Lontananza e rapporto di coppia

Aperto da doxa, 06 Dicembre 2020, 22:12:22 PM

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"Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..."  questo detto popolare deriva da una frase in lingua latina del filosofo e politico Lucio Anneo Seneca (4 a. C. – 65): "Quantum oculis, animo tam procul ibit amor".

L'aforisma esprime l'influenza negativa della lontananza nel rapporto di coppia. Quest'anno il Covid e le limitazioni governative ad esso collegate, costringono tanti fidanzati che abitano in Comuni diversi e distanti anche pochi chilometri a rimanere lontani. 

La separazione è sempre un evento difficile, ognuno reagisce a suo modo. Più che la distanza è l'impatto che la separazione può avere su una coppia.  Per le coppie stabili, solide, dotate di un buon livello di autonomia personale (sempre necessaria nella coppia), l'adattamento non è difficile: "So che tu ci sei, anche se non posso vederti".

Invece per le coppie in crisi la lontananza può diventare l'occasione per interrompere la relazione e riavere l'autonomia. Infatti la distanza geografica e il distacco temporaneo possono permettere di capire meglio che laison non va bene, che la lontananza da lui/lei non fa soffrire.

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La quotidiana vicinanza a lungo andare può far subentrare la noia, la continua rilevazione dei "difetti" caratteriali, corporei ed economici del/la partner, che nel tempo può indurre l'esplosione della coppia, invece la lontananza è come il vento, dice il testo della canzone titolata "La lontananza", che cantava Domenico Modugno: quel vento spegne i fuochi piccoli ma accende quelli grandi. La lontananza fa dimenticare chi non s'ama... Penso sia vero.

Nel rapporto di coppia la relazione a distanza induce alla concordanza quando si riesce a stare insieme per un breve periodo di tempo, senza i disagi o fastidi quotidiani che invece subiscono quelli che convivono.


Una ricerca sociologica effettuata nel 2013 da ricercatori statunitensi e londinesi, evidenzia che la distanza potrebbe paradossalmente generare maggiore intimità. Nell'analizzare i diari, telefonate, chat e video del campione di ricerca, hanno desunto comportamenti e atteggiamenti più intimi rispetto a chi conviveva.  Le nuove tecnologie hanno ridimensionato i limiti del rapporto amoroso in lontananza. In qualsiasi momento si può vedere e parlare con la persona amata.



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"Living apart together": questa frase inglese allude al vivere insieme ma in case separate.

Alcune ricerche, come quelle della psicoterapeuta Lucy Beresford, dimostrano che le coppie hanno più possibilità di sopravvivere in case separate perché i due partner riescono a mantenere i propri spazi e i propri interessi.


Ovviamente la vita da single è costosa. Chi sceglie di non convivere preferisce spese doppie: due affitti (o due mutui), due bollette dell'elettricità e del gas, due canoni tv, due rate condominiali. E poi ancora: due televisori, due letti, due set di biancheria, due servizi di piatti, due auto, due assicurazioni, ecc..



Eppure, nonostante l'antieconomicità evidente, sempre più italiani scelgono di non convivere: secondo l'Istat il numero di nuclei familiari composti da una sola persona sono in aumento costante. Dal 30,6% del 2014 al 33% nel 2018. In pratica, una casa su 3 è abitata da una sola persona. La tendenza proveniente dall'estero evidenzia che anche in Italia sono in aumento le persone che scelgono di vivere da sole anziché convivere e le coppie LAT (acronimo di "Living apart together") sono frequenti tra i separati e divorziati. 


La decisione di vivere separati si fonda su alcuni benefici che le coppie hanno o ritengono di avere: la capacità di mantenere nel tempo il piacevole rapporto di coppia;  avere nel contempo il rapporto intimo e un proprio spazio sociale;  denaro e case indipendenti: significa che le dispute finanziarie e la negoziazione non sono una fonte di attrito nel rapporto di coppia;  la non volontà di imporre un nuovo partner ai figli avuti da una precedente relazione. 


Alcuni esperti considerano le coppie LAT un valido stile di vita, ma sono necessarie ulteriori ricerche per determinarne gli effetti sociali a lungo termine.


I critici delle LAT sollevano preoccupazioni che questo decostruzionismo sociale alteri l'unità della famiglia tradizionale.

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#3



La famiglia è un microsistema sociale che col tempo ha cambiato struttura: dalla famiglia patriarcale allargata a quella mononucleare, formata da genitori con figli; nel nostro tempo è diffuso il fenomeno sociale della "famiglia unipersonale", formata da una sola persona.

Negli ultimi 30 anni ì la popolazione è rimasta a circa 60 milioni, ma le famiglie sono passate da 19 a 25 milioni. Le "famiglie unipersonali" sono diventate il 33% sul totale.   

Un altro aforisma: "Meglio soli che male accompagnati". 

Tra i giovani vivere da soli è una scelta, per i separati e divorziati dipende dalle circostanze, per i vedovi la "singletudine" è dovuta all'evento luttuoso.Vengono definiti "singles di ritorno" gli individui rimasti da soli dopo la fine di un matrimonio o dopo la morte del coniuge. 

In Italia il fenomeno delle "famiglie" unipersonali è in crescita: molti vivono da soli perché, dicono, non hanno trovato la persona "giusta" oppure perché preferiscono vivere da soli. Nel passato venivano definiti scapoli, nubili, zitelle. 

Fuga dal matrimonio e separazioni in aumento la semplificazione familiare è compiuta. 

Le ricerche sociologiche stimano per i prossimi 15-20 anni l'aumento delle persone che vivono da sole e sono spariti i pregiudizi nei loro confronti. 

Ci sono motivazioni per la loro vita da single. La persona single è in grado di: 

decidere autonomamente e senza alcun condizionamento; 

viaggiare quando e dove vuole; 

essere tranquillo in quanto non è a rischio di drammi da separazione; 

non essere sospettoso nei confronti del/la partner; 

godere generalmente di autonomia economica; 

sperimentare esperienze di suo gradimento; 

disporre di maggiori spazi abitativi. 

Questo è quello che è emerso dai più recenti sondaggi.

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Dalla famiglia patriarcale con nonni, zii e numerosi figli, la cui sopravvivenza era affidata al numero di braccia che potevano lavorare nei campi, si è passati nella seconda metà dello scorso secolo alla famiglia mononucleare composta soltanto da genitori e figli, funzionale alla società industriale. Poi ci furono la cosiddetta "rivoluzione sessuale", l'emancipazione della donna, l'introduzione del divorzio, e niente più fu come prima....

Tra le tante opzioni possibili, c'è anche quella della coppia stabile che condivide una relazione sentimentale e sessuale di lunga durata, ma che evita la convivenza ed è definita coppia LAT, indicata in un mio precedente post in questo topic.


Le coppie living apart together, sono anche denominate "coppie del week-end", "coppie a coabitazione intermittente", "amori pendolari, part-time", "relazione non residenziale"....


Per scelta i due partner vivono in case diverse, ciascuno per conto proprio. Una categoria in pieno sviluppo, che comprende storie molto diverse, unite da una comune preoccupazione: salvaguardare i propri spazi personali, le proprie abitudini, senza però rinunciare a una relazione affettiva stabile.

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#5



"Stiamo bene insieme ma... ognuno a casa sua!" E' un nuovo stile di vita per molte coppie, specialmente quelle che si sono incontrate dopo gli "anta".

Dopo tanti anni da single oppure dopo una separazione o un divorzio ritrovare l'amore è sempre una nota positiva nella vita di ogni donna e di ogni uomo. Ancor di più se la nuova love story arriva dopo i 50 anni, quando tornare ad avere una vita attiva sentimentalmente (e intimamente!) è un toccasana per lo "corpore" e lo spiritus.

Living apart together: è trend, fa tendenza. Non è un rapporto occasionale, la coppia è stabile nel tempo. 

Secondo la psicologa Marina Pisetzky vivere in case separate, aiuta l'intesa intima di una coppia perché "il desiderio cresce con la distanza". 

Di solito si sceglie il/la partner che abita nella stessa città. È una scelta semplice e logica. Ma come si sa, l'amore non segue una logica. 

La relazione amorosa con una persona che vive lontano è complicata rispetto a una "classica" a chilometro zero. Non ci si vede spesso, il contatto fisico è limitato, aumenta la paura di perdere il/la partner. 

Cosa motiva due persone a decidere di amarsi nonostante la distanza geografica ? Le variabili sono numerose e correlate alla storia di entrambi i partner, afferma lo psicologo Davide Ferlito. Nonostante i chilometri di distanza, infatti, ciò che conta è la possibilità che la coppia sia reciprocamente d'accordo sulla tipologia di relazione, nonché sulla durata e l'intensità dell'eventuale lontananza. 

La lontananza può favorire l'evitamento di quelle problematiche che possono mettere in discussione la relazione stessa, rimanendo fermi all'interno del processo di idealizzazione dell'altro che ci porta a vederne pregi e a ignorarne i difetti.

La distanza può, quindi, fungere da paracadute per chi vive le relazioni come un potenziale fattore di vulnerabilità individuale, come qualcosa di pericoloso e non come fonte di supporto, crescita e soddisfazione.

La distanza può, in alcuni casi, rappresentare una tentata soluzione a una forma di insicurezza relazionale che spinge il soggetto a temere, pur ricercandolo, un coinvolgimento affettivo. 

Ciò che fa la differenza in un rapporto è l'affettività, la capacità comunicativa tra i partner, l'intimità. 

Il limite, purtroppo, potrebbe non essere solamente la distanza in sé. La coppia deve avere anche la possibilità di vedersi fisicamente ogni tanto. Per fare ciò, naturalmente, si deve anche guardare al lato economico della questione. Non tutti hanno la possibilità  per incontrarsi spesso, perciò ci si chiede, può un sentimento abbattere tutte le barriere che una relazione a distanza crea inevitabilmente?

Secondo lo psicologo Ferlito il volersi bene è la base per abbattere le barriere della distanza, e la reciproca volontà di impegnarsi in quella determinata relazione può fare da volano per un rapporto duraturo. La differenza sta, quindi, nel sentimento che spinge i partner a impegnarsi reciprocamente nella costruzione della coppia.  In conclusione... 

Scegliere di stare insieme, pur nella relazione a distanza, permette di non "abituarsi" all'altro/ e di avere sempre voglia della sua vicinanza. 

I sacrifici da fare sono tanti e per far sì che la relazione funzioni e duri a lungo è necessario tanto impegno e amore.

La lontananza favorisce il dialogo fra chi si ama due persone: ci si racconta la giornata, le proprie emozioni e le difficoltà e questa condivisione unisce ancora di più.

La fiducia è alla base di ogni rapporto e quando si è lontani è più facile che questa venga a mancare e si creino tensioni e gelosie. Essere sinceri è il modo migliore per far funzionare ogni relazione. 

the end

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