La comunicazione

Aperto da viator, 16 Febbraio 2021, 14:58:19 PM

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viator

 Salve. Secondo me può risultare di un qualche interesse il ricapitolare l'evoluzione delle modalità comunicative attraverso le epoche biologiche, riassumendole per fasi successive, ciascuna con la propria specificità che si somma alla- oppure influenza la fase successiva :




       
  • FASE 1 – comunicazione esclusivamente biochimica.
  • FASE 2 – sonorità biomeccanica e comunicazione corporale (richiami sonori, movenze).
  • FASE 3 – gutturalità (vocalità onomatopeica di origine emotiva).
  • FASE 4 – iconicità (raffigurazioni analogiche per immagini permanenti).
  • FASE 5 – sonorità armoniche (espressioni armoniche vocali o strumentali).
  • FASE 6 – semanticità (simbologia grafica codificata e non analogica).
  • FASE 7 – verbalità (comunicazione orale attraverso un qualsiasi linguaggio strutturato).
  • FASE 8 – scrittura (alfabeti, tecniche di stampa).
  • FASE 9 – immagini dinamiche sequenziali (filmati).
  • FASE 10 – multimedialità pervasiva.
  • FASE 11 – realtà virtuale multisensoriale.



Secondo voi è corretta una simile struttura evolutiva della comunicazione ? Esistono o sono esistire modalità di comunicazione BIOLOGICA non appartenenti ad una delle modalità sopra elencate ? (Attenzione : mi riferisco alle FORME DI COMUNICAZIONE BIOLOGICA, non ai loro STRUMENTI, il dettaglio dei quali è ovviamente quasi infinito. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#1
A Viator. Direi che hai fatto un elenco abbastanza completo. Solo due considerazioni aggiuntive. Il linguaggio verbale semplice (7) potrebbe essere stato scoperto prima del simbolismo (6). Oppure che siano progrediti insieme. Inoltre distinguerei le scritture parziali che non possono descrivere qualunque cosa ma sono linguaggi specializzati, come il pentagramma o la matematica o il misterioso sistema "a nodi" quipu degli incas, dalle scritture totali come gli ideogrammi, i geroglifici o l'alfabeto simbolico dai fenici in poi.
Alla domanda rispondo con la considerazione che solo 1 è di natura biologica, mentre le altre forme di comunicazione sono tutte culturali (anche qui a scanso di equivoci e lunghe tiritele, va osservato che alla fine tutto è biologico, così come tutto è, alla fine, teleologicamente determinato, ma entrambi i casi mi ricordano certe vacche nere in una nera notte, tirate in ballo da un esimio pensatore ottocentesco.)
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

#2
Secondo me dovrebbe prima essere approfondito il concetto di comunicazione.

Se con comunicazione intendiamo la trasmissione di una informazione da un polo all'altro, e così dovrebbe a mio parere essere intesa, dovremmo allora chiederci se questa "informazione", ossia conoscenza, non debba necessariamente essere già presente nel polo ricevente.
Magari anche solo in forma latente, embrionale, ma comunque già presente.
Se così non fosse, non vedo come potrebbe mai avvenire un'affettiva comunicazione.

Come potrebbe il ricevente dare un qualsiasi significato all'informazione ricevuta, se non sulla base del già da esso conosciuto?
La comunicazione non serve in sostanza a risvegliare in chi la riceve una conoscenza che già comunque possiede?

Può davvero esservi una informazione che sia presente qui ma non là?

E se davvero non fosse già là... non è assurdo pensare ad una sua possibile comunicazione?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Jacopus

#3
Effettivamente il concetto di comunicazione è molto complesso e polisemantico. Il termine stesso contiene la radice "com" che è relativa alla condivisione. Pertanto è implicito avere una certa capacità di reciproca comprensione (che ha la sua base biologica essenzialmente nei neuroni-specchio). Il problema consiste nel fatto che vi sono linguaggi privi di ambiguità come i linguaggi di programmazione o (forse) la matematica e poi progressivamente altri linguaggi e forme di comunicazione che inevitabilmente si prestano a doppi messaggi, confusione più o meno manipolatoria.
Accanto a ciò non va dimenticato l'apporto emotivo, ovvero il contesto in cui avviene la comunicazione, che struttura una comunicazione al punto da renderla curativa o, al contrario, traumatica. Comunicare in un ufficio di una corporation non è la stessa cosa che comunicare ad una tavolata fra amici e così via.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Jacopus

Approfondendo etimologicamente il termine "comunicazione", esso è stato collegato anche a termine latino munus, ovvero funzione ma anche dono e al termine moenia, ovvero mura. Il dono è stato collegato a quell'aspetto di reciprocità e di gratuità che dovrebbe avere una comunicazione autentica. Il collegamento con moenia è più interessante, perché svela quel rapporto inevitabilmente ambiguo della comunicazione, che apre, ma può anche chiudere, può far conoscere o misconoscere, demistificare o mistificare. La mappa del mondo (comunicazione) non è il mondo ed è persino in grado di costruire mondi paralleli.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. Citandoti : "........va osservato che alla fine tutto è biologico, così come tutto è, alla fine, teleologicamente determinato, ma entrambi i casi mi ricordano certe vacche nere in una nera notte, tirate in ballo da un esimio pensatore ottocentesco".




Tutto ciò che è manifestazione vitale, quindi poi animale, quindi poi umana...........rientra ovviamente nel più vasto cerchio biologico, indipendentemente da qualsiasi ulteriore evoluzione, differenziazione, specificazione generabile dalla loro parzializzazione all'interno di cerchi più piccoli.




Mentre vacche nere, vacche variamente colorate e notti scure possono coesistere tranquillamente - categoria per categoria - ignorandosi bellamente, la cultura umana e tutto ciò che è vitale, animale ed umano non potrebbe certo esistere se scorporato dalle sue origini (e pure dalla sua stretta attualità) biologica. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

La verbalità è antecedente, probabilmente dopo la 5. La 6 e la 8 sono strettamente collegate, l'alfabeto fenicio è una degradazione dei geroglifici egizi avvenuta probabilmente a opera degli schiavi egizi, poi espansasi nelle coste mercantili.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve jacopus ed InVerno. Per la fase 7 (verbalità) io avevo precisato di star parlando della comparsa di una qualche lingua STRUTTURATA, non di una semplice VOCALITA' priva di regole anche solo orali o consuetudinarie. SALUTI.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve bobmax. Citandoti : "Come potrebbe il ricevente dare un qualsiasi significato all'informazione ricevuta, se non sulla base del già da esso conosciuto?
La comunicazione non serve in sostanza a risvegliare in chi la riceve una conoscenza che già comunque possiede?".



Forse. Dipende. Talvolta.


Ti passo la mia personale definizione di informazione : "Forma di comunicazione consistente nel fornire una certa "forma" (cioè struttura, cioè ordinamento) a dei dati".


I dati possono essere sensoriali (schiacciamento di alluci) oppure concettuali (simbolismi matematici, alfabetici, d'altro tipo convenzionale).


Poi l'informazione - comprensibile in via essenziale da chi la trasmette e comunque generabile da ciò che la trasmette (non solo i viventi generano informazioni) potrà essere comprensibile od incomprensibile per chi la riceve, completa od incompleta, corretta o sbagliata etc. etc. etc. etc. etc. A scuola io venivo inondato da informazioni...........ma non ho mai capito un tubo!. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Citazione di: viator il 16 Febbraio 2021, 22:10:50 PM
Salve jacopus ed InVerno. Per la fase 7 (verbalità) io avevo precisato di star parlando della comparsa di una qualche lingua STRUTTURATA, non di una semplice VOCALITA' priva di regole anche solo orali o consuetudinarie. SALUTI.
La vocalità priva di regole non ha capacità di comunicazione, non ha nemmeno senso di esistere, se un suono non può essere riconosciuto per l'informazione che trasporta perchè reitera delle forme conosciute, è privo di senso, e non è comunicazione. Anche il canto degli uccelli ha struttura, non bisogna aspettare i vocabolari..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

bobmax

Citazione di: viator il 16 Febbraio 2021, 22:35:04 PM
Ti passo la mia personale definizione di informazione : "Forma di comunicazione consistente nel fornire una certa "forma" (cioè struttura, cioè ordinamento) a dei dati".

I dati possono essere sensoriali (schiacciamento di alluci) oppure concettuali (simbolismi matematici, alfabetici, d'altro tipo convenzionale).

Sì, Viator, l'informazione è una forma.
D'altronde vi sono solo forme.
Forme che sottintendono un contenuto, il quale si manifesta sempre e solo come forma...

Il "dato" non è mai davvero dato , ma sempre forma che rimanda.

La stessa fisica delle particelle si è inventata delle particelle messaggere, che altro non sono, o vorrebbero essere, che informazione pura.
Quindi forma, la cui sostanza... è la forma stessa.

Nella tua definizione di informazione vorrei evidenziare come ci ritroviamo inevitabilmente in un circolo.
L'informazione richiama la comunicazione che a sua volta si regge sulla informazione stessa...

In effetti, a ben guardare, vi è solo comunicazione, ossia informazione.
Comunicazione pura, che crea i poli che sembrano comunicare, ma sono invece creati dalla comunicazione stessa. Funzionali al suo potersi manifestare.

E la comunicazione non è forse che la stessa Esistenza?

Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Se intendiamo comunicazione in senso così lato (comunicazione biochimica) bisognerebbe andare ancora più a ritroso fino alla chimica pura laddove gli elettroni fungono da agenti comunicanti tra atomi in cerca di stabilità che viene offerta loro dalle molecole che si formano. Anche la comunicazione biochimica, seppur finalizzata a servizi più complessi, funziona così.

Ancora più a ritroso, come non lodare la perfetta calibrazione delle onde elettromagnetiche che partono da un'emittente e attraverso mirabolanti congegni giungono a dispositivi di ricezione abili a tal punto da convertirla in comunicazione virtuale multisensoriale umanamente tarata. Il tutto per merito di minuscole radiazioni, capaci di comunicare tra loro assai meglio di quanto potrebbe fare Ipazia con un cinese che parla solo cinese.

Penso abbia ragione Jacopus quando consiglia di distinguere una comunicazione di tipo fisico-chimico-biologico da una comunicazione "comportamentale", non esclusivamente verbale, che è propria dei viventi e passa attraverso l'elaborazione di un SNC capace di decodificare il messaggio ricevuto. Una comunicazione con attitudini "culturali", non meramente deterministica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Tutto giusto e tutto opinabile (si torna al colore delle vacche notturne). Poichè il mio riassunto copriva l'evoluzione delle comunione umana.............l'ho iniziato dalle radici biologiche.



Ovviamente pure il big-bang incarna (tra l'altro assai più compiutamente di tutto il resto) l'aspetto comunicativo.



Dall'essenziale al superfluo, dal sublime al volgare e poi ancora al sublime.........tutto è comunicazione di inFORMAzione, la quale comunicazione sarà ciò che modula i significati della SOSTANZA, attribuendo un senso al suo trasformarsi. Saluti.




Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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