Persone destinate a rimanere sole

Aperto da Estack, 04 Marzo 2022, 18:54:41 PM

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Estack

Secondo voi ci sono persone che sono destinate a stare sole a vita? Se si ne conoscete? Quali potrebbero essere i motivi di tutto questo?

Ipazia

Quelli che i miei vecchi chiamavano "vita sola" più che un destino è una scelta. E come ogni scelta ha le sue circostanze predestinanti. Ma alla fine è la scelta il fattore determinante, che per le donne è sovente una scelta di libertà.  Molte mie amiche,  e  pure un amico, vivono egregiamente così, coltivando i loro interessi culturali e di benessere fisico, la cui soddisfazione non richiede sodalizi umani.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Nessuno di noi è mai completamente solo. Anche chi vive in solitudine, può ricavare dentro di sè una moltitudine di interlocutori. L'unico essere veramente solo potrebbe essere chi non è mai stato accudito da nessuno, che non ha mai conosciuto la relazionalità con il prossimo, una sorta di uomo della foresta, un rettile piuttosto che un mammifero. Oltre questo estremo esistono i più diversi accomodamenti e compromessi, ben descritti dalla metafora degli istrici di Schopenhauer. Il problema nasce invece da una situazione di costrizione allorquando il nostro desiderio di più o meno socialità è frustrato da bassa o alta socialità attorno a noi. Quindi direi che non si tratta nè di destino e neppure di scelta ma di un mix di variabili molto difficili da controllare.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Ben più tragica della "solitudine dei numeri primi" è la solitudine spirituale dei gregari che si ammucchiano nello sballo, volgare o elitario.

Beata solitudine è quella di Machiavelli, che dismessi gli abiti quotidiani, indossava i panni curiali per colloquiare con gli antichi attraverso i loro scritti.

O quella di una solitaria immersione nella natura, per chi, come Nietzsche, aveva la sensibilità fine necessaria per viverla. Il suo eroe principale è un solitario, così come lo fu l'Illuminato.

Gli istrici di Schopenauer appartengono ad una concezione utilitaristica borghese della socialità.  Il vissuto reale e spirituale insegna che bisogna andare oltre.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Citazione di: Ipazia il 05 Marzo 2022, 09:10:59 AMBen più tragica della "solitudine dei numeri primi" è la solitudine spirituale dei gregari che si ammucchiano nello sballo, volgare o elitario.
Beata solitudine è quella di Machiavelli, che dismessi gli abiti quotidiani, indossava i panni curiali per colloquiare con gli antichi attraverso i loro scritti.
O quella di una solitaria immersione nella natura, per chi, come Nietzsche, aveva la sensibilità fine necessaria per viverla. Il suo eroe principale è un solitario, così come lo fu l'Illuminato.
Gli istrici di Schopenauer appartengono ad una concezione utilitaristica borghese della socialità.  Il vissuto reale e spirituale insegna che bisogna andare oltre.
Dovresti leggerti "Walden, vita nel bosco" di Henry David Thoreau che rappresenta una della più grandi e complete riflessioni sul rapporto dell'uomo con la natura che siano mai state scritte.
Si tratta di un diario personale,  scritto in completa solitudine nelle campagne del Massachusetts, nei pressi di Concord; ma  Thoreau, autore tra l'altro di un altra grande opera, "Disubiddienza civile", non avrebbe mai  immaginato che questo suo resoconto privato sarebbe diventato il testo chiave del "movimento ecologico" e lui stesso una vera e propria icona del" pensiero ambientalista e pacifista", nonché padre fondatore dell'"anarchismo americano".
Sono sicuro che ti piacerebbe! ;)

Alexander

#5
Buongiorno a tutti

Ho conosciuto, e conosco, diverse persone che sembrano possedere un destino di solitudine. Un mio caro amico, veramente poco avvenente fisicamente, per usare un eufemismo, ma persona gentile, seria e di gran compagnia, per fuggire alla solitudine, dopo la morte dei genitori, ha conosciuto una ragazza ucraina su un sito di incontri, e se l'è sposata, dopo un brevissimo "corteggiamento". All'inizio le cose sembravano funzionare: non gli sembrava vero di avere la compagnia di questa bella ragazza bionda. Poi è arrivata la madre di lei. Poi è arrivato il fratello disoccupato di lei. Poi è arrivata la sorella di lei. Poi è arrivato il cognato di lei. Per finire sono arrivati i due figli di lei, che naturalmente si era ben guardata da raccontare di averli. Adesso il mio amico, tutto solo nuovamente, vive in affitto in un mini, con il conto corrente svuotato, mentre nella sua casa, costruita con i risparmi di una vita passata in solitudine a lavorare in fabbrica, vive la moglie con famiglia allargata e con il suo nuovo compagno, che sembra conoscesse già da molto prima di arrivare in Italia. La solitudine è anche cattiva consigliera. Se fosse stato meno solo, il mio amico poco appariscente, si sarebbe assunto il rischio di sposare una persona praticamente sconosciuta, anche se bella fisicamente? Adesso deve pure risolvere il problema di un furgone pieno di abiti cinesi, parcheggiato nel cortile del condominio dove attualmente abita, che la donna gli aveva fatto comprare e intestare, in un periodo in cui la stessa voleva "commerciare" con l'Ucraina.
C'è anche naturalmente l'inganno del sesso. Il mio amico l'avrebbe sposata se fosse stata una badante di 140 kg con i baffi e con l'alito da vodka? Invece ne pesava 50 (all'epoca), messi nei posti giusti, ma adesso, purtroppo per lui, brinda con vodka alla sua salute lo stesso! L'ho rivisto qualche giorno fa e mi sembrava invecchiato di vent'anni. Ho provato ad accennare a quello che sta tragicamente avvenendo proprio in Ucraina. Non mi ha lasciato finire e, dopo una terribile bestemmia (non va più in chiesa da dopo il "fatto"), mi ha quasi urlato: "Li devono seppellire di bombe tutti quanti, quei bugiardi!!".  :(
Naturalmente è solo una coincidenza che la ragazza in questione sia ucraina, potrebbe essere stata russa, moldava o rumena. Capita anche a volte che sia persino italiana. Brutta cosa la solitudine. E brutta cosa anche la povertà che si approfitta della solitudine altrui. Solitudine che, se non cercata, è anch'essa una forma di povertà.

atomista non pentito

C'e' solitudine e solitudine come c'e' compagnia e compagnia.
L'equilibrio e' cio' che non dovrebbe a mio parere mancare per ricercare la propria soddisfazione senza sfruttare o essere sfruttato. Condizione non facile , me ne rendo conto , che deve partire da sé stessi per allargarsi ( se si vuole) agli "altri".

doxa

Cliccare sul link

https://www.msn.com/it-it/lifestyle/...out&li=BBqfWMR
 
Gli incel: sono i cosiddetti single involontari o "single per scelta altrui".

Credono di  essere parte lesa di un complotto consumistico/progressista/femminista, e loro sono le vittime sacrificali.
 
Negli U.S.A. c'è una sottocultura tra alt-right, misoginia e incel.

viator

Salve doxa. Ben citato. Ma nel caso descritto da Alexander non mi par proprio che possa entrarci la sociologia "incel". Al di là delle personali interpretazioni e sentimenti della persona citata da alexander, nella vicenda di costui (e chissà di quante altre centinaia simili, anche solo in Italia!) si è manifestata una autentica sciagura favorita da una (comprensibile, perchè mossa dalla speranza) estrema ingenuità.

Infatti - a fronte della speranza che si spera di realizzare - non esiste evidenza che possa dissuadere o far dubitare chi ha bisogno di amore in una qualche delle sue forme (la compagnia, il sesso, l'immortalità).


A fronte di tali tre forme di sperata soddisfazione del bisogno di amore (in questo caso, dell'essere amati)...........sappiamo tutti quali generi di speculazione moltissimi abbiano messo in piedi per poterla utilmente sfruttare.

Nell'ordine, il matrimonio di convenienza, la prostituzione, la promessa di immortalità. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Sarà che le donne lo sfruttamento lo fiutano a naso da qualche migliaio di anni, ma mi pare siano più accorte nell'invaghirsi di immigrati prestanti che poi le prosciugano. Per quanto, proprio il fenomeno immigratorio, ha giocato brutti scherzi anche al sesso femminile, ma in proporzione decisamente inferiore della parte maschile.

La solitudine è una pessima consigliera e gli avvoltoi ambisesso del benessere altrui lo sanno bene. Fin da bambina, per vicissitudini familiari, ho dovuto imparare a gestirmi in solitudine. Molta sofferenza, ma pure molta terapia nicciana che rafforza ciò che non uccide (qualcosa è senz'altro morto, ma non al punto di impedirmi di amare chi lo meritava) e una precoce confidenza con la solitudine, che è stata la migliore bussola per venire fuori dai momenti più bui dell'esistenza, senza grossi danni.

Gira e rigira, il "conosci te stesso" è la migliore ricetta esistenziale da apprendere fin dalla nascita. Una volta conosciutisi, fatti i conti con se stessi davanti allo specchio, si riesce a gestire le relazioni col prossimo, quelle sentimentali in particolare, con buon acume, e a provenire disfatte catastrofiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Hai ragione. La donna è stata costretta a "istintualizzare" la propria diffidenza verso il maschio-uomo. Il prezzo, naturalmente é stato (è) la perdita della propria innocenza psichica attraverso l'acquisizione di certe consapevolezze.

Ma "al cuor non si comanda" vale sempre ed inesorabilmente. Ciò che la donna adeguatamente consapevole e "vissuta" è capace di gestire meglio dell'uomo-maschio non è il sentimento (il bisogno di essere amata) bensì le proprie emozioni (cioè le proprie reazioni psichiche generatesi all'interno del rapporto). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

daniele22

Penso proprio di conoscerla una persona sola, cioè me stesso ... sempre il solito ahhh. Mi sento mentalmente solo. Questo può dirlo ciascuno di noi naturalmente, però può dirlo se arriva al fondo del barile, altrimenti non può sentirsi solo. Altro è una solitudine emotiva e qui si compiono drammaticità sulle quali è meglio sorvolare. Da evidenziare per quest'ultima ci sarebbe un aspetto in cui la solitudine emotiva possa manifestarsi come un'emersione dovuta ad atti ostili indirizzati/ricevuti a/da coloro con i quali ci si sente mentalmente in sintonia. Qui giocherebbero i cosiddetti vizi capitali tanto per comprenderci. Avendo incontrato poche persone mentalmente sole cerco di offendermi il meno possibile, cose odiose a parte 

doxa

Ciao Viator, da quanto leggo gli Incel sono anche diventati un problema sociale, derivante, secondo alcuni di loro,  dalla liberazione sessuale delle donne. Queste, a loro dire,  tendono ad andare a letto o avere una relazione con quelli che percepiscono come "migliori", mentre gli uomini sono più  di "bocca buona".

Si dice che la donna ama con l'uso della mente, l'uomo con gli occhi !

Generalmente per un giovane maschio approcciare una ragazza in maniera amichevole ha come risultato  di non essere considerato come possibile partner sessuale; le giovani donne sono programmate biologicamente per essere attratte da chi non si pone come amico ma come "minaccia" o "potenziale minaccia" alle proprie virtù.

Nella vita  ci sono  situazioni diverse. Se un uomo si sa accontentare anche di una donna pari-estetica  forse può incontrare la partner. Altri rifiutano l'accontentarsi perché lo considerano mancanza di rispetto a sé stessi e inizio della strada che conduce all'insoddisfazione e alla frustrazione.

Da quanto leggo molti di loro sono assidui del social Tinder in attesa di un like.

bobmax

In realtà si è sempre soli.
Anche quando la felicità di stare con l'altro tocca il suo apice, siamo comunque soli.
Sebbene ci illudiamo di non esserlo, di aver rotto la scorza che ci racchiude, l'isolamento comunque permane, seppur sfumato.

L'esistenza è comunicazione. Desiderio di rompere la solitudine. Ma per cessare di essere soli dovremmo perdere l'io.
E l'io si perde attraverso l'amore.

Siamo soli perché gettati nel mondo.

Ci siamo noi e il mondo.
Ma il mondo non lo riconosciamo per quello che è. A causa della nostra solitudine.

L'orrore dell'assoluta solitudine, che potrebbe essere la verità ultima, può annichilirmi.
È lo stesso orrore della morte. Che non è tanto dovuto al mio non esserci più... piuttosto al mio continuare a esserci, ma totalmente solo!

Ma l'amore muove ogni cosa.
Supera ogni barriera.
E alla fine smetterò di essere il figlio unigenito. L'isolamento cadrà. Non sarò più io.

Non più esserci, ma Essere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

daniele22

Ciao vecchio bob, tu dici che "L'esistenza è comunicazione. Desiderio di rompere la solitudine. Ma per cessare di essere soli dovremmo perdere l'io."
Non precorrere i tempi ... un passo alla volta. Accontentiamoci di riconoscere che il nostro io è costituzionalmente identico a quello degli altri, e già così ci sentiremmo meno soli. Questo significherebbe che le pretese emozionali dell'io possiedono pari dignità nel senso che non v'è uno che è meglio dell'altro.  ... tutto ciò ha a che fare con un'idea di giustizia. Forse ci si sente soli poiché manca la giustizia che tutti gli io invece vorrebbero ... naturalmente assecondando la ragione superiore del proprio io. E pensa che per disgrazia quasi necessaria tutti i comandanti zampillino io da tutti i pori

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