Riflessioni e provocazioni

Aperto da anthonyi, 06 Settembre 2020, 08:32:00 AM

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anthonyi


Riflettendo su un interessante dibattito che sembra essersi sviluppato nella sezione nuovi iscritti mi sono reso conto di un fatto.
La costruzione delle idee sicuramente si realizza nella mente per effetto di opportune riflessioni. Perché la mente si attivi, però, è necessaria una scossa di energia emotiva e questa può essere data da comunicazioni di tipo provocatorio che sollecitano la riflessione stessa e che quindi sono parte attiva nel dibattito razionale.
In altri termini la dicotomia Comunicazione razionale/Comunicazione emotiva è molto più labile di quanto convenzionalmente si pensi.

Jacopus

Tutta una corrente psicologica piuttosto recente detta della mindfullness, esprime e cerca di approfondire questo nesso. La mente "emozionale" è  molto potente, perché è quella che si trova nelle zone più antiche del nostro cervello. È necessario però che questa mente si confronti continuamente con la mente più evoluta, quella che si è formata attraverso lo sviluppo della corteccia. Il blocco di questo scambio comunicativo può condurre a persone/società che si lasciano sedurre da messaggi emotivi/urlati/sussurrati, privi di fondamento razionale, oppure al contrario da messaggi totalmente razionalizzati,  che si concentrano sulle procedure, rimuovendo il fondamento (anche emotivo) di ciò che si fa. Solo il contatto emotivo, ci fa entrare in uno stato empatico, ma per non diventare fusionali dobbiamo risvegliare la nostre parti calcolatrici.
È una specie di ping-pong.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sapa

E con questo rientriamo, a mio avviso, nel topic aperto da Socrate78, dove, invece che di comunicazione, si parlava di azione razionale/azione emotiva. Lì si qualificava la prima come antidoto contro la seconda (di origine passionale e, in generale, "bruta"). Non sono intervenuto, a tal proposito, ma concordo che sia che si tratti di comunicazione, sia, in senso più lato, di azioni, la dicotomia è piuttosto labile.

Phil

La differenza fra comunicazione razionale/comunicazione emotiva è quella fra comunicare riflettendo (o rileggendo) e comunicare istintivamente, comunicare considerando il contesto in cui lo si fa e comunicare come se facessimo un discorso interiore; è un po' la differenza fra un saggio argomentativo e una poesia, una confutazione "di testa" e un'invettiva "di pancia" (o di cuore, per i più romantici).
Le provocazioni possono anche essere estremamente razionali e ponderate, così come le riflessioni possono essere pacatamente basate su una visione sbilanciatamente emotiva di una questione.

viator

Salve. Io sono infinitamente più schematico. La mente è solo quella funzione - basata sul possesso di una coscienza e di una memoria consapevole (esperienziale) - che provvede a strutturare le nozioni interfacciandole con la realtà che circonda il corpo.
Parlare di "mente emozionale" secondo me significa solamente negare l'esistenza od ignorare il nome della funzione che presiede ad ogni irrazionalità, emozione, sentimento, impulso. La psiche. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Non esiste contrapposizione fra mente e psiche. Sono due termini per concettualizzare la stessa cosa. L'interazione avviene fra un cervello fisico, dotato di funzioni complesse, come la memoria, il controllo corporeo, la trasmissione chimica di ormoni e segnali elettrici per regolare lo scambio con l'ambiente, e la mente, ovvero l'acquisizione del retaggio culturale di ognuno di noi, che interagendo con la estrema plasticità del nostro unico cervello ci rende "individui unici". La mente è tale solo perché c'è una cultura, ma la mente deve basarsi sulla struttura fisica del nostro cervello, che si è stratificato nel corso di milioni di anni, ovvero dalla comparsa dei primati. La parte più antica del cervello umano risponde ad emozioni primarie e le trasmette al corpo, che reagisce in modo appropriato, attraverso segnali biochimici. L'espansione del cervello più recente è strutturata in quella che si chiama genericamente corteccia. Nella corteccia hanno ormai individuato le funzioni superiori, ovvero la capacità di senso morale, l'empatia, l'autocontrollo, la costanza nella ricerca a risolvere problemi astratti. Quello che molti autori stanno dicendo è che queste due parti comunicano incessantemente e che i circuiti del senso morale e dell'autocontrollo, ad esempio, sono anche innestati nella parte più antica del cervello.
Per questo, dicevo che le parti emotive e le parti emozionali devono riconoscersi in questo scambio continuo, per evitare cadute verso comportamenti scissi, solo emotivi o solo razionali.
Questo che scrivo non l'ho inventato io, ma c'è una cascata del Niagara in proposito. Una cascata che in qualche modo, garantisce una certa verità (relativa) a quanto affermato.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi


Il discorso si è sviluppato in maniera interessante, anche se differente dal presupposto dal quale sono partito. C'è stata la tendenza ad interpretare la dicotomia in termini intersoggettivi e non  dialettici.
Ragionare sulla situazione del confronto dialettico tra individui razionali ed emotivi, invece, potrebbe anche aiutare ad estrinsecare quello che accade in ogni singola mente umana, dove probabilmente la parte emotiva produce pulsioni che da una parte sono soggette alla censura della parte razionale, ma nello stesso tempo condizionano la parte razionale stessa.
E' interessante quello che dice Jacopus sui circuiti del senso morale e dell'autocontrollo. Davvero sono ubicati nelle parti più antiche?
L'autocontrollo è quello che io intendo come censura della parte razionale.
E' significativo che funzioni ritenute superiori siano in realtà ubicate in parti antiche, questo vorrebbe dire che la dicotomia emotivo/razionale dovrebbe valere anche per altri mammiferi.

viator

Salve jacopus. Quale contrapposizione ? Ho affermato che siamo di fronte a due funzioni diverse (per la semplice ragione che si sono evolute in tempi BEN DIVERSI, credo proprio consistenti in MILIONI di anni) le quali occupano quindi livelli evolutivi diversi e - in via ben specifica - di sfere comportamentali diverse.

Ciò non comporta alcuna contrapposizione (se non solamente tendenziale) poichè il loro rapporto è quello che potrebbe legare - ad esempio - il vecchio artigiano esperto (la psiche) ed il suo neoassunto apprendista di bottega (la mente).

Entrambi collaborano sul lavoro (altrimenti l'apprendista verrebbe allontanato) ma lo fanno secondo le proprie capacità, indoli e funzioni : il vecchio lavora in silenzio e custodisce ciò che il giovane deve imparare; il giovane parla molto, fa al vecchio un sacco di domande ricevendo solo qualche laconica risposta, inoltre è convinto di essere lui stesso (il giovane) colui che sa come dovrebbe funzionare la baracca......................... Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve anthonyi. Citandoti. " ......significativo che funzioni ritenute superiori siano in realtà ubicate in parti antiche, questo vorrebbe dire che la dicotomia emotivo/razionale dovrebbe valere anche per altri mammiferi".

Certamente, il mondo, oltretutto, è pieno di specie di mammiferi altamente razionali. Ultimamente ne hanno scoperte alcune persino nella giungla di Montecitorio. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Citazione' interessante quello che dice Jacopus sui circuiti del senso morale e dell'autocontrollo. Davvero sono ubicati nelle parti più antiche?
L'autocontrollo è quello che io intendo come censura della parte razionale.
E' significativo che funzioni ritenute superiori siano in realtà ubicate in parti antiche, questo vorrebbe dire che la dicotomia emotivo/razionale dovrebbe valere anche per altri mammiferi.

No. Non sono ubicati nelle parti più antiche. il caso di Gage (https://it.wikipedia.org/wiki/Phineas_Gage) è, in questo senso, da manuale (anche se ultimamente si sono aperte nuove controversie sul caso).
Ma gli studi più recenti si stanno concentrando su una duplice linea di ricerca. Da un lato individuare sempre meglio dove a livello di SNC si situa una funzione generale come l'odio, la rabbia, la paura, la memoria procedurale, o quella a lungo termine, o addirittura che parti si attivano nei sogni per cercare di individuare la parte fisica dell'inconscio. Più queste ricerche si sono moltiplicate e più ci si è resi conto che ogni funzione superiore gestita dal cervello, aveva una zona che si attivava di più, ma contemporaneamente si attivavano anche altre zone ed è per questo che si è coniata la parola "circuito" per cercare di raffigurare quello che avviene nel cervello quando si sviluppa un emozione o una funzione come quella dell'autocontrollo.
Accanto a ciò continua ad essere valida la separazione fra emisfero destro, che si matura prima e che è deputato alla espressione delle emozioni, ed emisfero sinistro, che si matura dopo e che è invece quello che è destinato alla comprensione linguistica e astratta, alla razionalizzazione e alla progettazione a lungo termine. Ma anche in questo caso si è notato che le risposte più adeguate erano quelle che facevano comunicare l'emisfero destro con quello sinistro, in modo tale che non sia solo l'emotività a reggere le nostre azioni/visioni del mondo e neppure la sola razionalità.
Faccio solo un riferimento bibliografico, all'interno del quale comunque vi è un mondo di altri riferimenti: Clara Mucci, Corpi Borderline, Cortina.



Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

CitazioneCiò non comporta alcuna contrapposizione (se non solamente tendenziale) poichè il loro rapporto è quello che potrebbe legare - ad esempio - il vecchio artigiano esperto (la psiche) ed il suo neoassunto apprendista di bottega (la mente).
Per Viator. Si tratta di una tua fantasia? Se sì allora ok, ti sei ricavato il solito spazio viatoriano. Se no, mi piacerebbe conoscere i riferimenti di questa teoria.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. A differenza di te, io partecipo a- (ed in parte promuovo) queste discussioni per puro amor di dialettica e non certo con l'intenzione di mostrarmi specialmente intelligente, formato, documentato, acculturato. Inoltre, sempre a differenza di te, io amo sommamente sia la fantasia che l'ironia, ingredienti - entrambi tra l'altro quasi assenti nel Forum - i quali NON HANNO PROPRIO NULLA A CHE VEDERE con la presenza o la mancanza di fondatezza, buonsenso, intuitività di una qualsiasi tesi od argomentazione mia o di altri. Questo aspetti verranno giudicati solamente dal singolo che - sperabilmente in autonomia intellettuale - si troverà a leggerne.


Per quanto riguarda riferimenti, studi, fonti, citazioni, dottrine mi sembra di notare che tu sia abbastanza attrezzato. Continua a collezzionarne svolgendo la meritoria funzione di custode del pensiero altrui. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Per Viator. Ti assicuro che in questo forum ho letto di tutto, quindi continua pure a scrivere le tue teorie, ma non puoi considerarle allo stesso modo di teorie "altrui", ovvero di persone che hanno scritto libri e fatto lavori sperimentali e letto libri su quell'argomento.
Io, molto umilmente, le riporto, sperando di svolgere un compito utile a favore di chi, per curiosità,   volesse approfondire. Non mi sogno di scrivere teorie inventate da me. Mi sembra poco rispettoso e poco scientifico. Del resto i tempi sono questi. La scienza non ci ha condotto nella terra promessa ed ora possiamo fare a meno di lei o indicarla come ennesimo capro espiatorio.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. "Non mi sogno di scrivere teorie inventate da me".

Secondo te io mi sarei inventato il fatto (teorico ?) che psiche e mente siano funzioni distinte per quanto ampiamente interconnettibili ?. Forse hai ragione tu nell'affermarlo. Si tratta di nozione talmente ovvia ed evidente che chiunque può "inventarsela" (cioè scoprirla da sè) attraverso la semplice osservazione dei propri modi di sentire piuttosto che di capire..........senza quindi aver mai letto alcunchè sull'argomento. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Lou

#14
Citazione di: anthonyi il 06 Settembre 2020, 08:32:00 AM

Riflettendo su un interessante dibattito che sembra essersi sviluppato nella sezione nuovi iscritti mi sono reso conto di un fatto.
La costruzione delle idee sicuramente si realizza nella mente per effetto di opportune riflessioni. Perché la mente si attivi, però, è necessaria una scossa di energia emotiva e questa può essere data da comunicazioni di tipo provocatorio che sollecitano la riflessione stessa e che quindi sono parte attiva nel dibattito razionale.
In altri termini la dicotomia Comunicazione razionale/Comunicazione emotiva è molto più labile di quanto convenzionalmente si pensi.
Per quanto mi riguarda ogni comunicazione, e quella verbale non fa eccezione, è dotata di un aspetto relazionale. Questo aspetto non è del tutto sussumibile a razionalità, ma presenta aspetti che esulano da la predetta sfera e competono a un piano dove entrano in gioco elementi  affettivi, valoriali, emotivi, personali, come lo stile unico che contraddistingue ognuno di noi. Come il passo, un sorriso, uno sguardo. Di questi elementi ne possiamo essere più o meno consapevoli, ma essi agiscono in ogni atto comunicativo. Che è un processo sociale e Inter soggettivo, per essenza.
Data questa premessa, che può ovviamente esser discussa, in merito al contenuto della comunicazione, nel caso specifico di questo forum, è verbale - ed esso puó veicolare sia razionalità che emotività, entrambe le componenti, nel loro intreccio e, a tratti, sconfinamento o sodalizio. Una invettiva  non dotata di un contenuto di verve e pathos risulterebbe quantomeno insipida.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

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