La comunicazione

Aperto da viator, 08 Marzo 2019, 22:05:37 PM

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viator

Mi riallaccio ad un intervento odierno di Lou, la quale sembra compiacersi delle attuali possibilità consentite dagli strumenti di comunicazione. Ciò mi spinge ad osservare che a parer mio esiste un preciso problema che rende pericolosa od almeno poco desiderabile l'attuale situazione e le future prospettive della comunicazione.

E' quello della COAZIONE (tutti devono comunicare non importa cosa, a pena di venir isolati dalla comunità !).

Ciò genera, accanto all'aumento della comunicazione culturale, strumentale ed utilitaria, un assai maggior aumento di quella stereotipata, inutile, nociva, tendenziosa, ingannevole.

Sempre più facile il comunicare e sempre più difficile orientarsi, almeno per le masse.

Tutto ciò coincide con l'interesse dei detentori del potere comunicativo, i quali appartengono a due precise categorie :


  • l'imprenditoria tecnocratica, cioè i produttori di strumenti ed i fornitori di servizi informatico-comunicativi, i quali hanno un'ovvio interesse nel proporre al mercato sempre nuove possibilità presentandole come utili, necessarie, indispensabili, aggiornate, facili e piacevoli. Tra l'altro essi stessi, nel fare ciò, sono a loro volta vittime della COAZIONE allo sviluppo dei loro fatturati (la concorrenza non dorme e "chi si ferma è perduto").


  • i poteri politici (non importa di quale orientamento) i quali sono piuttosto contenti di trovarsi circondati da strumenti che permettano loro di aggiornarsi sugli umori delle masse e di passare alle stesse masse la maggior quantità possibile di seducenti proclami.

Come la vedo per il futuro ? Potere tecnocratico per i pochi e "panem et smartphonem" per le masse. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

acquario69

Un altro aspetto in parte già accennato e' che la stessa comunicazione al pari di tutto il resto e' diventato qualcosa di estremamente indefinito volatile e inconsistente dove tutto e il contrario di tutto sono ormai la stessa cosa..cioe pari ad un nulla...
si può dire tutto quello che si vuole,per poi venire smentita a sua volta e cosi all'infinito.

Comunicare non credo abbia più senso se non quello rovesciato e distopico di una inarrestabile dissoluzione

sgiombo

Si tratta in sostanza dell' "applicazione" alla comunicazione del consumismo, cioé del disastroso e tendenzialmente umanicida "imperativo categorico" capitalistico di produrre e consumare illimitatamente in un mondo con disponibilità di risorse naturali limitata. 

Ma per me il problema fondamentale é (resta; e con gli sviluppi tecnici recenti si aggrava ulteriormente) che non esiste disponibilità dei mezzi di comunicazione democraticamente distribuita per tutti in misura equa, ma invece la libertà reale (e non immaginaria, falsamente scritta nelle costituzioni) di espressione (effettiva, in grado di raggiungere fruitori: espressione reale e non fittizia illusione di comunicare ed esprimere il proprio "libero" -di non essere conosciuto- pensiero) é limitata a infime minoranze superprivilegiate.

Freedom

Citazione di: viator il 08 Marzo 2019, 22:05:37 PM
Mi riallaccio ad un intervento odierno di Lou, la quale sembra compiacersi delle attuali possibilità consentite dagli strumenti di comunicazione. Ciò mi spinge ad osservare che a parer mio esiste un preciso problema che rende pericolosa od almeno poco desiderabile l'attuale situazione e le future prospettive della comunicazione.

E' quello della COAZIONE (tutti devono comunicare non importa cosa, a pena di venir isolati dalla comunità !).

Ciò genera, accanto all'aumento della comunicazione culturale, strumentale ed utilitaria, un assai maggior aumento di quella stereotipata, inutile, nociva, tendenziosa, ingannevole.

Sempre più facile il comunicare e sempre più difficile orientarsi, almeno per le masse.

Tutto ciò coincide con l'interesse dei detentori del potere comunicativo, i quali appartengono a due precise categorie :


  • l'imprenditoria tecnocratica, cioè i produttori di strumenti ed i fornitori di servizi informatico-comunicativi, i quali hanno un'ovvio interesse nel proporre al mercato sempre nuove possibilità presentandole come utili, necessarie, indispensabili, aggiornate, facili e piacevoli. Tra l'altro essi stessi, nel fare ciò, sono a loro volta vittime della COAZIONE allo sviluppo dei loro fatturati (la concorrenza non dorme e "chi si ferma è perduto").


  • i poteri politici (non importa di quale orientamento) i quali sono piuttosto contenti di trovarsi circondati da strumenti che permettano loro di aggiornarsi sugli umori delle masse e di passare alle stesse masse la maggior quantità possibile di seducenti proclami.

Come la vedo per il futuro ? Potere tecnocratico per i pochi e "panem et smartphonem" per le masse. Saluti.
Integralmente condivisibile.

Mi permetto di rilevare anche il fatto che il web rappresenta una fonte di introiti enormi peri detentori del "potere". E' noto che ogni utente dei social ma anche dei motori di ricerca e, più in generale, chiunque si colleghi ad Internet, ha una valutazione/corrispettivo in denaro che viene pagato da tutte le aziende interessate a censire dati anagrafici, politici, economici, di gusti, etc.

Inoltre la valanga di informazioni di cui parli è un potentissimo strumento orientativo del pensiero delle masse. Guarda caso i temi quotidiani in agenda sono quelli proposti, ossessivamente e con poca fantasia nonchè scarsissima aderenza alla realtà delle cose, dai media. E' avvilente e noiosissimo seguire il dibattito politico, economico, culturale e fors'anche scientifico che si è sviluppato e si sviluppa quotidianamente dai tempi di Internet sino ad oggi.

Il futuro? A mio avviso non c'è scampo dal plagio mentre c'era e ci sarebbe tutt'ora dalla violenza repressiva. La coercizione visibile prima o poi, suscita una reazione, ma la schiavitù volontaria......bè quella è un pò più difficile da sconfiggere.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

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