Rassegnati alla disuguaglianza

Aperto da Alexander, 14 Aprile 2022, 08:42:25 AM

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Alexander

Buongiorno a tutti

Ci stiamo tutti rassegnando alle disuguaglianze sociali sempre più marcate. Sia l'Istat che , ieri, il Mef disegnano un quadro di una società italiana sempre più spaccata tra benestanti che stanno sempre bene, nonostante covid e adesso guerra, e "malestanti" che soffrono sempre più per tirare avanti. Sono quasi 7 milioni gli italiani poveri; più di 1 su 10 della popolazione. Poveri nel vero senso della parola: redditi così bassi da aver bisogno di assistenza e bonus per tirare avanti. A Roma 1 su 4 è povero. Sono dati raddoppiati rispetto a 10 anni fa. Ed è un trend in continuo peggioramento. All'orizzonte non si vede come questa tendenza si possa invertire. La guerra e le spese folli militari, che sottrarranno ulteriore spesa pubblica per i servizi sociali, non faranno che peggiorare la situazione. Ai redditi bassissimi si somma l'inflazione a livelli record e un costo delle bollette energetiche fuori controllo. La domanda però è un'altra: perché tutti noi , piano piano, ci stiamo rassegnando a vivere in questa società così strutturata? Voglio dire: un tempo la gente si ribellava alle ingiustizie, nascevano forze politiche di cambiamento, rivoluzioni, tensioni sociali profonde che, anche se non ottenevano tutto ciò che prospettavano, riuscivano a strappare un miglioramento, una più equa distribuzione della ricchezza. I ricchi rimanevano ricchi, non c'è dubbio, ma i poveri erano meno poveri, o almeno miglioravano il loro basso tenore di vita. Adesso, un po' ovunque nei paesi occidentali, ma anche negli altri dove, invece di forzare un cambiamento sociale e adoperarsi per esso, la povera gente preferisce, sfiduciata, andarsene inseguendo la chimera della vita "bella" in Occidente, è subentrata la convinzione che "tanto nulla cambia". Noi occidentali siamo ormai arroccati a difendere quel che resta della (sempre più in diminuzione) ricchezza costruita dalle generazioni che ci hanno preceduto, mentre nei paesi in via di sviluppo i miglioramenti sociali sono lentissimi e spesso pagati con riduzioni di libertà, con i ricchi che arricchiscono sempre più anche in quei paesi.Mancano anche leader politici all'altezza. In Francia se la giocheranno due come Macron e Le Pen per la presidenza.Cosa cambierà per la gente in concreto dalla vittoria di uno o dell'altro?Lavorativamente, socialmente intendo? Poco, quasi nulla. Cambieranno forse le politiche sull'immigrazione, ma per il resto? E' così un po' dovunque.

daniele22

Citazione di: Alexander il 14 Aprile 2022, 08:42:25 AMBuongiorno a tutti

Ci stiamo tutti rassegnando alle disuguaglianze sociali sempre più marcate. Sia l'Istat che , ieri, il Mef disegnano un quadro di una società italiana sempre più spaccata tra benestanti che stanno sempre bene, nonostante covid e adesso guerra, e "malestanti" che soffrono sempre più per tirare avanti. Sono quasi 7 milioni gli italiani poveri; più di 1 su 10 della popolazione. Poveri nel vero senso della parola: redditi così bassi da aver bisogno di assistenza e bonus per tirare avanti. A Roma 1 su 4 è povero. Sono dati raddoppiati rispetto a 10 anni fa. Ed è un trend in continuo peggioramento. All'orizzonte non si vede come questa tendenza si possa invertire. La guerra e le spese folli militari, che sottrarranno ulteriore spesa pubblica per i servizi sociali, non faranno che peggiorare la situazione. Ai redditi bassissimi si somma l'inflazione a livelli record e un costo delle bollette energetiche fuori controllo. La domanda però è un'altra: perché tutti noi , piano piano, ci stiamo rassegnando a vivere in questa società così strutturata? Voglio dire: un tempo la gente si ribellava alle ingiustizie, nascevano forze politiche di cambiamento, rivoluzioni, tensioni sociali profonde che, anche se non ottenevano tutto ciò che prospettavano, riuscivano a strappare un miglioramento, una più equa distribuzione della ricchezza. I ricchi rimanevano ricchi, non c'è dubbio, ma i poveri erano meno poveri, o almeno miglioravano il loro basso tenore di vita. Adesso, un po' ovunque nei paesi occidentali, ma anche negli altri dove, invece di forzare un cambiamento sociale e adoperarsi per esso, la povera gente preferisce, sfiduciata, andarsene inseguendo la chimera della vita "bella" in Occidente, è subentrata la convinzione che "tanto nulla cambia". Noi occidentali siamo ormai arroccati a difendere quel che resta della (sempre più in diminuzione) ricchezza costruita dalle generazioni che ci hanno preceduto, mentre nei paesi in via di sviluppo i miglioramenti sociali sono lentissimi e spesso pagati con riduzioni di libertà, con i ricchi che arricchiscono sempre più anche in quei paesi.Mancano anche leader politici all'altezza. In Francia se la giocheranno due come Macron e Le Pen per la presidenza.Cosa cambierà per la gente in concreto dalla vittoria di uno o dell'altro?Lavorativamente, socialmente intendo? Poco, quasi nulla. Cambieranno forse le politiche sull'immigrazione, ma per il resto? E' così un po' dovunque.
Buongiorno Alexander. Io non mi sono affatto rassegnato. Certo non sono così forte da ribaltare il banco e comunque son d'accordo con quel che dici. Ma sta succedendo qualcosa di grosso. La mia percezione mi suggerisce che si sia oltrepassato un limite ponendo di fatto in moto il fenomeno "guerra globale". Quanto durerà tale guerra e come si concluderà non ci è dato di sapere, ma la mia opinione è che sarà decisiva globalmente e non durerà molto

sapa

Ciao Alexander, non siamo rassegnati, siamo proprio annullati e impotenti, tutti presi a difendere quel poco che ci rimane e che sentiamo in pericolo. E non da oggi, ma da diverso tempo. Del resto, in questi giorni ho rivisitato la vicenda del 2010, che vide protagonisti i pastori sardi, che stanchi di rovesciare inutilmente il loro latte sulle strade nell'indifferenza di tutti, decisero di andare a protestare a Roma davanti al ministero e, a Civitavecchia, trovarono i poliziotti in assetto anti - sommossa, che rifilarono loro una bella salva di manganellate e li costrinsero a riprendere il traghetto e a tornare, pesti e sanguinanti, nella loro isola https://www.lanuovasardegna.it/regione/2010/12/29/news/pastori-sequestrati-dalla-polizia-scontri-nel-porto-di-civitavecchia-1.3331073  . Mi chiedevo: ma quel ministro dell' Interno (Roberto Maroni, se non sbaglio) non andava processato, come è processato Salvini per analoghe vicende? In pochissimi protestarono, che io ricordi, dei problemi dei pastori sardi non fregava niente a nessuno. A parte ciò,  pur rendendomi conto di andare ot, volevo estrapolare dal tuo discorso la parte nella quale fai riferimento all' aumento dell'inflazione. Non sono un economista, ma ricordo bene quando Draghi, allora a capo della BCE, ripeteva che la bassa inflazione, allora vicino allo 0, pregiudicava la ripartenza dell'economia europea. Le mie poche conoscenze di economia, mi facevano però ragionare sul fatto che, alzandosi l'inflazione, rimanendo fermi i livelli di  salari e stipendi, non potevano certo ripartire i consumi, anzi si sarebbero depressi ulteriormente, come adesso si paventa. A presto.

atomista non pentito

Siamo una cultura morente , fummo (furono) dominatori del mondo civile conosciuto utilizzando la forza che deriva dalla "fame". Si crollo' per eccessiva grandezza ed "imborghesimento". Senza rinnovamento siamo i "residui" di quella roba la'.  Dovessimo davvero tirare fuori gli attributi  dureremmo 7 minuti anche se dovessimo confrontarci con il Lichtenstein ( con il massimo rispetto per tale montuoso gioiello).
Risponderemo (forse) solo allo stimolo della fame quella vera ( se saranno cosi' stupidi da portare la maggioranza della societa' a quel livello) . I francesi ( anche se non sono piu' quelli del "maggio") che non sono lo sfrido di un grande impero passato ,ad esempio , reagiscono molto diversamente ai "soprusi" interni. Onore a loro.

viator

Salve alexander. Citandoti : " Voglio dire: un tempo la gente si ribellava alle ingiustizie, nascevano forze politiche di cambiamento, rivoluzioni, tensioni sociali profonde che, anche se non ottenevano tutto ciò che prospettavano, riuscivano a strappare un miglioramento,.........."

Appunto. La situazione odierna è conseguenza del comportamento passato della "gente", mica certo del comportamento attuale (le cui conseguenze si avranno solo nel futuro e non nel presente).

Quindi il trascorso ribellarsi alle ingiustizie, la nascite di forze politiche di cambiamento e tutto il resto della storia umana più o meno recente.....ovviamente è stato ciò che ha prodotto la situazione di cui ti lamenti.

In realtà di queste situazioni possono lamentarsi solo gli idealisti magari dotati di voluminoso zaino ideologico. Le ragioni concrete di cui ci si lamenta non sono affatto ideali, nel senso che nessun ideologo, nessun idealista, nessun buonista, nessun sentimentalista può fare nulla (nè isolatamente nè collettivamente) per rimediarle.

Quello che tu e tanti lamentano (a ragione) ha una origine semplicissima e materialissima : Troppa parte della società umana è abituata a consumare troppo, ma non vuole smettere poichè è convinta (l'hanno convinta) che ciò che consuma lo merita.

Per questa ragione solamente la Natura potrà farci capire (a nostre spese) quale deve essere non la SUA (della natura) misura, bensi la NOSTRA misura. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

niko

#5
Citazione di: viator il 14 Aprile 2022, 14:23:05 PMSalve alexander. Citandoti : " Voglio dire: un tempo la gente si ribellava alle ingiustizie, nascevano forze politiche di cambiamento, rivoluzioni, tensioni sociali profonde che, anche se non ottenevano tutto ciò che prospettavano, riuscivano a strappare un miglioramento,.........."

Appunto. La situazione odierna è conseguenza del comportamento passato della "gente", mica certo del comportamento attuale (le cui conseguenze si avranno solo nel futuro e non nel presente).

Quindi il trascorso ribellarsi alle ingiustizie, la nascite di forze politiche di cambiamento e tutto il resto della storia umana più o meno recente.....ovviamente è stato ciò che ha prodotto la situazione di cui ti lamenti.

In realtà di queste situazioni possono lamentarsi solo gli idealisti magari dotati di voluminoso zaino ideologico. Le ragioni concrete di cui ci si lamenta non sono affatto ideali, nel senso che nessun ideologo, nessun idealista, nessun buonista, nessun sentimentalista può fare nulla (nè isolatamente nè collettivamente) per rimediarle.

Quello che tu e tanti lamentano (a ragione) ha una origine semplicissima e materialissima : Troppa parte della società umana è abituata a consumare troppo, ma non vuole smettere poichè è convinta (l'hanno convinta) che ciò che consuma lo merita.

Per questa ragione solamente la Natura potrà farci capire (a nostre spese) quale deve essere non la SUA (della natura) misura, bensi la NOSTRA misura. Saluti.


Troppa parte dell'umanità consuma troppo perché l'accumulazione capitalista distrugge ogni forma di auto-sussistenza e
auto-socialità che possa costituirsi come valida alternativa al fatto stesso del consumo, (e, naturalmente, dell'accumulazione), quindi consumare diviene una necessità, e la necessità, morale cristiana a parte, è innocente per definizione.

(Sebbene la continuità nel tempo dell'accumulazione comprima la necessità generalizzata di consumare, quindi viene anche un tempo storico in cui i preti asceti dell'accumulazione capitalista colpevolizzano il consumo stesso, riproponendo la traversata epica di salvezza dei malriusciti e dei sofferenti (stante che all'arrivo rimangono malriusciti e sofferenti, ma almeno vivi) che già fu individuata a suo tempo da Nietzsche, da un "Egitto" di odio per il mondo, a una "Palestina" di odio per il sé e per il corpo, il che certo in un mondo ostile che i sofferenti che lo calunniano e gli insorgono contro li trita come formiche, sia a livello di storia, che di natura, è una roba in assoluto più green, più sostenibile).

Poiché il tempo storico, un po' come quello termodinamico, non è reversibile, se ne esce o liberando le forze di produzione dalla classe parassitaria e permettendo a tutti di consumare il giusto, o con l'estinzione del genere umano, difficilmente si riavvolge il film e si torna al villaggetto, anche se certo qualche villaggetto sulle rovine fumanti potrebbe essere un preludio romantico all'estinzione.

Potrei dunque concludere che il nostro problema, come specie, sia come non odiare né il mondo e né il corpo, come avere la pace e il condizionatore insieme.

Ma finché crediamo ai draghi, siamo sempre davanti a false scelte.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alexander

Citazione di: viator il 14 Aprile 2022, 14:23:05 PMSalve alexander. Citandoti : " Voglio dire: un tempo la gente si ribellava alle ingiustizie, nascevano forze politiche di cambiamento, rivoluzioni, tensioni sociali profonde che, anche se non ottenevano tutto ciò che prospettavano, riuscivano a strappare un miglioramento,.........."

Appunto. La situazione odierna è conseguenza del comportamento passato della "gente", mica certo del comportamento attuale (le cui conseguenze si avranno solo nel futuro e non nel presente).

Quindi il trascorso ribellarsi alle ingiustizie, la nascite di forze politiche di cambiamento e tutto il resto della storia umana più o meno recente.....ovviamente è stato ciò che ha prodotto la situazione di cui ti lamenti.

In realtà di queste situazioni possono lamentarsi solo gli idealisti magari dotati di voluminoso zaino ideologico. Le ragioni concrete di cui ci si lamenta non sono affatto ideali, nel senso che nessun ideologo, nessun idealista, nessun buonista, nessun sentimentalista può fare nulla (nè isolatamente nè collettivamente) per rimediarle.

Quello che tu e tanti lamentano (a ragione) ha una origine semplicissima e materialissima : Troppa parte della società umana è abituata a consumare troppo, ma non vuole smettere poichè è convinta (l'hanno convinta) che ciò che consuma lo merita.

Per questa ragione solamente la Natura potrà farci capire (a nostre spese) quale deve essere non la SUA (della natura) misura, bensi la NOSTRA misura. Saluti.
Certamente siamo figli dei nostri padri , e quindi del nostro passato. Mi sembra però che ci sia stato un tempo in cui si coltivava, magari a volte ingenuamente, la passione (politica) per cercare di migliorare le condizioni di vita della gente meno ricca. Non si cercava necessariamente di creare un mondo di benestanti, ma magari di sollevare dal disagio economico e sociale i malestanti. Fu a cavallo degli anni 50-70 del secolo scorso.Certo, il welfare nacque anche come risposta al comunismo sovietico e alla paura che attecchisse in Occidente, ma c'erano in tutti i paesi forze di chiara ispirazione politica rivolta al sociale (in Italia DC e PCI fecero proprie le istanze di milioni persone meno abbienti, per dire, con un enorme miglioramento per quegli stessi). Nel mio post volevo solo mettere in evidenza quel che mi pare invece la realtà odierna fatta di cinica (o disperata) rassegnazione. Non si vuole cambiare la condizione sociale e il progressivo impoverimento di milioni di persone, ma si tenta semplicemente di mantenere lo status quo con interventi caritatevoli (tipo reddito di cittadinanza) o con bonus che sanno proprio di carità che viene fatta (lo stato che aiuta il poveraccio a cambiare il televisore, per fare un esempio banale). Non si dice:bisogna che quel poveraccio abbia la possibilità, da solo, di cambiare il televisore. Si fa la carità e tutto deve continuare così, nella società.

InVerno

Mah, Bernie Sanders della lotta all'income inequality ha fatto la propria bandiera, anzi probabilmente non ne aveva altra di  bandiera. Ha perso, probabilmente non avrebbe conseguito niente di rivoluzionario, però dimostra che in america è un punto politico pivotale. Ha perso in favore di Biden, che rappresenta la fascia più anziana della popolazione, mentre Sanders rappresentava le fasce più giovani, il che significa che almeno in america la discussione sulla diseguaglianza continuerà con altri nomi per molti altri anni.

Le nazioni europee che dovrebbe fare? La Francia alza le tasse sui ricchi, quando hanno due o tre paradisi fiscali ai confini? I ricchi scappano, tu non ottieni un euro in più di tasse e azzoppi le tue imprese. Serve una politica fiscale comune per evitare che i capitali giochino a nascondino perlomeno in europa, già lo fanno nel mondo. Ma.. "no taxation without representation", non fai politiche fiscali comuni se prima non hai una democrazia, e prima di una democrazia una costituzione etcetcetc

La LePen non può solamente alterare le politiche migratorie, può effettivamente rallentare il processo di integrazione europea con l'illusione sovranista, e aumentare ulteriormente le diseguaglianze in Francia e le possibilità dei francesi di agire sullo scenario economico europeo. Siamo rassegnati per via di un impotenza fattuale, come è rassegnato un nano che volesse partecipare in una partita di basket, per gli americani che non hanno il problema dell'impotenza, la diseguaglianza negli ultimi anni è diventata, sopratutto tra i più giovani (cioè quelli che non hanno rendite) uno dei tre punti politici più importanti in assoluto e su cui ogni politico deve posizionarsi. Farlo in Italia è demagogia.

Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve Alexander. Ma quale insistente candore !!. Citandoti : " Non si dice:bisogna che quel poveraccio abbia la possibilità, da solo, di cambiare il televisore. "

Purtroppo a te non passa neppure per la testa che una certa percentuale di "poveracci" sia costituita da persone che sono certo di basso reddito e magari "bisognose"........ma purtroppo il concetto di "bisogno" ciascuno lo interpreta a modo proprio. O no?.

Ci sono "bisognosi" che spendono TUTTI i pochi soldi che hanno (e lo farebbero anche se fossero tanti) per sigarette, alcool, gratta e perdi, droga, scommesse ippico-calcistiche................

L'elemosina "a pioggia" non funziona proprio. Per quello gli incentivi devono venir distribuiti in modo il più possibile "mirato".

Prova a dire ad un questuante che ti chiede i soldi per un panino, di venire con te al bar a consumare un panino a tue spese..........vedrai quanti ti seguiranno come dei cagnolini e quanti invece ti manderanno in quel tal posto !.

Ma non dovebbe esistere già quella mezza buffonata che si chiama "reddito di cittadinanza?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

Buon pomeriggio Viator

E' vero che il concetto di "bisogno" ognuno può interpretarlo soggettivamente, ma esiste un indicatore di soglia sotto la quale si viene considerati oggettivamente poveri. La famiglia composta da una persona è considerata relativamente povera se ha un reddito medio inferiore a 640 euro al mese. Una famiglia con un figlio a carico è considerata relativamente povera con un reddito medio netto mensile inferiore ai 1400 euro. Io rientro in questa categoria perché ho un reddito famigliare mensile di 1360,00 euro circa, che ovviamente integro con i risparmi (che finiranno), altrimenti sarei già messo molto male.  Tecnicamente, quando parlo di persone povere e disagiate, escluse dall'ingranaggio del benessere e del consumismo intendo:

persona, che non dispone a sufficienza di quanto è essenziale per vivere, per sostentarsi, che ha scarsi mezzi economici, che manca del denaro necessario .

In Italia sono circa 5 milioni le persone in questa situazione. Arrivano a circa sette con quelli che hanno la casa di proprietà, ma mancano delle risorse economiche per vivere dignitosamente.
Così è ovvio che quando dico che sarebbe auspicabile che uno avesse i mezzi propri per sostituire il televisore (era un esempio), intendo che una persona dovrebbe almeno avere la possibilità di spesa minima, che non sia quella della mera sopravvivenza fisica.
Ci sono senz'altro poveri furboni, che corrono a comprarsi le sigarette con i 5 euro avuti in carità, ma questi personaggi non sono rilevanti socialmente. Nei cinque milioni ci sono infatti moltissimi pensionati che hanno lavorato una vita ma, sfortunatamente, in settori con bassi versamenti previdenziali e quindi si trovano a sopravvivere con pensioni infami, indegne di uno stato che si vanta di poter spendere il 2% del PIL in armamenti, per timore di venire invaso dai cosacchi. Purtroppo ci sono poi tanti altri che hanno versato pochissimi contributi, ma percepiscono lo stesso pensioni faraoniche. Sappiamo tutti di chi si tratta.

InVerno

Pare che qualcuno abbia smesso di "rassegnarsi"

https://www.rainews.it/articoli/2022/04/boom-di-dimissioni-volontarie-dal-lavoro-uno-su-quattro--alla-ricerca-di-un-nuovo-senso-di-vita-50010d60-50e7-4235-89c0-73550ba03c52.html

" Se prima c'era una forte cultura al sacrificio, ora sempre più persone pretendono condizioni lavorative migliori arrivando anche a preferire di restare momentaneamente disoccupati  "

Una foto della "cultura del sacrificio"

Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Premesso che la rai è più  faziosa e falsa della peggiore informazione del pianeta, il nuovo senso della vita è una illusoria fuga dalla schiavitù e una più concreta fuga da sperimentazioni biotec coatte. Conosco infermiere che hanno preferito andare a pulire le scale e fare le badanti in nero, licenziandosi dal S.S. Nazionale. Coi salari che girano, anche il reddito di cittadinanza è una buona opzione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

Citazione di: InVerno il 20 Aprile 2022, 16:05:24 PMPare che qualcuno abbia smesso di "rassegnarsi"

https://www.rainews.it/articoli/2022/04/boom-di-dimissioni-volontarie-dal-lavoro-uno-su-quattro--alla-ricerca-di-un-nuovo-senso-di-vita-50010d60-50e7-4235-89c0-73550ba03c52.html

" Se prima c'era una forte cultura al sacrificio, ora sempre più persone pretendono condizioni lavorative migliori arrivando anche a preferire di restare momentaneamente disoccupati  "

Una foto della "cultura del sacrificio"




Ai miei tempi, pretendere condizioni lavorative migliori anche a costo di rimanere temporaneamente disoccupati aveva perfino un nome non politicamente corretto, si chiamava SCIOPERO...

l'esodo post-operaista alla Toni Negri invece, voglio proprio vedere quanti possono, (e potranno...) economicamente e survaivalisticamente permetterselo.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

viator

Salve niko. Citandoti : " Ai miei tempi, pretendere condizioni lavorative migliori anche a costo di rimanere temporaneamente disoccupati aveva perfino un nome non politicamente corretto, si chiamava SCIOPERO..."


Oh tempora, oh mores !!. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma... anche lo sciopero, il quale ai tuoi tempi era uno strumento di pressione anticapitalistica, mentre oggi - se venisse ancora praticato - sarebbe solo un favore fatto agli imprenditori-sfruttatori.

Lo sciopero oggi è arma efficace solamente in campo pubblico, nel senso che rappresenta arma capace solamente di rompere i maroni agli utenti dei servizi pubblici. Sarà per questo che si sente pochissimo parlare di scioperi in Russia, Nord Corea, Cina, Cuba ?.

Vedi quanto è cinico e baro il destino degli ex proletari ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

niko

Citazione di: viator il 21 Aprile 2022, 14:36:36 PMSalve niko. Citandoti : " Ai miei tempi, pretendere condizioni lavorative migliori anche a costo di rimanere temporaneamente disoccupati aveva perfino un nome non politicamente corretto, si chiamava SCIOPERO..."


Oh tempora, oh mores !!. Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma... anche lo sciopero, il quale ai tuoi tempi era uno strumento di pressione anticapitalistica, mentre oggi - se venisse ancora praticato - sarebbe solo un favore fatto agli imprenditori-sfruttatori.

Lo sciopero oggi è arma efficace solamente in campo pubblico, nel senso che rappresenta arma capace solamente di rompere i maroni agli utenti dei servizi pubblici. Sarà per questo che si sente pochissimo parlare di scioperi in Russia, Nord Corea, Cina, Cuba ?.

Vedi quanto è cinico e baro il destino degli ex proletari ?. Saluti.


Magari quelli di mezza giornata all'anno che fanno oggigiorno i sindacati confederati, sì, sono come dici tu...

Ma io dico uno sciopero serio, possibilmente generale, e possibilmente di più giorni.
Tipo nel secondo dopoguerra quando hanno sparato a Togliatti, o nel primo, il biennio rosso.

I miei riferimenti culturali, e utopici, e ideologici quelli sono.

Lo sciopero deve essere il preludio alla rivoluzione.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

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