Migrazioni: una responsabiltà collettiva.

Aperto da Eutidemo, 03 Agosto 2019, 13:30:01 PM

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Eutidemo

Sono stato giustamente rimproverato di prendermela troppo con Salvini, trascurando le responsabilità dell'ONU, degli altri Paesi europei,  e in particolare, dei ministri degli interni degli altri Paesi europei, nel voler trovare soluzioni adeguate al fenomeno migratorio.
Prendo atto della fondatezza dell'accusa, e, con questo TOPIC, cercherò di esaminare la questione con un orizzonte più ampio; sebbene non potrò esimermi dal fare spesso riferimento anche a Salvini.
Poichè, però, il tema è molto vasto, temo che, per ragioni di spazio, dovrò frazionarlo i due o tre interventi successivi.

***
Come ho già rilevato in un'altra occasione, il problema delle "migrazioni" è talmente complesso, che, almeno a mio parere, al riguardo è quasi impossibile anche soltanto congetturare ipotetiche soluzioni; questo, anche perchè i dati statistici su cui ci si dovrebbe basare, sono.
-  molto articolati;
-  variabili nel tempo;
- diversamente interpretabili.
Comunque, prima di ragionare sulle possibili soluzioni dei problemi generati dal fenomeno migratorio, occorre "resettare" il cervello, e prendere atto che le categorie dei migranti sono diverse tra di loro (anche se in taluni casi si mescolano durante il viaggio).

1)
I "migranti economici regolari" che giungono qui con i "decreti flussi"; come i 30.850 che entreranno regolarmente in Italia in base al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 marzo 2019 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale ​Serie Generale n. 84 del 9 aprile 2019), su pressante richiesta di alcuni importanti settori della nostra economia, specialmente agricoli (ma non solo); Salvini ha messo un po' in sordina ina la cosa, perchè perchè a molti suoi elettori non sarebbe suonata bene, mentre invece, sebbene un po' in ritardo -deprecato dalla Coldiretti-, non ha fatto altro che il suo dovere come vice-premier del governo, e ministro dell'interno.
Ed infatti, tale tipologia di migranti "regolari", non solo è "legittima", ma è anche "indispensabile":
- sia per la nostra economia, viste le incalzanti ed assillanti richieste che ne fanno molti settori produttivi italiani (soprattutto in agricoltura, dove trovano occupazione regolarmente oltre 346mila stranieri che con 30.612.122 di giornate rappresentano ben il 26,2% del totale del lavoro necessario nelle campagne italiane);
- sia per i nostri equilibri pensionistici, giacchè, soprattutto in prospettiva futura, senza i contributi  degli stranieri l'INPS non sarebbe più in grado di pagare le pensioni a causa dell'invecchiamento della popolazione autoctona (diatriba tra Boeri e Brambilla a parte);
- sia per contenere i flussi dei migranti economici irregolari, che, a quanto pare, sono inversamente proporzionali ai flussi dei migranti economici regolari, in quanto, in mancanza di decreti flussi carenti o tardivi, non pochi comparti "chiamano" migranti per vie irregolari.

2)
I "migranti economici irregolari", che si distinguono in due categorie:
a)
Quelli che cercano di venire qui in modo irregolare, ma "manifesto", sbarcando nei porti con i loro barchini o tramite le ONG, e che, tramite i Centri di Accoglienza:
-  cercano illecitamente di farsi passare per "rifugiandi";
-  ovvero sperano di trovare comunque, in qualche modo, una "legittima" occupazione lavorativa in Italia.
b)
Quelli che, invece, cercano di venire qui non solo in modo irregolare, ma anche in modo "clandestino", sbarcando sulle coste lontane dai porti con le navi delle OC (organizzazioni criminali), e che, evitando accuratamente i Centri di Accoglienza, si danno alla macchia per esercitare le attività illegali o criminali  a cui le OC li destinano (per lo più lo spaccio di droga o la prostituzione).
Come già ho scritto altrove, osteggiando le ONG, Salvini ha fatto calare i "flussi manifesti" di migranti irregolari di cui al punto a), facendo però aumentare i "flussi non manifesti" di migranti irregolari di cui al punto b), gestiti dalle OC; ma, in questo TOPIC, non voglio discutere di questo, perchè ci sono già aperti altri specifici TOPIC al riguardo.


3)
I "migranti richiedenti il diritto d'asilo", in base alla Convenzione di Ginevra, agli altri Trattati Internazionali sottoscritti dall'Italia, nonchè all'art.10 comma 3 della nostra Costituzione, il quale prevede che: "lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica."

Spesso, i migranti ecomici della categoria 2a), si mescolano, come detto, con quelli della della categoria 2c), per cui è necessario un accurato vaglio "caso per caso"; ed infatti il respingimento collettivo è proibito dall'art.4 del IV Protocollo aggiuntivo CEDU, in base all'elementare principio che non è lecito "buttare via il bambino con l'acqua sporca".
Ma di questo si parlerà meglio più avanti.

***
Ciò premesso riguardo alle diverse categorie di migranti, è di tutta evidenza che la gestione dei flussi deve essere differente a seconda di ciascuna categoria.
Inoltre la gestione dei flussi deve essere differente non solo per ciascuna "categoria", ma anche a seconda della "fase immigrativa" di ciascuna categoria, che può essere:
A) Di partenza;
B) Di viaggio;
C) Di arrivo.
La differenza "ontologica" tra le varie categorie, quindi, va raccordata anche a tali fasi, per così dire "storiche"; altrimenti non si può ben comprendere il fenomeno complessivo, al fine di ricercarne le soluzioni più adeguate.
Occorre fare un piccolo sforzo! :)

CONTINUA

Eutidemo

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A) FASE DI PARTENZA
Al riguardo:

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I) Caso di cui al punto 1).
Nel caso di cui al punto 1), cioè con riguardo ai "migranti economici regolari" che giungono qui con i "decreti flussi", si tratta solo di gestire con maggiore accortezza tale fenomeno fisiologico; ed infatti, sia in passato sia nel 2019, tali decreti vengono solitamente emessi in ritardo e per contingenti non ben calcolati (per eccesso o per difetto), con le seguenti conseguenze:
a)
I comparti economici italiani che ne fanno richiesta, si trovano in difficoltà, per cui spesso devono ricorrere al lavoro nero; ed infatti, solo per fare un esempio fra i tanti, fino al 2015, la quota di stagionali extracomunitari assegnati all'agricoltura veronese oscillava tra 1.200 e 1.300 persone, ma, da allora, il ministero dell'Interno è sceso a quota 300 su un fabbisogno minimo di 1000, come stabilito con il decreto flussi citato sopra, che è arrivato pure in netto ritardo (dichiara Damiano Valerio, della Confagricoltura: "Manca manodopera e Matteo Salvini, con cui parlai un anno fa, pareva dovesse spaccare il mondo mentre invece, per noi, ha fatto poco").  
b)
I migranti economici, vedendosi occluse o ritardate le vie regolari, giungono irregolarmente per conto loro; ed infatti, i flussi dei migranti economici irregolari, a quanto pare, sono inversamente proporzionali ai flussi dei migranti economici regolari, in quanto, in mancanza di decreti flussi carenti o tardivi, non pochi comparti "chiamano" migranti per vie irregolari.
Però, come ho detto, gestendo con maggiore accortezza tale fenomeno fisiologico, si ridurrebbe di molto quello patologico; sebbene sarebbe illusorio sperare che quest'ultimo sarebbe mai eliminato del tutto.

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II) Caso di cui al punto 2)
Nel caso di cui al punto 2), cioè con riguardo ai "migranti economici irregolari", occorre distinguere nettamente tra la fattispecie 2 a) ed la fattispecie 2b).

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Nella prima fattispecie, quella, cioè di coloro che cercano di venire qui in modo irregolare, ma "manifesto", sbarcando nei porti con i loro barchini o tramite le ONG, e che, tramite i Centri di Accoglienza   cercano di farsi passare per "rifugiandi", ovvero sperano di trovare comunque, in qualche modo, una "legittima" occupazione lavorativa in Italia, la soluzione sarebbe di gestire meglio i "decreti flussi", o  "evitare che partano", creando a casa loro  condizioni di lavoro sufficienti (scusate la frase ipotattica un po' lunghetta).
Il che è facile a dirsi, ma molto più difficile da realizzarsi.
Ed infatti
a) 
La prima cosa da fare, per "aiutarli a casa loro", per usare un o slogan sin troppo abusato sia a destra che a sinistra, sarebbe di "smetterla di derubarli".
Ed invero l'Africa rappresenta uno dei più grandi giacimenti di risorse naturali del mondo, in quanto:
- Nigeria, Angola, Algeria e Libia producono una buona parte di tutto il petrolio greggio del mondo; 
 - Congo e Sierra Leone hanno le maggiori risorse a di tutto il mondo  d'oro e diamanti, cromo, coltano, bauxite, manganese;
- in Namibia c'è l'uranio (derubato dai cinesi).
Però, nonostante tali enormi ricchezze, 18 dei 20 paesi più poveri in tutto il mondo sono africani; l'Africa è un continente con un'area tre volte quella dell'Europa ma con il PIL che è la meta' di quello della Spagna.
Perchè si verifica questo?
Perchè non li aiutiamo?
In parte si, ma, soprattutto, perchè li DERUBIAMO; ad opera soprattutto delle CORPORATIONS TRANSANAZIONALI, ma non solo!
Ed infatti, i Paesi industrializzati occidentali dopo il periodo coloniale in Africa,  per decenni, al fine di ottenere queste risorse a basso costo  hanno alimentato ristrette oligarchie compiacenti e spesso realizzato opere inutili, a volte con lo scopo più o meno recondito di mantenere la "partnership" ed ottenere materie prime a prezzi stracciati; i vari dittatori corrotti, sono stati tenuti  in piedi dalle ingenti risorse ricevute dalla cooperazione internazionale e dalle grandi compagnie commerciali, come in Congo per l'estrazione dei diamanti.  
Per cui qualunque aiuto finanziario ai Paesi africani, rischia di finire nelle mani di tali dittatori e semidittatori corrotti; il che, purtroppo, complica notevolmente la soluzione di cui alla seguente lett.c), cioè quella di implementare gli APVS (aiuti ai Paesi in via di sviluppo).
b)
La seconda cosa da fare, per aiutarli a casa loro, sarebbe cambiare RADICALMENTE il nostro tenore di vita A CASA NOSTRA!
Ed infatti, già altrove in questo Forum ho osservato come una delle principali cause della fame e della desertificazione in africa, deriva dalle nostre occidentali abitudini "carnivore", le quali:
- provocano FAME, perchè dirottano la maggior parte delle coltivazioni "cerealicole" da una possibile alimentazione umana in Africa, all'alimentazione degli immensi allevamenti bovini, destinati all'alimentazione "carnivora" dell'Occidente;
- provocano DESERTIFICAZIONE, perchè i bovini, sono la causa del 74% delle emissioni gas effetto serra, grazie alla grande quantità di metano e protossido di azoto emessi dal loro posteriore (cioè dai PETI). 
E si potrebbe continuare a lungo, poichè le emissioni gas con effetto serra sono dovute anche ad una produzione industriale "smodata", per soddisfare altri nostri -non indispensabili- desideri di carattere non alimentare; sebbene, in questo caso, le colpe non siano solo del mondo occidentale, ma anche e soprattutto di quello cinese.
c)
Per venire agli aiuti diretti veri e propri, invece di introdurre una "flat tax" a beneficio dei ricchi, andrebbe introdotta una "fat tax" per implementare almeno di 100 volte gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo; cercando però di evitare che finiscano nella mani sbagliate, il che, come ho detto sopra non è facile, ma si può fare.
Nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, che indicava gli obiettivi della legge di bilancio presentata a settembre era infatti previsto che il rapporto dell'aiuto pubblico (con la) ricchezza nazionale (aps/rnl) si sarebbe assestato allo 0,33% nel 2019 per poi crescere allo 0,36% nel 2020 e addirittura allo 0,40% nel 2021, mostrando la volontà di questo governo di superare l'impegno intermedio dello 0,30% sottoscritto in sede Nazioni Unite e raggiunto nel 2017 con 3 anni di anticipo.
Promessa non mantenuta!
Ed infatti, niente di tutto ciò è stato fatto in sede di vero e proprio Documento di economia e finanza, in quanto le tabelle presentate dal ministero delle finanze riportano 5.077 milioni di euro nel 2019, 4.654 milioni nel 2020 e  4.702 milioni nel 2021; cioè, con queste cifre, nel 2020 il rapporto tra gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo ed il PIL, secondo alcune stime potrebbe calare addirittura allo 0,26 tornando a livelli inferiori al 2016 (anno in cui i contributi furono al minimo).
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Nella seconda fattispecie, quella, cioè di coloro che, invece, cercano di venire qui non solo in modo irregolare, ma anche in modo "clandestino", sbarcando sulle coste lontane dai porti con le navi delle OC (organizzazioni criminali), e che, evitando accuratamente i Centri di Accoglienza, si danno alla macchia per esercitare le attività illegali o criminali  a cui le OC li destinano (per lo più lo spaccio di droga o la prostituzione), in parte potrebbero forse tornare utili le stesse tre -utopistiche- soluzioni per la prima fattispecie; diversamente, dovrebbero essere trattenuti nelle patrie galere.
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III) Caso di cui al punto 3)
Nel caso di cui al punto 3), e, cioè, dei "migranti richiedenti il diritto d'asilo", in base alla Convenzione di Ginevra, agli altri Trattati Internazionali sottoscritti dall'Italia, nonchè all'art.10 comma 3 della nostra Costituzione, le soluzioni sono ancora più complicate, in quanto le soluzioni PER EVITARE LE PARTENZE ECOMICHE di cui i di cui sopra sub a), b) e c), solo in minima misura possono evitare che in Africa -e non solo- ci siano:
- GUERRE
- SPIETATE DITTATURE (o democrature).

Riuscire a prevenire guerre, dittature e democrature in Africa (e nel resto del mondo), è un compito che spetterebbe all'ONU; ma, oltre una certa misura, è un compito ancora poiù difficile (per non dire utopistico) di quello di evitare le migrazioni soltanto economiche; anche perchè spesso le due cose si mescolano.

CONTINUA

Eutidemo

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B) FASE DI VIAGGIO
Come sopra illustrato, evitare che i migranti partano, "aiutandoli economicamente a casa loro", e cercando di "impedire guerre e dittature" dalle loro parti, è in effetti un compito davvero titanico; però, a pensarci bene, per quanto difficile, secondo sarebbe l'unica opzione veramente risolutiva per il problema migratorio, quantomeno a medio e lungo termine. 
Tuttavia, per "fare meno fatica", molti politici si concentrano esclusivamente sulla FASE DI VIAGGIO, illudendosi di creare "PAESI TAPPO", in cui bloccare i migranti irregolari, e, con loro, anche coloro che hanno diritto all'asilo, in una delle tappe di passaggio tra:
- Paese di provenienza;
- Paese di (sperata) destinazione.
E' ciò che, in parte, già avviene sia in Marocco, sia in Libia, sia in Turchia; non a caso ci sono più migranti "migrati" in Africa, che in Europa.

Ma, al riguardo, occorre considerare tre aspetti:

a) 
In primo luogo va considerato l'aspetto "logistico", perchè, alla lunga, i "tappi saltano", se la pressione diventa eccessiva; è una legge di fisica elementare!
Ed infatti, per esempio riguardo alla Libia, coloro che farneticano di "respingimenti alle frontiere marittime" e di "blocchi navali" per "far tornare indietro alle coste libiche" i migranti, non considerano il semplice aspetto aritmetico del problema:
- se è vero, come loro sostengono, che l'Europa non può certo ospitarli tutti;
- allora a maggior ragione è anche vero che non può ospitarli tutti la Libia...a meno di non dotare i loro confortevoli lager di camere a gas.
Ed infatti la Libia non può certo respingerli a sua volta tutti nel deserto, non si sa verso dove!
Ed invero, se proprio vogliamo ragionare "cinicamente", a tal punto, invece di "respingerli in Libia" (da dove cercherebbero di tornare, se prima non muoiono di stenti nei lager), sarebbe molto più logico incaricare i nostri sommergibili di silurare i loro barconi; e poi di riemergere per mitragliare i superstiti, in  modo che l'opinione pubblica ne resti all'oscuro (come fece Mussolini con le navi neutrali durante la guerra di Spagna).
Occhio che non vede, cuore che non duole!
  
b) 
In secondo luogo, mare a parte, va considerato l'aspetto umanitario, poichè è ormai accertato che i migranti "catturati in transito" vengono rinchiusi in lager nel quali vengono trattati in modo davvero atroce e disumano, come oggettivamente documentato in vari report dell'ONU; e chi fa spallucce e dice che si tratta di "esagerazioni", secondo me dovrebbe esserci spedito per verificare di persona per almeno un mese di assolata villeggiatura.

Per cui, al riguardo, se proprio si vuole optare per la STRATEGIA DEI "PAESI TAPPO", secondo me sbagliata, per un "minimo" di decenza, sarebbe quantomeno NECESSARIO un ferreo controllo internazionale dell'ONU e della CRI sulle condizioni di tali "siti"; i quali dovrebbero essere convertiti da lager in "centri di accoglienza", da dove smistare i migranti nel prescelto Paese d'asilo se ne hanno diritto, ovvero nel Paese di provenienza, se non ne hanno diritto. 
Ed infatti non è che possono restare "internati" a tempo indefinito; in quanto, in tale caso, in mancanza di camere a gas, il tappo libico finirebbe per saltare!
Ma non è certo una cosa semplice, anche in considerazione di quanto dirò sotto sub c).

c)
In terzo luogo, infine, va considerato l'aspetto geopolitico della "par condicio" degli Stati che fanno parte dell'ONU, per la quale non sussiste alcuna ragione, nè logica nè giuridica, per la quale a fare da "nazione tappo" debba essere una Nazione (ad es.la Libia), invece di un'altra (ad es.l'Italia).
Salvini ha perfettamente ragione nel dire che l'Italia non può diventare il "campo profughi" dell'Europa; ma allora perchè mai dovrebbe diventarlo la Libia, ovvero la Tunisia o qualsiasi altro Stato? 
Forse perchè l'Italia è in Europa, mentre la Libia è in Africa?
Direi proprio di no, in quanto un migrante Nigeriano è comunque da considerarsi "straniero" sia rispetto alla Libia sia rispetto all'Italia, a nulla rilevando il "continente" di riferimento; per cui non c'è la benchè minima ragione per la quale la Libia dovrebbe essere "fisiologicamente" destinata trattenerlo in carcere, in funzione di NAZIONE TAPPO.
A mio parere, in verità, non dovrebbe esistere nessuna NAZIONE TAPPO, ma solo NAZIONI OSPITI, nei limiti della loro capacità di accoglienza, ciascuna delle quali dovrebbe ospitare i migranti di cui ha bisogno e che ne hanno diritto, e rispedire al mittente gli altri.

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Per concludere la trattazione delle soluzioni attuabili nella "fase viaggio", in effetti, almeno se non si hanno molti scrupoli, sono "relativamente" più semplici da realizzare rispetto a quelle relative alla fase di partenza; ed infatti, basta silurare le navi, ovvero respingere i migranti nei lager libici e farceli morire di stenti (lo stesso Hitler optò per le camere a gas, ritenendole più "umanitarie").
Ma, come sopra spiegato, sono solo "pseudo-soluzioni" che, oltre ad essere eticamente abiette, non risolverebbero mai realmente il problema "di fondo" del fenomeno migratorio.
Il quale, invece, va risolto in "radice", cioè nella "fase di partenza", mettendo gli africani in condizione di non avere la "necessità" partire (salvo che per regolari migrazioni economiche, nel nostro stesso interesse); e non dobbiamo illuderci che gli orrori del viaggio, tremendi anche prima di giungere in Libia, possano fungere da deterrente efficace, perchè la storia degli ultimi venti anni ha dimostrato che non è affatto così.
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CONTINUA

Eutidemo

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C) FASE DI ARRIVO
Per quanto concerne tale fase, ritengo che, fino a quando il problema migratorio non verrà risolto in "radice", cioè nella "fase di partenza" evitando che i migranti partano in massa ed "irregolarmente" (ammesso che ciò sia possibile in un tempo medio-lungo), nel tempo breve-medio occorre prendere atto che esso va affrontato nella fase dell'arrivo dei migranti in Europa.
Il quale arrivo, almeno per ora, non può essere impedito nella sua fase terminale, se non a prezzo di perdere un (altro) pezzo della nostra umanità.

A tale riguardo, detto molto sinteticamente:
- così come negli accordi del 2015 riuscimmo ad ottenere che la distribuzione dei "rifugiati" in tutta Europa dovesse avvenire su base obbligatoria;
- così pure era auspicabile che con gli accordi del 2018 del governo Conte riuscissimo ad ottenere che la distribuzione dei "rifugiandi" in tutta Europa dovesse lo stesso avvenire su base obbligatoria, come negli accordi di Renzi del 2015.
Il che, purtroppo, non è accaduto, ma, a mio parere, dovrà accadere quanto prima, perchè è ASSOLUTAMENTE IRRAGIONEVOLE pretendere che l'Italia si faccia carico di TUTTI i migranti provenienti dall'Africa, per poi:
- vagliare coloro che hanno diritto all'asilo (che "dopo" in base agli accordi del 2015 dovrebbero essere ridistribuiti in Europa);
- assumersi l'onere di rispedire nel Paese di origine coloro che non vi hanno diritto.

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Per cui, secondo me, occorre pregiudizialmente fare due cose:

a)
In primo luogo, occorre modificare drasticamente le nostre stolte alleanze "geopolitiche", poichè è ASSURDO pretendere una ridistribuzione dei "rifugiandi", alleandosi proprio con quei Paesi che la osteggiano più di tutti, ed alcuni alcuni dei quali:
- sono persino sotto procedura di infrazione per aver respinto i "rifugiati" che volevamo inviare loro, e che erano obbligati a ricevere in base all'accordo del 2015;
- volevano persino rispedirci indietro quelli che, dall'Italia erano alla chetichella arrivati da loro (vedi incontro di INNSBRUCK).

b)
In secondo luogo, occorre cambiare drasticamente strategia, poichè è ASSURDO pretendere di volta in volta, "alla carlona", una ridistribuzione dei "rifugiandi" solo nei Paesi più "disponibili" (ed arrabbiandoci pure quando si rifiutano), ed astenendoci dal pretenderla da TUTTI gli altri, nel nome di una insensata  politica:
- della "chiusura dei porti";
- di un ancora più impraticabile "blocco navale".
Da realizzarsi non si sa bene come.

***
Fatto questo, secondo me la soluzione della "fase di arrivo", in fondo, a voler essere TUTTI ragionevoli (destre e sinistre), sarebbe MOLTO più semplice delle altre due.
Cioè:

1)
In base al carico di stranieri che ogni Stato dell'Unione già ha, occorrerebbe determinare (così come si fece per il soli "rifugiati"), una TABELLA DI RIPARTIZIONE GENERALE OBBLIGATORIA, stabilendo "pro quota" l'ulteriore carico di "rifugiandi" da attribuire a ciascuno di essi nel caso di nuovi sbarchi; e modificando in tal senso l'art.6 della Convenzione di Dublino, che attribuisce stoltamente la competenza al "Paese di primo ingresso", senza considerare il suo carico di migranti.

2)
A prescindere dal carico di migranti che ogni Stato dell'Unione già ha, in base alla Convenzione di Amburgo lo sbarco dei naufraghi dovrebbe invece  continuare ad avvenire "nel porto più sicuro e più vicino al luogo in cui essi vengono raccolti in mare"; perchè anche un cretino si rende conto che un naufrago raccolto vicino a Lampedusa, non può essere di certo trasportato fino al porto di Danzica.

3)
Entro un determinato numero di giorni, fissato nell'accordo, tali naufraghi, ovvero i migranti in qualsiasi altro modo irregolarmente pervenuti in un determinato Paese dell'Unione, dovrebbero essere ridistribuiti in treno o in aereo o in pulmann o in piroscafo in ciascuno degli altri Paesi dell'Unione, in base alle quote programmate di cui al punto 1).

4)
Infine, tali altri Paesi dell'Unione, dopo tale ridistribuzione, dovrebbero vagliare in appositi centri di accoglienza:
- coloro che hanno diritto di asilo, e tenerseli;
- coloro che non hanno diritto di asilo, e rispedirli al Paese di provenienza (ovvero gestirseli come meglio credono).

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CONCLUSIONE
Per quanto forse troppo prolisso, questo testo non costituisce altro che una modesta ipotesi di lavoro, per auspicare a grandi linee una SOLUZIONE COLLETTIVA AL PROBLEMA MIGRATORIO, E CHE NON LASCI NESSUN SINGOLO PAESE A DOVERLO AFFRONTARE DA SOLO (a cominciare da Nostro)!
***
:)

viator

Salve Eutidemo. Tempo ed energie, le tue, degne di miglior causa !.

D'accordo che tu scrivi - e noi ti leggiamo - in modi perfettamente liberi e facoltativi (tra l'altro anche perchè abbiamo tutti la pancia piena diversamente dagli amici africani) ma la trattazione di un simile problema più che una ipotesi di lavoro (non avertene !) mi sembra una ipotesi di svago.

Tu stai ipotizzando e utopizzando soluzioni basate sulla equità, sulla buona volontà, sulla serietà disinteressata e soprattutto sulla sincronia di azioni ed intenti, messi simultaneamente in atto dall'intero mondo capitalistico.

In pratica si dovrebbe :

  • aiutare i paesi sottosviluppati a casa loro;
  • evitare di sfruttarli, disinteressandosi delle loro risorse che essi stessi dovrebbero astenersi dallo sfruttare per evitare la rovina del pianeta;

  • permettere - ai loro abitanti che lo desiderino - di trovar miglior fortuna presso di noi.

Naturalmente stando ben attenti a non attenderci nulla in cambio, altrimenti verremmo additati come razzisti. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jean

Un saluto anche da parte mia, Eutidemo 

e complimenti per l'ottimo lavoro svolto, del quale si potranno obiettare i singoli punti ma non l'impostazione che cerca di contemperare i singoli aspetti del grandissimo problema migratorio.

Incidentalmente rilevo che nessuno è mai stato in grado di produrre una sintesi così esaustiva e chiara e che tutti i discorsi in merito, se non collocati in una visione integrata del problema, si prestano ad esser interpretati in vari modi: politici, di pancia, di etnia, storici, demografici e chi più ne ha... col risultato di non giungere da nessuna parte ed anzi irrigidire le posizioni (e sovente i termini, ma questo è il meno).

Non che il tuo lavoro (ovviamente) risolva la questione... hai preparato l'ordito sul quale vedremo quali saranno le trame (proposte) in grado di ricoprirlo del tutto e non per una piccola porzione, ottenendosi solo una copertina per un piede (cfr. l'Italia) che ci verrebbe strappata via da forze ben maggiori delle nostre.

Condivido l'impostazione della suddivisione nelle tre fasi: partenza, viaggio ed arrivo e non concordo con l'amico viator nel ritenerla una mera ipotesi di svago: ogni sincero sforzo, ogni pensiero positivo contrastano l'opposto, non importa a quale livello, al minimo questo del forum... che qualcuno legge magari aiutandolo a riflettere, che ne è lo scopo principale nelle buone intenzioni del suo creatore, Ivo Nardi.

 
Cordialement
Jean  

Eutidemo

Ciao Viator. :)
Molte delle tue critiche sono indubbiamente fondate, tant'è vero che io stesso me le ero anticipate da solo, riconoscendo che alcune (non tutte) mie ipotesi di soluzione sono al limite dell'utopia; come, d'altronde, erano al limite dell'utopia le varie ipotesi di soluzione dello schiavismo, che, fino a due o tre secoli fa veniva impiegato sistematicamente in tutto il mondo.
E, sebbene alcune sue deprecabili forme alternative sopravvivano ancora, non c'è dubbio alcuno che che tale fenomeno storico che durava da circa 10.000 anni in tutto il mondo (più o meno dalla scoperta dell'agricoltura), adesso non esiste più; per cui, così come in due o tre secoli l'umanità ha superato un fenomeno che durava da circa 10.000 anni, il che all'inizio sembrava utopistico, così, forse, non è poi così utopistico sperare che in qualche decennio si possa risolvere l'attuale fenomeno migratorio.

***
In ogni caso a parte le "utopie", indubbiamente di molto difficile realizzazione, io ho anche considerato le varie soluzioni "distopiche" che qualcuno vorrebbe mettere in atto, e che, in parte, ha già messo in atto: mi riferisco alla soluzione del TAPPO-LIBIA, la quale, come da me argomentato, è una vera e propria "cacotopia".
La quale, non per fare sfoggio di erudizione ma solo a beneficio dei nescienti, non è un mio neologismo con il volgare significato di "utopia di merda" (quale in effetti è);  bensì è un termine che risale al 1818, e che fu coniato da Jeremy Bentham; ed infatti, in greco antico, "κακός" vuol dire "cattivo", e non "cacca".
Per cui, le idee della "chiusura dei porti", dei "blocchi navali" e simili castronerie partorite da menti deboli, disinformate ed irriflessive, possono definirsi a pieno titolo delle "cacotopie", duplicemente "cattive", in quanto:
-     disumane;
- inefficaci.
Come da me argomentato diffusamente nel mio topic.

***
Tuttavia, per onestà intellettuale, devo riconoscere che la soluzione di "chiudere i porti":
- sebbene assolutamente inutile per frenare il fenomeno migratorio globale;
- tuttavia, se attuata in misura temporanea, limitata e provvisoria, potrebbe risultare parzialmente utile al fine di indurre gli altri Paesi Europei (tutti, sovranisti inclusi) a prendere atto che la gestione dei "rifugiandi" deve essere necessariamente "collettiva", e non scaricata tutta sulle spalle dell'Italia (come accadde nel 2015 per la stolta decisione di Renzi).
Ed infatti credo che la "soluzione ridistributiva dei rifugiandi", da me descritta  in "fase di arrivo", e che già Conte cercò (vanamente) di perseguire un anno fa, finirà per essere in qualche modo attuata in tempi brevi dall'EUROPA; se non nel modo esatto da me prospettato, quantomeno in un modo molto simile.
Ed infatti, secondo me, non si tratta nè di un'utopia nè di una distopia...ma di una necessità concreta!

***
Quanto al fatto che la mia trattazione, più che una "ipotesi di lavoro", ti sembra una una "ipotesi di svago", replico che:
- per svagarmi, specie d'estate, ho di molto meglio da fare (per cui non abbiatevene a male se non avrò tempo per rispondere a tutti);
- per "ipotesi di lavoro" (il cui significato molti ignorano), si intende l'esposizione di un complesso di idee o di proposte orientative, utili per impostare una ricerca di ipotetiche soluzioni ad un determinato problema...il che è ESATTAMENTE quello che (bene o male) ho fatto io.

***
Se prima o poi non troveremo soluzioni basate sulla equità, sulla buona volontà, sulla serietà disinteressata e soprattutto sulla sincronia di azioni ed intenti, messi simultaneamente in atto dall'intero mondo (para)capitalistico, (para)comunistico e (para)fascistico, per risolvere i titanici problemi, tra di essi correlati, del SURRISCALDAMENTO, della POVERTA', delle MIGRAZIONI ecc,, il che è indubbiamente MOLTO difficile, la nostra specie "sapiens" finirà tra non molto per estinguersi.
Vabbè, tanto prima o poi accadrà comunque, vista l'involuzione "insipiens" in atto: pazienza!

*** 
In ogni caso, vedo che non hai letto molto bene il mio testo, perchè è evidente che ne hai saltato MOLTI passi "topici".
Ed infatti, quando deprechi il fatto che, secondo me, bisognerebbe: "Perrmettere agli africani che lo desiderino, di trovar miglior fortuna presso di noi, naturalmente stando ben attenti a non attenderci nulla in cambio, altrimenti verremmo additati come razzisti" così scrivendo rendi palese che hai saltato a piè pari tutta la parte in cui io dimostro, dati alla mano, che:
- l''Europa e l'Italia hanno un disperato bisogno che i migranti vengano qui (in modo regolare, ovviamente);
- in alcuni casi ancora maggiore del bisogno che i migranti hanno di venire da noi.
Se non arrivassero più, dovremmo pregarli in ginocchio di farlo.
Ma le orecchie dell'ideologia, sono sorde alla voce della ragione.

Saluti. ;)

anthonyi

Citazione di: viator il 03 Agosto 2019, 18:38:21 PM
Salve Eutidemo. Tempo ed energie, le tue, degne di miglior causa !.


Tu stai ipotizzando e utopizzando soluzioni basate sulla equità, sulla buona volontà, sulla serietà disinteressata e soprattutto sulla sincronia di azioni ed intenti, messi simultaneamente in atto dall'intero mondo capitalistico.

In pratica si dovrebbe :

  • aiutare i paesi sottosviluppati a casa loro;
  • evitare di sfruttarli, disinteressandosi delle loro risorse che essi stessi dovrebbero astenersi dallo sfruttare per evitare la rovina del pianeta;

  • permettere - ai loro abitanti che lo desiderino - di trovar miglior fortuna presso di noi.

Naturalmente stando ben attenti a non attenderci nulla in cambio, altrimenti verremmo additati come razzisti. Saluti.

Ciao viator, grazie per aver sintetizzato il pensiero di Eutidemo in modo egregio. La visione di Eutidemo ha il limite di essere etica e naturalmente corroborata da corposi argomenti giuridici.
L'immigrazione irregolare però è un problema politico, e la politica è un'altra cosa.
Ieri ho sentito su Report che ci sono nuove tecnologie di cura dei tumori (Mi si perdoni l'OT ma devo fare un ragionamento) accettate a livello Europeo ma che il nostro SSN ha deciso di non rendere disponibili per i cittadini italiani. La motivazione non esplicitata è l'alto costo di queste cure. In altri termini il nostro stato per ragioni economiche accetta che alcuni cittadini che potrebbero essere salvati dal male, debbano morire a meno che non paghino quelle cure di tasca loro. Questo per dire che neanche la vita dei cittadini italiani è un valore assoluto per il nostro stato. Figuriamoci quindi se lo stesso trattamento non può essere operato nei confronti di stranieri, i quali oltretutto agiscono in maniera illegale, in spregio quindi delle nostre leggi. Nessuno mette in dubbio che la vita oltre il Mediterraneo sia, per ragioni di violenza privata e pubblica, per ragioni economiche, peggiore della vita che si vive qui, e questo produce due effetti:
1) La questione etica dell'aiuto a quei popoli;
2) Il problema politico dell'immigrazione.
Si tratta di due questioni che non possono essere confuse perché l'etica attiene a scelte volontarie, non può essere imposta, mentre le questioni politiche sono necessariamente coercitive.
Accettare gli argomenti di Eutidemo in ambito politico vuol dire costringere tutti gli italiani a pagarne il prezzo in termini di riduzione del Welfare (Che dovrebbe essere indirizzato in buona parte ai nuovi arrivati), di aumento della criminalità, di disagio sociale per i tanti conflitti con persone di cultura differente e questo non sarebbe democratico visto che gli Italiani con ferma decisione non lo vogliono.
Per quello che mi riguarda non esiste neanche il principio dell'"aiutiamoli a casa loro" inteso come compensazione per una politica seria di lotta all'immigrazione irregolare. In generale ritengo profondamente scorretti sul piano concettuale quegli argomenti moralistici che tendono a costruire un senso di colpa nel mondo Occidentale nei confronti dei popoli poveri, primo perché rappresenta una collettivizzazione della responsabilità priva di senso, secondo perché sono molti di più i vantaggi che quei popoli hanno ricevuto rispetto ai danni.
Paradossalmente il problema dell'immigrazione irregolare si sviluppa proprio per effetto di questi vantaggi. L'Africa è passata in questi decenni da condizioni di sussistenza a condizioni nelle quali è possibile pagare il costo del viaggio verso l'Europa a tanti africani e quegli stessi africani hanno avuto modo di conoscere le "opportunità" di benessere che il mondo occidentale può offrire grazie a quelle tecnologie che lo stesso mondo occidentale ha prodotto ed offerto anche a loro
La scelta di aiutare i popoli poveri è soprattutto una scelta etica, e quindi una scelta individuale, che si può realizzare in forme come quelle che conosciamo da tempo con le missioni, religiose o laiche, che si realizzano in quei paesi e che meriterebbero maggiore sostegno da parte della politica.
Un saluto

Jean

Buongiorno Anthonyi,

mentre viator etichettava il pregevole lavoro di Eutidemo quale "ipotesi di svago" tu lo definisci "visione". 
Sono un appassionato di "visioni" di ogni sorta ma nello specifico non mi pare la parola azzeccata, pur se la visione sia l'atto di "vedere" le cose e per estensione i problemi, come minuziosamente (secondo me) ha riportato in scrittura l'autore. 

Ma se non è il caso di formalizzarsi  per una parola è il seguito associato a quella che non mi convince, specie quando gli imputi (alla visione) il limite d'essere "etica". 
Senza addentrarci nel significato di quest'altra parola, per non farne una questione semantica quella che è d'attualità, ho ricercato nell'intero scritto di Eutidemo le parti che potrebbero esserlo, presumo (potrei sbagliarmi) queste:  

a)    
La prima cosa da fare, per "aiutarli a casa loro", per usare un o slogan sin troppo abusato sia a destra che a sinistra, sarebbe di "smetterla di derubarli".
Ed invero l'Africa rappresenta uno dei più grandi giacimenti di risorse naturali del mondo, in quanto:
- Nigeria, Angola, Algeria e Libia producono una buona parte di tutto il petrolio greggio del mondo; 
 - Congo e Sierra Leone hanno le maggiori risorse a di tutto il mondo  d'oro e diamanti, cromo, coltano, bauxite, manganese;
- in Namibia c'è l'uranio (derubato dai cinesi).
Però, nonostante tali enormi ricchezze, 18 dei 20 paesi più poveri in tutto il mondo sono africani; l'Africa è un continente con un'area tre volte quella dell'Europa ma con il PIL che è la meta' di quello della Spagna.
Perchè si verifica questo?
Perchè non li aiutiamo?
In parte si, ma, soprattutto, perchè li DERUBIAMO; ad opera soprattutto delle CORPORATIONS TRANSANAZIONALI, ma non solo!
Ed infatti, i Paesi industrializzati occidentali dopo il periodo coloniale in Africa,  per decenni, al fine di ottenere queste risorse a basso costo  hanno alimentato ristrette oligarchie compiacenti e spesso realizzato opere inutili, a volte con lo scopo più o meno recondito di mantenere la "partnership" ed ottenere materie prime a prezzi stracciati; i vari dittatori corrotti, sono stati tenuti  in piedi dalle ingenti risorse ricevute dalla cooperazione internazionale e dalle grandi compagnie commerciali, come in Congo per l'estrazione dei diamanti.  
Per cui qualunque aiuto finanziario ai Paesi africani, rischia di finire nelle mani di tali dittatori e semidittatori corrotti; il che, purtroppo, complica notevolmente la soluzione di cui alla seguente lett.c), cioè quella di implementare gli APVS (aiuti ai Paesi in via di sviluppo).
b)
La seconda cosa da fare, per aiutarli a casa loro, sarebbe cambiare RADICALMENTE il nostro tenore di vita A CASA NOSTRA!
Ed infatti, già altrove in questo Forum ho osservato come una delle principali cause della fame e della desertificazione in africa, deriva dalle nostre occidentali abitudini "carnivore", le quali:
- provocano FAME, perchè dirottano la maggior parte delle coltivazioni "cerealicole" da una possibile alimentazione umana in Africa, all'alimentazione degli immensi allevamenti bovini, destinati all'alimentazione "carnivora" dell'Occidente;
- provocano DESERTIFICAZIONE, perchè i bovini, sono la causa del 74% delle emissioni gas effetto serra, grazie alla grande quantità di metano e protossido di azoto emessi dal loro posteriore (cioè dai PETI). 
E si potrebbe continuare a lungo, poichè le emissioni gas con effetto serra sono dovute anche ad una produzione industriale "smodata", per soddisfare altri nostri -non indispensabili- desideri di carattere non alimentare; sebbene, in questo caso, le colpe non siano solo del mondo occidentale, ma anche e soprattutto di quello cinese.
c)
Per venire agli aiuti diretti veri e propri, invece di introdurre una "flat tax" a beneficio dei ricchi, andrebbe introdotta una "fat tax" per implementare almeno di 100 volte gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo; cercando però di evitare che finiscano nella mani sbagliate, il che, come ho detto sopra non è facile, ma si può fare.


 
Non mi paiono preponderanti rispetto all'intero corpus, sicuramente il senso etico (norme, valori... afferenti il concetto basilare del bene e del male) non può eliminarsi in un argomento come quello in discussione ma ritengo che Eutidemo abbia fatto del suo meglio per rendere più "asettico" possibile (dal punto di vista di morale ed etica) quella che anche secondo me è principalmente un'ipotesi di lavoro.

Politica è una parola talmente vasta che riferita alle azioni umane non ve ne sono che non vi ricadano... (in una società) tutto è politica, ogni scelta lo è come anche il non scegliere, il partecipare oppure l'esimersi.

L'urgenza della questione è che vi son molti "tappi", come li definisce Eutidemo, collocati per resistere a pressioni di vini ad alto grado zuccherino in fermentazione. 

La maggior parte son sottodimensionati, andavano  bene per le annate precedenti, quando il cambiamento climatico non aveva ancora contribuito ad incrementarne il tenore. Alla vostra immaginazione veder quei tappi saltare, uno dietro l'altro.

 
Cordialement
Jean

Ipazia

Concordo con Jean che Eutidemo ha fatto un grande sforzo per stendere sul suo telaio il suo ordito, ma questo non garantisce nulla aldilà dell'ideologia che egli vi tesse. Non basta una grande narrazione per modellare la realtà. La storia umana gronda di grandi narrazioni, ben più articolate di quella di Eutidemo, religiose, politiche, filosofiche che non hanno retto la critica rodente della realtà e del tempo che ne è il sempre mutevole interprete.

Anthonyi ha già evidenziato alcune importanti contraddizioni della narrazione di Eutidemo. Viator ne ha colto subito l'afflato ideologico mascherato di ragionamenti logici, la cui circolarità era comunque assai evidente: poste alcune premesse e ignorate le altre il risultato è assicurato.

Tra le premesse ignorate vi è che la circolazione globale dei saperi e delle capacità è ormai un dato acquisito, ma appunto di saperi e capacità vi è bisogno non di umani e "migranti" in generale. Difficile che chi non sa gestire la sua casa, gestisca bene quella altrui e i risultati distopici e cacotopici di tale verità sono cronaca quotidiana.

I saperi e le capacità si devono integrare armoniosamente nel tessuto che li accoglie se non vogliamo precipitare in una dissonanza sociale che distrugge non solo il tessuto, ma anche il telaio e il tessitore.

La responsabilità collettiva è innanzitutto quella di fare bene i propri compiti per casa producendo gli umani e i migranti cui il pianeta è in grado di garantire una vita soddisfacente.

La cacotopia delle megalopoli moderne, tanto del sottosviluppo endemico che di quello importato nelle periferia dei paesi riceventi, dimostra che il problema globale non è il calo demografico ma la bomba. Al primo provvede egregiamente la tecnologia e lo stato sociale, mentre la seconda è devastante e mina alla radice qualsiasi progetto antropologico di spessore umanistico e umanitario.

Il mercato capitalistico ha le sue responsabilità, ma imperando erga omnes spetta ad ogni stato tutelare i propri cittadini dalle forme più feroci di sfruttamento. Se non lo sa fare la colpa non è del capitalismo, ma dello stato e delle coalizioni di stati sfruttati dallo stesso predatore.

In ogni caso la risposta giusta non è la terzomondializzazione del pianeta via esodi epocali. Fenomeno sul quale il capitale sta già realizzando nuove forme di profitto. Addirittura "umanitarie" nella loro retorica rappresentazione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Ciao Jean :)
Ti ringrazio per l'apprezzamento, ma è ovvio che quello che ho io scritto, ovviamente, non risolve di certo la questione; o meglio, le questioni.
Ed infatti la mia era soltanto una "ipotesi di lavoro"; e cioè, l'esposizione di un complesso di idee o di proposte orientative, utili per impostare una ricerca di ipotetiche soluzioni ad un determinato problema.
Un saluto! :)

anthonyi

Citazione di: Jean il 04 Agosto 2019, 09:58:50 AM
Buongiorno Anthonyi,

mentre viator etichettava il pregevole lavoro di Eutidemo quale "ipotesi di svago" tu lo definisci "visione".
Sono un appassionato di "visioni" di ogni sorta ma nello specifico non mi pare la parola azzeccata, pur se la visione sia l'atto di "vedere" le cose e per estensione i problemi, come minuziosamente (secondo me) ha riportato in scrittura l'autore.

Ma se non è il caso di formalizzarsi  per una parola è il seguito associato a quella che non mi convince, specie quando gli imputi (alla visione) il limite d'essere "etica".
Senza addentrarci nel significato di quest'altra parola, per non farne una questione semantica quella che è d'attualità, ho ricercato nell'intero scritto di Eutidemo le parti che potrebbero esserlo, presumo (potrei sbagliarmi) queste:  

a)
La prima cosa da fare, per "aiutarli a casa loro", per usare un o slogan sin troppo abusato sia a destra che a sinistra, sarebbe di "smetterla di derubarli".
Ed invero l'Africa rappresenta uno dei più grandi giacimenti di risorse naturali del mondo, in quanto:
- Nigeria, Angola, Algeria e Libia producono una buona parte di tutto il petrolio greggio del mondo;
 - Congo e Sierra Leone hanno le maggiori risorse a di tutto il mondo  d'oro e diamanti, cromo, coltano, bauxite, manganese;
- in Namibia c'è l'uranio (derubato dai cinesi).
Però, nonostante tali enormi ricchezze, 18 dei 20 paesi più poveri in tutto il mondo sono africani; l'Africa è un continente con un'area tre volte quella dell'Europa ma con il PIL che è la meta' di quello della Spagna.
Perchè si verifica questo?
Perchè non li aiutiamo?
In parte si, ma, soprattutto, perchè li DERUBIAMO; ad opera soprattutto delle CORPORATIONS TRANSANAZIONALI, ma non solo!
Ed infatti, i Paesi industrializzati occidentali dopo il periodo coloniale in Africa,  per decenni, al fine di ottenere queste risorse a basso costo  hanno alimentato ristrette oligarchie compiacenti e spesso realizzato opere inutili, a volte con lo scopo più o meno recondito di mantenere la "partnership" ed ottenere materie prime a prezzi stracciati; i vari dittatori corrotti, sono stati tenuti  in piedi dalle ingenti risorse ricevute dalla cooperazione internazionale e dalle grandi compagnie commerciali, come in Congo per l'estrazione dei diamanti.  
Per cui qualunque aiuto finanziario ai Paesi africani, rischia di finire nelle mani di tali dittatori e semidittatori corrotti; il che, purtroppo, complica notevolmente la soluzione di cui alla seguente lett.c), cioè quella di implementare gli APVS (aiuti ai Paesi in via di sviluppo).
b)
La seconda cosa da fare, per aiutarli a casa loro, sarebbe cambiare RADICALMENTE il nostro tenore di vita A CASA NOSTRA!
Ed infatti, già altrove in questo Forum ho osservato come una delle principali cause della fame e della desertificazione in africa, deriva dalle nostre occidentali abitudini "carnivore", le quali:
- provocano FAME, perchè dirottano la maggior parte delle coltivazioni "cerealicole" da una possibile alimentazione umana in Africa, all'alimentazione degli immensi allevamenti bovini, destinati all'alimentazione "carnivora" dell'Occidente;
- provocano DESERTIFICAZIONE, perchè i bovini, sono la causa del 74% delle emissioni gas effetto serra, grazie alla grande quantità di metano e protossido di azoto emessi dal loro posteriore (cioè dai PETI).
E si potrebbe continuare a lungo, poichè le emissioni gas con effetto serra sono dovute anche ad una produzione industriale "smodata", per soddisfare altri nostri -non indispensabili- desideri di carattere non alimentare; sebbene, in questo caso, le colpe non siano solo del mondo occidentale, ma anche e soprattutto di quello cinese.
c)
Per venire agli aiuti diretti veri e propri, invece di introdurre una "flat tax" a beneficio dei ricchi, andrebbe introdotta una "fat tax" per implementare almeno di 100 volte gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo; cercando però di evitare che finiscano nella mani sbagliate, il che, come ho detto sopra non è facile, ma si può fare.



Non mi paiono preponderanti rispetto all'intero corpus, sicuramente il senso etico (norme, valori... afferenti il concetto basilare del bene e del male) non può eliminarsi in un argomento come quello in discussione ma ritengo che Eutidemo abbia fatto del suo meglio per rendere più "asettico" possibile (dal punto di vista di morale ed etica) quella che anche secondo me è principalmente un'ipotesi di lavoro.

Politica è una parola talmente vasta che riferita alle azioni umane non ve ne sono che non vi ricadano... (in una società) tutto è politica, ogni scelta lo è come anche il non scegliere, il partecipare oppure l'esimersi.

L'urgenza della questione è che vi son molti "tappi", come li definisce Eutidemo, collocati per resistere a pressioni di vini ad alto grado zuccherino in fermentazione.

La maggior parte son sottodimensionati, andavano  bene per le annate precedenti, quando il cambiamento climatico non aveva ancora contribuito ad incrementarne il tenore. Alla vostra immaginazione veder quei tappi saltare, uno dietro l'altro.


Cordialement
Jean

Ciao Jean, affermare che "tutto è politica" è decisamente qualunquistico. Quando io differenzio tra etica e politica parlo di ambiti di ragionamento che sono stati adeguatamente sistematizzati già da tanto, e mi meraviglia che tu non abbia le basi per coglierne la differenza. L'etica dice ciò che è giusto, ciò che deve essere fatto secondo un principio superiore.
La politica, più banalmente, si occupa di ciò che si può fare, e questo sia sulla base di vincoli materiali, o economici, sia sulla base di vincoli più strettamente politici inerenti le preferenze dei cittadini.
Dalla sintesi che viator aveva fatto del pensiero di Eutidemo a me sembra evidente l'approccio etico, e dovendo discutere del pensiero di una persona, definisco tale pensiero una visione, soprattutto in considerazione del fatto che la mia visione, al riguardo, è molto differente.
Naturalmente avevo tralasciato di sottolineare il sottofondo ideologico che c'è poi in tutti quei ragionamenti che tu hai appositamente riportato nel tuo post, chi è che deruba o ha derubato l'Africa? Io no di certo, e spero neanche tu. Se qualcuno deruba l'Africa sono gli africani stessi che si scannano l'un l'altro per le loro risorse, ma se quelle risorse hanno un valore è solo perché c'è un occidente che ha permesso di valorizzarle, un valore del quale si appropria solo una minoranza, ma sempre di africani, un po' come si faceva ai tempi dell'esportazione degli schiavi nelle americhe, quando gli schiavi venivano formalmente comprati dai re dei paesi africani, i quali vendevano i loro sudditi perché tanto in quel mondo la schiavitù era normale, e non l'hanno certo inventata gli Occidentali, piuttosto è stato il pensiero etico occidentale che ha fatto finire la schiavitù.
Un saluto.

Eutidemo

Ciao Anthony.
In ordine ai tuoi rilievi, in parte condivisibili ed in parte meno, osservo quanto segue:

1)
Circa la tua prima osservazione, da quello che scrivi è evidente che tu hai letto solo una minima parte del mio testo; oppure lo hai frainteso praticamente TUTTO. ::)
Ed infatti:

a)
In questa THREAD, i miei usuali riferimenti giuridici, sia pur presenti, erano ridotti al minimo.

b)
Le mie proposte di carattere prettamente "etico", se ti rileggi bene il testo, costituiscono una NETTA minoranza rispetto a quelle di carattere politico, logico, logistico, e di mera convenienza socio-economica per il nostro Paese e per l'Europa!
Al riguardo, vedi: 1), A)1)a)b) (che sono aspetti direttamente nel nostro interesse economico e sociale), e A)2)a)b)c) (che sono aspetti indirettamente nel nostro interesse economico e sociale), nonchè tutto B) e C) ad eccezione di B)b); che,  in effetti, su circa 9 argomentazioni, è l'UNICA di carattere esclusivamente umanitario.
Per cui, se dici che la mia trattazione ha una prospettiva eminentemente etica, cadi in un grossolano errore cognitivo di comprensione del testo, in quanto la tua asserzione è in ECLATANTE contrasto con quello che io ho scritto; sebbene qualche accenno etico, ovviamente non manchi affatto.
Rileggi meglio il tutto, e vedrai che non potrai non darmi ragione! ;)

2)
Quanto al nostro WELFARE, nonchè alle nostre PENSIONI, al riguardo temo che tu abbia una comprensione ideologicamente distorta, o meglio completamente "rovesciata" della realtà; grazie, forse alla becera propaganda xenofoba e disinformativa della Lega.
Ed infatti, il fatto che gli immigrati (ovviamente parliamo dei regolari) in Italia rappresentino un vantaggio per l'Inps, così come positivamente avviene in tutti i paesi sviluppati dell'EU, deriva LOGICAMENTE dal semplice assunto che la loro età media (33 anni) è inferiore di oltre 10 anni rispetto a quella degli italiani (45 anni): per cui, in un sistema pensionistico a ripartizione basato sul presupposto per cui i lavoratori attuali pagano gli assegni ai pensionati attuali, la bassa età media degli immigrati comporta OVVIAMENTE un beneficio immediato ed attuale per noi Italiani.
Per quanto, invece, concerne il "futuro", nel suo XVI rapporto annuale, l'Inps ha stimato che, in totale assenza di flussi migratorii, da qui al 2040:
- il nostro paese risparmierebbe 35 miliardi di prestazioni sociali destinate agli immigrati (sanità compresa); 
- però percepirebbe 73 miliardi in meno di entrate contributive;
e QUINDI, con una perdita netta complessiva stimabile in 38 miliardi di euro.
In base ad altri calcoli, la perdita sarebbe notevolmente maggiore, ed infatti si deve tenere presente che di qui a venti anni, gli Italiani vecchi saranno ancora di più; e, quindi, se non potranno avvalersi di colf e di badanti immigrate a costo contenuto, peserebbero in modo insostenebile sul nostro sistema assistenziale.

3)
Premesso quanto sopra, è di tutta evidenza che, ragionando in modo "logico" e non "ideologico", la questione etica dell'aiuto a quei popoli, è INTRINSECAMENTE CONNESSA al problema politico dell'immigrazione; "simul stabunt aut simul cadent"!
Ed invero è FALSO che i flussi (regolari) di migranti, richiesti assillantemente dai nostri comparti economici, costringano tutti gli italiani a pagarne il prezzo in termini di riduzione del Welfare; basta ragionare un attimo per capire che è una FESSERIA.
Ed infatti è vero che il WELFARE dovrà essere indirizzato in buona parte anche ai nuovi arrivati;  ma poichè essi sono in media più giovani degli italiani (i quali essendo più vecchi ricorrono più spesso all'assistenza sanitaria), e versando i nuovi giovani  arrivati  maggiori contributi (che gli italiani in pensione non versano più), ne consegue logicamente che IL SALDO FINIRA' PER RISULTARE POSITIVO, e non negativo.

4)
E' invece "parzialmente" corretto quanto tu dici in ordine alla criminalità, in quanto la propensione alla criminalità degli immigrati è PERCENTUALMENTE di gran lunga superiore a quella degli Italiani; ed infatti, come risulta da vari studi al riguardo, la minore età media degli immigrati rispetto alla maggiore età media degli italiani, ne rende ovviamente più elevata la propensione al crimine.
Ed invero, la stessa circostanza statisticamente si rileva tra "italiani giovani" e "italiani  vecchi", in quanto la maggior parte dei crimini viene commessa da soggetti giovani, a prescindere dalla loro etnia.
Parliamo, ovviamente, di reati contro la persona e di "microcriminalità economica", perchè, ovviamente, la "macrocriminalità economica e finanziaria" è appannaggio quasi esclusivo di noi Italiani; ed infatti, per il reato di "insider trading" o di bancarotta fraudolenta a danno dei clienti (lasciati senza un soldo), negli ultimi venti anni risulta incriminato un solo immigrato, poi assolto, in quanto era solo una testa di legno.  ;D
A parte questo, comunque:
- Nel periodo di maggior afflusso di migranti 2014/2017 (poi ridotto dell'80% da Minniti), a fronte dell'aumento dei migranti accolti nei centi, il numero di reati rilevato dalla polizia è consistentemente diminuito: :D

- Questo, ovviamente, non vuol certo dire che l'immigrazione faccia diminuire la criminalità (magari!), però significa che, complessivamente, non la fa nemmeno aumentare.
In ogni caso, occorrerebbe distinguere tra il tasso di criminalità dei migranti irregolari, ed il tasso di criminalità dei migranti regolari, che, probabilmente, è uguale a quello degli Italiani; però non riesco a trovare statistiche al riguardo.

5)
Quanto al "disagio sociale per i tanti conflitti (io mai avuti) con persone di cultura differente", il quale  "non sarebbe democratico visto che gli Italiani con ferma decisione non lo vogliono", al riguardo occorre precisare che:
- semmai bisognerebbe dire non "gli Italiani", bensì "la maggioranza degli Italiani", che, a seconda delle percentuali, non è dire esattamente la stessa cosa;
- in ogni caso, non c'è dubbio alcuno che "la maggioranza degli Italiani", o meglio, "la maggioranza dei rappresentanti degli Italiani" possono ovviamente decidere quello che vogliono.
Però, è comunque necessaria non una semplice maggioranza, bensì una maggioranza particolare per modificare le norme della Costituzione  che prevedono che:
A) L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute
B) Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica.
C) Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Ed infatti, l'articolo 138 prevede che il Parlamento si esprima su una legge costituzionale con quattro votazioni (due per il Senato e due per la Camera in maniera incrociata). Per la prima votazione non è richiesta alcuna maggioranza qualificata e, perciò, la legge costituzionale o di revisione costituzionale può essere approvata anche a maggioranza semplice. Nella seconda votazione è richiesta la maggioranza assoluta per dar corso ad un procedimento referendario di tipo confermativo, oppure la maggioranza dei 2/3 dei componenti che confermerebbe senza bisogno di referendum la reale necessità di approvazione della legge o della revisione.
Tanto per la precisione!

Un saluto! :)

Eutidemo

Ciao Ipazia. :)
***
Prendo (un po' annoiatamente) nota della tua solita "chiacchierata" ideologica ed autoreferenziale senza alcun costrutto e per lo più OT; che, per carità di Patria, mi astengo dal commentare, perchè sarebbe ancora una volta come "sparare sulla Croce Rossa". ;D
***
Detto questo, prendo anche atto che non sei comunque stata in grado di contestare neanche una delle mie argomentazioni; della qual cosa ti ringrazio, perchè così mi risparmi la fatica di dover replicare ;) .
***
Mi dispiace sinceramente di dover essere così "tranchant", ma tu non mi lasci alternativa.
Perdonami e non avertene a male, perchè dovresti ricordare che in non poche altre occasioni ho concordato con quanto scrivevi :-* ..ma questa volta proprio non posso! :(
Ciao! :)

Ipazia

Caro Eutidemo

Ho sottolineato, come da titolo, la responsabilità collettiva delle migrazioni, evidenziando la faccia della luna a te nascosta, ma non ad Anthonyi, Viator e chiunque subisca gli effetti dell'invasione. Se uno entra a casa tua violando le tue regole non si tratta di ospitalità, ma di intrusione. Riguardo al tuo teorema la replica non era a te, ma su te. Sulle tue tante e corpose dimenticanze.

Una l'ho pure esplicitata. La seconda è il dito dietro cui  i tuoi numeri e argomenti si nascondono: l'immigrazione clandestina di tipo economico e criminale, che non paga pensioni e ruba welfare, da cui nessuna norma pretestuosamente agitata può impedire di difenderci.

I trattati internazionali e la Costituzione sono stati prodotti in epoche e per fattispecie migratorie che sono ormai irrisorie (fatte salve le recenti macellerie NATO in fase di fallimentare ripiegamento) rispetto alla massa dei fenomeni migratori per i quali l'unica etica/politica ammissibile è la legalità biunivoca delle relazioni internazionali. In assenza di tale biunivocità ogni forma di respingimento è lecita.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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