La Grande Frattura

Aperto da Jacopus, 09 Ottobre 2019, 19:35:49 PM

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Jacopus

Riflessione, l'ennesima. Il mondo sembra aver perso la direzione. O meglio sembra aver perso una testa, che sia capace di mediare fra i "tanti" e condividere cosí una direzione accettata e razionale.
Parto da lontano. Dalla praxis. Dal buon agire politico. Qual'è la differenza fra l'agire etico dei moderni e quello degli antichi? Sostanzialmente é il dominio della technè, che rende molto più complesse le scelte etiche, poiché é aumentato il potere dell'uomo. Ora l'etica politica per essere razionale dovrebbe essere crono-etica (gli effetti della technè si sviluppano nel tempo), topo-etica (si sviluppano nello spazio), eco-etica (non riguardano solo i rapporti fra gli umani ma anche fra questi e il suo ambiente), tecno-etica ( riguardano anche le continue applicazioni tecniche che modificano il nostro stare al mondo, aborto, genetica, fine-vita, diritti degli animali, modifica di sesso, ecc.).

Il mondo capitalistico si illude di governare questo incremento di complessità etica in due modi: 1. scaricando le tensioni dovute all'incapacità di gestire questo mutamento  nel cosiddetto terzo mondo; 2. Gestendo, nel primo mondo, questa differenza etica attraverso la stessa tecnica, ovvero con i famosi "tecnici", dotati degli strumenti cognitivi (Platone docet) per fare potenzialmente le scelte giuste ( efficaci proprio perché c'è un vasto territorio, il terzo mondo, che può essere usato come soluzione di ripiego, una sorta di valvola di sicurezza).
Qui, nel primo mondo, subentra però un altro mutamento più recente: la frattura sempre più evidente fra ricchi e poveri che é anche frattura fra chi ha degli strumenti culturali e chi non li ha. Le risorse economiche infatti sono detenute da chi ha risorse culturali.
Avviene così che una sempre più grande maggioranza non comprende, anche nel primo mondo, le scelte etiche tecniche, e anche ragionevolmente, visto che quelle scelte tecniche in realtà non aiutano la sua condizione materiale.
Si materializzano cosí le premesse per l'emersione del populismo che capta questo malcontento del primo mondo e si avvita su sé stesso, poiché rifiuta quelle scelte tecniche, che potrebbero in qualche modo fronteggiare la maggiore complessità delle scelte etiche, dovute proprio all'estensione della technè nell'ambito di queste scelte.
Il progressivo arricchimento di una risicata minoranza, a sua volta, é un'ulteriore elemento critico.
Il sistema nel suo complesso é disarmonico sostanzialmente per due motivi:
1) una divisione primo-terzo mondo, che è anacronistica in un mondo globalizzato per cui milioni di persone si spostano, le correnti d'aria calda pure e il co2 pure.
2) un primo mondo dove sopravvivono istituzioni democratiche universalistiche, in un mondo che tende a tornare ad essere per alcuni aspetti, dominato da una sempre più piccola minoranza, che non vuole ovviamente rinuciare al suo potere, ma che viene messo in discussione dal fatto che il diritto di voto é ancora universalistico, così come il diritto d'opinione. In un mondo però, dove il pensiero critico, e capace di fronteggiare la complessità della neo-etica, si restringe, proprio a causa della frattura sempre più forte fra élite e "masse" (queste ultime con "coscienza consumistica" e non più proletaria).
Voi cosa ne pensate?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: Jacopus il 09 Ottobre 2019, 19:35:49 PM
Riflessione, l'ennesima. Il mondo sembra aver perso la direzione. O meglio sembra aver perso una testa, che sia capace di mediare fra i "tanti" e condividere cosí una direzione accettata e razionale.
Parto da lontano. Dalla praxis. Dal buon agire politico. Qual'è la differenza fra l'agire etico dei moderni e quello degli antichi? Sostanzialmente é il dominio della technè, che rende molto più complesse le scelte etiche, poiché é aumentato il potere dell'uomo. Ora l'etica politica per essere razionale dovrebbe essere crono-etica (gli effetti della technè si sviluppano nel tempo), topo-etica (si sviluppano nello spazio), eco-etica (non riguardano solo i rapporti fra gli umani ma anche fra questi e il suo ambiente), tecno-etica ( riguardano anche le continue applicazioni tecniche che modificano il nostro stare al mondo, aborto, genetica, fine-vita, diritti degli animali, modifica di sesso, ecc.).

L'etica è una sola e le sussume tutte secondo buona prassi filosofica.

CitazioneIl mondo capitalistico si illude di governare questo incremento di complessità etica in due modi: 1. scaricando le tensioni dovute all'incapacità di gestire questo mutamento  nel cosiddetto terzo mondo; 2. Gestendo, nel primo mondo, questa differenza etica attraverso la stessa tecnica, ovvero con i famosi "tecnici", dotati degli strumenti cognitivi (Platone docet) per fare potenzialmente le scelte giuste ( efficaci proprio perché c'è un vasto territorio, il terzo mondo, che può essere usato come soluzione di ripiego, una sorta di valvola di sicurezza).
Qui, nel primo mondo, subentra però un altro mutamento più recente: la frattura sempre più evidente fra ricchi e poveri che é anche frattura fra chi ha degli strumenti culturali e chi non li ha. Le risorse economiche infatti sono detenute da chi ha risorse culturali.

Il mondo capitalistico se fa una pippa dell'etica umana. La sua unica etica è il profitto ed ha tutti gli strumenti politico-economici-militari per farla valere. Tocca agli altri, se ne sono capaci, demolire il meccanismo.

CitazioneAvviene così che una sempre più grande maggioranza non comprende, anche nel primo mondo, le scelte etiche tecniche, e anche ragionevolmente, visto che quelle scelte tecniche in realtà non aiutano la sua condizione materiale.

Il Wille zur Unmacht ha poche chance da sempre.

CitazioneSi materializzano cosí le premesse per l'emersione del populismo che capta questo malcontento del primo mondo e si avvita su sé stesso, poiché rifiuta quelle scelte tecniche, che potrebbero in qualche modo fronteggiare la maggiore complessità delle scelte etiche, dovute proprio all'estensione della technè nell'ambito di queste scelte.

Però, nel deserto omologante totale, è già un segno di vita. Che poi i Masaniello abbiano vita breve il socialismo scientifico l'aveva ben capito.

Citazione
Il progressivo arricchimento di una risicata minoranza, a sua volta, é un'ulteriore elemento critico.

Ma anche no. Il meccanismo sociale è tarato così, e finchè qualcuno non lo stara andrà avanti così.

Citazione
Il sistema nel suo complesso é disarmonico sostanzialmente per due motivi:
1) una divisione primo-terzo mondo, che è anacronistica in un mondo globalizzato per cui milioni di persone si spostano, le correnti d'aria calda pure e il co2 pure.

Certo, e il capitalismo l'ha perfettamente capito. Mica si finanziano flotte negriere e si finanziano partiti per hobby.

Citazione
2) un primo mondo dove sopravvivono istituzioni democratiche universalistiche, in un mondo che tende a tornare ad essere per alcuni aspetti, dominato da una sempre più piccola minoranza, che non vuole ovviamente rinuciare al suo potere, ma che viene messo in discussione dal fatto che il diritto di voto é ancora universalistico, così come il diritto d'opinione. In un mondo però, dove il pensiero critico, e capace di fronteggiare la complessità della neo-etica, si restringe, proprio a causa della frattura sempre più forte fra élite e "masse" (queste ultime con "coscienza consumistica" e non più proletaria).
Voi cosa ne pensate?

No problem. La livella capistalistica è in piena azione e le elite intellettuali sono ridotte a flatus vocis o utili idioti del padrone globale. Restano solo le elite economiche. Ma questa non è una novità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Dall'umanesimo fino a noi ,la modernità e il post contemporaneo ha perso la differenza fra morale ed etica. La morale non era nell'uomo, era il paradigma su cui l'etica, il comportamento umano, doveva sottostare. Oggi morale ed etica sono diventati sfumati sinonimi, perdendo l'origine.

L'etica per essere razionale deve avere una causa "vera" e non soggettivata ad opinione.
Senza morale originaria, l'etica diventa utilità e opportunismo.
Al principio fu il nomos a cui il sovrano,come concetto di sovranità in quanto persona che governa il popolo e quindi i comportamenti(etica) in funzione della morale.

E' vero che la prassi storicamente si è "svincolata" dalla teoretica, proprio come l'etica si è smarcata dalla morale. Ci sono alcuni motivi, ne sotttolinieerei due: dimostrazione, intesa come "credere in ciò che fisicamente è dato" ,svincolandosi dalla razionalità deduttiva e dialettica; la soggettività, intesa come personale punto di vista che non sottostà più a vincoli.

E' chiaro che le diverse forme di etica oggi debbono relazionarsi con domini che non solo solo umani e questo lo ha imposto proprio l'allargamento della potenza della tecnica, nel momento in cui
"tocca" il dominio della natura, compresa la natura umana che si è dimenticata che nasce da domini superiori che furono appunto nell'antichità veicolati e vincolati nel nomos.

Il capitalismo, ma anche a detta dei fautori liberisti, non ha necessità di governo e così la politica.
L'indirizzo programmatico ha sostituito il governo come concetto storico, oggi è importante il documento di programmazione economico, vale a dire il denaro, molto meno i comportamenti(etica),così come i trattati bi-multi-laterali in termini economici e militari(protezione).L'importante oggi è creare le "condizioni per..." ,non il governo che ha quindi come correlato la perdita di sovranità come concetto storico filosofico politico.

Oggi è vincente l'utilità, l'opportunità, il funzionale: "ognuno per sé e nemmeno dio per tutti"

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