La rivoluzione virtuale

Aperto da cvc, 21 Aprile 2020, 09:49:50 AM

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cvc

Credo che il mondo stia assistendo all'inizio della fine della globalizzazione. Quando il presidente degli USA prende decisioni tanto protezionistiche da far apparire la Cina come caposaldo del liberismo, quando una pandemia scuote tutte le certezze attorno alla apertura delle frontiere, lo stato di crisi del fenomeno geopolitico chiamato globalizzazione appare evidente. E in questo suo declino che importanza hanno avuto i manifestanti cosiddetti no global? Praticamente pari a zero. Sono le motivazioni economiche e sanitarie alla base del decadimento globale, e in nessuna misura le proteste sociali, che pur ci sono state. Niente a che vedere con le contestazioni degli anni 60 che avevano esercitato tanta influenza sulla politica e sulla coscienza sociale del tempo.
Da questa considerazione mi viene da generalizzare che quello che io chiamo "consenso della rabbia" esercitato sul web dai vari no global, no vax, no tav, no eccetera eccetera, non ha alcuna influenza sulla nostra vita concreta. Si diffonde un video dove l'incazzato di turno secerne con abbondanza di testimonianze ed esempi i suoi succhi gastrici, una marea di consensi, un sentimento di catarsi collettiva nella rabbia generale, e poi?
Il riposo del guerriero prima della prossima inutile rivoluzione virtuale, che assume sempre più i contorni dell'operetta.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

viator

Salve cvc. Personalmente non credo proprio alla fine della globalizzazione. La situazione attuale secondo me è puramente contingente (effetti di "rimbalzo" legati anche alla eccessiva velocità del processo stesso di globalizzazione) poichè le cause  della globalizzazione consistono nella grande facilità di spostamento fisico meccanizzato ma soprattutto nella massa ciclopica e nella facilità-pervasività della comunicazione sia personale che di massa, aspetti questi ultimi che sono stati addirittura enfatizzati dal diffondersi della pandemia.


D'altra parte non vedo perchè solo gli umani avrebbero dovuto approfittare della facilità di spostamento : anche i virus hanno il diritto di prendersi delle vacanze in luoghi per loro esotici o più semplicemente di migrare in luoghi dove trovare migliori occasioni di lavoro.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

cvc

Citazione di: viator il 21 Aprile 2020, 14:33:44 PM
Salve cvc. Personalmente non credo proprio alla fine della globalizzazione. La situazione attuale secondo me è puramente contingente (effetti di "rimbalzo" legati anche alla eccessiva velocità del processo stesso di globalizzazione) poichè le cause  della globalizzazione consistono nella grande facilità di spostamento fisico meccanizzato ma soprattutto nella massa ciclopica e nella facilità-pervasività della comunicazione sia personale che di massa, aspetti questi ultimi che sono stati addirittura enfatizzati dal diffondersi della pandemia.


D'altra parte non vedo perchè solo gli umani avrebbero dovuto approfittare della facilità di spostamento : anche i virus hanno il diritto di prendersi delle vacanze in luoghi per loro esotici o più semplicemente di migrare in luoghi dove trovare migliori occasioni di lavoro.


Certo non è detto che il fenomeno globalizzazione non assimili anche questa pandemia per diventare ancora più radicato nella nostra storia. Del resto se vediamo le contromisure finora adottate (lockdown, droni, app) sono abbastanza omogenee dalla Cina, alla Corea fino ai nostri stati di diritto. E la tenzone mediatica fra USA e Cina va scremata dal fatto che questi ultimi hanno in dispensa una bella fetta di debito pubblico USA .
Però alcune cose andranno osservate. Come reagirà la nostra coscienza una volta assodati chi sono gli untori e le circostanze del contagio iniziale? Come influirà sulla loro reputazione? L'euro reggerà? Gli immigrati continueranno ad arrivare? La libera circolazione riprenderà come prima? Avrà ancora senso spostare le produzioni all'estero quando in stato di emergenza non siamo nemmeno in grado di mettere insieme un pezzo di stoffa o carta con due elastici per procurarci delle mascherine?
Staremo a vedere, io la risposta non ce l'ho.
Più che altro constatavo quanto siano effimeri i moti di rabbia che partono dal web e sembrano trovare schiere di seguaci, salvo poi disperdersi nel nulla. Come se i social fossero diventati una valvola di sfogo della rabbia popolare che si illude di poterci cavarne qualcosa. Ma poca o nulla influenza hanno sui fatti. Vedi i famosi 'we are 99%"

Saluti.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

viator

Salve cvc. "Più che altro constatavo quanto siano effimeri i moti di rabbia che partono dal web e sembrano trovare schiere di seguaci, salvo poi disperdersi nel nulla. Come se i social fossero diventati una valvola di sfogo della rabbia popolare che si illude di poterci cavarne qualcosa. Ma poca o nulla influenza hanno sui fatti. Vedi i famosi 'we are 99%"

Certo che i social servono alla "apparente democratizzazione della comunicazione", all'interno della logica - oggi appena un poco più raffinata - del "panem et circenses".

Gli imbecilli impotenti siano pure il 99%, tanto basta l'1% per controllarli.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: cvc il 21 Aprile 2020, 15:00:33 PM
Però alcune cose andranno osservate. Come reagirà la nostra coscienza una volta assodati chi sono gli untori e le circostanze del contagio iniziale? Come influirà sulla loro reputazione?
Come la orienterà il flusso mediatico.
CitazioneL'euro reggerà?
Sì, chi lo ha progettato ne sapeva di più di chi vuole uscire. La GB non fa testo. E' una cassaforte di banditi internazionali della finanza. L'Italia è l'ultimo paese che ha interesse ad uscire. Non l'ha fatto neppure la Grecia dopo il massacro che le è costato l'euro.
CitazioneGli immigrati continueranno ad arrivare?
la Tirrenia Rubattino si sta già riempiendo e la flotta ONG fa la spola con la Libia.
CitazioneLa libera circolazione riprenderà come prima?
Stabilizzato il contagio e fatto il vaccino: sì (probabilmente anche senza vaccino, con un po' di attenta prevenzione)
CitazioneAvrà ancora senso spostare le produzioni all'estero quando in stato di emergenza non siamo nemmeno in grado di mettere insieme un pezzo di stoffa o carta con due elastici per procurarci delle mascherine?
Visto il dispendio in hitec penso che potremo riprenderci un po' di legittima autarchia, per la gioia dei sovranisti.
CitazioneStaremo a vedere, io la risposta non ce l'ho.
Non mi sembrano misteri di Fatima.
CitazionePiù che altro constatavo quanto siano effimeri i moti di rabbia che partono dal web e sembrano trovare schiere di seguaci, salvo poi disperdersi nel nulla. Come se i social fossero diventati una valvola di sfogo della rabbia popolare che si illude di poterci cavarne qualcosa. Ma poca o nulla influenza hanno sui fatti. Vedi i famosi "we are 99%"
Ogni era ha i suoi panem et circenses. Il nostro circense si chiama web.

Saluti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#5
Citazione di: cvc il 21 Aprile 2020, 15:00:33 PM
Più che altro constatavo quanto siano effimeri i moti di rabbia che partono dal web e sembrano trovare schiere di seguaci, salvo poi disperdersi nel nulla. Come se i social fossero diventati una valvola di sfogo della rabbia popolare che si illude di poterci cavarne qualcosa. Ma poca o nulla influenza hanno sui fatti. Vedi i famosi 'we are 99%"

Saluti.
L'ho notato anch'io.
Ma mi chiedo quanto sia congruo l'uso del termine "effimero" al contesto di interesse.
Forse non è corretto legare l'efficacia di un azione alla sua durata se mettiamo a confronto il mondo di oggi che corre veloce con quello di ieri più lento.
I termini usati per descrivere la globalizzazione , come ad esempio quello di "villaggio globale"  , illustrano una contrazione virtuale dello spazio, che però è la metafora di una contrazione reale del tempo.
Dal punto di vista della geografia dire che il globo è diventato un villaggio equivale a dire che i villaggi sono spariti dalla mappa , avendo perso la loro funzione e importanza.
Ma se consideriamo la questione dal punto di vista funzionale , villaggi virtuali si accenderebbero e spegnerebbero in continuazione sulla mappa se avessero un luogo , con luce "effimera".
È come se a una sequenza di villaggi , ognuno col suo campanile,  si fosse sostituita una stratificazione di villaggi che circonda il globo come le sfere celesti di una volta.
Nel significato della attuale terminologia però le sfere , quando girano , non producono armonia.😇
Forse sarebbe più corretto descrivere la globalizzazione come una moltiplicazione di campanili virtuali , facili da costruire come da abbattere , più o meno effimeri.
Allora mi appare chiaro il perché, chi coltiva l'obiettivo di avere una casa , si senta sempre fuori luogo in questo nuovo mondo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#6
Che la rabbia , pur con le sue diciamo  "effimere "manifestazioni , sia un sentimento diffuso mi pare che ormai possa dirsi percezione comune.
Non resta che interrogarsi sulla sua origine.
Infatti , se è vero che  l'esigenza di sfogare questa rabbia sia materia di cronaca giornaliera , non mi pare sia chiara a nessuno di quelli che la manifestano  la sua origine.
Cedo che il motivo sia il seguente.
Impegniamo spesso tutte le nostre risorse ,come spinti da una forza di inerzia , per ottenere obiettivi , che erano fondamentali nel vecchio mondo, ma  che sono inattuali.
In un mondo disegnato con campanili segnaposto avere una casa , "coincidere con un luogo" , sembra un obiettivo irrinunciabile.
Ma forse non è più così, e se abbiamo impegnato tutte le nostre risorse a questo scopo , dopo non resta che una rabbia cieca che si accende e si spegne in continuo diretta in ogni direzione , ma con direzioni preferenziali che diventano un indizio della sua origine.
Intrupparsi in un movimento di rabbia , seppur effimero , è un po' come sentirsi di nuovo a casa.
Non sarà un caso che questa rabbia si rivolga preferibilmente verso chi una casa , per scelta ( cittadini integrati nel villaggio globale ) o per accidente  (migranti) non c'è l'ha più.
Nel vecchio mondo uno che era arrivato era uno che si era fatto una "posizione".
Uno che poteva esibire un segnaposto.
Questo , per inerzia , continua ad essere l'obiettivo ,ma adesso sbagliato.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

cvc

Ciao Iano. Che l'affermarsi della globalizzazione abbia coinciso con il diffondersi dell'uso del web non credo sia un caso. Quando si è assuefatti dai social la casa diventa un luogo qualunque dove ci si possa connettere con lo smartphone. La rabbia è un'emozione che una volta innescata spezza le associazioni coi precedenti stati d'animo. Se uno è scontento di se e della propria vita può trovare nella rabbia un'oasi di temporaneo rifugio da se stesso. Dal punto di vista umano è comprensibile.
Il fatto è che poi i più scaltri e manipolatori sfruttano la rabbia altrui per gli interessi propri. E l'agitatore incazzato è sempre uno spettacolo irresistibile. C'è persino chi allestisce nei teatri più famosi gli spettacoli dove va in scena la rabbia e il libero insulto e c'è gente disposta a pagare profumatamente per assistervi.


Saluti.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

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