L'Agenda 2030: obiettivi impossibili da raggiungere?

Aperto da Socrate78, 16 Maggio 2021, 17:40:27 PM

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Socrate78

Il 25 settembre del 2015 i membri di 193 nazioni dell'ONU (tra cui l'Italia) hanno stilato 17 obiettivi per il 2030, in pratica sfide basate sul concetto di sviluppo sostenibile: tra queste sfide e ai primi posti vi è l'obiettivo dell'azzeramento della povertà e della fame nel mondo, la sconfitta della disoccupazione, l'abbattimento delle disuguaglianze e la mitigazione della competitività tra le imprese in nome di una collaborazione per il benessere comune. Altri obiettivi sono la lotta al riscaldamento globale, la tutela delle foreste, la fine di ogni forma di sfruttamento minorile e l'istruzione per tutti, l'accesso di tutti i popoli in maniera equa alle risorse idriche e la lotta a siccità e desertificazione.
Ora, mi chiedo, è realistico pensare che tali obiettivi visto il mondo com'è ora siano raggiungibili tra otto anni, alle soglie del 2030? Io dico che l'agenda 2030 disegna un mondo migliore utopistico che non è realistico pensare di raggiungere nel giro di otto anni, perché, se consideriamo solo l'Italia, continuano ad esserci pesanti sacche di povertà, vi è disoccupazione specie giovanile, e non si vedono miglioramenti significativi nella gestione del territorio, nel rispetto maggiore dell'ambiente. Inoltre, in un sistema capitalistico globale come quello attuale, la competizione tra multinazionali è più che mai feroce, e ciò determina lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo per la manodopera a basso costo, l'inquinamento del pianeta continua ad essere molto alto con paesi come la Cina e gli Stati Uniti che inquinano immettendo grandi quantità di gas serra nell'atmosfera, insomma, proprio nulla lascia presagire che si vada anche solo verso 1/3 di quello che in quell'agenda viene scritto. Lo sviluppo non sembra essere affatto sostenibile, ma selvaggio, e soprattutto si verifica l'emergere di sempre più forte diseguaglianze tra una fascia ristretta di ricchissimi e un numero sempre maggiore di poveri nel mondo. La desertificazione continua ad avanzare e paesi come il Brasile, complice anche un governo per nulla rispettoso dell'ambiente, continuano a disboscare senza pietà la foresta amazzonica. Deduco quindi che l'agenda 2030 sia destinata a fallire nella realtà e a rimanere nell'ambito, spesso disatteso, delle buone intenzioni, poiché per realizzare quegli obiettivi è necessaria una forte revisione del modello capitalistico di sviluppo percorso sino ad adesso, basato sulla feroce competitività tra le multinazionali.
Ora, a vostro avviso, vi sono elementi che invece sembrano andare verso l'agenda del 2030 oppure la mia analisi (forse pessimistica, ma mi sembra reale.....) è corretta?

iano

#1
Non sono raggiungibili entro la data dichiarata, ma ciò  non toglie che ognuno deve fare la sua parte nel suo piccolo, e sarà tanto più invogliato a farla se gli intenti dei politici, realizzandosi anche in minima parte, risulteranno credibili.
Se aumenta là sensibilità dei consumatori a questi temi le aziende produttrici di beni si adeguano.
Quello che si può quindi certamente fare è far crescere questa sensibilità.
Che sia già cresciuta a tempo di record credo sia sotto gli occhi di tutti.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

sapa

Anch'io ritengo la data del 2030 abbastanza improbabile, per il raggiungimento di tutti quegli obbiettivi, soprattutto per ciò che concerne gli aspetti sociali. Per quanto riguarda quelli ambientali, però, qualcosa è già in atto da decenni. Nel nostro piccolo, noi "agricoli" stiamo contribuendo da tempo alla riduzione dell'impatto ambientale delle nostre attività: negli anni 80/90, infatti, quando, fresco di laurea, mi sono affacciato concretamente su questo settore, ho trovato una deregulation totale, praticamente ogni agricoltore, professionale e non, poteva acquistare qualsiasi sostanza chimica e spargerla sulle sue coltivazioni e nell'ambiente, senza alcun limite e spesso senza criterio. Oggi, e qui si deve ringraziare l'Europa e, da noi, il mondo della cooperazione, molte sostanze pericolose (Azinfos-metil, Parathion, DNOC ecc.) sono state messe al bando e sostituite da altre molto meno impattanti e tossiche e l'operatore agricolo deve rispettare requisiti stringenti, per l'utilizzo. Il risultato è che le nostre campagne hanno smesso di essere delle camere a gas e che le multinazionali della chimica hanno visto calare di molto le loro produzioni, anche se i loro profitti sono rimasti sostanzialmente gli stessi. Parallelamente, almeno in Europa, l'agricoltura biologica e rispettosa dell'ambiente viene fortemente incentivata Penso che il risultato possa essere soddisfacente, perchè a me non interessa tanto che Bayer e Singenta, per dirne 2, guadagnino poco, quanto che l'aria che respiro, l'acqua che bevo e il cibo di cui mi nutro non siano avvelenati. Insomma, piccoli passi, ma significativi.

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