L'istinto paterno.

Aperto da viator, 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

viator

Salve. Argomento di taglio sociobiopsicologico. Vediamo di inserirlo qui.

Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente.

Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile.

Naturalmente assisteremo all'ingolfamento di esempi di dedizione, di responsabilità, di orgoglio, di sacrificio etc. da parte di padri, nel tentativo di mettere in dubbio o falsificare una simile tesi.

Attraverso la vostra opinione spero però di poter leggere anche qualche analisi un poco più distaccata dalle casistiche particolari generate da fattori poco o per nulla istintuali quali i sentimenti, l'etica, la morale.

In attesa di repliche costruttive, essendo avaro ed egoista non vi regalo nulla per Natale, limitandomi a farvi avere poco dispendiosi ma veramente sinceri auguri sia di circostanza che di extra circostanza.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Sariputra

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PMSalve. Argomento di taglio sociobiopsicologico. Vediamo di inserirlo qui. Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente. Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile. Naturalmente assisteremo all'ingolfamento di esempi di dedizione, di responsabilità, di orgoglio, di sacrificio etc. da parte di padri, nel tentativo di mettere in dubbio o falsificare una simile tesi. Attraverso la vostra opinione spero però di poter leggere anche qualche analisi un poco più distaccata dalle casistiche particolari generate da fattori poco o per nulla istintuali quali i sentimenti, l'etica, la morale. In attesa di repliche costruttive, essendo avaro ed egoista non vi regalo nulla per Natale, limitandomi a farvi avere poco dispendiosi ma veramente sinceri auguri sia di circostanza che di extra circostanza.

Ma... solo una domanda: sei un padre, Viator?
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve Sariputra. Fenomenale. Il tuo è un intervento da incorniciare !

Credo che la tua domanda sia più esattamente formulabile (confermami o smentiscimi) come :

"Sei padre consapevole di esserlo e - almeno formalmente -responsabile dell'esserlo ?"

Sì, perchè, anche se avessi l'intenzione di risponderti sinceramente...potrebbe uscirne una falsità. Al di là di un mio sincero e convinto "sì" oppure "no" alla tua domanda riformulata come sopra io potrei :

- ritenermi padre di figli che credo biologicamente miei mentre sono frutto di femmina fecondata da altri;
- ritenermi ed essere padre di figli da me adottati, lasciando perdere la distinzione tra paternità biologica, legale, istintuale, parentale, la quale richiederebbe interminabile discussione separata;
- ritenermi privo di discendenza e relativa mia paternità mentre magari nei quattro continenti vivono numerosi miei figli frutto di mie "veloci" relazioni dei cui esisti nessuna delle madri mi ha mai informato;
La casistica potrebbe pure proseguire.

Vedi come tu e molti tendete ad attribuire d'acchito significati chiari ed indiscutibili a domande "conversatorie" (banali) che invece possono rivelare interi mondi di contraddizioni ?
Per queste ragioni non posso risponderti.

Il fatto comunque, al di là della mia impossibilità del rispondere, è che esiste anche la mia volontà di non rispondere ad un quesito in sè innocuo e banalissimo che però inaugurerebbe (come prevedevo nel post di apertura) il festival dell'etica mia, dell'etica altrui, della morale prevalente, dei sentimenti umani.

Naturalmente io ho facoltà di proporre degli argomenti mentre ciascuno avrà quella di replicare secondo i propri modi di credere e sentire.

Ma io chiedevo se all'origine del credere e del sentire maschile relativo alla (attuale o potenziale) paternità......si ritiene esista uno specifico istinto oppure no. Sono troppo esigente e complicato ? Salutoni ed auguroni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Phil

Secondo me (da profano in materia) l'istinto biologico, sia maschile che femminile, è innegabilmente rivolto all'accoppiamento, ma non necessariamente alla riproduzione: anche se umanamente (transculturalmente, archetipicamente, etc.) i due aspetti sono stati da sempre ritenuti collegati (presentando il secondo come auspicabile finalità del primo), credo che l'istinto biologico non sia di essere padre, né madre (e qui forse mi farò delle nemiche  ;D ), quanto piuttosto di copulare (il romanticismo non è infatti istintivo; per quanto, dopo adeguato allenamento, se dotati di "inclinazione", possa diventare spontaneo quasi come un istinto).

Sicuramente di fronte al figlio/bambino, nella madre/donna (in generale) si innescano istinti (biologici, neurologici, etc.) di cura, ma il figlio potrebbe essere anche solo causa di tali reazioni istintive, non effetto a sua volta di un istinto della procreazione.
Banalizzando con un esempio: se mi trovo davanti una tigre, l'istinto mi dice di scappare, ma non è l'istinto a farmi cercare una tigre da cui scappare. Detto altrimenti, se lasciassimo una coppia maschio/femmina in un'isola deserta, sono certo che, raggiunta la pubertà, in entrambi si risveglierebbe l'istinto all'accoppiamento, ma non sono altrettanto certo che uno dei due (o entrambi) sentirebbe un giorno il bisogno istintivo di generare un terzo essere da crescere ed accudire (il che non toglie che all'arrivo, magari inatteso, del terzo umano, non scattino poi meccanismi di genitorialità, protezione, etc.).

Suppongo che agli albori dell'homo sapiens neanche si sapesse perché nascessero i bambini, ma quando ciò accadeva era istintivo per la madre (semper certa) prendersene cura; tuttavia, lei sentiva già prima l'istinto di diventare madre? Questo ci aiuterebbe a discernere quanto sia rilevante l'impatto della cultura sulla genitorialità e quanto ci sia invece di istintivo; purtroppo, temo che non potremo intervistare "Madame Sapiens"...  
Che l'istinto conscio all'accoppiamento celi un istinto inconscio alla riproduzione della specie? Schopenhauer direbbe di sì  ;)

Probabilmente è uno di quei temi in cui il confine (e l'influenza biunivoca) fra cultura e biologia è davvero difficile da focalizzare e, nel dubbio, ci rassicura pensare che la nostra cultura sia di matrice biologica e che le nostre reazioni acquisite culturalmente siano di fondo istintive (nonostante, se non erro, la bibliografia clinica e antropologica dimostri come l'esperienza del proprio esser-figli si proietti sulle modalità del proprio esser-genitori, al punto che l'unico istinto non indotto è quello dell'atto che precede la procreazione, mentre le modalità della genitorialità che ne consegue sono eredità cultural-psicologiche più che istintivo-biologiche).

sileno

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PM
Salve. Argomento di taglio sociobiopsicologico. Vediamo di inserirlo qui.

Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente.

Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile.

Naturalmente assisteremo all'ingolfamento di esempi di dedizione, di responsabilità, di orgoglio, di sacrificio etc. da parte di padri, nel tentativo di mettere in dubbio o falsificare una simile tesi.

Attraverso la vostra opinione spero però di poter leggere anche qualche analisi un poco più distaccata dalle casistiche particolari generate da fattori poco o per nulla istintuali quali i sentimenti, l'etica, la morale.

In attesa di repliche costruttive, essendo avaro ed egoista non vi regalo nulla per Natale, limitandomi a farvi avere poco dispendiosi ma veramente sinceri auguri sia di circostanza che di extra circostanza.


E' discussa e problematica la questione sulla presenza dell'istinto paterno: si propende per ammetterne una qualche forma e manifestazione.
Quindi, come tu indichi,mi risulta più agevole e argomentabile soffermarmi su augurabili sentimenti ed etica paterna, visto come educatore, non normativo come nel passato, né assente come oggi spesso succede.

Dovrebbe valorizzare l'individualità dei figli a fronte di un collettivismo spersonalizzante e gregario nel grupp,ripristinare la progettualità e l'autonomia dei figli. Assecondare svaghi e talenti e non solo bisogni imposti dalla massa. Fungere da modello identificativo-simbolico per  i valori positivi maschili. Rendere i figli prudenti verso certi pericoli, capace di valorizzare le figlie, accrescendone l'autostima spesso carente nelle donne, usando la parola che le rassicuri e rivaluti a fronte della diffusa violenza nei loro confronti.Prima figura maschile, per le ragazze, da cui essere amate e apprezzate. Capace di ricoprire il ruolo di "madre"in caso fosse assente.
Dovrebbe possedere una dose di intelligenza emotiva, oggi carente, utopica e fuori dalla storia. Sarebbe un outsider il padre che farebbe interagire intelligenza, raziocinio, sensibilità, immaginazione. Spirito, mente, emozioni.

Saluti e auguri

Ipazia

#5
Con la mia abituale supponenza e invasività dico la mia anche dove dovrei essere totalmente OT. Ma il relativista Phil, di cui ho apprezzato l'apertura relativistica e ampia del contributo (si limitasse alla gnoseologia, invece di infognarsi sul pendio scosceso dell'etica ...  :-\ ) forse mi darà ragione.

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PM

Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente. Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile.

Mah. Io non ho figli e credo di non possedere neppure in maniera così inestirpabile l'istinto materno. Non più di certi padri chioccia che ammiro. Per cui dò ragione alla sottolineatura culturale di Phil. Ho dei nipotini acquisiti per parte di compagno che suscitano tutta la mia tenerezza ed empatia umana, ma non riuscirei ad etichettarla genericamente. Dò ragione a viator solo sulla parte della maternità procreativa. Lì davvero si instaura una relazione carnale profonda, che merita di essere culturalmente valorizzata, perchè ha a che fare con la conservazione dell'umanità. Lì certamente la natura opera a fondo.

Condivido anche il commento di sileno su come un padre dovrebbe diventare quello che è. Il che vale anche per la madre: capace di ricoprire il ruolo di "padre" in caso fosse assente. Ciò di cui i cuccioli di una specie così culturalmente imprintata hanno bisogno è di buoni educatori, indipendentemente dal loro sesso. Anzi direi che proprio questo superamento del sessismo genitoriale è oggi veicolo di progresso etico irrinunciabile.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Mi sembra che alcune delle vostre repliche contengano un fraintendimento circa le manifestazioni dell'istinto.

Anzitutto i viventi possiedono un unico istinto fondamentale : quello di sopravvivenza.

Argomento che trovo conturbante, che ho già sfiorato alcune volte, del quale mi sembra pochi abbiano afferrato il senso che io gli attribuisco. Naturale, visto che la mia visione del mondo forse è un pò troppo "collaterale".

Moltissimi pensano invece in termini di "istinti distinti" ciòè considerano esista una pluralità di essi.
Sbagliato, secondo me, poichè tutte le istintività rappresentano solo diverse e circonstanziali manifestazioni dell' IdS. Attacco, fuga, paura, ricerca del piacere, eccitazione sessuale, cooperazione, desiderio di una discendenza, condivisione, egoismo, altruismo........persino la pulsione alla trascendenza sono tutti atteggiamenti generati dalla evoluzione, diversificazione, estensione, adattamento dell'IdS.

Gli stessi molti pensano inoltre che l'esistenza e l'azione dell'istinto (unico o molteplice che lo considerino) risulti in qualcosa di consapevole.

Cioè, ad esempio, che tizio possa risultare consapevole del possesso di un istinto (facciamo quello di fuga, di paura, od anche appunto quello paterno o materno) prima di aver provato una qualsiasi esperienza che glielo confermi.

Il desiderio di diventare madre senza ancora aver avuto prole non rapprsenta la conferma di possedere un istinto materno. Il desiderio è pulsione mentale FORSE generata dalla psiche ma CERTO anche inducibile dalla educazione, dalla cultura, dall'esempio, dall'autosuggestione.

L'istinto vero, di natura esclusivamente psichica, è ciò che può constatarsi solamente DOPO che si sia manifestato attraverso i suoi effetti.
E ciò vale appunto per tutte le sue manifestazioni.

Infatti ci sono donne che pur mostrando grande desiderio di maternità prima di un parto, una volta generata la prole, cadono in depressione, rifiutano la prole, non gli dedicano grandi cure o addirittura giungono ad eliminarla.

Tanto sentivo il bisogno di precisare. Buon prossimo anno a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

"Istinto" è concettualizzazione di pulsioni naturali per le quali ogni sistematica lascia il tempo che trova. Possiamo anche riferire l'essenza dell'universo biologico ad un teorico IdC, ma esso non spiegherebbe la complessità dei nostri comportamenti più di quanto faccia il bigbang od un riduzionismo della psicologia alla chimica. Gli istinti con cui abbiamo quotidianamente a che fare e di cui possiamo parlare sono, come affermava Phil, combinazioni di fattori genetici e culturali. Ciò vale anche per quanto riguarda l'istinto paterno e materno e spiega pure le forme molteplici, positive e negative, in cui essi si manifestano.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Citazione di: viator il 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PM
Salve. Argomento di taglio sociobiopsicologico. Vediamo di inserirlo qui.

Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente.

Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile.

Naturalmente assisteremo all'ingolfamento di esempi di dedizione, di responsabilità, di orgoglio, di sacrificio etc. da parte di padri, nel tentativo di mettere in dubbio o falsificare una simile tesi.

Attraverso la vostra opinione spero però di poter leggere anche qualche analisi un poco più distaccata dalle casistiche particolari generate da fattori poco o per nulla istintuali quali i sentimenti, l'etica, la morale.

In attesa di repliche costruttive, essendo avaro ed egoista non vi regalo nulla per Natale, limitandomi a farvi avere poco dispendiosi ma veramente sinceri auguri sia di circostanza che di extra circostanza.
Ma quali sono gli argomenti a favore della tesi che proponi?
Perchè sei convinto che non esista?
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

InVerno

Ho come l'impressione che non riconosci l'istinto paterno perchè cerchi di riconoscerlo in una versione mascolina dell'istinto materno (i cosidetti "padri chioccia" come li chiama anche Ipazia). Queste definizioni sono sfuggevoli e sdrucciolevoli ovviamente, chissà cosa si intende per istinto e per paterno, ma in generale direi che ci sono una serie di comportamenti, molto distanti dai comportamenti materni, che non hanno alcun senso tolta la loro utilità per la prole, anche se essa è assente. Tu chiameresti "istinto paterno" la tendenza alla poligamia degli uomini? Io direi proprio di si per esempio. Ovviamente è un comportamento che non è ammantato di quell'aura di vergineo candore come la maternità, anzi è spesso condannato (come ultimamente tutto ciò che è mascolino), ma direi proprio che ha a che fare con l'istinto (avere 20 volte il testosterone di una donna non è un optional) e con il desiderio di paternità (anche se è "inibito" da contraccettivi vari).  Certo che se si va a cercare l'istinto paterno in una versione "muscolosa" della maternità, allora si cercherà a vuoto..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve Lou. Anzitutto per istinto paterno intendo il manifestarsi di un desiderio - NON INDOTTO DA CULTURE, ETICHE, MORALI, ORGANIZZAZIONI SOCIALI, PROSPETTIVE DI UTILITA' - di avere figli biologicamente propri, accompagnato dalla disponibilità a prendersene cura. Poichè sono questi due aspetti (discendenza e cura della medesima) che secondo me consistono nella paternità o maternità.

Di questi due aspetti (sempre secondo me - sono costretto a ripeterlo poichè verrò sicuramente "assalito" da chi vuole smentire in modo categorico ciò che asserisco), il primo (aspirazione istintiva alla discendenza) nel maschio certo esiste.

E' il secondo aspetto che - quando si presenti - secondo me non è affatto istintuale ma solo eventualmente acquisibile attraverso i condizionamenti che ho sopra riportato in maiuscolo.

E' sempre stato l'uomo - magari perchè cacciatore girovago a imbattersi in femmine sconosciute mentre la donna era costretta alla cura della "casa".

Poichè l'istinto sessuale in natura ha la funzione indiscriminata di creare quante più situazioni possibili che risultino favorevoli alla riproduzione (senza badare ai concetti di famiglia o monogamia), non si capisce cosa dovesse trattenere il maschio dal "un colpo e via", visto che tutti gli oneri conseguenti ad una eventuale fecondazione non sarebbero stati a suo carico e magari neppure a sua conoscenza (e qui il cinico non sono io, ma i meccanismi naturali).
Ed è inutile dirmi che non deve essere così. Stiamo parlando di istinti e così era ed in parte è tuttora. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Freedom

Credo vada distinto l'istinto paterno/materno da quello riproduttivo.

L'istinto riproduttivo maschile risponde al criterio di fecondare più femmine possibili non curandosi delle conseguenze che, potenzialmente, rimangono interamente a carico della fecondata. L'istinto riproduttivo femminile risponde al criterio di selezionare il momento temporale, la situazione, il partner, etc. poiché le conseguenze sono potenzialmente interamente a proprio carico.

L'istinto paterno, ancorché meno potente di quello materno, o forse solo di diversa natura, è tuttavia molto forte e indubbiamente presente nella specie umana.

Chi è padre ne ha riscontri numerosi e intensi nel corso dell'avventura della paternità. Si comincia quando la madre rimane incinta e tu ti scopri a fare qualsiasi cosa per proteggere lei e quello che ha in grembo. Certo, prima devi superare lo shock che solitamente ti fa tremare le gambe e sdraiarti sul letto in attesa di riprenderti....... ;D  8)  Si continua in sala parto quando salta fuori quel "cosino" (ho avuto due maschi e non ho dunque avuto il dono di almeno una femmina nonostante l'abbia fortissimamente desiderata) e tu l'accompagni a fare il bagnetto in uno stato che nemmeno l'acido lisergico può procurarti.

Poi ti scopri a fare cose inimmaginabili e sopportare robe che non avresti mai creduto possibile sopportare......... ;) E capisci che per salvaguardare la tua prole non esiteresti a scambiare la tua vita per essi. E persino quando sopraggiunge l'adolescenza e i maschi rivelano la loro insopportabile.....non saprei come definirla....diciamo demenza/aggressività adolescenziale tu capisci che stai servendo la loro vita e null'altro. E quando fai due conti e comprendi di aver sacrificato tutto (o quasi tutto a seconda dei casi) te ne fai una ragione e concludi che l'unica cosa che conta è la loro vita. Perché è bello così, è giusto così.


E anche se ritieni che tutta 'sta poesia qua, che tutto 'sto amore qua, non è che il prodotto genetico della razza umana che ha come scopo principale la sua sopravvivenza, bè....ti va bene lo stesso.


E' l'istinto paterno.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

viator

Salve Freedom. Sì, tutto vero ciò che dici sul comportamento di molti padri. Solo che gli istinti sono ciò che esiste inconsapevolmente in noi dalla nascita, e che resterà soggettivamente ignoto sino a che si producono le condizioni, le circostanze per farli emergere. Nessuno si accorgerà di possedere - eventualmente - l'istinto paterno (la cui esistenza continuo a negare) sino a che esso si manifesterà spontaneamente una volta che si diventi consapevoli della prospettiva, della possibilità o della realtà di una paternità.
Se il maschio possedesse istinto paterno allora (quasi ) tutti loro adotterebbero i comportamenti da te descritti. Invece mi risulta che una larga parte di essi, anche se magari familiarmente responsabili, continuino a nutrire interessi personali ben distanti dalla cura della prole.
In ambito femminile, come mai le bimbe accettano con tanto entusiasmo e coinvolgimento la prospettiva materna sotto forma di bambolotto, trastullo che risulta di utilizzo inconcepibile per i maschietti ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

mtt94

Partendo da un assunto evoluzionistico, l'uomo è stato creato per mandare avanti la specie. Il suo liquido seminale doveva andare a quante donne più fertili in modo da creare sempre nuovi essere umani nel processo evolutivo. Il compito della donna era quello di accudire i piccoli e svezzarli. La donna è molto più empatica e amorevole, ottime qualità per crescere la prole in modo sano fino allo svezzamento; l'istinto materno è intrinseco in quanto per nove mesi ella porta in grembo un essere che poi accudirà. L'uomo, a parer mio, non ha nessun istinto paterno. Piuttosto credo abbia un istinto di protezione, per motivi di continuazione della specie. 
Con ciò, non vuol dire che un padre non sappia accudire un figlio, anzi ad oggi ce ne sono tanti che lo fanno. L'istinto materno penso sia qualcosa di più inconscio, una connessione madre-figlio profonda. 

Lou

Citazione di: viator il 05 Gennaio 2019, 17:09:21 PM
Salve Lou. Anzitutto per istinto paterno intendo il manifestarsi di un desiderio - NON INDOTTO DA CULTURE, ETICHE, MORALI, ORGANIZZAZIONI SOCIALI, PROSPETTIVE DI UTILITA' - di avere figli biologicamente propri, accompagnato dalla disponibilità a prendersene cura. Poichè sono questi due aspetti (discendenza e cura della medesima) che secondo me consistono nella paternità o maternità.

Di questi due aspetti (sempre secondo me - sono costretto a ripeterlo poichè verrò sicuramente "assalito" da chi vuole smentire in modo categorico ciò che asserisco), il primo (aspirazione istintiva alla discendenza) nel maschio certo esiste.

E' il secondo aspetto che - quando si presenti - secondo me non è affatto istintuale ma solo eventualmente acquisibile attraverso i condizionamenti che ho sopra riportato in maiuscolo.

E' sempre stato l'uomo - magari perchè cacciatore girovago a imbattersi in femmine sconosciute mentre la donna era costretta alla cura della "casa".

Poichè l'istinto sessuale in natura ha la funzione indiscriminata di creare quante più situazioni possibili che risultino favorevoli alla riproduzione (senza badare ai concetti di famiglia o monogamia), non si capisce cosa dovesse trattenere il maschio dal "un colpo e via", visto che tutti gli oneri conseguenti ad una eventuale fecondazione non sarebbero stati a suo carico e magari neppure a sua conoscenza (e qui il cinico non sono io, ma i meccanismi naturali).
Ed è inutile dirmi che non deve essere così. Stiamo parlando di istinti e così era ed in parte è tuttora. Saluti.
In pratica quando vedi un cucciolo di umano in difficoltà non ti viene istintivo prendertene cura e proteggerlo?
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche