempre più all'uomo, sino ad integrarsi con esso... e dentro esso (al pari della collocazione delle protesi mediche). È una situazione del tutto diversa, impatterà sostanzialmente sulla mente (per semplificare). Una cosa enorme, come dar le chiavi di casa ad uno sconosciuto... e non potremo farci nulla, accadrà... la cultura che dici ha dissociato l'uomo dalla natura sta realizzandone l'associazione con la (cultura) tecnica... con se stessa quindi...  @Ipazia > natura permettendo, ovviamente... (ma è lenta nel rispondere...).

 
@CVC e Sariputra 

tra rassegnazione e (velato...) scetticismo riguardo l'incombente futuro spunta un pensiero:

questi son i nostri tempi, il mio tempo. 
Molti dicono che per come son messe le cose al mondo o si rifà tutto o meglio il diluvio (es. la natura che si ribella, come già da segno...) a toglier l'ingombro della nostra specie, il "peso" anche fisico di 7 miliardi di individui.

Ma c'è qualcosa di nuovo - ok, un po' spaventoso se vogliamo - all'orizzonte.

È davvero peggio delle due opzioni precedenti?
 

Un saluto
Jean

InVerno

Personalmente non sono molto interessato all'argomento e potrei dire scemenze, ma ho sentito esperti del settore fare un punto molto interessante. Le cosidette IA sono migliorate in campo digitale, perchè li è necessaria solamente una maggiore potenza di calcolo per renderle efficienti, quello dove però sono rimaste al palo è nell'interazione con il mondo fisico. Pare che sia molto più difficile insegnare ad un IA cosa è una matita e come riconoscerla, rispetto che farle gestire milioni di contatti telefonici. Evidentemente la potenza di calcolo non è tutto quando si tratta di definire, comprendere, percepire. Ma se è difficile far scegliere una IA attraverso delle discriminanti preimpostate, quanto passerà ancora prima che immaginerà le proprie discriminanti? Se è vero, questo penso ci insegni molto della parola a cui è intitolato il forum: logos.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Phil

Citazione di: Jean il 08 Novembre 2018, 22:58:29 PM
"... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani..." (prof.Mitchell)

Citazione di: InVerno il 08 Novembre 2018, 23:16:41 PM
se è difficile far scegliere una IA attraverso delle discriminanti preimpostate, quanto passerà ancora prima che immaginerà le proprie discriminanti? Se è vero, questo penso ci insegni molto della parola a cui è intitolato il forum: logos.

L'uomo (parlo del genere umano, non di quello maschile ;D ), da bravo narcisista paranoico, ha antropomorfizzato gli dei, gli spaventapasseri, (gli alieni) e ora ci prova anche con i computer... altrimenti come spiegare tutte le ricerche volte a creare un robot antropomorfo, che quasi puntualmente cade o stenta con le sue due gambe robotiche, pur di non volerne creare uno (più facilmente realizzabile oltre che stabile) con quattro gambe, e potersi così dedicare ad ulteriori sviluppi tecnici? Giammai! Per essere "user-friendly" deve anche assomigliare un po' all'utente e poi l'indegna postura del quadrupede cibernetico ricorderebbe una specie di "sedia animata" o un cane, o una scimmia... già, e in fondo (darwinismo a parte) l'uomo non esordisce forse proprio così, gattonando?
Probabilmente il primo vagito di un'AI (con installata un'app per il sarcasmo e il primo volume del catechismo zippato) sarebbe "Dovevi proprio farmi a tua immagine e somiglianza sputando su rame e silicio? Ti è sfuggito che non sono un umano?".

Bio-battutacce a parte, forse si rischia di sottovalutare che la tecnologia (AI inclusa) non è un ente autonomo, una specie animale con cui dobbiamo imparare a convivere, ma è un prodotto (quindi strettamente dipendente dal produttore), e per quanto sia parte di un fenomeno socio-economo-filosofico che spesso la massa si vede calare dall'alto (come, a scelta, manna dal cielo o frammenti di un crypto-meteorite che presto porterà all'estinzione dei bipedi), non toglie che alla base ci sia sempre (ma non per sempre?) ideazione, progettazione e sperimentazione 100% umana. Ci sono uomini a guidare gli sviluppi dell'AI, e la storia del golem che si ribella al creatore, per quanto squisitamente cabalistica, non è necessariamente pertinente agli algoritmi della programmazione.

Secondo me, sicuramente l'AI cambia la fruizione, la percezione (e, volendo, la malinconia) del mondo, ma quanto al (presunto) significato del nostro esistere... direi che l'AI si installa al massimo sul piano del significante, non del significato (se anche il "deep learning" riguardasse i vizi umani, come il voler dominare il mondo e schiavizzare la razza umana, sarebbe sempre una questione di auto-programmazione, un comando eseguito senza tonalità esistenziale, quindi una meccanica parodia dell'origiale delirio umano... sebbene un'AI forse non saprebbe cogliere la sottile differenza  ;) ).
L'AI si piazza dunque circa a metà nella scala evolutiva dell'antropomorfismo isterico (lo dico per la parità di genere  ;D ), ovvero fra gli dei e gli spaventapasseri (tuttavia l'update è ancora in corso d'opera...).

iano

Citazione di: Lou il 06 Novembre 2018, 18:35:49 PM
"... non comprendono ancora le cose come fanno gli esseri umani..." (prof.Mitchell)

Mi ha colpito assai questa frase, perchè trovo assai paradossale questo dire, come se sapessimo bene, un dato per scontato,  "come fanno gli esseri umani", a comprendere. Ecco a volte mi suggerisco questa domanda, ma l'intelligenza artificiale non è forse l'ennesimo specchio che l'umano tenta di costruire per scoprire chi è e come è? Certo un specchio talemente evoluto la cui immagine riflessa potrebbe avere, diciamo, come riflesso la stessa messa in discussione dell'umano con effetti dirompenti all'ennesima potenza per come lo conosciamo e comprendiamo.  Ma lo specchio, tuttavia, non ha questa duplice funzione? Da un lato riconoscerci e renderci autocoscienti e, dall'altro, metterci nella condizione di trovarci di fronte a un altro da sè che ci mette in discussione.
Sono io e non sono io. La comprensione passa attraverso questo iato, ma qualcosa sfugge, perchè gli specchi, a loro modo, ci sorprendono  - riflessi inaspettati.
Ottime osservazioni.
Come faccio a spiegare , come fanno gli esseri umani a capire , se io stesso non lo so? Ci vuole una bella dose di presunzione ?
Come faccio a dire cos'e l'Intelligenza Artificiale se non so' neanche cos'e l'Intelligenza Naturale ?
In effetti noi parliamo in continuazione di tante cose che non conosciamo , ma paradossalmente nonostante ciò, se non addirittura per ciò, la nostra comprensione delle cose progredisce.
Come se il miglior modo per comprendere qualcosa sia fingere,senza sapere di farlo (una presunzione in buona fede) di poter insegnare qualcosa , e , insegnandola , impararla.
Sai sempre da dove parti , e pensi di saper dove andar a parare , ma non vai mai a parare dove pensavi .
Forse è così che si capiscono le cose.
Capire è un po' come improvvisare calandosi in una parte , sorprendendosi alla fine dell'ottimo e inatteso risultato della recita , come inspirato da una musa , o come se una Intelligenza Artificiale si celasse da sempre dentro te.
La tecnologia  sembra sempre più somigliare ad una imitazione della natura , compresa la natura umana.
E' paradossale che io possa costruire una intelligenza artificiale superiore all'intelligenza naturale dell'uomo , e ciò può significare soltanto che io ho scoperto dentro di me , e quindi esternato , una intelligenza particolare ignota sepolta dentro me , e tutto ciò comporta una naturale dose di timore e inquietudine come d'uso quando si parla d'ignoto.
Ma il passato dell'uomo è stata sempre popolato di paurosi mostri , tanti quanti e diversi ne popolano il futuro , e noi siamo solo l'anello di congiunzione.
C'è poco da inventare , ma molto da scoprire , anche se è bello quanto inquietante pensare il contrario.
Dunque noi uomini non inventiamo nulla? Non del tutto.
Diciamo che per raccontare la storia dell'uomo bisogna inventarsi un prima e un poi separati da una attuale rivoluzione epocale seducente quanto inquietante.Adesso è il momento della I.A.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

"Come il progresso tecnico scientifico viene a mutare il significato del"

Semplicemente cancellando il "nostro esistere". Come fa questa macchina in base all'algoritmo con cui è stata programmato il sw. Che sia un messaggio subliminale che essa ci vuole dare ?  :-\
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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