LE DUE SPONDE DEL FIUME

Aperto da Vittorio Sechi, 11 Giugno 2017, 00:16:06 AM

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Fharenight

#60
Signor Tal Dei Tali, che significa "signora F."? Lei che fa tanto il Donchisciotte degli immigrati poi sbeffeggia i suoi connazionali? E' un tipico comportamento della mentalità buonista.
Ops... si può dire ancora "buonista" o qualcuno desideroso di dittaturadi tipo komeinista vorrebbe impedire l'uso di certi vocaboli? Avvisatemi, nel caso....  
Io non mi sono mai permessa di farlo con nessuno. Solamente l'utente cvc ho voluto scherzosamente chiamarlo pvc a motivo della somigliante sigla: polivinilcloruro".
Si rende conto che io potrei sbeffeggiarla allo stesso modo? Poi non andate a piangere da papà perché Farenight vi ha fatto male...

TalDeiTali dice:  1) La globalizzazione sarebbe il risultato di un piano strategico per evitare una nuova guerra fondata su una ideologia razzista!
2) Il "Meticciato" ha prodotto degrado economico e morale, e in prospettiva con l'islamismo ne vedremo delle belle.
3) Le culture sarebbero tutelate su base strettamente fisiologica ed organica. Solo i biondi con gli occhi azzurri possono appartenere al popolo tedesco.
"

Ma chi diamine ha mai detto queste cose??? Certo che siete formidabili nel travisare le parole!  
Certo che questa è un'idea illogica e malsana, ma come gli è venuta in mente? Queste prodezze intellettuali vi arrivano come lampi all'improvviso o le studiate di notte?
Quali sono i siti "farlocchi" che avrei linkato?

Mentre lei mi indica un link... un link... aspetta... aspetta... "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America"?
Ah, bene, un nome e una garanzia!  :D
Mentre l'Europa è protetta da qualsiasi calamità, quindi apriamo le porte e accogliamo il resto del mondo....

Ah povera Italia, mia Patra sì bella è perduta!


La società ideale per la signora F. non è il Medioevo tant'è che sta lottando proprio per non tornare al Medioevo, dunque contro il radicalismo islamico in terra cristiana e laica. Sì, un donna, al contrario di tanti uomini che hanno perso un paio di cose per strada...
Non so fino a che punto lei fa finta di non capire... come tutti i buonisti. Ogni popolo europeo aveva le sue caratteristiche, oggi le stiamo perdendo in favore di altre etnie esogene. Di certo fino a qualche decennio fa sapevo distinguere un francese da un tedesco da un italiano da un inglese da un russo...., adesso no, riuscirei a distinguere solo un russo da tutto il resto. Non è questione di pelle chiara o scura, non è come la mette lei. E' questione di identità. Non so se è in grado di cogliere la differenza, probabilmente lei sta già con la bocca aperta davanti al pc gridando "razzista"! ma non è così.


Il bisogno di identità è fondamentale per l'essere umano. Ma poi chi l'ha detto, dov'è dimostrato che la multiculturalità è meglio, garantisce la pace? Dove? Mi fa un esempio?

Ed un mondo futuro (che voi sognate) tutto uguale, non sarebbe ancora tutto più appiattito, e noioso viverci?
L'italianità si conquista solo attraverso la cultura? Mmmh... La cultura deve rispecchiarsi in ciò che l'ha prodotta. No, non ci è arrivato, non ci siamo.



Citazione: Uno dei tratti identitari degli italiani è quello della ""furbizia". Quindi gli stranieri che volessero la cittadinanza devono dimostrare di essere sufficientemente furbi, ad esempio eludendo di pagare le tasse, passando davanti nelle file, chiedendo favori e raccomandazioni a destra e a manca, voltandosi dall'altra parte quando un mafioso fa il suo lavoro.
Ecco, qui lei è caduto con un tonfo terribile; dimostra ampiamente di essere una persona istruita ma non colta, lei è schiavo di pregiudizi alquanto sciocchi, tra l'altro. Oltretutto ho notato che lei parla sempre degli italiani mettendo in evidenza solo ed esclusivamente gli aspetti negativi, da ciò si evince quanto lei non ami il suo essere italiano ma che lo disprezza soltanto. La furbizia sarebbe la caratteristica degli italiani? Non mi pare proprio, ed è pure banale. Io e tutta la mia famiglia  non siamo mai stati "furbi".


La furbizia o l'ingenuità non possono essere una caratteristica di un popolo. Semmai tra le caratteristiche dell'italiano vi erano l'eleganza e il gusto nel vestire, la particolare gentilezza, la cordialità, l'affabilità, la calorosità, la passionalità nell'amore... il "latin lover"... si ricorda cos'è?   :D
In quanto agli stranieri, sì, probabilmente si adattano bene a essere sufficientemente furbi, ad esempio eludendo di pagare le tasse, passando davanti nelle file, chiedendo favori e raccomandazioni a destra e a manca, voltandosi dall'altra parte quando un mafioso fa il suo lavoro, non perché gli italiani sono così, ma perché semplicemente, oggi, se po' fa', e si continua a fare finché va bene. Vedasi per esempio lo scandalo delle Onlus e delle ONG, nonostante tutto la cuccagna continua.

Citazione: "Lei inoltre pensa che chi vuole leggi e procedure adatte per l'integrazione come me, sia contro il concetto di nazione italiana e di stato italiano."
No, io penso che le persone come lei sono, nel migliore dei casi, illuse. Già dimostrato e affermato pure da politici ed operatori, non esiste integrazione, in quanto la multirazzialità e la multiculturalità non tendono all'integrazione bensì alla parcellizzazione del territorio e delle comunità; e questo sta già accadendo. Di integrazione si poteva parlare, ed in parte era riuscita, fino a 20 anni fa. Oggi non esiste più, è solo un prendere in giro la gente.

Citazione: "Io sono profondamente orgoglioso di essere italiano e non vorrei essere altro e difendo una mia idea di Italia e di cultura italiana, come lei ne difende un'altra. Cerchi di aprire la mente, di considerare il mondo in modo dinamico. Anche un negretto può diventare un italiano e ci sono già in effetti dei neri che parlano nei vari dialetti italiani, perché qui sono nati e pensano esattamente come lei, che immagino bionda e statuaria, all'ingresso di una villa circondata di filo spinato."

A parte il fatto che essere italiano non è "un'idea", è qualcosa di più, di molto più concreto. Ma dove sta scritto che la sua "idea" di Italia e di cultura italiana è migliore della mia? Sul corano?  :D  Cerchi lei di essere più profondo ed intelligente, e molto meno superficiale di quello che è; il dinamismo di cui parla è invasione, con tutte le conseguenze negative e distruttive che le invasioni portano, anche se pacifiche.
Ed io invece immagino lei bruno, dal dolce e candido sorriso, all'ingresso di una villa con le porte spalancate pronto ad offrire ospitalità a tutti gli immigrati che gironzolano nel vicinato.  A meno che non abita a Capalbio, beh, lì abbiamo visto chi sono in effetti i radical-chic: noblesse oblige!

Jacopus

Scusate il doppio post, ma ho trovato casualmente questa intervista a Z. Baumann che mi sembra molto esplicativa:

"Il volume e la velocità dell'attuale ondata migratoria è una novità e un fenomeno senza precedenti. Non c'è motivo di stupirsi che abbia trovato i politici e i cittadini impreparati. La vista di migliaia di persone sradicate accampate alle stazioni provoca uno shock morale e una sensazione di allarme e angoscia, come sempre accade nelle situazioni in cui abbiamo l'impressione che le cose sfuggano al nostro controllo. Ma a guardare bene nei  modelli sociali e politici con cui si risponde abitualmente alle situazioni di crisi nell'attuale emergenza immigrati, ci sono poche novità.
FIn dall'inizio della modernità fuggiaschi dalla brutalità delle guerre e dei dispotismi, dalla vita senza speranza, hanno bussato alle nostre porte. Per la gente da qua della porta, queste persone sono sempre stati estranei, "altri".
In tempi di accentuata mancanza di certezze esistenziali, della crescente precarizzazione, in un mondo in preda alla deregulation, i nuovi immigrati sono percepiti come messaggeri di cattive notizie. CI ricordano quanto avremmo preferito rimuovere: ci rendono presente quanto forze potenti, globali, distanti di cui abbiamo sentito parlare, ma che rimangono ineffabili, quanto queste forze misteriose, siano in grado di determinare le nostre vite, senza curarsi e anzi ignorando le nostre autonome scelte. Ora, i nuovi nomadi , gli immigrati, vittime collaterali di queste forze, per una sorta di logica perversa finiscono per essere percepiti come le avanguardie di un esercito ostile, truppe al servizio di forze misteriose, appunto, che sta piantando le tende in mezzo a noi.
Gli immigrati ci ricordano in modo irritante, quanto sia fragile il nostro benessere, guadagnato, ci sembra, con un duro lavoro. E' un abitudine, un uso umano, troppo umano, accusare e punire il messaggero per il duro e odioso messaggio di cui è innocente portatore. Deviamo la nostra rabbia nei confronti delle elusive e distanti forze di globalizzazione verso soggetti, per così dire, "vicari", verso gli immigrati appunto....
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

cvc

Io credo si tratti anche di un grosso conflitto ideologico. Per la nostra cultura è preoccupante l'idea di disordine che associamo al fenomeno. Noi abbiamo migliorato le nostre condizioni di vita razionalizzando le nostre scelte e risorse. Ora quel che ci appare è una massa eterogenea di sbandati, gente che scappa o che nutre speranze ingiustificate oppure che di sposta semplicemente da una disperazione ad un'altra perché si muove a casaccio, perché si sente allo sbando. E qui occorrerebbe - per la nostra intima esigenza di mettere ordine - che queste masse di persone si muovessero perlomeno secondo un ordine, che come minimo si raccogliessero in base al loro ceppo di appartenenza e comunicassero efficientemente fra loro, che sapessero orientarsi e contrattare in qualche modo con le opzioni che potrebbero avere a disposizione. Magari per poter individuare dei luoghi dove organizzare una vita comune conforme alle loro usanze. Stabilire insieme un dialogo con chi è disposto ad aiutarli per massimizzare le risorse. Ma gli sbandati sono sbandati, e si comportano come bambini abbandonati in cerca di una guida. Quello che per noi è ovvio, essere uno stato, una nazione, per loro non lo è. Per loro esistono solo delle aree geografiche e delle tradizioni cui si è legati. Non percepiscono l'esistenza di un'entità organizzata chiamata stato. Questa almeno è la mia impressione.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

paul11

Citazione di: Fharenight il 18 Giugno 2017, 15:09:18 PMPaul11, hai cambiato idea? Non sei cosí stabile come sembravi. Le analisi che propone Inverno sono quelle che sono, sono fatte da altri uomini e non sono certo piú credibili. Mi hai deluso, pensavo fossi tra i migliori utenti di questo forum, che sapessi ragionare in maniera equilibrata, ma devo ricredermi. Purtroppo questo accade perchè ci hanno tolto prima il senso di identità, poi il senso della dignità del nostro essere popolo. Possiamo trovare mille altre motivazioni all'immigrazione, ma qualsiasi considerazione, qualsiasi valutazione vogliate trovare, si baseranno tutte sul già annullato senso del nostro essere e sentirci un popolo specifico, un'unità con un'integrità da salvaguardare; quest'ultima viene vista come un pericolo perché potrebbe dare adito a conflitti con altri popoli e culture. E dire che Freedom vuole insignirti del trofeo "utente dell'anno"... Ahahah... Non sono d'accordo.  

ciao Fharenight,,
dove deduci che cambio idea? Proprio perchè il problema è epocale e provocato anche dalla globalizzazione i numeri sono talmente alti di possibili immigrati che è impensabile raccogliere le "carrette del mare" continuamente.Ci vuole almeno una generazione perchè si cominci ad integrare un immigrato, e questi tendono per autodifesa e solidarietà comunicazione a stabilirsi in borgate , in qualche modo a chiudersi anche perchè cercano case a prezzi bassi di affitti. Mi da fastidio la pseudo carità che invece è interessata, anche per logiche di consenso politico.

ciao cvc,
lo studio linkato da Invero mi pare sia del 2012.Siamo nel 2017 e le cifre tenderanno a crescere.Temo, perchè questa è la realtà, che vinceranno le logiche economiche, vale a dire la globalizzazione non sarà "regolata" dalla politica e l'economia crea pressioni invece di trovare soluzioni.
Un immigrato non è più una cultura originaria e neppure una cultura ospitante, è una perdita di identità, questo è lo scotto da pagare.
avolte una maggiore opportunità, una maggiore sicurezza economica veicola problemi esiitsenziali e di rapporti ,ma già fra genitori e figli come vediamo per gli islamici.
Forse io, cittadino poco avveduto e informato, non posso sapere a fondo le problematiche della globalizzazione, ma se andassimo a cercare gli studi come quello postato da Inverno ci accorgeremmo che già potevano ipotizzare con il crollo del muro di Berlino cosa sarebbe potuto avvenire.Non so ad esempio solo in Cina che ha 1,2 miliardi di popolazione, cosa significhi spostare il mondo agricolo da medioevo interno e migrarlo internamente sulle coste con megalopoli superindustriali:posso immaginarlo se la regia del potere cinese non sa gestire le diverse fasi di crescita e decrescita capitalistica con richieste sociali di diritti sindacali.
Ma la cosa interessante è che crollato un muro si vuole costruirne un altro fra USA e Messico, questo penso non fosse prevedibile.
Intendo dire che le pressioni migratorie, nelle fasi di perdita di ricchezze delle potenze economiche occidentali è vissuta come perdita di identità interna e sembra che l'Isis faccia consapevole o meno il gioco dei populisti.per questo ho dei dubbi sulla "regia" dell'isis.
Aumenta il populismo, aumenta la richiesta di sicurezza e la militarizzazione di uno stato, si abbassano i livelli idi libertà(in USA se ne discusse già dopo l'11 settembre), si rischiano perdite di diritti interni con regimi impositivi

Vittorio Sechi

Che quadretto accattivante, quasi bucolico. Aulico e rasserenante. Due colpi di pennello, tinte pastello, una spruzzata di rosa, molto azzurro su uno sfondo di bionde messi. Lo sguardo rivolto al passato, un'anima che si riempie di gioia e bellezza, che danza festosa fra festose graziosità. Chissà se quello sguardo ha colto anche il raccapriccio di due guerre mondiali, chissà se fra un rosa, un azzurro ed un biodo ha intravisto il colore del sangue. Non glielo chiedo.

Questa è la nostra Europa. Non è perfetta. A questo mondo non esiste nulla di perfetto, il che è un bene, perché ci costringe ad operare senza requie per il miglioramento. Le assenze, le mancanze sono lo sprone per trovare le giuste correzioni. Malgrado ciò niente sarà mai perfetto.

Questa Europa che abbiamo costruito, pur con tutti i suoi limiti, enormi, che per certi versi ci dannano, è ciò che ha permesso la pace fra nazioni per il più periodo lungo che la storia moderna e contemporanea ricordi. 

Questa flaccida Europa, ormai deprivata di nerboruti combattenti (beh, gli italiani non è che si siano mai distinti per virilità militare) che si fronteggino armati e dai volti sfigurati dall'odio e col ghigno di cani molossi, all'interno del perimetro che la recinge, non è teatro di guerra da ben 72 anni e Francia e Germania hanno smesso di seminare i rispettivi confini di carne umana e di irrorarla col sangue dei propri figli. 

Questa Europa, dileggiata e disprezzata, nell'ambito delle proprie frontiere, ha smesso di far sentire la voce dei propri cannoni. Le nostre città non sono inondate dal sinistro suono delle sirene che avvertono dell'approssimarsi di un bombardamento. 

Tutto ciò lo ritengo assai più bello di tutta la bellezza che puoi vedere tu nei capelli biondi, negli occhi azzurri e nelle gambe affusolate di sensuali ragazze parigine. 

Lo sguardo anacronistico che tanto avvince la tua anima dovrebbe per un solo attimo sostare sui campi di sterminio che i nazionalismi, quelli che tanto t'infoiano, hanno disseminato nel cuore di un'Europa che per fortuna oggi non c'è più e il cui ricordo pare ti ammali. Dovrebbe, il tuo trasognato sguardo vergineo, ricolmo di dolce innocenza, sorvolare gli Altipiani del Carso, le Prealpi, il Trentino, magari scorgerebbe, oggi, in epoca di disgelo, le gambe mozzate di qualche artigliere che nel primo conflitto mondiale immolò sogni, speranze, timori, amori in nome di un nazionalismo bieco e truffaldino.

Io, che rifiuto uno sguardo trasognato su epoche che forse ci furono ma che certo non torneranno più, preferisco tenere lo sguardo verso il domani. Ricorda, mia fiera ed invitta guerriera, che lo sguardo volto all'indietro non ti permette di guardare dove poggi i piedi, potresti incappare in qualche tombino aperto. Povera fanciulla, delusa dall'Europa che rinuncia al biondo, all'azzurro ed alla bellezza delle fanciulle in fiore, ancor più delusa da Paul (simpaticissimo il concorso a premi del forumista dell'anno😂😂😂), colui che fra vapori di sogno immagina di intravedere due rive che si avvicinano: ma dove, quando, quali?
La globalizzazione e la robotizzazione tecnologica dei sistemi di comunicazione, mi spiace deluderla, non hanno permesso alcun avvicinamento, semmai potremmo parlare di progressiva incentivazione alla diffidenza. Mai come in questo periodo di modernismo liquido le diverse aree del globo sono intimamente lontane l'una dall'altra, pur essendo più vicine e reciprocamente conoscibili. Non sono io ad affermarlo, sono i dati. Mai il pianeta è stato attraversato da crisi geo politiche in tale quantità.

Proprio vero, mia cara guerrigliera, amazzone del XXI secolo, le delusioni non vengono mai sole: sfumata l'Europa dei campi elisi, sfumato il sostegno del forumista dell'anno, non ti rimane che difendere la tua aiuola con unghie e artigli. Ami l'uniformità, il monocorde, la monocoltura, la monofonia, il monocromatico: tutto azzurro, oppure biondo o rosa, purché non vi siano screziature tendenti al bruno. Mi spiace per te, questo non è il tuo mondo, poiché anche la biologia afferma che la biodiversità è ricchezza. Afferma pure che un popolo è destinato a morire per fiacchezza quando non c'è più scambio genetico con altri popoli ed etnie. La bubbola della razza pura ed intonsa è proprio la solita corbelleria che i deboli di ragione e di cervice si sbevazzano come fresca acqua di fonte. L'antropologia conferma, inoltre, che il rimescolamento ha sempre prodotto più ricchezza culturale che impoverimento, da sempre. Fra l'altro, mi darai atto che insistere a confrontarsi e dibattere solo con chi la pensa in quell'unico modo, non può produrre arricchimento ma solo una gratificazione dell'ego ed una profondissima noia.

Mi spiace per il tuo incorrisposto innamoramento. Il passato è utile perché fornisce un giusto insegnamento da proiettare sul futuro. L'insegnamento che ci viene dalla storia del XX secolo è che il nazionalismo è stato il vulnus che ha riempito le terre d'Europa dei miasmi di morte. Il futuro non è certo roseo, ma la storia ha un verso, scorre dal passato al futuro, intersecando il presente. E ciò che un tempo non era ritenuto né utile, né necessario, oggi, per il mutare delle esigenze, diviene indispensabile. Si chiama divenire. Le comunità, se non sclerotizzate da un passato iridescente, sono anch'esse esposte al divenire e quindi anche al mutare delle esigenze.

Cosa è poi questo divenire che, cantato anche da Ovidio, è un continuo mutare di forme? Negli anni '50 e '60 non si avvertiva la necessità che il paese si dotasse di una legge sul divorzio. Quante lotte e quante resistenze, finché nel 1970 arrivò la legge Fortuna. Fu, in seguito, anche sottoposta a referendum abrogativo senza alcun esito. Evidente che il Paese avvertiva davvero la necessità di quella norma di civiltà. Oggi non è più messa in discussione. Insomma, il progresso e il nuovo livello di consapevolezza hanno, in un connubio inscindibile, inglobato anche quanto in quegli anni appariva come un obbrobrio sociale.

Con alterne vicende e con una storia ben più travagliata, lo stesso si è ripetuto per l'aborto, la legge Basaglia, lo Statuto dei Lavoratori. Oggi per la legge sulle unioni civili. Tutte amenità che hanno sempre urtato la sensibilità degli esteti incantati di fronte ai quadri di bei bimbi biondi con gli occhi azzurri, stampati su carta oramai ingiallita dal tempo. Insomma, le frange reazionarie minoritarie e populiste di destra che starnazzano per lo scandalo ci sono sempre state, ma non sono riuscite a bloccare il procedere della storia e il divenire. Domani la battaglia retrò sarà condotta contro lo ius soli, perché a qualcuno non piace il meticciato bruno, preferendo quello albino. Sarà condotta contro il bio-testamento e il fine vita, che ci si può fare? Lasciamo che starnazzino, si tratta di un rito, della celebrazione quotidiana del venerdì santo del pensiero

InVerno

C'è un argomento che è sempre poco chiaro ai vari avvocati del bastone, che prima o poi toccherà anche a loro (la famosa "prima vennero a prendere i.." andrebbe incastonata in qualche memoriale) Ma non ci verranno a prendere (si spera) per portarci nei lager, ma per portarci via i nostri diritti. Il famoso "homo migrans" di cui si sta cominciando a parlare sommensamente, potrebbe essere il nuovo modello di cittadino, presto potremmo anche essere anche noi o i nostri figli, dei migranti, magari semplicemente vestiti meglio. Ce ne siamo accorti con Brexit, dove i cialtroni d'oltremanica soffiando sul fuoco dei negri cattivi hanno "chiuso" le frontiere (pare che per i passaporti di cani e gatti serviranno trattative lunghe mesi, e probabilmente i labrador avranno vita dura). E tutti yuppi hurra! Anche noi come gli inglesi! Poi magicamente ci siamo accorti che ci sono anche dei migranti Italiani, che ora si trovano in una situazione assurda dove non sanno che accadrà ai loro permessi nei prossimi mesi, potrebbero essere rispediti in patria perdendo lavoro e investimenti oppure no, magari anche a Londra si dirà "aiutiamoli a casa loro" e quella casa sarà l'Italia, non la Somalia. Siamo i negri di Londra (già ci chiamavano negri quando emigravamo in America). Se cominciassimo a ragionare sul fatto che i diritti dei migranti un giorno potrebbero essere anche i diritti dei nostri figli, forse l'idea di sparare sui barconi ci sembrebbe un po meno appetibile, e forse potremmo dirci anche un po meno ipocritamente cristiani, trattando il prossimo come tratteremmo noi stessi. Però fa più comodo pensare che la globalizzazione sia un oscuro piano ordito dai signori plutomassonicogiudaci, nel frattempo RyanAir offre di spostarsi in tutta europa per 15€ (il resto del costo del biglietto è pagato da Bildingberg) e la tecnica avanza, le distanze si annullano, e i recinti crollano e noi non sappiamo che fare.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

#66
Quanta ingenuità, quanto semplicismo, quanto meschino pressapochismo, quanta pochezza mentale, ignoranza e quanto autolesionismo ci inonda e ci circonda, il tutto subissato da una presunzione stucchevole quanto ridicola, tutta colpa di un lavaggio del cervello che dura da piú di 70 anni.
È questo il punto, mie anime belle e candide, miei cuori d'oro di una parte d'Italia: non è l'avere i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle rosea e le gambe affusolate l'origine delle "colpe"  dell'Europa, colpe da espiare poi con l'estinzione delle proprie etnie? Roba da matti. Piuttosto  le radici di quel tipo di male sono proprio nel lavaggio del cervello che viene attuata dalle propagande di regime, cosí come oggi i regimi sinistroidi e progressisti di tutta Europa stanno distruggendo al contrario l'Europa stessa. Il desiderio di estirpare, distruggere le proprie etnie e le proprie radici è sullo stesso piano morale delle leggi tedesche antiebraiche e dell'esaltazione della razza ariana. Se non si riesce a capirlo è grave, vuol dire che stiamo ancora in alto mare.Vuol dire, come afferma Magdi Allam, che gli italiani (ma io aggiungo, tutti gli europei) non sono piú in grado di intendere e di volere.

Altro luogo comune, altra dimostrazione di superficialità ed autolesionismo è evidenziare come scusante dell'immigrazione i problemi climatici dei paesi africani, quando da noi in Italia la situazione di crisi climatica, di risorse e inquinamento non è certo meno grave.
Altra assurdità ed incoscienza è l'esaltazione della globalizzazione come evento positivo. Il bere  latte che arriva da altre nazioni e non sapere quali, mangiare arance insipide e semimarce del Marocco e l'olio pessimo della Tunisia, è considerato un ultediore passo del progresso, in nome della globalizzazione!

Altra tremenda ingenuità ed errore concettuale è quello di ritenere normale che un italiano debba sentirsi costretto ad espatriare, andare all'estero, abbandonare il proprio paese per trovare lavoro. Questa ingiustizia, questo tremendo torto che viene inflitto ai giovani ma anche ai meno giovani viene sentito come la realizzazione di una conquista, la realizzazione del "cittadino del mondo", anzi no, "homo migrans" lo chiamano ora i radical chic. Ah quanti danni ha fatto la propoganda sinistra in 70 anni! C'è da mettersi le mani nei capelli!  Questa non è l'Europa. Questo è il suicidio dell'Europa. E non a caso, anzi per me è un simbolo, che proprio la sinistra radicale sia fautrice della  realizzazione delle cliniche del suicidio assistito. Dal suicidio delle proprie etnie, dal suicidio delle proprie radici, dal suicidio intellettuale e morale al suicidio fisico dalla denatalità alla soppressione delle singole persone che ne fanno richiesta. E pensate che un popolo ridotto cosí sia in grado di reagire ad un'invasione? Si da in pasto a chiunque, a un qualsiasi lupo travestito da agnello, come pecore sacrificali ed immolate sull'altare del buonismo ben allestito da anni.
Tutto questo è il frutto di piú di 70 anni di dominio ideologico di sinistra.
Un'ultima cosa: va bene sciorinare l'inglese ma, per favore... un po' di attenzione alla grammatica italiana quando scriviamo.


anthonyi

Citazione di: InVerno il 20 Giugno 2017, 09:02:15 AM
C'è un argomento che è sempre poco chiaro ai vari avvocati del bastone, che prima o poi toccherà anche a loro (la famosa "prima vennero a prendere i.." andrebbe incastonata in qualche memoriale) Ma non ci verranno a prendere (si spera) per portarci nei lager, ma per portarci via i nostri diritti. Il famoso "homo migrans" di cui si sta cominciando a parlare sommensamente, potrebbe essere il nuovo modello di cittadino, presto potremmo anche essere anche noi o i nostri figli, dei migranti, magari semplicemente vestiti meglio. Ce ne siamo accorti con Brexit, dove i cialtroni d'oltremanica soffiando sul fuoco dei negri cattivi hanno "chiuso" le frontiere (pare che per i passaporti di cani e gatti serviranno trattative lunghe mesi, e probabilmente i labrador avranno vita dura). E tutti yuppi hurra! Anche noi come gli inglesi! Poi magicamente ci siamo accorti che ci sono anche dei migranti Italiani, che ora si trovano in una situazione assurda dove non sanno che accadrà ai loro permessi nei prossimi mesi, potrebbero essere rispediti in patria perdendo lavoro e investimenti oppure no, magari anche a Londra si dirà "aiutiamoli a casa loro" e quella casa sarà l'Italia, non la Somalia. Siamo i negri di Londra (già ci chiamavano negri quando emigravamo in America). Se cominciassimo a ragionare sul fatto che i diritti dei migranti un giorno potrebbero essere anche i diritti dei nostri figli, forse l'idea di sparare sui barconi ci sembrebbe un po meno appetibile, e forse potremmo dirci anche un po meno ipocritamente cristiani, trattando il prossimo come tratteremmo noi stessi. Però fa più comodo pensare che la globalizzazione sia un oscuro piano ordito dai signori plutomassonicogiudaci, nel frattempo RyanAir offre di spostarsi in tutta europa per 15€ (il resto del costo del biglietto è pagato da Bildingberg) e la tecnica avanza, le distanze si annullano, e i recinti crollano e noi non sappiamo che fare.

Ho l'impressione che tu tenda a mettere insieme cose differenti. La libera circolazione dei fattori produttivi, che riguarda la complicata situazione della Brexit è cosa ben differente dall'immigrazione irregolare che sta subendo l'Italia (e solo l'Italia) in questi anni. Negli accordi che verranno presi sulla Brexit vi sono interessi reciproci da tutelare, l'Inghilterra che vuole mantenere la sua struttura di fornitore di servizi finanziari all'Europa e al mondo, e che per questo deve trattenere le migliori competenze professionali (Perché in realtà da un po' di tempo i professionisti stranieri hanno cominciato ad andarsene), se avere normative ad hoc, l'Europa che è comunque interessata al mercato Inglese.
Nel caso dell'immigrazione irregolare italiana non ci sono interessi reciproci, ma vi è una totale illogicità economica, la migrazione distrugge ricchezza e non ne produce, la migrazione distrugge identità culturale, perché coloro che vanno via dai loro luoghi d'origine, abbandonano il loro passato e vivranno gran parte della loro vita in una continua crisi d'identità (e questo anche nel caso in cui dovessero avere un reddito più alto) ma non ne acquisiranno una nuova nella loro destinazione. Questo è quello che ci dicono le ricerche sul fenomeno migrazione.

InVerno

#68
So bene delle differenze che ci sono, tuttavia quando uso le parole "homo migrans" tento un approccio culturale-antropoligico più che legale-formale a riguardo. Sicuramente un punto di vista meno difendibile, in quanto si basa sulla proiezione di un cambiamento inevitabile nei paradigmi che riguardano l'appartenenza, l'identità, la nazionalità etc che potrebbe essere totalmente errata (il fatto che ne parli anche Fusaro mi preoccupa non poco). Quanto è già stato detto riguardo alla normativa arcaica che viene utilizzata riguardo alle migrazioni, è ancor più vero se si mette in prospettiva la questione dell'homomigrans, e non è l'unica carne al fuoco che si può aggiungere per evidenziare l'obsolescenza di talune posizioni politico-giuridiche e la società liquida.
P.s. di che ricerche parli? Ciao :)
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

paul11

Citazione di: Vittorio Sechi il 19 Giugno 2017, 10:05:31 AM
La globalizzazione e la robotizzazione tecnologica dei sistemi di comunicazione, mi spiace deluderla, non hanno permesso alcun avvicinamento, semmai potremmo parlare di progressiva incentivazione alla diffidenza. Mai come in questo periodo di modernismo liquido le diverse aree del globo sono intimamente lontane l'una dall'altra, pur essendo più vicine e reciprocamente conoscibili. Non sono io ad affermarlo, sono i dati. Mai il pianeta è stato attraversato da crisi geo politiche in tale quantità.


rileggiti meglio ciò che ho postato ,prima di rispondere.
la globalizzazione ha portato a conoscenza, in quanto l'informazione è globale e sono aumentate in numero ed intensità le vie di comunicazione. Infatti quei migranti hanno sempre un telefonino in mano.........
se non capisci questo capisco perchè stai prendendo lucciole per lanterne.

acquario69

Citazione di: paul11 il 20 Giugno 2017, 11:34:18 AM
Citazione di: Vittorio Sechi il 19 Giugno 2017, 10:05:31 AM
La globalizzazione e la robotizzazione tecnologica dei sistemi di comunicazione, mi spiace deluderla, non hanno permesso alcun avvicinamento, semmai potremmo parlare di progressiva incentivazione alla diffidenza. Mai come in questo periodo di modernismo liquido le diverse aree del globo sono intimamente lontane l'una dall'altra, pur essendo più vicine e reciprocamente conoscibili. Non sono io ad affermarlo, sono i dati. Mai il pianeta è stato attraversato da crisi geo politiche in tale quantità.


rileggiti meglio ciò che ho postato ,prima di rispondere.
la globalizzazione ha portato a conoscenza, in quanto l'informazione è globale e sono aumentate in numero ed intensità le vie di comunicazione. Infatti quei migranti hanno sempre un telefonino in mano.........
se non capisci questo capisco perchè stai prendendo lucciole per lanterne.


Paul...avrà pure portato a "più" conoscenza (ma - e ci sarebbe da chiedersi pure se - la conoscenza e' semplicemente qualcosa di quantitativo?)

e non credo nemmeno possano esserci dubbi che la globalizzazione ha di fatto appiattito tutto...e anche questa cosa qui non e' affatto conoscenza a mio parere.
Inoltre prima di questa globalizzazione si usava confrontarsi con il vissuto reale...ma ora?

...nonostante abbiamo una quantità enorme di informazioni,a cosa realmente ci servono se poi ognuno se ne sta serrato,direi pure "solipsticamente" ,in se stesso,o attraverso uno stupido monitor davanti a se' ?

acquario69

Citazione di: Fharenight il 20 Giugno 2017, 10:45:58 AM
Quanta ingenuità, quanto semplicismo, quanto meschino pressapochismo, quanta pochezza mentale, ignoranza e quanto autolesionismo ci inonda e ci circonda, il tutto subissato da una presunzione stucchevole quanto ridicola, tutta colpa di un lavaggio del cervello che dura da piú di 70 anni.
È questo il punto, mie anime belle e candide, miei cuori d'oro di una parte d'Italia: non è l'avere i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle rosea e le gambe affusolate l'origine delle "colpe"  dell'Europa, colpe da espiare poi con l'estinzione delle proprie etnie? Roba da matti. Piuttosto  le radici di quel tipo di male sono proprio nel lavaggio del cervello che viene attuata dalle propagande di regime, cosí come oggi i regimi sinistroidi e progressisti di tutta Europa stanno distruggendo al contrario l'Europa stessa. Il desiderio di estirpare, distruggere le proprie etnie e le proprie radici è sullo stesso piano morale delle leggi tedesche antiebraiche e dell'esaltazione della razza ariana. Se non si riesce a capirlo è grave, vuol dire che stiamo ancora in alto mare.Vuol dire, come afferma Magdi Allam, che gli italiani (ma io aggiungo, tutti gli europei) non sono piú in grado di intendere e di volere.

Altro luogo comune, altra dimostrazione di superficialità ed autolesionismo è evidenziare come scusante dell'immigrazione i problemi climatici dei paesi africani, quando da noi in Italia la situazione di crisi climatica, di risorse e inquinamento non è certo meno grave.
Altra assurdità ed incoscienza è l'esaltazione della globalizzazione come evento positivo. Il bere  latte che arriva da altre nazioni e non sapere quali, mangiare arance insipide e semimarce del Marocco e l'olio pessimo della Tunisia, è considerato un ultediore passo del progresso, in nome della globalizzazione!

Altra tremenda ingenuità ed errore concettuale è quello di ritenere normale che un italiano debba sentirsi costretto ad espatriare, andare all'estero, abbandonare il proprio paese per trovare lavoro. Questa ingiustizia, questo tremendo torto che viene inflitto ai giovani ma anche ai meno giovani viene sentito come la realizzazione di una conquista, la realizzazione del "cittadino del mondo", anzi no, "homo migrans" lo chiamano ora i radical chic. Ah quanti danni ha fatto la propoganda sinistra in 70 anni! C'è da mettersi le mani nei capelli!  Questa non è l'Europa. Questo è il suicidio dell'Europa. E non a caso, anzi per me è un simbolo, che proprio la sinistra radicale sia fautrice della  realizzazione delle cliniche del suicidio assistito. Dal suicidio delle proprie etnie, dal suicidio delle proprie radici, dal suicidio intellettuale e morale al suicidio fisico dalla denatalità alla soppressione delle singole persone che ne fanno richiesta. E pensate che un popolo ridotto cosí sia in grado di reagire ad un'invasione? Si da in pasto a chiunque, a un qualsiasi lupo travestito da agnello, come pecore sacrificali ed immolate sull'altare del buonismo ben allestito da anni.
Tutto questo è il frutto di piú di 70 anni di dominio ideologico di sinistra.
Un'ultima cosa: va bene sciorinare l'inglese ma, per favore... un po' di attenzione alla grammatica italiana quando scriviamo.


hai pienamente ragione fharenight...estirpare le radici equivale a non avere più "nutrimento vitale" ,quindi equivale a morire

paul11

Citazione di: acquario69 il 20 Giugno 2017, 12:49:02 PM
Citazione di: paul11 il 20 Giugno 2017, 11:34:18 AM
Citazione di: Vittorio Sechi il 19 Giugno 2017, 10:05:31 AM
La globalizzazione e la robotizzazione tecnologica dei sistemi di comunicazione, mi spiace deluderla, non hanno permesso alcun avvicinamento, semmai potremmo parlare di progressiva incentivazione alla diffidenza. Mai come in questo periodo di modernismo liquido le diverse aree del globo sono intimamente lontane l'una dall'altra, pur essendo più vicine e reciprocamente conoscibili. Non sono io ad affermarlo, sono i dati. Mai il pianeta è stato attraversato da crisi geo politiche in tale quantità.


rileggiti meglio ciò che ho postato ,prima di rispondere.
la globalizzazione ha portato a conoscenza, in quanto l'informazione è globale e sono aumentate in numero ed intensità le vie di comunicazione. Infatti quei migranti hanno sempre un telefonino in mano.........
se non capisci questo capisco perchè stai prendendo lucciole per lanterne.


Paul...avrà pure portato a "più" conoscenza (ma - e ci sarebbe da chiedersi pure se - la conoscenza e' semplicemente qualcosa di quantitativo?)

e non credo nemmeno possano esserci dubbi che la globalizzazione ha di fatto appiattito tutto...e anche questa cosa qui non e' affatto conoscenza a mio parere.
Inoltre prima di questa globalizzazione si usava confrontarsi con il vissuto reale...ma ora?

...nonostante abbiamo una quantità enorme di informazioni,a cosa realmente ci servono se poi ognuno se ne sta serrato,direi pure "solipsticamente" ,in se stesso,o attraverso uno stupido monitor davanti a se' ?
ciao acquario,
se leggi il mio post originario, il soggetto sono gli africani.
Ripeto: due o tre generazioni fa non sapevano dove fosse l'Europa, eppure probabilmente  erano in situazioni anche peggiori alle attuali, ma non migravano se non internamente. ma guardate che anche in italia fu così.Quanti paesi sono abbandonati sulle montagne?
"Chi me lo fa fare" ad un certo punto avrà pensato qualcuno e sarà stato informato di opportunità.
Le generazioni precedenti erano distanti in termini di quanto tempo ci impiegavano ad esempio dalle montagne ad arrivare nelle città. 
le vie di comunicazioni velocizzando, l'informazione ad esempio di internet, e così via, portano a conoscenza di opportunità diverse e tentano la "fortuna".Prima va un compaesano o un parente, poi descrivendo come si sta, gli altri emulano.

Ma un problema sottaciuto è la perdita di una cultura, di un'identità di una comunità. I "vecchi" sapevano accettare, oggi tutti chiedono di più.
Intanto le periferie degradano, intanto le comunità si ghettizzano urbanisticamente colonizzando parti di città...............
Ogni cultura rispecchia una sua indole alla chiusura o apertura............

Vittorio Sechi

Tranquillo Paul, sapevano benissimo dove fosse l'Europa, se non altro perché ce l'avevano in casa in veste di colonizzatori armati. Avevano francesi, spagnoli, portoghesi, belgi, inglesi, tedeschi ed italiani. In pratica l'intera europa occidentale.


Non migravano per il semplice motivo che gli spostamenti transnazionali, o transcontinentali erano assai più difficili di quanto lo siano oggi. D'altra parte, anche i nostri padri quando andavano a seminare il mondo di propri figli lo facevano affrontando viaggi che duravano anche mesi e si sottoponevano a sacrifici non indifferenti, se confrontari ai livelli economici di allora. 

Nel mondo parrebbe che ci siano circa 60mln di emigrati italiani. Il 47% della popolazione argentina è di origine italiana, ed è noto che non abbiamo esportato solo cultura, laboriosità e tradizioni nostrane.

Fharenight

L'Italia è davvero uno strano Paese: ogni anno spedisce a Londra migliaia giovani laureati per fare i lavapiatti e mantiene i clandestini a vivere in albergo. E' un Paese che lascia i propri concittadini colpiti dalla tragedia del terremoto a dormire nei container, ma ospita i profughi in centri di accoglienza come quello di Villa Camerata, che ho visitato lo scorso settembre: una villa rinascimentale immersa nel verde a due passi dal centro storico di Firenze.
A  Rapallo gli immigrati dimorano presso l'Istituto delle Orsoline, una struttura residenziale di lusso, e hanno a disposizione: spiaggia privata, campetto da calcio, palestra, wi-fi e il pocket money per affrontare le spese di tutti i giorni. Poi il Governo non trova i soldi per sistemare gli esodati, lasciati senza lavoro e senza pensione.
L'accoglienza dei clandestini costa alla collettività 4 miliardi di euro all'anno, ma queste sono solo le cifre ufficiali. Quelle reali non le conosce nessuno, ma sono molto più alte. Il Governo provvede alle spese della Marina Militare e della Guardia di Finanza per le operazioni in mare, di cui non è dato conoscere il costo. Sappiamo però che questo stesso governo non trova le risorse per pagare la manutenzione e la benzina per le auto dei carabinieri. Si distaccano migliaia di poliziotti per le operazioni di identificazione, con costi non irrisori, mentre la Mafia spadroneggia in Sicilia e la 'Ndrangheta nel Nord. Non si conoscono nemmeno i costi aggiuntivi affrontati dal sistema sanitario nazionale per la gestione dell'emergenza migranti: in compenso i pronto soccorso degli ospedali sono al collasso.
Non c'è più da meravigliarsi di nulla in un Paese dove i padroni sono tenuti a raccogliere gli escrementi dei loro cani, mentre gli stranieri ospiti cagano sui marciapiedi.

(Enrico Montermini)

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