Italia, settentrione, meridione

Aperto da viator, 06 Luglio 2019, 13:12:31 PM

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viator

Salve. Tenuto conto (dal mio punto di vista) che :


  • L'Italia è Paese periferico dell'Europa proteso (anche se non proiettato) verso il Mediterraneo (per radici culturali, etniche, di interscambio).
  • La sua unità territoriale è stata conseguenza della volontà espansiva di una dinastia europea a sua volta marginale (i Savoia) la quale si è rivolta nell'unica direzione consentita dalle circostanze politiche dell'epoca (quella della fragile e frammentatissima penisola), e non certo di italiche volontà esprimenti un qualche genere di omogeneità locale..........

secondo voi la tendenza generale ed attuale che anima il Paese tende a portarlo ad "omologarsi" (o comunque adattarsi – e qui è d'obbligo trascurare gli ulteriori effetti di una globlizzazione planetaria) all'influenza europea ("settentrionale") o all'influenza mediterranea ("meridionale") ?

In parole semplici, trovate che il passar dei decenni veda il nostro Paese sviluppare cultura, costume, modi di vita di taglio più settentrional-europeistico o più meridional-mediterraneo ?.

Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#1
Se l'Italia è terra di mezzo la sua regione più rappresentativa è la Sicilia e qualcuno mi ha fatto notare che esistono due tipi di siciliani completamente diversi fra loro , pur parlando lo stesso dialetto.
Da Siciliano ci ho pensato un po', e poi ho dovuto ammettere che è vero.
Se si capisce come ciò sia potuto avvenire si potranno fare previsioni per il futuro , ma a naso non vedo profilarsi alcuna omologazione.
La globalizzazione ha effetti potenti, ma forse diversi da quelli previsti .
Diciamo un villaggio globale tipo Italia , dove tutti saranno diversi , pur parlando la stessa lingua.
Siamo noi il modello a cui il mondo si conformerà.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Jacopus

Non credo che vi siano differenze importanti fra un siciliano e un lombardo. O meglio ciò che ci accomuna é l'individualismo, lo scarso capitale sociale di cui siamo portatori cone società. Siamo una terra di mezzo anche in questo. Prima di sentirci italiani ci sentiamo membri della nostra famiglia, e allora poco importa se a comandare é l'imperatore o il re de Franza, "purché se magna".
Quindi siamo molto più diversi, rispetto alle diversità, pur esistenti, fra un provenzale e un parigino.
C'è un archetipo "individualistico" che ormai é stato acquisito geneticamente.
Non dimenticherei neppure la capacità di una lingua, a renderci più omogenei, anche se bisogna riconoscere che questo processo ha solo 60 anni, ovvero dalla diffusione della televisione.
Un terzo elemento di omogeneità é dato dalla cultura cattolica che, nel bene e nel male, è l'imprinting di tutti gli italiani, anche degli atei, dei marxisti, degli anarchici e dei buddisti. Il cattolicesimo ha plasmato secoli della nostra storia e non possiamo non dirci cattolici (parafrasando Croce).
A fronte di ciò, dalla Toscana in giù, molte cose cambiano.
Intanto esiste una minore libertà, dovuta a una cultura ancora molto patriarcale, alla scarsità di strumenti materiali di welfare (ad esempio sono note a tutti le migrazioni sanitarie da sud a nord), alla presenza di una criminalità organizzata funzionale al potere economico e politico sia pubblico che privato.
Il sud per certi aspetti é ancora tribalizzato. Lo stato di diritto e lo stato sociale sono periferici. I problemi si risovono perché "ho un amico che mi fa pagare poco", "ho un amico che mi toglie la multa", "mio cugino mi ospita a casa sua", "mia zia mi affitta in nero la casa".
Con questo però non bisogna neppure dimenticare i grandi valori dell'accoglienza al sud, ora inspiegabilmente in crisi. Ricorderò sempre in mio viaggio a Messina, durante il quale in ogni pasticceria che andavo (ebbene sì, sono goloso), mi offrivano da assaggiare molte più paste di quelle che avrei comprato, e solo la mia discrezione evitava la discesa agli inferi colesterolici. In cambio però dovevo un po' parlare di me, da dove provenivo, che ci facevo a Messina, cosa pensavo della Sicilia. Un'esperienza unica. Se il sud sfruttasse a livello turistico questa sua propensione, sarebbe più bello e ricco del nord.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

iano

#3
Secondo me la questione è più complessa di quel che sembra.
Fra un Lombardo e un Siciliano non ci sono molte differenze , oppure ci sono , perché come ho detto esistono due tipi di siciliani.
Ma non significa che alcuni siciliani si siano omologati ai lombardi o all'Italia in genere.
L'ospitalita' che trovi in Sicilia , dove ti si chiede di raccontare la tua storia , in cambio di vitto e alloggio,  non è diversa da quella che sperimenta Ulisse nell'odissea.
La cultura occidentale deriva nel bene e nel male da quella greca.Ma la differenza fra sud e nord d'Italia è che al sud i Greci ci sono ancora , con tutti i loro pregi e difetti , che nel tempo non sono cambiati molto , mentre la cultura occidentale è andata avanti.
Hai ragione sul fatto che la tribù, detta anche parentela , è più importante al sud , e questo può spiegare molte differenze.
Quando un Greco disperso per il mondo incontra un altro Greco , non pensa neanche per un attimo di dover chiedere accoglienza, perché è già a casa sua.
La questione è complessa, ma anche semplice.
Basta leggere l'Iliade e l'Odissea e considerarli ancora attuali.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

leibnicht1

l discorso è talmente ampio che, per la sua estrema estensione, rinuncio del tutto alla precisione della fattualità, pur disponendo degli elementi storici, espliciti o suggestivi.
Ricorro, dunque, a pochi riferimenti fondamentali.
1) L'Unità d'Italia passò molto sopra le teste dei Savoia, i quali, a parte Carlo Alberto e il principe Eugenio, avevano sempre avuto una visione miope e stolida del mondo.
2) La sconfitta di Napoleone, sfuggito totalmente al controllo delle Massonerie che lo avevano insediato al potere, pose la questione del Concilio di Vienna (1815).
3) L'Europa intera fu, in generale, restaurata, cioè condotta alle condizioni di "prima delle campagne napoleoniche".
4) Non del tutto, però. Una volta "scappato di casa" il possibile tiranno andava controllato. La Francia risultava pericolosa e incerta nella prima metà dell'800.
5) Si ritenne, quindi, di arginare a sud e nord le possibili mire espansionistiche della Francia, creando due stati sufficientemente "grossi" da potersi frapporre come ostacoli.
6) Questo generò i due "risorgimenti": uno finto e farlocco in una penisola mai unità e sempre divisa su tutto, un altro facile da fomentare nella sua spontaneità. La Germania.
7) Tuttavia, un timore profondo volle limitare il Risorgimento Tedesco, in quanto pericolosa l'idea di un pangermanesimo che avrebbe raccolto tutto il centro-europa.
Sono stanco e mi fermo qui.
Chi vuole usi questi elementi come puri spunti di riflessione.
In solchen Augen sind verzauberten Seen

Ipazia

#5
Anche l'Italia si sta globalizzando e le mafie non sono più esclusive del sud ma sono migrate, e governano, pure al nord. Il sistema degli appalti aiuta ed è pure legale. Per la parte illegale basta finanziare i partiti e diventa legale pure quella. Non è che il nord non avesse una sua mafia autoctona legata al clientelismo politico locale e in tal senso ha fatto scuola alla mafia meridionale mutandone la strategia verso forme più friendly e meno violente. Il sud mantiene un welfare più scadente, ma a forza di picconare quello del nord ci sarà un allineamento pure nello scadere della qualità dei servizi pubblici settentrionali. La privatizzazione di sanità e istruzione aiuta tale processo. Oggi anche al nord se vuoi il meglio & presto in sanità devi pagare. Restando care, via ticket, pure le prestazioni pubbliche. Al pezzo di carta di base per i somari ricchi provvede la scuola privata, alla scuola di specializzazione la mafia accademica. Al Nord come al Sud.

L'evoluzione verso lo stato di diritto a delinquere della Lega nei 25 anni in cui ha firmato ogni genere di leggi salvadelinquenti è indicativa del livello di malaffare vigente anche al nord. Basti pensare alla famiglia Bossi, Galan, Formigoni e il milanesissimo Caimano. Il quale può dire più di ogni altro, compreso Mussolini: fatta l'Italia, abbiamo fatto gli italiani. La scelta prediletta dell'Italia come luogo di investimenti dai delinquenti di tutto il mondo ne è la conferma provata. Soddisfatto anche il partito della crescita, perchè trend di sviluppo economico come la new entry mafia nigeriana fanno impallidire anche le performance più esaltanti delle tigri asiatiche dei tempi d'oro.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Leibnicht. Mi permetto riprodurre qui sotto un estratto del tuo ultimo intervento, inserendovi due miei incisi :

6) Questo generò i due "risorgimenti": uno finto e farlocco in una penisola mai unità e sempre divisa su tutto (a riprova dell'inaffidabilità del sistema Italia), un altro facile da fomentare nella sua spontaneità. La Germania (a riprova della pericolosità di quest'ultima). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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