Lavorare meno e lavorare tutti

Aperto da viator, 29 Settembre 2021, 18:35:03 PM

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viator

Salve Je. Citandoti : "Il problema comunque rimarrebbe il concetto di proprietà che di base naturale rimane sempre fumoso, in senso naturale la proprietà é quello che sei in grado di costruire e poi difendere (dunque richiede primo di esserci nel territorio, non esisterebbe il concetto di "casa vacanza" ad esempio)".


Il concetto naturale di base della proprietà è stato quello che tu citi (chiarissimo per chiunque, altro che "fumoso!) per miliardi di anni, avendo poi - nei tempi più "recenti" - regolato l'esistenza umana sino alla fine dei suoi comportamenti nomadistici.

Se si vuole ripristinarlo, sarà sufficiente rinunciare a tutti gli stili di vita non nomadi che l'umanità ha adottato nelle ultime migliaia di anni. Penso che sia Ipazia che daniele22 saranno d'accordissimo. Saluti a te, a loro ed a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

JE

Ciao Viator,


ma lo stile non nomade sta bene a me, purché effettivamente l'occupazione del territorio sia a sostegno della vita di chi lo occupa, quindi appunto niente "case vacanza" di proprietà, o comunque concetti di proprietà legale che fuoriescano dall'abitare fisicamente.


Credo che lo slegare l'uomo dal territorio, o per meglio il suo diritto di proprietà (rendendolo regolamentato da leggi) sia a causa di moltissimi mali.


C'é la mentalità del "chemmifrega del territorio, l'importante é fare più risorse possibile, e anche se questo lo degrada posso sempre cambiare aria se si mette male".


Con territorio non intendo solo la terra letterale, ma anche il clima sociale ed economico ovviamente.


Ed ovviamente con questa mentalità operata da tutti i decisori, presto non rimane più nessun posto dove andare che sia sostenibile.


é affine al dilemma del prigioniero forse, in quanto se non lo faccio io lo fanno gli altri e ci rimetto solamente; ma comunque la possibilità deriva dalla macchina finanziaria che slega risorse dal territorio (e rende il territorio una risorsa commerciabile a sua volta, anziché il prerequisito di potere esercitare il diritto alla vita)


Se vi può interessare una risorsa (in inglese) che parla approfonditamente dell'argomento in maniera arguta ed intelligente vi consiglio questa blog
entry: https://slatestarcodex.com/2014/07/30/meditations-on-moloch/




Ipazia

#62
Premetto che sono una grande sostenitrice del diritto naturale che considero base fondativa di ogni etica che meriti rispetto, ma per  sua (s)fortuna (dipende dai punti di vista) la nostra specie ha seguito pure un secondo canale evolutivo di tipo culturale che ha investito tutti i fondamenti naturali del (con)vivere: cibo, tana, cooperazione. Tutto ciò è ben spiegato nell'origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato di F.Engels e sviluppato ed approfondito dall'antropologia moderna.

L'agricoltura ha determinato la stanzialità, i conflitti e sopraffazioni sociali hanno generato la storia della proprietà privata e lo stato è il cappello che si mette, con la legge, a questo risultato storico, comprensivo dei suoi vantaggi e delle sue infamie.

Il lavoro, l'homo faber, è l'origine stessa del successo evolutivo umano e la sua regolamentazione non può che essere del secondo tipo, culturale, lasciando al primo, naturale, solo il principio sacrosanto dell'equità che legittima il titolo di questa discussione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 17 Ottobre 2021, 09:35:56 AM


Il lavoro, l'homo faber, è l'origine stessa del successo evolutivo umano e la sua regolamentazione non può che essere del secondo tipo, culturale, lasciando al primo, naturale, solo il principio sacrosanto dell'equità che legittima il titolo di questa discussione.
Ipazia, mi sa che sei contraddittoria. Se la regolamentazione del lavoro è culturale, perché il principio del lavorare meno dovrebbe essere fondato su un principio naturale?

green demetr

La domanda sarebbe nella tematica sociale e culturale.
Ma se la cultura e la società sono indicizzazioni del potere top-down, così la domamda suonerà di volta in volta diversa, secondo le mansioni e le produzioni.
Già, ma rimane qualcosa di comune, non di comunitario.
A parere del vostro ma anche di Zizek, si va verso un mondo global-capitalista, ossia comunista secondo il modello cinese.
Questo significa che la coperazione sarà la co-optazione, che il lavoro sarà sinonimo di autorizzazione alla vita.
Ovvero un ridisegno del diritto locale a favore di uno universale.
Non sono sicuro che la vecchia domanda ideologica e che continua a sussitere in questi tempi post-ideologici abbia alcun senso rispetto all'idea originale comunitaria, democratica, di cui è figlia la nostra costituzione.
Un'idea che nasceva dopo uno scontro armato.
E già dopo un guerra (...) si formava una nuova ideologia, che ha prodotto nell'arco di un decennio 50-70, un nuovo status simbolico, dove il lavoro era la base dell'esser riconosciuti.
Eppure il simbolico è sempre una dimensione della morte, in questo caso della morte dell'umano, la vita non puà ridursi al mero lavoro.
Questa dimensione del lavoro coercitivo esploitata facilmente dal capitalismo edonista, continua a permanere nelle menti arrocate dei vecchi comunisti.
Ora ritenere quella domanda valida, quando non lo è già più da almeno un cinquantennio, nel tempo post-umano o trans-umano, in una parola nel tempo del post-apocalittico, fa sorridere.
Quello che Lacan intuì nella sua profezia che il tempo futuro sarà il tempo del lavoro, come libertà, è il tempo del lavoro nel campo di concentramento (la libetà di essere schiavi come già è apparso nei vostri interventi precedenti).
Nel campo di concentramento tutti lavorano, i dottori sono il top e gli intellettuali sono il down (prontamente gassati prima ancora del campo di concentramento).
Ma dobbiamo forse rileggerci "se questo è un uomo" di primo levi nevvero?
L'intellettuale non entra nel campo di concentramento, ma parla del campo di concentramento.
Del lavoro coatto, del comunismo a venire.
Un progetto ambizioso e studiato evidentemente a tavolino, basta tenere la mente accesa.
D'altronde Bill Gates ha avuto l'idea e ne ha parlato cinque anni fa, il futuro sarà il futuro del medium, della cooptazione tramite nicchie informatiche.
Le aziende e le persone diventeranno virtuali, proprio per reggere la bolla finanziaria anch'essa virtuale.
In un processo che ha un orizzonte globale così vasto come la green economy, la possibilità di produzione infinita (in quanto virtuale, santo Dio, non è così difficile da capire popolo della sinistra!!!) diventa pura realtà.
Cosa non cambia rispetto al post-idealismo a cui i vecchi comunisti non si sono MAI arresi (demenza?), non cambia il concetto intellettuale, che la mente viene delocalizzata e facilmente pre-determinata.
Sinceramente non credo affatto che l'ebreo Marx intendesse il lavoro (lavoro intellettuale) un semplice razionalismo, dove centro del discorso sono i concetti di uguaglianza e libertà (dando per scontata la fraternità, per gli ebrei il kibbutz è norma).
E allora problemi come quelli dell'assembramento, verranno debellati definitivamente, perchè la realtà, non è più la realtà, la realtà è solo quella virtuale.
Basta non parlarne come nel caso degli attuali scioperi di Trieste.
La vecchia politica esibizionista e buffonesca, continuerà a parlare di più opportunità e più lavoro per tutti.
E non ci si accorge che simili buffonate non sono più adatte ai tempi ( o pensano veramente di entrare tutti nel grande carro dei vincitori???? o sono scemi semplicemente).
Basta vedere all'america dove la vera battaglia si sta consumando.
Trump non serve più. Quello che poteva essere un sintomo di un cambiamento dei costumi, e che la sinistra poteva usare per metabolizzare il suo immobilismo, non è servito a nulla.
La sinistra non è riuscita a canalizzare un sintomo lento come quello di Trump, figuriamoci come potrà riusciere a canalizzare i nuovi sintomi, che vanno alla velocità della luce: accettazione passiva (quando va bene) e attiva di tutti i dettati del top-down.
Ossia autorizzazione alla sopravvivenza via telematica.
Per quanto voglia bene a questo forum, i miei orizzonti erano altri.
E la mia parola sarà l'ultimo baluardo, esattamente come nella vicenda Agamben-Cacciari.
L'isteria di massa non è più accettabile.
La parola deve tornare a echeggiare come parola di vita.
Costi pure la morte.
Chi non vuole ascoltare non ascolti, e non ci scocci!(ovviamente pia illusione, il pensiero unico ha raggiunto livelli telepatici di contingenza prossima, ne ho avuto modo di constatarne l'esistenza di persona, cristo santo!! è una roba che mi ha ghiacciato le vene).
Lo sapevo che erano tristi tempi, bè sta diventando (è già diventato?) qualcosa di molto peggio.
Per carità amici rimaniamo legati alla terra!!
basta voli pindarici etico-morali!!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

viator

Citazione di: anthonyi il 17 Ottobre 2021, 10:45:34 AM
Citazione di: Ipazia il 17 Ottobre 2021, 09:35:56 AM


Il lavoro, l'homo faber, è l'origine stessa del successo evolutivo umano e la sua regolamentazione non può che essere del secondo tipo, culturale, lasciando al primo, naturale, solo il principio sacrosanto dell'equità che legittima il titolo di questa discussione.
Ipazia, mi sa che sei contraddittoria. Se la regolamentazione del lavoro è culturale, perché il principio del lavorare meno dovrebbe essere fondato su un principio naturale?


Salve anthonyi. Puntualissimo nel capire "Roma per Toma".......verò ?. Ipazia intenderà come naturale il lavorare tutti. non il lavorare di meno ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paolo

I lavoratori sono afflitti dalla disoccupazione.   Sono gli unici attori economici a subire tale condizione?


Viator  ed  Anthonyi sono entrambi tornitori ,  bisognosi e propensi al lavoro.   Viator lavora,  Anthonyi no.   Perchè?


Date la  modestia intellettiva e culturale che mi caratterizza, ho l'ardire di porgervi una preghiera:   niente parole roboanti, concetti elementari,  ragionamenti lineari ( non ellittici ),  niente divagazioni.


Vi sembrerò pretenzioso, e forse lo sono, ma confermo che si tratta di una preghiera.


Sarò grato di un vostro riscontro.   Vi saluto.

viator

Citazione di: paolo il 16 Febbraio 2022, 22:14:35 PM
I lavoratori sono afflitti dalla disoccupazione.   Sono gli unici attori economici a subire tale condizione?


Viator  ed  Anthonyi sono entrambi tornitori ,  bisognosi e propensi al lavoro.   Viator lavora,  Anthonyi no.   Perchè?


Date la  modestia intellettiva e culturale che mi caratterizza, ho l'ardire di porgervi una preghiera:   niente parole roboanti, concetti elementari,  ragionamenti lineari ( non ellittici ),  niente divagazioni.


Vi sembrerò pretenzioso, e forse lo sono, ma confermo che si tratta di una preghiera.


Sarò grato di un vostro riscontro.   Vi saluto.

Salve Paolo. La situazione può dipendere dal mercato del lavoro (poca offerta di posti), oppure dal fatto che Anthonyi potrebbe e vorrebbe anch'egli lavorare ma è disposto a farlo solo dietro compensi superiori a quello percepito da Viator, oppure Anthony dispone di credenziali e curruculum scadenti............oppure, oppure, oppure...........

Oppure - per caso - tu non sia quelli che pensano che lavorare rappresenti un diritto che qualcuno è obbligato a soddisfare, nel senso che è costretto a procurarne per chiunque glielo chieda...........

E coloro che invece vogliono vivere di rendita o di delinquenza (e giustamente hanno il diritto di farlo, assumendosene le responsabilità ?

C'è in giro un sacco di gente che non capisce in cosa differiscano tra loro le libertà, i diritti,i doveri, gli obblighi, le facoltà, le costrizioni.

Pensare che di questi tempi quasi tutti chedono di avere garantito - da parte dello Stato - il DIRITTO ALLA SALUTE, il quale non esiste in nessuna parte del mondo.Costituzione e Stato non potranno mai garantire che la gente non si ammali (sarà semmai la Chiesa e garantire i miracoli e l'immortalità) dal momento che si impegnano (a parole solamente) a garantire IL DIRITTO ALLE CURE.
Poi però molti - non appena lo Stato propone la cura contro la pandemia - ecco che costoro fuggono con le mani tra i capelli poichè quella che lo Stato propone non è una cura ma uno pseudofarmaco MORTALE.

Vedete quindi che il popolo vuole e rivendica TUTTO ED IL CONTRARIO DI TUTTO ? VUOLE DIRITTI PER TUTTI E DOVERI O RISCHI PER NESSUNO, IL POPOLO, LA MASSA, VUOLE ESSERE SERVITO DALLO STATO IN TUTTI I SUOI DIRITTI MA VUOLE ASSOLUTAMENTE ANCHE CHE TALI DIRITTI SIANO GESTIBILI INDIVIDUALMENTE IN MODO
PERFETTAMENTE FACOLTATIVO.

Visti che su simili argomenti non si può scrivere qualcosa di utile..........passiamo pacificamente a salutarci.



Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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