Sul "sovranismo"

Aperto da 0xdeadbeef, 23 Giugno 2018, 16:42:28 PM

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Phil

Citazione di: anthonyi il 01 Luglio 2018, 07:11:01 AM
Ciao paul11, permettimi un'osservazione, ma come fai a riconoscere l'uomo al netto di qualsiasi sovrastruttura culturale? E soprattutto, ti rendi conto che anche se fosse possibile farlo sarebbe grazie all'azione di una sovrastruttura culturale?
Domande di metodo inaggirabili: quando l'uomo studia l'uomo, l'"uomo in sé" diventa un noumeno, inconoscibile oggettivamente, ma sempre mediato e (con)formato dai paradigmi (culturali, prima che epistemologici) che si usano per studiarlo.

Citazione di: paul11 il 01 Luglio 2018, 10:20:04 AM
L'uomo per natura è colloquiale e conviviale
Direi di più: è per sua natura sociale e simbolico, e il paventato egocentrismo attuale non fa eccezione. L'istinto di socialità si declina in forme differenti rispetto al passato, magari meno fisiche, più mediatamente semiotiche (basti pensare alla virtualità, ai social, etc.), ma è sempre presente; così come la lettura simbolica del mondo, pur con l'indebolirsi di simboli e ideologie "canonici", è ancora pienamente in atto. Il problema è decifrarne in tempo reale la simbologia mutante e frammentaria (l'antropologo/sociologo attuale è forse più un semiologo-criptografo che un etologo).

paul11

Citazione di: anthonyi il 01 Luglio 2018, 07:11:01 AM
Citazione di: paul11 il 01 Luglio 2018, 01:25:00 AME hanno vinto loro........Il mio parametro fondamentale quarant'anni dopo è ancora l'uomo, al netto, scevro da qualunque sovrastruttura, culturale, economica, politica.E' l'uomo"nudo e crudo" con la sua esistenza..
Ciao paul11, permettimi un'osservazione, ma come fai a riconoscere l'uomo al netto di qualsiasi sovrastruttura culturale? E soprattutto, ti rendi conto che anche se fosse possibile farlo sarebbe grazie all'azione di una sovrastruttura culturale? Un saluto.
.........non avevo risposto a quanto ho sottolineato.
Non intendo la cultura una sovrastruttura, è un fondamento.
Avevo risposto che si trattava di disinnescare i dispositivi culturali, quindi è ovvio che che c'è un 'azione di una cultura.

Non ritengo Phil, che l'uomo sia riconducibile ad un dominio come quello dei numeri, delle parole, o di operatori logici.L'analisi di Godel vale per domini dove numeri, ecc. non sono autoconsapevoli e non creano nulla di per sè in sè, non sono loro agenti conoscitivi.
Siamo noi che traiamo giudizi, di esatto , errato, bello, brutto, non siamo limitabili come dominio e infatti il
delirio di onnipotenza è andare oltre un limite di "rispetto".

I verbi modali come dovere, potere, volere, mutano in funzione dei dispositivi culturali.

Phil

Citazione di: paul11 il 01 Luglio 2018, 23:40:18 PM
Non ritengo Phil, che l'uomo sia riconducibile ad un dominio come quello dei numeri, delle parole, o di operatori logici.L'analisi di Godel vale per domini dove numeri, ecc. non sono autoconsapevoli e non creano nulla di per sè in sè, non sono loro agenti conoscitivi.
Siamo noi che traiamo giudizi, di esatto , errato, bello, brutto, non siamo limitabili come dominio e infatti il
delirio di onnipotenza è andare oltre un limite di "rispetto".

I verbi modali come dovere, potere, volere, mutano in funzione dei dispositivi culturali.
Quando ho parlato di "simbolico" non mi sono riferito miratamente alla matematica o alla logica formale, infatti intendevo "simbolico" in tutte le sue coniugazioni umane: dal numerico all'archetipico passando per la comunicazione iconografica nel marketing.
Si tratta della dimensione del senso, che impiega il simbolo come mediazione fra l'interpretante e l'interpretato, mediazione che accomuna l'uomo dalle pitture rupestri sino alle emoticons.
Questa mediazione presuppone un linguaggio (che spesso eccede le singole lingue) tenuto vivo dai dispositivi culturali e dal loro orizzonte di senso.

L'uomo non è riducibile al dominio del linguaggio? Forse no, ma quasi: se un alieno volesse studiare l'uomo e, non avendone nessuno come cavia da osservare o interrogare, si dedicasse all'analisi di tutti i suoi linguaggi (dal matematico al mistico, dall'artistico al politico, etc.) otterrebbe un ritratto dell'uomo che, secondo me, lascerebbe fuori davvero poco...

InVerno

Phil ha ragione, ma le modalità dei simboli sono cruciali, il sovranismo tenta in maniera un po sgangherata di riportare un ordine nei simboli, a partire dal simbolo che ci attanaglia da millenni: il denaro. Dalla teoria della moneta alla teoria social nazionale il passo è breve, sopratutto se si soprassiede sui "dettagli" che dividono il simbolo monetario dal simbolo sociale, perciò riguadagnare la moneta equivale a riguadagnare la nazione, sia in termini pratici che simbolici (sopratutto simbolici, ci dicono gli aeromanti del mercato). Allora capiamo anche neologismi più interessanti, davanti alle migrazioni il problema non è il "razzismo" come qualcuno si ostina a dire, ma la "mixofobia", l'isteria generata dal disorientamento dovuto al vorticoso e liquido movimento dei simboli, tutti assolutamente eterogenei, la risposta alla deframmentazione identitaria digitale, al "mix" infinito della cultura globale. Infatti non è chiaro come mai i novelli no-global si concentrino tanto sulle migrazioni quando il vero nemico della loro identità è la rete. Oggi wikipedia è chiusa per proteste, un giorno dove poter rispolverare le enciclopedie italiane stampate, scritte in Italiano, compilazioni di simboli occidentali, oggi è un giorno "nazionale", domani chissà.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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