LA BUSSOLA POLITICA

Aperto da Eutidemo, 22 Marzo 2019, 11:22:25 AM

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Eutidemo

Alcuni ritengono che non esistano più i concetti di DESTRA e SINISTRA politica, mentre altri ne sostengono risolutamente l'esistenza; in un certo senso, hanno torto e ragione entrambi!
Ed invero, almeno per come la vedo io, la DESTRA e SINISTRA indubbiamente esistono ancora, , ma occorre evitare di definirle in MODALITA' DALTONICA; cioè, come se esse si trovassero alle due estremità di una linea retta.

Taluni, con daltonismo un po' meno accentuato, rilevano tra le due estremità delle SFUMATURE  DI GRIGIO intermedie; ma anche tale visione, secondo me, è sostanzialmente ERRONEA e GROSSOLANA.

Secondo me, invece, sebbene (come appresso vedremo) anche tale "Weltanschauung" non sia ancora del tutto perspicua, la raffigurazione non deve essere effettuata su una LINEA, bensì su un PIANO, raffigurandola un po' come la seguente BUSSOLA (o "rosa dei venti", se preferite).

Ed invero, non si tratta soltanto di SFUMATURE DI GRIGIO, bensì di SFUMATURE TRA PIU' COLORI DIVERSI; sebbene anche essi sfumati nelle zone di confine.
                                         ***
Ed invero, sempre semplificando, ma con maggior accostamento alla realtà, a mio avviso le "suddivisioni" dovrebbero essere "almeno" le seguenti QUATTRO:
1) 
SINISTRA ECONOMICA (che si potrebbe anche definire "sociale"), la quale ha precipuamente di mira la redistribuzione dei redditi, la tutela del lavoro ecc., ed è caratterizzata dall'ostilità verso il capitalismo. 
2)
SINISTRA PROGRESSISTA (che si potrebbe anche definire "civile"), la quale ha precipuamente di mira i "diritti civili" quali il matrimonio tra gay, l'eutanasia ecc., ed è caratterizzata dall'ostilità verso il bigottismo clericale e provinciale.
3)
DESTRA ECONOMICA (che si potrebbe anche definire "liberista"), la quale ha precipuamente di mira la libertà economica, la tutela della proprietà, del profitto ecc., e che può essere di tipo "liberaleconomico puro", ovvero "finanzcapitalista", che sono cose alquanto diverse (e spesso in conflitto), seppur limitrofe.
4) 
DESTRA REAZIONARIA (che si potrebbe anche definire "retriva"), la quale ha precipuamente di mira il ritorno a concezioni storicamente superate della società, della famiglia e della religione, e e che può essere di tipo "passatista e retrogrado puro", ovvero meramente "conservativo", che cioè, vuole "conservare" determinate concenzioni ancora attuali, opponendosi rigidamente a qualsiasi cambiamento.
                                         ***
In genere, si tende ad associare 1) con 2) col nome generico di SINISTRA e 3) con 4) col nome generico di DESTRA, il che è "abbastanza corretto", perchè è questo che , in linea di massima,  tendono a fare i partiti politici; con l'eccezione del PARTITO RADICALE, che è eminentemente orientato verso il 2), e il MOVIMENTO 5 STELLE, che non è orientato verso NIENTE (ovvero un po' verso tutto, con diverse percentuali).
Come ho detto, è "abbastanza corretto", ma non è "del tutto esatto"!
                                         ***
Ed infatti, tenendo conto di come è conformata la BUSSOLA, è facile riscontrare come:
- tra SINISTRA ECONOMICA e DESTRA ECONOMICA non potrà mai esserci convergenza alcuna, perchè sono agli antipodi della rosa dei venti...come EST ed OVEST;
- tra SINISTRA PROGRESSISTA e DESTRA REAZIONARIA non potrà mai esserci convergenza alcuna, perchè sono agli antipodi della rosa dei venti...come NORD e SUD.
Diversamente, in taluni casi:
- possono esserci limitate convergenze tra SINISTRA PROGRESSISTA  e DESTRA ECONOMICA, in quanto, qualora determinati diritti civili non ledano la libertà economica, e viceversa, tra di loro non c'è particolare contrasto;
- possono esserci limitate convergenze anche tra SINISTRA ECONOMICA  e DESTRA REAZIONARIA, in quanto, qualora si tratti di favorire la parte più povera ed arretrata del Paese, spesso sono tra di loro addirittura in concorrenza (se non altro a meri fini elettorali).
                                         ***
Come ho premesso, tuttavia, anche la mia è sostanzialmente una SEMPLIFICAZIONE, in quanto occorrerebbe tenere conto anche di altri aspetti; ad esempio, quello concernente la CONCEZIONE DELLO STATO!
Sotto tale profilo, invero:
- SINISTRA ECONOMICA  e DESTRA REAZIONARIA, se estremizzate, hanno storicamente spesso manifestato una netta propensione per il TOTALITARISMO, come -sia pure in forme molto diverse- il NAZIFASCISMO e il BOLSCEVISMO;
- SINISTRA PROGRESSISTA  e (vera) DESTRA ECONOMICA, invece, lo hanno sempre decisamente aborrito!
E ci sarebbero anche molti altri aspetti da considerare, ma qui manca lo spazio per esaminarli tutti.
                                         ***
In ogni caso occorre considerare che una eventuale classificazione (orientativa), può essere fatta per:
a) SOGGETTI POLITICI (partiti, movimenti ecc.)
b) PERSONE
c) ATTI 
d) COMPORTAMENTI
I quali non sempre coincidono, in quanto, ad esempio, un partito classificato di sinistra progressista, potrebbe porre in essere atti di destra economica, ovvero, un individuo di destra reazionaria, potrebbe avere comportamenti personali addirittura di sinistra progressista (e viceversa); ma, ovviamente, tali giudizi di "coerenza" sono abbastanza opinabili.
                                         ***
Infine, e per concludere, a), b), c) e d) solo molto raramente possono collocarsi sulla CIRCONFERENZA del cerchio, in quanto, a seconda del grado di MODERATISMO o di ESTREMISMO rispetto al relativo orientamento, possono essere collacati in vari punti dell'AREA del cerchio stesso; cioè, più o meno vicini o lontani dal CENTRO, ovvero l'uno dall'altro.

                                         ***
A questo punto, qualcuno potrebbe anche accusarmi di aver scoperto l'ACQUA CALDA; il che, in effetti, potrebbe anche essere vero...però ho notato che RARAMENTE in tale acqua calda qualcuno prova a specchiarcisi "SUL SERIO".
Provateci!
;)

Ipazia

In Italia abbiamo avuto avuto una sinistra politica ammanicata con la destra economica e una destra sociale, magari confusa, ma più vicina agli interessi dei lavoratori. Come vedi le sfumature sono molto più di quattro. Il m5s sarà pure confuso ma sui diritti civili e sociali la "sinistra politica italiana" - ostaggio permanente dei poteri forti dal clero alla finanza - se l'è mangiata alla grande. Scavalcata a sinistra pure dal populismo di destra della lega.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

#2
ciao Eutidemo,
penso che i valori morali ed economici che contraddistinguevano destra e sinistra siano vigenti, ma la pratica non  ha più nulla a che fare con le motivazioni e le intenzioni di almeno un secolo fa.
Le pratiche totalitarie della destra, fascismo e nazismo, e la Russia sovietica comunista, sono finite.
La pratica ha problematicizzato la teoretica.Nonostante il fiume di inchiostro soprattutto a sinistra a rianalizzare il materialismo storico e dialettico di Marx o il naturalismo di Engels, passando per parecchi uomini di cultura, anche di destra, non ha risolto nemmeno a livello teorico cosa significa oggi identitariamente essere di destra o essere di sinistra. Tanto che la tua bussola converge i punti verso il centro del cerchio. Lo sfumato lineare ,corrisponde al centralismo(centro-sinistra e centro-destra) della bussola rappresentativa. perchè tutti hanno accettato di fatto il compromesso con il capitalismo.
Mentre si cercavano le manchevolezze teoriche delle costruzione del pensiero di destra e sinistra, il capitalismo di trasformava, modifiando la struttura socio-economica.C'è sempre stata una asincronia fra velocità del mutamento e riflessione teorica che viene dalla prassi.leggere oggi ad esempio lo strutturalismo di Althusser...sembra passato molto più tempo.Il risultato è stato uno scollamento toale fra società e politica persino a livello organizzativo.un tempo le cellule comuniste come l'azione cattolica erano capillari,arrivavano dalle fabbriche ai rioni delle città.
Oggi il politico,,,,,,,e chi lo conosce? E' finito il tempo dell'associazionismo di base si discutevano dei problemi reali e della politica.
Fino a quarant'anni fa si trovava ancora un dialogo fra fabbrica, o luoghi di lavoro e società .E'finito tutto,,sono rimaste comparse.
Non poteva che finire ,con  questa crisi ,che è della politca e non solo delle destra e sinistra specifiche,, nella grande ammucchiata.
Non c'è progetto, nemmeno in filosofi politici di primo piano contemporanei.Guardano, osservano, riflettono, hanno anche buone intuizioni, ma nulla.......Una delle componenti è stata la mutazione del concetto di popolo e dei ruoli sociali economici.
Oggi il popolano può essere in miseria e di destra e un dirigente essere di sinistra,oggi molto più di un tempo Non c'è nemmeno l'identificazione sociale, ad esempio con chi si farebbe oggi la lotta di classe?Con l'aristocrazia operaia delle tute blu ,,,o anzi con i robot che li stanno sostituendo?
Se aggiungiamo che l'economia ha esteso al globale la sua influenza , stringendo e avvicinando i mercati con la velocità dei network. diventa persino difficile costruire aree omogene socio-economiche, creando frizioni fra sovranità nazionale e internazionalità e globalizzazione.

Temo che il tuo schema oggi sia ormai una parvenza, un involucro, anche se di fondo c'è ancora quel qualcosa di sinistra e di destra "antico", originario.

Ipazia

L'unica differenza politica tangibile e storicamente attiva è tra sopravvivenze ideologiche alla Casarini che pensano di risolvere i problemi importando la disperazione africana nella disperazione europea, risolvendo soltanto la loro illusione di continuare ad esistere politicamente e il pragmatismo, pieno di contraddizioni ma coi piedi per terra, di chi ha capito che non si esce dalla disperazione riempiendo l'Europa di questuanti. La contraddizione economica fondamentale tra produttori e parassiti continua ad operare, ma i modelli classici della sua esplicazione sono saltati e vanno riscritti giorno per giorno. Più degli schemi politici conviene rivolgersi alle emergenze eco-etologiche per trovare qualche chiave di lettura che ci porti fuori dalla disperazione e dalla mera ideologia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Ciao Ipazia e Paul11.
Mi riservo di fornire un risposta che riguardi i contenuti di entrambi i vostri interventi, che ritengo in gran parte condivisibili; soprattutto il rilievo di Paul11 circa la convergenza di alcuni punti verso il centro del cerchio, sebbene -secondo me- siano da rilevare anche alcune "divergenze estreme" sulla circonferenza.
Però sono all'estero per lavoro, per cui, per un po',  avrò difficoltà a partecipare ai vari THREAD.
Chiedo venia! :)

anthonyi

Citazione di: Eutidemo date=1553250145
size=2]SINISTRA ECONOMICA (che si potrebbe anche definire "sociale"), la quale ha precipuamente di mira la redistribuzione dei redditi, la tutela del lavoro ecc., ed è caratterizzata dall'ostilità verso il capitalismo. [/size]
2)
SINISTRA PROGRESSISTA (che si potrebbe anche definire "civile"), la quale ha precipuamente di mira i "diritti civili" quali il matrimonio tra gay, l'eutanasia ecc., ed è caratterizzata dall'ostilità verso il bigottismo clericale e provinciale.
Eutidemo, ho l'impressione che la tua rappresentazione non renda evidente la vera fonte di contraddizione che c'è a sinistra, tra una sinistra liberale, che ha certamente cura dei diritti civili, ma non per questo è in contraddizione con l'altra sinistra, di tipo labourista ed ostile verso il capitalismo o sistema di mercato.
Il motivo del contendere, tra le due sinistre, è nella visione del sistema economico, entrambe le sinistre sostengono di voler tutelare i lavoratori, solo che la sinistra liberale vuole farlo in collaborazione con le imprese, mentre la sinistra labourista vuole farlo in conflitto con esse.
La contesa non è irrilevante neanche per la stessa differenza tra destra e sinistra, laddove la sinistra labourista critica quella liberale affermando che non è sinistra proprio perché assume una visione simile a quella della destra economica.
Vi è però una differenza fondamentale tra destra economica e sinistra liberale, la prima infatti cerca di favorire i profitti d'impresa, mentre la seconda cerca di favorire l'occupazione.
Un saluto.

paul11

In attesa che il buon Eutidemo esegua le sue incombenze.
Ipazia
temo che le problematiche ambientali siano ambigue, come storicamente è già avvenuto.
Ricordo che i primi movimenti politico ambientali con la nascita dei "Verdi" fu a Zurigo e in Germania.Ogni tanto riemergono...
Non mi convince perchè il tema è sempre o spesso svolto in termini generalisti.Il soggetto è l'umanità, quando invece
il problema rimane sempre la tipologia di struttura economico sociale, il profitto capitalista che inquina. ouno Stato che pensa alla sua potenza economica.
Allora se viene rapportato il tema ambientale del pianeta o dei luoghi specifici inquinati ,scopriremmo chele responsabilità li troviamo sempre.
Perchè se inquinare è un fatto economico alal base anche disinquinare è un affare per industriali e mafie, come dimostra il giro di denaro per i rifiuti.

anthonyi
anche le battaglie di retroguardia sono state sconfitte, quelle difensive e di resistenza sull'occupazione e il lavoro in generale.
Perchè se legalmente un imprenditore può ricattare una chiusura di uno stabilimento per costruirne da qualche parte nel mondo, oppure tagliare occupazione per slavaguardare la parte restante(ed è quello che alla fine si è fatto ovunque nel sistema economico politico-legale), la battaglia è persa già legalmente.Perchè il diritto imprenditoriale è più forte del diritto al la voro , checchè ne dicano le retoriche.
la scelta è stata allora sulla politica degli investimenti in un clima remissivo e pacifiatorio delle parti sociali .Questa è la "politica dei due tempi"
fin dai tempi di Lama della CGIL dopo le grandi ristrutturazioni e riconversioni dei gruppi industriali dei primi anni Ottanata, anche grazie al compromesso storico di Berlinguer di fine anni Settanta. Da allora lentamenteo rpentinamente i diritti e il potere slariale è finito anche come disgregazione del tessuto sociale di base .Finite le grandi concentrazioni operaie, finiscono le celle comuniste in fabbrica, finisce il rapporto fabbrica-società.Da quel momento l'intera sinistra mondiale nel mondo Occidentale sceglie i poteri forti.
Le Labour Party non hanno mai combinato nulla

anthonyi

Citazione di: paul11 il 23 Marzo 2019, 19:35:45 PM


anthonyi
anche le battaglie di retroguardia sono state sconfitte, quelle difensive e di resistenza sull'occupazione e il lavoro in generale.
Perchè se legalmente un imprenditore può ricattare una chiusura di uno stabilimento per costruirne da qualche parte nel mondo, oppure tagliare occupazione per slavaguardare la parte restante(ed è quello che alla fine si è fatto ovunque nel sistema economico politico-legale), la battaglia è persa già legalmente.Perchè il diritto imprenditoriale è più forte del diritto al la voro , checchè ne dicano le retoriche.
la scelta è stata allora sulla politica degli investimenti in un clima remissivo e pacifiatorio delle parti sociali .Questa è la "politica dei due tempi"
fin dai tempi di Lama della CGIL dopo le grandi ristrutturazioni e riconversioni dei gruppi industriali dei primi anni Ottanata, anche grazie al compromesso storico di Berlinguer di fine anni Settanta. Da allora lentamenteo rpentinamente i diritti e il potere slariale è finito anche come disgregazione del tessuto sociale di base .Finite le grandi concentrazioni operaie, finiscono le celle comuniste in fabbrica, finisce il rapporto fabbrica-società.Da quel momento l'intera sinistra mondiale nel mondo Occidentale sceglie i poteri forti.
Le Labour Party non hanno mai combinato nulla

Paul11, scusa il gioco di parole, ma non condivido la tua interpretazione della mia interpretazione. La sinistra della quale parlo non ha scelto i poteri forti, ha scelto la realtà dei meccanismi di mercato e all'interno di questi ha cercato di tutelare il lavoro, anche se tu di questo non ne sei convinto.
Il diritto dell'impresa è più forte perché è l'impresa che fa il lavoro, e quindi origina e finanzia ogni diritto dei lavoratori, per cui questi diritti possono esistere solo in armonia con le esigenze delle imprese e l'esperienza ci dice che sistemi di garanzie sul lavoro più forti si realizzano solo laddove le imprese sono forti.
Un saluto

paul11

Citazione di: anthonyi il 23 Marzo 2019, 20:05:23 PM
Paul11, scusa il gioco di parole, ma non condivido la tua interpretazione della mia interpretazione. La sinistra della quale parlo non ha scelto i poteri forti, ha scelto la realtà dei meccanismi di mercato e all'interno di questi ha cercato di tutelare il lavoro, anche se tu di questo non ne sei convinto.
Il diritto dell'impresa è più forte perché è l'impresa che fa il lavoro, e quindi origina e finanzia ogni diritto dei lavoratori, per cui questi diritti possono esistere solo in armonia con le esigenze delle imprese e l'esperienza ci dice che sistemi di garanzie sul lavoro più forti si realizzano solo laddove le imprese sono forti.
Un saluto
Stiamo semmai dicendo il senso di uno stesso argomento in maniera simile, e mi spiego.
Le sinistre e le destre nascono in termini rivoluzionari al sistema allora vigente. Apparirono due correnti di pensiero comune: accettare il parlamentarismo liberale o rimanere partito/movimento rivoluzionario extra parlamentare.
Hanno entrambe avuto una chance storica, sia destra che sinistra.Sono storicamente finite ed è rimasto il parlamentarismo che ha mediato le istanze di destra e sinistra.Finito il tempo rivoluzionario è rimasto quello pragmatista parlamentare e intanto sia lastruttura economica capitalistica ,sia la struttura sociale famigliare è mutata. I partiti di destra e sinistra si sono accomunati sulla centralità del sistema poichè incapaci di progettare e sostenere economie alternative a quella capitalistica, tutti sono diventati "interclassisti".Signifca che il vecchio schema è saltato anche perchè nel frattempo la struttura famigliare è cambiata, e con essa motivazioni,aspettative, ecc.
E' chiaro che il sistema liberale politico costruisce delle gerarchie nel diritto.Lo Stato e le legislazioni non possono proibire ,in nome del lavoro, di negare il potere imprenditoriale.E da quì la sinistra e le organizzazioni sindacali escono perdenti.Lo Stato e gli accordi sindacali, non fanno altro che gli assistenti sociali nel caso di "crisi" aziendali, quindi il lavoro ,già legislativamente e cnon solo economicamente, o se vuoi il potere economico impone alle legislazioni una superiorità di diritto imprenditoriale su quello dei lavoratori ..

Mi pare chiaro che dalla succinta analisi, la risultante non possa che essere che le sinistre mediano con il potere economico pubblico e privato ,chiedendo investimenti produttivi.La sinstra ,come la destra, si è illusa che lo Stato potesse essere compensatore del potere economico(più Stato, meno privato).Scegliere i meccanismi del mercato signifca anche sapere con chi patteggiare e mediare,appunto i poteri forti che detengono le leve economiche.
Il problema paradigmatico delal sinistra è se una vita umana debba essere dipendente da un sistema economico che lui stesso ,in quanto umano, costruisce.Non sta scritto da nessuna parte che il capitalismo sia l'unico sistema economico umano che interagisca nel concetto di scambio economico..Se una sinistra non solo non riese più a sostenere il paradigma centrale nella sua costituzione, nella sua formazione culturale originaria, ma finisce nei fatti con rinnegarla, non è più sotanzialmente sinistra, ma solo un involucro esterno,un palliativo.
Infatti tutti  i partiti tendono sempre più a rassomigliarsi, ma questo ovunque, non solo in Italia.

anthonyi

Citazione di: paul11 il 24 Marzo 2019, 00:20:06 AM
Se una sinistra non solo non riese più a sostenere il paradigma centrale nella sua costituzione, nella sua formazione culturale originaria, ma finisce nei fatti con rinnegarla, non è più sotanzialmente sinistra, ma solo un involucro esterno,un palliativo.
La questione centrale, paul, è nel paradigma centrale, in una visione di sinistra ortodossa, tradizionale, il paradigma lo da il pensiero Marxiano ed evoluzioni conseguenti. Nella sinistra liberale il paradigma è quello liberale e la differenza rispetto alla destra economica la fanno i fini con i quali questo paradigma viene utilizzato.
L'atteggiamento della sinistra tradizionale, che tu riprendi, per il quale sarebbe solo questa la sinistra, mentre l'altra, quella liberale, sarebbe una sinistra finta, è a mio parere anche storicamente problematico, perché i concetti di sinistra e destra sono enormemente più ampi delle attuali evoluzioni politiche, e soprattutto sono antecedenti al pensiero Marxiano.
La tesi che la sinistra è solo sinistra marxiana, porta alla conclusione che la crisi, la fine della sinistra marxiana comporta la crisi, la fine, della sinistra e produce un grande regalo a favore delle destre.
Un saluto.

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 24 Marzo 2019, 06:35:32 AM
....La tesi che la sinistra è solo sinistra marxiana, porta alla conclusione che la crisi, la fine della sinistra marxiana comporta la crisi, la fine, della sinistra e produce un grande regalo a favore delle destre.
Mai tanto grande quanto continuare a spacciarla per sinistra gabbando il povero elettore di sinistra che pensa di votare per i suoi diritti e invece vota i commessi politici del padrone.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 24 Marzo 2019, 15:04:02 PM
Mai tanto grande quanto continuare a spacciarla per sinistra gabbando il povero elettore di sinistra che pensa di votare per i suoi diritti e invece vota i commessi politici del padrone.
Ipazia, permetti che l'elettore di sinistra, lavoratore, possa avere una sua visione del sistema economico, magari non necessariamente marxiana, e sulla base di questa visione possa pensare che il suo interesse (Non i suoi diritti che spesso sono solo concetti scritti su un pezzo di carta ma privi di utilità effettiva per il lavoratore) non sia necessariamente in conflitto con quello degli imprenditori.
Se poi questo elettore è anche un autonomo, e quindi sostanzialmente un imprenditore, allora sicuramente la sua visione non potrà concepire quel conflitto.
Quelli che tu chiami commessi sono semplicemente politici che tutelano gli interessi di questi elettori che non sono gabbati per niente.
Un saluto.

paul11

Citazione di: anthonyi il 24 Marzo 2019, 06:35:32 AM
La questione centrale, paul, è nel paradigma centrale, in una visione di sinistra ortodossa, tradizionale, il paradigma lo da il pensiero Marxiano ed evoluzioni conseguenti. Nella sinistra liberale il paradigma è quello liberale e la differenza rispetto alla destra economica la fanno i fini con i quali questo paradigma viene utilizzato.
L'atteggiamento della sinistra tradizionale, che tu riprendi, per il quale sarebbe solo questa la sinistra, mentre l'altra, quella liberale, sarebbe una sinistra finta, è a mio parere anche storicamente problematico, perché i concetti di sinistra e destra sono enormemente più ampi delle attuali evoluzioni politiche, e soprattutto sono antecedenti al pensiero Marxiano.
La tesi che la sinistra è solo sinistra marxiana, porta alla conclusione che la crisi, la fine della sinistra marxiana comporta la crisi, la fine, della sinistra e produce un grande regalo a favore delle destre.
Un saluto.
Il marxismo dal punto di vista dell'analisi sulla struttura economica e sociologia è ancora il paradigma centrale.
Persino filosfi politici contemporanei come Zizek non possono fare a meno delle sue analisi.
Il problema è che le prime fasi di industrializzazione il rapporto con la finanza, lo stesso concetto di Stato al tempo di marx rispetto ad oggi eè molto mutato; ma non i concetti di pluslavoro e pluvalore,che sono la base scientifico economica.

La teoria dello stato liberal-sociale si è schiantata nella globalizzazione. Nacque come processo "dialettico" fra le istanze del potere economico con le istanze di rivendicazioni salariali e di diritti (le 40 ore settimanali) ovunque, non solo in Italia.
Keynes rappresenta il punto di equilibrio di una teroia di uno Stato che media le forze avverse nel rapporto pubblico e privato.
La fine dell'URSS e il crollo del muro di Berlino ha chiuso anche il processo di un progetto progressista (progressista infatti viene identificata la sinistra).E' potuto avvenire per totale mancanza di una base di resistenza ose si vuole di incapacità di organizzare una difesa da parte dell'intera sinistra globale,perchè ormai compromessa nei ruoli istituzionalizzati di uno Stato "corporativo".La subordinazioni dei partiti comunisti e socialisti illudendosi di un capitalismo"intelligente" che sapesse quanto mettersi in tasca(profitto) e quanto dare allo Stato(redistribuzione) e quanto ai lavoratori (rivendicazioni salariali) è fallito.Perchè una seria sinistra, proprio  partire dalla analisi scientifca delle'conomia,  o sa farsi sentire nelle due fasi di produzione del reddito e redistribuzione, che signifca saper controllare e gestire i procesi di produttività incrementali , o perde prima culturalmente e poi politicamente.Abbandonando i lavoratori al loro destino, nella logica di sindacato-partito, eperdendo nel tempo i diritti o rendendoli elastici e flessibili (con il lavora precario, con premi su obiettivi aziendalistici) si è consegnato culturalmente le nuove generazioni ad un dominio culturale "aziendalista"

anthonyi

Citazione di: paul11 il 24 Marzo 2019, 23:56:30 PM
Il marxismo dal punto di vista dell'analisi sulla struttura economica e sociologia è ancora il paradigma centrale.



Paul11, è difficile dialogare con queste premesse concettuali, io non ho dubbi che nei tuoi ragionamenti personali categorie come plusvalore e sfruttamento siano centrali, ma la fuori c'è un mondo più articolato. Nella recente visita in Italia del presidente della Cina, tuttora capo di uno stato che ancora formalmente si dichiara socialista, dubito che categorie del genere siano state utilizzate da qualcuno dei funzionari e imprenditori che hanno partecipato ai lavori.
Qui nessuno vuole negare il valore teorico del Marxismo in ambito sociologico, ma pensare che la visione del mondo economico, da parte della generalità degli individui che si considerano di sinistra, si fondi su quella visione, è fuori dalla realtà.
Un saluto

paul11

#14
Ma infatti la Cina rappresenta un non comunismo, per i comunisti, e un non capitalismo, per gli apologeti del libero mercato.
Si tratta di capire se "terze vie" che negli ultimi cinquant'anni sono stati tentati  e tutti falliti (Tito e Gheddafi fra questi) potranno avere un futuro,

C' è un dominio a monte dell'uomo economico e politico, ed  è quello dell'uomo "psicologico", di natura.
Si tratterebbe anche di capire se la natura umana  che tende ai due aspetti  sociale ed egoistico è più teso "naturalisticamente" verso il capitalismo o il socialismo/comunismo. E se la cultura, in quanta parte possa condizionarlo (in positivo o negativo).
Il punto è se l'economia dello scambio con annesso plusvalore e profitto è l'unica forma di interazione sociale "naturale" oppure siano possibili strade intermedie ,come quella cinese.
Perchè tutti  i partiti occidentali sono di fatto "interclassisti". Ma il punto è se questo stadio è la risultante della mancanza e sottrazione dei partiti e movimenti di sinistra o anche perchè il "proletario" sentendo puzza di denaro si è imborghesito?

Il problema è che non basta l'analisi marxista, dal punto di vista della sinistra.
In altri termini significa  cercare di capire se il capitalismo ,nonostante tutte le sue contraddizioni, rimane il sistema"naturale" più confacente al sociale e il sistema liberal-democratico politico  parlamentare pure.

L'appiattimento, con la scomparsa estremistica verso il centro parlamentare, che ha comportato la sparizione storica dei movimentismi extra parlamentari o parlamentari sia di sinistra che destra non è solo un sintomo, deve avere una causa che non può solo essere un'apologia del tipo "il capitalismo o il libero mercato è il meglio"

....non so se sono riuscito a farmi capire ...

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