LE DUE SPONDE DEL FIUME

Aperto da Vittorio Sechi, 11 Giugno 2017, 00:16:06 AM

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acquario69

Citazione di: paul11 il 20 Giugno 2017, 18:33:06 PM
ciao acquario,
se leggi il mio post originario, il soggetto sono gli africani.
Ripeto: due o tre generazioni fa non sapevano dove fosse l'Europa, eppure probabilmente  erano in situazioni anche peggiori alle attuali, ma non migravano se non internamente. ma guardate che anche in italia fu così.Quanti paesi sono abbandonati sulle montagne?
"Chi me lo fa fare" ad un certo punto avrà pensato qualcuno e sarà stato informato di opportunità.
Le generazioni precedenti erano distanti in termini di quanto tempo ci impiegavano ad esempio dalle montagne ad arrivare nelle città.
le vie di comunicazioni velocizzando, l'informazione ad esempio di internet, e così via, portano a conoscenza di opportunità diverse e tentano la "fortuna".Prima va un compaesano o un parente, poi descrivendo come si sta, gli altri emulano.

Ma un problema sottaciuto è la perdita di una cultura, di un'identità di una comunità. I "vecchi" sapevano accettare, oggi tutti chiedono di più.
Intanto le periferie degradano, intanto le comunità si ghettizzano urbanisticamente colonizzando parti di città...............
Ogni cultura rispecchia una sua indole alla chiusura o apertura............

Dici che gli africani se la passavano peggio prima?...

e stessa cosa vale pure per noi?
e nel nostro specifico caso, quanto sarebbe durato questo "progresso" ?..lo spazio di due, forse tre generazioni al massimo..ed ora pare che il mondo intero sia ricapultato indietro come se fosse andato incontro ad un muro per finirci sfracellato...da questo urto rimangono solo le macerie.

E' evidente che quelle che tu chiami opportunità e/o conoscenze fossero solo illusioni,Le stesse che poi abbiamo finito di importare pure a chi viveva complesivamente in armonia nel loro habitat e per migliaia di anni...ed ora anche loro vogliono "progredire" 


la questione migratoria nel suo complesso riguarda davvero molte cose già da parecchi anni e non si può sintetizzare facilmente perché coinvolge molti fattori che si intrecciano sempre di più nel tempo.
Si può dire secondo me che tutto ha avuto inizio con l'ideologia (progressista) espansiva dai fini economici e puramente materiali dell'occidente, e che quello che vediamo noi oggi sarebbero le sue ultime (logiche) conseguenze

paul11

ciao acquario,
non è propri così.
Quando dico che il mondo è "più piccolo" intendo dire che in via generale oggi chiunque è nelle potenzialità di sapere di più, di essere informati, rispetto a qualche decennio fa.
Se qualche decennio fa,  nel nostro esempio gli africani, avessero dovuto subire inondazioni, siccità o guerre fra tribù, se ne stavano comunque lì  o si sarebbero spostati di poco. Oggi affrontano migrazioni continentali perchè in cuor loro probabilmente pensano di andare in meglio.
Il fenomeno migratorio è enorme, ribadisco e tenderà ad aumentare, se oltre alle particolarità locali lo vediamo come sudamericani, come mediorientali, come asiatici oltre che le carrette del mare,aggiungiamoci romeni, albanesi, slavi,ecc.

A mio parere c'è una ricchezza in più da parte del migrante che capitalizza la speranza con il suo denaro ed eventualmente dei parenti in un viaggio.
Dubito che qualche decennio fa avessero anche solo il denaro per il viaggio

Come ho scritto in altre discussioni, la loro cultura è ormai corrotta, cambiata.
Quelli che arrivano non possono esser "tribali" ,semmai sono delle loro periferie, della loro povertà.
Sono disposti a "vendersi"perchè mentalmente sono già nella compravendita  della globalizzazione.

Chi è fiero della propria identità combatte e resiste pur di mantenere una tradizione ,un' origine

maral

#77
Diciamo che l'identità legata alla terra che si abita è stato un modo di sentire della società di cultura agricola stanziale quando, se si migrava, lo si faceva per occupare nuove terre da colonizzare. Ma con il venire a prevalere del mercantilismo prima e della società industriale poi il riferimento alla terra come luogo natio è sempre più venuto a cadere, per non parlare della società post industriale moderna, tutta basata sulla comunicazione e in cui pensare di rimanere ancorati alle proprie tradizioni locali appare assurdo anche volendolo.
Che lo vogliamo o meno quello che accade all'altro capo del mondo nel bene o nel male avrà sempre più influenza su di noi, che lo vogliamo o meno stiamo già cambiando, siamo sempre più a diretto contatto gli uni con gli altri e ci influenziamo reciprocamente e i muri non servono a nulla, perché non ci sono mura per l'aria e soprattutto l'etere. Occorre invece trovare un modo diverso di riconoscere la propria identità vivendo nel mondo attuale. perché comunque siamo già "globalizzati" e le crisi che viviamo (economiche, ambientali, il terrorismo, le rivolte, la miseria, le guerre ecc.) avranno inevitabilmente sempre più una dimensione globale.

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