Il terzo cavaliere

Aperto da Eutidemo, 02 Maggio 2021, 14:37:33 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Storicamente, i quattro cavalieri dell'apocalisse non hanno mai mancato di cavalcare insieme, sebbene i primi tre non sempre necessariamente  nello stesso ordine:
- il cavaliere bianco, la Fame;
- il cavaliere giallo, la Pestilenza;
- il cavaliere rosso, la Guerra;
- il cavaliere nero, la Morte (che miete ciò che gli altri cavalieri hanno seminato).
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/47/9c/b6/ME13A9LY_t.jpg
***
Quanto al cavaliere FAME, il numero di persone decedute per tale causa, è aumentato a dismisura, negli ultimi tre anni; attualmente, infatti, circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame (o per cause ad essa correlate).
Quanto al cavaliere PESTILENZA, il numero di persone decedute per tale causa, è aumentato anch'esso a dismisura, negli ultimi due anni, soprattutto, in modo devastante, a causa del covid19; attualmente, infatti, circa 90.000 persone muoiono ogni giorno per malattie contagiose (o per cause ad esse correlate).
Quanto al cavaliere GUERRA, invece, il numero di persone decedute per tale causa, per ora, si è mantenuto abbastanza stabile e "contenuto" rispetto alle "grandi guerre"; ed infatti, tra il 2017 e il 2018, in Africa, Asia e Medio Oriente, sono morte "soltanto" 193.000 persone, a causa di conflitti a fuoco di diversa natura, mentre, nel resto del mondo, la pace ha finora regnato (quasi) sovrana.
***
Considerato quanto sopra, sembra che il cavaliere Morte, molto soddisfatto per il rilevantissimo contributo alla sua diuturna mietitura, da parte del cavaliere Fame e del cavaliere Pestilenza, sia però alquanto contrariato e deluso per lo scarso contributo alla sua diuturna mietitura, da parte del cavaliere Guerra.
Il destriero di quest'ultimo, quindi, recentemente, sembra che abbia cominciato a scalpitare sempre di più; non vedendo l'ora di entrare in azione anche lui, come sempre è storicamente accaduto in circostanze analoghe!
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/9f/b7/9c/ME13A9NV_t.jpg
***
Per cui, senza voler fare l'uccello del malaugurio, purtroppo non c'è bisogno di essere un profeta per prevedere, a breve-medio termine, lo scoppio di conflitti di natura abbastanza "seria"; c'è solo da sperare che non si rivelino addirittura di natura "catastrofica" (come, però, malauguratamente, non è possibile escludere).
***
Ad esempio, il grande accumulo di truppe e mezzi militari dell'esercito russo non lontano dal confine con l'Ucraina ha spinto molti analisti a chiedersi che intenzioni abbia Vladimir Putin, il presidente della Russia, e se davvero una nuova operazione militare o perfino una nuova guerra in Ucraina siano imminenti.
Ed infatti, nelle ultime settimane la Russia di Putin ha ammassato ben 40.000 soldati, con relativa artiglieria, carri armati e mezzi pesanti, non lontano dal confine est dell'Ucraina; e ne ha inviati altri 9 mila in Crimea, la penisola ucraina occupata e annessa dalla Russia di Putin, dove, peraltro, già sono dislocati 33 mila soldati.
Inoltre forze militari russe ancora più ingenti, fatte arrivare perfino dalla lontana Siberia,  sono concentrate a Voronež, una città russa che si trova a circa 300 chilometri dal confine con l'Ucraina, ma che costituisce un perno strategico ideale per l'invasione di tale area geografica: così come accadde nel 1943, quando i sovietici pianificarono il recupero di tale area, che era stato conquistato dai nazisti nei due anni precedenti.
"https://cdn-thumbs.imagevenue.com/1a/9b/34/ME13A9PI_t.jpg
***
Inoltre si sta verificando di nuovo quello accadde in Crimea, dove la Russia di Putin "infiltrò" centinaia di "piccoli uomini verdi", cioè membri delle forze speciali che non indossavano uniformi o segni di riconoscimento, ma che contribuirono militarmente all'annessione della penisola senza un coinvolgimento ufficiale dell'esercito russo; inizialmente, infatti, Putin negò che gli "uomini verdi" fossero soldati russi, poi però, di fronte a prove inconfutabile, fu costretto ad ammetterlo...ma solo una volta portati a termini i "plebisciti" truccati di rito.
Attualmente, infatti, per supportare militarmente i territori ucraini separatisti controllati da milizie filorusse nella regione del Donbass, dove si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, la Russia di Putin sta facendo esattamente la stessa cosa; il che non costituisce certo un buon segno.
***
Al riguardo, le opinioni sono piuttosto divergenti, in quanto gli analisti si dividono tra:
- chi prevede un imminente intervento militare russo;
- chi, invece, ritiene che con la decisione di ammassare truppe al confine la Russia di Putin intenda soprattutto mandare un messaggio all'Europa, e/o alla nuova amministrazione statunitense di Joe Biden.
***
Secondo James Sherr, analista dell'"International Center for Defence and Security", per cercare di capire se una nuova guerra sia davvero imminente, occorre ricostruire gli avvenimenti dell'ultimo anno, durante il quale sono intervenute diverse novità che hanno peggiorato i rapporti tra la Russia di Putin e l'Ucraina e portato la Russia di Putin a valutare il dispiegamento di truppe militari.
***
Ed invero, occorre valutare due principali "novità" rispetto al passato, pur sempre "aggressivo" della Russia di Putin.
1)
La prima novità è che Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino eletto nell'aprile del 2019, nel corso del 2020 è passato da un atteggiamento remissivo e gregario nei confronti della Russia di Putin a uno decisamente "molto" più recalcitrante.
Ed infatti:
-  il governo di Zelensky ha sanzionato Viktor Medvedchuk, il leader del principale partito filorusso del paese e amico e alleato di Putin (che è il padrino di sua figlia);
. il governo di Zelensky ha inoltre chiuso tre canali televisivi di propaganda filorussa di proprietà di un imprenditore vicino a Medvedchuk;
- molto più recentemente,  in risposta all'ingente afflusso delle truppe russe ai suoi confini, il governo di Zelensky ha chiesto all'Occidente di garantire all'Ucraina un ingresso preferenziale nella NATO (che per la Russia di Putin costituirebbe un grave affronto);
- infine, neanche un mese fa, lo scorso 9 aprile, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è stato in visita ufficiale al probabile imminente fronte militare con la Russia di Putin.
2)
La seconda importante novità è la presidenza americana di Joe Biden, che appena insediato si è detto pronto a contrastare l'espansionismo russo e, inoltre:
- ha rinnovato pubblicamente il sostegno degli Stati Uniti al mantenimento della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina;
- ha inviato due navi da guerra nel Mar Nero per segnalare di essere pronti a intervenire;
- ha chiamato Putin al telefono per dirgli che non tollererà sue ulteriori mosse aggressive nei confronti dell'Ucraina.
***
Nell'ottica di una logica strettamente "geopolitica", questi due fatti (1 e 2), secondo me, potrebbero aver convinto Putin ad agire prima che l'attuale "status quo", favorevole alla Russia di Putin, venga modificato a suo svantaggio; logica, questa, che, in passato è sempre risultata "prodromica" ad uno scontro armato.
***
Ma perchè dico che, attualmente, la situazione è favorevole ad una "invasione", più o meno mascherata, dell'Ucraina (o quantomeno di alcuni territori della stessa) da parte della Russia di Putin?
Lo penso principalmente per i seguenti motivi.
a)
Un intervento militare in Ucraina potrebbe aiutare Putin nella politica interna; ed infatti nella  Russia di Putin, a settembre, sono previste elezioni legislative, che per quanto il più possibile "pilotate dall'alto", sono pure sempre preoccupanti per lo Zar.
Ed infatti, nonostante la pervasiva propaganda (e la prigione per gli oppositori), il governo di Putin negli ultimi mesi è stato messo alquanto in difficoltà:
- dalle proteste per la liberazione del leader dell'opposizione Alexei Navalny;
- dalla diffusa insoddisfazione a causa degli scadenti risultati economici della sua politica;
- dalla diffusa insoddisfazione a causa della sua cattiva gestione della pandemia da coronavirus.
Ed infatti, nonostante che lo Sputnik abbia avuto un ottimo successo all'estero, nella Russia di Putin le vaccinazioni, sono ancora "a carissimo amico", in quanto, almeno fino al mese scorso, risultava vaccinato solo il 2,7% dei 146 milioni di cittadini russi;  cioè una percentuale (sebbene propagandisticamente gonfiata) addirittura inferiore a quella dei Paesi europei, che, pure, a differenza della Russia di Putin, hanno dovuto far fronte a gravi difficoltà di approvvigionamento.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/04/russia-il-vaccino-sputnik-e-gia-in-39-paesi-ma-in-casa-non-decolla-cittadini-diffidenti-perche-proviene-dallo-stato-e-putin-non-lha-fatto/6120192/
b)
Putin, inoltre, potrebbe (fondatamente) supporre che, almeno per il momento, l'Europa sia troppo debole e irresoluta per intervenire in modo deciso in difesa dell'Ucraina; e, questo, soprattutto considerata l'attuale pandemia del covid19, nonchè grazie alle "quinte colonne" europee di cui può validamente avvalersi per contenere eccessive reazioni europee.
c)
La stessa cosa, sebbene in misura inferiore, vale anche per gli USA, in quanto, dopo quattro anni di Trump, complice più o meno consapevole di Putin (che lo aiutò a farsi eleggere), gli USA hanno "perso geopoliticamente terreno" nei confronti della Russia di Putin, e ci vorrà del tempo prima che Biden possa recuperarlo; anche dal punto di vista merante militare.
d)
Attualmente, in quello scacchiere, la NATO è in crisi a causa del contrasto della Turchia con la Grecia (e l'Europa) per lo sfruttamento delle risorse naturali del Mediterraneo orientale; e, questo,  con tanto di "speronamento" di una fregata, in un confronto diretto tra navi da guerra dei due Paesi della Nato nelle acque a est dell'isola di Rodi, avvenuto lo scorso anno.
https://www.agi.it/estero/news/2020-08-14/scontro-navale-turchia-grecia-egeo-urtata-fregata-atene-9417150/
e)
Attualmente, la Russia di Putin, almeno a "breve termine", sembra che non abbia molto da temere sulla sua frontiera orientale; ed infatti la Cina sembra molto più interessata a Taiwan, che non al suo confine settentrionale.
Ed infatti, pochi giorni fa, il ministero della Difesa di Taipei ha denunciato l'ingresso di 25 aerei, inclusi caccia e bombardieri con capacità nucleare, nella cosiddetta zona di identificazione di difesa aerea (Adiz) di Taiwan; il che, peraltro, potrebbe esserev il segnale di un'altra "guerra annunciata".
https://www.repubblica.it/esteri/2021/04/13/news/pechino_manda_25_caccia_e_bombardieri_nello_spazio_aereo_di_taiwan-296260193/
***
In base a tali considerazioni (nonchè altre un po' più complicate sulle quali per bevità sorvolo), se io fossi il Ministro della Difesa della Federazione Russa, cioè il generale d'armata Sergej Kužugetovič Šojgu (o, meglio ancora, il Capo di Stato maggiore generale delle Forze armate russe, cioè il generale Valerij Vasil'evič Gerasimov), direi senz'altro a Putin:
"Caro Vladimir Vladimirovič, se proprio vuoi papparti la torta Ucraina, o, almeno, qualche consistente fetta di tale torta, il momento giusto è arrivato; ed infatti difficilmente si presenteranno circostanze concomitanti così favorevoli, senza particolari rischi per la nostra grande Nazione. Più passa il tempo, invece, più tali rischi potrebbero aumentare! "
Per cui penso proprio che, entro questa estate, anche senza il mio suggerimento, Putin si deciderà comunque a muovere di una o due caselle il proprio "pedone di re" in Ucraina, affiancato da una "mossa di cavallo"; e c'è solo da sperare che non sposti anche le "torri"!
***
Circa il fatto, però, che tale "guerra" possa restare limitata, ho molti dubbi; difatti, come è purtroppo storicamente dimostrato, le guerre si sa sempre come cominciano, ma ben difficilmente si può sapere in anticipo come poi andranno a finire.
Ed infatti:
1)
Siamo proprio sicuri che la Turchia non verrà presa da "fregole difensive", vedendo l'orso russo avvicinarsi troppo ai suoi confini?
Ed infatti, nonostante gli alterni  allontanamenti e riavvicinamenti tra i due "(semi?)dittatori", non è passato molto tempo da quando l'offensiva di accerchiamento russa in Siria, venne aspramente condannata dalla Turchia,   soprattutto quando un F16 turco fu abbattuto da un Sukhoi 24 russo; a causa di questo attacco la Turchia minacciò rappresaglie militari, e la Russia di Putin sospese i lavori del gasdotto TurkStream
2)
Siamo proprio sicuri che la Cina non verrà presa da "fregole invasive", vedendo l'orso russo ritirare parte delle sue truppe dalla Siberia?
Ed infatti, ricordo ancora:
- quando, nel marzo del 1969 le sponde dell'Ussuri furono teatro di sanguinosi scontri tra l'esercito sovietico e quello cinese al culmine della Crisi sino-sovietica, che stava per sfociare in una guerra su vasta scala;
- quando lo scrittore Tiziano Terzani, all'inizio degli anni '90, descriveva l'instabile situazione esistente al confine tra l'Unione Sovietica e la Repubblica popolare Cinese lungo le rive del fiume Amur:  alle lande desolate russe, difese da sparuti avamposti militari, si contrapponevano innumerevoli insediamenti cinesi che premevano lungo tutta la linea di confine nord orientale.
Successivamente, a distanza di quasi trent'anni e nonostante gli enormi cambiamenti intervenuti, la situazione al confine siberiano non sembra essere mutata, costituendo semmai una potenziale pericolosissima polveriera pronta anch'essa ad esplodere nel prossimo futuro; soprattutto se, ad innescarla, si verificasse una seria crisi ucraina a occidente dell'impero (coloniale) russo.
Ed infatti non bisogna dimenticare che il  complessivo calo della natalità in tutta la Federazione Russa, unito alla crisi economica dei territori siberiani seguita al crollo del sistema economico sovietico, ha determinato una drastica riduzione della popolazione residente in Siberia e un corrispondente enorme aumento dell'immigrazione cinese, che preme pericolosamente ai confini.
Ed infatti, secondo i dati degli ultimi censimenti:
- la popolazione russa  sarebbe scesa in Siberia dai nove milioni del 1990 a poco più di sei milioni di persone nel 2010;
-  nelle sole tre provincie cinesi nord-orientali dello Jelin, Heilongjiang e Liaoning, ubicate nella sponda opposta del fiume Amur, vivono circa cento milioni di persone, con una densità 30 volte più alta delle quattro provincie del Distretto Federale russo più vicino.
E quello che è sempre storicamente avvenuto in questi casi, ritengo che sia superfluo starvelo a raccontare.
A parte il "fattore vasi comunicanti", inoltre, occorre considerare il crescente interesse di Pechino nei confronti delle risorse naturali siberiane, che, ormai, è in gran parte in mano cinese; per cui cresce in Russia il timore che tale predominanza non sia più soltanto legata all'occupazione economica di aree in abbandono ma sia piuttosto il frutto di un deliberato progetto politico volto a controllare le risorse e i territori cinesi perduti nel XIX secolo.
Ad avvalorare tale timore ci sono numerose analisi che sottolineano i rischi in termini militari e geopolitici di tale attività; ciò, in quanto, secondo alcuni analisti militari (con i quali concordo) la Cina starebbe concentrando i propri interessi verso la regione del Transbaikal, a discapito della limitata profittabilità economica di queste terre, per la sua collocazione geografica, crocevia delle arterie di comunicazione militari più importanti della Siberia.
3)
Tutti i focolai di guerra a cui ho accennato sopra, potrebbero infiammarsi anche senza la necessità di un innesco da parte di una crisi ucraina; per cui spero proprio che Putin li tenga nel dovuto conto, senza limitarsi alle quattro considerazioni "contingenti" che io gli farei nei panni del suo ministro della difesa o del suo capo di stato maggiore.
Non valgo molto come stratega!
***
Anche perchè la vera domanda cruciale è questa: siamo davvero sicuri che il "deterrente nucleare", che funzionò tanto bene ai tempi della guerra, funzionerebbe ancora?
Forse sì, ma non ne sono poi così sicuro!
Bisognerebbe chiederlo al terzo cavaliere, il quale, purtroppo, temo proprio che stia arrivando al galoppo!
***
P.S.
Poichè non vorrei passare per "russofobo", come avrete notato, io, in genere, ho sempre parlato della "Russia di Putin", e non della "Russia tout court"; ed infatti io non ce l'ho affatto col popolo russo, che personalmente stimo moltissimo, bensì con il (semi?)dittatore che, attualmente, purtroppo, lo ha in pugno.
Ed infatti, così come avercela con il dittatore Mussolini, non significava -nè significa- essere "antitaliano", allo stesso modo avercela con il (semi?)dittatore Putin, non significa certo essere "antirusso".
Ho voluto precisarlo, in quanto, sia lo stesso Putin che alcuni suoi gregari nostrani, tendono propagandisticamente ad usare tale patetico "trucchetto", per squalificare con "russofobo" chi, invece, è soltanto "putinofobo".
Non ci cascate!
***

Ipazia

Quando ti trovi ai confini un paese che recentemente ha abbattuto un governo democraticamente eletto con un colpo di stato capeggiato da forze neonaziste (anche ieri hanno celebrato i loro caduti nelle Waffen SS) e sai che quel paese è sostenuto dall'alleanza politico-militare più criminale del pianeta, che dell'Afghanistan alla Libia ha fatto cavalcare avanti e indietro il terzo cavaliere dell'Apocalisse, non ti resta che rivolgerti alla saggezza militare antica di chi di queste cose si intendeva: si vis pacem para bellum

Quanto a Russia è  Cina hanno tutto l'interesse a collaborare vista la minaccia costante dell'alleanza canaglia di cui sopra.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#2
Ciao Eutidemo.
Mi chiedo quanto la storia passata possa esserci di aiuto a prevedere gli scenari del futuro, a partire dalla comprensione degli scenari attuali.
Le guerre del passato recente sono state guerre fra nazioni, perché di fatto si confrontavano fra loro industrie ancora nazionali.
Ma quanto guerre mondiali paragonabili a quelle del recente passato possono fare oggi il gioco di industrie multinazionali?
Credo alcuno, e nella misura in cui i governi nazionali sono espressione indiretta delle multinazionali, questo è il nuovo deterrente.
Mi chiedo se essere militari oggi non valga avere un mestiere più che una missione , più di quanto sia valso in passato.
Quanto è ancora necessaria al loro mestiere la copertura di una bandiera, se non per operazioni di facciata?
Quanto , mi chiedo, possano dirsi i governi attuali delle nazioni sincera espressione di fatto  dei popoli, come lo sono stati il nazismo ,il fascismo e la democrazia americana?
Le guerre nazionali sono state vinte da tutte le industrie nazionali, nessuna esclusa.
Ma in che senso una nuova guerra mondiale dovrebbe fare il gioco di tutte le multinazionali, ognuna delle quali può permettersi il suo esercito senza bandiera?
Per chi batte davvero il cuore di un individuo oggi, per la contigua  nazione , o per l'ancora più contiguo portafogli di azioni?
E se ciò  non è del tutto vero, lo sarà sempre di più.
Ciò che non cambia rispetto al passato è la teoria della pappa al pomodoro, per cui un popolo affamato fa' la rivoluzion, e mi pare ciò sia quel che temono davvero Putin ed Erdogan, e più in generale le multinazionali.

Direi che se una guerra c'è, là si combatte fra multiculturalismo e monocoltura , del quale ultimo Putin ed Erdogan sono espressioni destinate a perdere.
Ai dirigenti cinesi e' sufficiente aspettare in riva al fiume che passino i corpi dei loro nemici, in attesa di andare a bagno a loro volta.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Non si può negare infatti che Putin ed Erdogan siano sincera espressione di fatto di un orgoglio nazionale e culturale che ha sempre sempre meno senso. Questione di tempo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

InVerno

Sono particolarmente scettico, nel 2021, che esistano serie possibilità di invasioni di terra, ovunque sul pianeta, ma ancor di più se i contendenti sono nazioni industrializzate, o sotto la protezione indiretta di queste ultime. Un invasione di terra è possibile secondo me, solo nel caso dall'altra parte non vi sia nessuna resistenza e si tratti di una cosa "di una notte", un pò come successe in Crimea (purtuttavia sono assolutamente sicuro che nonostante le malelingue, gli abitanti della Crimea abbiano scelto la Russia in totale serenità, perchè chiunque con un pò di cervello avrebbe fatto lo stesso). Perciò secondo me ciò che sta accadendoin Ucraina è da derubricarsi tranquillamente nelle "prove muscolari" che accadono da sempre sul confine NATO. E' vero che più passano gli anni più mi rendo conto di non capire Putin, compreso il suo patetico inconscio tentativo di trasformare un politico (Navalny) dal consenso risicato in un martire ben più nobile di quanto realmente sia, perciò è possibile che anche in questo caso, io stia sottovalutando la senilità acuta che sta invadendo la materia grigia del leader russo. Ancora meno probabile, secondo me, è un invasione cinese in Siberia. I cinesi hanno imparato benissimo a fare capitalismo, meglio dei capitalisti stessi, e in Siberia si bevono tranquillamente il frullato (1*), mentre di avere il possesso del bicchiere (che comprenderebbe perciò anche pagare i costi)secondo me non gli interessa assolutamente niente. Diversa è la questione di Taiwan, che ha a che fare con questioni di principio\reputazione\storiche ("esiste una sola Cina") e interseca gli interessi talassocratici degli americani. Secondo me i Cinesi sperano che la questione passi in sordina come successecon HongKong e di essere relativamente tranquilli di fare gli affari loro, se l'amministrazione Biden deciderà di mostrare i muscoli, i cinesi che dovrebbero fare, dall'alto delle loro quattro ciofeche galleggianti senza nessuna esperienza militare? Tuttavia, lo ritengo uno scenario molto più probabile, perlomeno perchè la disputa potrebbe cominciare in mare, con gli attori convinti che rimanga una questione di mare, e poi allargarsi a macchia d'olio fino ad un conflitto vero e proprio. In fin dei conti, sarebbe la semplice risoluzione della "trappola di Tucidide".


1* https://www.youtube.com/watch?v=j0Ie6Z5xP0o


Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Iano. :)
La tua osservazione è molto giusta!
Ed infatti, mentre un tempo le guerre si riducevano precipuamente a scontri tra nazioni, perché si confrontavano fra loro industrie ancora nazionali, adesso, in effetti, nel mondo predominano delle "corporation" di carattere "internazionale", "sovranazionale", "multinazionale" e "trasnazionale".
Ma non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, perchè si tratta di cose alquanto diverse (al riguardo bisognerebbe aprire un apposito topic); e che, comunque, restano tutte collegate ad uno scontro geopolitico che coinvolge le superpotenze territoriali (USA, Europa, Russia e Cina).
***
Basti pensare a come le "corporation farmaceutiche", pur essendo formalmente  "internazionali", siano state utilizzate e strumentalizzate dai "governi di riferimento"; i quali le hanno finanziate anche a tale scopo, per riaffermare ed espandere la propria influenza geopolitica sui governi di altre nazioni.
***
Dobbiamo stare molto attenti a non illuderci che gli intrecci finanziari internazionali possano evitare le guerre; ed infatti, almeno da due secoli, anche in assenza dell'attuale "globalizzazione", tali  intrecci già c'erano, ma sono serviti a ben poco (anche perchè le guerre favoriscono le industrie degli armamenti, sia nazionali che internazionali).
***
Mio nonno mi raccontava che, nel 1914, nonostante le tensioni internazionali, una guerra non se l'aspettava proprio nessuno, in quanto:
- avrebbe danneggiato il commercio internazionale, per cui, visto che le grandi aziende di import-export dominavano non solo i mercati, ma erano anche molto influenti sui governi per mezzo delle loro "lobby", tutti pensavano che non avrebbero mai permesso che scoppiasse una guerra.
- inoltre una guerra avrebbe danneggiato i rapporti di parentela tra i governanti delle "superpotenze" di allora, visto che il Re inglese era tedesco (casata di Hannover e Sassonia-Coburgo), e, per giunta, era pure cugino del Kaiser germanico, nonchè entrambi erano imparentati con lo Zar (Nicola II sposò Alice d'Assia, che a sua volta era figlia di Alice di Gran Bretagna e Luigi IV d'Assia. Alice di Gran Bretagna, madre della moglie di Nicola II era a sua volta figlia di Vittoria del Regno Unito nonna anche del Kaiser Guglielmo II).
***
Per cui mio nonno mi raccontò che tutti pensavano che, visto che chi controllava il gioco economico erano le aziende di import-export, e chi chi controllava il gioco politico erano famiglie regnanti tutte imparentate tra di loro, una guerra non ci sarebbe mai stata.
***
Ed infatti, probabilmente, una guerra non ci sarebbe stata davvero, se, a fini meramente prudenziali, lo Zar non avesse ammassato truppe ai confini, innescando così una spirale di sfiducia reciproca, che, alla fine, condusse alla guerra.
***
Quante guerre mondiali paragonabili a quelle del recente passato possono fare oggi il gioco di industrie multinazionali?
Non lo so...ma non bisogna mai sottovalutare la stupidità umana!
***
In ogni caso, mi pare eccessivo affermare che i governi nazionali siano "tutti" espressione indiretta delle "corporation" di carattere "internazionale", "sovranazionale", "multinazionale" e "trasnazionale", in quanto si tratta di un intreccio reciproco (e ben diverso a sconda delle varie tipologie); il quale, per giunta, riguarda precipuamente USA ed Europa, ma molto meno Russia e Cina.
***
Quanto al fatto che il nazismo ed il fascismo siano stati "sincera espressione" dei popoli tedesco e italiano, molto più di quanto non lo siano i governi attuali, questa a me sembra una affermazione molto discutibile (per usare un blando eufemismo); non ritengo neanche necessario perdere tempo a confutarla.
***
Per chi batte davvero il cuore di un individuo oggi, per la propria  nazione , o per l'ancora più amato portafogli di azioni?
Questo, in effetti, davvero non saprei proprio dirlo!
Però non dimenticare che molte guerre del passato (se non tutte) sono scoppiate proprio per ragioni economiche; più o meno connesse all'occupazione di determinati territori.
Pensa ai sei milioni di Russi, che occupano un immenso territorio, ai cui confini premono cento milioni di cinesi.
***
Sono d'accordo con te che quello che Putin ed Erdogan soprattutto temono, è l'insoddisfazione delle proprie popolazioni; ed è questo uno dei principali motivi, che, storicamente, ha spesso indotto i dittatori a scatenare le guerre...appunto allo scopo di dirottare all'esterno le tensioni interne!
Temo molto che è quello che Putin farà entro la prossima estate!
Ma spero vivamente di sbagliarmi!
***
Sono invece d'accordo con te che Putin ed Erdogan sono destinati a perdere, mentre ai dirigenti cinesi e' sufficiente aspettare in riva al fiume che passino i corpi dei loro nemici (in attesa di andare a bagno a loro volta).
***
Un saluto! :)
***

Ipazia

#6
Almeno da quattro decenni la propensione alla guerra l'ha dimostrata assai più l'impero canaglia occidentale. Segno di debolezza più che di forza, con arruolamento del peggio che producono i peggiori regimi: Al-Queda, talebani, tagliagole, golpisti colorati. E sconfitte a gogò con effetti collaterali devastanti per l'Europa e per l'Italia in particolare, sia sul piano economico che del terrorismo islamista interno.

Putin le guerre le prepara, ma non le fa. E quando decide di farle, come in Siria, è risolutivo. La canaglia NATO Erdogan ha dovuto abbassare le orecchie insieme al bieco assembramento Israele-Saud-NATO, stanato come topi in uno scantinato del Califfato ISIS, con tanto di elenco contenente nomi e cognomi, resi pubblici dall'ambasciatore siriano all'ONU durante una sessione.

Il miliardo e mezzo di cinesi sta già facendo nuotare noi nel fiume di alta tecnologia impensabile solo un decennio fa. Il tempo gioca a loro favore. Miglioreranno, magari con tecnologia russa, anche le barchette e chi le guida, e non ce ne sarà per nessuno.

Il futuro del mondo sarà polipolare e collaborativo o semplicemente non sarà. Il paragone con un secolo fa è improponibile. Kiev non sarà Sarajevo. E nemmeno Taiwan lo sarà.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Ciao Inverno.
A dire il vero, a parte l'occupazione della Crimea di qualche anno fa, non dimenticare che pochi mesi fa , in Caucaso,  c'è stata una classica guerra con conseguenti "invasioni di territorio".
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/5a/b6/87/ME13AJAG_t.jpg
***
Negli ultimi tempi, in tali aree (e non solo), le guerre con conseguenti "invasioni di territorio" si stanno facendo sempre più frequenti e consistenti; come, temo, a breve accadrà nella zona abusivamente controllata dalla sedicente Repubblica Popolare di Donetsk e dalla sedicente Repubblica Popolare di Lugansk.
***
Quanto alla Crimea, il fatto che laggiù (ed anche nel resto delle altre ex province dell'impero russo) si parli correntemente il russo (così come si parla correntemente il francese in Tunisia ed in altre parti dell'Africa), conta poco o niente; è solo la testimonianza di un passato imperiale.
Quindi, quello che in Crimea si parli russo, è solo un espediente propagandistico per giustificare l'illegittima occupazione della Crimea da parte di Putin.
***
Altro patetico espediente propagandistico "putiniano", per giustificare l'illegittima occupazione della Crimea da parte di Putin, è quello che la Crimea fu "regalata" da Kruscev  all'Ucraina;  come se avesse senso uno spostamento burocratico di singole regioni, dalla giurisdizione di una provincia all'altra di un impero totalitario come quello sovietico, il quale le dominava e le opprimeva tutte allo stesso modo!
***
Per quanto, poi, riguarda il plebiscito inscenato da Putin per giustificare l'occupazione di un territorio altrui, occorrere tenere presente che i plebisciti, per avere valore giuridico e democratico, in caso di secessione di un Territorio da una Nazione all'Altra,  devono avvenire a seguito di un trattato, e sotto il controllo dell'ONU; e, comunque, rispettare alcuni criteri di trasparenza e garanzia, i quali, invece, per quanto riguarda la Crimea, sono del tutto mancati.
Altrimenti, i plebisciti sono solo una frode, per mascherare violente annessioni...all'ombra dei cannoni dei panzer (come fecero Hitler e Stalin).
***
Per cui, un conto è parlare di "plebiscito pro-forma", e un altro conto è parlare di un "vero plebiscito":
Ed invero:
A) Nel "vero plebiscito" (rectius "referendum") del 1º dicembre 1991, la Repubblica autonoma di Crimea votò con il   54,19 % dei voti, la sua appartenenza all'Ukraina.
B) Il 16 mar 2014, invece, il referendum in Crimea, all'ombra dei cannoni russi, ha dato il 96,6% delle preferenze all'unione con la Russia, ma già la "percentuale bulgara", ti fa capire quanto fosse "frallocco".
Al netto di tutto, infatti, risulta di certo poco credibile un referendum organizzato da un presunto "governo autonomo" (tipo il "governo fantoccio" del prete cattolico Jozef Tiso, in Slovacchia ai tempi di Hitler) sostenuto da forze di occupazione straniera; la Crimea, infatti, era già, e tutt'ora è, militarmente occupata da forze militari russe, sebbene in via "non ufficiale".
***
In ogni caso nel mio post io non intendevo parlare in modo specifico della Crimea, che è stata soltanto l'antipasto; ed infatti, un pezzo alla volta, Putin vuol ricostituire il perduto impero.
Si sente un po' il Giustiniano della terza Roma.
Tutto sta a vedere se, a Occidente, qualcuno vorrà morire per Kiev; probabilmente no, ma non dimentichiamoci quello che è successo a Danzica.
***
Non so se per l'Ucraina, ma lo scenario complessivo del pianeta, mi dice che una brutta guerra è in arrivo.
Spero tanto di sbagliarmi!
***
Per il resto ribadisco quello che ho scritto, sebbene io riconosca che molte delle tue altre osservazioni sono degne di attenta considerazione; e mi auguro con tutto il cuore che essere finiscano con risultare molto più vere e realistiche di quanto non siano le mie!
***
Un saluto!
***

InVerno

Eutidemo, hai ragione la Crimea non è il punto del topic, però ci tengo a specificare che io non ho sostenuto che l'annessione abbia a che fare con che lingua parlano, ma sopratutto da dove i soldi arrivano. Chi conosce la Crimea sa, che altro non è che un gigantesco debito che qualcuno deve accollarsi, e i cittadini della Crimea lo sanno ancora meglio degli altri. Perciò, una regione conscia di essere solamente una voce di spesa, cerca il creditore più affidabile che in questo caso è certamente la Russia e non certo la sgangherata Ucraina. Non solo da buona regione turistica sapevano da dove veniva la maggior parte dei turisti (Mosca) chi comprava il loro vino (Mosca) e avrebbe pagato meglio la loro posizione militarmente strategica (Mosca). L'idea che la Crimea potesse seguire l'Ucraina, è un pò come immaginare che la Sicilia ad un ipotetico refendum, al posto dell'Italia, scegliesse di andare con il Marocco, perdendo le vaste prebende e vantaggi commerciali che l'Italia era pronta a garantirgli. Basta crederci, e fare sanzioni del parmigiano.


Ps. Il vantaggio delle guerre è che ad esse manca una caratteristica per essere un Iper-oggetto (cit. Morton), cioè che a differenza delle pandemie e della fame (e del riscaldamento globale) che hanno tutti i requisiti per essere definite tali, esse non hanno la "non-località", e perciò gli esseri umani sanno gestirle un pochino meglio, prevedendo i disastri che possono provocare, e astenendosi dalla possibilità.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Inverno. :)
Ammetto di non aver tenuto conto della questione del "debito" e del "turismo" di cui parli tu, per cui "l'idea che la Crimea potesse seguire l'Ucraina, sarebbe come immaginare che la Sicilia ad un ipotetico referendum, al posto dell'Italia, scegliesse di andare con il Marocco, perdendo le vaste prebende e vantaggi commerciali che l'Italia era pronta a garantirgli."
***
Però tu non tieni conto di un piccolo particolare.
***
Quando l'Impero sovietico è crollato, in tutti i suoi ex-dominii si sono svolti liberi referendum per lasciar scegliere alle popolazioni a quale Nazione appartenere; e gli abitanti della Crimea, a seguito di una democratica votazione, effettuata sotto controllo internazionale, a prescindere dai loro interessi economici o di altro genere, AVEVANO LIBERAMENTE SCELTO DI FAR PARTE DELL'UCRAINA!
***
Dopodichè, dopo qualche annno, Putin, ha occupato la Crimea "manu militari", e se l'è annessa con un "plebiscito bulgaro"  svoltosi senza il benchè minimo controllo internazionale, e, quindi senza alcun valore!
***
Tanto è vero che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, propose una Risoluzione, presentata da circa 30 stati, nella quale, tra le altre cose, il Consiglio dichiarava che "This referendum can have no validity, and cannot form the  basis for any alteration of the status of Crimea; and calls upon all States, international organizations and specialized agencies not to recognize any alteration  of the status of Crimea on the basis of this referendum and to refrain from any  action or dealing that might be interpreted as recognizing any such altered status".
Ma, ovviamente, la Russia pose il veto, per cui la risoluzione non passò!
***
Per cui, si può mai sapere perchè mai dobbiamo stare a discutere di quello che "sarebbe stato logico che i Crimeani avrebbero dovuto volere nel loro interesse", visto che, con l'unico referendum svoltosi in modo autenticamente democratico, I CRIMEANI AVEVANO LIBERAMENTE SCELTO DI FAR PARTE DELL'UCRAINA?
***
Sarà sicuramente vero quello che dici tu, ma, finchè la presunta "sopravvenuta" preferenza per la Russia dei Crimeani non verrà confermata da un "terzo referendum", sotto stretto controllo internazionale da parte di nazioni ideologicamente e politicamente neutrali rispetto alle parti in causa, per me vale il "primo referendum", e non il "secondo finto referendum".
Tutto qui!
***
Un saluto! :)
***