Terrorismo

Aperto da Mariano, 06 Luglio 2016, 11:52:58 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Mariano

Argomento assai difficile da affrontare che merita molta attenzione nell'esprimere le proprie opinioni ed estrema chiarezza .
Premetto quindi che condanno qualunque forma di terrorismo anche se cerco di comprenderne la genesi facendo riferimento all'attuale periodo di barbarie che il mondo sta vivendo.
A mio avviso la religione non c'entra, e' uno degli strumenti utilizzati, come lo stesso terrore che si vuole generare in quella parte di società che si vuole combattere.
La religione e' una costruzione dell'uomo così come tutti gli altri strumenti costruiti dall'uomo , e mi piace pensare che tutto quanto realizzato dall'uomo sia stato fatto con lo scopo di facilitarne l'esistenza , anche se poi venga spesso utilizzato malamente .
La religione e' certamente l'arma più forte che l'uomo possa utilizzare in quanto gli conferisce una forza di natura ben diversa dalla forza fisica.
E allora, cos'è che i terroristi vogliono combattere?
A mio avviso quello che considerano ingiusto nel mondo in cui viviamo; quindi per combattere il terrorismo alla fonte e' necessario verificare se esistono queste ingiustizie e, una volta riconosciute, agire per ridurle anche se questo ci costa.

paul11

Ci sono alcune considerazioni da fare, direi premesse di filosofia politica.
La prima è che ognuno può fare la guerra contro tutti.
La seconda è che la pace è un punto di equilibrio dinamico, mai fisso, in cui una comunità, nazione, stato può avere problemi interni fra individui ed esterni con altre comunità, nazioni stati.
Quando sento dire che tanto tutto è da sempre così e quindi è vano fare qualcosa, oltre a fare il gioco di chi è privilegiato in uno status quo in quell'equilibrio dinamico chiamato pace, non ha assolutamente chiare le sue possiblità ovvero ha poca coscienza sociale che gli deriva da  poca conoscenza del come si formano storicamente e mutano e le organizzazioni umane.
Il terzo aspetto è che quella pace è governata da una violenza implicita ed esplicita di una comunità, nazione ,Stato.
Ovvero lo stato è armato e l'individuo disarmato, quindi la forza della legge e del governo si esplica anche attraverso il controllo sociale così come vine governata la giustizia.

Queste sono premesse fondamentali perchè una comunità ha armi ed esercito sia per controllare i propri inidvidui sia per salvaguardare i propri confini, la propria giurisdizione territoriale.

Il terrorismo bisogna classificarlo e analizzarne le tipologie.
Se è un gruppo para militare, allora bisogna capirne la logistica: come si finanzia, chi li addestra, dove si addestrano, chi gli dà le armi, come e dove vivono.
Se sottintendi l'Isis, allora bisogna capire le sue ascendenze religiose nella dottrina islamica,
ma bisogna sapere come sono organizzati e chi sono i capi storici, come reclutano, chi li appoggia.
Dico solo che hanno pozzi petroliferi e sono in affari con "faccendieri" del petrolio,così come altre entrate le hanno dagli ostaggi occidentali per cui alcuni hanno deciso di pagare riscatti, altri no.E già quì ti dice quanto e come sono strategicamente uniti i "nostri" stati occidentali.
Una provocazione: lo stato di tensione che crea il terrorismo soprattutto internazionale in questo caso in quanto agisce ovunque, fa gioco agli stessi Stati, che in nome della sicurezza tolgono libertà.La strategia della tensione l'abbiamo già vissuta in Italia negli anni Settanta, con gruppi ideologici.Quando hanno voluto lo hanno debellato, ad esempio obbligando i proprietari di case a dare i nominativi di coloro che erano in affitto per scoprire i "covi".
Oggi ci sono talmente tanti satelliti che se una persona fa pipì nel deserto lo riconoscono, talmente è elevata la  definizione,
Quando hanno voluto uccidere il capo di Al Qaeda lo hanno fatto con un blitz.
Con i servizi segreti ancora oggi ci si chiede se non fossero infiltrati nei terroristi nostrani degli anni Settanta, con strani attentati, possibile che tutti i servizi segreti occidentali stanno dormendo con l'Isis?

La mia idea....qualcuno non vuole debellare l'Isis e intanto si vendono vagonate di armi e petrolio ai "faccendieri".
Quando lo vorranno lo annienteranno in poco tempo tagliandogli i rifornimenti finanziari e occupando i pozzi petroliferi in loro mano.

Jean

Caro paul,

come non condividere quasi in toto la tua disamina, alla quale si può aggiungere la notizia d'oggi della condanna almeno morale dell'operato del tanto osannato (al tempo anche in Italia, per chi ha poca memoria) Blair, che assieme a George W. Bush...

... aggredirono militarmente l'Iraq basandosi sul falso pretesto delle fantomatiche armi di distruzione di massa, violando la legge internazionale... 

(riporto dall'articolo di Bernardo Valli, classe 1930... un giornalista che le cose le ha osservate dal vivo).

http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/07/news/iraq_blair_bush-143584128/


Se il mondo oggi è quello che è molto si deve a quella sconsiderata (... o ben considerata, secondo un'altra visione) decisione, come l'articolo evidenzia.

Così ci troviamo a fronteggiare (si fa per dire... uomini disposti a morire per i propri convincimenti, giusti o sbagliati che siano, alterano sostanzialmente i rapporti di forza, uno solo di loro che colga un obiettivo strategico può imprimere una direzione differente all'intera umanità, come ha insegnato la storia con l'attentato di Sarajevo, dove venne assassinato dall'attentatore serbo-bosniaco Gavrilo Princip l'arciduca Francesco Ferdinando.) il terrorismo attuale, del quale si vede la testa ma rimangono nascoste le radici e chi attraverso quelle nutre la malefica pianta. 

Forse differentemente da te non nutro troppe speranze che alfine le centrali del terrorismo, tra cui oggi l'Isis, verranno annientate... il gioco, se lo era mai stato, è stato fatto andar troppo oltre e son tanti i giocatori coinvolti... mentre altri rimangono ancora in osservazione, forse in attesa d'intervenire. 
 
La giustizia è un principio morale, un'azione, l'attuazione di una norma o l'aderenza a quella e per i credenti la più importante delle quattro virtù cardinali... è così tante cose che una società, un'aggregazione umana, la cucisce sul proprio tessuto, la incardina sull'uscio della casa comune, dove e come meglio ritiene.

Anche i terroristi ambiscono a realizzarla come l'intendono...  sfortunatamente noi rappresentiamo l'ostacolo. 
A volte mi vien da pensare che il mondo sia davvero grande e che ci sia posto per tutti, ma mi sa che forse è l'opposto.


 
Cordialmente

Jean 

paul11

Il problema a mio parere è che nessuna violenza paga alla fine.
La rivoluzione è una scorciatoia sulla strada di una teorica emancipazione,Ma se la coscienza sociale aumenta è lo stesso popolo che reclama diritto.Non sono gruppi terorristici che alla fine mutano le strutture della cultura, delle istituzioni, delle convenzioni sociali.
Ritengo che sia saggio e forse più difficile poichè risiede nel tempo che passa e va, la fatica di costruire giorno dopo giorno un mondo migliore socializzando, discutendo.La violenza è sempre imporre.Imporre qualcosa che non può essere capito perchè non è stato maturato.
Quindi l difficoltà è trovare la via pacifica in cui una cultura può migliorare,in cui le organizzazioni sociali siano più confacenti alle aspettative ,alle motivazioni di pacifica convivenza fra le persone.

Phil

Citazione di: paul11 il 10 Luglio 2016, 10:45:08 AMIl problema a mio parere è che nessuna violenza paga alla fine [...] La violenza è sempre imporre.Imporre qualcosa che non può essere capito perchè non è stato maturato.
Sulla carta, o meglio, sullo schermo, concordo con la preferenza per una via pacifica, ma guardandomi attorno, ed indietro nel tempo, devo riconoscere a malincuore che non biasimo chi talvolta usa la violenza come risposta alla violenza: penso alla "violenza di difesa" di chi respinge un'aggressione (partigiani e simili) o di chi deve contrastare un nemico aggressivo con cui non ci può essere dialogo (terrorismo, appunto). In entrambe queste situazioni, confidare nel confronto ragionevole, o nella "maturazione dei tempi", significa solo lasciare altro spazio alla violenza altrui: talvolta, paradossalmente, la non-violenza alimenta la violenza...
Se in una classe di ragazzi c'è un gruppo di bulli, che picchia e/o ruba i soldi delle merende agli altri, è lecito provare prima con il dialogo per pacificare l'ambiente e cercare di rasserenare gli animi, ma se questo non funziona, è rischioso attendere che questi bulli capiscano da soli, crescendo, che il loro comportamento non è eticamente corretto (anche perché non è certo che lo capiscano, magari, invece, degenerano ancora di più...). Come dicevano i nostri nonni:  "le sculacciate servono..." (fermo restando che, come sempre, il fulcro di tutto deve essere il senso della giusta misura...)

Una peculiarità del terrorismo contemporaneo (nuovo millennio, principalmente di matrice islamica), che complica la possibilità stessa di un dialogo o di mediazione/compromessi, è che rispetto alla guerra, per come è stata storicamente intesa, tale terrorismo non ha come obiettivo principale terre (anche se il Califfato ci sta provando...), beni o una vittima in particolare, ma "semplicemente" una categoria di persone (ad esempio "gli occidentali" o "i cattolici") all'interno della quale "uno vale l'altro", conta semmai solo la quantità... con l'attacco alle torri gemelle non si pretendeva certo di conquistare l'America, così come gli attentati in un aeroporto o in un villaggio vacanze non hanno chiaramente per obiettivo i luoghi istituzionali della politica o personalità "scomode"; si tratta di fare "vittime simboliche" (prospettiva truce e alienata del sacrificio umano) per lanciare messaggi-sfide, praticare ritorsioni o alimentare i loschi giri delle "economie nere"... se ci si sedesse intorno ad un tavolo, pur con le migliori intenzioni, non credo si potrebbero raggiungere accordi accettabili da entrambe le parti.
Anche perché, probabilmente, come sostiene paul11, non si tratta sempre di un fenomeno spontaneo e autofinanziato, ma dietro le quinte c'è un labirinto di "scatole cinesi" (o "americane", o altro...) che metterebbe in difficoltà Sherlock Holmes; ciò che invece è palese e la dimensione planetaria del terrorismo (criminalità del villaggio globale), da intendere come assenza di confini estranei al conflitto, entro i quali si è al sicuro... siamo davvero tutti sulla stessa barca e per risolvere i problemi possiamo usare solo quello che troviamo a bordo...

paul11

Capisco Phil e hai valide ragioni, ma non esiste il giusto e l'ingiusto o il senso della misura è solo l'atto finale che deciderà a posteriori chi aveva ragione. Il terrorista è da perseguire oggi per l'ordine costituito, ma può essere l'eroe liberatore del domani se funziona la finalità terroristica. Ma dobbiamo sapere che ad ogni rivoluzione corrisponde una controrivoluzione, i partigiani della libertà e dell'uguaglianza e della democrazia di settanta anni fa andrebbero ancora oggi ,visto i risultati attuali, a rischiare la propria vita?
Forse sì, se il senso di valori e di storia , è più forte di una ragione della conformità, del tutto passa e se ne va.
Forse no se ci si accontenta di un mondo che è sempre un compromesso, dove quindi un valore sembra irraggiungibile.
Ci si batte per avere mille e la vita impone di accontentarsi con cento.
Il popolo è il punto chiave in una rivoluzione, nella rivoluzione francese e in quella  di Ottobre russa.
Infatti sono i periodi del terrore dove c'è l caccia all'uomo di potere, ai simboli del potere abbattuto da annientare, i simboli
della propria frustrazione umana e materiale da violare e annichilire.Ma quei simboli tornano sempre nei conformismi delle convenzioni sociali duri a morire, così il potere di uno scià di Persia vine spodestato da uno Ayatollah, nuovi poteri si alternano a vecchi poteri e il popolo torna dopo il momento rivoluzionario a contare nulla....alla prossima rivoluzione.
Ecco perchè purtroppo la maturazione lentissima del popolo ,in quanto moltitudine è conformismo, cerca sicurezza e salvaguardia, teme il futuro che squilibra, teme l'innovazione.Il segnale di ciò vine  dato dal marketing, dà sempre il concetto di famiglia tradizionale, confortante, l'immagine falsa ma archetipa del luogo comune tipica del popolano, e spesso è quella vincente a cui il politico si attacca.

Aniel

Stamattina ho aperto Il Fatto Quotidiano on- line e sono molto triste:

Vi siete chiesti come mai i terroristi non colpiscono mai i pezzi grossi della finanza, le banche e le sedi politiche? provabilmente perche' anche il terrorismo fa gli interessi dei poteri forti: Il terrorismo sta preparando nuove guerre per l'agemonia sull'ordine mondiale:
Cosi', mentre 'le stelle stanno a guardare' l'America sta combattendo in Libia per il monopolio delle basi petrolifere e dell'oro nero, e noi in Italia contiamo i minuti di quando partiranno i droni e gli aerei da guerra (reaper carichi di bombe) dalle sedi di Aviano e Sigonella mettendo anche l'Italia nei primi della lista 'rischio attentati'.
In Russia sta nascendo l'esercito dei bambini, i quali dovranno imparare a maneggiare le armi, scendere con il paracadute, smontare e rimontare fucili: Questo e' stato giustificato dai vertici della difesa Russi come:' Costruire un futuro luminoso per la patria':
Non vorrei andare fuori topic diffondendo quest'altra notizia:
Alla periferia di Aleppo devastata dai bombardamenti il reporter Fadel Milad, giornalista siriano e' scoppiato in lacrime durante la diretta:   milioni di bambini siriani rischiano non solo la poverta' ma di morire, se non sotto le bombe, per fame.

Che fare davanti a questi scenari inquietanti?

donquixote

Citazione di: Aniel il 04 Agosto 2016, 09:11:39 AM
Stamattina ho aperto Il Fatto Quotidiano on- line e sono molto triste:

Vi siete chiesti come mai i terroristi non colpiscono mai i pezzi grossi della finanza, le banche e le sedi politiche? provabilmente perche' anche il terrorismo fa gli interessi dei poteri forti: Il terrorismo sta preparando nuove guerre per l'agemonia sull'ordine mondiale:
Cosi', mentre 'le stelle stanno a guardare' l'America sta combattendo in Libia per il monopolio delle basi petrolifere e dell'oro nero, e noi in Italia contiamo i minuti di quando partiranno i droni e gli aerei da guerra (reaper carichi di bombe) dalle sedi di Aviano e Sigonella mettendo anche l'Italia nei primi della lista 'rischio attentati'.
In Russia sta nascendo l'esercito dei bambini, i quali dovranno imparare a maneggiare le armi, scendere con il paracadute, smontare e rimontare fucili: Questo e' stato giustificato dai vertici della difesa Russi come:' Costruire un futuro luminoso per la patria':
Non vorrei andare fuori topic diffondendo quest'altra notizia:
Alla periferia di Aleppo devastata dai bombardamenti il reporter Fadel Milad, giornalista siriano e' scoppiato in lacrime durante la diretta:   milioni di bambini siriani rischiano non solo la poverta' ma di morire, se non sotto le bombe, per fame.

Che fare davanti a questi scenari inquietanti?

di questa particolare questione si parla già qui
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Aleph

io la penso come questi due tizi, che si esprimono probabilmente meglio di me:

https://www.youtube.com/watch?v=1GJeXSB7ltw

Non voglio costringervi a sentire i 20min e passa dell'estratto, nonché le ore del video(che consiglio comunque), e mi limito a riportare alcune frasi salienti dell'argomento:

"Per il terrorismo islamico il grande satana è il sistema capitalistico"

"lo scontro tra mondo islamico e non islamico è di retroguardia"

"Le religioni non capiscono che il loro nemico è la simbiosi tra sottosuolo* e ciò che consente alla tecnica di procedere liberamente"

"Siamo avvezzi a pensare che l'Islam attacchi l'occidente, relativizzando lo sguardo l'occidente ha messo sotto attacco l'islam. Il capitale è un monoteismo idolatrico del mercato che non accetta concorrenti e vuole convertire i popoli. La relazione Islam-Occidente è dunque biunivoca"

"la globalizzazione capitalistica occupa gli spazi come il colonialismo (aumento demografico, non contenimento del divario tra i ricchi e poveri ecc)"

"Nel mondo capitalistico tutto diventa merce, anche il tempio"


*Il sottosuolo è la percezione concreta della realtà assunta come luogo in cui non esiste più un eterno (valori, assunti epistemici, dio ecc) ma solo il divenire.


Comunque sia vorrei aggiungere soltanto che la religione è una cosa seria, forse la più seria fino a questo momento della storia umana, e credo bisogni stare attenti a non correre il rischio di assumerla come mero punto di vista erroneo della realtà. La religione, ma come anche gran parte della filosofia a partire da quella socratica, cerca di dare all'uomo qualcosa che la sua volontà richiede a priori, e se la fede crolla, la volontà rimane e persiste, e si fa sentire anche con le guerre. L'uomo ha bisogno di spiegarsi il mondo, ma soprattutto ha bisogno di constatare o quanto meno intuire che potrà spigarsi almeno qualcosina, e non nulla, altrimenti impazzisce, l'uomo necessita di una direzione e chi la conserva ancora oggi in certe modalità sarà sicuramente spinto a condurre una battaglia di retroguardia. La frase "esportare la democrazia" penso sia una frase che nell'occidente possa apparire insipida e innocente, o magari addirittura una frase morale o di aiuto, ma altrove la intendono più chiaramente di noi.

Con questo non scambiatemi per un simpatizzante, sto solo facendo una riflessione e aimhè la parola biunivocità tra occidente e mondo islamico mi sembra quanto meno perentoria.