Non chiamatela religione

Aperto da Gibran, 14 Giugno 2016, 09:54:39 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Gibran

#30
Paul,
mi spiace ma non riesco a seguirti. Parliamo due lingue diverse. Amen! (:-)

Phil

Citazione di: Gibran il 16 Giugno 2016, 08:25:56 AMIo credo che il vero illuminato taoista non poteva prescindere dal riversare verso il prossimo l'amore che era fiorito in lui, altrimenti la sua sarebbe stata una illuminazione fasulla 
Se mi trovassi con voi due (te e il saggio taoista) assisterei forse al dialogo in cui ciascuno spiega all'altro che la propria idea di illuminazione non è "fasulla"... sarebbe un confronto interessante, ma per ora manca l'interlocutore direttamente interessato...

Citazione di: Gibran il 16 Giugno 2016, 08:25:56 AMMi viene in mente ora una storiella Zen, riportata nel libretto "101 storie Zen" che conferma la mia visione che le spiritualità orientali non siano prive di una azione "sociale". Un medico giapponese aveva sentito parlare dello Zen e per saperne di più si era recato da uno stimato maestro. "Cosa fai nella vita" gli chiese costui. "Il medico" rispose l'altro. "Allora ama i tuoi pazienti e prenditi cura amorevolmente di loro. Questo è lo Zen." La storiella ha un seguito ma per la nostra discussione non è rilevante. 
Non dimentichiamoci che si tratta di una "risposta zen", oltre che sullo Zen, per cui non può essere presa alla lettera: l'invito (mi permetto di interpretare) è quello di fare il proprio lavoro con consapevolezza, perché è questa l'attitudine zen (non quella, nello specifico, di prendersi cura del prossimo; se avesse parlato con un fabbro la risposta sarebbe stata differente nel contenuto, ma la medesima nel significato profondo...).

Citazione di: Gibran il 16 Giugno 2016, 08:25:56 AM2) Hai mai sentito parlare dell'idea taoista che il saggio, pur nella solitudine delle montagne è capace di influenzare il mondo intero? [...] E forse potrebbe essere questo il maggior contributo che l'illuminato è in grado di dare all'umanità 
Questa influenza, anche demistificandola, è causale, ma involontaria: il saggio, almeno per come viene descritto, non vuole essere di "buon esempio" (banalizzando per amor di sintesi), lo è senza volerlo; classico esempio di non-azione taoista (credo il termine sia wu wei). Senza volerlo si può anche essere utili agli altri, ma non credo in tal caso si possa ricorrere alla parola "amore"...


Citazione di: Gibran il 16 Giugno 2016, 08:25:56 AMBeh, non sarebbe il caso di essere meno misterioso e dirmi quale sarebbe questa terza via? 
Non l'ho svelata perché pensavo tu la intuissi facilmente, avendola tu stesso suggerita in precedenza:
Citazione di: Gibran il 15 Giugno 2016, 16:26:36 PMMaometto, secondo me era decisamente dalla parte del furbetto [...] essenzialmente un inganno.
Non voglio estendere questa "cattiva fede esegetica" a tutte le religioni (qualcuno lo farebbe, ma non lo approverei), tuttavia un richiamo alla innegabile fallibilità umana mi sembra possa avere cittadinanza nel discorso: o si crede al mito del dialogo-dettatura-dittatura fra dio e l'uomo prescelto, o si riconosce la speciale esperienza di alcune guide spirituali (e credo che queste siano le tue due ipotesi), o si può anche ipotizzare che alcuni uomini (passati o presenti) semplicemente si sbaglino e la loro buona fede nella ricerca spirituale porti 
Citazione di: Gibran il 16 Giugno 2016, 07:50:56 AMa delle illusioni, perché in realtà partono già sapendo cosa vogliono scoprire, e ovviamente lo scopriranno ma sarà una proiezione di ciò che volevano scoprire. E' un meccanismo perverso a pensarci bene! (:-)
Scusa se ti cito, ma non avrei saputo trovare parole migliori...


Citazione di: Gibran il 16 Giugno 2016, 08:25:56 AMSono sempre stato negato per i giochi linguistici, e mi trovo quindi a mal partito nel soddisfare questa tua richiesta. Sii gentile e svelami tu l'arcano.
Devo deluderti, ma ti avevo proposto quel gioco per spronare la tua esigenza di distinguere l'Islam dalle altre religioni... per me, come scritto in precedenza, ha tutti i requisiti per essere una di loro (mi attengo alla definizione comune di "religione").

Gibran

Per Phil,


"Se mi trovassi con voi due (te e il saggio taoista) assisterei forse al dialogo in cui ciascuno spiega all'altro che la propria idea di illuminazione non è "fasulla"... sarebbe un confronto interessante, ma per ora manca l'interlocutore direttamente interessato..."


Noto con piacere che il senso dell'humor non ti manca. Ma non manca solo l'interlocutore taoista, ma soprattutto l'illuminazione del sottoscritto!

"Non dimentichiamoci che si tratta di una "risposta zen", oltre che sullo Zen, per cui non può essere presa alla lettera: l'invito (mi permetto di interpretare) è quello di fare il proprio lavoro con consapevolezza, perché è questa l'attitudine zen (non quella, nello specifico, di prendersi cura del prossimo; se avesse parlato con un fabbro la risposta sarebbe stata differente nel contenuto, ma la medesima nel significato profondo...)."


Non sono affatto d'accordo e comincio a sospettare che tu sia in effetti (e come avevi accennato) cavilloso (:-), ma lascio perdere per non esserlo a mia volta...

"Questa influenza, anche demistificandola, è causale, ma involontaria: il saggio, almeno per come viene descritto, non vuole essere di "buon esempio" (banalizzando per amor di sintesi), lo è senza volerlo; classico esempio di non-azione taoista (credo il termine sia wu wei). Senza volerlo si può anche essere utili agli altri, ma non credo in tal caso si possa ricorrere alla parola "amore"..."


Ah, se almeno per una volta riuscissimo ad andare oltre le parole! (:-)

 "Scusa se ti cito, ma non avrei saputo trovare parole migliori..."

Meno male che almeno tu mi capisci, cominciavo a disperarmi! (:-)

"Devo deluderti, ma ti avevo proposto quel gioco per spronare la tua esigenza di distinguere l'Islam dalle altre religioni... per me, come scritto in precedenza, ha tutti i requisiti per essere una di loro (mi attengo alla definizione comune di "religione")."


Ora faccio io il cavilloso: caro amico sei troppo attaccato alle definizioni. Come dovresti sapere, la descrizione non è la cosa descritta.

Last but not least: puoi dirmi se è possibile chiudere un topic? Ho cercato nel menù ma non l'ho trovato e non ho neppure trovato una sezione assistenza qui. Vorrei chiudere questo dato che ormai non interessa più a nessuno.

Phil

Purtroppo non posso aiutarti, non ho idea di come (e se sia possibile) chiudere un topic, sono qui da poco, non farti ingannare dal fatto che sappia usare le citazioni... a proposito, su ogni messaggio, in alto a destra c'è "Inserisci citazione", se ci clicchi tutto il post verrà incollato nella tua risposta, che potrai scrivere dopo il codice [/quote], oppure, per frammentare la citazione, puoi ripetere il suddetto codice alla fine di ogni paragrafo citato, che dovrà però iniziare sempre con il codice che trovi all'inizio della citazione, tipo [quot author =Gibran link=topic=162.msg2285#msg2285 date=1466099407].
Se hai capito questa mia spiegazione, capire i segreti della meccanica quantistica sarà per te un gioco da ragazzi...

P.s. In fondo, l'ultimo tuo messaggio è di circa un'ora fa, forse qualcuno può/vuole ancora dire la sua... sicuro di voler abbassare la saracinesca?

Jean

Scusa se mi permetto, Gibran,
 
in questo forum ci sono persone che han dato prova di disponibilità dedicando assai del loro prezioso tempo per interloquire con gli utenti. 
Non è cosa da poco e non l'ho trovato da altre parti e se, come può accadere, i nostri condizionamenti di cui anche tu parli ci impediscono di procedere oltre la comprensione che ci permettono, non è colpa né demerito di alcuno. 

Nello specifico, poiché da un po' di tempo conosco il suo modo di esporre, non mi risulta così ostico come a te l'argomentare di paul11. 
Certo aiuterebbe per diminuire la distanza anche leggere quanto scrive in altre sezioni e scrisse nel forum precedente; per quel che mi riguarda, non disponendo della sua cultura rilevo le mie lacune più che la sua inadeguatezza (Sariputra docet... una battuta e un po' di propaganda, ma non solo). 

Dire, come hai detto, che parli addirittura un'altra lingua lo ritengo ingeneroso nei suoi confronti, ma volendo ci può stare, con quest'espressione cruda si prende atto del differente cammino di comprensione... e poi si chiudono le porte o si mantengono aperte? 
Nel tuo successivo interloquire con Phil, i lettori – siamo in un pubblico palcoscenico – avranno avuto le loro impressioni e questo in ogni caso li avrà arricchiti, come ogni spettacolo (non frivolo) cui si assiste. 
E credo che sia questa la motivazione di fondo che anima paul e molti di noi... farsi attori di un tentativo di condivisione che quando va bene creerà un ponte, per quanto provvisorio la maggior parte delle volte, tra universi (psichici) differenti.

Un poco mi dispiace la fretta, sempre una cattiva consigliera, che ti ha colto per me inaspettatamente... mentre cominciavo a gradire la tua impostazione e certe tue deduzioni, poi sul modo... ognuno ha il suo stile.
 
Abbiamo tutti da imparare qualcosa dagli altri, dal nostro prossimo; il massimo obiettivo sarebbe di farsi così vicini da poterne leggere la mente e il cuore, e poi nei casi fortunati procedere assieme. 
Questa per me è un'indagine che val la pena di compiere, si dice che da soli ce la suoniamo e cantiamo...

In conclusione mi auguro che tu possa mantenere le porte aperte e nel quotare la tua affermazione:

"Se rispondo subito in base a ciò che già so, a ciò che ho letto, imparato dai libri o dalla viva voce di qualcun altro, l'indagine non può partire."
 

ti saluto cordialmente

Jean

Sariputra

Caro Gibran 
mi inserisco proditoriamente in questa discussione che ho seguito ( ma a cui non ho partecipato perchè snervato da una tenzone in altra sede con una nota entità del forum...) solo per renderti noto che , se tu ritieni che a nessuno interessa il tuo topic, cosa dovrebbe dire il sottoscritto che deve la sopravvivenza dei suoi topic solo al buon cuore paziente dell'entità Jean ? Personalmente scrivo perchè mi piace farlo e non mi aspetto nulla dalla platea dei frequentatori. E poi, in coscienza, NON PUOI abbandonare la battaglia senza prima esserti cimentato sulla domanda fondamentale che, da anni ormai, tormenta tutti noi utenti: E' possibile un atto qualsiasi della nostra vita che NON SIA un atto di fede inequivocabile, assoluta e definitiva? Nella sezione spiritualità aleggia un'entità pronta a manifestarsi a te non appena accenni all'argomento. Buona fortuna...(sigh!) ::) 
Voglio solo scherzosamente dirti: Resta !! Non cancellare nulla, perchè molto di interessante hai scritto e perchè qui siamo in tanti, tutti diversi da te, tutti  appassionati come te... :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

#36
non mi sono mai particolarmente interessato di religioni e tuttavia secondo me queste hanno subito troppe modificazioni e i messaggi originari sono andati via via trasformandosi finendo per essere poi completamente sovvertiti e poi solo mal interpretati cosi che ognuno ci pesca dentro solo quello che gli fa più comodo,secondo la propria individualita limitata..come in una babele mostruosa che fomenta incomprensioni incolmabili,divisioni ed odio,ideali per ogni tipo di strumentalizzazione
vale a mio avviso per l'islam,come per il cristianesimo e via dicendo.

continuo a rimanere sorpreso come non si riesca a capire che esiste solo un UNICA "religione" e che non può avere ne forme e ne etichette. ...e di questonon se ne può più davvero

dal mio punto di vista bisognerebbe andare oltre,superare questa fase,dove le menzogne hanno preso il posto dell'UNICA Verita e probabilmente (per come la penso io) e per come stanno le cose,forse a questo punto le religioni,visto appunto come si sono trasformate allo stato attuale,risulterebbero solo un ostacolo.
a tal proposito azzardo pure a dire che sarebbe meglio non ci fossero piu
e si "rifondasse" tutto da capo...MA DENTRO E NON FUORI DI NOI!

Gibran

"Scusa se mi permetto, Gibran,"
 
non hai bisogno di scusarti Jean, il tuo intervento è gradito e opportuno e te ne sono grato.
 
Adesso sono in procinto di partire e passero la fine di settimana fuori, per cui non posso rispondere con calma e il tempo necessario. Proverò a riprendere l'argomento al mio ritorno.
 
Questo vale anche per gli altri che vedo hanno scritto.
 
"Dire, come hai detto, che parli addirittura un'altra lingua lo ritengo ingeneroso nei suoi confronti, ma volendo ci può stare, con quest'espressione cruda si prende atto del differente cammino di comprensione... e poi si chiudono le porte o si mantengono aperte? "
 
Jean, io sono un tipo diretto, cioè dico sempre – o quasi sempre – quello che credo sia vero. L'essere diretti, lo so bene, va contro la sensibilità di molta gente che non è abituata a confrontarsi con una pillola amara. Credimi quando dico: "non riesco a seguirti" è la pura e semplice verità, e l'unica cosa che potrei dire in quel caso. Perché dovrei dire delle frasi di circostanza che non spiegano minimamente la mia posizione? La lingua che parla Paul mi è totalmente incomprensibile, pur parlando come me l'italiano è evidente oltre ogni dubbio che diamo alle parole un significato diverso. Non dovrei dirlo?  E' ovvio che questo significato diverso ha la sua origine da una diversa formazione, orientamento, e vissuto. Allora come superare questo divario? Dovrei percorrere la stessa formazione culturale di Paul per arrivare a capire il significato che dà a certe parole. Non è possibile. Come non sarà possibile chiedergli spiegazioni dato che quelle spiegazioni proverranno dalla stessa matrice culturale e saranno altrettanto incomprensibili a me. Lo stesso succederebbe se io provassi a spiegare a lui il mio discorso. E' questo che determina la chiusura delle porte, cioè l'incomunicabilità e non una cattiva volontà da parte nostra. La mia affermazione è dunque la semplice constatazione di questo problema e non una posizione di chiusura o di rifiuto.
 
E come ho detto, dato che mi manca il tempo per ora mi fermo qui.
 
Buona fine di settimana a tutti.
 
P. S.
 
Sulla chiusura del "topic" c'è stato un fraintendimento. Io sono abituato in altri forum dove quando si ritiene una discussione conclusa, si chiude il filone, cioè si blocca ogni ulteriore apporto alla discussione. Non era mia intenzione eliminare l'intero testo della discussione.

Sariputra

Religione :Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità. (treccani).

Partendo da questa definizione "tecnica" si può affermare che la fede musulmana è sicuramente una religione. Il fatto che possa essere , a nostro modo di vedere, più o meno violenta, più o meno ingiusta , ecc. non inficia la definizione stessa. I culti dei popoli andini erano ancora più violenti, arrivando  ai sacrifici umani; ma possiamo non definirli come religione, visto che erano seguiti e accomunavano interi popoli? Mi sembra che Gibran voglia intendere che , se una religione non è "buona", nel senso comune del termine, non è una religione. Ma una religione non si stabilisce o afferma sui valori di bontà spirituale, può essere addirittura indifferente a questi, persino violenta e crudele oltremodo. Per essere tale basta che leghi insieme un gruppo, una comunità o un intera popolazione in un particolare credo. Se un'intero popolo credesse nella venuta del porcellino rosa, a rigor di termini, dovremmo definirla coma la religione del porcellino rosa.
Diverso, totalmente diverso, è il discorso sul termine "spiritualità". Una religione può essere spirituale come non esserlo. Alcuni individui all'interno di quella particolare religione possono essere spirituali e altri , al contrario, non esserlo. Possiamo trovare, all'interno della stessa religione, un Francesco d'Assisi o un sadico inquisitore, ambedue professando di credere nello stesso Dio e magari citando versi dei testi  sacri che fondano autorevolmente le proprie posizioni.
Parlare del  taoismo come di una religione è piuttosto difficile. Mentre il confucianesimo è sicuramente una dottrina religiosa, che plasma l'intera cultura cinese con regole cavillose e minuziose ( come l'Islam per altro), il taoismo si basa su pochissimi testi, non dà indicazioni pratiche, non formula dogmi, non sviluppa alcun rituale. Lo vedrei più come un'espressione letteraria dell'esperienza spirituale e mistica di pochissimi individui. In questo si avvicina molto al buddhismo che però è "anche" una religione, in quanto formula un canone e una serie di regole monastiche ben definite.
Sono assolutamente d'accordo con Acquario sul grande bisogno di spiritualità individuale per l'uomo attuale. Le religioni tradizionali, ormai veramente logore, sembrano aver mancato completamente l'obiettivo di essere forme costituite per un profondo cambiamento interiore, e quindi anche sociale, dell'uomo.
Non mancano certo esempi mirabili all'interno di esse, ma sembrano quasi delle lucciole nella notte più fonda. La delusione per quello che è diventato, per esempio, il Cristianesimo attuale ( in particolare in Europa del Nord, SudAmerica e Africa) e in che cosa si sta trasformando l'Islam o, per ultimo, i nuovi fanatismi all'interno della società indù ( fenomeno sconosciuto nei secoli passati) è grande. 
Ma quale può essere una "spiritualità per il nuovo millennio?" in una società liquida e digitale?  Sarebbe interessante estendere il concetto di religione ai social network.
Accomunano masse enormi di persone nell'idea che vi si possa trovare la felicità. La ritualità (connessione, reg.,ins.dati e foto) è uguale per tutti. Danno un'illusoria parvenza di sicurezza nel sentirsi uniti agli altri follower.Sono sicuramenti ritenuti sacri dagli utilizzatori ( provate a toglierli per qualche giorno...), ma di una sacralità nuova, una sacralità touch screen. Il sentimento è il medesimo per tutti (bisogno di comunicare, uscire da se stessi). Cosa manca per essere una nuova religione? L'idea di divinità ? Beh...non c'è nemmeno nel buddhismo... :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

paul11

Questo è un forum intelligente perchè è frequentato da persone intelligenti.
La dimostrazione è del buon Jean, Sariputra Acquario che appaiono nel momento in cui una discussione sembra chiusa.

Da parte mia Gibran non c'è nessun problema, anzi visto che nessuno lo ha scritto lo scrivo io in ritardo:
Benvenuto!!
benvenuto in un forum i cui topic non si chiudono mai, perchè ogni cosa non finisce e chissà fra qualche tempo qualcuno ,nuovo o vecchio del forum leggerà e inserirà quello che pensa.
Non ho mai avuto la pretesa di avere la verità assoluta, la tolleranza nasce da questo, il confronto è la via della comunicazione che permette di misurare i limiti dei nostri pensieri.

Se qualche musulmano fanatico, strumentalizzato, ritine di cambiare il mondo con la violenza ,dobbiamo sapere che nel mondo
oggi vi sono circa 1,6 miliardi di musulmani:sono tutti così? No, sono persone come  noi che vivono i luoghi del mondo,ognuno con la propria storia.
Io non chiudo mai la strada della comunicazione, fa parte del mio essere cercare sempre una via ragionevole  per trovare
soluzioni pacifiche. per questo difendo non solo il musulmano, ma ogni cultura perchè deve esserci una ragiona profonda per cui ogni luogo del mondo è attraversato da diverse forme di spirtualità, culture,socialità.
Insomma se ogni uomo ha una dignità di esistere, ogni cultura lo ha altrettanto e dobbiamo imparare a rispettarci.

Lo sapete che sono un cristiano credente e riterngo che un aspetto fondamentale sia proprio il sociale.
la via individuale spirituale non basta, perchè ognuno avrebbe una sua via e forse ognuno avrebbe un "suo Dio" o "nonsoche"

Personalmente sono per una via sociale religiosa dopo di che ognuno matura una propria spiritualità.
Le religioni si formarono per unire popoli e il livello di spiritualità è connaturato alla propria autocoscienza, se questa è poca o ha costruito regole violente per vari motivi ,quella via spirituale sarebbe motivata dalla psiche-emozione, o da una mancanza di affetti, da mancanze di comunicazioni, da mancanza di relazioni.Allora diventa lo spirito un rifugio e non so fino a che punto funzioni.
Proprio per questo le tradizioni spirituali individuali hanno maestri, hanno scuole.
Insomma non può mancare una socialità anche minima nei monaci tibetani o che ne so benedettini.
Perchè il conforto e il confronto amorevole fanno parte del processo di maturazione anche spirituale.

acquario69

fra parentesi vorrei ricordare come del resto già accennato da Sariputra che l'idea di religione infatti e' estranea alla mentalità orientale,pero ci sarebbe stata la assurda pretesa da parte nostra (occidentale) di far rientrare tutto nei suoi rigidi schemi,quindi questo già denuncia un enorme limitazione e un incomprensione pressoché totale e che a ben vedere sarebbe stata pure la stessa matrice di pensiero che ha giustificato molto ipocritamente il pretesto per voler "civilizzare" e "convertire" il resto del mondo,e da un altro punto di vista ma sempre inerente all'argomento,senza entrare nei particolari,e' percio altrettanto vero che chi di spada ferisce di spada perisce.

Gibran

Jean,

riprendo il discorso lasciato a metà:


"Nello specifico, poiché da un po' di tempo conosco il suo modo di esporre, non mi risulta così ostico come a te l'argomentare di paul11. 

...; per quel che mi riguarda, non disponendo della sua cultura rilevo le mie lacune più che la sua inadeguatezza (Sariputra docet... una battuta e un po' di propaganda, ma non solo)."


Trovo che la seconda tua affermazione sia in contraddizione con la prima: cioè nella prima dici che non lo trovi ostico, nella seconda dici che a causa della tua mancanza di cultura specifica ti senti inadeguato.  Quindi vuol dire che anche tu fai fatica a capirlo...

Ed è proprio quello che ho sentito io.

"E credo che sia questa la motivazione di fondo che anima paul e molti di noi... farsi attori di un tentativo di condivisione che quando va bene creerà un ponte, per quanto provvisorio la maggior parte delle volte, tra universi (psichici) differenti."


Ben detto, mi trovi d'accordo, ma considera anche il problema del divario tra buona intenzione ed effettiva attuazione di essa.

"il massimo obiettivo sarebbe di farsi così vicini da poterne leggere la mente e il cuore, e poi nei casi fortunati procedere assieme. "

Sì, cosa impossibile da fare in internet. Ma anche se fossimo fisicamente insieme, c'è sempre da considerare l'empatia o la risonanza che si crea tra due persone, e questo è qualcosa di non progettabile con la volontà.

 "Questa per me è un'indagine che val la pena di compiere, si dice che da soli ce la suoniamo e cantiamo... "

Allora spero che continuerai a farmi obiezioni che mi costringano a ritornare sui miei passi. (:-)

Gibran

Maral,

credo che abbia dimenticato qualcosa.

Gibran

Acquario


"secondo me queste hanno subito troppe modificazioni e i messaggi originari sono andati via via trasformandosi finendo per essere poi completamente sovvertiti e poi solo mal interpretati cosi che ognuno ci pesca dentro solo quello che gli fa più comodo,secondo la propria individualita limitata..come in una babele mostruosa che fomenta incomprensioni incolmabili,divisioni ed odio, ideali per ogni tipo di strumentalizzazione vale a mio avviso per l'islam,come per il cristianesimo e via dicendo."


Concordo in pieno.


"l'idea di religione infatti e' estranea alla mentalità orientale,pero ci sarebbe stata la assurda pretesa da parte nostra (occidentale) di far rientrare tutto nei suoi rigidi schemi,"


Questo punto mi sembra oscuro. Puoi spiegarti meglio?  Non mi sembra che Sariputra abbia detto una cosa del genere.

Gibran

Caro Sariputra,

benvenuto nel regno del nonsisadove!  (un po' di leggera ironia non guasta)

(nuova parentesi: ho un libro da molti anni nel mio scaffale: Vita di Sariputra, di Marino Omodeo Salè, non avrei mai pensato di fare la conoscenza con tale illustre personaggio!)

Grazie del duplice intervento e  dell'invito a restare e a continuare il dibattito... beh come faccio a dirti di no? Sarà una debolezza da parte mia ma sento di dover soccombere alla tua richiesta (:-) Beh ad essere seri il tuo discorso mi fa pensare che forse si può continuare... E grazie dell'appassionato invito anche ad incontrare la tua spumeggiante entità in un altro settore del forum. Non so quando potrò farlo perché ho già il mio ben da fare in questo... Ma aspetta! E se io fossi una entità malevola e birichina che gioisce a creare scompiglio tra i miseri umani, mi accoglieresti con la stessa passione?

Allora comincio subito:

"E' possibile un atto qualsiasi della nostra vita che NON SIA un atto di fede inequivocabile, assoluta e definitiva?"

Ovviamente sì che è possibile, e non solo è possibile ma sarà l'unico atto intelligente. Mi spiace Sariputra di non soddisfare forse le tue aspettative. Per me la fede non ha alcun valore, specialmente nel campo spirituale. Ma non vi siete accorti che non ho fatto altro in questo forum che presentarvi il demone del dubbio?  Sapete cosa farvene di questo demone o lo buttiamo nella spazzatura? Non avete mai sentito il detto che il dubbio è il principio dell'intelligenza?

"Religione: Complesso di credenze, sentimenti, riti che legano un individuo o un gruppo umano con ciò che esso ritiene sacro, in particolare con la divinità."

Facciamo parlare il demone: "che legano un individuo con ciò che esso ritiene sacro", Siamo sicuri che lo legano e in che senso? Nel senso etimologico della parola sanscrita "Yoga" che essenzialmente vuol dire congiungere, unire o nel senso più prosaico che lo rendono prigioniero di illusioni?
Ho già risposto a questa domanda rispondendo a Jean:

"...la maggior parte delle vie religiose portano solo a delle illusioni, perché in realtà partono già sapendo cosa vogliono scoprire, e ovviamente lo scopriranno ma sarà una proiezione di ciò che volevano scoprire."

Il problema è già nella parola "ritiene" che molto sagacemente è stata usata dalla Treccani. Non ciò che "è sacro" ma ciò che "ritiene sacro". Vedete la differenza? Un pollo non è un cavallo solo perché qualcuno, o centomila lo ritengono tale.

Ma procediamo con ordine: se voglio fare un'indagine per scoprire qualcosa che non conosco, qualcosa che trascende la mia esperienza quotidiana, qualcosa cioè di completamente NUOVO, dovrò mettere da parte, fare tabula rasa di tutto ciò che già conosco, che ho accumulato, cioè le mie idee, fedi, attaccamenti, etc., altrimenti inevitabilmente la ricerca mi porterà a scoprire solo quello che so già, (o che credo di sapere) e che è in realtà quello che voglio. Perché noi crediamo solo a quello che ci piace, che desideriamo, no? Crediamo in Dio perché è lo strumento attraverso il quale noi possiamo esaudire i nostri desideri, e sfuggire alle nostre paure. Se ci avessero detto che Dio non è un dispensatore di pene o premi crederemo forse in esso? Pensateci: se viene uno a proporvi una religione dove o non c'è Dio, o non c'è alcuna gratificazione, prestereste fede a questa persona?  Quindi in realtà è una gratificazione che cerchiamo, non Dio (e questo è evidente nel discorso che Sariputra fa sulle religioni del nostro secolo).

Ma la cosa basilare è che a noi non interessa alcuna indagine (come ho detto sai quel che lasci ma non sai quel che trovi) a noi interessa solo la conferma delle idee che già abbiamo (il noto, il vecchio), che sono idee gratificanti e rassicuranti. Siamo cioè vittime inconsapevoli dei nostri stessi processi mentali. Se riuscissimo a guardarci dentro anche per un attimo e ad essere sinceri con noi stessi, vedremo che ciò che adoriamo, in cui abbiamo fede, ciò a cui affidiamo la nostra sicurezza, è solo una costruzione del pensiero e cioè una astrazione.

Visto che vi piacciono tanto le parole: idea, ideale e idolo hanno tutte la medesima origine etimologica e in ultima analisi sono la stessa cosa: immagini create dal pensiero. In pratica, siamo tutti degli idolatri! Noi adoriamo delle idee e da lì non ci scostiamo. Questo è il legame di cui parla la Treccani.

"Mi sembra che Gibran voglia intendere che , se una religione non è "buona", nel senso comune del termine, non è una religione. Ma una religione non si stabilisce o afferma sui valori di bontà spirituale, può essere addirittura indifferente a questi, persino violenta e crudele oltremodo. Per essere tale basta che leghi insieme un gruppo, una comunità o un intera popolazione in un particolare credo. Se un'intero popolo credesse nella venuta del porcellino rosa, a rigor di termini, dovremmo definirla coma la religione del porcellino rosa."

Perfetto! Sariputra, la storia del porcellino rosa mi piace molto. Io avevo pensato di aderire alla religione dello spaghetto volante, pare che da qualche parte, Nuova Zelanda credo, abbia avuto un riconoscimento.

C'è bisogno di aggiungere altro? Forse solo sapere che reazione vi suscita questa definizione di religione. C'è qualcuno che vede che in realtà questa stessa definizione inficia il valore in sé di una religione? E' ovvio che le varie religioni, come altre creazioni umane, hanno una certa utilità, una di queste è la coesione sociale, l'altra è... tirare avanti nella miseria fisica e psicologica sperando che alla fine accada un miracolo...

Ma in realtà non intendevo che una religione deve essere "buona" nel senso comune del termine, per essere vera (termine che richiederebbe una spiegazione). Ho solo detto che doveva soddisfare l'esigenza umana di scoprire se esiste una dimensione sacra, eterna (o fuori dal tempo) e  - aggiungo ora - una fine all'eterno dolore, conflitti e miserie in cui viviamo. Questo è il mio criterio. Ora è chiaro che altri avranno altri criteri e d'altra parte, come mi ha fatto osservare Phil, ci sono tante persone che non sentono questa esigenza. E' naturale che a queste persone le mie tesi non sembreranno appetibili.

"Diverso, totalmente diverso, è il discorso sul termine "spiritualità". Una religione può essere spirituale come non esserlo. Alcuni individui all'interno di quella particolare religione possono essere spirituali e altri , al contrario, non esserlo. Possiamo trovare, all'interno della stessa religione, un Francesco d'Assisi o un sadico inquisitore, ambedue professando di credere nello stesso Dio e magari citando versi dei testi  sacri che fondano autorevolmente le proprie posizioni."

Anche questo è vero e si spiega in base ai diversi criteri che ognuno ha su cosa debba essere una religione e quindi alle esigenze che essa dovrebbe soddisfare. Tanto per fare un esempio a caso, mi sembra che L'Islam soddisfi l'esigenza, se così possiamo chiamarla, di potere, che è una delle caratteristiche principali dell'ego.

"Le religioni tradizionali, ormai veramente logore, sembrano aver mancato completamente l'obiettivo di essere forme costituite per un profondo cambiamento interiore, e quindi anche sociale, dell'uomo."

Qui vedo che sei in totale accordo con quanto ho affermato. In realtà se ne sono accorti gli stessi teologi cristiani che hanno parlato di "Morte di Dio". Espressione curiosa: perché non hanno detto: morte delle religioni istituzionalizzate?. Per salvare la chiesa hanno (per così dire) fatto morire Dio?

"Ma quale può essere una "spiritualità per il nuovo millennio?" in una società liquida e digitale?"

Sariputra, qui mi stai proprio precedendo...  :)  era proprio la domanda che volevo fare.

"Sarebbe interessante estendere il concetto di religione ai social network.
Accomunano masse enormi di persone nell'idea che vi si possa trovare la felicità. La ritualità (connessione, reg.,ins.dati e foto) è uguale per tutti. Danno un'illusoria parvenza di sicurezza nel sentirsi uniti agli altri follower. Sono sicuramenti ritenuti sacri dagli utilizzatori ( provate a toglierli per qualche giorno...), ma di una sacralità nuova, una sacralità touch screen. Il sentimento è il medesimo per tutti (bisogno di comunicare, uscire da se stessi). Cosa manca per essere una nuova religione? L'idea di divinità ? Beh...non c'è nemmeno nel buddhismo... "


Scherzando si dicono tante verità. E credo tu abbia ragione più di quello che pensi. A questo bisogna aggiungere la musica rock, punk o quant'altro, e il calcio. Quale rito ha mai accumunato folle oceaniche come il calcio? La "vittoria" (o la perdita) sono solo delle astrazioni,  delle idee, ma idee che hanno un forte impatto emotivo sull'ego che si nutre e cresce di queste astrazioni. E credete veramente che si possa essere felici nutrendosi di astrazioni?

(Allora, sei ancora sicuro di volermi nell'altra sezione del forum?)  :)