La tv tematica: effetti collaterali.

Aperto da cvc, 26 Settembre 2018, 11:07:03 AM

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cvc

In questo mondo di amanti dei libri, parlare di televisione potrebbe far venire l'orticaria, ma il fenomeno c'è. Dall'introduzione della tv satellitare in poi si sono diffusi i canali tematici, ossia emittenti che in mezzo a fiumi di pubblicità trasmettono programmi dedicati ad un unico argomento: cibo, animali, motori, calcio, serie poliziesche, musica, ecc. Un po' per tutti i gusti. Questa selettività di argomenti porta secondo me ad una sorta di patologia da teledipendenza. Prendiamo per esempio il calcio di cui il sottoscritto è ahimè appassionato. Si comincia la domenica con la partita delle 12.30, poi ci son quelle delle 15.00, poi delle 18.00 e infine alle 21.00. Dopodiché al lunedi c'è il posticipo; martedi e mercoledi la champion, giovedi e venerdi l'Europa League, quindi il sabato gli anticipi (2 o 3 a seconda) e la domenica si ricomincia da capo: 12.30, 15.00, ecc. Senza contare la serie b e i campionati esteri. La mia domanda provocatoria è: quante partite uno può guardare a settimana senza sentirsi un malato? Poi ci sono i reality, anche questi sfornati in serie con la possibilità di seguire 24 ore su 24 ( pure quando dormono!!!).
Ora essendo una coppia cui a me piace il calcio e alla mia compagna i reality, va da se la spartizione dei telecomandi e dei televisori con relative dispute sui volumi degli apparecchi. Io dico, per una sera può andare, ma si può campare così. Dovremo ridurci a vivere in compartimenti stagni ognuno col suo canale personalizzato. Certo non è che uno sia obbligato a guardare la televisione e ci sono in milione di altre cose migliori che si possono fare. Ma del ruolo e degli effetti che stanno avendo i media sulle capacità cognitive della società credo si debba parlare.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

sgiombo

Concordo, anche se non sono mai stato abbonato a una TV che non fosse la RAI (che mi estorce l' abbonamento contro la mia volontà per pagare lautissimamente giornalisti e presentatori che personalmente manderei a vangare la terra nei casi meno schifosi, mentre riserverei a molti altri di loro un trattamento "alla Robesperre-Stalin" in quanto nemici del popolo) e per assegnare premi spropositati a indovinatori di quiz penosamente idioti).

Il difficile é trovare il modo per far qualcosa di efficace onde sviluppare il senso critico delle persone.
Ma la scuola, che dovrebbe essere il luogo per eccellenza in cui "fare quel qualcosa" (e che per mia fortuna nella mia infanzia la é stata egregiamente), é in via di avanzata, vandalica demolizione (con tutto il rispetto per i Vandali, che per lo meno un po' più colti degli odierni distruttori delle scuola stessa erano); e questo anche per effetto del "sessantottismo" (anzi: "sessantottinismo", che da meglio l' idea delle mezzeseghe di cui trattasi) degli attuali zelanti servi del potere, ex-pseudorivoluzionari che le loro carriere di mentitori professionali per conto dell' ingiustizia e del privilegio di classe hanno di solito iniziato criticando un preteso (per lo meno in larghissima misura) "nozionismo" della scuola pubblica.

Jacopus

Uno dei problemi contemporanei e' quello di saper gestire il proprio tempo rispetto alle innumerevoli risorse del cosidetto infotainment e di saper distinguere risorse realmente culturali da risorse "spazzatura". Ad ogni buon conto, la lettura di un buon libro e' un'ottima alternativa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Kobayashi

Le dipendenze nascono sempre dal bisogno di tenere a bada angoscia o stress, più che dalla piacevolezza di ciò di cui si abusa.
Chi sviluppa una reale dipendenza da certe tv (penso soprattutto a Netflix) è perché ha bisogno di allontanarsi da se' per qualche ora al giorno, per poter trovare un po' di pace.
Meglio diventare un netflix-dipendente che un alcolista o un consumatore di ansiolitici...
La morale insomma è questa: là dove non c'è speranza di autentica salute (quasi mai), meglio ingegnarsi nel trovare e sviluppare le micro-dipendenze meno letali.

Phil

Si è passati dal tempo "vuoto" dell'attesa (di ricevere input, come quando si aspettava "90° minuto" la domenica) a un tempo di fruizione saturo, insufficiente (anche rinunciare al sonno forse non renderebbe possibile fruire di tutto il disponibile), che deve quindi comprendere in sé anche il tempo dell'attività di filtro selettivo.
Naturalmente, per chi tende alla dipendenza, il rischio di overdose è dietro l'angolo... così come c'é la possibilità (ghiotta?) di diventare anche noi "(mono)tematici" (come i canali tv), specialisti ipnotizzati dalla nostra passione per un solo hobby, che adesso richiede così tanto tempo che il restante basta a malapena per mangiare, lavorare e dormire.
Ironicamente, ciò è quasi paradossale: proprio adesso che potremmo differenziare le nostre attività ricreative e le nostre passioni, attingendo da sterminate risorse globali, rischiamo di essere monopolizzati da un unico interesse, proprio come nei tempi in cui non c'era molto da scegliere (ora invece potremmo seguire anche i tornei thailandesi di sepak takraw, il campionato di lingerie football LFL o il mondiale dei taglialegna Timbersports...).

everlost

Sono colpita dalla tua schiettezza, Sgiombo...razionalmente devo concordare su tutto, salvo che sono un po' meno drastica di te nel condannare la televisione che a volte è solo uno specchio (magari squallido) della nostra società. Non sempre corrompe e inquina, dato che spesso il marciume esiste già alla fonte. A volte serve solo da tranquillante, come una pasticca o una seduta di psicoterapia a buon mercato.
Per questo condivido le ragioni di Kobayashi.
Poi onestamente mi riesce difficile capire come si faccia a sciropparsi ogni giorno finti anatomopatologi forensi alle prese con finte autopsie, finte emergenze ospedaliere, veri grandi obesi sfatti alle prese con la bilancia, anche se posso capire la funzione catartica di certi spettacoli.
@ cvc
Il rischio di sviluppare dipendenze e monomanie esiste sul serio. Forse non dovrebbe essere così drammatico negli adulti affaccendati, ma dato che non tutti si spaccano la schiena 12 ore al giorno e non tutti lavorano, se una bella parte di mondo passa ore sul divano di casa guardando ciò che vuole in tv, allora qualche pericolo in effetti c'è. 
Soprattutto con le nuove tecnologie che  non costringono più a cedere il telecomando al capofamiglia.

Come osserva Phil, con tutta questa abbondanza d'offerta potremmo spaziare da un hobby all'altro, imparare tre lingue, seguire lezioni dell'università Nettuno o concerti di musica classica, invece poi non lo facciamo: alla fine ognuno si concentra sulla sua principale passione, dedicando ad altri temi solo frammenti di tempo. 
Dunque non è la televisione a renderci monotematici, siamo noi ad esserlo in sostanza...O no? Che ne pensate?
Se sia negativo o positivo non saprei. Quand'ero giovane non ho avuto queste possibilità, magari le avessi avute...oggi dico ben vengano, a certe condizioni però.
Il problema principale è la qualità dell'informazione, che a volte appare completamente fuori controllo. 
Ad esempio, trovo molto preoccupanti le trasmissioni sui misteri alieni che troppe persone guardano in maniera acritica, convincendosi che sia tutto vero e che domani potrebbero essere rapite da un ufo mentre vanno a fare la spesa. Ma scherziamo? Questo è terrorismo bell'e buono. Sbagliamo ad essere tolleranti, a sorridere come se fossero solo sciocchezze: per alcuni non lo sono.

sgiombo

Citazione di: everlost il 27 Settembre 2018, 18:46:42 PM
Sono colpita dalla tua schiettezza, Sgiombo...razionalmente devo concordare su tutto, salvo che sono un po' meno drastica di te nel condannare la televisione che a volte è solo uno specchio (magari squallido) della nostra società. Non sempre corrompe e inquina, dato che spesso il marciume esiste già alla fonte. A volte serve solo da tranquillante, come una pasticca o una seduta di psicoterapia a buon mercato.

Beh, non  é che la TV mi fa schifo integralmente.

Per esempio mi piace seguire i documentari di Alberto Angela (non quelli scientisti di suo padre), molti eventi sportivi (anche se la strabordante preponderanza del calcio , che pure non mi dispiace (ma soprattutto delle chiacchiere sul calcio, "calciomercato", ecc.) induce a sacrificarne molti di veramente interessanti), qualche buon film (soprattutto quelli vecchi, magari in bianco e nero).

Certe trasmissioni, come i "reality" o gli scarugamenti nella spazzatura (delitti più o meno inequivocabilmente risolti in cui si dà sempre la parola agli avvocati delle persone più spregevoli alla ricerca di improbabili "errori giudiziari" o magari medico-legali, corna di attori, cantanti e calciatori, ecc.) mi sembrano offensivi dell' intelligenza degli spettatori (di quelli che ne hanno almeno un minimo, ovviamente, di intelligenza).

Concordo che ciò che non va in generale influenza negativamente la televisione e ciò che non va nella televisione influenza negativamente la società in generale, in una sorta di circolo vizioso.

viator

Salve Everlost. Benvenuta. Chiedersi quanto la televisione (più ampiamente, i media....ancora più ampiamente, la comunicazione pubblica) influenzi i propri fruitori e quanto invece sia il pubblico a determinare le scelte dei comunicatori.........è questione già affrontata a suo tempo da chi per primo si chiese se fossero nati prima l'uovo piuttosto che la gallina.

Nelle democrazie (formali o sostanziali che siano) vige il mercato, cioè l'intreccio tra domanda ed offerta del tutto inestricabile. Ogni sistema comunicativo, ogni società, ogni governo, non possono che esprimere il grado di maturità del popolo che li genera e dai quali viene contemporaneamente influenzato (forse addirittura plasmato).

"O così o Pomì", diceva un noto slogan.

L'alternativa, piuttosto radicale, è il socialismo reale (a media scadenza disastroso) o ideale (del tutto impossibile).

Non so quale sia il tuo giudizio o la tua impressione sul grado di maturità della società italiana.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

everlost

Ah, presto detto: ho un'impressione negativa. 
D'altra parte abbiamo una storia alle spalle che non ha favorito lo sviluppo dell' indipendenza e del senso critico nel nostro popolo, oltre ad alimentare la beata ignoranza e l'irrazionalità come se fossero virtù di cui vantarsi invece che gravi difetti. 
Anche qui siamo nel solito circolo vizioso: sono state le circostanze, gli eventi politici, i regnanti, i governi e la scuola a produrre l'immaturità diffusa degli italiani, o viceversa le tragiche vicende storiche, i disastri amministrativi e sociali del nostro paese sono stati prodotti da un popolo immaturo, quindi incoerente, instabile e irresponsabile per non dire, a volte, cialtrone? 
Non so rispondere, mi sento confusa. 
A volte tendo a credere che il tempo faccia progredire tutte le popolazioni : magari alcune ne richiedono di più ed altre sono più veloci, ma alla fine tutte si evolvono in meglio.
Altre volte sono più pervasa da vaghe influenze taoiste e vedo il mondo, il tempo, l'umanità come un immenso cerchio in cui le cause e gli effetti si intersecano fra loro al punto di non poterli distinguere; e il bene e il male, come nel Taijitu, sono solo due componenti della realtà.
E come si legge nel Laozi:
"Quando nel mondo tutti riconoscono la bellezza come tale, ecco che la bruttezza è già presente. Quando tutti riconoscono la bontà come tale, ecco che la cattiveria è già presente. Perciò essere e non-essere si generano a vicenda, difficile e facile si completano a vicenda, lungo e corto si definiscono a vicenda, alto e basso pendono l'uno verso l'altro, prima e dopo si seguono a vicenda". 
Ma Eraclito l'ha detto meglio...

Phil

Credo che l'aspetto "dirompente" di internet sia proprio il poter essere scappatoia dal circolo vizioso (@viator e @everlost): in rete è quasi insignificante la quantità/qualità della domanda, nel senso che ognuno può proporre la sua offerta (con una quantità/qualità indipendente da quella della domanda).
Notoriamente ci sono criteri quantitativi democratici (nel bene e nel male  ;) ), come visualizzazioni e "like" che costruiscono (e, circolarmente, sono costruiti da) influencer, siti di successo, etc., tuttavia, a differenza della tv, anche le minoranze più sparute, bislacche o di nicchia, possono ritagliarsi uno spazio attivo, senza soccombere alle esigenze di mercato: nella rete possiamo essere tutti "autori", non necessariamente solo fruitori (condizionanti e condizionati) come in tv.
L'effetto collaterale è che la libertà di espressione, coniugata con una cassa di risonanza globale, porta a galla e alimenta fenomeni come il "terrapiattismo", gli haters, le fake news, etc. che forse nuocciono ad alcuni utenti (per non parlare di spiacevoli ricadute come truffe online o peggio).
L'aspetto positivo è che un forum di Riflessioni non chiuderà i battenti perché lo share è troppo basso o perché gli sponsor non sono soddisfatti  ;D

Tornando più in topic, direi che il monotematismo delle reti tematiche non è drasticamente castrante finché ce ne sono molte (ovvero posso scegliere di seguire differenti temi, ognugno con la sua rete ad hoc); per quanto questo possa portare ad inabissarsi patologicamente in quello che dovrebbe essere solo un diversivo, una dis-trazione (che invece può rivelarsi smodata at-trazione), in fondo preferisco il multi-monotematismo di tante reti, piuttosto che il pluritematismo di una manciata di reti (poiché alla fine la scelta effettiva è minore e il condizionamento omologante è maggiore).

InVerno

Nella tv tematica l'intrattenimento è a tema, ma l'informazione segue un canone unico, anche detto "gomblotto!", l'informazione è trattata in segmenti separati ma non segue i modelli dell'intrattenimento. Non esistono per esempio telegiornali dedicati solamente agli appassionati di numismatica o ai curiosi di UFO, e i telegiornali hanno una deontologia, uno stile, e un modello informativo abbastanza omogeneo che è un riflesso di quello della stampa. Il modello di internet è quello di un passaggio attraverso camere stagne, dove le stesse informazioni risuonano come in una conchiglia, i più informati hanno l'indirizzo di tante conchiglie. La rensposabilità di sintesi però è scaricata completamente sull'individuo, addio gomplotto, ora trova le fonti giuste e fatti l'idea giusta. Che questo però sia compatibile con il concetto di democrazia ai tempi della stampa\radio\tv è tutto da dimostrare, per ora il matrimonio sta andando malissimo. Quando però le compagnie che gestiscono questi luoghi digitali hanno chiaramente capito che polarizzare l'audience porta sempre a profitto, cercheranno di polarizzare gli utenti attraverso l'interattività compulsiva. Perchè dovresti commentare un video dove hai visto come si affettano le cipolle? commenta, condividi, posta, lika.. questo invito all'azione continua, a prendere posizione è un esercizio continuo al distanziarsi dall'altro, all'isolamento. Grazie ad internet questo forum esiste, ma il fatto che non c'è nessuno nonostante sia tra i (non tematici) più importanti in Italia è un silenzio assordante. Dove sono tutti gli Italiani che navigano ogni giorno? In qualche conchiglia, a leggere, sentire, vedere, fare monologhi o epitaffi.
Qualcuno dice che grazie a Internet ci siamo tolti il gomplotto, ora siamo liberi di capire, abbiamo scelto la pillola giusta, siamo usciti da Matrix, eppure l'ultima volta che sono andato su Youtube mi è parso di vedere uno scenario diverso..

Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve Everlost. Ogni volta che ho l'occasione di spiegare ad uno straniero come funziona il nostro Paese, gli dico che semplicemente deve tener presente la parola magica : "casino". E il casino è la condizione esistenziale dei cialtroni.

Il fatto è che tanto il nostro è il Paese più riconoscibile del mondo per la sua caratterstica forma, tanto esso possiede confini geografici netti.........tanto meno esso è identificabile dal punto di vista storico e culturale.

L'italia è Paese periferico dell'Europa. E' anche però il più importante Paese mediterraneo. Ha subito dominio ed influenze variegatissime che generano la varietà di culture locali, dalla Val d'Aosta all'Alto Adige, al Friuli alla Calabria alla Sicilia.

L'unità d'Italia (noi siamo bravissimi nel trasformare errori e vergogne in glorie nazionali) è stato atto voluto da un Sovrano sabaudo (dinastia francese) che voleva ampliare il proprio Regno nell'unica direzione possibile - vista la propria debolezza strategica in ambito europeo - cioè incorporando uno Stato della Chiesa ed il Regno Borbonico e raggiungendo l'unità territoriale della penisola ma realizzando la più squilibrata delle costruzioni tra il nord ed il sud, tra la periferia dell'Europa ed il centro del Mediterraneo che rappresenta ora anche la periferia dell'Italia. Hai presente quale mostruosa quantità di risorse ha in 150 anni ingoiato la cosiddetta "questione meridionale" ?.

L'italiano non esiste. Esistono i sudtirolesi, i lombardi, gli abruzzesi, i siculi...... Ricordi quando Cavour (altri dicono D'Azeglio) sospirò : "L'Italia è fatta...ora bisogna fare gli italiani !".

Tu pensi o pensavi che le diverse civiltà e Paesi progrediscano continuamente, sebbene a velocità diverse. Tutte le civiltà seguono una parabola. Ascesa, primato, decadenza.

La civiltà italiana è esistita ai tempi di Roma. Noi ora siamo una civiltà in decadenza. Una decadenza lenta e gestita a modo tutto nostro, furbo e poco doloroso (sinora). Una decadenza mitigata dagli spaghetti, dai mandolini, dalle mamme, dal calcio, dalla fiducia nella Chiesa. Una decadenza fatta dell'arte di arrangiarsi in mezzo al casino permanente. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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