Multiculturalismo e multirazzialità

Aperto da Fharenight, 19 Gennaio 2017, 02:45:10 AM

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donquixote

Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 02:07:12 AMChiedo scusa, Freedom , Paul e gli altri, però quando la digressione si prolunga approfondendo altri temi, e se altri utenti poi tornano al tema principale, sarebbe meglio aprire un topic a parte, altrimenti si finisce col dividere l'argomento in due o più filoni sullo stesso topic. Purtroppo gli argomenti sui forum non si possono strutturare come un libro e suddividerlo in parti, capitoli e paragrafi, con indice, rimandi e note a piè di pagina. Non che non ritenga interessante il tema sul comunismo primitivo come metodo economico e sociale alternativo al capitalismo ma per non passare da un approfondimento ad un altro e spezzettare il filo del discorso.

Provo io a introdurre una connessione fra i due argomenti che mi sembra tutt'altro che irrilevante, anche se indubbiamente concordo su fatto che se bisogna discutere di colpe o meriti "storici" di comunismo e capitalismo e delle loro radici filosofiche è opportuno farlo altrove. L'elemento "politico" che mi pare determinante e incisivo nei comportamenti dell'Europa post 1989 è che i partiti tradizionalmente di sinistra, che si ispiravano al marxismo e nella loro versione storica si sono sempre occupati di difendere gli interessi degli sfruttati (i proletari) contro quelli degli sfruttatori (i padroni o "borghesi"), dopo il crollo dell' URSS hanno abbracciato di fatto l'ideologia liberalcapitalista (significativo il viaggio che fece D'Alema nel 1999 nella "City" di Londra per ottenere la legittimazione del suo governo, il primo post-comunista della storia d'Italia, da parte della élite finanziaria europea) e si sono nel contempo trasformati adeguandosi alle ideologie dei democratici (i cosiddetti "liberal") statunitensi, che se pur colà vengono definiti "di sinistra" questo appellativo ha tutt'altro significato rispetto a quello tradizionalmente in uso in Europa. Da qui il progressivo spostamento dell'attenzione della cosiddetta "sinistra liberal" nostrana dalla difesa degli operai e dei disoccupati a quella delle donne, dei gay, dei transgender, degli immigrati e anche degli animali, quindi una conversione verso quella che loro chiamano "globalizzazione dei diritti" che è del tutto trasversale e non più classista, e lungi dall'essere espressione di una cultura la nega in radice poiché ogni cultura ha un proprio equilibrio interno fra diritti e doveri che deriva dai principi (e dalle loro gerarchie di importanza) sui quali si basa per elaborarlo. E non è affatto un paradosso che la cosiddetta "destra" sia vista come più funzionale alla difesa dei più poveri, dei più sfruttati, della cosiddetta "classe lavoratrice", poichè oltre alla destra considerata "liberale", giolittiana, è sempre esistita (da un secolo almeno) la cosiddetta "destra sociale" che tentava di coniugare i valori nazionalistici con quelli della giustizia sociale, al contrario della sinistra che quando era tale era anche fieramente mondialista e fautrice dell' "internazionalismo proletario". Il risultato di questa trasformazione è stato che, se la sinistra "liberal" americana difendeva i diritti di cittadini americani che non ne avevano perchè la società di quel paese era ancora nel profondo razzista e schiavista, quella de noantri è costretta a difendere gli immigranti che ancora non sono immigrati poichè qui da noi lo schiavismo non c'era più da secoli e il "razzismo" è stato perlopiù limitato all'antisemitismo, raggiungendo con una paradossale eterogenesi dei fini e per mezzo di politiche insensate l'obiettivo di reintrodurre in Europa queste disgraziate pratiche.

Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 23:49:21 PMNicola Matteucci si domandava:"Quanta diversità può sopportare una società al suo interno? L'ideale è ex pluribus unum; ma cosa succede se quei "pluribus" diventano divaricanti?"

Questo motto, guarda caso adottato dagli Stati Uniti e riportato nel suo simbolo, è esattamente l'opposto di quello che era in vigore di fatto in Europa, che si può sintetizzare con "ex unum, pluribus". La regola è questa mentre l'altra, la versione americana, non è nemmeno eccezione, ma solo confusione. L'Europa, a differenza degli Stati Uniti, era (secoli fa) culturalmente unita da Roma alla Scandinavia e dai Pirenei (e poi, dopo la "reconquista", dall'Atlantico) alla Russia, poi si è divisa prima negli stati-nazione che hanno rivendicato una cultura loro propria e poi in gruppi culturali sempre più piccoli (indipendentemente dai confini geografici); gli Stati Uniti al contrario sono partiti da gruppi culturali divisi e frammentati (che già erano tali in Europa e che in territori diversi hanno potuto esaltare la loro identità) e quindi hanno avuto la necessità di trovare un punto d'unione. Dato che gli USA non hanno mai avuto una cultura comune in cui riconoscersi (la loro costituzione è l'esaltazione di valori negativi e non affermativi) hanno dovuto trovare il punto d'unione nella difesa del loro "way of life" contro i nemici che di volta in volta dovevano essere inventati per unire il popolo contro di loro ed evitare l'esplosione di conflitti interni incontrollabili.
Gli uomini sono il prodotto della loro cultura, sono come le foglie di un albero che ad ogni stagione muoiono e ricrescono ma il tronco rimane sempre il medesimo con le radici ben piantate nella terra e  consentono alle foglie di vivere e nutrirsi. Se si tolgono le foglie e le si ammucchia insieme queste inevitabilmente si seccheranno, così come se si sradica un uomo dalla sua cultura questo diverrà inevitabilmente un apolide culturale. L'Europa illuministica ha reciso le radici culturali dei popoli europei lasciandoli in balia di loro stessi e assecondando la progressiva secchezza culturale, consentendo così ad altri "cespugli" culturali (che alcuni amerebbero definire "gramigna") di prendere piede e occupare il posto delle  foglie secche che essendo tali possono essere spazzate via da un alito di vento.

Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

InVerno

#91
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 23:49:21 PM
Giovanni Sartori ha anche evidenziato che l'immigrante di cultura teocratica pone problemi solitamente più seri e più gravi rispetto all'immigrante che accetta la separazione tra politica e religione. C'è poi da comprendere potenzialità e limiti delle religioni, di qualsiasi religione, in termini di educazione al ragionamento e predisposizione a porsi in ascolto dell'altro e delle sue ragioni.

L'esimio Sartori verso il quale  (a scanso di equivoci) nutro stima rispetto e persino riverenza, mentre passa gli anni della sua felice senilità a dividere il mondo attraverso lo "ius Sartori" (chi ha letto i suoi libri\partecipato alle sue lezioni vs il resto del mondo) che ha colpito persino Obama, reo di aver bighellonato a lezione e per questo politico spicciolo. Ha recentemente messo in luce una questione che tra persone, non dico degne dello ius Sartori, ma informate, dovrebbe essere la norma di discussione, e invece qui siamo a pagina 6 e lungi dal vedersi. Quella del "furbacchione Francesco", rappresentate di spicco delle nostre tanto amate "radici cattoliche".Furbacchione, perchè allo stesso tempo artefice (pro-tempore) dell'assoluta anarchia demografica africana e primo esponente dell'accoglienza. A pensar male si fa peccato, e mai vorrei peccare contro il papa, eppure quel "furbacchione" starebbe proprio a significare che l'idea che questo flusso sia un "incidente di percorso" sarebbe proprio uno scherzetto di cattivo gusto. Eh già perchè mentre ci preoccupiamo di un pugno di siriani che scappano dalla guerra, e possibilmente anche dall'Italia se solo riuscissero a raggiungere il  confine tedesco, il flusso africano è una questione ormai secolare e a prevedere l'andamento demografico del continente africano destinata se non altro a peggiorare gravemente. Come è stato detto, ci sarebbe molto da imparare dagli ebrei, cosi bravi a mantenere la striscia di Gaza reclusa. Eppure pare perlomeno improbabile che anche noi riusciremo ad avere una striscia-lager per i nostri comodi, una sorta di "striscia Africana" dove far morire di stenti il diverso, se non altro per questione geografica e di puri numeri. Ci abbiamo provato, ci siamo riusciti, ma i numeri ci stanno scappando di mano. Lo stesso Sartori che ha poi recentemente bollato l'idea di un "meticciato Italiano" come assurda, essendo che qui da sempre vale la legge del "moglie e buoi dai paesi tuoi" (dimenticando la vissuta questione genetica dei terun, immagine esplicativa: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4d/Haplogroups_europe.png) si può consolare. Ad oggi, il partito secessionista Italiano per eccellenza, si è dimenticato di  essere secessionista, ed a capo della frangia nazionalista. Gli stessi che il giorno prima raccontavano al bar quanto si vergognassero di essere Italiani (sparsi in tutta la penisola, non certo solo in Veneto), oggi difendono con tutte le forze la patria cultura. I cattolici, cosi preoccupati della difesa delle loro "radici", oggi pregano di fronte un prete di colore che hanno importato dal Gambia. Alleluja! Il miracolo è avvenuto! Dopo 100 di anni di repubblica, finalmente siamo tutti (o quasi) Italiani! In attesa dell'invasione dei marziani, per sentirci tutti esseri umani.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

 Ragazzi, mi piace come si sta sviluppando il discorso (e cosí è davvero costruttivo) con ramificazioni tutti interessanti, peccato che si debba però saltare da un ramo all'altro..   
   Ora molte anime belle, tra cui InVerno,  si preoccupano e si scandalizzano che Trump abbia firmato dei decreti esecutivi per bloccare per quattro mesi  l'ingresso di profughi dai paesi mediorientali e africani per cui non ci sia sicurezza  che possano nascere focolai di terrorismo, peccato che queste anime belle non si scandalizzano e non protestano contro quelle nazioni che non accettano il passaporto con timbri e visti israeliani, che sono: Iran, Libano, Libia, Sudan, Siria e Yemen.

Il problema rimane l'interesse finanziario ed economico(ancor troppo vivo anche in Trump?) con certi stati come l'Arabia Saudita; se non smetteremo di dare assoluta priorità agli interessi finanziari davvero noi occidentali rischiamo molto, rischiamo di perdere tutto.

In Italia tutti i sinistri dei salotti buoni e non, sono intervenuti per dire le loro cretinate. Per fortuna che Trump se ne infischia dei giudizi degli europei sinistri.

Noi non abbiamo  un presidente come Trump e quindi succede che gli italiani terremotati stanno al freddo mentre per i clandestini si trovano subito case ed alberghi, naturalmente tutto a nostre spese...  Non vi pare che ci sia piú di qualcosa che non va? Chi difende i cittadini italiani?


InVerno

#93
Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 14:43:22 PM
Noi non abbiamo  un presidente come Trump e quindi succede che gli italiani terremotati stanno al freddo mentre per i clandestini si trovano subito case ed alberghi, naturalmente tutto a nostre spese...  Non vi pare che ci sia piú di qualcosa che non va? Chi difende i cittadini italiani?
Vedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei " non connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è  molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eretiko

Citazione di: donquixote il 30 Gennaio 2017, 12:00:36 PM
L'elemento "politico" che mi pare determinante e incisivo nei comportamenti dell'Europa post 1989 è che i partiti tradizionalmente di sinistra, che si ispiravano al marxismo e nella loro versione storica si sono sempre occupati di difendere gli interessi degli sfruttati (i proletari) contro quelli degli sfruttatori (i padroni o "borghesi"), dopo il crollo dell' URSS hanno abbracciato di fatto l'ideologia liberalcapitalista...

Contrariamente a quello che teorizzava Marx, non esiste un passaggio deterministico dal capitalismo al comunismo, non c'è nessuna relazione causale. Il comunismo può essere imposto solo con la forza, appiattendo la società, probabilmente verso il basso, e questo né ha decretato il fallimento. Forse la progressiva scomparsa delle classi medie in qualche modo conferma l'intuizione marxiana che il capitalismo avrebbe portato a una società divisa in sole 2 classi (anche se non si può parlare di "proletariato" e "borghesia" in termini classici, ma in senso lato di "classe povera" e "classe ricca"). Ma credo che a questa nuova situazione non sono preparati né i partiti di sinistra, né quelli di destra, vista l'irrazionalità con la quale vengono proposte le ricette.
     

Fharenight

#95
InVerno, sei tu che sragioni, rapito dal delirio della tua ideologia insensata; non c'entra una emerita ceppa l'empatia di cui parli. Avete proprio ROTTO L'ANIMA  con i vostri discorsi sinistroidi che non si sopportano piú. Empatia? Ma allora con voi si parla a vanvera. Abbiamo scritto tanto e spiegato diversi aspetti del problema e questi ritornano sempre sulla balorda idea sinistroide priva di razionalità, di equilibrio, di senso della giustizia.  Si è parlato anche della necessità, del bisogno fondamentale dell'individualità e dell'identità e questo insiste nella sua fissazione, Non è possibile ragionare coi sinistroidi. Non ragionano e hanno una visione distorta, tutta loro della realtà, dei valori e delle religioni. Siete teste dure e, ne sono convinta, profondamente ipocriti.
Per cortesia allora non andate piú fuori tema. Voglio che si continui con la discussione reintrodotta da Altamarea, . Andate altrove a (s)ragionare di comunismo e anarchismo come alternativa al  capitalismo attuale, che mi avete già stomacato parecchio, anche perché oltre al fatto che il comunismo ha mostrato tutto il suo fallimento, la sinistra tutta ha comunque nel suo dna il principio del mescolamento delle etnie e del multiculturalismo, quindi è già bannata, bandita e condannata a morte per questo ed  è perciò discorso chiuso.

Donquixote, anche i tuoi interventi li trovo molto interessanti, quindi prego proseguire in tal senso, grazie.

donquixote

Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2017, 15:41:28 PMVedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei "connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.

Ho la sensazione che tu abbia imboccato una strada sbagliata e tra l'altro credo che la "psicopatia culturale" o la "devianza culturale" (due "patologie" che non avevo mai sentito nominare prima) siano invenzioni alquanto moderne e del tutto funzionali ad un progetto che non voglio chiamare "neoschiavista" per non semplificare troppo ma che comunque ci va molto vicino. Più che l'empatia bisognerebbe considerare l'identificazione come tratto caratteristico di appartenenti alla medesima cultura che porta ad adottare atteggiamenti confidenti nei confronti dei nostri simili e diffidenti nei confronti degli stranieri e che poi conducono a situazioni come la condivisione e la partecipazione a sofferenze causate da tragedie come quella di Rigopiano o l'apparente distacco nel caso delle tragedie in mare. L'empatia è un sentimento individuale che ogni uomo può provare o meno (vi sono persone più empatiche e altre meno) ma è totalmente slegato dalla cultura di riferimento. Una persona naturalmente empatica si preoccuperà della sofferenza altrui da qualunque parte questa provenga, mentre una poco empatica non se ne preoccuperà nemmeno se a soffrire fosse un appartenente alla sua stessa cultura. In ogni caso l'empatia (tratto caratteriale eminentemente femminile che è tanto di moda di questi tempi a causa dell'eccessiva "femminilizzazione" del mondo), al contrario dell'identificazione è molto spesso deleteria e distruttiva: un antico proverbio marchigiano recita: "il medico pietoso fa il dito cancrenoso", quindi il medico empatico che si intenerisce per la sofferenza del paziente che ha una gamba incancrenita evitando di amputargliela per non farlo soffrire ulteriormente finirebbe per ucciderlo, facendogli quindi un servizio peggiore. Nei tempi attuali l'empatia è inflazionata al punto che qualche tempo fa in una trasmissione televisiva la conduttrice assunse un'espressione sofferta empatizzando con una pianta che il fiorista ospite stava potando, e sollecitata si rifiutò di potarla lei stessa. La stragrande maggioranza delle persone che gridano contro gli immigrati sono certo che non sarebbero mai in grado di lasciarli morire in mare senza fare nulla se si trovassero di fronte a loro, così come del resto nessun ragazzino o ragazzina di città, sempre per via dell'empatia, è più in grado di tirare il collo ad un pollo e finirebbe, se lasciato a se stesso, per morire di fame. L'aumento, questo sì patologico, dell'empatia negli ultimi decenni ha fatto un numero enorme di disastri riducendo gli uomini a pappette per neonati, e sarebbe opportuno che diminuisse lasciando spazio al buonsenso, alla razionalità, e soprattutto alla giustizia.

P.S. Fharenight, dato che elogi gli interventi "costruttivi", vorrei pregarti di contribuire in tal senso, senza farti prendere da frenesie che di costruttivo non hanno nulla. Se vuoi scrivere post come quello qui sopra fa' pure, poi una volta che hai scritto e ti sei sfogata anzichè premere "invia post" cancella tutto e ricomincia cercando di argomentare in modo, appunto, costruttivo. Grazie
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

InVerno

#97
Citazione di: donquixote il 30 Gennaio 2017, 22:42:44 PM
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2017, 15:41:28 PMVedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei "connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.

Ho la sensazione che tu abbia imboccato una strada sbagliata e tra l'altro credo che la "psicopatia culturale" o la "devianza culturale" (due "patologie" che non avevo mai sentito nominare prima) siano invenzioni alquanto moderne e del tutto funzionali ad un progetto che non voglio chiamare "neoschiavista" per non semplificare troppo ma che comunque ci va molto vicino. Più che l'empatia bisognerebbe considerare l'identificazione come tratto caratteristico di appartenenti alla medesima cultura che porta ad adottare atteggiamenti confidenti nei confronti dei nostri simili e diffidenti nei confronti degli stranieri e che poi conducono a situazioni come la condivisione e la partecipazione a sofferenze causate da tragedie come quella di Rigopiano o l'apparente distacco nel caso delle tragedie in mare. L'empatia è un sentimento individuale che ogni uomo può provare o meno (vi sono persone più empatiche e altre meno) ma è totalmente slegato dalla cultura di riferimento. Una persona naturalmente empatica si preoccuperà della sofferenza altrui da qualunque parte questa provenga, mentre una poco empatica non se ne preoccuperà nemmeno se a soffrire fosse un appartenente alla sua stessa cultura. In ogni caso l'empatia (tratto caratteriale eminentemente femminile che è tanto di moda di questi tempi a causa dell'eccessiva "femminilizzazione" del mondo), al contrario dell'identificazione è molto spesso deleteria e distruttiva: un antico proverbio marchigiano recita: "il medico pietoso fa il dito cancrenoso", quindi il medico empatico che si intenerisce per la sofferenza del paziente che ha una gamba incancrenita evitando di amputargliela per non farlo soffrire ulteriormente finirebbe per ucciderlo, facendogli quindi un servizio peggiore. Nei tempi attuali l'empatia è inflazionata al punto che qualche tempo fa in una trasmissione televisiva la conduttrice assunse un'espressione sofferta empatizzando con una pianta che il fiorista ospite stava potando, e sollecitata si rifiutò di potarla lei stessa. La stragrande maggioranza delle persone che gridano contro gli immigrati sono certo che non sarebbero mai in grado di lasciarli morire in mare senza fare nulla se si trovassero di fronte a loro, così come del resto nessun ragazzino o ragazzina di città, sempre per via dell'empatia, è più in grado di tirare il collo ad un pollo e finirebbe, se lasciato a se stesso, per morire di fame. L'aumento, questo sì patologico, dell'empatia negli ultimi decenni ha fatto un numero enorme di disastri riducendo gli uomini a pappette per neonati, e sarebbe opportuno che diminuisse lasciando spazio al buonsenso, alla razionalità, e soprattutto alla giustizia.

P.S. Fharenight, dato che elogi gli interventi "costruttivi", vorrei pregarti di contribuire in tal senso, senza farti prendere da frenesie che di costruttivo non hanno nulla. Se vuoi scrivere post come quello qui sopra fa' pure, poi una volta che hai scritto e ti sei sfogata anzichè premere "invia post" cancella tutto e ricomincia cercando di argomentare in modo, appunto, costruttivo. Grazie
Ma vedi io non sarei mai stato propenso a portare la psichiatria sul campo, però mi sono sentito costretto a farlo se non altro per aggiungere materiale a delle citazioni mirate. La psichiatria lavora incessantemente a classificare i comportamenti umani, e se ha uno secondo scopo è quello di vendere farmaci più che qualsiasi forma di neoschiavismo, e questo mi basta e avanza per averne una certa diffidenza. Tuttavia, se leggi bene, abbiamo detto la stessa cosa, solo che la tua è priva di "determinismo medico". Soggetti non empatici costretti dalle spinte sociali che tu stesso descrivi, a simulare empatia nei confronti di determinati soggetti per un calcolo puramente egoistico, quello per esempio di avere un argomento retorico, attraverso la correlazione tra i terremotati e i migranti. Non mi interessa dilungarmi a riguardo, che questa patologia o meno esista non è questione appurabile. Quello che mi interessa è considerare due semplici fatti. La società moderna e i media che ne fanno da megafono ha trasformato l'individualismo in solitudine, e la solidarietà in narcisismo. E a fare da controaltare a questo, per una sorta di ricatto morale, è arrivata solamente empatia finta, simulata, pericolosa, perchè cela la vera fibra degli esseri umani che la compongo e ci autoinganna nel credere di essere migliori di quelli che siamo. Ma la natura simulata-empatica di questa società incapace di vedersi per quello che è, nei momenti di pericolo (metaforicamente, il camion) prima o poi potrebbe uscire fuori in tutta la sua virulenza e violenza. Non è un caso che il padrone del mondo eletto, oggi sia un narcisista.
Riguardo alle donne: sarebbe un argomento molto lungo, i matriarcati non sono automaticamente società più empatiche e umane (chiedere del matriarcato di Winnie Mandela), tuttavia molto curiosamente si parlava di cosidette "età dell'oro perdute", e allora lasciando perdere i residuati bellici del borneo, bisorrebbe parlare della gilania della dea madre europea. Trump è evidentemente un colpo di coda, un canto del cigno, a questo punto la speranza è che sia il canto del sistema patriarcale anzichè dell'intero occidente, almeno avremo una seconda chance.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

e insiste eh. Questo offende gli italiani che si ribellano ad una situazione assurda ed ingiusta.
Im realtà ci siamo riempiti fino al collo del "politicamente corretto" ricavandone interessi d'ogni tipo al punto  che ormai non  sappiamo più farne a meno. E quello di Trump è un semplice blocco alle frontiere per un semplice e dovuto controllo a protezione del proprio paese (ciò che dovrebbero fare anche le nazioni europee), viene preso come un affronto alla libertà od offesa verso i paesi islamici. Ci siamo scordati del politicamente corretto, del senso dell'equilibrio e  della giustizia  e c'è chi ne approfitta.
Addirittura in Italia c'è chi organizza corsi di sci per i profughi.  Neanche un po' di vergogna, niente, e si va avanti cosí.





P.S.: Avete cancellato il mio ultimo post, non ne vedevo la necessità, il motivo, visto che ho dato una risposta in sintonia alle sciocchezze scritte da Inverno e dato che Inverno rispondeva riferendosi a quanto scritto da me. inoltre c'erano anche delle mie considerazioni. Oltretutto nessuno però si è preoccupato di eliminare il post di Inverno quando ha usato una parolaccia in altro topic. Capisco che in questo forum siete in gran parte della stessa sua ideologia  ma confrontarsi forse vi può essere utile.
Faccio presente che per scrivere un post, anche breve, si impiega molto tempo e un lavoro incredibile specialmente  quando si è costretti a scrivere da uno smartphone e  ci si ritrova a sforzare e ad affaticare la vista.



InVerno

Comunque un po di infografiche utili del bravissimo Max Galka.

- Incremento demografico globale comparato - 1800-2100 (notare la "questione africana" del "Furbacchione")
http://metrocosm.com/world-population-history-map/
- Immigrazioni verso l'EU 2010-2015 e altro (da-a)
http://metrocosm.com/mapping-eu-immigration/
- Flussi di richiedenti asilo (da - a)
http://www.lucify.com/the-flow-towards-europe/
- % di popolazione islamica che si è arruolata nell'ISIS per nazione (comparare con i ban di Trump, che ha dimenticato la Francia) e varie statistiche sociali
http://metrocosm.com/foreign-isis-fighters/
- Amarcord, c'era una volta il migrante Europeo
http://metrocosm.com/us-immigration-history-map.html

Buona fruizione.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

doxa

donquixote ha evidenziato che la locuzione latina "E ( da ex) pluribus unum" è il motto originario degli Stati Uniti d'America ed è scritto  sia sullo stemma nazionale sia sulle monete statunitensi. Significa "Da molti l'unità", rappresentata dal Presidente americano Trump, fino a prova contraria regolarmente eletto. Come tale dovrebbe essere accettato anche da chi ha votato la democratica Hillary Clinton. Invece in questi giorni viene contestato per il decreto esecutivo, di durata temporanea, riguardante non l'emigrazione ma chi arriva da alcuni "Stati canaglia" dell'Africa e del Medio Oriente.
Trump viene contrastato perché mantiene le promesse fatte durante la campagna elettorale, eppure, di solito, tutti si indignano quando un leader, una volta eletto non mantiene le promesse.

Queste sue decisioni non piacciono al "tribunale del politicamente corretto", a molti immigrati in Usa arrivati dall'Africa, dall'Asia e dal Sud America,  non piacciono ai clandestini sul suolo americano, non piacciono a tanti democratici "benpensanti", i quali dicono: "ma come ti permetti", "sei stato eletto contro il nostro gradimento ma ora devi fare quello che diciamo noi".  E' ciò che sta succedendo nei confronti del cosiddetto "muslin ban" di Trump, cioè le misure di chiusura provvisoria delle frontiere americane per cittadini provenienti da sette nazioni.

Nel famigerato ordine esecutivo non si fa riferimento all'Islam, come a nessun'altra religione, si specifica che non saranno fatti entrare in Usa solo chi ha legami con il terrorismo e provenienti dai sette Stati scelti. Furono selezionati  nel gennaio del 2016 dall'amministrazione Obama e non da Trump. L'ordine di Trump va certamente oltre le restrizioni obamiane, ma questo è quanto egli aveva proposto durante la sua campagna elettorale, allora perché indignarsi ?  La sua decisione può non piacere ma è legittima, rispetta le regole della Costituzione americana.

In questi giorni gli Usa hanno dovuto sentirsi impartire  lezioni di democrazia e di libertà da alcuni governanti europei e dal Canada, persino dall'Iran. Con quale coraggio altri Paesi mettono in discussione le azioni intraprese dalla nazione americana per difendersi ? E' grottesco evocare il fascismo o addirittura le leggi razziali.  


Legali e legittime sembrano le scelte dell'amministrazione Trump, cosi come, ovviamente sono legittime le opposizioni, le critiche, le manifestazioni degli americani che non le condividono. Mi paiono invece puerili quelle degli altri Paesi, come la petizione degli inglesi per "vietare l'ingresso a Trump  nel Regno Unito. 

Eretiko

Forse ci si aspetta che in una democrazia il presidente eletto onori i suoi impegni elettorali considerando anche le istanze di coloro che non lo hanno votato, soprattutto quando si viene eletti grazie ad una legge elettorale che consegna una vittoria pur avendo avuto un minor numero di voti del proprio avversario, e forse è proprio per questo che si comporta come un rullo compressore.
In ogni caso non capisco perché le critiche di altri paesi agli USA sono puerili: anche Trump critica pesantemente altri paesi.

Fharenight

#102
Sui mass-media si legge che "Dilaga la protesta contro Trump"! Ma protesta di che? E' dal giorno della sua elezione che si è organizzata la protesta, manco avesse fatto un colpo di stato, manco si fosse insediato un governo non eletto come ha fatto la sinistra con gli ultimi governi in Italia. Quindi noi che dovremmo organizzare? Non appena fa un passo si alzano, come un'orchestra ben diretta, i cori di protesta.

Secondo il sistema elettorale americano ha vinto Trump alla grande, in maniera piena ed indiscutibile. Ed ora sta mantenendo fede alle sue promesse. Democraticamente sta invitando coloro che  non fossero d'accordo con le sue decisioni (che tra l'altro non avrebbero dovuto nemmeno accettare l'incarico) ad andarsene. 
La decisione che ha preso è simile a quella che Obama adottò nel 2011 quando vietò i visti per i profughi provenienti dall'Iraq per sei mesi.  I sette paesi coinvolti dal decreto esecutivo sono gli stessi paesi precedentemente individuati dall'amministrazione Obama come a rischio di terrorismo.
Non si tratta di religione, si tratta di terrorismo e di sicurezza del Paese. Ci sono oltre 40 diversi paesi nel mondo che sono a maggioranza musulmana, che non sono interessati da questo ordine. Ci sarà di nuovo il rilascio dei visti per tutti i paesi una volta si sia accertato che abbiano esaminato e attuato le politiche di sicurezza.

Dicevo... Trump è la logica conseguenza di decenni di politica sbagliata, improntata sull'ipocrisia, sul politicamente corretto, e che ha messo in seria difficoltà il popolo; d'altronde anche in Italia e in Europa ci troviamo nella stessa situazione.

Vincesse le prossime elezioni Salvini  (di meglio non abbiamo, solo di peggio) e avesse davvero la capacità di tenere degnamente fede a quanto dice adesso, sarebbe un vero miracolo per noi italiani abituati al continuo voltagabbana e all'arte del servilismo.

Certo che sono stupide ed antidemocratiche le critiche dei Paesi europei che colgono  al balzo le notizie distorte dei mass-media.  Ad esempio  la petizione degli inglesi per "vietare l'ingresso a Trump"  nel Regno Unito è Incredibile! Ma ci rendiamo conto a quale paradosso siamo arrivati con i partiti più o meno di sinistra tutt'uno ormai da decenni con le élite del liberalcapitalismo?
E' proprio l'esempio lampante di un'Europa illuministica che sta recidendo le proprie radici culturali, consentendo ad altri "cespugli" culturali (tra cui diversa "gramigna") di attecchire e occupare il loro posto. Esattamente come un bel giardino che viene abbandonato all'assoluta incuria e alla mercé di chiunque.

InVerno

#103
Il problema dei sostenitori di Trump è che forse hanno seguito distrattamente la sua campagna elettorale, e mentre si crogiolano sul mantenimento delle promesse, non si rendono conto che i prossimi nel mirino siamo proprio noi Europei, se manterrà le promesse. Marchionne è già stato ricevuto e sarà stato ragguagliato sul futuro prossimo delle politiche del lavoro, non mi sorprenderebbe se entro poco la Fiat facesse qualche annuncio che non piacerà molto agli Italianissimi.. ma non si sa mai eh, c'è gente in Italia che seriamente ha preso come una bella notizia la promessa di smantellare la NATO solo perchè è uscita dalla bocca del novello beniamino statunitense. Eh già, non è il nostro presidente, e ci sono quelli che si sperticano per difenderlo e quelli si sperticano per attaccarlo..d'altro canto è solo il leader del mondo occidentale..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Freedom

La problematica è di una complessità difficilmente interpretabile in maniera univoca. Molti difendono la scelta di Trump argomentando che ci sono ben 14 Paesi arabi che non consentono l'ingresso nel loro Stato agli israeliani. Anche se il paragone, a mio avviso, non regge perchè nel caso di Israele è tutto lo Stato che si comporta in un certo modo. Mentre nel caso degli immigrati a cui Trump non consente l'entrata non è tutto lo Stato che viene giudicato ma solo alcuni cittadini. Insomma si fa di tutta l'erba un fascio. Senza considerare che è difficilmente comprensibile non riservare lo stesso ostracismo ad alcune nazioni, su tutte l'Arabia Saudita. La quale ha dimostrato, nel corso degli anni, legami molto compromettenti con il terrorismo islamico o, quantomeno, con la fede islamica più oltranzista. Ma la Saudi Arabia, è noto, è un grandissimo alleato statunitense e ha tanti, tantissimi quattrini.......

Insomma due pesi due misure.

Stasera, per esempio, ho ascoltato dai notiziari che diverse aziende della celeberrima Silicon Valley attaccano, duramente, Trump. Su tutte Amazon. Amazon?? Chi segue da vicino le vicende del lavoro sa bene che Amazon è un'azienda che pratica, deliberatamente e notoriamente, lo schiavismo. Legalizzato ma pur sempre schiavismo. Non sto esagerando e chi vuole documentarsi lo può fare e rileverà che è così. Jeff Bezos paladino della libertà è una roba così grottesca che stasera, per la prima volta, ho dubitato del mio essere contrario alla politica di Trump.  ;D  8)
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.