Matriarcato e commedia

Aperto da InVerno, 21 Maggio 2016, 16:47:08 PM

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InVerno

Il movimento femminista è al centro dei dibattiti politici, in Italia in realtà non molto se non per questioni riguardanti le quote rosa , il femminicidio e il femminile di "ministro", ma sicuramente in Nord Europa ed in America (specialmente in questa campagna elettorale). E' passato il 68 e le femministe hanno avuto tempo di pensare, di elaborare, e di dare forma ad una vera e propria ideologia, che alle volte si presenta in maniera costruttiva e positiva, alle volte sotto forma di puro vittimismo, altre volte ancora come mero strumento per raggiungere potere e finanziamenti. Il femminismo è comunque un movimento variegato e formato da diverse filosofie che coesistono, talvolta in aspri conflitti interni. Difficile sarebbe dare un giudizio complessivo, e l'analisi sarebbe vasta e non il tema che voglio affrontare. 
Più il tempo passa, più capita di sentire di teorie, propugnate non solo da donne ma anche da uomini ormai, che vedono una società con una leadership di genere femminile come una società più egualitaria, più giusta, più compassionevole. Nell'ultimo documentario di Michael Moore per esempio (uscito pochi giorni fa) non solo si fa largo riferimento all'Islanda (nazione faro del femminismo) come modello sociale non solo desiderabile, ma anche nettamente migliore,ma persino quando le donne ricoprono ruoli di leadership in ambienti non istituzionali, ma finanziari (le donne sarebbero capaci grazie ai loro differenti ormoni, di prendere decisioni più sagge e meno istintive in ambiti finanziari). Ma le donne sono diverse? Parrebbe di si. Eppure, nella retorica femminista classica, la questione non è cosi chiara

Per rendere credibile e fondata la richiesta di eguali diritti in una società il cui processo decisione era interamente basato sulla scienza, le femministe sono dovute arrivare all'estremo dell'egalitarismo, toccando spesso la biologia, o comunque la fisicità dei loro corpi. La richiesta di uguali diritti doveva essere suffragata da un uguaglianza che doveva arrivare fino in fondo, fino alla carne. Il simbolo di questa lotta sta nell'avversione delle femministe per la visione classica che vede gli uomini come i "custodi del logos" e le donne come le "fiamme dell'eros". I primi razionali e organizzatori, le seconde imprevedibili e sensuali. Questa differenza, sostengo le femministe, non ha alcun sfondo biologico ma è solamente un retaggio culturale che le società patriarcali tramandano attraverso uno specifico excursus educativo per far si che ai maschi tocchi sempre la "fetta più ghiotta" della torta, quella del potere. Questa era una differenza che doveva essere abbattuta, perchè se fosse rimasta in piedi, sarebbe stato giustificato un diverso trattamento, non importa quanto benigno, perchè il logos era il potere. Qualcuno noterà una certa disonestà intellettuale in tutto questo, uguali fino alla carne quando si chiedono diritti, ma proclamate diverse anzi migliori, quando governano un istituzione. Questa fallacia logica ha dei colpevoli, e non sono certo le femministe, ma forse gli uomini, che invece che rielaborale la loro figura nella società, o si prestano arrendevolmente a qualsiasi loro riposizionamento o resistono con le unghie su posizioni arcaiche e indifendibili. E mentre il mondo si appresta ad essere governato da due donne (Merkel e Clinton) gli uomini sonnecchiano quasi che a loro il potere "ha stufato". Siamo davvero davanti al giro di boa, e una società matriarcale prevarrà?

Ma dov'è la commedia in tutto questo, è scritta nel titolo eppure. Quando si dibatte con una femminista riguardo alla questione "logos & eros" qualsiasi argomentazione finisce vittima della argomentazione femminista per eccellenza, ovvero la già citata in precedenza "cultura patriarcale" che falsifica la nostra visione del mondo. I paesi del nord danno ingenti bonus alle iscrizioni femminili a ingegneria di donne, e comunque nessuna in più di prima si presenta? Non è che le donne non sono portate o non gli piaccia ingegneria, è frutto dell'educazione "alle bambole" che non fa sviluppare loro le abilità di "conto". Sul forum riflessioni.it non ci sono donne? E' questione sempre di educazione. Allora mi sono deciso a trovare un esempio di vita istintivo, che non potesse essere frutto dell'educazione e ho trovato la risata.
Nel mondo dello spettacolo, da quando esiste, le donne sono sempre state ben accette, forse con l'intento malizioso di mostrare le loro forme, ma comunque il loro accesso è sempre stato garantito, eppure praticamente nessuna di loro, ha mai fatto ridere il pubblico. Le donne comico si contano sulla punta delle dita, sono rarissime, e si tratta spesso di comici di minore rilievo e che nei loro spettacoli più che essere donne, si comportano e fanno battute "da maschiaccio". Io credo che la comicità abbia una grandissima relazione con il logos, perchè si tratta proprio di questo, di mettere alla berlina l'irrazionalità tramite la contraddizione e l'iperbole. Forse mi sbaglio, potrei argomentare molto meglio fornendo esempi concreti, ma lancio invece la palla: Uomini e donne sono realmente i rispettivi rappresentati di Logos&Eros, oppure è una falsificazione da abbattere?

Buona discussione.

acquario69

#1
credo innanzitutto che bisognerebbe farsi una ragione del fatto che uomo e donna siano diversi,purtroppo da qualche decennio a questa parte questo sacrosanto ed oggettivo dato di fatto,oltre a non venir più inteso si e' pure capovolto.
oggi si proclama l'uguaglianza,ma solo nel suo aspetto più superficiale possibile,omologante e indifferenziato,ossia totalmente fasullo,poiché dovrebbe pure essere banale il considerare la diversità come fattore essenziale e per se stesso vitale di ogni manifestazione..l'uomo e la donna in questo stesso senso rappresentano gli aspetti polari e complementari per eccellenza e volerli concepire in maniera uniformante li annulla entrambi.
tutto questo e' stato così (male) interpretato,e la diversità e' stata percio vista come una gerarchia a cui secondo questo ennesimo riduzionismo ci si doveva affrancare.

il risultato dovrebbe essere chiaro agli occhi di tutti,le donne che volevano "liberarsi" sono a tutti gli effetti schiave degli stessi stereotipi che dicevano di voler combattere,e a parte il fatto che già contrapporsi a qualcosa,da come risultato esattamente l'effetto opposto,così la loro essenzialità femminile e' quasi del tutto scomparsa e al suo posto ce un unico vero padrone; il mercato.

dopo questa premessa si può cominciare a parlare di donne in relazione alla commedia.

forse tra quelli più giovani di me chissa se ne hanno ancora un ricordo ma a me vengono in mente grandissimi personaggi femminili davvero autorevoli della commedia (inteso come "logos" come lo hai descritto anche tu,commedia vera che si associa indissolubilmente all'aspetto drammatico come elementi complementari indispensabili ad ogni reale rappresentazione) e che io oggi non vedo più ricomparire.  
...anna magnani,alessandra mondaini,monica vitti,gabbriella ferri,anna marchesini..personaggi che a mio avviso hanno incarnato il ruolo nella loro autentica femminilità,non negandola e non scadendo percio nel volgare ma sopratutto nel non doversi piegare e conformarsi ad un imitazione parossistica maschile,nelle uniche versioni rimaste,quella di una comicità banale,tipo litizzetto e dall'altra quella dove "recitare" equivale a far mostra di culo e tette...mentre il mercato ringrazia


https://www.youtube.com/watch?v=WhvlomhAh3Q

magnani,attrice mitica!

paul11

i termini matriarcato e patriarcato in realtà sono ambigui.
La famiglia, e anche prima ,molto prima che fosse "istituzionalizzata" vede come ruolo da sempre centrale la madre il cui ruolo è più psichico-affettivo ,mentre la figura paterna lo è meno , ma   ha più il ruolo legislativo sanzionatorio.Questo è da sempre.
La figura più psichica è eros, la figura più razionale è logos e combattono nel ruolo educativo ,la prima è più permissiva la seconda è più giudicante e regolativa.Insieme queste due figure sono necessarie ai figli.
Ritnenere che il matriarcato e il patriarcato si risolvano nel ruolo di chi port i soldi a casa, è molto, ma molto limitativo, perchè è il governo della famiglia che decide il ruolo di potere, ma ribadisco se mi sono fatto capire, è da sempre dialettico.
E la figura femminile è più presente fisicamente e psichicamente dentro la famiglia; per questo spesso è ritenuta più centrale nel legame con i figli anche a livello legale anche ai nostri giorni.
La femmina è più astuta del maschio ,perchè può nonostante non avere il potere "istituzionale" nel ruolo giocare di eros, può far credere di essere scelta quando è lei  invece a decidere.
E' vero che mentre la donna esercitava nella realtà sociale famigliare il suo ruolo ,le organizzazioni sociali erano predominio gerarchico maschile.Lo è nel regno animale dei mammiferi  tranne rari casi ( la femmina più vecchia è la capobranco nelle capre), perchè fisicamente è più forte.Le religioni hanno contribuito in maniera decisiva a identificare demone- tentazione-donna,la cristianità recupera il ruolo nella Madonna dopo secoli dalla sua origine, e nella storia, anche nei miti, appaiono soprattutto ruoli maschili come protagonisti, ma il ruolo femminile anche se di secondo piano è spesso decisivo.

il femminismo è la rivolta del suo ruolo succube, dominato "istituzionalmente", nel tempo in cui cominciano ad apparire velori come libertà ed uguaglianza sposate alla democrazia. E' razionalmente contraddittorio che una parte dell'umanità non ne fosse partecipe.La conquista nel diritto istituzionale dell'uguaglianza di sesso la rtiengo sacrosanta.
Il vero problema attuale è la confusione di ruolo famigliare, come ho espresso altrove, con i padri con la gonna e le madri ocn i pantaloni,Attenzione la mia non è misogenia, tutt'altro. ma quando la donna vuol essere "maschio" perde nella sua caratteristica fondamentale  La donna è abituata da sempre al governo famigliare compresa l'economia, il padre porta il denaro ,ma lei lo gestiche oculatamente, per questo è un "bluff" il concetto matriarcale e patriarcale dentro la famiglia.ma quando sposta il suo ruolo dal nucleo sociale che è quello famigliare perde la sua caratteristica psichica fondamentale educativa, ruolificandosi in un ruolo non suo. Non sto affermando che non lo possa esercitare, è un suo sacrosanto diritto, ma prima del diritto vi è natura e quando il diritto che è la forma culturale di aver traslato natura dentro cultura, cade in contraddizione. Non è più centrale nella famiglia,mancandogli il ruolo della continuità e presenza .Se si vuole più logos si perde di eros.

Jacopus

#3
Per il momento una breve considerazione. Se il ruolo della donna è cambiato lo si deve effettivamente anche al mercato, come dice Acquario. Infatti la distinzione fra madre affettivo-relazionale e padre razionale-giudicante è venuta meno non solo per il femminismo, ma perchè i maschi si sono sempre più allontanati dal ruolo di padre-legislatore e sanzionatore. Si parla ormai da qualche decennio di fine dei padri, e quante volte mi tocca sentire persone, amici e conoscenti che dicono che sono gli "amici" dei figli.
I figli non vogliono i genitori come amici. Se una situazione del genere si presenta loro, si fa loro un grave torto: non cresceranno mai e faranno a loro volta gli amici dei loro figli. I genitori devono fare i genitori e se necessario dare le dovute punizioni (ovviamente non corporali) e gli amici di solito non puniscono. Ora invece ci si spaventa solo della parola punizione. E' la fine della legge ad aver facilitato lo sviluppo del femminismo, la legge simbolica rappresentata dal padre. Non la legge autoritaria ma la legge di chi sa di avere una responsabilità "gerarchica" da gestire per trasmettere il modo di vivere in società. Una legge che in una società "consumista" non serve più. La legge deve dire NO, deve essere giusta, mentre il consumo deve dire "SI" e stimolare gli eccessi, il no limits, il bisogno non essenziale ed egoisticamente inteso.
Ovviamente la modifica del rapporto uomo-donna non è condizionata solo da questo tema, ma credo che esso sia particolarmente significativo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Ringrazio per le interessanti risposte, purtroppo ho cominciato il topic in maniera un po pressapochista (anche per questioni di spazio) ma mi riprometto di rispondere e ampliare l'argomento quando avrò un po più di tempo libero.