Senescĕre

Aperto da doxa, 24 Aprile 2021, 16:58:00 PM

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doxa




Senescenza e invecchiamento non sono sinonimi: la senescenza è connessa con il periodo più tardivo dell'invecchiamento, corrisponde alla vecchiaia o senilità.


La senescenza si conclude con la morte.


Ci sono persone che cercano di contrastare i segni del tempo che passa con massaggi, creme, lifting, altre, invece, accettano il cambiamento fisico come un evento naturale.


Il filosofo della politica e giurista Norberto Bobbio, morto nel 2004 all'età di 95 anni, in una intervista al quotidiano "Il Tempo" nel 1996 disse: "Alla mia età si vive un penoso momento esistenziale: ci si rende conto di aver poco tempo per fare le cose che si vorrebbe, e si è consapevoli d'essere ormai incapaci di farle in fretta. Il vecchio è consegnato al tempo lento. La memoria può mantenersi sveglia, ma la velocità di connessione procede al piccolo trotto".


Nel suo libro "De senectute" dice che la vecchiaia non è bella, non conduce alla saggezza, e i ricordi servono per ricostruire la trama della propria vita.


Nella nostra storia letteraria ci sono testi retorici per esaltare la virtù e la piacevolezza della vecchiaia, come il "De senectute" di Cicerone, scritto nel 44 a. C. all'età di 62 anni, e l'Elogio della vecchiaia, scritto da Paolo Mantegazza alla fine del XIX secolo. Tali libri fanno l'apologia della vecchiaia, la sdrammatizzazione della morte. Questa è considerata da Cicerone secondo il modulo classico del disprezzo della morte.


La vecchiaia è diventata un problema sociale, non solo perché è aumentato il numero dei vecchi, ma anche perché è aumentato il numero degli anni che si vivono da vecchi.Comunque il Covid sta aiutando l'INPS ed altri enti previdenziali.


Si dice che la vecchiaia non è drammatica ma purtroppo dura poco. Non la pensano così i vecchi malati, non autosufficienti. Essi, al contrario, credono che la vecchiaia duri troppo tempo. 


Parlando con altri anziani ho capito che chi ha avuto una vita piacevole combatte per non morire, cerca il miglior ospedale, le migliori cure per prolungare la vita. Invece chi ha avuto una vita tribolata ed è malato ha voglia di finirla al più presto. Per curarsi gli va bene qualsiasi ospedale e qualsiasi cura, non pretende l'accanimento terapeutico.


Il vecchio soddisfatto di sé e il vecchio disperato sono due atteggiamenti estremi, entro i quali ci sono altri modi di vivere la vecchiaia: l'accettazione passiva, la rassegnazione, l'indifferenza, l'ostinazione a non voler vedere le proprie rughe, l'indebolimento fisico; o, al contrario, il distacco dai problemi quotidiani, il raccoglimento nella riflessione o nella preghiera.


La vecchiaia non è scissa dal resto della vita precedente: è la continuazione della vita precedente, dell'adolescenza, la giovinezza, la maturità. C'è il vecchio sereno e quello mesto, il soddisfatto giunto tranquillamente alla fine della vita, l'inquieto che ricorda i suoi sbagli; chi assapora la propria vittoria e chi non riesce a cancellare dalla memoria le proprie sconfitte.


La dimensione in cui vive il vecchio è il passato. Il tempo del futuro è per lui troppo breve perché si preoccupi di ciò che avverrà. 


Nella rimembranza il vecchio che non ha malattie cerebrali ritrova sé stesso, la sua identità, nonostante i molti anni trascorsi, le tante vicende vissute. Nel ripercorrere i luoghi della memoria ti si affollano attorno i morti, le persone che hai conosciuto o amato e non ci sono più.

Ipazia

Aggiungerei ai testi citati questo recentissimo che associa la decadenza senile al desiderio e risolve la senescenza nell'opera d'arte compiuta.

Interessante il parallelismo con l'adolescenza, focalizzando in entrambi i passaggi esistenziali il salto senza rete dalle certezze e sicurezze, rispettivamente, dell'infanzia e dell'età adulta. In tale superamento delle colonne d'Ercole, oltre i paesaggi noti e confortevoli, unica bussola il desiderio che riempie di significato ciò che sfugge alle certezze prestabilite.

Due età che, citando Proust, potremmo definire del tempo cercato e del tempo ritrovato. E nel desiderio liberato.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#2
Grazie Ipazia per la segnalazione del libro di Francesco Stoppa. Lo acquisterò !  :)


"Laudator temporis acti se puero" (= lodatore del tempo passato quando egli era fanciullo) scrisse Orazio nell'Ars poetica (173. Il poeta scrisse la frase pensando alle persone anziane che non potendo far rivivere gli anni passati, vi tornano con la memoria. [size=78%]Orazio critica tale comportamento, perché denota in loro l'incapacità di accogliere le innovazioni, di adeguarsi al progresso. [/size]

La vecchiaia rende consapevole l'individuo che la maggior parte del suo cammino è compiuto.

Nel post precedente ho citato Paolo Mantegazza e il suo libro titolato "Elogio della vecchiaia". L'autore si liberava dal pensiero della morte con uno sbrigativo "Basta non pensarci. Perché farsi tormentare dal pensiero della morte ?".




[/size]Un noto imprenditore bresciano, Bruno Dall'Oglio,  bravo poeta nel tempo libero, scrisse questo testo titolato  [size=78%]"Voli di fantasie":
[/size]
"Resiste la mia vita, sta lì ad ali chiuse- come un gabbiano sazio – a farsi cullare dalle acque agitate degli anni.
Specchiandomi resto deluso da come mi vedo – e non me ne importa – perché   l'io che ho dentro è un'altra cosa.

Ogni ragazza che passa sparge il suo fuoco – ed io ne vengo scottato.

Tante cose alla mia età fanno ancora gola – compreso l'amore – anche se poi non combino niente.

Non giudicatemi da quel che scrivo – ben altro fui nella vita – e vi racconto brano a brano".

doxa

Causa tempo scaduto nel post precedente, posto qui quel che è rimasto "inevaso".


Un noto imprenditore bresciano, Bruno Dall'Olio, poeta nel tempo libero, scrisse questo testo titolato "Voli di fantasie":


"Resiste la mia vita, sta lì ad ali chiuse  -come un gabbiano sazio-  a farsi cullare dalle acque agitate degli anni.

Specchiandomi resto deluso da come mi vedo  -e non me ne importa-  perché l'Io che ho dentro è un'altra cosa.

Ogni ragazza che passa sparge il suo fuoco, ed io ne vengo scottato.

Tante cose alla mia età fanno ancora gola  -compreso l'amore-  anche se poi non combino niente.

Non giudicatemi da quel che scrivo  -ben altro fui nella vita- e vi racconto brano a brano".

bobmax

Ma la vita che rallenta ti offre comunque un'ultima occasione. Forse la più generosa da quando sei nato.

Perché proprio quella vita ormai agli sgoccioli allenta finalmente la presa su di te.
Ti stai liberando della vita! Di tutte quelle pulsioni, quei desideri, piaceri, che ti hanno condizionato.

Se lo accetti, che il gioco ormai sta finendo, se non brami un ritorno impossibile a quello che fosti, perché sarebbe come rinnegare ciò che ora sei, allora ti si offre la preziosa occasione.

L'occasione che hai in realtà sempre avuto, ma che era difficile da cogliere tanto eri coinvolto nel flusso della vita.

Ora ti è più facile coglierla.
E i morti che ti si affollano attorno son più vivi dei vivi.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jean

Cit. - Il filosofo della politica e giurista Norberto Bobbio, morto nel 2004 all'età di 95 anni, in una intervista al quotidiano "Il Tempo" nel 1996 disse: "Alla mia età si vive un penoso momento esistenziale: ci si rende conto di aver poco tempo per fare le cose che si vorrebbe, e si è consapevoli d'essere ormai incapaci di farle in fretta. Il vecchio è consegnato al tempo lento. La memoria può mantenersi sveglia, ma la velocità di connessione procede al piccolo trotto".

Pur essendo ancora ben distante dall'età di Bobbio ne condivido il pensiero, salvo per l'uso del termine "penoso" e tuttavia ammirato per l'altro – connessione – non solo per l'aderenza del filosofo ai nuovi tempi (informatici).

Penso che molti, giunti a una certa età o avute avvisaglie della fine dei tempi (riferiti al singolo) cerchino in diversi modi di adeguarsi, stante che l'accettazione è la risposta energeticamente meno dispendiosa, sovente formalizzata in un testamento o ultime volontà.

Ricordo che Massimo Troisi individuò il suo compimento nel film "Il postino" per il quale dette tutto se stesso, riuscendo a terminarlo poco prima della fine. Tuttavia ci sono compimenti che non mi convincono, quelli delle personalità politiche in primo luogo, tenacemente aggrappate alle loro posizioni, e quelli di chi ha troppo più del necessario.

Nella dimensione del mio piccolo karma (cfr. Carlo Coccioli) i compimenti che prediligo son quelli artistici (rispettando al massimo grado chi, vivendo un grande karma, propenda per quelli umanitari) così che aspirerei a terminare la stesura dei miei cinque romanzi (due completati e tre iniziati), intervallandoli con poesie, prose, raccontini e riflessioni che sto man mano pubblicando gratuitamente nel mio blog, con ciò pagando il debito con l'ispirazione cui devono/devo tutto.

Ringraziando l'amico Doxa per la discussione proposta, Ipazia per il suggerimento letterario (dal quale ho tratto lo spunto per un approfondimento a venire), Bobmax per il suo sottile sense of humor, concludo con una mia poesia in tema.


Madonna agosto 2017


Se ti guardi attorno man man che scorre il tempo,
ti vien da riprender in mano il pennel col quale 
d'ogni maggiore evento, al par del breve lampo,
ponesti nella tela la sua traccia mentale.

Sbiadiscono con l'anni i color e la sostanza,
il baldo giovinotto s'incurva ed è sconfitto
sì che costretto deve richiuder la sua stanza
e tolto il paradiso rimirar il soffitto.

Le piccole creature sortiscon da fessure,
alcune per l'agguato distendono la tela
altre seppure in volo si posson dir sicure.
Il gioco della vita svolgendosi rivela

la sua crudele legge mai venuta meno:
perché possa sbocciare il fiore delicato,
perché possa godere l'amata dell'amato,
quel che un giorno sorse ritorna nel terreno.

Un dì nel cuor del nulla qualcosa t'ha toccato,
pur non abbastanza per rivelarsi appieno,
pur non più a lungo del guizzo d'un baleno,
ancor riportò vita al fior ch'era seccato.



Cordialement
Jean

 


doxa

Buonasera Bob, è interessante il tuo post.


Hai scritto
CitazionePerché proprio quella vita ormai agli sgoccioli allenta finalmente la presa su di te.
Ti stai liberando della vita! Di tutte quelle pulsioni, quei desideri, piaceri, che ti hanno condizionato.


Io penso che la quotidianità impedisca alla vita di "mollare la presa", perché ogni giorno ci sono cose da fare e l'individuo agisce senza pensare alla possibile morte.  Per esempio continua ad acquistare merce a rate, con  finanziamento della durata di due o più anni. Non pensa che la tarda età può impedirgli, causa morte, di  onorare il prestito. Va beh ci sono gli eredi che subentrano nei pagamenti se restano inevasi.


La senescenza è connessa con la fragilità del fisico, con la malinconia, con il pensiero della caducità umana. Con la vecchiaia giungono i dolori articolari, in particolare le rotule. Le cose che sei abituato a fare  in giardino costano fatica. Ti vedi invecchiare, come se il corpo andasse per conto suo e non puoi fermarlo.


Bob mentre ti scrivo mi sovviene alla mente il Libro del Siracide, di genere sapienziale, in particolare il terzo capitolo:


1Figli, ascoltate me, vostro padre,
e agite in modo da essere salvati.
2Il Signore infatti ha glorificato il padre al di sopra dei figli
e ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
3Chi onora il padre espia i peccati,
4chi onora sua madre è come chi accumula tesori.
5Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
6Chi glorifica il padre vivrà a lungo,
chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre.
7Chi teme il Signore, onora il padre
e serve come padroni i suoi genitori.
8Con le azioni e con le parole onora tuo padre,
perché scenda su di te la sua benedizione,
9poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
10Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
11la gloria di un uomo dipende dall'onore di suo padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
12Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
13Sii indulgente, anche se perde il senno,
e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore.
14L'opera buona verso il padre non sarà dimenticata,
otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.
15Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te,
come brina al calore si scioglieranno i tuoi peccati.
16Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta sua madre è maledetto dal Signore.
17Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
18Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
19Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
20Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
21Non cercare cose troppo difficili per te
e non scrutare cose troppo grandi per te.
22Le cose che ti sono comandate, queste considera:
non hai bisogno di quelle nascoste.
23Non affaticarti in opere superflue,
ti è stato mostrato infatti più di quanto possa comprendere la mente umana.
24La presunzione ha fatto smarrire molti
e le cattive illusioni hanno fuorviato i loro pensieri.
25Se non hai le pupille, tu manchi di luce;
se ti manca la scienza, non dare consigli.
26Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male,
chi ama il pericolo in esso si perderà.
27Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
28Per la misera condizione del superbo non c'è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
29Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
30L'acqua spegne il fuoco che divampa,
l'elemosina espia i peccati.
31Chi ricambia il bene provvede all'avvenire,
al tempo della caduta troverà sostegno.

doxa

#7
Complimenti Jean, mi piace la tua poesia.


Gli anziani sono parte fondamentale della società:  consumano, decidono se un prodotto funziona oppure no,  votano e influenzano la politica in maniera decisiva.

Il giornalista Giampaolo Pansa te lo ricordi ?

Poco tempo prima di morire pubblicò il libro titolato "Vecchi, folli e ribelli. Il piacere della vita nella terza età": parla degli anziani raccontando alcune storie.

Gli fu chiesto se non fosse stato meglio scrivere un libro sui giovani. Pansa rispose: "Macché, i giovani si arrangino... Dei giovani non me ne frega niente. Quello che va detto è che gli anziani non hanno più il ruolo di una volta nelle famiglie e allora cercano di ritagliarsi altri spazi. Perché no? Anche perseguendo il piacere o un amore in tarda età. E queste situazioni nessuno le racconta. Con esistenze così lunghe e con una vitalità che dura negli anni, è necessario prendere atto che non è possibile considerare gli anziani come soprammobili".

Ed aggiunse: "Vecchiaia, eufemisticamente detta "terza età" o "quarta età". Affresco desolante di vecchi ossessionati dalla prostata, circuiti dalle badanti, snobbati dai figli, incupiti dall'impoverimento, terrorizzati dalla criminalità, confinati in squallidi bilocali di periferia, che lanciano strali contro gli immigrati, i politici ladri, le banche assassine.
La vecchiaia riflette soprattutto lo sfacelo fisico.
Nella "terza età" il piacere è diluito nelle piccole cose quotidiane, come il poter invecchiare insieme alla propria compagna, nelle stanze dove hai vissuto le stagioni più felici, tra i tuoi ricordi, i libri che hai raccolto, i mobili che hai acquistato, i quadri che ti hanno accompagnato".

Jean il tuo "compimento" di scrittore è attività benemerita.  penso che sei d'accordo  con quanto disse Giampaolo Pansa: "Scrivere mi conferma di essere vivo e mi dà l'illusione di non morire".


p. s. Nell'età della vecchiaia sono più "rompiballe" gli uomini o le donne ?

Stamane al supermercato ho avuto una discussione con una "leggiadra anziana" che voleva passare avanti nella fila alla cassa  :D

bobmax

Ciao Doxa.

Sì, l'opportunità che offre la vecchia è proprio questa: vivere per la morte.
Dovremmo sempre vivere per la morte.

Non nel senso di esserne schiacciati, dalla morte, affatto!
Vivere per la morte significa vivere per davvero, dando valore ad ogni istante di vita.

Ma come ben osservi, siamo presi dalla quotidianità, come se la morte non esistesse.
Ma senza la morte, la vita è vuoto meccanismo.

Il corpo va da sempre per conto suo, solo che solitamente non ce ne rendiamo conto.
Fino a quando riusciamo a cogliere l'occasione di considerare cosa vale per davvero in questa nostra vita.
E la vecchia è forse la migliore occasione per comprenderlo. Prima è più difficile.
Ma appunto, perché solitamente non viviamo per la morte.

Il padre può dare al figlio il dono più grande, proprio con la fragilità della propria vecchiaia.
Con la sua debolezza offre al figlio infatti la preziosa opportunità di amarlo per davvero, di esprimere quella lealtà che ha le radici nelle profondità dell'essere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

#9
In vecchiaia sono più "rompiballe" quelli che lo erano anche da giovani.

Anche a me è piaciuta la poesia di Jean con quel finale balenante che racconta il nulla (poetico) della felicità.

L'ultimo desiderio
corteggia la morte
l'unica amante
ancora sconosciuta
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

doxa

#10
Ipazia ha scritto


CitazioneIn vecchiaia sono più "rompiballe" quelli che lo erano anche da giovani


Ecco un esempio di par condicio.  :D

Buongiorno Ipazia. A volte mi allieti la giornata con perle di saggezza a me sconosciute


"L'ultimo desiderio
corteggia la morte
l'unica amante
ancora sconosciuta".


Questi versi poetici sono tuoi ? In tal caso brava !


A proposito della morte, il genetista Edoardo Boncinelli nel suo libro dedicato alla genetica afferma che nel genoma c'è il nostro "grande libro".


Secondo Boncinelli la nostra vita finisce a causa del disinteresse che la natura ha per gli individui dopo che si sono riprodotti. Alla selezione naturale non serviamo dopo che ci siamo riprodotti. Si prova disagio ad accettare questa realtà, perché la logica della natura non corrisponde alla vita affettiva o professionale che ci motiva a vivere in salute e longevi. 


"Non è la morte a dover far paura ma è l'invecchiamento e tutto ciò che l'invecchiamento porta con sé: fragilità, impotenza, ridotta mobilità, dolori articolari, perdita dei denti, calo della vista e dell'udito, corruzione fisica del corpo. Bisogna arrendersi, accettare il declino del corpo.
La morte dura un attimo, invece la vecchiaia può prolungarsi per anni, umilia il corpo ed in parte anche lo spirito.
Invecchiando s'impara che quelle che contano non sono le cose  ma è il diverso modo in cui si guarda alle cose".

bobmax

Ho scritto due volte "vecchia" invece di "vecchiaia".
Pur avendo riletto...
Potrei imputare la mia svista all'età, o all'invadenza del suggeritore dell'editor... ma non è che a vent'anni fossi tanto diverso.  :)
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Girando diversamente la citazione di Boncinelli possiamo osservare che la natura nella sua saggezza, togliendo progressivamente i piaceri della vita, ed aumentando parimenti i dispiaceri, allevia il pensiero doloroso del trapasso e lascia alfine spazio alla contemplazione spassionata del grande mistero della vita.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

"Muore giovane chi è caro agli dei" dicevano gli antichi greci, preferendosi una morte eroica da giovani, ricordati, che da vecchi, dimenticati. La teoria di Boncinelli avrebbe senso se , dopo esserti riprodotto, e passata la giovinezza, te ne andassi rapidamente, ma che senso ha che la natura ti abbia magari programmato per arrivare a cento e passa anni, come in molti casi?  Dei quali te ne fai 30-40 di vecchiaia? Se godi di buona salute (una minoranza) la vecchiaia può essere un tempo fecondo per l'animo, ma se la passi tra dolori, piaghe e file all'ospedale...Penso che, arrivati ai 65 anni e notando già molti problemi seri di salute, sia opportuno non curarsi più e lasciarsi andare, così da abbreviare i lunghi anni di sofferenza che attendono il malcapitato. Tanto  poi, sia che ti curi oppure ti lasci andare, la natura ne è del tutto fredda, cinica e distaccata. Almeno non diventi un peso per i figli.

doxa

#14
Buongiorno Alex, permettimi di consolare il tuo pessimismo ...

Anche se nella tarda età di solito nell'uomo non c'è corrispondenza tra pensiero e azione e si rimane  al "vorrei ma non posso", il desiderio sessuale e il piacere estetico che si riceve nel guardare l'immagine corporea giovanile sono presenti anche a 80 anni ed oltre.

La sobrietà ? Va bene ! Ma questa non impedisce di amare. Nella tarda età una nuova relazione amorosa è meno idealizzata, più realistica, ma sempre bella !


E' un'esperienza rinvigorente, un elisir di benessere che allontana la percezione della vecchiaia intesa come decadimento, perdita e fine.

Sentirsi coinvolti/e, soddisfatti della relazione amorosa, è un dono che si riesce ad assaporare meglio. 


Mentre  sto scrivendo penso al film del 2019 "I migliori anni della nostra vita", diretto dal regista Claude Lelouch, con Jean Louis Trintignant,  Anouk Aimée e la partecipazione di Monica Bellucci


Lo straordinario film è un immaginario seguito dei due protagonisti del film del 1966 "Un uomo, una donna", con Jean-Louis (nel ruolo di pilota automobilistico) ed Anouk Aimée (nel ruolo di giovane segretaria di edizione, rimasta vedova).


Cinquant'anni dopo l'ex pilota di corse automobilistiche vive in una casa di cura con gravi problemi di memoria, con momenti di lucidità, mentre Anne gestisce un negozio ed è mamma e nonna a tempo pieno .


Per aiutare moralmente il padre, il figlio di Jean-Louis  cerca Anne (la donna che l'anziano uomo, scorbutico e solitario,  ha amato e perduta, senza una ragione particolare, ma della quale parla spesso con rimpianto)  e la convince ad andare a trovare il suo vecchio amore Jean, sperando che l'incontro lo aiuti a migliorare Il suo stato di salute.


Anne va da Jean, i due s'incontrano, lui sembra non riconoscerla, ma resta colpito dalla voce, dallo sguardo, dalla dolcezza della donna.


Dopo  quell'incontro , Anne  torna a trovare Jean, che in qualche frangente  riesce a riconoscerla, e così i due ripercorrono la loro storia  fatta di ricordi, vicini come allora, complici di quel sentimento che sfida il tabu sociale di due anziani che sanno guardarsi e parlarsi d'amore.


Nel film "Les plus belles années d'une vie" l'attrice Monica Bellucci interpreta la figlia di Jean-Louis, che aiuta il padre a ricordargli la vita perché lui ha perso la memoria o fa finta di non averla.


Nel film le immagini del passato e del presente si combinano, in un vivace avanti e indietro con la pellicola del 1966 di cui  si vedono volti e luoghi in epoche diverse: la stanza d'hotel del primo incontro, la spiaggia su cui hanno passeggiato, la corsa in macchina. Possiamo seguire i segni che il tempo ha lasciato sui protagonisti, interrogarsi su cosa sia loro accaduto nel frattempo.


E' un film sentimentale, romantico, nostalgico. Quando Anouk e Jean Louis si guardano non c'è solo l'emozione ma la passione e la voglia di piacersi.


C'è un grande tabu sociale su questo. Ci si invecchia e per la società non esisti più dal punto di vista dell'amore, invece i sentimenti ci sono sempre.


L'amore è l'arte del presente.


L'amore contro la morte, nella consapevolezza che il primo soccombe. Prima, però, è ancora in grado di farci sentire la sua forza.


p.s. ho inserito due belle immagini riguardanti gli attori citati ma il frustrante "meccanismo" le rifiuta.  ;D