sopravvivenza, benessere e licenza

Aperto da viator, 28 Agosto 2019, 17:05:34 PM

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viator

Salve. A fronte delle colossali tematiche sollevate dalla evoluzione socio-cultural-demografica del genere umano, riflettendo sulle loro conseguenze biologiche e psichiche a livello invece individuale, mi son trovato a concludere che l'intera umanità è tutto sommato stratificabile (ovviamente in termini generalissimi ed approssimativi) all'interno di tre classi o categorie esistenziali le quali corrispondono (anzi, sono addirittura generate da-) a delle analoghe classi storico-sociali ben note.

Le tre categorie esistenziali corrisponderebbero alle diverse e progressive condizioni di "soddisfazione" (intesa soprattutto come avvenuta realizzazione di certi requisiti) che circondano gli appartenenti a tali "classi".

Abbiamo così la classe-categoria di coloro che hanno vissuto o vivono dovendo affrontare quotidianamente i problemi relativi alla pura SOPRAVVIVENZA.
La condizione della sopravvivenza indica lo stato al cui interno si deve deve essere pronti anche ad affrontare sofferenza fisica e fatica estreme per evitare la morte.
Sociologicamente e storicamente costoro sono i "PRIMITIVI" (coloro che vivono fuori di ogni società od ai gradini più bassi delle società tradizionali).

Le moderne società capitalistiche hanno introdotto una qualche mitigazione di tale condizione estrema ed animalesca, sostituendo la sopravvivenza con il concetto economico-mercatistico di SUSSISTENZA, al quale corrisponde l'attuale condizione esistenziale e classe sociale detta "PROLETARIATO".


La seconda classe-categoria sarebbe quella includente coloro che hanno superato la condizione di bieca necessità di sopravvivenza o sussistenza (cioè che possono assolvere "automaticamente", facilmente, sicuramente, i bisogni fisiologici, le occasioni di eccessive fatiche e pericoli, le necessità connesse al mantenimento della loro condizione sociale).
Cioè quella di chi vive in condizione di BENESSERE (ricordarsi che stiamo parlando di condizioni sociomateriali, anche se esse avranno sempre influenza psichica sul soggetto coinvolto).
Il concetto di benessere si realizza quindi all'interno di un soddisfacente equilibrio che ci pone al di sopra ed al di fuori dei bisogni e necessità, permettendo non solo il loro sicuro e costante adempimento, ma anche il godimento della consapevolezza di poterli adempiere, sotto forma di sicurezza psicosociale la quale ultima, quando si estende ad una frangia sufficientemente estesa di popolazione, genererà la classe-categoria sociale nota come "BORGHESIA".

Infine, spostandoci a livelli socioesistenziali ai quali sia i bisogni che le necessità che il benessere risultano "superati" perchè adempiuti o acquisiti, avremo la classe-categoria di chi può dedicarsi ampiamente se non principalmente a ciò che è oltre di essi, quindi alle FACOLTA'. Le facoltà, notoriamente, sono l'infinito insieme di tutto ciò che qualcuno può fare avendone l'intenzione ed i mezzi, e che comunque egli può anche astenersi dal fare senza subirne alcuna penalizzazione.
Ora, quale classe-categoria sociale sarebbe quella costituita da coloro che possono dedicarsi soprattutto alle facoltà (che in termini correnti possono anche venir chiamate piaceri, vizi, hobbies, interessi intellettuali od artistici etc. etc.) ?.
Semplicemente dovremmo chiamarla classe della LICENZA e chi la compone "i LIBERI", dal momento che ciò che li accomuna è soltanto la mancanza di costrizioni nel loro fare. La categoria quindi potrà includere ricchi redditieri, parassiti, capitalisti di successo, artisti, intellettuali e numerose altre sottocategorie).

A questo punto direte : Vabbè, ci hai descritto in modo abbastanza contorto e cerebrale la composizione delle società umane, aspetto per nulla originale ed arcinoto. A questo punto cosa dovremmo imparare ?.

Sapete, quanto sopra l'ho scritto per poter far risaltare una certa analogia.

A me è sembrato di notare che la natura abbia generato l'uomo e poi le sue strutture psicologiche e quindi sociali (che l'uomo pensa di aver evoluto da sè (bum!)) nello stesso identico modo in cui essa ha prodotto i meccanismi della......riproduzione.
Attraverso la sequenza bisogni-necessità-facoltà.

La riproduzione individuale rappresenta un bisogno della vita nel suo insieme.
La sopravvivenza individuale rappresenta un bisogno della società nel suo insieme.
A natura e società non interessa che il singolo individuo si riproduca o sopravviva.
Quindi si tratta di bisogno da assolvere collettivamente, non importa a cura di chi.


La riproduzione, per svolgersi, richiede il benessere (la salute) degli organismi che devono riprodursi.
Il benessere (socioeconomico) dei suoi membri rappresenta lo scopo dell'esistenza di qualsiasi società.
Sia natura che società abbisognano del benessere (anche se diversamente inteso) dei loro membri per raggiungere i propri scopi, perciò il benessere rappresenta la necessità.


Infine, trasferendoci a livello completamente umano, la riproduzione (divenuta nel frattempo sesso augurabilmente consapevole) diventa una facoltà RIGOROSAMENTE INDIVIDUALE, per cui per il singolo non fa più parte delle costrizioni.
Quindi avremo che la riproduzione:


  • è un bisogno a livello biologico, collettivo umano (sociale) e che come tale viene affrontato e adempiuto soprattutto ai livelli sociali più bassi;
  • è sia un bisogno che una facoltà (oppure nessuna delle due) (quindi, complessivamente, la chiameremo una necessità) a livello individuale umano in quanto l'adempierla o meno viene lasciata alla discrezione del singolo. Socialmente infatti saranno le classi intermedie quelle che maggiormente speculano sulla convenienza o meno di maggiori o minori dimensioni di una famiglia "progettuale".

È una facoltà "completa" solo per coloro che possono tutto sommato trascurare le conseguenze pratiche della fertilità o accantonarne in partenza gli effetti, comportamenti questi maggiormente diffusi presso le classi "evolute" od abbienti.


La vita è la società necessitano dei bisogni per esistere. Essi sono che esista la riproduzione (per la vita) e che esista la molteplicità (dei suoi membri, per la società).


La vita e la società abbisognano delle necessità per esistere producendo i loro scopi. Esse sono il fatto che qualcuno si riproduca (per la vita) e che il benessere regni per quanti più possibile (per la società).


La vita e la società abbisognano delle necessità per esistere producendo i loro scopi i quali sono la diffusione universale e sempre VARIEGATA della vita e la diffusione universale ma sempre VARIEGATA (mai egualitaria) del benessere.


Si rifletta un poco sul fatto che l'uomo abbia o meno la possibilità di crearsi un mondo diverso, nei suoi indirizzi essenziali, da quelli che hanno fatto l'uomo e le sue costruzioni sociali. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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