Le identità

Aperto da viator, 01 Maggio 2021, 17:25:49 PM

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viator

 Salve. Avendo recuperato un racconto (in sè noiosissimo e pure assai lungo benchè incompiuto !) di autore ignoto, voglio riportarne un estratto poichè la chiarezza (almeno quella che io trovo essere tale) con la quale viene esposto lo specifico tema della identità umana........secondo me merita di suscitare – forse – qualche commento da parte dei lettori di opinione diversa da quella qui sotto espressa (e da me condivisa !) :



.................................Ora mi è tutto un poco più chiaro. Lui dev'essere uno che sente da bimbo e ciò che si sente salta sempre fuori, quando si giunge al dunque, ma ha poi dovuto comportarsi da uomo. Bimbo, adulto e, per te, vecchio. Credo sia faticoso.
Dev'essere veramente un diverso. Ascolta : noi tutti siamo tre figure tra loro distinguibili ma non separabili, sai? E' perché ciascuno di noi è composto di tre identità: la persona, l'uomo oppure la donna ed infine il maschio oppure la femmina".
"E questo cosa comporterebbe?", domandò Marta:
Bila si chinò verso di lei, quindi gettò all'indietro il capo di scatto e Marta si trovò a percepire il movimento d'aria prodotto dai suoi capelli.
"E' arrivato evidentemente il tempo e l'occasione dei pensieri piuttosto profondi, tra noi. Per me è bello, sai, vedere che stai ad ascoltarmi. Ti annoi?".
"No, Bila, no di certo. Sono anch'io contenta di conoscerti così saggia ed intelligente dopo tanta tua leggerezza ed allegria che pure ho sempre apprezzato ma che lasciavano come un vuoto, intorno a te, che ora stai colmando".
"Allora, mettiti comoda. Dunque, c'è chi dice che Dio sia uno e trino, ma questa è semplicemente la proiezione, all'interno del concetto di Dio, che è un'invenzione tipicamente umana, di ciò che noi stessi siamo.
La nostra trinità è appunto questa; un'anima o – se si preferisce – una psiche; le distinzioni tra psiche, anima, spirito eccetera sono solo finezze di carattere filosofico che ti risparmio.
Poi c'è una mente ed infine un corpo.
Queste tre componenti riunite rappresentano la nostra intierezza e ciascuna genera una nostra identità: rispettivamente quella personale, quella socioculturale e quella sessuale.
Siamo persone in quanto possediamo dei contenuti psichici coscienti; non tanto nel senso che la nostra mente sappia precisamente cosa contiene la nostra psiche, ma in quello per cui la mente è consapevole dell'esistenza della psiche, oltre che del corpo, degli altri e di tutto il resto del mondo esterno a noi.
Siamo persone in quanto dotati appunto di coscienza, che è una certa cosa in sé estranea sia alla psiche che alla mente, ma per parlare di coscienza dovremmo ancora scivolare nella filosofia.
Anche gli animali possiedono una psiche (contenente il loro istinto) corredante il loro corpo, ma infatti non vengono definiti persone poiché non possiedono la coscienza e neppure la mente, la quale è semplicemente un'estensione, un prodotto della coscienza stessa.
Perciò la persona si identifica con la propria psiche, la propria coscienza e la propria identità mentale come singolo. Si tratta del "dentro di sé".



Poi siamo uomo oppure donna. Noi usiamo con larghezza questi due termini sia trattando di noi stessi che degli altri, ma lo facciamo spesso a sproposito, poiché l'identità racchiusa nel loro significato è la più limitata ed anche persino eventuale delle tre. Essere uomo oppure donna significa che la persona, di per sé asessuata ed indipendente dall'esistenza degli altri, quando deve mettersi in relazione con questi deve vestire dei panni che mostrino quale ruolo essa deve o vuole assumere nelle relazioni con loro. E quindi si comincia da gonna piuttosto che pantaloni e via con migliaia e migliaia di altri particolari e comportamenti che ti qualificheranno come uomo o donna all'interno della società e della cultura di cui fai parte. Uomo o donna sono il "dentro di sé" che è chiamato a confrontarsi con gli altri "dentro di sé" all'interno delle regole collettive. Sintetizzando, sono il "fuori di sé verso gli altri".



Infine siamo maschio o femmina. Che ovvietà. Ma solo fino ad un certo punto. Il sesso qualifica la nostra identità anatomica e biologica, ma attenta! Solo al cinquanta per cento".
Marta la ascoltava assorta, sdraiata sul divano. "Cazzo. Io ho sbagliato proprio tutto, sai? Anche il percorso universitario. Avrei dovuto fare anch'io psicologia. Ma cosa significa "solo al cinquanta?"".
Bila le sorrise. Alzò il sedere trascinandosi dietro la poltroncina di vimini fino accanto a Marta.
"Anch'io ho sbagliato, sai? Ho scoperto in ritardo che mi sarebbe piaciuto darmi alla psicanalisi. Ma non impressionarti anche se abbiamo sia il divano che la poltrona: manca la scrivania e poi sarei squalificata perché l'analista non dovrebbe avere mai rapporti sessuali con il paziente.....".
"Continua, corruttrice, Dopo aver corrotto il mio tenero corpicino ora sei all'opera con la mia mente, vero?".
"Vero. Noi nasciamo per morire, ed il percorso passa inevitabilmente per la corruzione di tutto".
"Parla ancora. Sto dimenticando un sacco di menate. Forse ti troverò migliore del libro che sto leggendo e che stavo cercando quando sei arrivata. Dov'è finito?".
"Dunque, al cinquanta per cento perché in realtà nessuno è completamente, dal punto di vista biologico, uomo oppure donna. Nel senso che il maschio e la femmina sono come un unico corpo che qualcuno, per ragioni che forse un giorno ti spiegherò, ha diviso. Un corpo speciale che può vivere come due metà separate perché ciascuna delle due parti è equipaggiata per poter assolvere i cosiddetti bisogni fisiologici. Ma il fatto è che la natura, sempre quella, non sa che cavolo farsene di mezzi corpi che vivono, litigano, si masturbano, cercano di sopraffarsi, si mandano affanculo o cercano l'immortalità costruendo delle piramidi. Alla natura interessa che queste metà si cerchino per completare ciò che va a tutti i costi unito. Interessa che essi, dopo aver soddisfatto ciascuno per proprio conto i bisogni più bassi e più inesorabili, si dedichino a qualcosa di più "creativo" – nota il termine, per favore! La natura vuole che si dedichino a ciò che segue immediatamente i bisogni e che si chiama necessità naturale per antonomasia: la riproduzione. Cari mezzi corpi, o scopate oppure addio altri mezzi corpi e corpi interi!!
Tutto questo anche omettendo il fatto che caratteristiche, comportamenti e componentistica varia dell'un sesso si trovino sempre anche all'interno di esemplari del sesso opposto......."
Marta l'interruppe: "Professoressa, va bene che sta parlandomi di sesso, ma certi termini provocano una caduta di stile nel suo eloquio; non potrebbe esporre in modo un poco più tecnico?".
Bila rise : "Ma che cazzooo! Qui stiamo parlando dell'unione dei corpi, e non di quella delle risorse, che sarebbe poi il matrimonio, né di quella delle anime, che sarebbe l'amore!!........In ogni caso, tirando le somme, anche riunendo psiche, mente e corpo e poi confrontando il loro contenuto complessivo, ad esempio quello di Maravolli con quello di Marta nel momento in cui si accingono a scoparsi, scopriremmo che, perché possano farlo, serve sempre il cinquanta per cento del totale dell'uno ed un'identico cinquanta dell'altra, sai?".
"Amore, piantala! Mi sento presa in giro ora, con queste tue contorsioni!".
"Eh, sì, bella mia! Se psiche più mente più corpo fanno tre, per scopare occorre presentare all'altro come minimo uno e mezzo".
"Metà più metà più metà vanno bene?".
"No, no, no! Occorre un preciso intero più una precisa metà".
"Il mezzo corpo, quello che dicevi tu, più la testa. La mente?".
"Uffaaa! La testa! L'hai detto proprio perché sei una testona! Occorre metterci la psiche intera ed il mezzo corpo!".
"E perché?".
"Senti, la mente è la ragione, l'intelletto, il libero arbitrio, la volontà, la nozione delle cose e tanto altro ancora. Si fa confusione tra ciò che può magari decidere di scopare e ciò che permette di farlo una volta decisolo.
Facciamo il caso di un impotente che abbia davanti una gnoccona che non finisce più. Il mezzo corpo ce l'hanno anche gli impotenti. Poi quello decide di scoparsela, e quindi esercita la facoltà mentale del volere, e magari anche tutte le altre che ho e non ho elencato. Vuole scoparla, capisce che potrà essere bello, è consapevole che si può fare.......... Secondo te, quello riesce a scoparsela?".
Marta restò un poco interdetta; "Beh,.......se ci riuscisse non sarebbe un impotente: Ma......"
Bila riteneva di conoscere l'obiezione in arrivo: "Lascia pure perdere l'impotenza funzionale dovuta a cause organiche, anatomiche od esterne. E' una secca minoranza di casi per i quali il termine "impotenza" ha un significato puramente tecnico. La più diffusa, tra l'altro, è proprio l'impotenza occasionale o circostanziale, cioè psichica. E' tutto lì dentro. Nessuno scopa se la psiche non è d'accordo. Se i suoi contenuti ignoti, inconoscibili per definizione, non risultano in accordo con la persona e con le circostanze della scopata. Perciò occorre una psiche intera ed un mezzo corpo per ciascuno dei coinvolti, cara! Solo la psiche di Maravolli più quella di Gugiatti più i loro due mezzi corpi faranno un bel terno.
Ed anche il prodotto tendenziale di ciò è un bel tre, con papà, mamma e pargolo. Sei d'accordo con l'aritmetica? In definitiva, l'identità sessuale non è altro che che il "fuori di sé verso la specie ed il mondo fisico".
"Si, Bila, ora ho capito. Ma piantala di fare nomi; sembra che la responsabilità della sopravvivenza del genere umano tocchi solamente a Maravolli e Gugiatti!! Che c'entrano questi due?".
"Niente. Voi non c'entrate niente, nessuno c'entra, solo che ci siete dentro anche voi per caso e non potete tirarvene fuori. Siete anche voi come tutti in balia di ciò che è più grande di voi, anche se vi è lasciata l'illusione di poter condurre i giochi. Quelli piccoli, non quello grande che conta veramente. E' come essere al casinò, dove si vince o si perde e si crede talvolta di aver indovinato ciò che è uscito, ma si può giocare solo rispettando la regola principale ed inesorabile: al termine di tutte le giocate sempre il banco deve vincere. E' per quello che hanno costruito il casinò. E nel casinò – con o senza accento – che si chiama mondo le due fasi del gioco fondamentale sono l'amore ed il sesso. Ma ora proprio vengo a voi due.
Il fatto è che questa storia, che non è interamente di qualcuno perché si tratta appunto di due mezze storie, è nata perché tu non lo consideravi proprio come maschio, non gli hai dimostrato specifico interesse come persona, ti è piaciuto come uomo ma poi, quando si è trattato di doverlo tenere a bada perché lui aveva rivelato intenzioni maschili, tu sei rimasta all'interno dell'unico ruolo che gli riconoscevi, ed hai dovuto respingere anche questo, allontanando l'uomo con tutto il resto che conteneva e che non poteva venir separato da lui.
Maschio squalificato, uomo squalificato, la sua reazione psichica è stata allora l'unica che gli permettesse di continuare ad esistere per te, cioè di continuare ad inseguire la posta del proprio gioco. Si è messo in causa come persona. Perché sono le persone, non gli uomini od i maschi oppure le donne o le femmine, quelle che si innamorano.
Ha perso due giri, poi ha affrontato il terzo ed ha perso anche quello. In mano gli è rimasta solo una carta bianca e non valida per il gioco: la carta del silenzio".
Marta aveva nascosto il viso contro la spalliera del divano. Bila si girò a spegnere il mozzicone e quando tornò verso Marta vide che si era rigirata e la guardava con occhi pieni di una sconosciuta dolcezza. Aveva dei begli occhi, Marta, ma comunque capì che non stava vedendo lei.
"Bila, tu sai dirmi cos'è l'amore? Perché ci si innamora? Perché non ci si innamora?".
Lei le carezzò il volto: "A me lo chiedi?..........Cercalo in qualche libro. Oppure dovresti guardare un poco se qualcuno ti ama e chiederlo a lui, no? O magari fare entrambe le cose"......................................................

SALUTI.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

tiziano gorini

Siccome in questi giorni si chiacchiera molto di un decreto Zan, essendo ignorante l'ho letto; mi ha colpito la questione dell'identità di genere, che mi pare un po' controversa e ha risvegliato in me l'irritazione che provai quando qualcuno propose, per non conculcare il diritto di genitori omosessuali, di sostituire nei documenti "padre" e "madre" con "genitore 1" e genitore 2". Io esigo di essere chiamato "padre" e non genitore 1 o 2, perché le parole sono importanti (infatti mio figlio normalmente mi chiama - siamo toscani - "babbo", ma quando vuol prendermi per i fondelli intona un serioso "Padre...". Riflettendo un po' su quel decreto  ho trovato  anche lì qualcosa di inquietante. Spiego, pur ammettendo che in proposito ho idee confuse, infatti vorrei conoscere altre opinioni: maschio e femmina sono determinazioni biologiche, tuttavia riconosco che ci sono casi in cui tale determinazione è biologicamente e psichicamente complessa, e non ho nessuna intenzione di impedire una vita piena - ovvero garantita da diritti e protetta da discriminazioni -  a questi casi, cioè esseri umani; quel che mi sconcerta è la soggettività dell'identità di genere, ovvero il fatto che l'identità è tale perché dichiarata.
Sarò sincero: sono d'accordo con Baugman quando sostiene che l'attuale inflazione di diritti è un modo perché ognuno possa fare quello che gli pare in una società liquida; ma questo non mi solleva dal riflettere sulla validità della rivendicazione del diritto e sulla legittimazione legislativa del diritto.
Come ho già scritto sono incerto, quindi provo a spiegarmi con un esempio, sperando che sia appropriato: poniamo che un individuo con caratteristiche biologiche maschili e abiti femminili debba essere perquisito dalla polizia; egli afferma di essere una donna e pretende di essere perquisito/a da una poliziotta e non da un poliziotto, tuttavia la poliziotta si rifiuta di perquisire un uomo, benché quell'uomo dichiari di non esserlo, perché per lei, oggettivamente, non è una donna. Che succede?

Jacopus

Per Tiziano. Effettivamente è una materia piuttosto ingarbugliata. Rispetto al poliziotto che deve perquisire il soggetto/a, nell'emergenza e nella concitazione di un arresto, il problema non si pone, perchè una donna poliziotto ha tutto il diritto di perquisire un uomo e viceversa. Non ho mai sentito parlare di una poliziotta che dice ad un sospettato: "guardi, credo che lei abbia una pistola, ma dobbiamo aspettare il mio collega maschio". Il problema si pone in situazioni più "ordinate", come ad esempio nel corso di indagini autorizzate dal Pubblico Ministero. Essendo più ordinate, ci si augura che il personale sia già a conoscenza della "problematica" e si attrezzi di conseguenza.
Sulla proposta di legge Zan si sta parlando molto in questo periodo. Ammesso che la comparazione ci possa dare qualche elemento su cui ragionare, questo è il quadro:


https://it.wikipedia.org/wiki/Omosessualit%C3%A0_e_leggi_antidiscriminatorie


L'Italia ha già delle norme antidiscrimine, come gran parte dei paesi europei (se ho letto bene fa eccezione la sola Romania), ma solo relativamente al campo del lavoro. In questo settore non si può essere licenziati, demansionati, insomma "discriminati" per le proprie preferenze sessuali. La proposta Zan allarga questa tutela (già esistente in diversi paesi europei), introducendo il comportamento discriminatorio come fattispecie di reato, sia nel caso di incitazione a far commettere o commettere atti discriminatorio, sia nel caso di incitazione o commissioni di atti violenti a causa della condizione di omosessualità e simili (cosiddetti LGBT). Questo perchè ultimamente vi sono stati molti episodi di violenza di questo tipo e come minoranza "debole" credo che la proposta sia da condividere, così come esiste il reato di incitazione alla violenza e di violenza a causa della condizione religiosa, etnica e razziale (ed infatti questa legge non fa che aggiungere agli artt. 604bis e ter, la condizione dell'omosessualità e della transessualità).
Il problema che si potrebbe verificare è, come al solito, l'intasamento dei Tribunali per cause penali, magari scatenate da un fischio di disapprovazione o da una parolaccia. Intendiamoci, le persone che si scandalizzano perchè due gay si baciano in pubblico, dovrebbero scandalizzarsi per ben altre cose, che li tocca molto più da vicino, come ad esempio la corruzione di origine mafiosa, che mina l'organizzazione della sanità (tanto per fare il primo esempio che mi è venuto in mente), ma far risolvere tutto ope legis mi sembra comunque azzardato. Perlomeno si dovrebbe considerare l'aumento del lavoro nei tribunali penali e collegare la legge con l'autorizzazione ad assumere personale di cancelleria e giudici.
C'è un film che ho visto recentemente. Si intitola "Girl". Ambientato in Belgio. Parla di un ragazzo che vuole diventare ragazza, con un padre, tassista, che gli dimostra tutto il suo amore e la sua comprensione per questa sua difficile situazione. Con una scuola di danza femminile che lo accoglie e lo/la fa danzare, nonostante si sappia della sua identità biologica maschile. Insomma, si dovrebbe partire dalla società, dalla sensibilità delle persone.
Vivendo però in un paese che è europeo solo a metà, perchè si trascina da secoli una arretratezza culturale che lo rende simile ad alcuni paesi non europei, spesso si utilizza la legge penale in chiave pedagogica, ammesso che gli oppositori della legge non la facciano naufragare.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve Tiziano. Citandoti : "Come ho già scritto sono incerto, quindi provo a spiegarmi con un esempio, sperando che sia appropriato: poniamo che un individuo con caratteristiche biologiche maschili e abiti femminili debba essere perquisito dalla polizia; egli afferma di essere una donna e pretende di essere perquisito/a da una poliziotta e non da un poliziotto, tuttavia la poliziotta si rifiuta di perquisire un uomo, benché quell'uomo dichiari di non esserlo, perché per lei, oggettivamente, non è una donna. Che succede?".

Infatti stiamo parlando di identità. La Polizia (e altri "Tutori dell'Ordine" o "Pubblici Agenti" o "Pubblici Ufficiali" è tenuta ad occuparsi SOLAMENTE DELL'IDENTITA' SOCIALE DEL CITTADINO, ASTENENDOSI RIGOROSAMENTE DALL'ACCERTARE la sua identità mentale, psichica, sessuale e biologica.


E' sufficiente stabilire tale principio (ma una società come la nostra - avvelenata da decenni e decenni di imbecillità e tendenziosità culturali - si guarderà bene dal farlo) perchè tutto fili liscio come l'olio (ho detto liscio come l'olio, non liscio come vorrebbero travestiti, transgender etc., i quali sono quelli che desiderano essere, basta che rispettino le Leggi e vengano considerati poi CITTADINI come tutti gli altri).


Se gli Opertori di Polizia decidono lecitamente di perquisire il soggetto-cittadino, quest'ultimo può desiderare ciò che vuole ma deve acconsentire alla perquisizione senza opporre resistenza. Chi sia a dover eseguire le perquisizioni che si rendano necessarie durante il Servizio viene deciso - per via gerarchica stabilita preliminarmente - dall'Organismo di Polizia.



Nel caso in cui il soggetto-cittadino si rifiuti o faccia resistenza (le sue obiezioni non devono avere alcuna importanza), verrà ammanettato e condotto in guardina, venendo ivi abbandonato (fruendo solo di una eventuale - se necessaria - assistenza medica in caso di pericolo per la sopravvivenza) sinchè non acconsenta alla perquisizione.


Dopodichè - indipendentemente dai risultati della perquisizione - verrà denunciato per resistenza-ostacolo alla Forza Pubblica, poi quindi rilasciato (se non trattenibile per altre ragioni).

Circa infine il riconoscimento della sua condizione identitaria, dovrebbero far testo i (guarda caso : si chiamano documenti di identità!) appunto i suoi documenti. Se poi circola senza documenti.........ai tempi in cui Berta filava si finiva appunto in guardina ! Oggi non saprei, ma mi sembra che solo i poveri pirla vadano per strada con la Carta d'Identità.


Circa la soggettività di genere.........essa può benissimo esistere (ed esiste) a livello appunto individuale. Ciascuno può sentirsi maschio o femmina, uomo o donna, dal punto di vista psichico e persino mentale.Una cosa però è il sentire (interiore), espressione inviolabile e sovrana della personalità.......altra cosa è il ciurlar nel manico fingendo, volendo mostrare, strillando, dichiarando ostentatamente ciò che si sente di essere soggettivamente ma che non si può essere OGGETTIVAMENTE.



E' chiaro che un certo non piccolo numero di persone dai gusti, tendenze, sentimenti........diciamo, non convenzionali........ciurla di brutto allo scopo di alternare tra loro i diversi ruoli sessuali, sentimentali, psichici.......al semplice scopo di rivendicare ogni e qualsiasi tipo di "libertà individualistica" e di opportunistico vantaggio sociale procurabile dai diversi ruoli che si decidono di incarnare.
I cambi di ruolo infatti sono comodissimi per poter reclamare ogni genere di diritto desiderato ed evitare ogni genere di dovere comunitario. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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