IL TAR DICHIARA INAMMISSIBILE IL RICORSO REFERENDARIO, SENZA ENTRARE NEL MERITO.

Aperto da Eutidemo, 21 Ottobre 2016, 09:01:27 AM

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Eutidemo

Come ampiamente prevedibile (e da me qui previsto), la sezione seconda-bis del tribunale amministrativo della capitale, con decisione 10445 (presidente Elena Stanizzi, relatore Antonella Mangia)  ha  dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso contro la scheda elettorale, il cui quesito riproduceva l'intitolazione data alla legge da Renzi/Boschi, ritenendo irrilevante ogni altra questione; cioè, ha accuratamente evitato di entrare nel merito della legittimità o meno della scheda stessa.
Trovo assurde la recriminazioni circa il fatto che la Presidente del Tribunale, Elena Stanizzi, sia la compagna di Francesco Nitto Palma, già ministro della Giustizia e senatore in carica di Forza Italia; ed infatti, quest'ultimo, si è dichiarato CONTRO la riforma costituzionale, e non certo a favore, per cui, semmai, la Stanizzi avrebbe dovuto influenzare il Tribunale ad accettare il ricorso, non a respingerlo.
Trovo invece inquietante che il Tar Lazio ci abbia messo ben QUATTRO GIORNI DI CAMERA DI CONSIGLIO, per dichiarare inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso, quando è noto che, per emettere un giudizio di inammissibilità, ci vogliono al massimo QUATTRO MINUTI; ed infatti, se la disamina della QUESTIONE DI MERITO richiede, ovviamente, una più lunga ponderazione, per emettere un giudizio di inammissibilità, cioè, un mero "fin de non-recevoir" ci vuole più o meno LO STESSO TEMPO CHE SERVE PER DIRE A QUALCUNO CHE HA SBAGLIATO NUMERO DI TELEFONO!
Per cui, a mio avviso, il TAR ci ha impiegato tanto tempo, perchè (anche se i giudici non lo ammetteranno mai), in effetti, hanno riservatamente dibattuto -eccome- il merito della questione; ma, non venendone a capo, perchè nel merito è evidente che siamo in presenza di una scheda truffaldina,  si sono salvati "in corner" eccependo il "difetto di giurisdizione", e rifiutandosi pilatescamente di decidere. 
Non se la sono sentita di bloccare il REFERENDUM...e li posso anche capire.
Però è comunque EVIDENTE che il titolo della legge è stato appositamente concepito per evidenziare gli aspetti più "votabili" della riforma;  lo stesso Violante, nel dibattito televisivo con Montanari, pur difendendo a spada tratta il SI', lo ha onestamente ammesso (perchè è una persona seria).
Per cui è parimenti EVIDENTE, che, legittimità a parte (su cui ci sarebbe molto da discutere), bisogna essere davvero stupidi o in palese malafede, per negare che la formula del quesito favorisce in modo TROPPO incisivo il SI'.
Ed infatti, dalle rilevazioni, pare che in media circa il 20/30 % dei votanti non si informa prima, ma si limita a leggere la scheda; per cui, il modo con cui essa è formulata, è FONDAMENTALE AL FINE DELL'ESITO ELETTORALE!
La maggior parte dei sondaggisti, infatti, osserva che il quesito: "...posto in quel modo rischia di alterare l'esito della consultazione". 
Osserva al riguardo Antonio Noto (Ipr Marketing): "Con quella formulazione perché mai uno dovrebbe dire di "no"? Leggendola acriticamente è invece chiaro che uno dovrebbe per forza votare sì". 
Limitandomi a quello che c'è scritto sulla scheda, voterei SI' pure io!
;D
Per cui, secondo gli esperti d'opinione, quella dicitura sulla scheda, può influire sugli indecisi  in una percentuale che oscilla tra il 5 e il 20%. 
E ci sono anche dei precedenti storici. 
Ed infatti, nel 1941 il presidente americano Roosevelt commissionò un test all'istituto statistico Gallup su tre diversi quesiti, formulati in tre modi diversi, per chiedere ai cittadini Usa se fossero favorevoli o no a entrare in guerra:
- nel primo caso, la maggioranza avrebbe votato a favore della guerra
- col secondo quesito sarebbero prevalsi gli indecisi
- col terzo avrebbe vinto il No al conflitto. 
Per cui, a meno di voler essere talmente imbecilli o in malafede da ritenere che l'intitolazione della legge, a suo tempo appositamente predisposta per poterla riprodurre nella scheda, NON influenzi i votanti (indecisi e meno informati) a votare SI', ne traggo la seguente conclusione:
SE DEMOCRATICAMENTE BISOGNA SEMPRE "ACCETTARE" IL RESPONSO DELLE URNE, IN QUESTO CASO RITENGO ASSOLUTAMENTE DI NO, PERCHE', SE VINCESSE IL SI' TALE RISULTATO SAREBBE PALESEMENTE ALTERATO DALLA FORMULAZIONE DEL QUESITO!
Per cui, coloro che hanno votato NO, si limiterebbero a meramente "SUBIRE", tale responso; ponendo in atto tutti i mezzi leciti di resistenza passiva, e di boicottaggio legale.
E il Paese risulterebbe definitivamente spaccato in DUE...contateci! 
Non si può riconoscere vincente un corridore, che parte con un "handycap" di 10 metri, nei 100 metri piani. 
Chi mai accetterebbe una cosa del genere?

baylham

Sulla pronuncia del TAR del Lazio non sono d'accordo: il tempo richiesto è segno di serietà, di attenta e ponderata valutazione giuridica rispetto all'importanza della questione in gioco. Infatti il giudizio finale di inammissibilità è stato ben motivato.

Resto convinto che il testo del quesito sia una forzatura illegittima, la cui responsabilità ricade soprattutto sulla Corte di Cassazione che l'ha approvato.

Qualunque paese è sempre spaccato in due o più fazioni, è la normale dialettica democratica. Per esempio personalmente non ho mai accettato gli art. 7 e 8 della Costituzione italiana, non riconosco alcuna autonomia tra Stato e Chiese, alcuna separazione tra politica e religione.

Sono invece seriamente preoccupato che in caso di vittoria del si le successive modifiche Costituzionali dipendano da un Senato squalificato ed eterogeneo fin dall'origine, senza alcuna forte base di rappresentanza e investitura popolare, e da una Camera tutta sbilanciata politicamente a causa della nuova e pessima legge elettorale.

Eutidemo

Caro Baylham, insisto nel sostenere che, mentre per l'esame del merito di una questione è necessario più tempo, per una mera pronuncia di inammissibilità si fa MOLTO prima; questa, almeno, è la mia esperienza personale.
Sono invece d'accordo con te sul fatto che il testo del quesito sia una forzatura illegittima, la cui responsabilità ricade soprattutto sulla Corte di Cassazione che l'ha approvato, più che sul TAR.
Quanto al fatto che il Paese debba necessariamente spaccarsi in due fazioni, ad ogni singola votazione,  secondo me questo non dovrebbe affatto rientrare nella normale dialettica democratica; in base a quest'ultima, infatti, penso che la parte "perdente", dovrebbe SEMPRE "democraticamente" accettare il responso delle urne, anche se contrario alle proprie aspettative.
Come io faccio ogni volta.
Ma quando tale responso viene "oggettivamente" falsato da un quesito strutturato appositamente per favorirlo in un senso o nell'altro, tale principio viene secondo me vanificato; lo ritengo una sorta di (im)broglio "a priori", invece che "a posteriori".
Il quesito deve contenere il richiamo a TUTTI gli aspetti della legge, o a NESSUNO (limitandosi a citarne gli estremi, come nei precedenti referendum); ma un mero richiamo ai soli aspetti positivi -come Violante stesso ha ammesso- è una TRUFFA BELLA E BUONA.
Per cui, a prescindere dal merito della riforma, non si può così semplicemente accantonare il modo con cui la si va a votare.
Non si può!
Ed infatti, a parte gli altri abbietti espedienti per circuire gli allocchi, come l'"abolizione di Equitalia", il "regalo 14esima" ecc. (che, sia pure deprecabili, rientrano tuttavia nella squallida prassi di quasi tutte le mezze cartucce che ci hanno governato), addirittura il ricorso ad una intitolazione "truccata" della legge, per poterla poi proporre "tel quel" nella scheda al fine di far prevalere il SI', lo riterrei un IMBROGLIO INACCETTABILE anche se volessi votare SI'.
Per cui, nel caso in cui  cui vincesse il SI', coloro che hanno votato NO, si limiterebbero a meramente "SUBIRE", tale responso; ponendo, però, in atto tutti i mezzi leciti di resistenza passiva e di boicottaggio legale.
PERCHE' SAREBBE UN RISULTATO FASULLO (come una corsa con "handycap")
E il Paese risulterebbe definitivamente spaccato in DUE in modo PATOLOGICO...perchè le regole democratiche sono state violate non con la forza, ma con un abietto inganno! 
Non si può riconoscere vincente un corridore, che parta con un "handycap" di 10 metri, nei 100 metri piani. 
Chi mai accetterebbe una cosa del genere?
A parte questo, peraltro, anche io, come te, sono seriamente preoccupato che in caso di vittoria del SI' le successive modifiche Costituzionali dipendano da un Senato squalificato ed eterogeneo fin dall'origine, senza alcuna forte base di rappresentanza e investitura popolare, e da una Camera tutta sbilanciata politicamente a causa della nuova e pessima legge elettorale.
Però riconosco che nella riforma ci sono almeno 5/6 cose buone, come evidenziato nel mio commento...ma il resto è da buttare!
http://riformacostituzionale.weebly.com/testo.html

paul11

Eutidemo,
sono chiaramente per il no referendario, ma la procedura di ammissibilità o inamissibilità addirittura di un referendum costituzionale che passa per un Tribunale Amministrativo la cui giurisdizione è il Lazio essendo Roma facente parte, è una procedura ridicola, se vogliamo rifletterci bene.
La risposta data in poche righe, in attesa di una motivazione argomentata, denuncia il peso della responsabilità del TAR del Lazio, e infatti chiama "neutrali" organismi ben più importanti nei ruoli e competenze costituzionalmente costruite, come il Presidente della Repubblica, la Corte di Cassazione.
Ribadisco, sono proprio le procedure che costituzionalmente sarebbero da cambiare, è ora di smetterla di avere tribunali civili e statali(come appunto il TAR) che è la stessa litania che divide il mondo privato dal mondo statale come se il cittadino fosse diviso in due.  Sarebbe la Corte Costituzionale da  chiamare in causa ,ma bisognerebbe allora mutarne ruolo e competenze

Eutidemo

Caro Paul11, non hai tutti i torti, a parte il fatto che, comunque, il "Lazio" individua la "competenza" (territoriale) del relativo TAR, non la "giurisdizione"...che è una cosa diversa.
Quanto a quest'ultima, invero, la questione è alquanto opinabile.
Ed infatti, l'UFFICIO centrale per il Referendum, costituito presso la Corte Suprema di Cassazione italiana (e non la "CASSAZIONE" in sede giudicante), ha semplicemente validato la "richiesta" di REFERENDUM, ritenendola conforme alle norme degli articoli 75 e 138 della Costituzione; e, questo, senza aver minimamente considerato l'osservanza dell'art.16 della legge 352/70 circa le modalità di redazione della "scheda" (che non ha neanche visto, dato che la faccenda non la riguardava), si è pronunciata ai sensi e per gli effetti degli art.12 e 13 , dopo aver esaminato solo gli artt.3,4,7,9 (ma non l'art.16) della legge stessa.
Ripeto, la RICHIESTA, non la SCHEDA!
L'osservanza dell'art.16 della legge 352/70, invece, che concerneva il "contenuto" del quesito, secondo me, poteva benissimo rientrare sia nella competenza che nella giurisdizione del TAR; ma, poichè, come tutti sappiamo, il nostro diritto è molto "elastico", non dubito affatto che, nella motivazione per esteso, il TAR saprà egregiamente dare ragione del suo pilatesco rifiuto.
E già immagino come, ma non voglio tediarvi.
Però sono d'accordo che, sul punto, più che il TAR è la Corte Costituzionale da  chiamare in causa; nè c'è  bisogno di mutarne ruolo e competenze, perchè ONIDA sta appunto cercando di sollevare una "questione di non manifesta infondatezza di incostituzionalità" del quesito.
Ma non credo proprio che il Tribunale effettuerà il "rinvio" alla Corte, perchè dubito che avrà le (s)palle abbastanza larghe per farlo.
Sono disposto a scommeterci!
;)

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