Riflessioni sul concetto di femminicidio e sul rapporto tra i generi.

Aperto da Socrate78, 23 Novembre 2023, 18:15:40 PM

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Jacopus

Belle parole Phil ma molto retoriche. Ovvio che non tutta la violenza di genere è assimilabile al patriarcato. Mutatis mutandis, tutti gli incidenti sono imputabili all'alcool? No. L'alcol bevuto dagli automobilisti è un problema? Si. Tutte le violenze alle donne sono imputabili al patriarcato? No. Il patriarcato è un problema? Sì! (Chi di retorica ferisce, di retorica perisce).

"andavo incontro al precipizio con tale cecità che mi vergognavo, tra i miei compagni, di non essere altrettanto spudorato, perché li sentivo vantare le loro scelleratezze e tanto più gloriarsene quanto più erano turpi; e mi ci abbandonavo anch'io, non solo per il piacere dell'atto in sè, ma anche per le lodi che ne ricavavo...per evitare il biasimo, mi immergevo nel vizio e dove mancavo di colpe che mi eguagliassero a quei corrotti me ne inventavo di immaginarie". Chi scrive è Agostino di Ippona nelle Confessioni, primo libro di psicoanalisi della storia umana. Ebbene risulta chiaro da questo passo che Caivano può essere stata scatenata da questo bisogno mimetico degli adolescenti di fare gruppo. La violenza come rito associativo o la devianza come rito associativo non hanno niente in comune con il patriarcato, così come il narcisista antisociale ( guardate la faccia di Angelo Izzo quando parla dei suoi omicidi, quello non è patriarcato, è disturbo antisociale), così come la violenza d'impeto o quella meditata. Una causa non esclude l'altra. La violenza è simile all'immagine del cespuglio che si usa ora per rappresentare l'evoluzionismo. Uno dei rami di quel cespuglio, un ramo particolarmente robusto ed antico, è il patriarcato. Ma vi sono molti altri degnissimi rami, portatori del loro generoso tributo di sangue.

Infine, una raccomandazione, non tirate in ballo motivazioni pseudobiologiche perché così mi costringereste a scrivere risposte ancora più lunghe di quelle che ora scrivo, con vostro grave noncumento.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Citazione di: Jacopus il 30 Novembre 2023, 00:10:29 AMOvvio che non tutta la violenza di genere è assimilabile al patriarcato
Il punto diventa allora quale violenza di genere è assimilabile al patriarcato, ma non era questa domanda ad essere il fulcro del topic (se non l'ho frainteso). Nel contesto di questo topic mi è parso di capire il tema fosse il collegamento fra il patriarcato e il femminicidio (partendo da un caso in particolare) ed è sicuramente a quello che ho cercato di riferirmi nei miei ragionamenti (scegliendo di non approfondire il rapporto tra generi in altri contesti, come citato nel titolo; questione su cui non mi sono espresso, mi pare). Anche i casi che citi, come giustamente osservi, non sono imputabili al patriarcato, quindi... la domanda che ho posto alla prima riga rimane aperta, e se la risposta non comprende il femminicidio, allora siamo d'accordo; se invece lo comprende, bisognerebbe provare almeno a spiegare adeguatamente il perché e quanto. Detto altrimenti: se non dimostri che oggi (non decenni addietro) c'è da noi qualche incidente-femminicidio dovuto all'alcol-patriarcato, non dovresti concludere che l'alcol-patriarcato è una delle cause di incidente-femminicidio solo perché l'alcol-patriarcato in altri contesti è deleterio. E se trovi dei casi, dovresti poi esplicitarne il peso statistico sul totale dei femminicidi, altrimenti dimostreresti al massimo che si tratta di una causa nel minore dei casi; con tutto il rispetto dei singoli casi ovviamente, ma qui si parlava in generale, se non sbaglio.
Per il resto, non mi pare di aver usato motivazioni pseudobiologiche, ma ben vengano obiezioni a quanto ho scritto o approfondimenti in merito, se pertinenti al discorso, ovviamente (se mi parli di bonobi, di amazzoni, del fatto che anche le donne hanno il testosterone e altre considerazioni nozionistiche che alla fine, stringendo, non confutano i miei argomenti spiccioli, allora le mie semplici osservazioni, ti confesso, continueranno a sembrarmi plausibili, nonostante prolusioni accademiche "tangenti" ma non "secanti").

Ipazia

Il femminicidio di Saman Abbas e gran parte dei femminicidi del rapporto ONU avvengono in aree dove tra donne e animali domestici c'è poca differenza e questa minorità di genere è ovviamente di valenza patriarcale etnico-religiosa.

In occidente questa minorità di genere è stata superata giuridicamente da pochi decenni, sul piano economico-professionale langue e su quello psicologico la nostalgia e il malamente rimosso continuano a fare danni in una varietà di sindromi che vanno dal piagnisteo all'apologia della violenza maschilista e dello stupro. Con oscillazioni comportamentali imprevedibili.

Emblematici personaggi di long patriarcato rintracciabile anche in epigoni attuali:

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_novembre_28/ghira-guido-izzo-oggi-circeo-26e5e285-2282-47e4-95c4-992c4a41exlk.shtml

"Lo stesso Izzo che, anni dopo, sintetizzerà così a Franca Leosini la sua Weltanschauung: «Le donne per noi erano pezzi di carne, non persone». E che, in altre interviste, spiegherà: «Eravamo guerrieri. Rapinavamo, stupravamo, uccidevamo. Questa era la nostra mentalità. Unico vincolo: la nostra amicizia»".

Troppe volte ritornano. E sempre col vincolo mentale della solidarietà maschilista, post o neo patriarcale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Grazie Ipazia per l'assist, che mi serve per rettificare parzialmente il mio precedente post. Ovvero, la multifattorialità causale della violenza contro le donne è come un cespuglio i cui rami non sono indipendenti ma interconnessi, per cui una personalità antisociale come Izzo, troverà parte della sua giustificazione alla sua violenza anche nel pensiero patriarcale. In ognuno di noi non esiste una causalità unica. Non siamo un motore a benzina, anche se vorrebbero farcelo credere. Siamo un insieme di motivazioni profonde dentro di noi che ci fanno fare quello che facciamo, il più delle volte condizionate in modo irreversibile dalle nostre esperienze nei primi cinque anni di vita. È qui che entra in gioco la politica, fissando la direzione verso una società migliorata, più giusta ed equa, nella quale i richiami alla biologia non dovrebbero avere spazio, essendo noi animali etici e neuroplastici, innervati in un mondo culturale che ha superato il livello "natura".
Quando si tratta di motivare le proprie azioni non si butta via niente, come con il maiale e pertanto questi simbolici rami del cespuglio della violenza non sono separati ma si intersecano e in quelle intersezioni possono incrementano la loro vitalità. Sta a noi trovare i modi, gli antiparassitari per debellare quei rami ed è una lotta che l'uomo combatte da sempre come raccontato in modo sublime da Freud in "Il disagio della civilità".
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Citazione di: Phil il 29 Novembre 2023, 22:50:59 PMSe può servirti la mia opinione in merito, per me, non è fantomatico il femminicidio come categoria; anzi, di per sé funziona egregiamente, come accennavo:Semmai è dunque fantomatico il suo rapporto con il "patriarcato", che a sua volta diventa fantomatico, se ognuno lo connota a modo suo (e il modo in cui si usa e/o strumentalizza il linguaggio, non è mai innocuo o innocente).
Il pensare che la violenza di genere, semplicemente in quanto tale, sia inevitabilmente imputabile al "patriarcato" (comunque esso venga inteso) è ipotesi infatti falsificata dalla biologia, dalla psicologia e anche dalle statistiche sulla violenza più ad ampio spettro. Notoriamente (o quasi) il maschio umano tende ad essere più violento per natura biologica, non per storia culturale (che si basa, inevitabilmente, anzitutto sulla natura umana). Se così non fosse, non ci sarebbero alcuni accertati denominatori comuni fra le varie culture di tutte le epoche, tipo che le faccende violente (caccia, guerra, altri lavori con il sangue, etc.) erano sono svolte solitamente dai maschi (e citare la popolazione sperduta che aveva amazzoni armate mentre gli uomini intrecciavano vimini è solo la classica eccezione che conferma la regola, se guardiamo i famosi dati). Sostenere il contrario, ossia che sia il patriarcato a rendere il maschio violento, significa rovesciare la causa con l'effetto (un po' come sostenere che le donne hanno il ciclo perché sono stati inventati gli assorbenti, e non viceversa, quasi non ci fosse una natura pulsante come fondamento inevitabile, per quanto manipolabile). Chiaramente l'uomo nei secoli ha imbrigliato tale natura "sanguinaria", sebbene, come dimostra proprio il permanere di comportamenti violenti, omicidi, etc. c'è ancora quella parte naturale che a volte emerge prepotentemente in alcuni soggetti (il che inibisce qualunque velleità giusnaturalista, sempre fermo restando che la descrizione antropologica non va confusa con un giudizio etico). Dal punto di vista psicologico (o psichiatrico), è altrettanto chiaro che un violento, anche se in precedenza non conclamato, che ha problemi ad elaborare civilmente un rifiuto, reagirà in modo spiacevolmente violento, non perché "così si usa nel patriarcato" o perché il patriarcato lo ha "allevato" come violento (ci sono forse corsi serali per stupratori e assassini? E cosa dicono le leggi del patriarcato riguardo stupri e omicidi?), ma perché quella è la sua "natura" individuale; non uccide in quanto "figlio sano del patriarcato", ma in quanto persona che reagisce violentemente a rifiuti emotivi e che resterebbe tale anche se la portassimo in un contesto matriarcale, a Paperopoli o sulla Luna (spero non ci sia bisogno di ricordare che nel dire questo non lo sto né assolvendo né tantomeno giustificando, ma solo cercando di descrivere la non-pertinenza dall'"alibi patriarcale"). I soggetti femminicidi sanno benissimo che, cultura patriarcale o meno, verranno inevitabilmente braccati, processati e puniti; peccato per loro, e soprattutto per le vittime, che in quei momenti di violenza non ci pensino troppo (il che dimostra ulteriormente quanto conti il patriarcato in certe situazioni di pura "animalità").
Fare un sottoinsieme di tutti gli omicidi e chiamarlo «femminicidio» è più che legittimo; la differenza di "senso" la fanno le categorie (e i dati contestualizzati) con i quali si prova poi ad interpretare tale fenomeno. Così come in altri contesti può anche aver senso analizzare il fenomeno del patriarcato... una volta concordato chiaramente su cosa si intende con tale termine.
Quando smisi di credere in Dio avevo dieci o undici anni. Di sicuro non furono motivi ideologici a farmi desisistere da tale fede, però mi ricordo ben che tra i comandamenti figurava il "non desiderare la roba degli altri" e il "non desiderare la donna di altri". Non so se in questi ultimi cinquantacinque anni i religiosi si siano adeguati ai tempi, ma questo è di fatto quel che sempre fecero transitando per Copernico prima e la teoria dell'evoluzione in successione. Resta comunque che i promotori delle religioni occidentali fossero uomini, non certo donne. Resta, e confido sul dato fornito da Jacopus, che solo nel 1996 il reato di violenza sessuale sia divenuto reato contro la persona quando già da molto tempo prima lo scippo era considerato reato contro la persona. Non vedo quindi in queste concessioni un progresso della donna, ma solo un concedere del maschio perché era ormai divenuto insostenibile esimersi dal farlo. Quello che finora ha ottenuto la donna l'ha ottenuto grazie a se stessa riuscendo ad intrufolarsi nel mondo del lavoro, e ancora il maschio tenta di ostacolarla ... tenta appunto, perché non riesce più ad arginare la sua onda. Se non è pertanto il patriarcato a favorire certe gesta sarà forse la sua crisi. È vero comunque che è dalla pura animalitá che scaturiscono certi gesti violenti, ma l'emersione della pura animalitá fonda pur sempre su di un terreno culturale. Infatti nel primo post in questo topic, esulando dal patriarcato, sostenevo che si vive in una società molto competitiva. Comunque io tremo all'idea di un mondo diretto dalle donne con tutte le fisse che hanno per la sicurezza ... Fortuna che ho sessantacinque anni e per me i giochi sono ormai fatti

Phil

@Jacopus @Ipazia 

La questione che avevo posto mi sembrava ben delineata: «oggi», «da noi», etc., ma se mi si risponde parlando dell'Africa e di singoli casi di 50 anni fa, ciò avvalara ulteriormente le mie ipotesi. Ribadisco:
Citazione di: Phil il 30 Novembre 2023, 01:10:20 AMse non dimostri che oggi (non decenni addietro) c'è da noi qualche incidente-femminicidio dovuto all'alcol-patriarcato, non dovresti concludere che l'alcol-patriarcato è una delle cause di incidente-femminicidio solo perché l'alcol-patriarcato in altri contesti è deleterio. E se trovi dei casi, dovresti poi esplicitarne il peso statistico sul totale dei femminicidi, altrimenti dimostreresti al massimo che si tratta di una causa nel minore dei casi; con tutto il rispetto dei singoli casi ovviamente, ma qui si parlava in generale, se non sbaglio.
E pare non siano arrivate smentite nemmeno sul piano "pseudobiologico"; sarà tutta questione di "long-patriarcato apologetico".

baylham

Oggi, da noi, si continua ad educare la maggioranza della popolazione a "non desiderare la donna d'altri", che è la summa del patriarcato millenario nelle relazioni sessuali.

Oggi, da noi, il relativo potere maschile, effetto di millenarie differenze biologiche ed economiche, sta lentamente lasciando spazio al relativo potere femminile.

Che il femminicidio stia in relazione col patriarcato per me è scontato. Comunque il femminicidio o il patriarcato non è un problema degli uomini, è un problema del sistema sociale: che le donne siano parte del sistema e quindi del problema non dovrebbe affatto stupire. 

 

Ipazia

Citazione di: Phil il 30 Novembre 2023, 10:44:15 AM@Jacopus @Ipazia

La questione che avevo posto mi sembrava ben delineata: «oggi», «da noi», etc., ma se mi si risponde parlando dell'Africa e di singoli casi di 50 anni fa, ciò avvalara ulteriormente le mie ipotesi. Ribadisco:E pare non siano arrivate smentite nemmeno sul piano "pseudobiologico"; sarà tutta questione di "long-patriarcato apologetico".

No, di long-patriarcato ideologico coi suoi colpi di coda per cui 50 anni sono nulla. Anche l'islam pareva in profonda crisi un secolo fa. Invece ...

Il maschilismo trap è già un indicatore che il tanfo sta tornando, e lo zoccolo duro di violenza maschilista e maschile, intrecciato col "da loro" che migra "da noi", con l'aggiunta di pandemia di stupri metropolitani, insieme a molteplici altre violenze, dovrebbe far rizzare le antenne a chiunque.

Sì, l'imprinting patriarcale è duro da rimuovere e alimenta ideologicamente il trend violento in tempo reale con un proprio specifico rigurgito.

Non lo butterei in caciara statistica negazionista con gli infortuni sul lavoro e le guerre di mafia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Il mondo dei dialoghi è bello perché è sempre vario: ci sono le argomentazioni e le contro-argomentazioni, ma anche le frasi retoriche, i "minestroni", gli "avvertimenti", i neologismi, gli slogan, i sincretismi, etc.
Nel mio piccolo avevo chiesto, con una discreta precisione di parametri spazio-temporali (mi pare), argomentazioni sul discusso rapporto patriarcato/femminicidio e... come si dice in spagnolo? Nada. O meglio, molta roba dall'elenco soprastante tranne proprio le argomentazioni (lasciamo stare addirittura le dimostrazioni).
E se l'ancoraggio statistico diventa «caciara»(?) e una posizione di pensiero diventa «negazionismo»(!) solo perché non la condividiamo, ma poi non viene minimamente confutata, inizio a sospettare che di argomentazioni ne vedrò ben poche (e magari abbonderà tutto il resto riguardo a tutt'altro: islam, trap, pandemie, infortuni, mafia, etc.). D'altronde, l'esperienza dialogica è anche esperienza di incomprensione, più o meno "inconsciamente voluta".

InVerno

Citazione di: baylham il 30 Novembre 2023, 12:18:20 PMOggi, da noi, si continua ad educare la maggioranza della popolazione a "non desiderare la donna d'altri", che è la summa del patriarcato millenario nelle relazioni sessuali.
Posso testimoniare il contrario. Un mio amico di infanzia mi ha rubato il telefono per cercare foto intime della mia compagna, io sono uno all'antica e gli ho fatto un cazziatone, lui invece è già più moderno e oltre a questi concetti patriarcali e tenta di masturbarsi pensando alle donne "di altri" come segno di convivio e amicizia, sono sicuro che quelli come lui stanno aumentando quindi non ti preoccupare!
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

L'ancoraggio statistico sono i femminicidi, gli stupri, le violenze domestiche. Se uno li vuole vedere come danni collaterali di una violenza di n.d.d gli faccio presente che le discriminazioni di genere hanno una storia millenaria che non si cancella attraverso un articolo della Costituzione, ma cambiando i comportamenti e i loro motori consci e inconsci. Operazione decisamente più complessa e lunga di un articolo di legge.

L'argomento "noi"/"loro" non regge di fronte alla permeabilità di pulsioni radicate nel profondo, rispetto alle quali nessuno garantisce che l'Africa diventerà come l'Europa e non viceversa. Da donna non intendo minimizzare il rischio e resto fedele, anche per motivi di prevenzione, al "non una di meno".

La partita non si gioca qui, e neppure nei social e media, ma nei centri antiviolenza dove non si fanno, per vittime e carnefici, distinzioni di razza, lingua, religione e opinione politica. Una visita in quei posti fornirà quantità industriali di "dimostrazioni" e "argomentazioni".

https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2023-03/giornata_internazionale_della_donna_2023-02-28_elaborato_8_marzo_-_final.pdf
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: Ipazia il 30 Novembre 2023, 21:08:34 PMUna visita in quei posti fornirà quantità industriali di "dimostrazioni" e "argomentazioni".
Riguardo il rapporto patriarcato femminicidio, di cui chiedo notizie ormai da tempo? No, anche lì nada argomentazioni e dimostrazioni, perché le vittime di femminicidio le trovo solo all'obitorio (se si ritrovano) e il fantomatico nesso causale con il patriarcato mi sarebbe invece piaciuto trovarlo, non essendo nei dati, nelle argomentazioni di chi lo sostiene (senza confondere femminicidio con violenza di genere, stupro, teocrazie islamiche, etc. perché sono situazioni comunque differenti, se evitiamo i suddetti "minestroni" di cui vanno ghiotti i media e le piazze, il cui ingrediente "segreto", non per tutti i palati, è la superficialità d'analisi).

Ipazia

Purtroppo la psiche umana è un minestrone e il gene del patriarcato, come la proteina spike, si trova ovunque, con effetti diversi se va al cervello, al cuore o ai genitali.

Neppure Azzeccagarbugli troverebbe i paletti di confine tra patriarcato, maschilismo e violenza di genere, anche se sarebbe bravo a creare distinzioni a suo uso e consumo da sfoggiare in tribunale, magari spacciandole per profondità di analisi.

Società sicuramente patriarcali come quelle islamiche sono maschiliste e praticano forme legalizzate di violenza di genere. Trovo capzioso cercare di sezionarne gli specifici contorni.

Personalmente eviterei di usare il "patriarcato" come collante di tutti i fenomeni, viste le penose condizioni di padri e famiglie da "noi". Resterei ferma al meno elegante "maschilismo", riversabile urbi et orbi in contesti etnico-religiosi anche molto lontani tra loro, perché di natura prettamente psicologica.

Dalle molteplici sfumature, confluenti tutte in obitori e centri antiviolenza. A cui si rimanda per gli approfondimenti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

@Phil : circa la reciproca incomprensione ti propongo intanto questo stralcio di quel dialogo tra me e me che postai a suo tempo:
"Le cose pertanto, e poi basta con queste cose, il significato delle cose (interpreta: la mente non realizza l'immagine, bensì una storia di quell'immagine, la quale è in primo luogo individuale) rappresenterebbe il muro dove si riflette l'eco della tua imperscrutabile domanda (alla realtà, alle cose, agli eventi). Ma quel muro, maledettamente simile a quello degli altri eppur separato a volte da incolmabili abissi, sta ancora dentro la tua testa!!! La realtà è sinonimo perfetto di conoscenza e di consapevolezza, e non sta lì fuori, lì dove fino al giorno del giudizio la Scienza pensava che si trovasse. Questo è l'inganno"....
In secondo luogo nel dialogo scritto manca il tono, manca il ritmo, per i vedenti manca la gestualità del volto e del corpo. Il significato da solo a volte non è sufficiente. Più di una volta mi succede di non capire quello che dite, a volte come l'ultima perché ho letto I commenti con poca attenzione, a volte perché non scorgo proprio il senso di quello che si comunica.
Detto questo non capisco quando sostieni che nessuno argomenta. A me non sembra proprio di fare alcun minestrone. Ho additato una società troppo competitiva, ma questa sarebbe comunque inscritta all'interno del tempo che si aprì con le religioni. Ci sono dei gesti nella storia che determinano conseguenze che stanno tutte sotto l'ombrello di quel gesto d'apertura fintanto che questo stesso non avrà esaurito completamente la sua forza. E intanto il papa se ne sta ancora lì a Roma con la sua verità sotto al culo. Si può dire senz'altro che viviamo in un periodo ibrido, ma fintanto che non vi sia un nuovo ecumenismo laico si navigherebbe sine ullo dubio in un mare di contraddizioni. Allora si potrebbe inserire forse la violenza di genere come risultato di tale confusione mentale, ma dati i precedenti pre-rinascimentali non mi sembra il caso. Comunque, come ha detto Ipazia e non solo lei, bisognerebbe recarsi nei centri anti-violenza per rendersi conto del fenomeno. O forse l'omicida Turetta era un matto? Va bene, ci sta, ma quando tali matti divengono seriali, nel senso che sono in molti, sarà d'obbligo chiedersi come mai. Mi sembra infine che tu ti preoccupi più che altro di non far confusione nel categorizzare

baylham

Citazione di: Phil il 29 Novembre 2023, 22:50:59 PMSe può servirti la mia opinione in merito, per me, non è fantomatico il femminicidio come categoria; anzi, di per sé funziona egregiamente, come accennavo:Semmai è dunque fantomatico il suo rapporto con il "patriarcato", che a sua volta diventa fantomatico, se ognuno lo connota a modo suo (e il modo in cui si usa e/o strumentalizza il linguaggio, non è mai innocuo o innocente).
Il pensare che la violenza di genere, semplicemente in quanto tale, sia inevitabilmente imputabile al "patriarcato" (comunque esso venga inteso) è ipotesi infatti falsificata dalla biologia, dalla psicologia e anche dalle statistiche sulla violenza più ad ampio spettro. Notoriamente (o quasi) il maschio umano tende ad essere più violento per natura biologica, non per storia culturale (che si basa, inevitabilmente, anzitutto sulla natura umana). Se così non fosse, non ci sarebbero alcuni accertati denominatori comuni fra le varie culture di tutte le epoche, tipo che le faccende violente (caccia, guerra, altri lavori con il sangue, etc.) erano sono svolte solitamente dai maschi (e citare la popolazione sperduta che aveva amazzoni armate mentre gli uomini intrecciavano vimini è solo la classica eccezione che conferma la regola, se guardiamo i famosi dati). Sostenere il contrario, ossia che sia il patriarcato a rendere il maschio violento, significa rovesciare la causa con l'effetto (un po' come sostenere che le donne hanno il ciclo perché sono stati inventati gli assorbenti, e non viceversa, quasi non ci fosse una natura pulsante come fondamento inevitabile, per quanto manipolabile). Chiaramente l'uomo nei secoli ha imbrigliato tale natura "sanguinaria", sebbene, come dimostra proprio il permanere di comportamenti violenti, omicidi, etc. c'è ancora quella parte naturale che a volte emerge prepotentemente in alcuni soggetti (il che inibisce qualunque velleità giusnaturalista, sempre fermo restando che la descrizione antropologica non va confusa con un giudizio etico). Dal punto di vista psicologico (o psichiatrico), è altrettanto chiaro che un violento, anche se in precedenza non conclamato, che ha problemi ad elaborare civilmente un rifiuto, reagirà in modo spiacevolmente violento, non perché "così si usa nel patriarcato" o perché il patriarcato lo ha "allevato" come violento (ci sono forse corsi serali per stupratori e assassini? E cosa dicono le leggi del patriarcato riguardo stupri e omicidi?), ma perché quella è la sua "natura" individuale; non uccide in quanto "figlio sano del patriarcato", ma in quanto persona che reagisce violentemente a rifiuti emotivi e che resterebbe tale anche se la portassimo in un contesto matriarcale, a Paperopoli o sulla Luna (spero non ci sia bisogno di ricordare che nel dire questo non lo sto né assolvendo né tantomeno giustificando, ma solo cercando di descrivere la non-pertinenza dall'"alibi patriarcale"). I soggetti femminicidi sanno benissimo che, cultura patriarcale o meno, verranno inevitabilmente braccati, processati e puniti; peccato per loro, e soprattutto per le vittime, che in quei momenti di violenza non ci pensino troppo (il che dimostra ulteriormente quanto conti il patriarcato in certe situazioni di pura "animalità").
Fare un sottoinsieme di tutti gli omicidi e chiamarlo «femminicidio» è più che legittimo; la differenza di "senso" la fanno le categorie (e i dati contestualizzati) con i quali si prova poi ad interpretare tale fenomeno. Così come in altri contesti può anche aver senso analizzare il fenomeno del patriarcato... una volta concordato chiaramente su cosa si intende con tale termine.

Il patriarcato è proprio questo: è prima di tutto biologia, poi economia. La biologia non è esogena al sistema patriarcale, è il suo fondamento, è endogena. 

Il potere principale è proprio quello di minacciare o di dare la morte, potere del guerriero, del militare, potere che i maschi detengono, a cui sono allenati fin dalla nascita, il resto consegue.

Proprio perche il patriarcato è basato sulla biologia i tempi del cambiamento sono lunghissimi, non bastano i cambiamenti giuridici di appena cinquant'anni.


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