Vocabolario attivo

Aperto da Jacopus, 04 Giugno 2022, 12:17:53 PM

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Jacopus

Il vocabolario attivo è l'insieme delle parole o lemmi che un soggetto "medio" parlante una lingua, padroneggia senza battere ciglio. È un ottimo indicatore non solo della cultura di un paese ma anche della sua ricchezza potenziale, che è sempre determinata dalla capacità di descrivere il mondo nel modo più accurato possibile. In questo senso, non conta che vi sia una élite colta e raffinata, poiché le attuali società di massa si fondano sullo sviluppo capillare di informazioni e abilità. Esempi per spiegare questo concetto sono innumerevoli. Basti pensare allo sfondamento di Caporetto, dovuto alla partecipazione dell'esercito tedesco, composto da personale competente. Infatti la guerra moderna non è solo fatta di violenza e baionette, ma di capacità di calcolo, e di conoscenza. Ciò già nella prima guerra mondiale. Figurarsi oggi. Il confronto con la Germania in questo senso è impietoso. Il vocabolario attivo di un tedesco medio è composto di 25.000 parole, mentre quello di un italiano medio è di 2.000 parole, dieci volte meno, ad essere generosi. Il vocabolario attivo di un americano medio è di 12.000 parole, meno dei tedeschi, ma ad una distanza siderale da noi. Ebbene questo indicatore non è una mera questione accademica ma si riflette sulla stessa struttura economica e sul funzionamento delle istituzioni democratiche. Ma migliorare quell'indicatore oltre ad essere costoso, rischia di spostare i rapporti di forza economico/politici, poiché l'ignoranza, la scarsa capacità di rielaborare le informazioni si connettono con una visione della società diversa da chi ha acquisito degli strumenti di comprensione più raffinati, e quindi in grado di smascherare i processi inevitabili di manipolazione ideologica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. Argomento che induce la trattazione dei rapporti tra l'essenza, il contenuto di una civilità e quello di una cultura.

Le culture vengono generale all'interno delle civiltà. Per cui una cultura sana, vitale, funzionale all'esistenza ed al progresso di una civiltà..........ha appunto ed anzitutto bisogno dell'esistenza di una civiltà che la esprima.

Sul suolo geografico d'Italia, spentasi la civiltà romana, non è mai più esistita una civiltà unitaria ITALIANA. Ci sono stati episodi locali di civilismo durante il Rinascimento.

Ma mancava appunto una lingua comune, per cui gli effetti risultarono solamente campanilistici.

Una civiltà italiana unitaria non potette generarsi poichè lo Stivale ospitava ed ospita un certo tipo di tensione tra il richiamo verso l'Europa (della quale siamo la periferia) e quello verso il Mediterraneo (del quale siamo importante nucleo).

Completamente diversa la storia della civiltà (e delle culture) anglosassoni, germanica, sarmatica, araba, cinese.................

Qual genere di cultura non provinciale dovremmo riuscire ad esprimere, mai essendo stati Nazione o Civiltà ?. Non ci resta che tirare avanti finchè potremo, in affettuosa attesa di migliaia di piccoli natanti che approdino da noi, carichi di portatori di civilità altrui.Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Penso che l'Italia abbia una grande storia, oltre al periodo romano, come tu giustamente ricordi, anche il rinascimento ci vide (per l'ultima volta) all'apice della civiltà occidentale. Il declino fu deciso all'inizio del '500, allorquando Venezia, ricchissima dei commerci con l'Oriente, cercava di diventare una potenza territoriale nazionale, contemporaneamente a quanto accadeva in Francia, Spagna e Inghilterra. Venezia era riuscita ad unificare quasi tutto il triveneto, parte della Lombardia, la Romagna e possedeva alcuni porti in Puglia, oltre a Creta, Cipro e la Dalmazia. Fu la Chiesa cattolica, con la lega di Cambrai e la successiva sconfitta veneziana di Agnadello a sancire il declassamento dell'Italia, che diverrà preda di Francia e Spagna e poi dell'Austria, nei successivi 350 anni. La controriforma fu il primo passaggio, archetipico, che è in grado di spiegare molte situazioni della storia attuale  dell'Italia, compreso il disprezzo per la cultura e per il pensiero critico o per il pensiero applicato o per lo stesso pensiero riflessivo. La controriforma schiacciò gli italiani in una posizione "provinciale" e "sottomessa", dove al massimo, il servitore poteva cercare di fare "il furbo", magari destreggiandosi fra due padroni, come Arlecchino. E quando il padrone straniero se ne andò, Arlecchino continuò a fare il furbo contro il suo stesso stato, che spesso, continuò a fare il padrone straniero, pur non essendolo. In questa distanza fra servo e padrone, che fa sbiadire la fisionomia del "cittadino", sta lo stesso discorso del vocabolario attivo, perché, nonostante gli alti e bassi della storia, continua a strutturare il nostro divenire proprio questa differenza di tipo "feudale". I servi non hanno bisogno di un vocabolario complesso per farsi comandare. La conseguenza? 1) Tanti lavoretti in nero nel turismo e nell'edilizia. 2) possibilità infinite di manipolare una opinione pubblica priva di strumenti critici adeguati.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Prima ancora di affrontare l'argomento stesso, posso dire di nutrire un certo scetticismo verso i numeri? E' vero che probabilmente l'italiano ha un lessico attivo più basso di molte altre lingue, che sia un punto di forza o di debolezza magari parleremo, ma in queste proporzioni mi sembra francamente irrealistico... Non è che puoi fornire le fonti di dove li hai presi? Ho come il sospetto che provengano da metodologie diverse...
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

https://www.youtube.com/watch?v=C9WuPPgLJ5c&t=653s

E' un intervento di Igor Sibaldi, sublime da molti punti di vista, che mi ha dato lo spunto per il topic. Per i dati, riporta alcuni dati che non sono riuscito a trovare su internet. Per il vocabolario attivo, ne parla dal minuto 11 in poi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

#5
Eh non sono riuscito a trovarne neanche io..."Red Flag" si direbbe nel gigantesco vocabolario di Albione, che combina due parole di uso comunissimo per significare figurativamente "segnale di allerta di fronte a pericolo imminente". Però nei quattro minuti che ho ascoltato (10/14), come dice Sibaldi oltre allo "sbadigliar d'orecchie" mi è cominciato a girare qualcos'altro, perciò mi sono interessato.. Noto che la Bicocca ha un test attivo di questo tipo, potrebbe aver accesso ai risultati di questo test, che comunque sarebbero incomparabili con quelli di test di altre università, a meno che non usino la stessa metodologia sia linguistica che statistica. Io purtroppo di test comparati non ne ho trovato. Premesso che per arrivare a livello madrelingua di una lingua europea, qualsiasi, si stima la padronanza di circa 10.000 parole per stima lineare o 16.000 se si usa una stima non lineare,.. ma comparando il B1, che già è qualcosa

Riguardo all'inglese [1] Experts believe that if you learn the 570 words on the list, plus a 2,000-word basic vocabulary, you can understand at least 86% of any academic text, and therefore any IELTS text.
Riguardo al tedesco [2] Nevertheless, you'll have covered the best part of the most frequent German grammatical patterns. You should be aiming for a vocabulary of about 2,400 words.

Attenzione: si tratta di stime per imparare una lingua straniera, non ha niente a che fare con la pretesa capacità statisticamente misurata di una popolazione di accedere al proprio lessico..che è una cosa meravigliosa.. ma se con circa 2600 parole si può affrontare il 90% dei testi accademici inglesi, quanti sinonimi di "cetriolo" conoscono inglesi e tedeschi, quanti ne usano al supermercato, e chi li ha misurati?

Sibaldi continua citando numeri della dimensione del ... vocabolario, che a me non risultano, dallo standard a me ne risultano 260.000 voci per l'Italiano e 170.000 voci per l'inglese, il koreano ne più di un milione!  Vuol dire che...? Niente, la parola "run" in inglese è attestata avere 645 possibili significati diversi, le inflessioni possono generarne infinite, e avere molte voci sul vocabolario non è la stessa cosa che avere molte parole, sono due cose diverse perchè dipende da cosa caratterizza una voce del vocabolario e cosa una parola. E' un traduttore ....

Ora... c'è da meravigliarsi se poi Sibaldi comincia a fare determinismo linguistico..? Ovviamente no, però è qui dove arriva il bello. Il resto dell'intervento (+14min) sarà una gioia per le orecchie e non lo metto in dubbio, il topic è assolutamente interessante e quello che ho scritto non lo invalida di una virgola, continuate come se io non avessi scritto questo post, però devo dire una cosa:

Non sopporto le persone che si confrontano con gli altri con la spocchia di "io ho visto cose che voi umani..", ma ognuno sceglie il suo stile, ma se a questo ci si aggiunge pure del razzismo, inconsapevole o meno che sia, con la sostituzione del diametro del cervello al diametro del vocabolario, e arrivando a dire cose del genere:
I tedeschi sbadigliano quando sentono parlare un italiano..?
Un bambino italiano ha un sesto delle possibilità di un bambino anglossassone?

Si tratta di dichiarazioni gravissime, dette con il sorriso sornione di chi la sa lunga, zero fonti, e poi...?

Io avrei un altra teoria su come mai gli Italiani a volte sono un pò duri di comprendiono..
il fatto è che se anche arrivano all'università, a quanto pare la situazione non migliora di molto..



[1] https://elcbristol.co.uk/the-academic-word-list-for-ielts/
[2] https://howtogetfluent.com/german-b1-exam-explained/
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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