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L'artista

Aperto da viator, 27 Agosto 2020, 21:06:07 PM

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viator

 Salve. Giorni fa leggevo un vecchio e quasi solitario post del 2014 (vecchio Forum) in cui una giovane quanto candida studentessa chiedeva lumi circa il ruolo che gli artisti  avrebbero dovuto avere nei confronti dell'opera di denuncia all'interno della società in cui si trovavano a vivere.




Naturalmente la giovane studiosa era mossa dalla ricerca di suggerimenti didattico-culturali che facilitassero il proprio corso di studi, cioè che rendessero più "artistica"la preparazione del proprio lavoro di tesi.




Ma quale sarebbe oggi, mi chiedevo, il ruolo sociale dell'artista ?




Dopo non lunga riflessione sono giunto a delle mie conclusioni tanto poco originali quanto – come mio solito – profondamente ciniche.




L'artista oggi, mi sono detto, sarebbe colui che vuole vivere liberamente il proprio pensiero, la propria creatività. Cosa bella e giusta, dovremo dire.




Naturalmente la libertà di espressione artistica è intangibile, o dovrebbe esserlo. Ciò tra l'altro è quanto viene fieramente affermato dagli stessi artisti i quali, per veder confermato tale principio, ne hanno fatto addirittura un diritto inalienabile.




Essendo l'espressione artistica un diritto, essa deve costituire una precisa facoltà garantita dalla società nei confronti di chi intenda esercitarla.




Poichè risulta sperimentalmente confermato che chi non mangia non può produrre arte (se non solo per pochi giorni), gli artisti giustamente fanno notare che il loro diritto a produrre arte, dovendo a tutti i costi ed effetti pratici e legali venir soddisfatto dalla società in cui essi vivono, comporta l'obbligo sociale di provvedere all'artista sia il vitto che qualche altro minimo supporto vitale.




D'altra parte, come ho già detto, la libertà artistica è incomprimibile, mentre la critica sociale è un preciso dovere etico-morale da parte di un vero artista utilmente inserito nella società. Altrimenti l'artista diventa uno schiavo od un mercenario di questo o quel potere......no?.




Insomma, sembra proprio (almeno a uno "svalvolato" come me) che l'artista oggi debba essere colui che – garantito, mantenuto e magari incensato da una società di c......i, abbia la funzione ed il dovere di "sputare nel piatto in cui mangia" tra gli applausi dei c......i onde poter in questo modo acquisire almeno un minimo di autorevolezza culturale, se non una imperitura fama.


Voi che dite a 'stò punto? Mi sto sbagliando di grosso ?. Saluti.











Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Ciao viator, mi sembra che ragioni concependo quella dell'artista come una professione. Non condivido questa tesi, l'attività artistica, in quanto attività libera, si può considerare come un hobby. Il vero artista libero è quello che si guadagna la sua sussistenza lavorando e poi, nel tempo libero, fa l'artista.

viator

Salve anthonyi. Ma che dici ? Dico e ribadisco che secondo me l'artista è colui che SI SENTE sopra ogni altra cosa, un'anima libera, indipendente, non mercificabile, non schiavo della produttività..............e tu mi attribuisci una visione troppo professionale del suo ruolo sociale ??.......... Boh, sono trasecolato. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

doxa

#3
Viator ha scritto, se ho capito bene, che l'artista è l'individuo
Citazionegarantito, mantenuto e magari incensato da una società di c......i, abbia la funzione ed il dovere di "sputare nel piatto in cui mangia" tra gli applausi dei c......i onde poter in questo modo acquisire almeno un minimo di autorevolezza culturale, se non una imperitura fama.
Nel mondo del cinema, del teatro, delle canzoni è un dato di fatto. E' palesemente così. Ricevono sovvenzioni dallo Stato, in cambio offrono i loro voti elettorali alla sinistra, che li favorisce. Gli artisti che raggiungono la ricchezza e il successo, autosufficienti a mantenersi, sono pochi. Perciò tra la sinistra e gli artisti di serie B c'è il  "do ut des".

Anthonyi ha scritto
Citazioneviator, mi sembra che ragioni concependo quella dell'artista come una professione. Non condivido questa tesi, l'attività artistica, in quanto attività libera, si può considerare come un hobby. Il vero artista libero è quello che si guadagna la sua sussistenza lavorando e poi, nel tempo libero, fa l'artista.
Anthonyi, dovrebbe essere come tu dici, purtroppo non è così in quei tre settori che ho elencato. Non sono dilettanti che si dedicano al teatro, al cinema o alla canzone come hobby. Essi lo fanno come professione. Fuori dall'ambiente artistico prescelto non sanno far altro mestiere, perciò bisogna sovvenzionarli, con contributi diretti e indiretti, tipo realizzazione di nuovi film, contributi ai teatri, contributi ai festival canori.

Per quanto riguarda il cinema, rimanendo in Italia, detesto i contributi che lo Stato regala ogni anno per il festival del cinema di Venezia, di Roma, ecc.. Le televisioni ci inondano di immagini di attrici e attori famosi, davanti ad alberghi di lusso. Ma chi paga il conto ?
Rai, Mediaset e altri mandano i loro giornalisti a fare le interviste, a dare visibilità a personaggi e a "personaggetti". 

Dei giurati scelgono i film da premiare e ogni volta ci sono contestazioni. Comunque quei film entro pochi giorni escono dal circuito cinematografico. Sono serviti per giustificare le spese sostenute.

Chi vuole organizzare festival a Venezia e a Roma dovrebbero  costringere i produttori cinematografici a sostenerne le spese in autonomia, invece contributi a pioggia, statali, regionali, ecc..

Jacopus

CitazioneNel mondo del cinema, del teatro, delle canzoni è un dato di fatto. E' palesemente così. Ricevono sovvenzioni dallo Stato, in cambio offrono i loro voti elettorali alla sinistra, che li favorisce. Gli artisti che raggiungono la ricchezza e il successo, autosufficienti a mantenersi, sono pochi. Perciò tra la sinistra e gli artisti di serie B c'è il  "do ut des".


Interessante legame fra mondo dello spettacolo e sinistra a me sconosciuto. Se anche fosse davvero così (ma mi vien da ridere a pensare ai cantanti di oggi sovvenzionati dal PD) è assolutamente equo che ciò accada, per appoggiare, anche se in un modo davvero irrisorio, lo strapotere del mainstream culturale, nelle solide mani delle major holliwoodiane,  noto covo di piddini ed estremisti pronti a produrre film per preparare lo spostamento a sinistra in tutto il mondo, grazie ai loro agganci con i ricchi miliardari ebrei.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.