La donna è mobile

Aperto da cvc, 05 Dicembre 2017, 12:12:45 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

cvc

Questa aria del rigoletto che il più delle volte si ascolta o canticchia con aria scanzonata, in realtà racchiude a mio parere l'essenza della condizione umana dell'uomo di fronte all'altro sesso. C'è tutto, non c'è bisogno di aggiungere altro, non resta che meditarci sopra.
D'altra parte anche la donna può vedervici rappresentati i motivi che la rendono spesso incomprensibile agli uomini. Anche se non credo si tratti tanto di rendere comprensibile l'incomprensibile, quanto piuttosto di accettarlo in quanto incomprensibile. Forse questa è anche l'essenza del rispetto: accettare ciò che non si può comprendere.


La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento - e di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, - è menzognero.
È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida - mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno - non liba amore!
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

viator

Salve. Vi passo la mia personale definizione di donna, MOOOOOOLTO più sintetica (come mio solito) di quella rigolettiana : L'INCOMPRENSIBILE INDISPENSABILE.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Angelo Cannata

Una mia personale opinione: per come l'uomo si è storicamente comportato nei confronti della donna, non merita di avere alcuna voce in capitolo, dunque né mobile, né incomprensibile, né indispensabile. L'unica cosa seria che possiamo dire nei confronti della donna è fare silenzio e lasciare che siano le donne a parlare di sé. Noi non meritiamo di farlo.

acquario69

Citazione di: cvc il 05 Dicembre 2017, 12:12:45 PM
Questa aria del rigoletto che il più delle volte si ascolta o canticchia con aria scanzonata, in realtà racchiude a mio parere l'essenza della condizione umana dell'uomo di fronte all'altro sesso. C'è tutto, non c'è bisogno di aggiungere altro, non resta che meditarci sopra.
D'altra parte anche la donna può vedervici rappresentati i motivi che la rendono spesso incomprensibile agli uomini. Anche se non credo si tratti tanto di rendere comprensibile l'incomprensibile, quanto piuttosto di accettarlo in quanto incomprensibile. Forse questa è anche l'essenza del rispetto: accettare ciò che non si può comprendere.


La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento - e di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, - è menzognero.
È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida - mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno - non liba amore!


Secondo me sul motivetto che rispecchia più o meno fedelmente una sua naturale predisposizione o un diverso modo di essere, non dovrebbero esserci dubbi.
Quando ero molto giovane mi veniva spontaneo provare a capirle, di immedesimarmi nelle loro diversissime tipologie (ragazze all'epoca) forse era pure il mio modo di avvicinarle,sicuramente,oltre alla naturale attrazione,mi suscitavano pero anche una forte curiosità, come se avrei voluto entrare dentro la loro testa  :)  per arrivare a capire che cavolo cera dentro!  :o ... quando pero arrivavo a conoscerle meglio poi rimanevo spiazzato perché in un modo o in un altro quello che immancabilmente ne veniva fuori era sempre una versione incarnata della contraddizione  ???

Quindi a un certo punto ci ho proprio rinunciato a capirle, e infatti era non solo inutile ma anche molto controproducente..a mio avviso credo le interessi molto molto poco ed anzi nutre pure un certo disprezzo nemmeno tanto velato.
Io penso che la donna in cuor suo vuole soltanto "essere presa" che trovi qualcuno che la "domi" e che sappia perciò canalizzare le sue incredibili facoltà ed energie che andrebbero disperse e che altrimenti la "distruggerebbero" ...il resto per lei rimangono solo chiacchiere incomprensibili

Ce da aggiungere secondo me che la cultura "consumista" degli ultimi 50-60 anni non ha certo contribuito a ravvicinare i due sessi ma al contrario a metterli in competizione e separarli, come rientra d'altronde nella stessa logica di questo stesso modello..

(l'idea che veniva ad insinuarsi di una certa "liberazione" in parte anche legittima ma che in realtà l'avrebbe poi confinata ad un "ruolo" che non le sarebbe stato naturale..sono pure convinto, nonostante tutto che sia in atto una certa controtendenza e che siano non poche le donne che oggi cominciano a rendersene davvero conto...dal caos in cui siamo giunti, devono per forza di cose spuntare i germi del nuovo futuro)

..ed inoltre ha fatto si che venivano valorizzati solo gli aspetti più superficiali e "mercificati"..con tutto cio che per la donna stessa ne consegue e che si può star sicuri che non l'ha avvantaggiata per niente.

E' anche vero (sempre secondo me) che se esistono tante donne "troppo volubili" ci sono anche delle donne, certo molto molto rare, che per intelligenza e superiorita sono ineguagliabili e a mio avviso sono coloro che non si sono fatte incantare rimanendo nel loro intimo fedeli a cio che la natura ha dato loro di diverso nel suo essere femminile autentico,valorizzandolo!..anziché degradarlo come finora avviene ed e' avvenuto di solito da diversi decenni a questa parte..

cvc

Pensando a ciò che scrive Acquario, in effetti ho pensato anch'io ad un parallelo fra gli ideali femministi degli anni 60' e quelli delle donne di adesso. Allora la donna rivendicava di non voler essere considerata solo per la sua sessualità. Le femministe che manifestavano a seno nudo non avevano certo intenzione di sedurre gli uomini. Era anzi una provocazione. Nelle femministe nude di quel tempo non c'era niente di sensuale. Al contrario oggi la donna rivendica la sensualità come un diritto inalienabile, di cui è impensabile fare a meno, anche a costo di svenarsi per cure estetiche o di andare a fare la spesa in equilibrio sui trampoli e in mise che sembrano proprio fuori luogo in un supermercato. Strano anche che nel combattere il femminicidio non ci sia una minima allusione al fatto che l'ostentata sensualità possa essere in qualche modo una variabile indipendente del fenomeno.
Ma forse il problema è tutto qui: l'ostentazione della sensualità è un diritto? Un uomo che in cuor suo volesse rispettare la donna, non potrebbe sentirsene offeso? E un uomo che non volesse  rispettarla, non ne sarebbe avvantaggiato?
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Jacopus

CitazioneIo penso che la donna in cuor suo vuole soltanto "essere presa" che trovi qualcuno che la "domi" e che sappia perciò canalizzare le sue incredibili facoltà ed energie che andrebbero disperse e che altrimenti la "distruggerebbero" ...il resto per lei rimangono solo chiacchiere incomprensibili

Ce da aggiungere secondo me che la cultura "consumista" degli ultimi 50-60 anni non ha certo contribuito a ravvicinare i due sessi ma al contrario a metterli in competizione e separarli, come rientra d'altronde nella stessa logica di questo stesso modello..
In queste due frasi, scusa la franchezza Aquario, vedo solo un pregiudizio arcaico e una visione assurda della modernità. Che la donna debba essere domata la equipara ad un animale e questo è già un atteggiamento detestabile, oltre a non essere assolutamente vero. Mia moglie non è stata certamente domata da me, nè tantomeno lei ha domato me e credo che questa sia la maggioranza delle situazioni, a parte alcuni rapporti psicopatologici sadomasochistici che pure esistono.
Secondo la tua ultima affermazione, ad essere coerenti bisognerebbe ripristinare tutte le differenze razziali, di status (ad esempio cittadino, liberto e schiavo, oppure signore, borghese, chierico e servo della gleba), perché anche l'eliminazione di quelle distinzioni ha aumentato la competizione. Io credo che se una donna è più brava a fare il generale dei corpi anfibi anti-terrorismo che lo faccia. Non c'è un codice genetico per cui gli uomini sono più bravi a fare certe cose e le donne altre. Questa idea è l'idea tipica di un certo islam tradizionalista. Ma allora in questo caso per essere coerenti non bisogna difendere l'occidente contro l'Islam, ma anzi abbracciarne la causa e difendere il burqa, poichè questi discorsi non sono altro che "burqa" politicamente corretti.
Per il resto sono d'accordo con l'intervento di Angelo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: Angelo Cannata il 05 Dicembre 2017, 23:02:31 PM
Una mia personale opinione: per come l'uomo si è storicamente comportato nei confronti della donna, non merita di avere alcuna voce in capitolo, dunque né mobile, né incomprensibile, né indispensabile. L'unica cosa seria che possiamo dire nei confronti della donna è fare silenzio e lasciare che siano le donne a parlare di sé. Noi non meritiamo di farlo.
Capisco dove vuoi andare a parare ma mi sembra eccessivo, bisogna contestualizzare le cose, e che si creda o meno, in certi contesti e periodi storici, essere "chiusi in cucina" è un lusso inenarrabile per "la donna angelo". Peraltro, delle migliaia di anni di matriarcato preistorico nessuna donna si prenderà mai responsabilità come alcuni uomini, giustamente, si prendono responsabilità del patriarcato recente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

Citazione di: acquario69 il 06 Dicembre 2017, 06:56:24 AMQuindi a un certo punto ci ho proprio rinunciato a capirle, e infatti era non solo inutile ma anche molto controproducente..a mio avviso credo le interessi molto molto poco ed anzi nutre pure un certo disprezzo nemmeno tanto velato.
Io penso che la donna in cuor suo vuole soltanto "essere presa" che trovi qualcuno che la "domi" e che sappia perciò canalizzare le sue incredibili facoltà ed energie che andrebbero disperse e che altrimenti la "distruggerebbero" ...il resto per lei rimangono solo chiacchiere incomprensibili
Mi sembra una considerazione un po tranchant, che ci siano delle donne che per tradizione o cultura siano cosi non v'è dubbio, che questa sia la "natura della donna" o robe del genere mi pare una conclusione gratuita senza nessun tipo di dato che conforti la tesi. L'idea peraltro che le donne moderne non siano "vere donne", traviate dal consumismo etc, non spiega niente dell'incongruenza, è semplicemente la fallacia logica del " nessun vero scozzese" in salsa maschilista.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

acquario69

#8
CitazioneUn uomo che in cuor suo volesse rispettare la donna, non potrebbe sentirsene offeso? E un uomo che non volesse rispettarla, non ne sarebbe avvantaggiato?


Infatti!...cosa credono di volersi attirare le donne in tali atteggiamenti...di sicuro coloro che non le rispettano.
poi pero (e contraddittoriamente) se ne lamentano!

(E questa e' la pura e semplice realtà, che con la "modernità" non centra un fico secco! Ed e' pure inutile nascondersi dietro un ditino)

...e subentra - e non a caso - a loro favore lo "strisciante" politicamente corretto che le vuole assoggettate allo stesso sistema che le degrada e le sfrutta al tempo stesso.

Con questo ho risposto anche a jacopus

--------

Ps: in italiano acquario si scrive aCquario con la C

--------

Ppss: ..ed eccoli qui (sotto) i risultati della vostra "modernità" ... chissà cosa ne pensano davvero le donne (!)

https://www.youtube.com/watch?v=USUYDKGQ5Bk

Jacopus

Ma abbi pazienza Acquario (con la c), tu la rispetti la donna equiparandola ad un cavallo da domare? Ma ti rendi conto di quello che scrivi? Se proprio vuoi spiegati meglio ma le parole che hai scritto a me davvero sono sembrate orribili e originate da un passato oscurantista. Poi ovviamente posso anche sbagliarmi.

ps: "però" in italiano si scrive con l'accento.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Angelo Cannata

Questo discorso del "m'hai provocato e io ti distruggo", che in questa discussione viene applicato alla donna, è stato brillantemente rappresentato da Alberto Sordi: così come è stato lui ad essersi prima preparati gli spaghetti per poi accusarli di averlo provocato, allo stesso modo è il maschilismo a preparare prima un ambiente di negazione della libertà, in modo da trovare poi il pretesto per attaccare la donna che invece tenti di affermare la propria libertà di apparire come lei preferisce.

Questo trucco disonesto sfruttato dal maschilismo si appoggia su un'ambiguità presente in natura che non viene mai chiarita: l'ambiguità tra essere e divenire.

In natura l'esibizione, il provocare, è per un verso un fatto oggettivo, tant'è vero che viene praticata e sfruttata anche dagli animali e dalle piante. Questo è l'aspetto che il maschilismo sfrutta a proprio favore: la provocazione ha una sua forza oggettiva, insita nel nostro DNA.

Il maschilismo però trascura l'altro aspetto della natura, cioè il divenire: se è vero che la provocazione ha una sua oggettività, è anche verissimo che essa dipende anche dal contesto in cui noi preferiamo inquadrarla. Quest'aspetto non conviene al maschilismo, perché chiama in appello la responsabilità e al maschilismo non piace prendere atto della propria responsabilità. È la nostra responsabilità a creare contesti in cui la provocazione di natura può essere convogliata verso crescita, arricchimento, liberazione, oppure, al contrario, verso conservatorismo, impoverimento, sfruttamento e oppressione. Possiamo pensare ad alcuni semplici esempi che dimostrano come la provocazione dipenda in massima parte dal contesto di nostra responsabilità, più che da meccanismi oggettivi. Uno è il mare: al mare una donna in mutandine e reggiseno (che lì prendono il nome di costume da bagno) non risulta provocatoria come quando invece si presentasse così, per esempio, ad un consiglio comunale. Perché? Perché l'ambiente del mare è riuscito ad imporre alle menti una rivendicazione di libertà su come vestirsi, mentre l'uso comune su come vestirsi al consiglio comunale è riuscito ad imporre una sottrazione di libertà, sottrazione che il maschilismo tenta di sfruttare allontanando la memoria del mare. Oppure possiamo pensare agli abiti attillati che si usano nella danza o nella ginnastica: anche lì le esigenze del danzare e del fare ginnastica sono riuscite ad imporre alle menti una rivendicazione di libertà su come vestirsi. In certe tribù africane si sta completamente nudi.

Questo dimostra che, se pure esiste un'oggettività del provocare insita nel nostro corpo, la massima parte del provocare dipende dalla libertà che la nostra responsabilità ha deciso di riconoscere all'altra persona.

Tutto ciò dimostra che il discorso, che purtroppo troviamo diffuso nelle cronache, anche presso le mentalità di tanti preti, di dire che certe violenze le donne se le sono cercate, è un discorso del tutto disonesto, ipocrita e maschilista, interamente basato sul far dimenticare ciò che avviene al mare, nella danza, in palestra e presso tribù africane.

acquario69

Citazione di: Jacopus il 06 Dicembre 2017, 12:33:29 PM
Ma abbi pazienza Acquario (con la c), tu la rispetti la donna equiparandola ad un cavallo da domare? Ma ti rendi conto di quello che scrivi? Se proprio vuoi spiegati meglio ma le parole che hai scritto a me davvero sono sembrate orribili e originate da un passato oscurantista. Poi ovviamente posso anche sbagliarmi.

ps: "però" in italiano si scrive con l'accento.

Non posso farci niente se per te le mie parole sono sembrate orribili e oscurantiste...dipende dal tuo livello di comprensione (che e' evidentemente modellato al solo pensiero unico corrente) e di saperne cogliere la reale portata e il reale senso,per cui e' inutile volermi rimandare indietro quelli che sono i tuoi stessi stereotipi

viator

Salve. Con tutto il rispetto per il genere femminile, mi trovo a sorridere dell'attuale momento storico che questo attraversa. Quello delle rivendicazioni - alcune giuste ma purtroppo la maggior parte grottesche - circa la parità di genere.

Sorvolando sull'intero retroterra biologico e sociologico che ha portato alla condizione presente della donna (ricordo solo che noi viviamo non nel più giusto, meno giusto, discutibilmente giusto dei mondi possibili, bensì nell'UNICO mondo possibile) vedo che, per colpa sia degli uomini che delle donne, ci si agita sulla ridicola questione di una parità di genere che dovrebbe addirittura venir sancita da leggi e meccanismi sociali.

Reclamare pubblicamente provvedimenti e soluzioni che conferiscano ad una categoria (che si tratti di donne, omosessuali od altro) una "parità" d'ufficio che sia invece negata dai fatti, può solo rappresentare l'implicito riconoscimento proprio della diversità che si vorrebbe cancellare.

Queste questioni non si possono nei fatti risolvere inventandosi le "quote rosa" imposte dall'alto oppure trasformando un'unione omosessuale in una "famiglia".

Quale valore e garanzia di competenza meritocratica potrebbe mai avere un organismo sociale costruito inserendovi per legge un certa percentuale minima o fissa di componenti appartenenti all'uno o l'altro sesso ?? Nessune ! Si potrebbe sempre ed a ragione sostenere che quel tal  membro o quel tale gruppo di membri è o sono presenti solo perchè scelti dall'artimetica.

Il problema non sono le donne, gli uomini, i maschi, le femmine, gli omosessuali, i transgender, i travestiti o gli ermafroditi.

Il problema sono le persone. La maggior parte della gente infatti ha dei problemi anche solo nello spiegarsi o spiegare ad altri la differenza di significato tra i termini che ho appena elencato !!

Nel momento in cui una legge introduce le parole maschio/femmina/uomo/donna nel proprio testo.....ecco realizzata proprio la discriminazione che magari questa vorrebbe eliminare.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

baylham

Citazione di: cvc il 05 Dicembre 2017, 12:12:45 PM
Questa aria del rigoletto che il più delle volte si ascolta o canticchia con aria scanzonata, in realtà racchiude a mio parere l'essenza della condizione umana dell'uomo di fronte all'altro sesso. C'è tutto, non c'è bisogno di aggiungere altro, non resta che meditarci sopra.
D'altra parte anche la donna può vedervici rappresentati i motivi che la rendono spesso incomprensibile agli uomini. Anche se non credo si tratti tanto di rendere comprensibile l'incomprensibile, quanto piuttosto di accettarlo in quanto incomprensibile. Forse questa è anche l'essenza del rispetto: accettare ciò che non si può comprendere.


La donna è mobile
Qual piuma al vento,
Muta d'accento - e di pensiero.
Sempre un amabile,
Leggiadro viso,
In pianto o in riso, - è menzognero.
È sempre misero
Chi a lei s'affida,
Chi le confida - mal cauto il core!
Pur mai non sentesi
Felice appieno
Chi su quel seno - non liba amore!

Non sono un esperto di musica lirica, tuttavia nell'opera questo testo è cantato dal Duca, il potente seduttore, per mettere in evidenza la sua incapacità di amare, l'insoddisfazione di fondo delle sue relazioni sessuali.

Ovviamente, come l'autore del testo, non condivido il giudizio sulle donne e sull'amore del personaggio.

cvc

Citazione di: baylham il 07 Dicembre 2017, 16:28:03 PM
Non sono un esperto di musica lirica, tuttavia nell'opera questo testo è cantato dal Duca, il potente seduttore, per mettere in evidenza la sua incapacità di amare, l'insoddisfazione di fondo delle sue relazioni sessuali.

Ovviamente, come l'autore del testo, non condivido il giudizio sulle donne e sull'amore del personaggio.
Io mi intendo di lirica ancor meno di te, quindi lungi da me qualsiasi velleità esegetica. Però a contrario di te (mi par di capire) trovo il testo della canzone estremamente calzante qualunque sia poi il contesto generale dell'opera. Se poi pensiamo alla sovente incomprensione fra i sessi, mi sembrerebbe piuttosto miope spiegarla sempre con l'ottusità dell'uno o dell'altro. C'è una differenza di fondo che porta ad atteggiamenti diversi da cui nasce l'incomprensione. Certo il testo è caricaturale, però come dicevo nel mio primo intervento, credo sia importante anche vedersi con gl'occhi dell'altro. Non per arrivare ad un'improbabile (secondo me) totale comprensione dell'altro, ma piuttosto per consapevolizzare la diversità ed averne rispetto.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Discussioni simili (4)