Ingiustizie

Aperto da gaudy29, 28 Novembre 2018, 09:20:19 AM

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gaudy29

Ciao a tutti

come vi rapportate nei confronti delle ingiustizie nella vostra quotidianità?
Non credo in dio e quindi non credo in una forma di giustizia ultraterrena. Credo solo nel qui ed ora.
Non mi fido della giustizia legale per i lunghi tempi e grandi costi che non permette alle fasce più deboli della popolazione di essere tutelate.
Non mi fido della natura come giudice perché la natura è la prima fonte di ingiustizia del nostro mondo in quanto distribuisce differentemente qualità fisiche e intellettive.
Non credo in un karma che ripara i torti subiti sia propri che altrui.

Come vi rapportate in tutto questo? Come sopportate tutto questo caos?

L'unica cosa che riesco a provare è disperazione e cerco di affogarla nei libri distogliendo l'attenzione e portandola altrove.

Voi come cercate di muovervi in tutto questo?

cvc

Arrabbiandomi, reagisco alle ingiustizie arrabbiandomi. Non è che mi metto a spaccare tutto, la rabbia ha diverse forme di espressione più o meno dannose. Ma ha anche risvolti positivi come quello di reagire alle ingiustuzie. Cos'altro è la giustizia divina se non la rabbia di Dio? E perché la rabbia umana è sempre stata biasimata mentre quella divina è giustificata? Semplice, perché Dio è giusto. Quindi se sei nel giusto puoi e devi arrabbiarti con chi non lo è. Ovviamente deliberare chi è nel giusto, come, perchè e quando è tutta un'altra questione su cui si discute e si continuerà a discutere per millenni. Però se ritengo di essere nel giusto - il che è gia una presunzione non da poco - è lecito che mi arrabbi con chi non lo è.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Kobayashi

Con tristezza perché l'ingiustizia è sempre un fallimento dell'uomo, che ha il potere di colmare le situazioni di squilibrio, a volte accontentandosi di non avere ancora di più, a volte facendo qualcosa per chi gli sta di fronte.
Ma siamo tutti soggetti alla menzogna, per questo non vediamo la verità. Per esempio percepiamo solo in parte che una persona che ci è prossima ha bisogno d'aiuto, perché la nostra vista è dominata dal nostro mondo individuale, quindi dal nostro imbarazzo a offrire aiuto, dalle nostre considerazioni sull'opportunità di un coinvolgimento faticoso, etc.

Porre un po' di distanza dalla propria persona, praticare una certa indifferenza verso di se', e lasciare che quello spazio sia raggiungibile da chi ci si fa prossimo accogliendolo senza porre limiti come l'ospitalità praticata da qualche popolazione del deserto: questa potrebbe essere la ricetta per una santità laica capace di ridare un autentico senso alle relazioni umane e a sconfiggere qualche ingiustizia quotidiana.