mi stanno antipatici

Aperto da mchicapp, 11 Dicembre 2016, 23:12:49 PM

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mchicapp

forse non te ne sei accorto, ma prima di vivere occorre prima sopravvivere, ovvero avere la possibilità di soddisfare i bisogni primari.  alcuni sono ricchi di famiglia e possono vivere senza lavorare. io, anche potendo non farlo, lavorerei lo stesso perché lavorare mi appaga.
qui non si tratta di elogiare il sacrificio in quanto tale, si tratta di disprezzare coloro che non sono soddisfatti della propria vita e invidiano chi è riuscito a conseguire degli obiettivi che loro non hanno raggiunto.  se un giovane, laureato a pieni voti e con ottima conoscenza dell'inglese, ha trovato un lavoro interessante e ben retribuito è perché ha acquisito competenze interessanti per entrare nel mondo del lavoro. moltissimi ragazzi vorrebbero avere un lavoro, ma sono senza arte né parte, non hanno la voglia di impegnarsi per migliorare il proprio curriculum e pretenderebbero di avere lo stesso lavoro di uno che con il sudore e la fatica ha acquisito competenze che loro non hanno.
disprezzi chi ha preso una laurea alla bocconi? la bocconi offre borse di studio a studenti non abbienti purché superino certi test. inoltre la bocconi non è una laurea facile. inizia a laurearti anche te alla bocconi e poi vedrai che anche tu riuscirai a trovare lavoro. gli esami non sono facili e non sono alla portata di chiunque.

davintro

Citazione di: mchicapp il 20 Dicembre 2016, 17:34:43 PMforse non te ne sei accorto, ma prima di vivere occorre prima sopravvivere, ovvero avere la possibilità di soddisfare i bisogni primari. alcuni sono ricchi di famiglia e possono vivere senza lavorare. io, anche potendo non farlo, lavorerei lo stesso perché lavorare mi appaga. qui non si tratta di elogiare il sacrificio in quanto tale, si tratta di disprezzare coloro che non sono soddisfatti della propria vita e invidiano chi è riuscito a conseguire degli obiettivi che loro non hanno raggiunto. se un giovane, laureato a pieni voti e con ottima conoscenza dell'inglese, ha trovato un lavoro interessante e ben retribuito è perché ha acquisito competenze interessanti per entrare nel mondo del lavoro. moltissimi ragazzi vorrebbero avere un lavoro, ma sono senza arte né parte, non hanno la voglia di impegnarsi per migliorare il proprio curriculum e pretenderebbero di avere lo stesso lavoro di uno che con il sudore e la fatica ha acquisito competenze che loro non hanno. disprezzi chi ha preso una laurea alla bocconi? la bocconi offre borse di studio a studenti non abbienti purché superino certi test. inoltre la bocconi non è una laurea facile. inizia a laurearti anche te alla bocconi e poi vedrai che anche tu riuscirai a trovare lavoro. gli esami non sono facili e non sono alla portata di chiunque.

ovviamente so benissimo che prima di vivere occorre sopravvivere. Io ho voluto intervenire solo per ribadire che è scorretto identificare il "fare"  e il "realizzarsi" con ciò che è finalizzato a conseguire una retribuzione e che nessuna scelta libera, fintanto che non danneggia oltre una certa misura gli interessi degli altri non andrebbe condannata moralmente. Comunque mi pare che su questi punti le posizioni si siano già chiarite nel corso della discussione. Dove avrei fatto capire che disprezzo chi si laurea alla Bocconi? Io ho solo scritto che non andrebbero usati in modo superficiale criteri per definire "inutili" corsi di laurea che dal punto di vista di chi li frequenta, evidentemente, tanto inutili non sono. Il mio pensiero era inclusivo, non esclusivo. Chi si impegna nello studio dei corsi della Bocconi perché ritiene che quella sia la sua strada ha tutta la mia stima, io ho preferito occuparmi della filosofia perché ho sempre pensato fosse l'ambito che mi rappresentasse meglio, anche se specie ultimamente ho sempre dubbi sulle mie reali capacità. Entrambe sono scelte legittime. Se sono stato in qualche modo equivocato mi spiace

Apeiron

Il mio intervento voleva dire che il rifiuto di raggiungere l'autoconsapevolezza e provare a realizzare sé stessi (non identificando la realizzazione col successo economico) è un atto deleterio prima di tutto contro sé stessi. Tuttavia già questo è una fatica e se non si da alcun valore a fatica e alla disponibilità a sacrificarsi non ci si proverà nemmeno. Poi eh magari può succedere che la cosa crei confitto con altre persone, magari con la famiglia. In questi casi si può cercare un compromesso oppure "fregarsene" e andare per la propria strada se il compromesso è insopportabile. Di certo però una vita spesa solo per sé stessi è una vita abbastanza sprecata secondo me e quindi anche qui a volte bisogna essere disposti a sacrificare le proprie ambizioni (volendo essere realisti...). Il problema del giorno d'oggi è che si vede il sacrificio solo come un pericolo che per molti è anche inutile. Se parti da questo presupposto non si farà mai nulla. Nel mio caso il sacrificio mi terrorizza ma ne riconosco il valore.

N.B: Con sacrificio non intendo l'auto-mortificazione. Credo semplicemente che una disponibilità maggiore di rischiare se stessi sia auspicabile. Sono ipocrita a dire queste cose? Eh purtroppo sì, è uno dei miei difetti: sono molto attaccato alle comodità anche se queste si rivelano essere un ostacolo. Poi eh se uno invece ha la possibilità di avercele senza che esse siano un problema ok, nessun problema.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

anthonyi

Alla base di questo discorso c'è l'idea che il benessere economico sia sinonimo di felicità, una felicità nei confronti della quale si prova un po' d'invidia.
Il mio parere è che l'idea iniziale sia discutibile, so per esperienza che per certi ambienti economicamente elevati la coincidenza ricchezza=felicità è un dogma indiscutibile, ma questo non vuol dire che realmente queste persone siano felici.
Vi è poi il problema del rapporto figli di papà/bamboccioni, non è detto siano la stessa cosa. Di solito essere figli di papà vuol dire avere opportunità di realizzazione, in particolare nello stesso settore dei genitori (Non è solo questione di nepotismo, c'è anche la trasmissione di valori ed esperienze di vita che fanno si che i figli di chi ha avuto una buona professione con facilità possano realizzare lo stesso).