La legge e l'eutanasia

Aperto da Eutidemo, 18 Febbraio 2023, 06:39:04 AM

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Eutidemo

In un diverso topic ho esaminato cosa prevede la Bibbia riguardo all'eutanasia; e, da due specifici versetti biblici, ne ho dedotto che la consente espressamente.
Ma cosa dice la nostra legge al riguardo?
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PREMESSA: L'OMICIDIO DEL CONSENZIENTE
Il primo comma dell'art.579 del Codice Penale stabilisce che: "Chiunque <<cagiona>> la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni."
Gli altri commi di tale norma, almeno per ora, non ci interessano in modo particolare.
Ci interessa invece il secondo comma dell'art.40 del Codice Penale, il quale, in generale, chiarisce che: "Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a <<cagionarlo.>>"
Per cui l'"omicidio del consenziente",  in via di principio, si configura:
- sia "commissivamente", cioè nel caso in cui il soggetto agente (in genere un medico) somministri al soggetto passivo consenziente un farmaco mortale;
- sia "omissivamente", cioè nel caso in cui il soggetto agente (in genere un medico) non somministri al soggetto passivo consenziente un farmaco o un trattamento che potrebbe salvargli la vita.
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LA LEGGE CHE CONSENTE L'EUTANASIA PER MEZZO DELLA OMISSIONE DI UN TRATTAMENTO SALVAVITA.
Sebbene la maggioranza delle persone lo ignori, soprattutto a causa di una deplorevole carenza informativa da parte dei mass-media, da quasi cinque anni in Italia già esiste una normativa che, a determinate condizioni, consente una vera e propria forma di EUTANASIA; la quale normativa, a ben vedere, non è altro che una tardiva applicazione dell'art.32 della Costituzione, il quale, da più di settant'anni, prevede che, in via di principio, non si può obbligare nessuno ad essere sottoposto ad un determinato trattamento sanitario contro la sua volontà (neanche se è indispensabile per salvargli la vita).
Però è solo da qualche anno che tale principio costituzionale ha ottenuto una applicazione concreta dalla legge LEGGE 22 dicembre 2017, n. 219; della quale, però, molti ospedali se ne fregano altamente, contando sull'ignoranza dei ricoverati e dei loro familiari.
Per cui ho ritenuto opportuno illustrane i contenuti, sebbene in estrema sintesi, affinchè questi ultimi non vengano più menati per il naso da primari ospedalieri in malafede.
Sunteggiamone i punti topici.
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1) DIRITTO ALL'INFORMAZIONE (vedi art.1 comma 3)
Ogni persona ha il diritto di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo:
a)
Alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati dal medico.
b)
Alle possibili alternative e alle conseguenze dell'eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell'accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi.
Cioè, in parole povere, il malato ha il diritto di sapere se si trova o meno in condizioni ormai "terminali", e se i trattamenti sanitari indicati dal medico:
- possono concretamente servire a salvargli la vita;
- ovvero se servono soltanto a farlo morire più lentamente.
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2) DIRITTO AL RIFIUTO DI FARMACI O TRATTAMENTI "SALVAVITA" (vedi art.1 comma 5)
Ogni persona capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, qualsiasi accertamento diagnostico, farmaco o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia, o singoli atti del trattamento stesso, anche se, secondo il medico:
- possono concretamente servire a salvargli la vita;
- ovvero se servono soltanto a farlo morire più lentamente.
Cosa si debba fare, lo decide il malato, e non il medico!
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3) DIRITTO AL RIFIUTO DEL SOSTENTAMENTO ALIMENTARE FORZATO (vedi art.1 comma 5)
Prima che venisse emanata le legge in commento, alcuni pazienti, decisi a non prolungare oltre la loro miserevole esistenza, invocavano disperatamente l'art.32 della Costituzione, il quale già più di settant'anni consentiva loro di rifiutare un trattamento medico "salvavita"; ma la maggior parte dei medici, con un'arte sofistica degna di Protagora e di Gorgia da Leontini, replicavano loro che la "nutrizione artificiale" e "l'idratazione artificiale non costituivano un "trattamento" sanitario", bensì soltanto un modo di alimentarli e di non farli morire di sete.
Cosa che loro non potevano consentire!
Per fortuna, però, ora, la legge in commento, chiarisce legalmente che la nutrizione artificiale e l'idratazione artificiale, in quanto somministrazione, su prescrizione medica, di nutrienti mediante dispositivi medici, sono considerati trattamenti sanitari; e che, quindi, il paziente li può liberamente rifiutare, anche se ne conseguirà inevitabilmente la sua morte.
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4) OBBLIGO DEL MEDICO DI RISPETTARE LA VOLONTA' DEL PAZIENTE (vedi art.1 comma 5)
Il medico,  anche avvalendosi dei servizi di assistenza psicologica, può cercare di far cambiare idea al paziente; ma, se questo persiste nella sua decisione, il medico è obbligato a rispettare la sua volonta' di morire, in conseguenza del rifiuto del trattamento sanitario, ovvero della rinuncia ad un trattamento già in atto.
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5) DEROGA AL REATO DI OMICIDIO DEL CONSENZIENTE (vedi art.1 comma 6)
Così facendo, se non fosse stata emanata la legge che stiamo commentando, il medico potrebbe incorrere, per "omissione", nel reato di "omicidio del consenziente" ex art.579 C.P.; ed infatti non somministra al soggetto passivo consenziente un farmaco o non gli pratica un trattamento, che potrebbero salvargli la vita.
Ma l'art.1 comma 6 della legge in commento, formula una deroga espressa alla citata norma penale, stabilendo che il medico che non somministra al soggetto passivo consenziente un farmaco o non gli pratica un trattamento, che potrebbero salvargli la vita, è esente da responsabilità civile o penale.
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6) DIVIETO DI TRATTAMENTO SANITARIO FORZOSO E DEGRADANTE (vedi art.613 bis C.P.)
Diversamente, se il medico somministra "forzosamente" al paziente un farmaco o un trattamento da lui rifiutato, in determinate condizioni, potrebbe incorrere nel reato di cui all'art.613 bis C.P.; ed infatti, così facendo, potrebbe crudelmente cagionare inutili ulteriori sofferenze fisiche o psichiche a una persona affidata alla sua cura ed assistenza, riducendolo in una condizione degradante per la dignità della persona (come, purtroppo, in alcuni casi ho potuto verificare personalmente).
In tal caso il medico, a seguito di denuncia da parte del malato e/o dei suoi familiari, rischia la pena della reclusione dai quattro ai dieci anni!

Eutidemo

6) SEDAZIONE ANALGESICA DEL MORENTE (vedi art.2)
Ovviamente la non somministrazione o  l'interruzione di un "farmaco salvavita", ovvero la non applicazione o l'interruzione di un "trattamento-salvavita", non significa certo abbandonare la "cura" del malato; ed infatti sarebbe impensabile interrompere, su sua richiesta, la "ventilazione forzata" di un paziente, e vederlo contorcersi mentre muore soffocato.
Ed infatti la legge in commento (vedi art.2), prevede quanto segue:
a)
Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico.
b)
A tal fine, per accompagnare "analgesicamente" la "dipartita" del paziente, e' sempre garantita un'appropriata "terapia del dolore", per mezzo delle "cure palliative" di cui alla legge 15 marzo 2010, n. 38; le quali consistono nelle appropriate terapie farmacologiche, chirurgiche, strumentali, psicologiche e riabilitative, tra loro variamente integrate, allo scopo di ottenere la soppressione e il controllo del dolore (vedi art. 2, comma 1, lettera b della legge 15 marzo 2010, n. 38).
c)
Nei casi di un paziente con "prognosi infausta" a breve termine o di "imminenza di morte", il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati; e questo, almeno per come io ritengo di poter interpretare la norma, a prescindere da una espressa manifestazione di volontà del paziente.
Ed infatti, anche nel caso del cosiddetto "accanimento terapeutico", il medico potrebbe comunque incorrere nel reato di cui all'art.613 bis C.P.; rischiando, quindi, la pena della reclusione dai quattro ai dieci anni!
d)
In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico puo' ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore di cui alla lett.b); in questo caso, però, è necessario il consenso del paziente.
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7) MINORI E INCAPACI (vedi art.3)
La persona minore di eta' o incapace ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacita' di comprensione e di decisione, nel rispetto dei diritti di cui all'articolo 1, comma 1; cioè, deve ricevere informazioni sulle scelte relative alla propria salute in modo consono alle sue capacita' per essere messa nelle condizioni di esprimere la sua volonta'.
Tuttavia:
a)
Il consenso informato al trattamento sanitario del minore e' espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilita' genitoriale o dal tutore tenendo conto della volonta' della persona minore, in relazione alla sua eta' e al suo grado di maturita', e avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore nel pieno rispetto della sua dignita'.
b)
Il consenso informato della persona interdetta ai sensi dell'articolo 414 del codice civile e' espresso o rifiutato dal tutore, sentito l'interdetto ove possibile, avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita della persona nel pieno rispetto della sua dignita'.
c)
Il consenso informato della persona inabilitata e' espresso dalla medesima persona inabilitata; però, nel caso in cui sia stato nominato un amministratore di sostegno la cui nomina preveda l'assistenza necessaria o la rappresentanza esclusiva in ambito sanitario, il consenso informato e' espresso o rifiutato anche dall'amministratore di sostegno ovvero solo da quest'ultimo, tenendo conto della volonta' del beneficiario, in relazione al suo grado di capacita' di intendere e di volere.
d)
Nel caso in cui il rappresentante legale della persona interdetta o inabilitata oppure l'amministratore di sostegno, in assenza delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT) di cui all'articolo 4, o il rappresentante legale della persona minore rifiuti le cure proposte e il medico ritenga invece che queste siano appropriate e necessarie, la decisione e' rimessa al giudice tutelare su ricorso del rappresentante legale della persona interessata o dei soggetti di cui agli articoli 406 e seguenti del codice civile o del medico o del rappresentante legale della struttura sanitaria.
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8 ) IL  TESTAMENTO BIOLOGICO (vedi art.4)
L'articolo in questione, tratta delle DAT (Disposizioni anticipate di trattamento), comunemente definito "TESTAMENTO BIOLOGICO", per mezzo del quale ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un'eventuale futura incapacita' di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, puo', attraverso le DAT:
- esprimere le proprie volonta' in materia di trattamenti sanitari, nonche' il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari;
- indicare altresi' una persona di sua fiducia, che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.
Suggerisco a tutti di fare il proprio "TESTAMENTO BIOLOGICO"; ma sorvolo sulle sue modalità, descritte dalla legge, perchè consiglio anche, nel redigerlo, di farsi assistere da un avvocato e da un medico di propria fiducia.
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9) PIANIFICAZIONE CONCORDATA (vedi art.5)
Nella relazione tra paziente e medico di cui all'articolo 1 comma 2 (sopra già commentato), rispetto all'evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, puo' essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico e l'equipe sanitaria sono tenuti ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità.
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                                     RACCOMANDAZIONE
Suggerisco a tutti, non solo di fare quanto prima il proprio "TESTAMENTO BIOLOGICO", ma anche di memorizzare il più possibile il contenuto della normativa da me qui "sommariamente" riassunta; perchè, una volta nelle mani di operatori sanitari ignoranti o poco scrupolosi, potrebbe essere ormai troppo tardi.
Il testo integrale della legge, da stampare e da tenere sempre in tasca per qualsiasi sventurata evenienza, lo potete trovare al seguente LINK.

Ipazia

Si potrebbe chiamarla legge Englaro, frutto dell'eroica resistenza dei genitori in un caso di accanimento terapeutico pluridecennale. Purtroppo, come per la 194, anche qui la forbice tra norma e comportamento della Comunità Scientifica nazionale, è aberrante. Quella stessa corporazione che non ha avuto alcuna esitazione bioetica a trasformare persone sane in pazienti malati e deceduti nella sperimentazione, o meglio affare, covidemico.

L'etica è materia complessa e lo sterco del demonio è onnipresente nelle sue vicissitudini. Anche in questa materia si risolve la questione con un oneroso viaggio in Svizzera. Resta comunque una legge importante che, col testamento biologico, pone limiti allo strapotere dei dominanti sui nostri corpi e la nostra vita e morte.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Citazione di: Ipazia il 18 Febbraio 2023, 07:51:27 AMSi potrebbe chiamarla legge Englaro, frutto dell'eroica resistenza dei genitori in un caso di accanimento terapeutico pluridecennale. Purtroppo, come per la 194, anche qui la forbice tra norma e comportamento della Comunità Scientifica nazionale, è aberrante. Quella stessa corporazione che non ha avuto alcuna esitazione bioetica a trasformare persone sane in pazienti malati e deceduti nella sperimentazione, o meglio affare, covidemico.

L'etica è materia complessa e lo sterco del demonio è onnipresente nelle sue vicissitudini. Anche in questa materia si risolve la questione con un oneroso viaggio in Svizzera. Resta comunque una legge importante che, col testamento biologico, pone limiti allo strapotere dei dominanti sui nostri corpi e la nostra vita e morte.


Hai ragione!
Ma, proprio per questo, occorre dare maggiore pubblicità possibile alla normativa in questione (sebbene sia ancora troppo poco); ciò, affinchè, nella misura del possibile, la gente possa legalmente ribellarsi alle prassi vessatorie di alcuni ospedali.

Aspirante Filosofo58

Per arrivare a chiedere la "dolce morte" (mi pare che eutanasia abbia più o meno questo significato), significa che:
  • chi la richiede è stanco di vivere in condizioni che non reputa dignitose;
  • chi la richiede non ha intorno persone  in grado (perché non sanno, possono o vogliono) di fargli apprezzare la propria stessa vita;
  • gli organi preposti ad eliminare tutto ciò che di fatto impedisca l'uguaglianza (non l'omologazione) dei cittadini, trovano antieconomico farlo:
  • varie ed eventuali....

Sento spesso parlare dell'allungamento dell'età delle persone, ma ben poco sento riguardo al miglioramento della qualità della vita stessa. E' facile per chi non vive certi drammi, liquidare tutto come "volontà di Dio", contro la quale andando si commette peccato. Siamo sicuri che voltarsi dall'altra parte, anziché affrontare e risolvere il problema, sia cristiano o anche più semplicemente, umano? Cosa ne sanno medici e infermieri, oltre a ciò che hanno studiato, di come ci si senta, quando ci si trascina per giorni, mesi o anni, sperando in un periodo migliore che mai pare arrivare? Quegli stessi medici e infermieri poi dovranno rendere conto ai propri superiori, e, se avranno risparmiato soldi (magari sulla pelle dei malati) saranno bravi; diversamente, se avranno speso dei soldi in più, nel tentativo di rendere migliore o comunque più accettabile la vita dei malati, medici e infermieri saranno considerati negativamente dai loro capi. 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Eutidemo

Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 18 Febbraio 2023, 11:31:05 AMPer arrivare a chiedere la "dolce morte" (mi pare che eutanasia abbia più o meno questo significato), significa che:
  • chi la richiede è stanco di vivere in condizioni che non reputa dignitose;
  • chi la richiede non ha intorno persone  in grado (perché non sanno, possono o vogliono) di fargli apprezzare la propria stessa vita;
  • gli organi preposti ad eliminare tutto ciò che di fatto impedisca l'uguaglianza (non l'omologazione) dei cittadini, trovano antieconomico farlo:
  • varie ed eventuali....

Sento spesso parlare dell'allungamento dell'età delle persone, ma ben poco sento riguardo al miglioramento della qualità della vita stessa. E' facile per chi non vive certi drammi, liquidare tutto come "volontà di Dio", contro la quale andando si commette peccato. Siamo sicuri che voltarsi dall'altra parte, anziché affrontare e risolvere il problema, sia cristiano o anche più semplicemente, umano? Cosa ne sanno medici e infermieri, oltre a ciò che hanno studiato, di come ci si senta, quando ci si trascina per giorni, mesi o anni, sperando in un periodo migliore che mai pare arrivare? Quegli stessi medici e infermieri poi dovranno rendere conto ai propri superiori, e, se avranno risparmiato soldi (magari sulla pelle dei malati) saranno bravi; diversamente, se avranno speso dei soldi in più, nel tentativo di rendere migliore o comunque più accettabile la vita dei malati, medici e infermieri saranno considerati negativamente dai loro capi.

Hai ragione! :)
Occorre sempre distinguere:
- determinate malattie croniche (nel qual caso le condizioni di vita del paziente possono essere migliorate, per rendere la sua esistenza più degna di essere vissuta);
- determinate malattie terminali (nel qual caso non c'è più niente da fare).

Socrate78

Continuo a ritenere che il concetto di "vita degna di essere vissuta" sia fondamentalmente erroneo, perché non esiste un valore assoluto e veramente oggettivo affinché una vita sia più degna di essere vissuta di un'altra. Il concetto di dignità è soggettivo e molto relativo ed ideologico, ad esempio per i nazisti si aveva dignità solo se si era di pura razza ariana e se si era ebrei si era ad un livello infimo di umanità, per gli antichi Romani se si era schiavi non si aveva quasi nessuna dignità. Nel contesto ideologico di questo thread la vita che è degna di essere vissuta sembra essere la vita con meno dolore possibile, ma chi l'ha detto che è così? Chi l'ha detto che morire sedato, imbottito di farmaci come curaro, morfina, oppiacei, sia più dignitoso che morire soffrendo come si è sempre del resto morti da millenni, quando non esisteva nessun palliativo? Il presupposto che sta dietro tutti questi ragionamenti è quello secondo cui la sofferenza non abbia senso e sia inutile, ma secondo me non è affatto vero, per la mia visione religiosa Dio permette la sofferenza e la morte dolorosa per motivi imperscrutabili legati all'evoluzione spirituale di quella persona e quindi l'eutanasia volontaria rimane sempre e comunque un atto con cui l'individuo si mette contro Dio nel dichiarare che quella condizione è senza senso e non è dignitosa.

Ipazia

Certamente. Se esiste un Dio della sofferenza, legittimo è per chi soffre mettersi contro. Se non esiste, un problema in meno. In entrambi i casi, spetta al sofferente decidere della sua vita e della sua morte sulla base delle proprie convinzioni profonde, che non sono generalizzabili.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

E se davvero fosse che Dio ci manda la sofferenza per i suoi imperscrutabili scopi, allora è altrettanto blasfemo curarsi. Un tumore deve fare il suo corso ed anche i vaccini (con piena e trasversale soddisfazione di Ipazia) sono una fonte peccaminosa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Aspirante Filosofo58

Citazione di: Socrate78 il 18 Febbraio 2023, 20:51:10 PMContinuo a ritenere che il concetto di "vita degna di essere vissuta" sia fondamentalmente erroneo, perché non esiste un valore assoluto e veramente oggettivo affinché una vita sia più degna di essere vissuta di un'altra. Il concetto di dignità è soggettivo e molto relativo ed ideologico, ad esempio per i nazisti si aveva dignità solo se si era di pura razza ariana e se si era ebrei si era ad un livello infimo di umanità, per gli antichi Romani se si era schiavi non si aveva quasi nessuna dignità. Nel contesto ideologico di questo thread la vita che è degna di essere vissuta sembra essere la vita con meno dolore possibile, ma chi l'ha detto che è così? Chi l'ha detto che morire sedato, imbottito di farmaci come curaro, morfina, oppiacei, sia più dignitoso che morire soffrendo come si è sempre del resto morti da millenni, quando non esisteva nessun palliativo? Il presupposto che sta dietro tutti questi ragionamenti è quello secondo cui la sofferenza non abbia senso e sia inutile, ma secondo me non è affatto vero, per la mia visione religiosa Dio permette la sofferenza e la morte dolorosa per motivi imperscrutabili legati all'evoluzione spirituale di quella persona e quindi l'eutanasia volontaria rimane sempre e comunque un atto con cui l'individuo si mette contro Dio nel dichiarare che quella condizione è senza senso e non è dignitosa.

Io ho provato il dolore e la sofferenza che da esso scaturisce. Quindi, che Dio sia d'accordo o meno,  io non vorrei in alcun modo soffrire più di quanto abbia già sofferto. Dopo una paralisi cerebrale a un anno, un ictus ischemico a 48, diverse cadute con cui  mi sono procurato lussazioni (4 al gomito destro, 1 alla spalla sinistra), 9 cicatrici sul mio corpo, dovute a 6 interventi chirurgici e a una "aggiustatina" del mento, direi che la misura sia colma. Ogni tanto vorrei respirare e vivere anch'io.
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Ipazia

E pure fare da cavia di affaristi stregoni, per la gioia di Jacopus, sarebbe negli imperscrutabili disegni della divinità. Se poi capita una "morte improvvisa" è un mistero della fede (nella Scienza, che ha sovvertito anche la natura dei vaccini, a scopi di lucro e sperimentazione dissimulata).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Claudia K

Citazione di: Socrate78 il 18 Febbraio 2023, 20:51:10 PMContinuo a ritenere che il concetto di "vita degna di essere vissuta" sia fondamentalmente erroneo, perché non esiste un valore assoluto e veramente oggettivo affinché una vita sia più degna di essere vissuta di un'altra. Il concetto di dignità è soggettivo e molto relativo ed ideologico, ad esempio per i nazisti si aveva dignità solo se si era di pura razza ariana e se si era ebrei si era ad un livello infimo di umanità, per gli antichi Romani se si era schiavi non si aveva quasi nessuna dignità. Nel contesto ideologico di questo thread la vita che è degna di essere vissuta sembra essere la vita con meno dolore possibile, ma chi l'ha detto che è così? Chi l'ha detto che morire sedato, imbottito di farmaci come curaro, morfina, oppiacei, sia più dignitoso che morire soffrendo come si è sempre del resto morti da millenni, quando non esisteva nessun palliativo? Il presupposto che sta dietro tutti questi ragionamenti è quello secondo cui la sofferenza non abbia senso e sia inutile, ma secondo me non è affatto vero, per la mia visione religiosa Dio permette la sofferenza e la morte dolorosa per motivi imperscrutabili legati all'evoluzione spirituale di quella persona e quindi l'eutanasia volontaria rimane sempre e comunque un atto con cui l'individuo si mette contro Dio nel dichiarare che quella condizione è senza senso e non è dignitosa.

Premetto di non aver letto tutti gli interventi e me ne scuso. 
Ma questo mi ha colpita per il fatto di riferirsi al Dio cattolico, laddove i sofferenti estremi...non è affatto detto che siano credenti o credenti nel Dio cattolico. 
In secundis : moltissime situazioni estreme di mantenimento in vita sono frutto di un accanimento terapeutico che solo qualche decennio fa non sarebbe stato possibile. Per cui...trattasi di artificio umano che "natura" avrebbe già interrotto secondo il suo corso. 

Nel più sentito rispetto verso l'argomento...non posso che ammutolire. 
Penso soltanto che nessuno Stato possa arrogarsi il diritto di vietare il fine vita consapevole, e che qualunque Stato avrebbe il dovere etico di mettere a disposizione di chi lo medita il meglio della Psicologia seria, che VAGLI i perchè della scelta esiziale e irreversibile, e sappia evocare le ragioni del ripensamento, anche a prescindere da ogni fede, se percorribili. 

Ma ogni volta che penso a DJ Fabo...onestamente non so quale Titano della Psicologia avrebbe mai potuto accompagnarlo al ripensamento. 

taurus

Citazione di: Eutidemo il 18 Febbraio 2023, 06:49:33 AM
   RACCOMANDAZIONE
Suggerisco a tutti, non solo di fare quanto prima il proprio "TESTAMENTO BIOLOGICO", ma anche di memorizzare il più possibile il contenuto della normativa da me qui "sommariamente" riassunta; perchè, una volta nelle mani di operatori sanitari ignoranti o poco scrupolosi, potrebbe essere ormai troppo tardi.
Il testo integrale della legge, da stampare e da tenere sempre in tasca per qualsiasi sventurata evenienza, lo potete trovare al seguente LINK.


Grazie !!   ;) ;)

taurus

Citazione di: Claudia K il 18 Febbraio 2023, 23:57:51 PMPenso soltanto che nessuno Stato possa arrogarsi il diritto di vietare il fine vita consapevole,

Ma in "Italien" purtroppo c'è il papismo ! 

Questa è la nostra insita sofferenza _ il dover sopportare questa (sedicente) istituzione divina.. quella che si è distinta come colei che ha fatto versare, ovunque,  fiumi e fiumi di sangue - a gloria del suo dio-trinitario !

Noi arriviamo sempre per gli ultimi, seppur con il freno papista... arriviamo !
Persino nella (ex) cattolicissima Irlanda si sono "svegliati" dal torpore ecclesiastico _ votando in pochissimi anni i Vincenti referendum sul divorzio e aborto.
Cio' provoco'  tanto dolore alla "santa sposa" irlandese..
Ma le popolazioni.. sempre piu' si rendono  conto che le "loro" balle teologiche .. hanno stancato la terra !

Seppur lentamente, la S-cristianizzazione della ns. societa' - inesorabilmente - avanza, avanza, avanza.. sempre piu' !

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taurus

Citazione di: Jacopus il 18 Febbraio 2023, 21:04:24 PME se davvero fosse che Dio ci manda la sofferenza per i suoi imperscrutabili scopi,

Sei rimasto indietro !!! 
Eppure sono passati secoli e secoli dai sublimi autori Giobbe  +  Qoelet  !!

Ragioni COME quei 3-1 (sedicenti)  amici dell' immaginario Giobbe. 
E sai come li definiva detti personaggi _ rappresentanti dell' ottuso clero.. che pontifica scemenze a gogo' ?

Questi boriosi ciarlatani /eredi degli stregoni / erano da lui, fervente e granitico devoto dell' Abba' cosi' definiti:

-  consolatori di vanita' (cap.16)

-  le vostre massime sono apologhi di cenere / le vs. repliche sono d' argilla (ovvero Nulla di nulla)  + 
- siete edificatori di Falsita'  + 
- la vostra saggezza è  Tacere  ( capitolo 13

- in VOI si estingue la saggezza  (cap. 12) 
 - che consiglio potete dare Voi.. se Non possedete la sapienza  (cap. 26)
- - voi cianciate Solo stoltezze ( cap. 27) 

Questi sono i passi sferzanti circa la sapienza del clero-stregone _ e il tuo commento è simile ai versetti postati ! 

Dovresti almeno "aggiornare" la tua esegesi......    

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