LE POLITICHE REPRESSIVE

Aperto da Visechi, 16 Dicembre 2024, 21:59:36 PM

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anthonyi

Citazione di: Jacopus il 22 Dicembre 2024, 16:26:01 PMCi sono porzioni vaste dell'opinione pubblica che si oppongono agli stranieri perché questa fetta dell'opinione pubblica è dotata di pochi strumenti culturali e cognitivi e/o semplicemente perché aizzata da forze politiche che vivono di rendita rispetto a questi conflitti. 
Adesso alla superiorità morale aggiungiamo anche la superiorità culturale e cognitiva.
Secondo me, jacopus, tu e tutti quelli come te dovreste farlo uno sforzo per cercare di capire il problema di questa plebe ignorante e ottusa che si lascia aizzare, e soprattutto dovreste evitare di definirla tale certamente per una questione di rispetto, ma anche perché magari in questo modo cambia opinione e finisce di far vivere di rendita quelli che sappiamo. 

Jacopus

Citazione di: anthonyi il 22 Dicembre 2024, 18:18:39 PMAdesso alla superiorità morale aggiungiamo anche la superiorità culturale e cognitiva.
Secondo me, jacopus, tu e tutti quelli come te dovreste farlo uno sforzo per cercare di capire il problema di questa plebe ignorante e ottusa che si lascia aizzare, e soprattutto dovreste evitare di definirla tale certamente per una questione di rispetto, ma anche perché magari in questo modo cambia opinione e finisce di far vivere di rendita quelli che sappiamo.
Il problema è questo Anthony. Possiamo girarci intorno come vogliamo, possiamo usare parole più eufemistiche ma non si tratta di rispetto. Anzi il rispetto io lo porgo proprio chiedendo un aumento delle capacità critiche e riflessive da parte della maggioranza o di tutti gli italiani. Se mi credi un frequentante di Capalbio, ti sbagli. Mi sono sufficientemente sporcato le mani perché credo in una massima del marxismo, cioè che teoria e prassi vanno coltivate insieme. La mia è una constatazione del fatto. Non me lo spiego altrimenti. Prova a spiegarmelo tu. Io ho mostrato le mie ragioni, morali, economiche, culturali, pratiche, che evidenziano come i flussi dei migranti andrebbero meglio organizzati ma non contrastati perché è, dal mio personale punto di vista, inutile oltre che stupido ( I fatti che intendo sono stupidi, non le persone che si oppongono, che appunto dovrebbero avere altri strumenti culturali per comprendere. Accanto a queste persone poi ci sono quelle che sfruttano la situazione in modo furbesco e sono sia da parte dei "buonisti" che dei "cattivisti" accomunati entrambi dal non fare il bene dell'Italia.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

#62
Citazione di: Jacopus il 22 Dicembre 2024, 18:30:38 PMIl problema è questo Anthony. Possiamo girarci intorno come vogliamo, possiamo usare parole più eufemistiche ma non si tratta di rispetto. Anzi il rispetto io lo porgo proprio chiedendo un aumento delle capacità critiche e riflessive da parte della maggioranza o di tutti gli italiani. Se mi credi un frequentante di Capalbio, ti sbagli. Mi sono sufficientemente sporcato le mani perché credo in una massima del marxismo, cioè che teoria e prassi vanno coltivate insieme. La mia è una constatazione del fatto. Non me lo spiego altrimenti. Prova a spiegarmelo tu. Io ho mostrato le mie ragioni, morali, economiche, culturali, pratiche, che evidenziano come i flussi dei migranti andrebbero meglio organizzati ma non contrastati perché è, dal mio personale punto di vista, inutile oltre che stupido ( I fatti che intendo sono stupidi, non le persone che si oppongono, che appunto dovrebbero avere altri strumenti culturali per comprendere. Accanto a queste persone poi ci sono quelle che sfruttano la situazione in modo furbesco e sono sia da parte dei "buonisti" che dei "cattivisti" accomunati entrambi dal non fare il bene dell'Italia.
A me l'organizzazione va benissimo, credo sia chiaro che non sono per principio contrario all'immigrazione. Quello che però dovrebbero capire gli immigrazionisti é che i migranti non sono tutti uguali, ci sono quelli buoni, e quelli cattivi. E' interesse di tutti separare per quanto possibile queste categorie, espellere i cattivi e accettare i buoni, e secondo me  i cattivi migranti sono proprio quelli che vengono coi barconi perché dimostrano di sfruttare opportunistica mente meccanismi legali come quelli sulla tutela dei naufraghi. Organizzazione vorrebbe che  nei luoghi di partenza degli immigrati ci fossero, strutture in grado di selezionarli e di stabilire chi può migrare, e quelli che vengono rifiutati dovrebbero mettersi l'anima in pace.

Jacopus

Il problema può essere osservato anche da un'altra prospettiva. Il dentro/fuori, il buono/cattivo, l'amico/nemico, il cittadino/straniero sono da sempre binomi che accompagnano la storia umana, l'identità delle società ed anzi più è forte quella identità più quella società è considerata (a ragione) in salute. Fino a quelle società che diventano supersocietà, ovvero modelli culturali per altre società. Ad esempio attualmente gli USA sono una super società e presto vi sará un'altra super società, la Cina. Ma queste opposizioni identitarie sono in crisi proprio a causa dei flussi migratori imponenti che riguardano l'Occidente dalla caduta del socialismo reale. Ma la causa di questi flussi risiede in una serie vasta di concause, ma la principale ritengo che sia la globalizzazione economica, il flusso delle merci, la delocalizzazione, il turismo di massa, anticipata dal colonialismo ha destrutturato le società tradizionali, le sue dinamiche, producendo nuovi bisogni e nuovi soggetti. I soggetti migranti che chiedono e godono della libertà dell'Occidente sono il frutto di questo processo secolare, accelerato dalla caduta dell'Unione Sovietica, immenso tappo della globalizzazione.
Si crea così una frattura fra principi economici globalizzati, emancipati da ogni divisione noi/loro, poiché guidati solo dalla strumentalizzazione di beni e forza-lavoro. Ma i valori culturali non vengono cancellati facilmente, così come le categorie divisorie cui faccio accenno all'inizio. E pertanto gli autoctoni, i residenti sentono minacciata la loro identità che in realtà era già stata minata e stravolta dai processi economici della globalizzazione.
Di fronte a questa complessità bisognerebbe trovare strumenti complessi, ed invece si dichiara da parte di persone tutt'altro che semplici o stupide, che bisogna dividere i buoni immigrati da quelli malvagi. E questa è già una posizione ragionevole, rispetto ad altre posizioni più radicali (inapplicabili e molto più ragionate con la pancia che con il cervello).

Non ho soluzioni, volevo solo mostrare che sono problemi che non si risolvono con proclami da quattro soldi o con battute da bar (non mi riferisco al forum, qui finora tranne poche eccezioni, gli interventi sono magari critici ma le persone hanno una sufficiente consapevolezza della complessità del problema).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

Citazione di: sapa il 22 Dicembre 2024, 17:20:25 PMCiao niko, più che dittatura nazista, la definirei dittatura idiota.


Sempre merde umane votate da una minoranza di decerebrati (perche' l'unico partito realmente maggioritario in tutte le democrazie capitalistiche mature e' quello dell'astenzione) sono.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

anthonyi

Jacopus, in gran parte condivido quello che dici. Volevo però dirti che la mia rappresentazione buoni/cattivi ha una apparente semplicità per soddisfare esigenze comunicative, ma nella realtà é qualcosa di complesso, e di questa complessità voglio rilevare la componente educativa, cioé il dare a coloro che vogliono entrare il "senso dello stato" che si impone autorevolmente decidendo chi può e chi non può entrare.
Uno stato che invece subisce passivamente la decisione dell'immigrato é invece uno stato che svaluta la sua autorità. 

InVerno

Citazione di: Visechi il 21 Dicembre 2024, 17:06:05 PMErgo, dovresti dedurne, che è mia opinione che il fenomeno ancora oggi, prima che assuma dimensioni soverchianti, può essere governato, cioè gestito attraverso una diversa organizzazione dei mezzi economici, tecnici, legislativi e, soprattutto, culturali. Non ci resta altro da fare. È anche mia convinzione che nel frattempo si debba operare alacremente per far sì che i "giovani (perché sempre e solo giovani atletici e baldanzosi? Altro discorso che forse affronteremo) che oggi sbarcano sulle nostre coste o attraversano le Alpi, dopo aver attraversato deserti di sabbia e d'acqua, possano spegnere le proprie esistenze, non più di scarto ma ricche di giorni e di figli, presso il focolare d'origine.".
Mi sembra invece che confermi quanto dico, sostieni infatti che dal nostro lato della costa servirebbe regolarizzare i flussi, cosa su cui sono d'accordo da anni salvo essere anche d'accordo su cosa significhi, ma allo stesso non mi sembri proporre alcuna alterazione della sorgente di questi flussi. Cosa non ho capito? Io ti sto esattamente contestando l'idea che non ci sia modo di ridurre l'origine dei flussi, tu sostieni che la condizione necessaria sia la resurrezione di baffetto, io sostengo che serve molto meno e che non lo ritengo per niente una ipotesi remota, Trump sdoganerà violenza che verrà poi ripetuta in Europa, otterrà forse scarsi risultati pratici ma è semplicemente non vero che non è un opzione.

Non ne ho mai fatto una questione di soldi e delle tasse che paga il falegname, i costi sono di varia natura anche percepiti, io parlo principalmente della "moral suasion" che viene fatta sulla vicenda e che mi sembra riprendi anche tu facendo leva sulle vittime. Ovvero quello di spacciare la salvezza di queste persone come un obbligo morale che le persone avrebbero, rifiutato il quale vengono cancellate sotto la danmatio memoriae del "razzista" o del ritardato secondo Jacopus. E sotto alla giustificazione di questo obbligo morale, ci sono spesso "non specificate teorie" che parlano di retribuzioni e compensazioni storiche, e una narrazione degli eventi "riduzionista" che parla di "naufragi" come se non capisse la differenza tra un capello nel piatto e la calvizia, il diritto marittimo scambiato per etica, e tutto un gran casino pur di non accettare il fatto che se "accoglienza" è deve essere anche volontaria, è in democrazia la volontà si misura con le elezioni, che stanno dicendo urbi et orbi che la volontà di questa accoglienza sta scemando, ti interessa o te ne strafotte? Tutto qui..Per il resto non mi dilungo, sono d'accordo con quanto scrive Sapa quindi ulteriori motivazioni a ciò che dico possono essere trovate nei suoi post.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 23 Dicembre 2024, 10:12:22 AMNon ne ho mai fatto una questione di soldi e delle tasse che paga il falegname, i costi sono di varia natura anche percepiti, io parlo principalmente della "moral suasion" che viene fatta sulla vicenda e che mi sembra riprendi anche tu facendo leva sulle vittime. Ovvero quello di spacciare la salvezza di queste persone come un obbligo morale che le persone avrebbero, rifiutato il quale vengono cancellate sotto la danmatio memoriae del "razzista" o del ritardato secondo Jacopus. 
La questione é un po' più sottile, inverno. 
Non credo che nessuno metta in discussione la necessità di salvare la vita dei migranti. Il problema é che fare di loro dopo averli salvati. 

InVerno

Citazione di: anthonyi il 23 Dicembre 2024, 13:37:34 PMLa questione é un po' più sottile, inverno.
Non credo che nessuno metta in discussione la necessità di salvare la vita dei migranti. Il problema é che fare di loro dopo averli salvati.
La questione è molto più sottile Anthonyi, come te infatti mi lamento che venga ridotta al dilemma morale di
un "naufragio qualsiasi" mentre questi naufragi sono parte di un fenomeno ben più e ampio e complesso ed è quel fenomeno a cui si chiedono risposte, e di questo fenomeno si devono valutare le implicazioni morali, non dei singoli naufragi che vengono usati come clava emotiva. E non entreremo nel discorso di che farne dopo perchè ci fermiamo prima, ma io effettivamente parlavo di "accoglienza" cioè di che farne dopo, non tanto del fatto che vadano soccorsi in mare. La buttò lì, qualcuno è informato su ciò che sta accadendo in Svezia coi migranti? Quali garanzie si possono dare che non accadrà lo stesso in Italia? Quegli xenofobi nordici, che ipocriti, prima insistono tanto sul "folkehm" cioè essere "casa degli uomini" sempre pronta ad accogliere, passa qualche anno e te li trovi tutti col baffetto e la svastica, incredibile.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 23 Dicembre 2024, 16:21:28 PMLa questione è molto più sottile Anthonyi, come te infatti mi lamento che venga ridotta al dilemma morale di
un "naufragio qualsiasi" mentre questi naufragi sono parte di un fenomeno ben più e ampio e complesso ed è quel fenomeno a cui si chiedono risposte, e di questo fenomeno si devono valutare le implicazioni morali, non dei singoli naufragi che vengono usati come clava emotiva. E non entreremo nel discorso di che farne dopo perchè ci fermiamo prima, ma io effettivamente parlavo di "accoglienza" cioè di che farne dopo, non tanto del fatto che vadano soccorsi in mare. La buttò lì, qualcuno è informato su ciò che sta accadendo in Svezia coi migranti? Quali garanzie si possono dare che non accadrà lo stesso in Italia? Quegli xenofobi nordici, che ipocriti, prima insistono tanto sul "folkehm" cioè essere "casa degli uomini" sempre pronta ad accogliere, passa qualche anno e te li trovi tutti col baffetto e la svastica, incredibile.
Quello che accade in Svezia, inverno, accade in tutto il mondo economicamente evoluto. In un primo tempo gli emigranti vengono accettati e aiutati per ragioni etiche e ideologiche, nel tempo però si accorgono che a questo atteggiamento di generosità non corrisponde una risposta positiva e allora cominciano a diffidare degli stranieri, e sostituiscono le ideologie solidaristiche con le ideologie sovraniste, della tradizione e della razza.
Non c'é nulla di incredibile, anzi é perfettamente razionale, il peso della presenza degli stranieri é il principale elemento alimentatore della crescita delle destre. 

InVerno

Soprattutto si nota, come già si notava nel caso francese che veniva sminuito dicendo "sarà colpa delle banlieu" che la seconda generazione non migliora i problemi della prima, anzi li ossifica in strutture criminali che corrono parallelamente allo stato, o per dirla all'italiana, si organizza in mafia. Con questo dico che ridurre i problemi "al naufragio" è veramente riduttivo perchè l'impegno, sia dal lato dei flussi sia dal lato dell'integrazione si estende nella migliori delle ipotesi ancora per un secolo.Uso la parola "integrazione" ben sapendo si tratti della foglia di fico che nessuno vuole togliere, ovvero che nessuno ma proprio nessuno ha intenzione di integrarsi con queste persone, quello che viene proposto è la loro assimilazione, la scommessa infatti non è che troveremo un qualche punto mediano con loro, ma che loro, seguendo la teoria del "tutti diventeranno occidentali" smetteranno di dare problemi diventando indistinguibili in pochi anni. E' una scommessa che sta fallendo, e non si comprende bene il perchè quando si parla di "integrazione", perchè non vorrebbero integrarsi, sono cattivi? Il fatto è che loro si difendono dall'essere assimilati, non dall'essere integrati, e noi di risposta non sappiamo fare nessuna delle due.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sapa

Intervengo solo per chiedere a Jacopus, che in un precedente post, a proposito dell' integrazione dei migranti, ha chiesto perchè bisogna sempre pensare a loro come dei lavoratori, in che ruoli li vedrebbe lui. Non è che essere lavoratori significa essere molto diversi, e subordinati (schiavi?) rispetto agli italiani. Personamente, non vedo miglior soluzione per gli immigrati che quella di trovare un lavoro per sostentarsi, come prima cosa, e, volendo, di studiare nel tempo libero, come facciamo anche noi se non abbiamo le risorse di mamma e papà. Questa è l'unica ricetta possibile, per me, per una coesistenza pacifica e alla pari. Partendo da lì si possono costruire le integrazioni culturali e, forse, anche religiose. Senza il lavoro il patto sociale è carta straccia. Qualche proposta, in questo senso, potrei anche averla. Però io continuo a pensare che con la sola etica si va poco in là e che anche quando ci convinciamo che dobbiamo accogliere senza riserva e in letizia, il problema sarà lungi dall' essere risolto. Scusami.

Jacopus

#72
Ciao Sapa. Ho la febbre e in realtà, oltre al quadro clinico che potrebbe farmi vaneggiare, il problema di cui discutiamo è estremamente complesso, attraversato da molte ambivalenze.
Il primo dato è l'impressionante calo demografico dell'Italia. Siamo a 1,28 per donna( grazie alle immigrate). Il tasso per mantenere in equilibrio la popolazione è 2.1. In Francia, nonostante imponenti politiche di sostegno siamo a 1,78. Una piramide demografica come quella dell'Italia è da paura. Significa costringere i lavoratori ad andare in pensione sempre più tardi con un costo umano elevato. Ho già scritto che l'alternativa all'immigrazione è una seria politica di sostegno alle nascite, che vedrà i suoi frutti almeno fra 20 anni e nessun politico investe per i futuri politici, essendo mutata la politica da "basileia aretè" (Platone) a attività commerciale per acquisire clienti votanti. Direi che resta l'immigrazione ma l'immigrazione si scontra con molteplici problemi, uno dei quali è appunto, considerare l'immigrato un semplice meccanismo del sistema capitalistico, un mezzo di produzione che permette al sistema di creare guadagni. L'immigrato quindi vive una situazione di alienazione, poiché la sua funzione è solo economica. E se la sua funzione è economica è un meccanismo senza diritti civili, che viene tollerato perché serve. È lo stesso meccanismo subito da tanti italiani all'estero ed anche in questo caso l'immigrazione ha portato una bella ventata di criminalità autoctona. La causa di tutto ciò deriva, more solito, dal capitalismo nella sua odierna versione, una volta sdoganate le remore derivanti da un modello concorrenziale (il socialismo) che è finito male. Si crea così un paradosso per cui il capitalismo fondato sul principio di concorrenza, non ha concorrenti. Il processo non risparmia neppure gli indigeni. Tutto ruota attorno al funzionamento del sistema riassumibile nel detto "produci, consuma, crepa". Un sistema sempre più individualistico, narcisistico, che di fronte all'impossibilità di essere tutti belli e ricchi, deve trovare valvole di sfogo. Non nego che il capitalismo permette una migliore allocazione di risorse, ma oggi, senza un freno e un bilanciamento, riduce tutti ad ingranaggi e chi si sente così è costretto a cercare chi lo consoli di essere un pó meno ingranaggio di altri. Bel discorso ma in pratica? In pratica dovremmo essere una società inclusiva, una società ordinata, una società legale, una società che investe sugli stranieri e li rende prima possibile cittadini italiani, una prospettiva che spaventa le destre (e in realtà non dovrebbe visto che gli immigrati sono in maggioranza di destra). Questo perché per fare un muratore non serve un grande investimento, per fare di uno straniero un medico, si. Ma è un investimento obbligato almeno per i prossimi 50 anni. Del resto l'Italia è un ponte naturale fra sud e nord del mondo e moltissimi proseguono il viaggio verso il nord Europa. In integrazione reale inoltre renderebbe l'intero paese più sicuro. Un altro spunto: l'art. 1 della costituzione tedesca recita: la dignità dell'uomo è intangibile, e in quella intangibilità c'è il riconoscimento della identità delle altre culture, nei limiti dei principi fondamentali dell'Occidente (infibulazione no, cous cous si). Sono discorsi culturali, politici che muovono il dibattito, ma a livello economico ci guadagneremo tutti. Del resto il modello non è il "melting pot" americano? Direi che il percorso un po' ondivago è quello del riconoscimento delle culture, il riconoscimento della fatica di emigrare, che è data da rapporti di forza economici e non da bisogni umani. Il migrante è la migliore rappresentazione dell' alienazione moderna, ridotto a meccanismo di lavoro. Processo che riguarda tutti noi, ma noi siamo preservati in parte, sogniamo in italiano, conosciamo i riferimenti culturali che ci fanno sentire a casa. Mi fai ricordare una esperienza in Germania dove ero per studio. Tutti gli occidentali si trasmettevano e si riferivano le serie Tv di quegli anni che erano condivise, happy days, Dallas, twin peaks. Lo sparuto gruppo proveniente dal blocco socialista ci guardava attonito e desideroso di apprendere quelle strane formule da paese dei balocchi. Altra considerazione. I Maghrebin tornano nei loro paesi carichi di regali con l'auto nuova, perché devono dimostrare che il loro è stato un viaggio di successo. Poi portano i loro figli e la commedia svanisce, perché sono costretti a vivere in stamberghe e i loro genitori non sono quegli uomini di successo che credevano. Questi sono i problemi culturali cui faccio riferimento. Insomma e chiudo, nei migranti è presente una doppia alienazione economica e culturale che si intersecano. Noi siamo più fortunati e ci godiamo solo L'alienazione economica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 24 Dicembre 2024, 19:14:51 PMCiao Sapa. Ho la febbre e in realtà, oltre al quadro clinico che potrebbe farmi vaneggiare, il problema di cui discutiamo è estremamente complesso, attraversato da molte ambivalenze.
Il primo dato è l'impressionante calo demografico dell'Italia. Siamo a 1,28 per donna( grazie alle immigrate). Il tasso per mantenere in equilibrio la popolazione è 2.1. In Francia, nonostante imponenti politiche di sostegno siamo a 1,78. Una piramide demografica come quella dell'Italia è da paura. Significa costringere i lavoratori ad andare in pensione sempre più tardi con un costo umano elevato. Ho già scritto che l'alternativa all'immigrazione è una seria politica di sostegno alle nascite, che vedrà i suoi frutti almeno fra 20 anni e nessun politico investe per i futuri politici, essendo mutata la politica da "basileia aretè" (Platone) a attività commerciale per acquisire clienti votanti. Direi che resta l'immigrazione ma l'immigrazione si scontra con molteplici problemi, uno dei quali è appunto, considerare l'immigrato un semplice meccanismo del sistema capitalistico, un mezzo di produzione che permette al sistema di creare guadagni. L'immigrato quindi vive una situazione di alienazione, poiché la sua funzione è solo economica. E se la sua funzione è economica è un meccanismo senza diritti civili, che viene tollerato perché serve. È lo stesso meccanismo subito da tanti italiani all'estero ed anche in questo caso l'immigrazione ha portato una bella ventata di criminalità autoctona. La causa di tutto ciò deriva, more solito, dal capitalismo nella sua odierna versione, una volta sdoganate le remore derivanti da un modello concorrenziale (il socialismo) che è finito male. Si crea così un paradosso per cui il capitalismo fondato sul principio di concorrenza, non ha concorrenti. Il processo non risparmia neppure gli indigeni. Tutto ruota attorno al funzionamento del sistema riassumibile nel detto "produci, consuma, crepa". Un sistema sempre più individualistico, narcisistico, che di fronte all'impossibilità di essere tutti belli e ricchi, deve trovare valvole di sfogo. Non nego che il capitalismo permette una migliore allocazione di risorse, ma oggi, senza un freno e un bilanciamento, riduce tutti ad ingranaggi e chi si sente così è costretto a cercare chi lo consoli di essere un pó meno ingranaggio di altri. Bel discorso ma in pratica? In pratica dovremmo essere una società inclusiva, una società ordinata, una società legale, una società che investe sugli stranieri e li rende prima possibile cittadini italiani, una prospettiva che spaventa le destre (e in realtà non dovrebbe visto che gli immigrati sono in maggioranza di destra). Questo perché per fare un muratore non serve un grande investimento, per fare di uno straniero un medico, si. Ma è un investimento obbligato almeno per i prossimi 50 anni. Del resto l'Italia è un ponte naturale fra sud e nord del mondo e moltissimi proseguono il viaggio verso il nord Europa. In integrazione reale inoltre renderebbe l'intero paese più sicuro. Un altro spunto: l'art. 1 della costituzione tedesca recita: la dignità dell'uomo è intangibile, e in quella intangibilità c'è il riconoscimento della identità delle altre culture, nei limiti dei principi fondamentali dell'Occidente (infibulazione no, cous cous si). Sono discorsi culturali, politici che muovono il dibattito, ma a livello economico ci guadagneremo tutti. Del resto il modello non è il "melting pot" americano? Direi che il percorso un po' ondivago è quello del riconoscimento delle culture, il riconoscimento della fatica di emigrare, che è data da rapporti di forza economici e non da bisogni umani. Il migrante è la migliore rappresentazione dell' alienazione moderna, ridotto a meccanismo di lavoro. Processo che riguarda tutti noi, ma noi siamo preservati in parte, sogniamo in italiano, conosciamo i riferimenti culturali che ci fanno sentire a casa. Mi fai ricordare una esperienza in Germania dove ero per studio. Tutti gli occidentali si trasmettevano e si riferivano le serie Tv di quegli anni che erano condivise, happy days, Dallas, twin peaks. Lo sparuto gruppo proveniente dal blocco socialista ci guardava attonito e desideroso di apprendere quelle strane formule da paese dei balocchi. Altra considerazione. I Maghrebin tornano nei loro paesi carichi di regali con l'auto nuova, perché devono dimostrare che il loro è stato un viaggio di successo. Poi portano i loro figli e la commedia svanisce, perché sono costretti a vivere in stamberghe e i loro genitori non sono quegli uomini di successo che credevano. Questi sono i problemi culturali cui faccio riferimento. Insomma e chiudo, nei migranti è presente una doppia alienazione economica e culturale che si intersecano. Noi siamo più fortunati e ci godiamo solo L'alienazione economica.
Ti auguro di star meglio, jacopus, e anche di fare un buon Natale. Però almeno oggi, alla vigilia del Natale, tanta ideologia te la potevi risparmiare. Ma che significa che "un migrante che sta qui per lavorare perde i diritti civili".
Il lavoro é il fondamento della nostra costituzione, non mi sembra qualcosa di maltrattato in alcun modo quando é regolare. 
Poi mi sembra di leggere una colpevolizzazione del "capitalismo" anche per quanto riguarda la criminalità degli immigrati.
Ma, tanto per chiarire, la colpa del "capitalismo" riguarda solo i reati contro il patrimonio o anche quelli contro la personà?
Se un immigrato violenta una donna la colpa é sempre del "capitalismo"? 
Non ti sforzare a darmi una risposta, volevo solo farti riflettere sulle assurdità alle quali porta a volte il ragionamento ideologico. 

daniele22

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/17/codice-strada-norma-droghe-incostituzionale-consulta/7803538/
Tanto di cappello al signor Filippo Blengino che si è autodenunciato alla guida per aver fumato una canna due giorni prima; non so se l'avvocato Miglio stia percorrendo una strada buona, ma immagino si renda conto che il nocciolo del problema sta proprio, come lui ammette, nell'illecito amministrativo prescritto dalla detenzione di sostanza stupefacente (ritiro della patente). Sarebbe molto più semplice la mia linea difensiva come l'ho esposta nel post numero 3 proprio perché non pone il problema della detenzione. Occorrerebbe a mio giudizio pertanto stralciare e rimandare a dopo la questione dell'illecito amministrativo, molto importante di sicuro perché non si comprende bene, tra l'altro, come mai sia vietato il traffico di stupefacente e solo sanzionato amministrativamente colui che tale traffico favorisce, salvo poi condannarlo a una pena detentiva per risultare positivo a un test. Il motivo è noto, non si vuole equiparare il tossicodipendente allo spacciatore. Ma siamo così certi che un consumatore sia un tossicodipendente?
Succede ora che non imiterò per certo l'eroe; infatti, negli ultimi quindici giorni ho usato l'auto solo una volta, giacché se mi fermassero dovrei opporre senz'altro il mio rifiuto a qualsiasi accertamento. E il motivo di ciò è presto detto. Di recente infatti, si è parlato pure di virtù in questo forum. Io dico che la virtù sta nell'avere il coraggio di fare quello che si pensa; la formula assomiglia molto a quanto affermava sant'Agostino dicendo che mente colui che ha nell'animo una cosa e agisce diversamente con parole o fatti. Allora, dato che dissi che ognuno dovrebbe comportarsi secondo il proprio tornaconto, aggiungo ora cercando di contenersi quando possibile, mi chiedo quale dovrebbe essere il mio tornaconto. Quello materiale? che mi dice che posso ben sottopormi al test senza timori, o quello spirituale? che mi dice di oppormi in modo virtuoso. E qui ricordo quel che disse inVerno: "Persino nelle dittature i cittadini sono responsabili dei loro governi perché in ultima analisi sono gli unici che possono cambiarli, votando o sparando. Il contrario è "difesa alla Norimberga" dove il cittadino "segue gli ordini" irresponsabile delle conseguenze che producono".
Ma c'è da tenere conto pure di quello che diceva il nazista Ernst Junger nel suo "Der waldgang" (Trattato del ribelle): Conformiamo i nostri comportamenti assai più alla minaccia piuttosto che alle nostre idee. Certo è, dico io, che un conto è avere una pistola puntata non dico alla testa, ma anche a un ginocchio, e altro un ritiro di patente dato inoltre per certo che la pena detentiva non si farà. Insomma, ognuno faccia quel che si sente di fare, ma la libertà non è gratis.
Circa gli immigrati poi, quello che più mi colpisce sarebbe che alla fine devo dare maggior ragione a anthonyi, sapa e inVerno che sulla carta sono i miei nemici naturali. Vi inviterei pertanto a pronunciarvi almeno su questo articolo 187 che di sicuro non ha la complessità dei flussi migratori. Un buon Natale a anthonyi in particolare visto che è un credente e un buon pranzo di natale a tutti