Salvini e il mito degli anni '80

Aperto da anthonyi, 18 Giugno 2020, 11:56:45 AM

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anthonyi


In una recente intervista da Floris, Salvini ha parlato del suo desiderio che l'Italia ritorni quella degli anni '80, quando c'era la lira e, a suo dire, l'economia era più forte di quella Tedesca.
Come ha fatto notare qualcuno, da buon populista, Salvini non parla a caso, ma sceglie di parlare di cose che fa piacere ascoltare.
Questo vuol dire che ci sono tante persone che guardano con nostalgia a quel tempo spensierato, quello della Milano da bere, del potere Craxiano.
Ma negli anni '80 si stava veramente così bene ? E comunque, se qualcuno lo pensa, perché lo pensa ?

Jacopus

S. sfrutta il bias cognitivo che normalmente abbiamo tutti, secondo il quale il passato sarebbe sempre migliore del presente e del futuro. E' anche il bias cognitivo che ha permesso a miriadi di mitologie, di parlare di età dell'oro, in contrapposizione all'attuale "arida" realtà.
Al di là di questo, vi era, nell'Italia degli anni '80 una struttura economica e sociale completamente diversa da quella attuale. Intanto il mondo comunista o era in declino, o era ancora in una fase di strutturazione dell'industria di base, che non poteva avere un ruolo concorrenziale. I paesi in via di sviluppo, anch'essi non erano un problema per l'economia italiana. Negli anni 80 inoltre entrava prepotentemente nel mondo del lavoro l'ultima tornata di baby boomers, quelli della prima metà degli anni '60. Al di là delle contrapposizioni esistenti, vi era un diverso galateo istituzionale, di rispetto e di formalismi, che presupponevano un rispetto per le istituzioni, che oggi non c'è più. Vogliamo parlare della classe dirigente, degli intellettuali di allora contrapposti a quelli di oggi? Non faccio nomi, ma il confronto è scioccante. Inoltre vi era un collante fortissimo che oggi manca, ovvero la cultura cattolica, virata proprio in quelli anni in "cattocomunismo", secondo il fortunato neologismo coniato da Giorgio Bocca.
Gli anni '80 sono stati anche l'ultimo scorcio di tempo in cui il capitalismo è stato temperato da un welfare state in grado di correggerne le peggiori storture. Sono gli anni in cui si è lentamente attivato realmente il potere degli enti locali, regioni in primo luogo. Gli anni in cui hanno preso vita in modo concreto riforme come quella dell'interruzione di gravidanza, la riforma del sistema penitenziario, con la legge Gozzini, la riforma del sistema sanitario legato alla salute mentale (abolizione dei manicomi).
Sarebbe potuta essere una grande occasione per l'Italia, avvelenata prima e troncata poi, dal nepotismo e dalla corruzione politica, destinata ad (apparentemente) interrompersi con la stagione di mani pulite all'inizio del nuovo decennio.
In ogni caso si può parlare solo di nostalgia. Le condizioni economiche e sociali sono talmente cambiate che un ritorno ad allora è sostanzialmente impossibile. Se qualche sovranista riuscisse a farlo, con l'assenso della maggioranza degli italiani, ne vedremo delle belle. Potrebbe essere, solo l'anticamera di un governo autoritario in stile polacco-ungherese o peggio.
Ciò perchè non vi sono più le relazioni e la struttura economica di allora. L'Italia non può più giocare sul suo ruolo di pilastro atlantico, contro la sovversione comunista, che tanto gli ha giovato fino alla caduta del muro di Berlino.
E' evidente però, che la stragrande maggioranza degli elettori sovranisti non sono in grado di comprendere quello che ho scritto, e una minoranza sfrutta questo per poter fare carriera politico/economica tramite questa massa di semianalfabeti.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi


Sono interessanti i paradossi di questa nostalgia, in effetti Salvini che, oltre ad essere populista, è sovranista, parla di un tempo nel quale, come hai fatto notare anche tu Jacopus, l'Italia era una pedina importante nello scacchiere internazionale e quindi, con una sovranità più ridotta di quella odierna.
Da non dimenticare poi la grande battaglia economica di Craxi per combattere l'inflazione, puntando cioè a un sistema monetario più stabile (Forse anche nella prospettiva di una integrazione monetaria con l'Europa), mentre il nostalgico Salvini, con i compari Borghi e Bagnai vedono quello che allora era visto come un grande problema come la panacea di tutti i mali.

viator

Salve Anthonyi e Jacopus. Citando Anthonyi : "..........l'Italia era una pedina importante nello scacchiere internazionale e quindi, con una sovranità più ridotta di quella odierna".

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Secondo me,.........appunto ! L'Italia ha sempre funzionato meglio quando appunto si trovava sotto tutela. La tutela USA faceva dell'Italia una pedina degli interessi strategici USA (Inutile fare i pìagnoni, visto che la guerra l'abbiamo persa noi, non gli USA !) il cui perseguimento ci toglieva sovranità (cioè limitava la nostra atavica tendenza a far casino da soli, come sta avvenendo di questi tempi in cui agli USA non interessiamo quasi più e nessuna altro è così demente da rimetterci sotto tutela), ma ci sollevava anche da certi problemi di rapporti con l'Estero non-USA.

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L'Italia HA BISOGNO di vivere sotto la tutela di qualcuno dal momento che gli italiani continuano a non esistere come corpo sociale omogeneo. Lasciata a sè stessa si rivelerà consistere solamente in una crosta geografica in balia degli eventi planetari a noi esterni. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sapa

Bè, che negli anni 80 l'economia italiana fosse più forte di adesso, al di là del paragone con la Germania, è secondo me un dato incontrovertibile. Lira o non lira, la nostra industria produceva ed era concorrenziale,  l'agricoltura era al top e, proprio in quegli anni, è cominciato il suo declino. Oggi, cosa siamo diventati? Un paese che vive di turismo ed agroalimentare, se non avessimo dei brand made in Italy  quasi inimitabili, saremmo al livello della Grecia. Detto ciò, io sono d'accordo con Jacopus, si tratta di nostalgia di tempi irrimediabilmente andati, nei quali la politica e le istituzioni avevano ben altro impatto e spessore, al netto di una corruzione strisciante che, comunque, dura anche oggi. Di Salvini che dire? Bisognerebbe aver sentito tutta l'intervista, ma in ogni modo se ha parlato di "bei tempi andati della lira" augurandosene il ritorno, dimostra ancora una volta la sua inadeguatezza. Io non lo chiamerei nemmeno "populismo", ma semplice incapacità di pensare a qualcosa di innovativo, questo, come del resto molti suoi colleghi, non ha proprio idea di cosa si potrebbe fare. Lo posso anche capire, non è certamente facile immaginare come poter risolvere problemi grossi e ben radicati come quelli che ha l'Italia, ma se ci si riduce a sperare nei ritorni al passato, forse sarebbe l'ora di pensare a cambiare mestiere. Io, da cittadino, posso anche indulgere nelle nostalgie per i bei tempi andati, lui, da politico, decisamente no. A margine di tutto ciò, io continuo con stupore a chiedermi come faccia sto soggetto a non prenderci, da mesi e mesi, nemmeno una volta per sbaglio: prima, al culmine del suo successo, si è sfilato dal governo indecente che aveva lui stesso messo in piedi coi 5S, convinto ingenuamente di poter andare subito all'incasso, poi, travolto anche lui dall'emergenza Covid, è andato a pietire di essere ammesso pariteticamente alle varie "cabine di regia" di quel filibustiere di Conte, per recuperare un po' di visibilità mediatica, col risultato di rendersi complice e  compartecipe di tutte gli errori compiuti dallo stesso. Il mio giudizio è sulla persona e sul politico, non sulla Lega, ma per me lui lì è limitato alquanto.Scusate se mi sono lasciato andare a considerazioni politiche, ma se si apre un post su Salvini, diventa inevitabile, secondo me.

anthonyi


In realtà, sapa, io non ho aperto un post su Salvini, l'ho usato come un pretesto, comunque le tue opinioni su di lui in gran parte le condivido. Salvini è un campione d'eccellenza del movimentismo politico che caratterizza i nostri tempi, il populismo.
Lui non si domanda cosa fare, ma concentra la sua attenzione su quello che deve dire, su dove deve apparire, e questo gli ha fatto sicuramente gioco per qualche tempo, anche se sembra che quei bei tempi siano finiti, sia perché ha trovato un "filibustiere" che in questo è più bravo di lui, sia perché il pubblico sta anche cambiando e dà meno importanza all'apparire, è significativo al riguardo il fatto che un personaggio assente dai Media come Speranza abbia superato Salvini negli indici di fiducia.


sapa

Citazione di: anthonyi il 27 Giugno 2020, 11:52:06 AM

.. sia perché ha trovato un "filibustiere" che in questo è più bravo di lui...
Sì, la dote  migliore di Conte, oltre all'eloquio, è la paracu.aggine.Dote che, in Italia, viene secondo me erroneamente scambiata per capacità politica.


anthonyi

Citazione di: sapa il 27 Giugno 2020, 17:13:11 PM
Citazione di: anthonyi il 27 Giugno 2020, 11:52:06 AM

.. sia perché ha trovato un "filibustiere" che in questo è più bravo di lui...
Sì, la dote  migliore di Conte, oltre all'eloquio, è la paracu.aggine.Dote che, in Italia, viene secondo me erroneamente scambiata per capacità politica.

C'è però un momento nel quale Conte dimostra di avere gli attributi, ed è proprio quando rifiuta di dimettersi dopo la richiesta di Salvini, costringendo lo stesso al confronto in parlamento. A me quella situazione faceva pensare a un film con Johnny Dorelli e Paolo Villaggio, nel quale Johnny Dorelli, mecenate in difficoltà giudiziarie e finanziarie, usa Paolo Villaggio come testa di legno per intestargli provvisoriamente il suo patrimonio contando sulla sua stupidità, ma poi al momento clou Paolo Villaggio rinsavisce e si tiene tutto, gnocche comprese.

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