Multiculturalismo e multirazzialità

Aperto da Fharenight, 19 Gennaio 2017, 02:45:10 AM

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Eretiko

@Donquixote

Il comunismo, almeno nel pensiero di Marx, non e' semplicemente un modello alternativo al capitalismo, ma un suo ineluttabile completamento che avrebbe eliminato l'alienazione derivante dallo sfruttamento intrinseco di una societa' capitalista, mediante una redistribuzione di quel capitale la cui accumulazione, nella visione marxista (materialismo storico), e' avvenuta togliendo qualcosa agli altri. Marx insiste sull'alienazione, e non su una presunta felicita' derivante da beni materiali.

InVerno

#76
Citazione di: Fharenight il 28 Gennaio 2017, 23:46:28 PM
Citazione di: InVerno il 28 Gennaio 2017, 19:37:40 PM
Citazione di: Fharenight il 28 Gennaio 2017, 17:13:30 PME comunque, ci sono tanti altri danni che l'Ue ha prodotto in Italia, vedi nell'ambito delle agricoltura ...
Tipo ?


Tipo?

Tipo l'olivicoltura; l'olio di bassa qualità che si deve importare dalla Tunisia a dazio zero. Il dramma è per tutti, anche per noi comuni consumatori che non sappiamo più dove acquistare l'olio di buona qualità italiano pur spendendo non poco per qualsiasi bottiglia d'olio che si trova ora in commercio. Ti basta o devo proseguire?
Ovviamente non consideri che l'ipotesi del crollo dell'EU significhebbe perdere un (ipotetico) dazio d'importazione per l'olio di Tunisi, e averne 28 di esportazione per tutti i paesi membri a cui oggi esporti liberamente. Devi proseguire, fino a fare un elenco che faccia da controaltare al fatto che le aziende agricole sono finanziate al 50\70% su tutte le opere di ammodernamento da 20anni con i piani di sviluppo rurali. Capito? Spendi 100 paghi 30-50. Riguardo all'olio, considera che prima dei migranti tunisini sono arrivate le piante di oliva andaluse. Eh già, sono arrivate a rubare il lavoro alle olive Italiane. E mentre eravamo tutti felici di aver trovato un oliva che produceva olio di merda a basso costo, ora c'è qualcuno che piange perchè ha scoperto che c'è chi riesce a farlo ancora più a basso costo. Però si galleggia guarda, da quando negli uliveti ci sono i negri tutto sommato si potrebbe parlare di "little-Tunisi"
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

Citazione di: paul11 il 29 Gennaio 2017, 01:32:19 AM
Inverno,
non so di quale pianeta parli, a me risulta che sono stanziali gli aborigeni australiani, quelle del Borneo, quelle amazzoniche, eccetera eccetera.Siamo noi ad avere inventato il colonialismo.
Ci credo che sono stanziali, vivono nelle riserve o in terre quasi impossibili da colonizzare (ah praticano ancora tutti l'infanticidio perchè non sanno dove sfogare l'espansione demografica, essendo che li vicino ci sta una metropoli e non un altro popolo di giavellottisti da decimare)... Sicuramente nel Borneo ci sono ci sono nati, non ci sono arrivati... ma io boh..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

paul11

#78
Citazione di: Eretiko il 29 Gennaio 2017, 09:13:38 AM
@Donquixote

Il comunismo, almeno nel pensiero di Marx, non e' semplicemente un modello alternativo al capitalismo, ma un suo ineluttabile completamento che avrebbe eliminato l'alienazione derivante dallo sfruttamento intrinseco di una societa' capitalista, mediante una redistribuzione di quel capitale la cui accumulazione, nella visione marxista (materialismo storico), e' avvenuta togliendo qualcosa agli altri. Marx insiste sull'alienazione, e non su una presunta felicita' derivante da beni materiali.
Con permesso....
Il concetto marxista è impadronirsi dei mezzi di produzione che costruiscono la disparità della disuguaglianza in quanto costruisce quel plusvalore che non è altro che il profitto privato.
Quindi l'abolizione della proprietà privata  e la restituzione alla comunità non direi solo della redistribuzione, ma anche della produzione della ricchezza, perchè sono due fasi importanti e distinte.
Ad esempio la fiscalizzazione negli Stati liberal-democratici è il tentativo di ricostruire(o dovrebbe essere...) l'eguaglianza nella fase della ridistribuzione senza intaccare la proprietà privata dei mezzi di produzione e la libera imprenditorialità..
Lo Stato ,come concetto trascendente di una società, in quanto personalità giuridica ( e c'è tutta una storia sul concetto di personalità giuridica e fisica nella nostra cultura ) diventa centrale di un partito che avrebbe dovuto, dal pensiero marxista alla prassi leninista dell'organizzazione del partito e delle forme organizzate dei mezzi di produzione (soviet) consentire quell'uguaglianza  nel popolo come comunità.
La fase finale (escatologica?) è il dissolvimento dello stesso Stato nel pensiero marxista, vale a dire l'anarchia.
Il principio cardine dell'analisi marxista  in economia è lo studio del ciclo economico, delle fasi interne di accumulazione del plusvalore, investimenti, riduzione del costo del lavoro, rivendicazioni di classe, sovraproduzione,ecc....il discorso è lungo e rischio di esser o,t.

E' vero comunque, che il pensiero marxista insiste sulla negatività. sfruttamento, alienazione e non positività, felicità ecc. Forse ritene che sia implicito nella materiailità dello sfruttamento che si estrinseca nel plusvalore, quindi togliere lo sfruttamento porta alla "felicità",intesa come nuova possibilità di costruire o ricostruire relazioni umane più fraterne e solidali

doxa

Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...

Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta.

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa".

"identità plurale" ?

Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre  per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro.

Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?).

Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte  persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento.

I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre  molte persone al disturbo dissociativo d'identità ?  Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.

Duc in altum!

**  scritto da Freedom:
Citazionebisogna dunque immaginare e proporre qualcosa che possa essere condivisibile da tutti. Indipendentemente dalla fede o non fede seguita.
E' impossibile, altrimenti la fede cesserebbe di essere una grazia, di custodire l'unico merito umano possibile di giudizio, di rendere valido il senso e lo scopo dell'esistenza.         
Certo, come tu ben dici e proponi: possiamo immaginare, illuderci, ma restiamo sempre nella dimensione della fede: io credo che questa soluzione sia valida ...io credo che questa politica sia più vantaggiosa ...io credo che questo statuto concederà maggior diritto ...io credo ecc. ecc.

Citazione. Io (e anche te!) la ricetta ce l'abbiamo ma coinvolge la fede cristiana.........
Per un cristiano autentico non esistono altre ricette (altrimenti commettiamo lo stesso strafalcione confessionale del cittadino Renzi:Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. - che, grazie a Dio, alcuni catechisti e sacerdoti e capi-scou, stanno prendendo, con coraggio, come spunto per segnalare cosa non deve dire un cristiano per non contraddire la propria fede, peggio se poi diviene anche azione, "opera").
La Costituzione cristiana, che non ha rivali come formula per il bene e per il miglioramento di tutti, è stata conclamata, ancora una volta, proprio oggi (toh, guarda caso!) dal Vangelo, non ha bisogno di essere immaginata già c'è, già è, già funziona dove viene accolta:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli».
   
 
Non esiste antidoto più repellente delle Beatitudini all'avidità umana, ma allo stesso tempo non può essere un comando, bensì una logica adesione personale fiduciosa nella ricchezza dei sentimenti che ognuno (quindi tutti) possiede nel cuore e non nei tesori che concernono ed elargiscono l'avere, il potere e l'apparire.
Ciò che ben sostiene @donquixote:
CitazioneAppare chiaro a chiunque che nei paesi capitalisti le persone non sono affatto felici, e non solo quelle sfruttate ma anche quelle che rientrano nella categoria degli sfruttatori. Gente che guadagna milioni di dollari al giorno che non dorme la notte per curare i propri affari e guadagnare sempre di più la si può chiamare felice? Sono solo, tecnicamente, degli squilibrati che non troveranno mai un punto di arrivo della propria felicità e del proprio benessere perché saranno costretti dal sistema di cui anche loro sono in qualche modo vittime a spostare quel traguardo sempre più avanti, all'infinito.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

donquixote

Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PMPer tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"... Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta. Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa". "identità plurale" ? Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro. Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?). Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento. I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre molte persone al disturbo dissociativo d'identità ? Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.

Giovanni Sartori, in un libretto intitolato "multiculturalismo, pluralismo ed estranei" afferma che il pluralismo culturale è praticamente l'opposto del multiculturalismo, poichè quest'ultimo tende a formare dei gruppi chiusi che non riconoscono la cultura di altri gruppi ritenendola sbagliata, mentre il pluralismo è un'insieme di formazioni, di associazioni, che sono certamente indipendenti e riconoscibili come tali, ma caratterizzate dal fatto di essere volontarie e non esclusive, aperte ad affiliazioni multiple. In pratica, da come ho capito io quel che intende Sartori, le società pluralistiche sono le democrazie liberali moderne, società aperte ove i gruppi possono essere paragonati ai partiti politici a cui chiunque può affiliarsi volontariamente ma anche cambiare partito, e se fra partiti diversi sorgono frequentemente dei conflitti tutti si trovano d'accordo sul loro metodo di composizione (nel caso dei partiti questo è il consenso elettorale). Le idee e i progetti dei partiti politici sono stati spesso confusi con le "culture" tout court definendo le persone "di cultura comunista", "di cultura liberale" eccetera (del resto, in particolare per quanto riguarda i comunisti, esisteva anche un'etica e una ritualità particolari che li caratterizzavano), e questa idea del tutto sballata (poichè le culture propriamente dette sono tutt'altra cosa e sono essenzialmente chiuse) si è poi diffusa a tutti i gruppi sociali (abbiamo la cultura garantista, quella giustizialista, quella del sospetto, quella dell'accoglienza, del complotto e così via) tanto che ormai il termine "cultura" è tanto inflazionato quanto irrilevante. Siccome non ritengo Sartori un ignorante e siccome ha cominciato a pronunciarsi chiaramente su queste questioni da quando si sono create frizioni fra i gruppi di religione islamica per affermare che l'ingresso in Europa dovrebbe essere vietato a costoro, sono costretto a pensare che mostri una discreta malafede, poichè non poteva non sapere cos'è effettivamente una cultura e quindi non poteva in nessun modo paragonare un gruppo di cultura buddhista o taoista o protestante o ebraica ad un partito politico o ad una associazione culturale purchessia, dato che molti gruppi "chiusi" sono presenti in Europa da sempre ma il problema è sorto solo negli ultimi anni. Sartori, nelle sue dotte analisi sulla democrazia e le sue definizioni, non ha mai sollevato un problema di tal genere, ma invece esaltava la "tolleranza" lockiana nei confronti di chiunque come un valore fondante del liberalismo.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Freedom

Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PM
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...
Non rilevo post OT. Quando si solleva un problema così profondo, complesso e articolato come quello indicato da te mi pare sia abbastanza naturale spaziare nell'organizzazione sociale e politica di un civiltà.

Citazione di: Duc in altum! il 29 Gennaio 2017, 20:27:13 PM
**  scritto da Freedom:
Citazionebisogna dunque immaginare e proporre qualcosa che possa essere condivisibile da tutti. Indipendentemente dalla fede o non fede seguita.
E' impossibile, altrimenti la fede cesserebbe di essere una grazia, di custodire l'unico merito umano possibile di giudizio, di rendere valido il senso e lo scopo dell'esistenza.
Il comunismo diciamo......primitivo è molto simile al cristianesimo diciamo.....primitivo. Sono certo che tu conosca quei passi degli Atti degli Apostoli dove i partecipanti alla comunità cristiana si spossessano totalmente di ogni bene e lo mettono in comune. A testimonianza dell'importanza non secondaria della questione, ricordo che Pietro, addirittura, ammazza uno degli adepti che si era tenuto qualcosa per sé mentre tutti dovevano dare tutto. Quindi abolizione della proprietà privata tout court.

Naturalmente non prendermi per fanatico: è solo un'indicazione di percorso la cui applicazione pratica dovrebbe essere modulata col il buon senso e la sensibilità del caso.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

donquixote

Citazione di: paul11 il 29 Gennaio 2017, 14:03:08 PM
Citazione di: Eretiko il 29 Gennaio 2017, 09:13:38 AM@Donquixote Il comunismo, almeno nel pensiero di Marx, non e' semplicemente un modello alternativo al capitalismo, ma un suo ineluttabile completamento che avrebbe eliminato l'alienazione derivante dallo sfruttamento intrinseco di una societa' capitalista, mediante una redistribuzione di quel capitale la cui accumulazione, nella visione marxista (materialismo storico), e' avvenuta togliendo qualcosa agli altri. Marx insiste sull'alienazione, e non su una presunta felicita' derivante da beni materiali.
Con permesso.... Il concetto marxista è impadronirsi dei mezzi di produzione che costruiscono la disparità della disuguaglianza in quanto costruisce quel plusvalore che non è altro che il profitto privato. Quindi l'abolizione della proprietà privata e la restituzione alla comunità non direi solo della redistribuzione, ma anche della produzione della ricchezza, perchè sono due fasi importanti e distinte. Ad esempio la fiscalizzazione negli Stati liberal-democratici è il tentativo di ricostruire(o dovrebbe essere...) l'eguaglianza nella fase della ridistribuzione senza intaccare la proprietà privata dei mezzi di produzione e la libera imprenditorialità.. Lo Stato ,come concetto trascendente di una società, in quanto personalità giuridica ( e c'è tutta una storia sul concetto di personalità giuridica e fisica nella nostra cultura ) diventa centrale di un partito che avrebbe dovuto, dal pensiero marxista alla prassi leninista dell'organizzazione del partito e delle forme organizzate dei mezzi di produzione (soviet) consentire quell'uguaglianza nel popolo come comunità. La fase finale (escatologica?) è il dissolvimento dello stesso Stato nel pensiero marxista, vale a dire l'anarchia. Il principio cardine dell'analisi marxista in economia è lo studio del ciclo economico, delle fasi interne di accumulazione del plusvalore, investimenti, riduzione del costo del lavoro, rivendicazioni di classe, sovraproduzione,ecc....il discorso è lungo e rischio di esser o,t. E' vero comunque, che il pensiero marxista insiste sulla negatività. sfruttamento, alienazione e non positività, felicità ecc. Forse ritene che sia implicito nella materiailità dello sfruttamento che si estrinseca nel plusvalore, quindi togliere lo sfruttamento porta alla "felicità",intesa come nuova possibilità di costruire o ricostruire relazioni umane più fraterne e solidali

Da qualunque parte lo si guardi il marxismo mette al centro il lavoro e il controllo dei mezzi di produzione, ovvero gli strumenti per modificare la materia. Non offre, rispetto al capitalismo, un'alternativa "ideale" valida e credibile, anche considerando che nei paesi liberalcapitalisti vi è almeno la libertà di professare un culto (per quanto la religione sia ridotta a fatto "privato") mentre in quelli comunisti la religione era proibita per legge (e abbiamo visto la reazione del popolo russo dopo il 1989 come ha ricominciato a frequentare le chiese, tanto che i paesi ex comunisti e la Russia in particolare sono ora quelli nettamente più religiosi d'Europa). Se queste idee sono nate per difendere gli oppressi e gli sfruttati non si può però considerarle  esaustive della necessità di senso della vita umana; se qualcuno mi libera dalle catene gli sarò grato, ma questa libertà non darà certo senso alla mia vita, e dovrò comunque trovarlo altrove. Il capitalismo, con il cosiddetto "american dream", ha proposto invece un modello che ha avuto successo, e ormai chiunque nel nostro mondo si spende e si spreme in tutti i modi possibili, leciti o meno, per avere ricchezza, fama, successo e riconoscimento da parte dei propri simili. La mistica del vincente è l'ideale del capitalismo, ma quello del comunismo qual è?
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Fharenight

#84
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PM
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...

Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta.

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa".

"identità plurale" ?

Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre  per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro.

Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?).

Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte  persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento.

I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre  molte persone al disturbo dissociativo d'identità ?  Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.

La Lega Araba si dice "preoccupata" di questa decisione di Trump. Capito da quale pulpito arriva la predica? Li abbiamo coccolati, vezzeggiati, accontentati e compatiti troppo a lungo, adesso che la pazienza del politicamente corretto sta per finire non sapranno dove attaccarsi, loro e tutti i loro fiancheggiatori occidentali. Non dimentichiamoci che questi in fondo al cuore desiderano islamizzare il mondo occidentale; sono secoli che di tanto in tanto si affaccia nei loro puri cuori il desiderio di conquistare l'Occidente, Trump è il primo politico che sta spegnendo la luce di questa loro recondita speranza.

"Identità plurale" .... ??? Se ne inventano di cotte e di crude. Vogliono farci diventare matti con personalità multipla o borderline! Più probabilmente vogliono farci diventare una massa informe di poveri rimbecilliti da manipolare come meglio credono.
Quello che dice il signor Gad Lener è ridicolo: "bisogna" accettare che ? Parlasse per sé, io questo "bisogno" non lo sento, sento il bisogno opposto.  Sento il bisogno che sparisca innanzitutto  lui dalla Rai per cui pago il canone.

doxa

#85
donquixote ha scritto
CitazioneGiovanni Sartori, in un libretto intitolato "multiculturalismo, pluralismo ed estranei" afferma che il pluralismo culturale è praticamente l'opposto del multiculturalismo, poichè quest'ultimo tende a formare dei gruppi chiusi che non riconoscono la cultura di altri gruppi ritenendola sbagliata, mentre il pluralismo è un'insieme di formazioni, di associazioni, che sono certamente indipendenti e riconoscibili come tali, ma caratterizzate dal fatto di essere volontarie e non esclusive, aperte ad affiliazioni multiple.

Giovanni Sartori ha anche evidenziato che l'immigrante di cultura teocratica pone problemi solitamente più seri e più gravi rispetto all'immigrante che accetta la separazione tra politica e religione. C'è poi da comprendere potenzialità e limiti delle religioni, di qualsiasi religione, in termini di educazione al ragionamento e predisposizione a porsi in ascolto dell'altro e delle sue ragioni.

Un amico del politologo Giovanni Sartori  fu il politologo Nicola Matteucci (1926-2006), il quale invitava a non considerare sinonimi pluralismo e multiculturalismo. Reputava il il multiculturalismo degenerazione e perversione del pluralismo.

Se pluralismo è l'accettazione del nuovo e del diverso,  non significa che ogni novità e ogni diversità possano essere incamerate e gestite all'interno della logica della convivenza sociale senza suscitare l'inevitabile condivisione di spazi, magari in una prossimità così stretta da eccitare quell'istinto naturale all'aggressività che agita l'animale uomo, secondo le note osservazioni dell'etologo Konrad Lorenz. È proprio questa prossimità incontrollata e invasiva che, sperimentata sulla propria pelle, genera una diversa valutazione del multiculturalismo particolarmente apprezzato invece da chi solitamente ne ha un'idea teorica, o dispone di quelle risorse materiali che consentono di mantenere le distanze di sicurezza dai crescenti insediamenti a forte connotazione etnica.

Un conto è la frequentazione occasionale in una comunità, altra  cosa è il  contatto obbligato e ininterrotto nel tempo, dove la quotidianità rende difficoltosa la convergenza attiva di interessi e abitudini difformi persino tra singoli individui omologhi per lingua, usi e costumi,  figurarsi quindi fra gruppi che seguono regole di organizzazione interna tra loro molto distanti.

Nicola Matteucci si domandava:"Quanta diversità può sopportare una società al suo interno? L'ideale è ex pluribus unum; ma cosa succede se quei "pluribus" diventano divaricanti?"

InVerno

#86
Citazione di: altamarea il 29 Gennaio 2017, 18:28:53 PM
Per tornare al tema del topic: "multiculturalismo e multirazzialità"...

Il Presidente Trump ha firmato due decreti esecutivi per tenere fuori dall'America i terroristi ed ha bloccato per quattro mesi il programma di accoglienza per i profughi provenienti da alcuni Stati dell'Africa e del Medio Oriente. Subito si sono levate voci di protesta.

Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio, su Twitter ha scritto: "Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa".

"identità plurale" ?

Nell'ambito della psicologia sociale per "identità" s'intende le caratteristiche che rendono specifico un individuo, mentre  per "identità plurale" le caratteristiche che definiscono un gruppo (valori, credenze, esperienze comuni) e permettono al singolo di riconoscersi e di essere riconosciuto come membro.

Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, nel suo libro "La società individualizzata", afferma che l'identità è divenuta oggi un prisma, ed il giornalista Gad Lerner nel suo libro titolato "Identità plurali" ribadisce che vivendo in società pluralistiche non si può considerare la propria singola visione del mondo come l'unica e "la" giusta. Bisogna accettare e convivere con tutte le differenze, e questo rappresenta non un limite, bensì la vera ricchezza del nostro mondo (?).

Le identità plurali rispecchiano la complessità delle società occidentali e molte  persone racchiudono in sé identità diverse (pluralità identitaria), paradigma di un processo di meticciamento.

I processi di ibridazione esistono con l'homo sapiens sapiens, ma l'ibridazione culturale ed il meticciato biologico inducono a convivere in pace e solidarietà o può condurre  molte persone al disturbo dissociativo d'identità ?  Lo psichiatra Otto Friedmann Kernberg ha introdotto il concetto di "diffusione dell'identità" come elemento centrale nelle personalità borderline. La diffusione di identità induce a rappresentazioni di sé e dell'altro parziali, anziché integrate, che risultano da meccanismi di difesa psicologica, come la scissione.
Prima di analizzare sociologhi e psichiatri (alcuni dei quali hanno emesso "sentenze" non molto rassicuranti su Trump). Analizziamo il decreto "salva terroristi"
Alla prima press conference il neopresidente eletto ha giustificato il decreto dicendo che avrebbe evitato l'ingresso di terroristi che avrebbero potuto commettere altri atti simili a 9\11 e la strage di San Bernardino (ha citato esattamente queste due).
Bene, uno degli attentatori di san Bernardino era statunitense, l'altro pakistano. Gli attentatori del 9\11 provenivano Saudi Arabia (15su19), Libano, Egitto ed Emirati Arabi.
- Nessuno di questi stati è nella lista degli stati bannati.
- L'Iran, che non hai avuto a che fare con gli attentati di matrice sunnita, ma anzi ha svolto un ruolo di contrasto cruciale a riguardo, è bannato.
- Saudi Arabia, patria del wahabitismo(la matrice ideologica dell'ISIS), e finanziatrice conclamata di gravi attentati non è bannata.
- In tutti gli stati "a maggioranza islamica" non bannati, Trump ha towers\hotels\golf clubs etc.
Lasciate dormire in pace Bauman... Questo è un decreto "anti terrorismo" solamente per chi, quando si parla di "islam", ha in mente un confuso mappamondo dove più o meno riesce a indicare con il pollicione la zona del golfo ma ancora ha difficoltà a capire chi sia questo e chi sia quello..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

paul11

Citazione di: donquixote il 29 Gennaio 2017, 22:02:13 PM
Citazione di: paul11 il 29 Gennaio 2017, 14:03:08 PM
Citazione di: Eretiko il 29 Gennaio 2017, 09:13:38 AM@Donquixote I......... La mistica del vincente è l'ideale del capitalismo, ma quello del comunismo qual è?
La sicurezza, Da sempre l'uomo teme l'incognita naturale la mano divina.
La contraddizione è che il capitalismo rappresenta l ostato di natura come insicurezza, il paragone è che la crisi e come la carestia e la devastazione naturale, i cicli economici come i cicli naturali, la competizione come il darwinsmo e per questo ritengo quest'ultimo la strumentalizzazione  ideologica giocata ad arte da certa cultura di potere.
Avere un "posto di lavoro sicuro" si diceva e si dice; la sicurezza sociale e della giustizia.
Quello che vuole il lavoratore prestatore di lavoro subordinato è esattamente l'opposto di ciò che incarna il datore di lavoro imprenditore.Non è solo un concetto economico è culturale. L'imprenditore incarna il rischio del mercato,ciò che sta fra analisi ponderata e i fattori variabili di rischio dei mercati imponderabili: quindi gestisce l'incertezza dei possibili ventagli di scenari futuri.L'uomo da sempre tende ad anticipare il futuro, proprio per ponderarne il rischio, togliere l'incertezza per darne certezza e quindi stare al sicuro.
Da sempre le scienze sono predittive

Comunque mi trovo d'accordo con i tuoi post che hai scritto.
La cultura ebrea è un esempio da studiare, non dico da imitare, ma  da capirne i segreti.
In qualunque luogo geografico sono emigrati mantengono forte il legame identitario.
Eppure convivono da dominatori nel capitalismo
Hanno una struttura organizzativa sociale che gli permette continuamente di rigenerarsi in qualunque situazione e latitudine si trovino.
Sono d'accordo quindi la società aperta è la visione, ma non l'identità.
E' come chiedere ad uno schizofrenico con quale delle personalità sta concettualizzando se non si ha più un'identità,ne partoriscono contraddizioni non riconducibili ad una coerenza fra soggetto e concetto.
Ed è questo il regno dell'ipocrisia,della malafede, parlare per immagini retoriche che non hanno più attinenza con una realtà priva di identità e suonano quindi come "tromboni".

Sono altrettanto d'accordo, come ha sottolineato anche Duc, che i malati sono soprattutto quelli che hanno potere e denaro perchè questa è la loro identità, divenuta una condanna. Quando si è invidiati per una posizione di "prestigio" perdere quel prestigio e sinonimo d'identità: spesso si suicidano.
Hanno focalizzato il loro essere nell'avere ,nel'esteriorità, compiaciuti dell'assenso sociale e dei privilegi e riconoscimenti. ma per questo molti di loro vivono dietro le quinte, lontano dagli occhi, dall' apparire e sono
i più furbi e intelligenti. Hanno delegato alla massa di dirigenti e funzionari il loro compito,sono loro i soldati più schiavi dei loro schiavi.E questa massa che è corrosa da invidie e gelosie, è ancora più pericolosa dei grandi veri detentori dei cosiddetti poteri forti. Perchè rappresentano tutta la contraddizione insita nella nostra società e come classe rappresentano l'enorme cuscino che sta fra il vero capitalista e il la cosiddetta base popolare dei lavoratori.
Sono la protezione sociale, culturale(direi inculturale e insipiente) che Marx non contemplò nell'analisi sociale: l'enorme esercito di tecnocrati e burocrati .

Fharenight

Chiedo scusa, Freedom , Paul e gli altri, però quando la digressione si prolunga approfondendo  altri temi, e se altri utenti poi tornano al tema principale, sarebbe meglio aprire un topic  a parte, altrimenti si finisce col dividere l'argomento in due o più filoni sullo stesso topic.  Purtroppo gli argomenti sui forum non si possono strutturare come un libro e suddividerlo in parti, capitoli e paragrafi, con indice, rimandi e note a piè di pagina. Non che non ritenga interessante il tema sul comunismo primitivo come metodo economico e sociale alternativo al capitalismo ma per non passare da un approfondimento ad un altro e spezzettare il filo del discorso. 

Freedom

Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 02:07:12 AM
Chiedo scusa, Freedom , Paul e gli altri, però quando la digressione si prolunga approfondendo  altri temi, e se altri utenti poi tornano al tema principale, sarebbe meglio aprire un topic  a parte, altrimenti si finisce col dividere l'argomento in due o più filoni sullo stesso topic.  Purtroppo gli argomenti sui forum non si possono strutturare come un libro e suddividerlo in parti, capitoli e paragrafi, con indice, rimandi e note a piè di pagina. Non che non ritenga interessante il tema sul comunismo primitivo come metodo economico e sociale alternativo al capitalismo ma per non passare da un approfondimento ad un altro e spezzettare il filo del discorso.  

A me non sembra una digressione. Se anche tu, come credo, ritieni che alla base del multiculturalismo e della multirazzialità, ci siano motivi economici, di sfruttamento economico! e geopolitici, che si nascondono sotto la foglia di fico dell'accoglienza tout court; allora parlare del sistema economico politico di una società è andare in profondità sino alla radice stessa del problema.

Pur tuttavia ti riconosco l'autorevolezza di capothread  8)  :D e dunque non ho difficoltà ad accontentarti e proverò a starmene buono e rientrare in altro momento o in altro thread addirittura.  :)
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.