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SQuola

Aperto da bluemax, 21 Maggio 2018, 10:01:38 AM

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Jacopus

#15
Se permettete partirei da una diversa prospettiva. Il problema iniziale riguardava la preponderanza di figure femminili nei ruoli dell'educazione. Questo effettivamente è un problema, poichè il bambino, specie quello della scuola primaria, deve potersi identificare in figure maschili autorevoli e simbolicamente genitoriali. Fatto sta che i maestri maschi e ormai quasi anche i professori maschi, sono una specie in via d'estinzione.
Intanto il fatto che non ve ne siano perpetua il meccanismo della loro assenza, poichè un bambino mediamente integrato sessualmente , non vorrà fare "da grande" un lavoro da femmine, come la parrucchiera, l'estetista o l'insegnante.
Ma perchè gll insegnanti maschi sono così pochi? La prima ragione la vedo nello standard economico. Si tratta di un lavoro stressante, mal pagato ma che richiede la laurea (ora anche per la scuola primaria). Gli uomini, mediamente più ambiziosi, lo vedono come un ripiego. In secondo luogo è però un lavoro che lascia molto tempo libero  e quindi la donna, a cui sono delegate le funzioni educative e di accudimento anche in casa, in questo modo, riesce a far fronte sia alle esigenze lavorative che a quelle casalinghe. Una terza ragione risiede nelle difficoltà di gestione della classe e delle relazioni con le famiglie. Ormai ad un insegnante si richiedono, molto più che in passato, doti di mediazione con le famiglie e l'occhio clinico dello psicoterapeuta. Sarebbe anche necessario avere delle caratteristiche carismatiche e talvolta dei superpoteri presi in prestito dalla Marvel. Tutto ciò per stipendi che si aggirano dai 1200 di un maestro ai 1900 euro per un prof. di scuole superiori a fine carriera.
Un quarto è che a livello di immaginario collettivo,viene effettivamente considerato un lavoro femminile, allontanando così i maschi potenzialmente interessati. Tra l'altro la supposta deriva verso il "femminile", spesso denunciata in questa discussione, è contraddetta proprio dalla assenza di docenti maschi, che avrebbero dovuto invece riversarsi a fare "le maestrine" per soddisfare il loro intimo lato femminile.
Cosa fare? Aumentare gli stipendi e le ore lavorate sarebbe una prima mossa, che però dovrà affrontare le resistenze di categorie che si sono ormai fossilizzate. Aumentare anche la cura degli ambienti e del setting scolastico sarebbe una seconda cosa da fare. Suddividere meglio il lavoro casalingo fra uomo e donna la terza (come accade nei paesi scandinavi, uno dei luoghi con il maggior benessere al mondo...). Last but not least, considerare l'insegnamento, la formazione, l'educazione, delle professioni nobili e che permettono lo sviluppo di una nazione e non una attività di ripiego per casalinghe part-time. Credo però che si stia andando  in tutt'altra direzione con due leader politici che non sono neanche laureati ed uno che non sa usare neppure il congiuntivo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bluemax

Citazione di: InVerno il 22 Maggio 2018, 10:34:06 AMSe è per quello molti dei grandi uomini che hanno formato la cultura occidentale erano gay, questo non significa automaticamente che per spiegare ciò che compresero siano meglio insegnanti gay, suppongo. Poi non so come possa essere interpretata l'omosessualità da un punto di vista di genere, ma normalmente "gay" è considerato un uomo con una prominente attitudine al lato femminino della realtà, e ripeto, tra i confermati e i sospetti, furono davvero tanti nella lista dei "grandi pensatori" a tal punto che la tua affermazione potrebbe essere ribaltata cosi, o in altri modi ancora come fa Jacopus.

Ricordo ancora come la mia professoressa di storia dicesse che non vi è alcun motivo storico per considerare un Alessandro Magno o un Giulio Cesare o un Leonardo Da Vinci come persone omosessuali soprattutto per il fatto che questo concetto moderno era totalmente differente nel passato (basti pensare alla pratica di avere rapporti sessuali coi propri giovani alunni o con i propri commilitoni nell'antica grecia che era più un rituale che un desiderio sessuale. Naturalmente, come sempre avviene, la storia poi viene "accomodata" alle esigenze ed i modi di pensare del tempo.

Partendo dal presupposto che scientificamente femminino e mascolino non sono dimostrati essere cosi distanti come la concezione classica li ritrae (o addirittura antitetici come in alcune concezioni binarie della "mela dimezzata") bisogna anche ammettere che la realtà non sta tutta li. Se per esempio è facile fare dei test dove si valutano le capacità di concezione spaziale, e notare che esiste una leggera differenza attitudinale tra maschio e femmina, è più difficile valutare come questa possa influenzare comportamenti complessi da misurare o sperimentare (Es. l'abilità come "guide", o nel guidare l'auto). Tuttavia essendo che i dati disponibili raccontano di differenze nell'ordine dei decimali, è abbastanza improbabile considerare che di riflesso si sviluppino differenze enormi, ed in ogni caso i risultati indicano chiaramente che queste differenze attitudinali si accentuino via via con l'età e siano praticamente assenti nell'infanzia. Il che garantisce che l'idea che il mascolino e il femminino siano al di la di una soglia "fisiologica" costrutti culturali e sociali, e perciò esenti di quella carica universale\assolutistica della concezione classica di essi, e quella che proponi nella tua argomentazione.

Sinceramente ho altri dati scientifici e non sono solo quelli relativi alla "capacità" di guida o spaziali a rendere evidente una GIUSTA differenza tra i generi :) aggiungo giusta perchè io trovo la diversità molto molto importante. Alla natura, sia alla donna che all'uomo, ai figli, alla società, non servono due cose uguali (altrimenti ne esisterebbe solo una) ma esistono due (passami il termine) "cose" simili (che significa comunque diverse) la cui forza consiste nella cooperazione invece che competizione. Oggi noto poca cooperazione, dove ognuno è cosciente dei propri limiti e proprie qualità e li mette a disposizione dell'altro ed al contrario noto mooooolta competizione per stabilire chi dei due sia degno di prevalere sull'altro. Ecco questa cosa a me stà estremamente stretta. L'uomo non deve vergognarsi (per come la vedo) di essere tale e viceversa naturalmente. Anche perchè ricordiamoci... l'uomo adora la donna... e viceversa ma solo se ognuno vede nell'altro le qualità che non ha,  ed oggi abbiamo unicamente l'esaltazione delle qualità femminili che devono per forza di cose appartenere anche all'uomo cosa che invece, personalmente, non vorrei mai in virtù di quella sana diversità di genere.

Se la società sta rivalutando i concetti di femminino e mascolino, si possono certamente discutere le conseguenze, ma a me pare più semplicemente che la tua argomentazione sia frutto di una certa frustrazione nel vedere che una certa interpretazione abbia preso il sopravvento rispetto ad un altra, che una certa idea di maschio stia tramontando, più che una lucida constatazione di fatti anche alla luce dei più recenti studi a riguardo.

verissimo :) infatti sono "quei recenti studi" che secondo me sono volutamente forzati, annacquati da una concezione forzata secondo la quale "tutti uguali è bello". Analizzando le dinamiche storiche ad esempio MAI da 20.000 anni a questa parte (naturalmente stando a quel che la storia ci racconta) vi è stata una confusione tale sui ruoli maschile e femminile come negli ultimi 40 anni. Permetti che mi ponga un perchè ? ;). Mi ripeto... per me i generi maschile e femminile funzionano solo se ne vengono esaltate ed apprezzate le differenze che indubbiamente vi sono anche se vogliono essere forzatamente livellate ed appiattite. (opinione personale e per giunta opinabile :) )  non a caso si parla di crisi della cultura occidentale che da troppi anni non ha piu' nulla da proporre (almeno questo è quello che leggo sempre piu' spesso.

grazie per la risposta :)

Jacopus

Citazioneverissimo infatti sono "quei recenti studi" che secondo me sono volutamente forzati, annacquati da una concezione forzata secondo la quale "tutti uguali è bello". Analizzando le dinamiche storiche ad esempio MAI da 20.000 anni a questa parte (naturalmente stando a quel che la storia ci racconta) vi è stata una confusione tale sui ruoli maschile e femminile come negli ultimi 40 anni. Permetti che mi ponga un perchè ? . Mi ripeto... per me i generi maschile e femminile funzionano solo se ne vengono esaltate ed apprezzate le differenze che indubbiamente vi sono anche se vogliono essere forzatamente livellate ed appiattite. (opinione personale e per giunta opinabile )  non a caso si parla di crisi della cultura occidentale che da troppi anni non ha piu' nulla da proporre (almeno questo è quello che leggo sempre piu' spesso
Mai da 20000 anni a questa parte vi è stata una diminuzione della violenza nei paesi occidentali, come negli ultimi 70 anni
Fare il gioco della tradizione e del passato è molto comune, ma è molto comune anche la risposta: "perchè non tornare a vivere sugli alberi e vivere di arachidi come i nostri illustri antenati tradizionali?".
La comprensione e l'accettazione delle differenze sono belle qualità, ampiamente condivisibili, ma spesso dietro questi ideali si nasconde il desiderio di comprimere i diritti, sulla base di differenze quasi organiche fra uomo e donna. L'unica differenza che posso considerare è quella relativa alla forza fisica, differenza tra l'altro che ha perso gran parte della sua importanza, visto che siamo circondati da macchine che fanno molto del "lavoro sporco". Ben vengano le leggi che tutelano la maternità (rispetto della differenza) ma che non siano l'anticamera per creare dei ghetti professionali a proposito di sapienza razionale e sapienza emotiva. Io credo che sia un grande spreco di materiale genetico, relegare la donna a ruoli da comprimario. Una donna può avere qualità intellettuali molto più spiccate di un uomo, e magari le ha ricevute dal patrimonio genetico del padre (e viceversa).
Da un diverso punto di vista invece potrei scorgere un aspetto problematico in questo processo di indifferenziazione uomo-donna, che è anche un processo di indifferenziazione uomo-bambino, ed anche uomo colto-uomo incolto e molte altre. L'appiattimento verso il basso e verso una uguaglianza insensata sembra il derivato inquinante dell'industrializzazione a cui servono comunque consumatori (e quindi va bene anche il consumatore maschio di "rossetti") e in secondo luogo di una visione della democrazia come di "tutti ugualmente stupidi".
Grazie per la lettura.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bluemax

Citazione di: Jacopus il 22 Maggio 2018, 11:25:49 AMMai da 20000 anni a questa parte vi è stata una diminuzione della violenza nei paesi occidentali, come negli ultimi 70 anni.
Fare il gioco della tradizione e del passato è molto comune, ma è molto comune anche la risposta: "perchè non tornare a vivere sugli alberi e vivere di arachidi come i nostri illustri antenati tradizionali?".


beh... mi pare che l'essere umano non viva piu' sugli alberi da oltre 20.000 anni :D :D  e ha cominciato a creare la "civiltà" da 20.000 anni circa

La comprensione e l'accettazione delle differenze sono belle qualità, ampiamente condivisibili, ma spesso dietro questi ideali si nasconde il desiderio di comprimere i diritti, sulla base di differenze quasi organiche fra uomo e donna. L'unica differenza che posso considerare è quella relativa alla forza fisica, differenza tra l'altro che ha perso gran parte della sua importanza, visto che siamo circondati da macchine che fanno molto del "lavoro sporco".

questa è una ottima riflessione secondo me. :)
che forse le qualità maschili siano state "soppiantate" dalla macchina che ha preso il posto del "maschio" (passami il termine) è una ottima osservazione.
Solo che il maschio non è per fortuna solo questo. In egual misura "macchine" hanno soppiantato la "natura" femminile. Non a caso ho letto di persone che grazie alle scoperte scientifiche vogliono diventare "mammo". :D
Ora che ci penso una cosa che mi ha fatto sorridere non poco è stata una discussione con un mio carissimo amico omosessuale che si lamenta del fatto che "non esistono piu' gli omosessuali di una volta... machi per dirtela breve e tutto è terminato con una risata di entrambi :D  ma ora questa frase fa pensare...

Ben vengano le leggi che tutelano la maternità (rispetto della differenza) ma che non siano l'anticamera per creare dei ghetti professionali a proposito di sapienza razionale e sapienza emotiva. Io credo che sia un grande spreco di materiale genetico, relegare la donna a ruoli da comprimario. Una donna può avere qualità intellettuali molto più spiccate di un uomo, e magari le ha ricevute dal patrimonio genetico del padre (e viceversa).

beh.., non credo siamo qui a cercare di innalzare muri o creare ghetti ma al massimo a CAPIRE un certo innegabile fenomeno che è alla luce del sole. Solo che è doveroso ricordare ad esempio che troppo spesso le donne sono "dotate" di cariche (anche istituzionali) non per meriti... ma semplicemente perchè sono "donne". (Questo altro discorso ammetto... ma la dice lunga sul dove stiamo andando).


Da un diverso punto di vista invece potrei scorgere un aspetto problematico in questo processo di indifferenziazione uomo-donna, che è anche un processo di indifferenziazione uomo-bambino, ed anche uomo colto-uomo incolto e molte altre. L'appiattimento verso il basso e verso una uguaglianza insensata sembra il derivato inquinante dell'industrializzazione a cui servono comunque consumatori (e quindi va bene anche il consumatore maschio di "rossetti") e in secondo luogo di una visione della democrazia come di "tutti ugualmente stupidi".

concordo... ;)

InVerno

#19
Citazione di: bluemax il 22 Maggio 2018, 11:10:25 AMMi ripeto... per me i generi maschile e femminile funzionano solo se ne vengono esaltate ed apprezzate le differenze che indubbiamente vi sono anche se vogliono essere forzatamente livellate ed appiattite. (opinione personale e per giunta opinabile :) )  non a caso si parla di crisi della cultura occidentale che da troppi anni non ha piu' nulla da proporre (almeno questo è quello che leggo sempre piu' spesso.
Come ho già ribadito in altri topic mi trovo molto distante dalla posizione "tutti uguali è bello", considero peraltro il femminismo come l'altra metà della mela di un attitudine socialmente tossica (il maschilismo) contrariamente a come viene normalmente percepito sui media, e capisco anche ciò che intendi riguardo ad un idea di "maschio" sotto assedio da una certa pletora di pensatori, ma al di la di queste considerazioni continuo a pensare che i tuoi assunti vadano ben oltre a ciò, in maniera che considero gratuita, in particolar modo riguardo al "sapere maschio" che manca ancora un argomentazione valida non aneddotica o viziata da fallacie logiche evidenti.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve. Per Jacopus (risposta nr.10): Ho esposto la mia visione di ciò che secondo me sta alla base delle diversa condizione esistenziale (e quindi anche culturale) di maschi e femmine i quali, una volta inseriti all'interno di una struttura sociale, vengono poi chiamati uomini e donne. Naturalmente, trattandosi di personale visione, non posso e comunque non sono tenuto a dimostrare alcunché. Ovviamente, come io non potrò dimostrare vero ciò che ho detto, nessuno potrà dimostrarlo falso.

Così è se piace e non è se non piace.

La ragione per cui al nord si previlegia il capire ed al sud il sentire è legata al clima, al territorio, alla abbondanza di acque, in sintesi alla maggiore o minore facilità con cui si può sopravvivere nell'ambiente.
Questa mia tesi non solo non la dimostrerò, ma proprio non mi darò la pena di illustrarla. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bluemax

 continuo a pensare che i tuoi assunti vadano ben oltre a ciò, in maniera che considero gratuita, in particolar modo riguardo al "sapere maschio" che manca ancora un argomentazione valida non aneddotica o viziata da fallacie logiche evidenti.

Non credo vi sia bisogno di argomentare su un dato di fatto.
Volente o nolente nelle scuole (almeno quelle che ho frequentato) il sapere tramandato ha una prevalenza di origine maschile. Questo secondo me dovuto al fatto che la mente maschile è (per fortuna aggiungo) differente da quella femminile (e con differente non intendo superiore ma squisitamente differente). Il sapere femminile esiste e, almeno nel passato, è stato tramandato di madre in figlia senza che per questo l'uomo volesse (potesse) metterci il naso. Giusto aggiungo. Del resto oggi le pari opportunità come pari diritti esistono ma il sapere difficilmente è arricchito da una scoperta, intuizione, curiosità femminile. Anzi a dire il vero stiamo eccedendo secondo me... cominciando ad esempio a parlare di femminicidio, quote rosa, o discriminazione sul lavoro nel caso inverso.

ciao :)

InVerno

#22
Citazione di: bluemax il 22 Maggio 2018, 13:07:10 PMNon credo vi sia bisogno di argomentare su un dato di fatto.
Non esiste nessun dato di fatto, a parte il fatto che la l'elasticità della lingua umana permetta di attribuire l'aggettivo di genere a dei pensieri a seconda di chi li ha postulati, possibilità linguistica certamente interessante, ma tutta da confermare. E' la correlazione tra il genere del pensatore e il genere dell'insegnante ad essere ancora oscura, se infatti la parafrasiamo in diverse altre versioni con la stessa logica, risulta ancora più bizzarra. Lo zero è stato inventato dagli arabi, possono gli europei capire a fondo il concetto di zero? Ben inteso che considero la differenza tra un occidentale\orientale molto più accentuata nel modo di pensare rispetto a maschio\femmina dello stesso bacino culturale. Parlare di femminino\mascolino come vi fosse un uniformità di fondo (che tu richiami nel concetto di "natura") è altresi strambo dal punto di vista antropologico. Visto che hai citato i "ventimila anni" ti ricordo che sopratutto nella prima parte di quei ventimila anni la gran parte delle società umane erano matriarcali e matrilineari, cioè sviluppavano un femminino completamente diverso, con un ambizione per il potere sociale che che forse tu richiami in quel "uome", ma che cozza terribilmente con un idea di uniformità di fondo con continuità storica. Con la rivoluzione agricola le società matriarcali scompaiono quasi del tutto su tutto il globo, quindi c'è già stata una "confusione sui generi" legata ai mezzi sociali e di produzione (e società matriarcali esistono ancora residuali sparse nel mondo). Essendo che viviamo in effetti una terza rivoluzione industriale (o forse un cambiamento ancor più drastico) l'eccezionalità di questa "confusione" non è del tutto ingiustificata, anche se è giusto indagare i suoi risvolti e se sia o meno desiderabile.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

 Visto che hai citato i "ventimila anni" ti ricordo che sopratutto nella prima parte di quei ventimila anni la gran parte delle società umane erano matriarcali e matrilineari

Questo è interessante. Dico davvero... :)
ho passato l'intera pausa pranzo a cercare questa cosa ma non ne ho trovato traccia se non in funzione di divinità femminili (il che mi pare giusto visto che la terra è madre).
se possibile puoi darmi qualche dritta ? Mi interessa veramente (anche se il concetto di maschile e femminile esula dal potere. Intendevo altro. Colpa mia che mi sono spiegato male )

grazie :)

Jacopus

CitazioneSalve. Per Jacopus (risposta nr.10): Ho esposto la mia visione di ciò che secondo me sta alla base delle diversa condizione esistenziale (e quindi anche culturale) di maschi e femmine i quali, una volta inseriti all'interno di una struttura sociale, vengono poi chiamati uomini e donne. Naturalmente, trattandosi di personale visione, non posso e comunque non sono tenuto a dimostrare alcunché. Ovviamente, come io non potrò dimostrare vero ciò che ho detto, nessuno potrà dimostrarlo falso.

Così è se piace e non è se non piace.

La ragione per cui al nord si previlegia il capire ed al sud il sentire è legata al clima, al territorio, alla abbondanza di acque, in sintesi alla maggiore o minore facilità con cui si può sopravvivere nell'ambiente.
Questa mia tesi non solo non la dimostrerò, ma proprio non mi darò la pena di illustrarla. Salutoni.

ciao Viator puoi benissimo non dimostrare niente. Gli antichi pensavano che la terra fosse piatta e sono andati avanti benissimo per secoli.
Saluti anche a te.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Lou

#25
Citazione di: bluemax il 22 Maggio 2018, 13:07:10 PM
continuo a pensare che i tuoi assunti vadano ben oltre a ciò, in maniera che considero gratuita, in particolar modo riguardo al "sapere maschio" che manca ancora un argomentazione valida non aneddotica o viziata da fallacie logiche evidenti.

Non credo vi sia bisogno di argomentare su un dato di fatto.
Volente o nolente nelle scuole (almeno quelle che ho frequentato) il sapere tramandato ha una prevalenza di origine maschile. Questo secondo me dovuto al fatto che la mente maschile è (per fortuna aggiungo) differente da quella femminile (e con differente non intendo superiore ma squisitamente differente). Il sapere femminile esiste e, almeno nel passato, è stato tramandato di madre in figlia senza che per questo l'uomo volesse (potesse) metterci il naso. Giusto aggiungo. Del resto oggi le pari opportunità come pari diritti esistono ma il sapere difficilmente è arricchito da una scoperta, intuizione, curiosità femminile. Anzi a dire il vero stiamo eccedendo secondo me... cominciando ad esempio a parlare di femminicidio, quote rosa, o discriminazione sul lavoro nel caso inverso.

ciao :)
Il fatto che il sapere che oggi si insegna e si trasmette nelle scuole sia stato prodotto, nei secoli, da rappresentanti del genere maschile - questo è un dato di fatto, le cui ragioni sono state l'impedimento all'accesso a tali processi e spazi di produzione alle donne, tranne rare eccezioni (la scuola pitagorica per citarne una), non implica di per sè che il sapere sia maschile, nè che siano di sesso maschile i più atti a trasmetterlo. Inoltre trovo abbastanza mitica l'idea che hai del sapere, frutto di mera intuizione, come se aver accesso allo studio e ai suoi spazi non stimoli intuizioni, immaginazione, curiosità e non formi competenze per gestirle e orientarle alla scoperta e alla ricerca con le conseguenti produzioni. In più spacci per dati di fatto, concesso che esistano e qui sto tenendo fermo questo assunto, tue e mie interpretazioni. Ricordo inoltre che il signor Socrate nel Simposio è tratteggiato da Platone al cospetto e in dialogo con Diotima, figura femminile, sarebbe quantomeno interessante, oltre a rintracciare un filo che unisce questa immagine a Parmenide e al suo poema, per capire che il ruolo femminile non è affatto marginale in origine, nella ricerca, nella produzione e nella trasmissione dello stesso, nelle sue differenze e analogie. L'articolazione della produzione e trasmissione del sapere è complessa, così come la ricerca e la conoscenza e ridurre tutto ciò in modo manicheo la trovo una operazione che non ne rende giustizia.

Detto ciò, considero un impoverimento educativo la semiestinzione della componente "genere maschile" nel corpo insegnanti, trovo che nello sviluppo e nella formazione di bambini e adolescenti la pluralità, e in questo senso trovi il mio accordo nel riconoscere che esistono forme educative plurali e differenti, di sensibilità, approcci e metodi sia una ricchezza atta a dar vita a visioni e relazioni più articolate e approfondite di sè e della realtà per gli studenti e per gli stessi educatori. Non sono certo in linea, però, con quella  visione rigidamente manichea e settoriale che proponi. Una prospettiva più fluida e dinamica ricca di contaminazioni, come la vedi?
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

stefano

Bluemax, francamente non capisco tutta questa smania di rivendicare il "sapere di stampo maschile".

Il sapere per quanto ne so è di tutti,è multiforme,non è statico,si tramanda e si trasforma,nessuna 
categoria o razza umana puo dirsi detentore del sapere.Il sapere per lungo tempo è stato prodotto dai maschi,
quando non si permetteva alla donna di accedervi,come non lo si permetteva alle classi inferiori,
ma poi c'è stato un progresso sociale per l'uguaglianza e i diritti di tutti,
e anche questo ha prodotto "sapere".

La superiorità di genere che tu rimpiangi ci farebbe fare
un salto all'indietro di secoli,e tutti i sacrifici le sofferenze di chi ha lottato contro l'oppressione
andrebbero persi con tutto il "sapere" che hanno generato.Questo progresso include la parità uomo-donna e 
io capisco che questo,come ogni cambiamento,possa portare con se problemi e conflitti,
che le cose non vadano sempre per il verso giusto,ma appellarsi al "sapere di stampo maschile" 
mi sembra il peggio che si puo fare,un rimpianto insensato.

Spesso chi si proccupa della propria superiorità di genere o raziale ama le statistiche,
va a vedere quante sono state le donne scienziate,i neri filosofi,i gialli artisti...e stranamente
trova sempre tutti i dati a lui favorevoli.
Ma chi ama veramente il sapere non si cura se questo sia maschile femminile cinese africano,
lo ama in ogni caso.Non fa statistiche per vedere chi è il migliore.
Tu Bluemax ami il sapere?

InVerno

Citazione di: bluemax il 22 Maggio 2018, 14:23:28 PM
Visto che hai citato i "ventimila anni" ti ricordo che sopratutto nella prima parte di quei ventimila anni la gran parte delle società umane erano matriarcali e matrilineari

Questo è interessante. Dico davvero... :)
ho passato l'intera pausa pranzo a cercare questa cosa ma non ne ho trovato traccia se non in funzione di divinità femminili (il che mi pare giusto visto che la terra è madre).
se possibile puoi darmi qualche dritta ? Mi interessa veramente (anche se il concetto di maschile e femminile esula dal potere. Intendevo altro. Colpa mia che mi sono spiegato male )

grazie :)
Per il contesto Europeo di solito ci si riferisce agli studi di Marjia Gimbutas e successivi ampliamenti di ciò, l'idea che l'Europa fosse dominata da una vasta rete di società matriarcali può essere solamente provata tramite la diffusione endemica del culto della dea madre, quindi non ti aspettare granchè di diverso, se non gigantesche collezioni di idoli a riguardo. Non diversamente le culture della mezzaluna fertile presentano pressochè la stessa evoluzione, la differenza è che  per l'area irano-siriana il cambiamento è fatto risalire alla rivoluzione agricola, mentre per l'Europa dall'invasione di popolazioni patriarcali a cavallo (popoli kurgan) che avrebbero portato ad un veloce cambiamento di paradigma sociale eccetto che nelle zone difficilmente raggiungibili (es. Sardegna). Il concetto di femminile e maschile di per se esulano dal potere, ma il potere non esula da chi lo esercita, la tesi (secondo me contestabile, e contestata) della Gimbutas che queste società fossero in completa pace e senza nessuna ambizione bellica lo dimostra, i culti fallici successivi lo dimostrano, senza tirare fuori la psicoanalitica, è ovvio come la sessualità e le ambizioni sessuali vadano a stabilire le forme del potere.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

Citazione di: stefano il 22 Maggio 2018, 22:59:26 PM
Bluemax, francamente non capisco tutta questa smania di rivendicare il "sapere di stampo maschile".

Probabilmente mi sono espresso male. (anzi togliamo il probabilmente) sto semplicemente affermando che nelle scuole, oggi dominate da insegnanti di sesso femminile, quindi con una mente femminile, e quindi differente dal modo di pensare maschile (e differente non significa superiore o inferiore), vengono insegnati concetti, filosofie, scoperte, arti che provengono dalla mente maschile. Queste insegnanti tramandano un sapere non loro, non di loro stampo se vogliamo, e questo ha effetti nel tramandare il sapere.
Nella stessa misura se fosse insegnato come "allattare" un bambino o similari da Uomini verso Donne il risultato sarebbe simile. 

Il sapere per lungo tempo è stato prodotto dai maschi,
quando non si permetteva alla donna di accedervi,come non lo si permetteva alle classi inferiori,
ma poi c'è stato un progresso sociale per l'uguaglianza e i diritti di tutti,
e anche questo ha prodotto "sapere".

Beh... su questo si potrebbe discutere... il sapere è aperto alle donne da ormai 100 anni.. Non mi pare abbiano proposto grandissime cose se non in ambito medico. Questo non per loro mancanza ma per il semplice fatto che la loro mente non puo' ugualiare quella maschile in ambito di "voglia" di scoprire. La mente maschile è più curiosa quella femminile meno. (da libri di psicologia). Da considerare anche il fatto che spesso si raggiungono risultati in un certo "campo" anche grazie alla collaborazione. Cosa in cui gli uomini da migliaia di anni lo fanno egregiamente, cosa invece quasi impossibile per la femmina (Ed anche qua non sigifica che una sia meglio dell'altra)

La superiorità di genere che tu rimpiangi ci farebbe fare
un salto all'indietro di secoli,e tutti i sacrifici le sofferenze di chi ha lottato contro l'oppressione
andrebbero persi con tutto il "sapere" che hanno generato.

non parlo di superiorità di genere ma di DIFFERENZA di genere come è giusto che sia.
Al limite volevo far notare come la donna non ha mai sofferto come oggi e non è mai stata denaturalizzata come oggi.
Se vuoi posso ricordarti intere letterature dedicate alla Donna... guerre scoppiate per Lei e l'estremo valore che mentre ieri aveva oggi assolutamente non ha in quanto Uoma... (o meglio caricatura di un uomo)

Tu Bluemax ami il sapere?

io amo capire e forse amo la Donna più di molti altri uomini

Sto cercando di capire un fenomeno che vede questa  

tramutata in questa 

nel giro di pochissimi anni.
Sto cercando di capire come è stato possibile che i due generi da COLLABORATIVI per lo sviluppo della propria specie come avviene in ogni essere vivente sono diventati COMPETITIVI. Sto cercando di capire chi o cosa ha fatto si che la "femmina" umana voglia tramutarsi in una caricatura dell'uomo e per quale motivo. Sto cercando di capire come sia stato possibile far PREFERIRE alla femmina umana il ruolo maschile (ossia quello di cacciare [lavorare] per occuparsi della compagna e prole)  che quello di essere madre. Sto ancora cercando di capire come mai i programmi TV siano ossessionati nel proporre questo modello denigratorio del maschio a favore della femmina creando uno scompenso epocale  ed inoltre sto cercando di capire come mai la donna sia diventata cosi' violenta dimenticandosi della sua femminilità...


ciao :)

cvc

Citazione di: bluemax il 23 Maggio 2018, 09:29:21 AM
Citazione di: stefano il 22 Maggio 2018, 22:59:26 PM
Bluemax, francamente non capisco tutta questa smania di rivendicare il "sapere di stampo maschile".

Probabilmente mi sono espresso male. (anzi togliamo il probabilmente) sto semplicemente affermando che nelle scuole, oggi dominate da insegnanti di sesso femminile, quindi con una mente femminile, e quindi differente dal modo di pensare maschile (e differente non significa superiore o inferiore), vengono insegnati concetti, filosofie, scoperte, arti che provengono dalla mente maschile. Queste insegnanti tramandano un sapere non loro, non di loro stampo se vogliamo, e questo ha effetti nel tramandare il sapere.
Nella stessa misura se fosse insegnato come "allattare" un bambino o similari da Uomini verso Donne il risultato sarebbe simile.

Il sapere per lungo tempo è stato prodotto dai maschi,
quando non si permetteva alla donna di accedervi,come non lo si permetteva alle classi inferiori,
ma poi c'è stato un progresso sociale per l'uguaglianza e i diritti di tutti,
e anche questo ha prodotto "sapere".

Beh... su questo si potrebbe discutere... il sapere è aperto alle donne da ormai 100 anni.. Non mi pare abbiano proposto grandissime cose se non in ambito medico. Questo non per loro mancanza ma per il semplice fatto che la loro mente non puo' ugualiare quella maschile in ambito di "voglia" di scoprire. La mente maschile è più curiosa quella femminile meno. (da libri di psicologia). Da considerare anche il fatto che spesso si raggiungono risultati in un certo "campo" anche grazie alla collaborazione. Cosa in cui gli uomini da migliaia di anni lo fanno egregiamente, cosa invece quasi impossibile per la femmina (Ed anche qua non sigifica che una sia meglio dell'altra)

La superiorità di genere che tu rimpiangi ci farebbe fare
un salto all'indietro di secoli,e tutti i sacrifici le sofferenze di chi ha lottato contro l'oppressione
andrebbero persi con tutto il "sapere" che hanno generato.

non parlo di superiorità di genere ma di DIFFERENZA di genere come è giusto che sia.
Al limite volevo far notare come la donna non ha mai sofferto come oggi e non è mai stata denaturalizzata come oggi.
Se vuoi posso ricordarti intere letterature dedicate alla Donna... guerre scoppiate per Lei e l'estremo valore che mentre ieri aveva oggi assolutamente non ha in quanto Uoma... (o meglio caricatura di un uomo)

Tu Bluemax ami il sapere?

io amo capire e forse amo la Donna più di molti altri uomini

Sto cercando di capire un fenomeno che vede questa

tramutata in questa

nel giro di pochissimi anni.
Sto cercando di capire come è stato possibile che i due generi da COLLABORATIVI per lo sviluppo della propria specie come avviene in ogni essere vivente sono diventati COMPETITIVI. Sto cercando di capire chi o cosa ha fatto si che la "femmina" umana voglia tramutarsi in una caricatura dell'uomo e per quale motivo. Sto cercando di capire come sia stato possibile far PREFERIRE alla femmina umana il ruolo maschile (ossia quello di cacciare [lavorare] per occuparsi della compagna e prole)  che quello di essere madre. Sto ancora cercando di capire come mai i programmi TV siano ossessionati nel proporre questo modello denigratorio del maschio a favore della femmina creando uno scompenso epocale ed inoltre sto cercando di capire come mai la donna sia diventata cosi' violenta dimenticandosi della sua femminilità...


ciao :)
Forse bisognerebbe anche domandarsi come mai il prototipo di bellezza cui si ispira l'uomo oggi non è più Amedeo Nazzari o Clarke Gable ma altri ideali più glabri e magari makeupizzati. Il fatto è che è normale che cambino i costumi, meno lo è che i paradigmi prposti vengano subito accettati e assimilati senza nemmeno ragionarci un pò.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.