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A Caccia...ri trita

Aperto da Pensarbene, 24 Aprile 2024, 09:37:57 AM

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iano

#15
Citazione di: Pensarbene il 25 Aprile 2024, 10:30:59 AMUna delusione davvero per chi si aspettava molto di più e molto di meglio perfino all'interno della stessa specie.
 

Mi dispiace per loro, dovranno mettere i loro sogni di gloria da parte.
Non ci resta che affrontare il nostro quotidiano, che è fatto anche di metafisica, ma non perciò si tratta di che sa cosa.
Da qui il richiamo di Cacciari alla concretezza.
Se la fisica è il campo dove la nostra coscienza si esercita al massimo grado, non siamo fatti di sola coscienza, e la metafisica potrebbe essere il trait d'union far questi nostri due diversi stati che però conviene secondo me vedere più come dentro un continuum, i cui punti, siccome nominabili, diciamo stati.
Essendo un continuum infatti si presta ad ogni arbitraria nominale suddivisione in stati, stati che quindi in se non possoggono alcuna necessità di essere.
Arbitrario quindi , quanto conveniente è il confine che poniamo fra fisica e metafisica, destinato a spostarsi in base al diverso uso che faremo della coscienza.
Un relativo basso uso di coscienza, che possiamo presumere sia proprio delle altre specie animali,
non ne fa dei disadattati in coda allo sportello dell'evoluzione.
la loro al pari della nostra è una scommessa che fa l'evoluzione dove alla fine c'è un solo vincitore, la vita.
In questa prospettiva dovremmo vedere meglio la nostra sopravvivenza, come chi dentro un contesto più grande di lui, in quanto cosciente, sa che deve fare la sua parte, mentre gli altri, senza saperlo, si limitano a farla.
Se facciamo un taglio netto fra noi e loro, fra chi usa la coscienza e chi no, da questa impropria divisione , nascerà l'impropria questione di cosa sia naturale e cosa no.
Le parole vanno sempre oltre la loro funzione, perchè, essendo degli strumenti, si scopre col tempo un uso diverso da quello per cui sono stati costruiti, un uso che, nato per applicazioni fisiche col tempo si rivolge verso noi, scavandoci dentro.

 
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

Chi ama la scienza si affida alla scienza ma lo scienziato, il buon scienziato,  lo fa solo in parte, perché è cosciente delle difficoltà del suo lavoro.
Inoltre si rende conto del fatto che il metodo che usa prescrive ciò che può studiare e, nel contempo, lo influenza.
La gente questo non lo sa e idealizza scienza e scienziati oppure li ignora per vari motivi.
Nel contempo.è ben contenta dei vantaggi pratici e tecnologici dati dall' scienza quindi segue un utilitarismo, quando va bene, interessato.
Non è una bella cosa questa perché incita allo spettacolarismo,alla chiusura professionale e alla divulgazione mediatica che conosciamo.
Il.mondo scientifico non mi sembra molto "felice" e appagato e  non solo per motivi di budget.
Al contrario sembra entropizzarsi lentamente cercando sfoghi tecnologic e conferme pubbliche.
Forse mi sbaglio ma a me sembra sia così!








iano

Ci può essere dentro tutto al mondo della scienza caro Pensarbene, ma in esso si esprime in modo primario una caratteristica umana, che è la insopprimibile curiosità e sete di nuove scoperte, che una volta esauritisi i nuovi mondi con la scoperta dell'America, ne crea di nuovi.
Motivo per cui quando vedo critiche a senso unico sulla scienza non posso concordare.
E' un mondo che ho solo sfiorato di persona, ma ti posso assicurare che chi lo abita per la stragrande maggioranza non è lì per arricchirsi, ma per appagare ben più nobili pulsioni.
Però come Colombo anche loro hanno bisogno di qualcuno che gli metta a disposizione le caravelle, e a volte possono pure barare per averle, è vero, ma non hanno nulla da guadagnarci nel senso in cui credi.
Diciamo che nel peggiore dei casi sono degli statali che rubano uno stipendio per sopravvivere.
Ma questo avviene nelle università come in ogni altro luogo in Italia.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Autocitazione:
"Qui si entra nei terreni del solipsismo andando innanzitutto a rilevare che Heidegger sulla scia di Hegel si è inventato "l'esserci" tirando fuori di fatto dall'indagine sul reale "l'essere dell'individuo" e qui compie l'errore, il quale si manifesta eclatante tanto in questo forum, quanto nelle piazzole degli autogrill in autostrada dove, oltre a Re-Enzi, c'è chi ancora appronta (intendi riesce ad approntare impunemente) tavoli di gioco clandestini per il gioco delle tre carte. E non parliamo di altri luoghi, non ce n'è proprio bisogno. Mica sono scemo!! ......[omissis]............ Mi son reso conto che la personalità, in combutta con l'io che ne modula l'onestà o la disonestà governa il mondo intero. E io dovrei tenere fuori dalla disamina del mondo in cui vivo il problema di come e quanto il conoscitore possa influenzare i campi di indagine del conosciuto? In tutta sincerità mi sembrerebbe una cosa da fuori di testa. L'ho già detto, il metodo scientifico funziona, ma ci è dato di sapere chi c'è dietro i selezionatori delle ricerche che sono da farsi o non farsi?"
Non posso pertanto che essere d'accordo col pensiero di Cacciari riportato in questa breve intervista. E ancor più sono d'accordo, ricordando quando introdussi il concetto di "dogmatismo negativo" poi corretto in "dogmatismo invisibile", quando il professore dice: "Se viene meno questo atteggiamento radicalmente antidogmatico è chiaro che viene meno l'anima stessa della nostra filosofia, viene meno la capacità di criticare l'ordine scientifico dei saperi, ma anche quello politico in cui si vive".
Non mi è noto se nel suo testo venga dipinto in qualche modo ciò che sarebbe inquantificabile, ma quando in biblioteca troverò il suo libro svincolato dal prestito penso che gli darò senz'altro un'occhiata

Pensarbene

@iano 
gli scienziati conoscono se stessi così come conoscono la loro materia?
io ne dubito.
Con questo non voglio svalutare il loro lavoro,ma mi chiedo se, conoscendo bene se stessi,gli scopi e gli usi del loro lavoro non sarebbero loro più chiari.
Detto questo, io non ho niente contro Cacciari e il suo pensiero, noto però che è ancorato a una cultura tutto sommato un po' vecchiotta che discende dalla tradizione marxista e socialista.
Intendiamoci, non che io abbia qualcosa contro questo genere di cultura, ma mi chiedo che senso abbia portarsela dietro in qualche modo come una specie di contenitore modificato  a cui cambiare il coperchio.
Poi mi sembra che il problema sia sempre lo stesso: o credi in Dio o non ci credi.
Se ci credi non hai bisogno di spiegarlo a nessuno a meno che voglia proporre o "cercare di imporre" di avere ragione a crederci.
Se non ci credi idem.
Metafisica,trascendenza,contingente,mmanente,infinito, materialismo idealismo et similia sono categorie tradizionali e tradizioni categoriali.
Secondo me ce le stiamo portando appresso da troppo tempo.
Mancano idee nuove,intuizioni significative e creatività non solo in filosofia ma dappertutto.
Mi viene in mente una termodinamica culturale: il vecchio affluisce sempre al nuovo e lo invecchia!"






Ipazia

#20
Mi pare che credere o non credere nell'aldilà sia questione più datata di qualsiasi vetero ideologia sociale, dalla quale il "filosofo" Cacciari mantiene il giusto distacco quando fa il filosofo, come nel testo in questione. Al quale è buon tono rispondere sullo stesso registro. Ovvero la questione vitale per quel sapere, rispondendo alla domanda:

Ha senso nell'era della Scienza conclamata occuparsi di filosofia e, se sì, in che modo ?

------------------------

Metafisica concreta implica la riformulazione dell'essere secondo una posizione epistemologica coerente con l'ontologia attuale (nella quale l'"essere in divenire" è orizzonte irrinunciabile), come fu per qualsiasi filosofo in ogni epoca.

Qui una presentazione più esaustiva della sua argomentazione.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 29 Aprile 2024, 19:58:59 PMHa senso nell'era della Scienza conclamata occuparsi di filosofia e, se sì, in che modo ?
Cercando la metafisica non conclamata che sta dietro alla scienza, che una volta trovata viene di fatto accantonata, ma senza mai venire meno del tutto, equivalendo di fatto ciò ad una evoluzione della fisica.
Non si può eliminare del tutto la metafisica, la si può solo sostituire con altra, e in modo non sempre consapevole.
La forma mentis del filosofo dovrebbe essere, che la metafisica è là dove non te lo aspetti, nel regno delle ovvietà e delle evidenze.
E' cioè sempre sotto ai nostri occhi, ma non la vediamo finché non ce ne allontaniamo abbastanza. 

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

Io trovo ridicolo inscatolare Dio, la spiritualità, la metafisica,la trascendenza et similia dentro una mentalità limitata alla materia energia.
Così come trovo ridicolo il contrario.
Come  parlare di zuppa e pan bagnato  tagliate a fette col coltello dopo averne fatto una gelatina.
Per quanto riguarda poi il fatto che " credere o non credere nell'aldilà sia questione più datata di qualsiasi vetero ideologia sociale" che cosa c'entra l'al di là con l'al di qua,il su e il giù e via dicendo?
Per quel ne so , sono la stessa cosa vista da un certo punto di vista che MISURANDO li determina e li fa apparire su piani diversi e forse in entanglement.
Questo semmai genera una domanda: ha senso nell'era quantistica appena iniziata una filosofia che non lo capisce ancora?
Se tutti e dico tutti i filosofi avessero avuto a disposizione quello che la fisica contemporanea mette in luce avrebbero scritto di meno e pensato di meglio.



iano

#23
La filosofia non ha senso perchè ciò che genera senso non ne ha.I
Il discorso della doxa come utilità è fuorviante, perchè non ci sono cose inutili.
C'è solo la doxa, e c'è poi la filosofia che la mette costantemente in discussione, con successo a lungo andare, modificandola, ma non ottenendo nulla di sostanzialmente diverso.
Alla fine del processo c'è quello che c'era all'inizio, una doxa, ma non la stessa doxa, e ciò non è banale.
Non è banale che vi sia una doxa, che si riesca a condividere opinioni.
Ma ascoltando Cacciari ho sempre la stessa impressione, quella di condividere tutto quello che dice, per non condividere poi quello che dice un secondo dopo e alla fine non riesco mai a capire che pesce è.
Qualcuno di voi me lo sa dire? :)
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Phil

Secondo Cacciari, se non l'ho frainteso, la filosofia-metafisica risulta "concreta" perché si occupa degli essenti senza ignorare la scienza, fungendo da antidoto all'eventuale meccanicismo latente in cui potrebbe indulgere la scienza (meccanicismo che taglierebbe fuori tale filosofia-metafisica, per cui è anzitutto una autotutela). La filosofia-metafisica viene riscattata (perché è questa la sommessa «urgenza» di cui parla nella parte finale) come garante della dignità teoretica dell'incalcolabile e dell'approssimazione (causata da una indefinibilità sempre in gioco nell'esistere). Un pensiero che dipinge, ben oltre la fisica, un'aporia ontologica per poi fare i conti con la sua irrisolvibile eccedenza; di fatto una disciplina ai limiti dell'impraticabile, se non come estetica del pensare («tensione verso una sophia che manca», visione dell'assente come «non fondato su un fondamento ultimo», dice Cacciari; tutto molto bello, ma come ne procede il pensiero? Rimasticando citazioni e suggestioni di epoche in cui Spirito e Dio erano parole importanti? Ricordando al pensiero pratico che «eppure deve esserci dell'altro...»?).
L'esito di tale approccio sembrerebbe dunque rendere la filosofia-metafisica una forma di pensiero spettrale ("concreto" come uno spettro), che dà ragione alla doxa e lascia il philein per i contenuti reali alla scienza, ma senza poterlo ammettere (come un fantasma che minaccia di mangiarti pur sapendo che non può nemmeno toccarti, ma si diverte lo stesso a spaventarti, perché quello è il senso del suo essere l'essente "meta-fisico" che è).

iano

#25
Citazione di: Pensarbene il 29 Aprile 2024, 21:59:57 PMIo trovo ridicolo inscatolare Dio, la spiritualità, la metafisica,la trascendenza et similia dentro una mentalità limitata alla materia energia.
Così come trovo ridicolo il contrario.




Anche a me non convince.
Non è che sia importante secondo me solo ciò che è utile, ma semplicemente emerge solo ciò che serve , ed è ciò che non emerge, e solo finché non emerge, a rendere l'emerso un essente.
Non è quindi propriamente un fondamento dell'essente la metafisica, ma una garanzia di esistenza con scadenza sufficientemente lontana da potersi scambiare con l'eternità.
Se la scadenza è sufficientemente lontana allora vi è il tempo di costruirci sopra letteralmente il mondo in cui viviamo, che non corrisponde alla realtà in quanto condiviso, ma a cui la condivisione da un senso che però non è mai completo, perché in effetti quel mondo non è in attesa di un completamento, ma solo di una scadenza.
Di questi mondi che vengono a scadenza i filosofi di una volta non avevano esperienza, seppure i sofisti  avevano iniziato a fiutarli, dimostrando che si trattasse di costruzioni, se era vero che si potevano smontare.
Più che di amore per il sapere parlerei del piacere di pensare, che come tutti i piaceri può diventare fine a se stesso, girando a vuoto in tondo, ma che ha una sua funzione vitale, che perciò la nostra natura tende a incentivare rendendone piacevole la pratica.
Del come sia possibile girare in tondo a vuoto forse è proprio Cacciari a darcene conto, e in ciò non c'è niente di male se non lo si intende come niente di più che un allenamento del pensiero.
Padroneggiare la storia della filosofia è un tale impegno che non lascia il tempo per una filosofia militante nel presente, o comunque è un buon alibi per non farla.
Non è che il tempo della filosofia sia terminato, ma che con tanta zavorra da portarsi dietro è difficile avanzare.
Il rischio è di rendere ancora viva la vecchia filosofia se va bene, ma ciò che da essa dovremmo trarre non è un insegnamento, ma un esempio del filosofare, se no non si va avanti.
la scienza non è mai stata l'impresa del singolo genio, ma è significativo che fino a un certo punto siamo riusciti così raccontarla, mentre diviene sempre più difficile farlo, applicandovi etichette nominali.
Al rischio di questa personalizzazione che vada oltre l'esigenza del racconto la filosofia continua ad essere ancora esposta.
Di fatto noi stessi qui sul forum tendiamo a vedere in ogni critica ai nostri post come un attacco alla nostra persona.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pio

#26
Tutti vedono come attacchi alla propria persona/autorità le critiche . Vi ricordate gli scienziati virologi durante la pandemia come si imbufalivano? Non solo i filosofi (da forum), l'essere umano in generale si identifica con il proprio pensiero e convinzioni. Non necessariamente è un difetto: l'alternativa è identificarsi in toto con il pensiero altrui  O:-)
La differenza credo la faccia come poi gestiamo interiormente l'opposizione al nostro pensiero. I caratteri tendenzialmente autoritari o prepotenti di solito non la gestiscono bene.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

Ipazia

Ad un certo punto Cacciari dice " ... se non vogliamo lasciare alla filosofia solo l'etica...", che sarebbe già  grasso che cola vista la barbarie dello scientismo imperante. Ma poi Cacciari recupera l'etica nell'attenzione alla dimensione politica della scienza, vero spettro che attraversa il mondo.

Quanto alla "filosofia che non capisce la quantistica", direi che ne capisce a sufficienza i magheggi e l'aria fritta, grazie alla memoria di tutta la sua storia metafisica, per mostrare la nudità del re regnante.

La metafisica concreta è il restyling della filosofia della prassi, attenta, epistemologicamente, alla quantistica e pure ai magheggi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Pensarbene

Quellk che dice Cacciari di veramente utile e vero ...3 proprio quello che nessuno capisce su questa terra.
Probabilmente lui lo ha intuito e messo in filosofia.
I comportamenti quotidiani e l'esperienza stessa SONO SOGGETTI A CONDIZIONAMENTI E INTERFERENZE  PALESI.
Per cercare di capire queste cose millenarie l'uomo ha cercato spiegazioni metafisiche,trascendenti, materialistiche, idealistiche ecc....
Intanto però quelle cose permangono e sembrano essere dominanti.
Ecco la verità nuda e cruda che Cacciari cerca ancora di capire e spiegare in termini filosofici sempre più ravvicinati al reale INTERFERENTE E INTERFERITO.
L' interferenza non arriva da Dio o solo dagli uomini ,dal diavolo o da chissà chi.
L' interferenza sta dentro il DNA e si è liberata dentro e col DNA della specie occupandone in gran parte la natura, la cultura e i comportamenti.
Questo è il problema della umanità,in parte l'ho spiegato con il thread sulle droghe,in parte con le aree mistiche del cervello ma resta un quid spadroneggiante che niente è nessuno sa e può controllare 
Per fortuna si autolimita per evitare il disastro ma non si sa fino a quando.
Questo è il discorso da fare con un occhio alla genetica, uno alle neuroscienze e uno a non si sa bene chi.
Oltre a questo, Cacciari propone una metafisica basata in fondo sull'esperienza individuale e soggettiva del reale  Però poi propone che da questo esca una riflessione e un pensiero generalizzabile come filosofia pratica 
Ma questo è contradictio  in adjecto perché  Cacciari è Cacciari,noi siamo noi,ecc ... Otto miliardi di esperienze quotidiane diverse le une dalle altre che dovrebbero originare LA METAFISICA  CHE PROPONE LUI??
Riso ripieno alla cinese?
Allora preferisco i buoni veri filosofi del passato che perlomeno si limitavano alla loro di esperienza e poi la generalizzavano intellettualmente con condimenti e salse di colleghi anche essi nella stessa condizione.
Per finire, io preferisco attualmente parlare di Filosofia Scientifica o Scienza Filosofica: una interfaccia/ponte/tramite tra le due.
Attribuendo per comodità un X alla filosofia e un Y alla scienza,per questo ponte X sarebbe X oppure anche Y o tutte e due le cose ,la coppia XY sarebbe un qbit intellettuale  magistrale e potrebbe fondare davvero qualcosa di nuovo e di utile.





Ipazia

Citazione di: Pio il 30 Aprile 2024, 08:38:29 AMTutti vedono come attacchi alla propria persona/autorità le critiche . Vi ricordate gli scienziati virologi durante la pandemia come si imbufalivano? Non solo i filosofi (da forum), l'essere umano in generale si identifica con il proprio pensiero e convinzioni. Non necessariamente è un difetto: l'alternativa è identificarsi in toto con il pensiero altrui  O:-)
La differenza credo la faccia come poi gestiamo interiormente l'opposizione al nostro pensiero. I caratteri tendenzialmente autoritari o prepotenti di solito non la gestiscono bene.
C'era dell'altro dietro le virulente sceneggiate dei virologi covidemici: tanto concretissimo denaro sonante con prebende ad hoc. Pensare che fosse solo una malgestita questione di coscienza è  un insulto alla coscienza.

@Pensarbene 

Come non tutte le teste si equivalgono, ancor meno si equivalgono tutte le posture filosofiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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