La famiglia ed il lavoro

Aperto da Eutidemo, 09 Gennaio 2020, 14:30:53 PM

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viator

Salve Eutidemo. Purtroppo non sono assolutamente d'accordo circa la definizione di famiglia.
Per famiglia si intende un nucleo sociale composto da almeno due persone (da soli si è individui o tante altre belle cosine) almeno una delle quali risulta ascendente o discendente biologico dell'altra. Che poi la Legge (che non è la Lingua Italiana nè l'Antropologia, nè la Biologia, ma deve tener conto della Sociologia) includa in tale definizione anche gli adottati, possiamo accettarlo. In tal caso si stabilirà la distinzione tra famiglia biologica e famiglia socialmente costruita.
Nel concetto di famiglia deve risultare incluso il ruolo di cellula sociale plurigenerazionale (di qui la necessaria presenza di almeno un genitore ed almeno un figlio).
Se due persone si sposano davanti alla Legge, sinchè non generano o adottano figli, saranno pure una famiglia "in potenza" ma secondo una ragionevole logica andrebbero considerati UNA COPPIA. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Ciao Viator. :)
Non c'è nessun problema, in quanto tu puoi scegliere la definizione di famiglia che preferisci! ;)
Però:
1) - Non puoi pretendere nè che sia l'unica legittima, nè che tutti debbano condividerla.
2)- Non puoi pretendere nemmeno che essa resti invariata nel tempo, perchè, originariamente la "famīlia" (che deriva dal termine "famulus" cio' servo)  si riferiva al patrimonio del capo della familia, che comprendeva moglie, figli e schiavi.
3)- Non puoi pretendere, infine, che essa debba restare identica da cultura a cultura, visto che esiste anche la poligamia.

***
Quanto al fatto che per, per "famiglia", si debba intendere esclusivamente un nucleo sociale composto da almeno due persone, almeno una delle quali risulta ascendente o discendente biologico (o adottato) dell'altra, a prescindere da quanto detto sub 1), 2) e 3), questa è soltanto una tua personale ed alquanto bizzarra concezione; ed infatti, a nessuno dotato di buon senso verrebbe mai in mente di sostenere (legge a parte, la quale lo prevede espressamente), che dei fratelli che convivono sotto lo stesso tetto non costituiscano anche loro una "famiglia". ;D
Penso che non lo sosterebbe neanche un soggetto che abbia una visione molto  "tradizionale" della società.

***
Giuridicamente e linguisticamente, poi, come già ti ho spiegato, la tua concezione di famiglia è del tutto erronea ed aberrante; senza considerare che la legge italiana è scritta in lingua italiana, e non certo in lingua cinese! :D
Quanto all'Antropologia, alla Biologia, ed alla Sociologia, in tutte e tre il concetto di famiglia è molto lontano dal tuo, in quanto:
a)
Antropologicamente:
- esistevano culture matrilineari (discendenza uterina), nelle quali un individuo era considerato appartenere allo stesso gruppo familiare di discendenza della propria madre, ed il padre era del tutto estraneo alla famiglia;
- tutt'oggi esistono culture in cui la famiglia è concepita in modo abissalmente diverso dal nostro (e, soprattutto, dal tuo);
b)
Biologicamente la maggior parte degli animali, con qualche eccezione (come nel caso degli uccelli) si riproduce senza formare nulla che rassomigli, sia pur vagamente, alla coppia monogamica ed alla famiglia quali te le immagini tu.
c)
Sociologicamente, infine, ti faccio presente che viviamo nel terzo millennio, mentre la tua concezione sociologica risale ad un passato che non esiste più; sebbene nulla vieti che uno voglia continuare a propugnarla.

***
Quanto al fatto, infine, che, secondo la tua  "ragionevole" logica  due coniugi sterili non costituiscono una famiglia "in atto", ma solo una mera coppia o una famiglia "in potenza", questa, a mio avviso, costituisce una delle affermazioni più "irragionevoli" che io abbia mai sentito pronunciare (almeno secondo la mia logica); non ho mai sentito neanche un parroco di campagna sostenere una cosa del genere. ;D

***
Come ho detto, ciascuno è libero di scegliere la definizione di "famiglia" che preferisce, ma non di presumere che essa debba essere l'unica "giusta" e che, quindi, essa debba necessariamente condivisa dagli altri (compresa la mia, ovviamente).
Per cui, per me, puoi benissimo tenerti la tua...ma non pretendere di venire ad imporla a me; tra l'altro, senza valide motivazioni, come sopra mi sembra ampiamente argomentato!

Un saluto :)

P.S.
Fermo restando che tu puoi legittimamente avere la concezione della famiglia che preferisci (senza pretendere di imporla agli altri), mi permetto di darti, però, un amichevole consiglio al fine di evitare SANZIONI.
Se devi autocertificare la cosa, ricordati che, per legge, nel tuo "stato di famiglia" devi indicare tutti coloro che convivono con te e che sono a te legate da un vincolo di:
- parentela,
- affinità,
- matrimonio,
- semplicemente "affettivo".
Per cui, se convivi con qualcuno che non sia tua moglie, parente o affine, ma con il quale sei comunque legato fa un vincolo affettivo (maschio o femmina che esso sia), lo devi comunque indicare. ;)
Circa il "vincolo affettivo", in taluni casi, ma non necessariamente, può anche essere formalizzato legalmente in base alla Legge 20 maggio 2016, n. 76

viator

#17
Salve Eutidemo. Ti ringrazio della tua precisa replica. Non è che io ignori o rifiuti, a livello di Lingua, Diritto e prassi, il corrente significato di famiglia. Mi diverto ad esplorare quelle che io considero delle piccole assurdità all'interno di un patrimonio culturale che non posso e non voglio certo cambiare. Tu certamente saprai quante stupidaggini stanno scritte all'interno delle Leggi dello Stato, anche per via della loro eccessiva mole quantitativa, creata per "selezionarne" l'applicabilità a seconda delle circostanze (ufficialmente perchè siamo una Grande Civiltà del Diritto).

Circa l'aspetto . ".................(legge a parte, la quale lo prevede espressamente), che dei fratelli che convivono sotto lo stesso tetto non costituiscano anche loro una "famiglia"", la Legge ed il dizionario prevedano pure ciò che vogliono il Popolo ed il Legislatore ma - sempre secondo me - i due fratelli, nel caso i loro genitori siano deceduti,  rappresentano le VESTIGIA di una ex-famiglia ora ridottasi ad una coppia di cittadini consanguinei conviventi.
Nel caso invece uno od entrambi i loro genitori sopravvivono, essi rappresentano una PORZIONE di famiglia la quale nella propria intierezza includerà anche la parte genitoriale (non importa quanto distanziata nello spazio o nell'armonia o negli interessi).

Il buon senso (è impossibile stabilire specificamente che ne possieda e chi no, poichè occorrerebbe poter collaudare tutte le tesi che esso è in grado di esprimere) lasciamolo pure stare. Esso rappresenta semplicemente il modo di ragionare che permette al mondo di funzionare con il minimo danno ed il massimo vantaggio per chi lo popola.

Infine, sorvolando su altri aspetti di troppo laboriosa elaborazione (oltre ad essere un ignorante sono pure pigro nel pensare e nello scrivere) all'interno del nostro contradditorio (antro-, bio- socio-) voglio solo notare : "Quanto al fatto, infine, che, secondo la tua  "ragionevole" logica  due coniugi sterili (io Viator ho detto : sinchè non generano o non adottano !) non costituiscono una famiglia "in atto", ma solo una mera coppia o una famiglia "in potenza", questa, a mio avviso, costituisce una delle affermazioni più "irragionevoli" che io abbia mai sentito pronunciare (almeno secondo la mia logica); non ho mai sentito neanche un parroco di campagna sostenere una cosa del genere. "  l'involontaria ironia del tuo riferirti alla visione della Chiesa Cattolica circa un argomento così squisitamente sociologico. Loro sì che rappresentano la "punta di diamante" del buonsenso, dell'aggiornatezza socialculturale, della tolleranza !!.

Per ultimo, permettimi di rimproverarti una piccola "caduta di stile" a proposito di "........siamo nel terzo millennio !".
Ma per caso che quando si deve discettare circa il bene, il male, l'utile, il dannoso, l'appropriato, il giusto, l'iniquo...........................occorre prima consultare il calendario ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Ciao Viator.  :)
So benissimo che tu non sei affatto un ignorante, e che, quindi, a livello di lingua, diritto e prassi, ecc. non ignori affatto il corrente significato del termine "famiglia"; però, come ho detto, sei anche liberissimo di inventarti il personale  significato di "famiglia" che più ti aggrada.
Ed infatti, se a qualcuno piace chiamare lumache le tartarughe, non verrà certo incriminato per questo. ;D
Però, in base alle sue personali definizioni, non può certo venire a criticare le definizioni e i "titoli" degli altri! ;)

***
Sono invece perfettamente d'accordo con te,  sul fatto che, all'interno delle leggi dello Stato, ci sono scritte molte stupidaggini, anche per via della loro eccessiva mole quantitativa; creata, talvolta in modo infelice, per faticosamente adeguarsi:
- alla sempre maggiore complessità della società moderna;
- alla rapida evoluzione della stessa.
Però si tratta di una quantità di stupidaggini, molto minore di quella di coloro che criticano la legge:
- senza conoscerla;
- senza capirla.
Non mi riferisco a te, ma parlo in generale.

***
Quanto a due fratelli che convivono sotto lo stesso tetto, nel caso in cui i loro genitori siano deceduti,  sono d'accordo con te che si tratta di "una coppia di cittadini consanguinei conviventi"; cioè, appunto, più sinteticamente una "famiglia", sia secondo l'accezione comune che secondo quella legale.

***
Sono anche d'accordo con te che essi rappresentano le "VESTIGIA" di una famiglia originaria che ormai non c'è più, così come  rappresentano le "VESTIGIA" di una famiglia originaria che ormai non c'è più una vedova col proprio figlio; ma, in entrambi i casi, si tratta pur sempre di "famiglie" a pieno titolo, seppur decurtate dalla morte di parte dei loro membri (come, purtroppo, capita a molte famiglie).

***
Quanto al concetto di "PORZIONE", lo trovo alquanto bizzarro; sarebbe come dire che, se sventuratamente muore l'alunno di una "classe scolastica", da quel momento in poi non si può più definirla una "classe scolastica",  bensì solo una "porzione di classe scolastica". ;D
Vabbè, ma sempre una "classe" rimane; così come rimane una "famiglia" quella decurtata dalla morte di uno dei suoi "membri".

***
Sono d'accordo con te anche sul fatto che "il buon senso" sia opinabile; ma non va confuso col "senso comune", che non sempre è "buono"!  :(
Al riguardo ti rinvio al capitolo XXXII dei "Promessi Sposi", quando Manzoni scrive: "Il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune". :D

***
Quanto al mio richiamo al parroco di campagna, ti rassicuro sul fatto che la mia ironia non era affatto "involontaria", ma palesemente "voluta"; ed infatti, intendevo dire che anche il rappresentate archetipico delle concezioni sociologiche più retrive e tradizionalistiche, non arriverebbe mai ad affermare (come te), che una coppia sterile non costituisce una famiglia. ;)

Un saluto! :)
 

viator

Salve Eutidemo : "così come  rappresentano le "VESTIGIA" di una famiglia originaria che ormai non c'è più una vedova col proprio figlio"............NOOO! Vedova con figlio rappresentano una famiglia restante in sè la medesima precedente ma che ha cambiato composizione (lo stesso dicasi di una famiglia in cui arriva un nuovo nato!) e non una "vestigia". Sono famiglia concettualmente intera poichè la discriminante (l'aspetto o gli aspetti che devono NECESSARIAMENTE esserci perchè una qualsiasi cosa sia quella e non un'altra) è la GENITORIALITA'.
Per i due fratelli non è così perchè manca la genitorialità, per cui la famiglia di cui facevano parte è svanita.

Quindi poi : "Quanto al concetto di "PORZIONE", lo trovo alquanto bizzarro; sarebbe come dire che, se sventuratamente muore l'alunno di una "classe scolastica", da quel momento in poi non si può più definirla una "classe scolastica",  bensì solo una "porzione di classe scolastica".
Una classe scolastica inaugurata con 30 allievi sul registro, nel caso in cui uno od alcuni di essi spariscano senza venir rimpiazzati........diventa una PORZIONE della classe scolastica originaria.

Mi scuso con tutti i lettori occasionali dei miei interventi su questo ed altri miei argomenti, poichè molti di essi si sentiranno "sconvolti" dal leggere simili sequenze di PEDANTERIE. In ciò preceduto o seguito anche da altri utento del Forum.

Si chiama dialettica, ed a me piace "suggerire" interpretazioni non convenzionali di concetti magari triti e ritriti.

Essendo tali interpretazioni spesso controcorrente, sarebbe impossibile dar loro un qualsiasi senso senza dover insistere pedantemente su molte delle parole che uso. Saluti a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

#20
Ciao Viator. :)
Non capisco, adesso, il tuo sottile "distinguo" tra chi perde un solo genitore e chi li perde tutti e due, quando scrivi, invece, che: "Vedova con figlio rappresentano una famiglia restante in sè la medesima precedente ma che ha cambiato composizione (lo stesso dicasi di una famiglia in cui arriva un nuovo nato!) e non una "VESTIGIA "."
Vale a dire che:
- se in un incidente stradale muoiono entrambi i genitori, ma i figli maggiorenni con loro conviventi sopravvivono, loro non costituiscono più una famiglia, ma solo una VESTIGIA di famiglia;
- se, invece,  in un incidente stradale muore un solo genitore, ma i figli maggiorenni con loro conviventi sopravvivono, loro costituiscono la stessa famiglia, restante in sè la medesima precedente ma che ha solo cambiato composizione.
Vabbè, come ho detto ciascuno è libero di vedere la stessa cosa con le angolazioni vuole, anche se preconcette! :)

***
Ed infatti giustifichi il tuo assunto, con una argomentazione che a me suona un tantino, per così dire,  "anapodittica", sostenendo "gratuitamente" che, nel secondo caso, la mamma e i due figli sopravvissuti: "...sono famiglia concettualmente intera poichè la discriminante (l'aspetto o gli aspetti che devono NECESSARIAMENTE esserci perchè una qualsiasi cosa sia quella e non un'altra) è la GENITORIALITA'. Per i due fratelli non è così perchè manca la genitorialità, per cui la famiglia di cui facevano parte è svanita".
Da che cosa desumi che, logicamente, la discriminante necessaria perchè possa parlarsi di una "famiglia" sia la GENITORIALITA'? ???
Dove sta scritto?

***
A me sembra che la tua "preconcetta" concezione della "famiglia", legata alla "procreazione" ed alla "genitorialità":
- oltre ad essere di per sè ormai arcaica e non più socialmente accettabile (sebbene ci sia ancora qualcuno che la condivide);
- viene però da te spinta maniacalmente oltre ogni ragionevole limite.
Tanto che dubito che essa potrebbe essere condivisa anche da coloro che ne condividono l'assunto tradizionalista di base.
Ed infatti, un conto è seguire ancora il vecchio (ora modificato) Codice Canonico "Matrimonii finis primarius est procreatio atque educatio prolis" (Can. 1013. §1), ed un altro conto è portarlo alle sue conseguenze estreme, ben oltre gli intendimenti di tale assunto.

***
Cioè, per tornare al "parroco di campagna", dubito che gli passerebbe mai per la testa, per consolarli, di dire ai due orfani: "Ormai voi due non costituite più una famiglia, anche se continuerete a convivere insieme nella stessa casa come prima, e, quindi, anche se continuerete a risultare come prima nello stesso stato di famiglia" :(

***
Quanto al concetto di "PORZIONE", vedo che tu sei un "epigono" degli antichi inventori del "sofisma della nave" (che, bada, non ha niente a che vedere con il paradosso della nave di Teseo); secondo il quale, se una nave perde  un chiodo, ed esso non viene sostituito, quella nave non esiste più, ma ne resta soltanto una "PORZIONE". :D
Così come "Viator" di ritorno dal barbiere, avendo perso in capelli buona parte di sè, non è più  il "Viator" originario, bensì solo una "PORZIONE" di "Viator"! ;D  ;D  ;D
Come sofisma è divertente, ma volerlo applicare "seriamente" a dei casi concreti e reali, mi sembra decisamente fuori luogo!

***
Ed infatti, dire che "una classe scolastica inaugurata con 30 allievi sul registro, nel caso in cui uno od alcuni di essi spariscano senza venir rimpiazzati........diventa una PORZIONE della classe scolastica originaria" :
- costituisce una "ovvietà" per quanto concerne la "consistenza numerica originaria" di quella classe;
- costituisce, invece, una "sciocchezza", se con ciò, si vuole sostenere che quella classe scolastica non è più la stessa classe scolastica.
Quando ero in TERZA B, ho perso due compagni, ma la TERZA B è rimasta.

***
Fuor di metafora, dire che "la famiglia Rossi, nel caso in cui uno od alcuni dei suoi membri spariscano senza venir rimpiazzati........diventa una PORZIONE della famiglia Rossi originaria" :
- costituisce una "ovvietà" per quanto concerne la "consistenza numerica originaria" di quella famiglia;
- costituisce, invece, una "sciocchezza", se con ciò, si vuole sostenere che quella famiglia, non è più la famiglia Rossi.

***
Comunque, mi associo a te nello scusarmi con tutti i lettori occasionali dei nostri interventi, poichè molti di essi si sentiranno "sconvolti" dal leggere simili sequenze di PEDANTERIE.

***
In effetti, come giustamente osservi, si chiama "dialettica", ed a me pare che, senza offesa, tu spesso faccia ricorso ad espedienti dialettici di tipo un po' troppo spinto e, talvolta, di carattere alquanto "sofistico"; però, avendo io seguito all'Università un corso di "eristica", è un po' difficile che con me tali "escamotage" possano attaccare. ;)

***
Quindi, se tu sei d'accordo, io direi di farla finita qui, per non tediare gli altri (e noi stessi): io mi tengo il mio titolo, e tu le tue opinioni al riguardo, verso le quali nutro il massimo rispetto!
Facciamola "patta"!

Un saluto :)

Sariputra

Spesso le donne faticano non poco ad accettare che il compagno di vita non lavori, o abbia perso il lavoro, magari a cagione di malanni o vicissitudini aziendali varie, e si trovi in uno stato di prostrazione esistenziale, soprattutto se si trova in quell'età in cui molti pensano già alla pensione. L'uomo che non lavora e si dedica obtorto collo alle faccende domestiche è meno considerato socialmente della stessa casalinga. Spesso è costretto a subire anche i malcelati sorrisi dei parenti e degli amici. In realtà è quasi sempre il suo stesso senso di colpa per trovarsi in quella situazione che gli fa vedere sorrisi di scherno in ogni volto che gli capita d'incontrare. Un ciclista mattiniero che, ben foderato in una fiammante tutina, se ne va per la campagna, ma che sa che al pomeriggio si recherà in ufficio, è sereno, disinvolto. Fischia allegramente alle belle ragazze che aspettano il bus...Ma l'uomo disoccupato o inoccupato? Se va in bici (perché l'auto ovviamente serve alla compagna ..) esce in orari nei quali non si può sospettare che non stia lavorando o, in alternativa, si copre il volto con improponibili sciarponi o berrettoni. La sua manìa, che diventa vergogna nevrotica, lo spinge a comportamenti irrazionali, in quanto potrebbe andare tranquillamente in tutina, pure lui, ché nessuno lo conosce, ma lui sa...lui sa.
Le donne sono molto emancipate si dice, e si convincono esse stesse di esserlo, ma spesso diventano improvvisamente feroci "tradizionaliste", in siffatti frangenti. Naturalmente con le amiche parlano delle nuove capacità, che so...culinarie o di rammendo dei calzini, del poveraccio, vantandosi di avere un compagno che le solleva da simili incombenze, tradizionalmente (un tempo) a loro deputate , ma in cuor loro cominciano lentamente a maturare disistima per l'uomo, seppur spessissimo involontariamente. Combattono ferocemente, in molti casi, contro questo insorgere di malevolenza verso il compagno. Il senso di colpa che provano nell'indugiare in questo sentimento, soprattutto quando l'altro non si trova in quella situazione a bella posta, le fa sinceramente star male, ma l'onere di essere le sole a portare a casa uno stipendio (cosa che comporta un abbassamento del tenore di vita consumistica della famiglia, ma non solo consumistica...) comincia a pesare sempre più finché, spesso, il malcapitato, oltre al lavoro, perde pure la moglie o la compagna di vita. Tale è la radicata convinzione sociale che l'essere umano si realizzi attraverso il lavoro,  è così profondamente inscritta nel nostro stesso Dna (si fa per dire..) che, paradossalmente, arrischierei  dire che solo qualche nobile antico sapeva vedere la vita nella giusta prospettiva, scrivendoci sopra qualche mirabile, immortale pagina o poesia...naturalmente anche perché a loro era in spregio il lavoro (manuale),essendone sollevati per nascita e censo. Questo è uno dei grandi fardelli, dei ceppi a cui è legata la vita umana in quanto vita sociale, nella quale si deve necessariamente recitare un ruolo. Anche alle api operaie sembra, ad uno sguardo ingenuo, concesso di vagare liberamente tra i fiorellini profumati e variopinti, ma in realtà stanno solo cercando quello più carico di pollini...e colà si attardano al loro ripetitivo compito. E quando magari capita che l'alveare viene distrutto, la sopravvissuta sembra tramortita e, inebetita, entra nelle case sbattendo ossessivamente contro il soffitto...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Il passaggio dal patriarcato (lascierei stare il DNA) ad una società paritetica prostra più chi - apparentemente, ovvero ideologicamente - scende che chi sale. Ma si tratta di un passaggio culturale che prima o poi si compirà e darà sane soddisfazioni anche al babbo chioccio e all'ape operaia, senza particolari patemi d'animo per nessuno. Finalmente si capirà fino in fondo che l'attività domestica e la cura della prole sono lavoro sociale a tutti gli effetti. Con il valore aggiunto di lavorare per chi si ama, non per un padrone. Ma è anche possibile che quando ci si arriverà non ci saranno più padroni. Sognarlo non costa nulla.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Un mio amico che dorme in macchina, di giorno fà il benzinaio e di notte il panettiere, per pagare l'assegno di mantenimento alla moglie che dal giorno alla notte ha lasciato un biglietto sul comodino (e ora gongola nella casa di famiglia con il nuovo uomo) se la riderebbe parecchio a sentir parlare equità economica.  Nel 2020 per un uomo sposarsi è diventato un rischio economico ed esistenziale gigantesco, purtroppo i vantaggi legali sono importanti, e prima o poi mi sa che ci cascherò.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Basta cascarci con l'uomo, o la donna, giusti. L'equità di genere è sacrosanta a prescindere e contempla anche l'autosufficienza economica di tutti i soggetti coinvolti.  Il benzinaio/panettiere ha figli ? Con chi abitano ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

#25
Citazione di: Ipazia il 13 Gennaio 2020, 16:29:48 PM
Basta cascarci con l'uomo, o la donna, giusti. L'equità di genere è sacrosanta a prescindere e contempla anche l'autosufficienza economica di tutti i soggetti coinvolti.  Il benzinaio/panettiere ha figli ? Con chi abitano ?
Eh, tutti pensano di cascarci con quella giusta, al punto che la considererei una fallacia logica. Il punto è che tra una donna e una madre c'è un cambio caratteriale abbastanza imprevedibile, e quasi sempre ci si sposa con la prima versione senza conoscere in cosa si trasformerà dopo. Il benzinaio ha tre figli e abitano (ovviamente) con la madre, perchè si sa, i padri sono meno genitori della madre.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

E si sa pure che la leggenda metropolitana dell'assegno di mantenimento al coniuge è quasi sempre un assegno per il mantenimento dei figli. Meno leggendario è il fatto che, dopo i primi tempi, non arrivi più e i figli restino in carico alla madre. La quale, per evitare altre sgradevolezze, rinuncia di rivolgersi alla magistratura per ottenere il dovuto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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