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SQuola

Aperto da bluemax, 21 Maggio 2018, 10:01:38 AM

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InVerno

Citazione di: donquixote il 23 Maggio 2018, 22:32:48 PM
Citazione di: bluemax il 23 Maggio 2018, 11:51:49 AMBisognerebbe domandarsi tutto questo... e la cosa strana (naturalmente secondo me) non è il fatto che cambino i costumi (cosa naturalmente avvenuta in ogni epoca e che sempre avverrà [spero aggiungo :D ]) ma il fatto che i "costumi" vadano nella direzione dell' omologazione anche di genere in modo cosi' rapido calpestando (o meglio cercando) totalmente migliaia di anni di evoluzione e cooperazione tra i generi.


Al di là del fatto che la questione sul sapere (maschile e femminile) da te sottolineata è nei fatti una puntualizzazione dell'ovvio (e se in questi tempi non appare evidente a chiunque è solo perchè l'omologazione è ormai in avanzata fase di realizzazione) a mio avviso non si è posto l'accento su un altro aspetto che trovo decisivo nell'analisi di questa situazione e nella sua giustificazione, e marca una determinante differenza fra la specie umana (in particolar modo quella attuale) e ogni altra specie animale: lo sviluppo della tecnica. La "megamacchina" (come la chiama Serge Latouche) è stata decisiva per trasformare uomini e donne in masse indifferenziate di meri consumatori, che devono avere bisogni sempre più simili e sempre più standardizzati in modo tale da fornire a chiunque i medesimi prodotti e servizi risparmiando sui costi di produzione e massimizzando quindi i profitti. Questa progressiva standardizzazione dei bisogni sarà necessariamente e sempre più indirizzata verso la "femminilizzazione" del maschio (più che verso la "maschilizzazione" della femmina) perchè la femmina umana, già in origine "raccoglitrice" e non "cacciatrice", è più portata a servirsi di ciò che si trova a portata di mano che non a "conquistare" ciò di cui necessita. Si può vedere dal fatto che ad esempio fino a non troppi anni fa gli uomini facevano in casa e da soli tutto ciò che serviva (a cominciare dalla casa stessa) mentre ora chiunque ha ormai bisogno di una pletora di specialisti di ogni genere per fare qualunque cosa. La meccanizzazione e la standardizzazione della vita toglierà progressivamente ogni differenza fra maschio e femmina, e l'omologazione dei bisogni e dei metodi per soddisfarli renderà sempre meno necessario il sapere creativo maschile relegandolo nell'ambito della pura emotività. Quando, come ne "Il Mondo Nuovo" di Huxley, si toglierà alla donna anche il "peso" del parto relegandolo definitivamente alle incubatrici sin dal momento del concepimento allora l'opera sarà compiuta, e la questione del "genere" sarà definitivamente archiviata poichè ognuno potrà decidere, secondo i propri gusti, se essere uomo, o donna, o trans, o queer, o qualunque altra cosa, e cambiare genere a seconda delle stagioni, o delle mode, o delle richieste del "mercato", realizzando in tal modo quell'uguaglianza tanto ambita e anelata.    
Non mi capita spesso di tirare in ballo cose personali o anedottiche, ma penso in questo caso di avere qualcosa da dire (sarà pur sempre meglio di leoni e leonesse).
Mi reputo un uomo di valori contemporanei, egualitario, garantista e che crede (o perlomeno spera) nella giustizia sociale.
Qualche anno fa ho deciso con la mia compagna di cambiare vita, e di tornare "al passato" e di fare l'agricoltore. Ebbene sono passati pochi giorni prima di rendersi conto che per quanto donna e uomo siano uguali, era meglio che andassi io a tagliare tronchi di decine di quintali, e lei stesse a casa a "stirare la camicia". Inizialmente l'abbiamo presa un po come una sconfitta personale, ci sforzavamo entrambi di collaborare ai compiti dell'altro, ma sempre più spesso è accaduto che fosse semplicemente una perdita di tempo e un modo poco efficiente di vivere, ed in modo naturale ci siamo resi conto che era meglio occuparsi ognuno delle cose che meglio si adattavano alle nostre capacità, al nostro fisico, e alle nostre aspettative. Ero io quello che come primo giocattolo aveva avuto un ascia, era lei che come primo giocattolo aveva avuto delle bambole. Allo stesso tempo ero io quello che quando usava l'ascia faceva i tagli più profondi, ed era lei che quando stirava le camicie aveva i risultati migliori. Nel frattempo lei distruggeva entro di se il senso di "vergogna" d'essere sull'asse da stiro (cosa che poi, avendo lei fatto studi importanti, riesce a coordinare con attività più "nobili") e a vedere anzitutto il lato positivo e soddisfacente del "badare al focolore".
Ora posto appunto che vivo una realtà di quel passato tanto anelito dai tradizionalisti, come faccio a criticare la loro visione? Per il semplice fatto che entrambi ci sentiamo costretti a questa situazione, quando in realtà vorremmo partecipare molto di più alle mansioni "dell'altro genere". E non perchè la megamacchina ci sta stritolando (gli zebedei) ma perchè è bello svegliarsi la mattina e scegliere come partecipare a questo mondo, come crescere, chi aiutare, cosa creare, dove andare. Ed è solamente il contesto, sociale, economico, produttivo, che ci costringe in abiti di genere, quando la libertà da essi non ha prezzo in confronto ed è un miele decisamente più dolce. Che strano che la società stia cercando di affrancarvisi ora che è capace di mutare cosi radicalmente il contesto, chi sceglierebbe una prigionia imposta dal contesto anzichè la libertà creata dalla "megamacchina"? Sono tutti bravi a raccontare del valore intrinseco di segare un albero a mano, del sudore che gocciola sulle fibre del castagno, dei calli a testimonianza del sacrificio, del sentirsi parte di un ruolo, del sentirsi "uomo" quando il grande fallo arboreo cade su stesso.. Poi però vanno tutti a comprare la motosega (e anche una donna potrebbe usarla), chissà perchè? Perchè il tempo che risparmiano lo possono passare nella libertà, anche di stirare una camicia, o forse proprio di stirare una camicia, se gli va, e a volte (incredibilmente!) gli va. E ti consiglierei di ringraziare il fatto che una pletora di specialisti (al di la della superburocratizzazione italiana) monitora la costruzione di una casa, i risultati di "quelli che se li facevano da soli" li puoi vedere in luoghi come Amatrice, dove mascolino e femminimo, sono sepolti sotto un mare di presunzione, tipica "mascolina", del "mi faccio da solo".
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

Citazione di: InVerno il 24 Maggio 2018, 11:44:21 AM

Non mi capita spesso di tirare in ballo cose personali o anedottiche, ma penso in questo caso di avere qualcosa da dire (sarà pur sempre meglio di leoni e leonesse).
Mi reputo un uomo di valori contemporanei, egualitario, garantista e che crede (o perlomeno spera) nella giustizia sociale.
Qualche anno fa ho deciso con la mia compagna di cambiare vita, e di tornare "al passato" e di fare l'agricoltore. Ebbene sono passati pochi giorni prima di rendersi conto che per quanto donna e uomo siano uguali, era meglio che andassi io a tagliare tronchi di decine di quintali, e lei stesse a casa a "stirare la camicia". Inizialmente l'abbiamo presa un po come una sconfitta personale, ci sforzavamo entrambi di collaborare ai compiti dell'altro, ma sempre più spesso è accaduto che fosse semplicemente una perdita di tempo e un modo poco efficiente di vivere, ed in modo naturale ci siamo resi conto che era meglio occuparsi ognuno delle cose che meglio si adattavano alle nostre capacità, al nostro fisico, e alle nostre aspettative. Ero io quello che come primo giocattolo aveva avuto un ascia, era lei che come primo giocattolo aveva avuto delle bambole. Allo stesso tempo ero io quello che quando usava l'ascia faceva i tagli più profondi, ed era lei che quando stirava le camicie aveva i risultati migliori. Nel frattempo lei distruggeva entro di se il senso di "vergogna" d'essere sull'asse da stiro (cosa che poi, avendo lei fatto studi importanti, riesce a coordinare con attività più "nobili") e a vedere anzitutto il lato positivo e soddisfacente del "badare al focolore".
Ora posto appunto che vivo una realtà di quel passato tanto anelito dai tradizionalisti, come faccio a criticare la loro visione? Per il semplice fatto che entrambi ci sentiamo costretti a questa situazione, quando in realtà vorremmo partecipare molto di più alle mansioni "dell'altro genere". E non perchè la megamacchina ci sta stritolando (gli zebedei) ma perchè è bello svegliarsi la mattina e scegliere come partecipare a questo mondo, come crescere, chi aiutare, cosa creare, dove andare. Ed è solamente il contesto, sociale, economico, produttivo, che ci costringe in abiti di genere, quando la libertà da essi non ha prezzo in confronto ed è un miele decisamente più dolce. Che strano che la società stia cercando di affrancarvisi ora che è capace di mutare cosi radicalmente il contesto, chi sceglierebbe una prigionia imposta dal contesto anzichè la libertà creata dalla "megamacchina"? Sono tutti bravi a raccontare del valore intrinseco di segare un albero a mano, del sudore che gocciola sulle fibre del castagno, dei calli a testimonianza del sacrificio, del sentirsi parte di un ruolo, del sentirsi "uomo" quando il grande fallo arboreo cade su stesso.. Poi però vanno tutti a comprare la motosega (e anche una donna potrebbe usarla), chissà perchè? Perchè il tempo che risparmiano lo possono passare nella libertà, anche di stirare una camicia, o forse proprio di stirare una camicia, se gli va, e a volte (incredibilmente!) gli va. E ti consiglierei di ringraziare il fatto che una pletora di specialisti (al di la della superburocratizzazione italiana) monitora la costruzione di una casa, i risultati di "quelli che se li facevano da soli" li puoi vedere in luoghi come Amatrice, dove mascolino e femminimo, sono sepolti sotto un mare di presunzione, tipica "mascolina", del "mi faccio da solo".

molto piacevole questa testimonianza... :)
Fa pensare quindi che la tecnologia (fatta generalmente da menti maschili) sia la causa della loro estinzione... (provocazione ammetto... ma serve per il passaggio successivo).

Quindi non sarebbe poi cosi' sbagliato pensare che quando la tecnologia arriverà a livelli straordinari (basta pensare alla nascita di una nuova coscienza artificiale che per molti già esiste ma noi non potremmo rendercene conto perchè "sue celllule") sarebbe proprio l'essere umano in se stesso ad essere "inutile"

Una sorta di "evoluzione" che vede le macchine sostituire gli uomini come i mammiferi hanno fatto coi dinosauri...

del resto da molti anni si parla di singolarità tecnologica prossima ad essere raggiunta...

ciao e grazie per la tua testimonianza (che trovo molto piacevole ) :)

stefano

Scusate ma io sono ostinato,forse faccio parte di quella massa informe che non puo capire
ma vorrei riportare l'attenzione sul proclama :"il sapere è innegabilmente di stampo maschile".
Il proclama afferma chiaramente che 
esiste una superiorità maschile ma poi si dice che si tratta di DIFFERENZE non
superiorità e allora salta fuori che ci sono due "saperi",uno maschile e un altro
femminile.Provo a interpretare.
Se ho ben capito il sapere non puo essere creato che dall'uomo maschio 
e la donna,deve avere la sapienza di tramandare questo concetto alla prole non però
di tramandare il sapere in se perche anche questo è compito dell'educatore maschio.
Da qui la crisi scolastica dovuta al proliferare di maestrine incapaci di tramandare 
il pensiero maschile.
Il concetto del sapere di stampo maschile è quindi assoluto e immutabile nel tempo,
non deve subire trasformazioni per cui è bene che a tramandarlo siano educatori maschi.
Non a caso di afferma che il sapere "è" di stampo maschile e non che il sapere "è 
stato" di stampo maschile.Quindi si potrebbe aggiungere che il sapere " è,e sarà sempre"
di stampo maschile.
Non si tiene conto però che questa verità assoluta,spesso nei bei tempi passati la si inegnava
alle donne a suon di bastonate.Proclamare allegramente una verità assoluta e 
immutabile nel tempo che veniva insegnata a bastonate mi sembra un po troppo per un forum 
dedicato al libero pensiero.
Lamentarsi poi che oggi la donna non è piu collaborativa (dopo tutto quello che è successo prima)
mi sembra invece un ottima soluzione per confondere tutto.
Qui infatti si confonde tutto,si parla amabilmente di attrici di altri
tempi,di donne guerriere,di Amedeo Nazari,dell'eterna crisi scolastica,della società dei 
consumi e poi anche del "sapere di stampo maschile" come se fosse una cosa fra tante.
L'intervento di Donqiscotte poi è un capolavoro che seppellisce gia all'inizio il problema,
e poi si da a visioni tragiche e distopiche che invitano tutti noi al suicidio.
I principi di uguaglianza democratica che a quanto pare vi fanno tanto schifo sono
una conseguenza dell'oppressione,sarebbe bene ne teneste conto voi vhe dite
che "il sapere è innegabilmente di stampo maschile"

bluemax

Citazione di: stefano il 24 Maggio 2018, 13:17:17 PM"il sapere è innegabilmente di stampo maschile".

è un dato di fatto. Non è ne giusto ne sbagliato ma un semplice dato di fatto. Il sapere che oggi viene insegnato è di stampo maschile.
Piace ? Non piace ? Questo passa in secondo piano in quanto è un dato di fatto.
Se consideri poi che tale "affermazione" proviene da una EX-FEMMINISTA la cosa dovrebbe divenire piu' chiara.

Se ho ben capito il sapere non puo essere creato che dall'uomo maschio
e la donna,deve avere la sapienza di tramandare questo concetto alla prole non però
di tramandare il sapere in se perche anche questo è compito dell'educatore maschio.

No. Condivido il senso dell'analisi di IDA nel dire che quando si trasmette un "sapere" di un certo genere, solo chi ne è NATURALMENTE portato (per via del tipo di sapere, scusa il giro di parole) è in grado di trasmetterlo adeguatamente. Chi invece non è portato per quel tipo di sapere si limiterà ad insegnarlo semplicemente come NOZIONE e nulla di piu'.
Niente di diverso da quel che avviene quando si tramanda il sapere della "caccia" o delle "armi" o della "pesca" ecc... ecc...
un conto è farselo spiegare da un cacciatore altro conto farselo spiegare da chi ha letto qualcosa sulla caccia... 
e VICEVERSA, immaginati se un uomo dovesse trasmettere il sapere di come accudire un neonato... sarebbe una pagliacciata... (a cui comunque assistiamo)
quindi il SAPERE insegnato nelle scuole è di stampo MASCHILE ma viene tramandato da FEMMINE (85%) con un tipo di insegnamento femmineo che ai maschi non interessa se non come nozione.


Il concetto del sapere di stampo maschile è quindi assoluto e immutabile nel tempo,
non deve subire trasformazioni per cui è bene che a tramandarlo siano educatori maschi.

No. Il sapere femminile non viene piu' tramandato, anzi pare sia scomparso in quanto le Uome hanno sacrificato il loro essere donne per fare gli uomini.
Ad oggi, visto che esistono le pari opportunità, stiamo ancora aspettando il sapere FEMMINILE in quei campi prettamente MASCHILI. 

Non a caso di afferma che il sapere "è" di stampo maschile e non che il sapere "è
stato" di stampo maschile.Quindi si potrebbe aggiungere che il sapere " è,e sarà sempre"
di stampo maschile.

Almeno sino a quando il sapere percorrerà terreni prettamente maschili.
Politica, Filosofia, Finanza, Meccanica, Elettronica, Matematica ecc... ecc...

Faccio notare che esistono altri saperi che le stesse donne hanno snobbato e che, ahimè andrà irrimediabilmente perduto perchè reputato di poco interesse (sbagliando secondo me)

Lamentarsi poi che oggi la donna non è piu collaborativa (dopo tutto quello che è successo prima)
mi sembra invece un ottima soluzione per confondere tutto.
Qui infatti si confonde tutto,si parla amabilmente di attrici di altri
tempi,di donne guerriere,di Amedeo Nazari,dell'eterna crisi scolastica,della società dei
consumi e poi anche del "sapere di stampo maschile" come se fosse una cosa fra tante.
L'intervento di Donqiscotte poi è un capolavoro che seppellisce gia all'inizio il problema,
e poi si da a visioni tragiche e distopiche che invitano tutti noi al suicidio.

io la chiamo EVOLVERSI della discussione come giusto che sia... 
presentare nuove argomementazioni porta a questo.
Limitarsi a dire giusto o sbagliato non porta a nulla.
Del resto il dibattito funziona in tal modo.
1) Una persona presenta una tesi
2) Altra persona controbatte con una nuova tesi che limita o smetisce la prima
3) La prima persona controbatte con una nuova riflessione e cosi' via... 


I principi di uguaglianza democratica che a quanto pare vi fanno tanto schifo 

Questa è una tua teoria... qua nessuno stà discutendo di ugualianza di DIRITTI della persona ma di RUOLI.
Le cose sono molto differenti... moltissimo... 
Anche se c'è da ricordare che ultimamente le donne hanno molti più diritti degli uomini... e questo va contro il principio di ugualianza di fronte alla legge...se vuoi faccio qualche esempio ma credo non sia necessario... 

ciao e grazie :) 

Lou

#49
No bluemax, che il sapere sia di stampo maschile non è un dato di fatto come lo vuoi far passare, il dato di fatto è che per secoli la produzione del sapere intellettuale (mi par di capire da ciò che scrivi) è stato prodotto dal genere maschile, poichè a questa produzione per secoli è stato interdetto l'accesso al genere femminile ( se non rare eccezioni.) In poche parole, le donne non hanno contribuito a questa produzione poichè escluse e discriminate, in quanto donne. Ciò non significa che il sapere sia di stampo innegabilmente maschile, che le donne non siano capaci a produrlo e tantomeno siano incapaci a capirlo. In più che il sesso di chi genera e produce sapere e pensiero per magia ? diventi automaticamente attributo del prodotto è qualcosa che nelle tue mille parole rimane oscuro.
Per quanto riguarda l'ipotesi che il sapere sia sessuato e non neutro e asessuato il dibattito è aperto e sono tutto fuorchè dimostrate, nè l'una nè l'altra ipotesi.
Il fatto che vi siano studiose e studiosi (a cui ti appelli con un argomento fallace ricorrendo all'auctoritas) propendano per una ipotesi rispetto all'altra rimane una ipotesi e non un dato di fatto.
Così come, ben fosse sessuato, il sapere, devi ancora dimostrare l'incapacità delle donne di poter comprendere e capire un pensiero e un sapere che tu dici essere maschile.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

bluemax

#50
Citazione di: Lou il 24 Maggio 2018, 17:30:01 PMNo bluemax, che il sapere sia di stampo maschile non è un dato di fatto come lo vuoi far passare, il dato di fatto è che per secoli la produzione del sapere intellettuale (mi par di capire da ciò che scrivi) è stato prodotto dal genere maschile, poichè a questa produzione per secoli è stato interdetto l'accesso al genere femminile ( se non rare eccezioni.) In poche parole, le donne non hanno contribuito a questa produzione poichè escluse e discriminate, in quanto donne.

anche questo è un dato di fatto.
Piace ? Non piace ? Fatto stà che il risultato di tale situazione è che il sapere non è femminile per le motivazioni da te giustamente scritte.
Il tuo accorgimento meriterebbe un nuovo post secondo me visto che favorirebbe una discussione molto importante.
Considera comunque il fatto che da oltre mezzo secolo a questa parte il sapere è aperto "anche" alle donne e possono usufruire di ogni strumento disponibile ma non mi pare abbiano prodotto grandi risultati visto che, secondo me, si ostinano a competere in un campo non loro.



Il fatto che vi siano studiose e studiosi (a cui ti appelli con un argomento fallace ricorrendo all'auctoritas) propendano per una ipotesi rispetto all'altra rimane una ipotesi e non un dato di fatto.
Così come, ben fosse sessuato, il sapere, devi ancora dimostrare l'incapacità delle donne di poter comprendere e capire un pensiero e un sapere che tu dici essere maschile.

Non vi sarebbe discussione se potesse essere dimostrato.
Tale "denuncia" se cosi' vogliamo chiamarla è stata fatta proprio da una antropologa/psicologa ex-femminista ed ha trovato immediatamente molti sostenitori. Parlo di IDA MAGLI di cui ho letto molti articoli sia quelli di chiaro stampo femminista (vaneggianti ammetto) sia quelli successivi (quando ha notato che la differenza è salutare e naturale e quindi ha ritrattato molte delle sue teorie soprattutto capendo i limiti che i ruoli impongono ed il rispetto di essi)

Beh... la denuncia del "sapere maschile", stando a sue dichiarazioni è stata posta più volte nelle discussioni in ambito psicologico, pedagogico ed antropologico... ma, a sua detta, tali "osservazioni" sono state PRONTAMENTE insabbiate sino a quando non le ha apertamente dette lei in quanto EX FEMMINISTA.


ciao :)

stefano

#51
Grazie della tua risposta Bluemax peccato che hai tralasciato la cosa piu importante
e cioe che il diritto del maschio alla facoltà di creare e tramandare il sapere
e il ruolo della donna a sottomettersi sono state per lungo tempo condizioni imposte
con il sopruso e la violenza.
Il fatto che la donna non abbia potuto sciegliere ma abbia dovuto solo ubbidire per te è
un dettaglio trascurabile,per me invece è il problema centrale.
Chi stabilisce e impone ad altre persone,qualsiasi persona,ruoli che esse non possono
rifiutare è un oppressore.Il "sapere innegabilmente di stampo maschile"
è un interpretazione del sapere prodotta dall'oppressione,ma tu la spacci come verità
assoluta e immutabile.Questo prima o poi lo dovrai confessare al di la dei falsi equivoci
perche dire "il sapere è innegabilmente di stampo maschile" è diverso da dire
"Il sapere che oggi viene insegnato è di stampo maschile".Il tuo giochetto è alternare
abilmente i due concetti per nascondere il carattere oppressivo del primo.
Capisco che tu sei una persona educata e che non vuoi offendere le signore
ma se questa è la tua idea dovresti dirla chiaramente.
Infatti dire "Il sapere che oggi viene insegnato è di stampo maschile"non ha nessun
contenuto oppressivo,significa che oggi si insegna il sapere del passato quando
il sapere era prodotto da uomini maschi.Oggi invece il sapere il sapere viene prodotto
anche dalle donne e lo sarà sempre di piu e un giorno si dirà "oggi il sapere che viene
insegnato è di stampo umano"
Inoltre tramandare il sapere significa anche trasformarlo a meno che non si consideri
il sapere come sacro e immutabile,ognuno puo portare il suo contributo di trasformazione,
che sia donna o uomo.Ma visto che qui si parla anche di sapere sessuato 
forse l'85 per cento di donne insegnanti è un po troppo.
Direi che potrebbe andare bene il 50 per cento,che ne dici?

InVerno

#52
Citazione di: bluemax il 24 Maggio 2018, 18:01:47 PMConsidera comunque il fatto che da oltre mezzo secolo a questa parte il sapere è aperto "anche" alle donne e possono usufruire di ogni strumento disponibile ma non mi pare abbiano prodotto grandi risultati visto che, secondo me, si ostinano a competere in un campo non loro.
Se vogliamo prendere un dato facile da verificare troveremo che gran parte dei premi nobel sono uomini, il "dato di fatto" è che per un terzo sono anche ebrei.
Un dato significativo visto che gli ebrei sono lungi dall'essere un terzo della popolazione (sono il 2xmille), a quanto pare la discendenza ebraica aumenta le possibilità di prendere un nobel del 300% (e lo stesso trend si verifica in decine di altri riconoscimenti scientifici). Prima di incitare alla circoncisione prescolastica e raccomandare l'acquisto dell'opera omnia di Maimonide forse è necessario ragionare un po più attentamente riguardo alle situazioni di potere (economico e non) sia degli ebrei che degli uomini in generale, e l'accesso all'educazione che ne consegue.
E' vero anche che a favore della tua tesi si può citare un dato diverso, ovvero che nei paesi scandinavi tanti sforzi si sono fatti per far si che alcune facoltà raggiungesso la parità di genere tra gli iscritti, ma pare proprio che le donne a ingegneria non ci vogliano entrare ( o perlomeno meno degli uomini). Questa ossessione per il 50\50 è un po bislacca e in effetti, ma in fin dei conti ti dovrebbe rassicurare, il "sapere maschio" in alcuni casi è rimasto "maschio" nonostante gli incentivi.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

stefano

#53
La questione del sapere sessuato che Lou (giustamente) contesta ,credo sia una di 
quelle tante perdite di tempo che piacciono a chi si preoccupa della superiorità del
proprio genere o della propria razza.
Che ci sia un pensiero di stampo maschile e uno femminile credo sia inevitabile,
come poi questo si rifletta nella produzione del sapere credo sia una questione
complicatissima e inutilissima buona solo per i perditempo.

Una precisazione per InVerno
Non ho l'ossessione della parità di genere,era solo una battuta per bluemax
che invece è ossessionato dalla disparità di genere.Visto che si lamenta tanto
gli ho proposto il 50 per cento.....

Jacopus

Il paragone con gli ebrei mi sembra molto azzeccato. Si tratta di un percorso storico-culturale, che si intreccia con l'epigenetica. Se si mettono 10 generazioni ad osannare la matematica e a studiarla e' molto piu' probabile che l'undicesima sia formata da matematici di prima classe. Questo per una tradizione che si trasmette e che spinge i "figli" ad imitare i genitori, finche' il tratto "predisposizione alla matematica" viene acquisito ( ci sono studi che hanno dimostrato la trasmissione dell'ansia e della paura dai padri reclusi nei campi di concentramento ai figli).
E' possibile che, se nei secoli passati, vi fosse stato piu' spazio nel mondo del sapere a favore delle donne, lo stesso processo conoscitivo sarebbe potuto essere alquanto diverso "meno penetrante" e piu' rispettoso dell'ambiente e della vita. Considerando la possibile distruzione ecologica del pianeta, la conoscenza maschile non mi sembra che possa essere premiata. E ad ogni buon conto ritengo importante "pensare diversamente", senza accettare visioni rigide e in fondo ben poco intelligenti, siano esse connesse alla superiorita' dell'intelletto maschile, oppure all'integralismo inevitabile dell'islam, oppure all'immagine fissata per sempre, a destra e a sinistra, del capitalismo brutto e cattivo. Mi rendo conto che sono immagini consolatorie e che permettono di pensare ad una soluzione dei problemi, ma spiacenti, la realta' e' molto piu' complessa e se si vuole affrontarla con gli strumenti dell'illuminismo va guardata in tutta la sua complessita'.
Viceversa si puo' sempre scegliere un percorso di "dominatori e dominati". Gli esempi storici e teorici non mancano.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: stefano il 25 Maggio 2018, 10:12:52 AMUna precisazione per InVerno
Non ho l'ossessione della parità di genere,era solo una battuta per bluemax
che invece è ossessionato dalla disparità di genere.Visto che si lamenta tanto
gli ho proposto il 50 per cento.....
Preciso io che non mi riferivo alla tua proposta (di cui avevo intuito la natura provocatoria) quanto al fatto che spesso si veda il non raggiungimento di questo 50\50 quasi come una sconfitta da parte di chi lo anela, al che si arriva anche ad imposizioni di quote etc. Bisogna ammettere che certe volte questi strumenti sono abusati in maniera assurda, e non c'è da meravigliarsi se a qualcuno viene qualche paranoia, ricordo ancora di aver visto una quota rosa per accedere ad un corso di aggiornamento professionale, il senso di ciò qualcuno me lo deve ancora spiegare, ma suppongo che faccia parte di quella isteria collettiva che secondo me qualcuno giustamente denuncia.
Anzi volevo rassicurarti di non far parte di una massa informe o essere l'ostinato, concordo con il sentire di quel tuo post, specialmente riguardo ai toni apocalittici (che per me sono sempre spia di chi non accetta la realtà e vorrebbe vedere una tabula rasa, anzichè comprendere) e l'uso improprio di essere identificativo (è\stato) nell'assunto "il sapere è uomo".
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

Citazione di: stefano il 24 Maggio 2018, 20:27:13 PM "il sapere è innegabilmente di stampo maschile" è diverso da dire
"Il sapere che oggi viene insegnato è di stampo maschile".Il tuo giochetto è alternare
abilmente i due concetti per nascondere il carattere oppressivo del primo.
Capisco che tu sei una persona educata e che non vuoi offendere le signore
ma se questa è la tua idea dovresti dirla chiaramente.

Il secondo termine è figlio del primo.
Essendo il sapere di stampo maschile è naturale che sia questo, oggi, ad essere insegnato e tramandato (e purtroppo sempre piu' adattato).
Credimi non sono qua per far giochetti di parole :) e sono fermamente convinto che l'offesa non nasce mai da "qualcuno" ma si trasforma in offesa nella nostra mente (ad esempio tu puoi dirmi quanto ti pare che sono xxxx  (dove xxxx rappresenta qualcosa) ma il decidere se offendermi o meno nasce sempre da una mia decisione non dal tuo tentativo. :D )
Con sapere di stampo maschile, si intende quella naturale virtù che una mente maschile ha mentre una mente femminile non ha. Ossia passione per il nuovo, per la ricerca, per la sperimentazione, per la tecnologia, per l'errore, ecc... ecc...  quella mente di stampo "pionieristico" se vogliamo che la mente femminile non ha. La mente femminile non rischia mai. E' maggiormente timorosa.
Di essere educato comunque non mi interessa più di tanto. Spesso l'educazione è figlia dell'ipocrisia (togliamo spesso dai :D ) e come dicevo prima. E' L'offeso a decidere se offendersi o meno non è certo l'altro a provocare questo tumulto interiore ;)

Oggi invece il sapere il sapere viene prodotto anche dalle donne e lo sarà sempre di piu e un giorno si dirà "oggi il sapere che viene
insegnato è di stampo umano"

Non mi pare vi siano grandi casi di "sapere" femminile da 100 anni a questa parte... e rimango, per ora, dell' opinione che questo non puo' avvenire sino a quando la donna cerca di competere in campi che non le sono congeniali... 
Abbiamo avuto ottimi esempi fallimentari in settori quali la politica, la filosofia, la tecnologia. Mentre altri settori più a loro congeniali (medico, psicologico, neurologico) hanno avuto notevoli risultati ma si ostinano a voler competere in nome di una ugualianza di ruoli innaturale.
Ricordo la frase di Nietzsche che trovo molto interessante...

Confrontando globalmente uomo e donna, si può dire che la donna non avrebbe il genio dell'ornamento, se non avesse l'istinto del ruolo secondario.




Inoltre tramandare il sapere significa anche trasformarlo a meno che non si consideri
il sapere come sacro e immutabile,ognuno puo portare il suo contributo di trasformazione,
che sia donna o uomo. 

Concordo sul fatto che il tramandare il sapere significa anche trasformarlo in "nuovo" sapere. Dissento sul fatto invece che tramandare il sapere significa "cambiarlo o adattarlo".
Se ci pensi sono due cose completamente differenti :)

ciao e grazie :)

bluemax

Citazione di: InVerno il 25 Maggio 2018, 08:01:29 AM

Se vogliamo prendere un dato facile da verificare troveremo che gran parte dei premi nobel sono uomini, il "dato di fatto" è che per un terzo sono anche ebrei.
Un dato significativo visto che gli ebrei sono lungi dall'essere un terzo della popolazione (sono il 2xmille), a quanto pare la discendenza ebraica aumenta le possibilità di prendere un nobel del 300% (e lo stesso trend si verifica in decine di altri riconoscimenti scientifici). Prima di incitare alla circoncisione prescolastica e raccomandare l'acquisto dell'opera omnia di Maimonide forse è necessario ragionare un po più attentamente riguardo alle situazioni di potere (economico e non) sia degli ebrei che degli uomini in generale, e l'accesso all'educazione che ne consegue.
E' vero anche che a favore della tua tesi si può citare un dato diverso, ovvero che nei paesi scandinavi tanti sforzi si sono fatti per far si che alcune facoltà raggiungesso la parità di genere tra gli iscritti, ma pare proprio che le donne a ingegneria non ci vogliano entrare ( o perlomeno meno degli uomini). Questa ossessione per il 50\50 è un po bislacca e in effetti, ma in fin dei conti ti dovrebbe rassicurare, il "sapere maschio" in alcuni casi è rimasto "maschio" nonostante gli incentivi.
non credo che prendere a prestito come esempio il premio nobel (cui tutti sappiamo a chi e perchè viene dato e non certo SOLO per meriti) sia una statistica affidabile ;)

ciao

Jacopus

Non e' un dato tratto dai premi nobel, comunque significativo ( a meno che non si sia complottisti). La cultura ebraica e' presente nella cultura occidentale come nessun altra minoranza. Ti faccio un elenco a memoria: mendelsshon-bartholdy, Adorno, Horkheimer, Marx, Freud, Kafka, Einstein, Fermi, Moravia, Elias, Canetti, Ginzburg, Oz, Roth, Singer (due singer), Reich, Allen, Bassani, Grossman (due, Grossman), Anders, Arendt, Spinoza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bluemax

#59
Citazione di: Jacopus il 25 Maggio 2018, 12:16:03 PM
Non e' un dato tratto dai premi nobel, comunque significativo ( a meno che non si sia complottisti). La cultura ebraica e' presente nella cultura occidentale come nessun altra minoranza. Ti faccio un elenco a memoria: mendelsshon-bartholdy, Adorno, Horkheimer, Marx, Freud, Kafka, Einstein, Fermi, Moravia, Elias, Canetti, Ginzburg, Oz, Roth, Singer (due singer), Reich, Allen, Bassani, Grossman (due, Grossman), Anders, Arendt, Spinoza.
Certo... ma io non parlo di cultura ebraica ma del nobel.
Per quanto mi riguarda non è un premio molto "attendibile" ;)
per quanto riguarda la cultura ebraica invece purtroppo vero quel che dici :D  (tutta di stampo maschile naturalmente :D :D :D )


ciao