La trappola di Malthus

Aperto da InVerno, 22 Maggio 2018, 13:06:51 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

InVerno

Recentemente si è parlato spesso della bassa natalità Italiana (ma non solo) come una delle emergenze da affrontare con maggiore premura e solerzia (anche solo fosse per "pagare le pensioni ai vecchi"), anche il dibattito sui migranti è spesso derivato in una discussione demografica (necessità di forza lavoro) e viene dato quasi per scontato che aumentare la natalità del paese possa portare solamente a benefici. Paradossalmente l'ho persino visto affermare a chi si è sempre detto contro concetti "teologici" come quelli della "crescita infinita". La ben conosciuta teoria di Malthus afferma esattamente il contrario, i critici della teoria di Malthus affermano che egli non tenne conto della capacità umana di invenzione tecnologica, i critici dei critici di Malthus affermano che i precedenti non tengono in considerazione il costo ecosistemico della tecnologia necessaria a rendere possibile il superamento (illusorio) del problema demografico (es. fertilizzanti chimici) . Chi ha ragione?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bluemax

la natura.

Manca il predatore...

baylham

La teoria di Malthus è fondamentale, ha un nucleo valido, da cui sono derivati sviluppi teorici in biologia, ecologia ed economia.

L'innovazione tecnologica sposta il problema posto da Malthus, ma non lo risolve.
L'uomo è l'unica specie che può porsi il controllo delle nascite come obiettivo, non è detto che ci riesca, ma qual è la giusta dimensione della popolazione?
La costituzione di una riserva di risorse primarie, agricole, è una possibile risposta.

Penso che la decrescita della popolazione umana in prospettiva attraverso il controllo delle nascite sia un obiettivo desiderabile, i cui inevitabili effetti negativi siano ben inferiori rispetto alle altre ipotesi, di stazionarietà o di crescita. 

Ho il timore che la guerra, non il controllo delle nascite, sarà più probabile come fatto limitante della popolazione umana. 
(L'invenzione delle armi di distruzione di massa è a favore o contro la teoria malthusiana?)

Jacopus

Hanno ragione Malthus ed i suoi critici. L'innovazione tecnologica ha reso possibile l'aumento geometrico anche delle risorse, riuscendo così a bilanciare lo sviluppo demografico. Il problema però è relativo all'aumento delle aspettative: se tutti si accontentassero di vivere serenamente, cibo, un tetto, vestiti...non credo che ci sarebbe penuria di risorse, ma se tutti si fossero accontentati di questo, nessuno avrebbe estratto carbone o progettato missili.
Questa è stata la traiettoria finora, maggiori risorse, maggiori richieste. Richieste che si sviluppano secondo il principio delle aspettative e del mito del "progresso", secondo il quale le generazioni successive devono avere un benessere superiore alle generazioni precedenti. E' proprio anche per questo che viviamo tempi socialmente instabili: per la prima volta dai tempi della rivoluzione industriale, la generazione successiva probabilmente vivrà mediamente peggio di quella precedente.
Fino a mezzo secolo fa, la contraddizione fra sfruttamento del pianeta terra e deterioramento delle sue risorse era celato dalla presenza di spazi ancora enormi di sfruttamento. L'ambiente era ancora la discarica delle tensioni sociali: si pensi solo alla colonizzazione eurocentrica come valvola di sfogo della sovrappopolazione.
Ora i limiti e le controindicazioni sono sempre più presenti nel discorso quotidiano, fino a pensare allo sviluppo come consumatore di spazio, come fonte di inquinamento, come causa del cambiamento climatico.
Le strade possibili, secondo me, sono due. O la decrescita felice alla Latouche, o la ricerca di nuove tecnologie che rincorrono le richieste di una popolazione sempre in aumento tendenziale. Ce n'è anche una terza, quella a cui ha accennato Baylham: la guerra. Una guerra per le risorse che è già in atto del resto e che è una delle cause dei fenomeni migratori.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: baylham il 22 Maggio 2018, 16:37:05 PMHo il timore che la guerra, non il controllo delle nascite, sarà più probabile come fatto limitante della popolazione umana.
(L'invenzione delle armi di distruzione di massa è a favore o contro la teoria malthusiana?)
Ricordo ancora quel bellissimo studio (per la serietà, non per le prospettive) che ripercorrendo l'intera storia ritraccia nelle malattie endemiche e nella guerra le uniche due forze capaci di controbilanciare disparità di risorse troppo accentuate. La teoria malthusiana in teoria potrebbe essere collegata a ciò non difficilmente. Ma è davvero necessario un controllo delle nascite? Mi sembra che la bassa natalità si sia innescata automaticamente, quasi fosse un meccanismo automatico di difesa, attraverso le leve economiche, senza nessun bisogno di intervento statale. Gli stati nazionali sono in grado di percorrere questa strada, essendo che coincide immediatamente con un calo di pil?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

C'è una sovrappopolazione umana che va contenuta, il controllo delle nascite è necessario in tutti i paesi per accrescere il reddito dei paesi poveri.
 
Il reddito medio e la sua distribuzione è ciò che conta, non il reddito assoluto.

viator

Salve. Un applauso a Bluemax. La questione demografica è la chiave dei problemi del mondo. L'equazione naturale non può che dire "dove si nasce facile si muore facile" (i paesi ad alta natalità non possono che essere anche quelli a più bassa attesa di vita media).

Quindi, per uscire dalla sovrapopolazione, occorrerebbe decidere se ostacolare la fertilità oppure non insistere con l'eliminazione (contenimeto) delle cause di morte.

Naturalmente nessuno può far nulla (unica eccezione :la politica demografica della Cina), per cui ci penseranno i tanto aborriti meccanismi naturali (dei quali, ci piaccia o meno, fanno parte anche le guerre, la cui origine è sempre - anche se non evidentemente e non consapevolmente - il meccanismo demografico), i meccanismi naturali, dicevo, a sistemare l'aritmetica della presenza umana sul pianeta.

Ricordiamoci che la presenza umana, considerata in chiave dermatologica dal punto di vista dell'organismo Terra (vi ricordate di Gaia?) non è altro che un fastidiosissimo eczema del quale le difese immunitarie del pianeta sapranno - se sarà necessario - liberarsi con notevole facilità.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Discussioni simili (1)