Il paradosso della "responsabilita' penale personale"!

Aperto da Eutidemo, 17 Giugno 2022, 13:56:30 PM

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Eutidemo

L'art.27 comma primo della nostra Costituzione, sancisce che: "La responsabilita' penale e' personale."
Ma come ci si deve regolare nei casi di "personalità multipla"?
Ovviamente la questione e "accademica", in quanto si tratta di casi più unici che rari (salvo che nei film); però ritengo che, quantomeno a livello teorico, possa risultare un argomento intrigante.
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LA PERSONALITA' MULTIPLA
Quello che un tempo veniva denominato DPM (Disturbo della Personalità Multipla), dal 1994 viene denominato dall'OMS DID (Disturbo Dissociativo dell'Identità); ma, in sostanza, si tratta della stessa cosa.
Ed infatti, chi ne è affetto, presenta due o più "identità distinte", o "stati di personalità differenti" (a volte anche con nomi diversi), che assumono in maniera alternata il controllo del comportamento di uno stesso corpo; a seconda dell'identità dominante in un dato momento, l'altra identità può risultare del tutto ignara, inconsapevole e, quindi, "non responsabile" (nè "imputabile"), di ciò che sta facendo l'altra.
Ad esempio, un furto o un omicidio!
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Secondo i criteri del "Manuale diagnostico" dei disturbi mentali più aggiornato, il disturbo dissociativo dell'identità scinde in due la personalità di uno stesso "individuo"; il quale, quindi, diventa "dividuo", e, cioè, "due distinti individui in uno stesso corpo" (come se si trattasse di due fratelli siamesi cerebrali).
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Tuttavia, in molti casi, ciascuno dei due "":
- pur avendo comportamenti assolutamente normali e razionali  sotto il profilo psicologico;
- può tuttavia avere una diversa visione della realtà, e, quindi, differenti comportamenti morali e legali.
Cioè, uno dei due può avere tendenze criminali (per il furto, l'assassinio ecc.), mentre l'altro può essere assolutamente privo di tendenze criminali; ma nessuno dei due è necessariamente affetto da patologie paranoiche (cioè, per dirla volgarmente, non è per forza "pazzo").
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IL CODICE PENALE
Ciò premesso, occore considerare che l'art.85 del Codice Penale stabilisce che:
a) Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile.
b) È imputabile chi ha la capacità d'intendere e di volere.
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Per cui, se chiamiamo "Tizio" la personalità criminale del "corpo fisico" di "Caio", e "Sempronio" la personalità non criminale del corpo di "Caio", se "Tizio" commette un furto nel momento in cui controlla il corpo di "Caio", almeno a "livello teorico", in base al citato art.85 del Codice Penale:
-"Sempronio", al momento in cui "Tizio"  ha commesso il reato, non era imputabile (in quanto, in quel momento, non aveva lui il controllo delle azioni del corpo denominato fisicamente "Caio");
- "Tizio",  invece, al momento in cui ha commesso il reato, era perfettamente imputabile (in quanto, in quel momento, aveva lui il controllo delle azioni del corpo denominato fisicamente "Caio", ed aveva anche la piena capacità d'intendere e di volere).
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Però, a questo punto, il nostro "meccanismo giuridico" va in "tilt", in quanto il nostro legislatore non fa distinzione tra:
- il "corpo fisico" di un individuo;
- le "diverse persone" che (per fortuna in rarissimi casi) possono alternativamente controllare il "corpo fisico" di uno stesso individuo.
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LA COSTITUZIONE
Ed infatti, come premesso, l'art.27 della nostra Costituzione, sancisce che "la responsabilita' penale e' personale"; ma non si pone il problema di quando più "persone" convivono all'interno di uno stesso corpo fisico.
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Per cui, di fatto, quando (per fortuna, in rarissimi casi) accade una cosa del genere va sempre a finire che:
- o il giudice condanna comunque il "corpo fisico" di "Caio", perchè è lui che ha "materialmente" commesso il furto (fregandosene altamente se, in quel momento, tale  "corpo fisico" era controllato da "Tizio" o da "Sempronio");
- oppure, considerando che che "Caio" è affetto da DID, lo ritiene in generale inidoneo ad intendere e a volere, e lo assolve per incapacità mentale (fregandosene altamente che, al momento del furto, "Tizio" era perfettamente imputabile, in quanto, in quel momento, aveva lui il controllo delle azioni del corpo denominato fisicamente "Caio", ed aveva anche la piena capacità d'intendere e di volere).
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IL PARADOSSO
D'altronde, come si potrebbe condannare al carcere Tizio, e, nel contempo, assolvere Sempronio, visto che si trovano tutti e due nello stesso corpo?
Bisognerebbe tenerlo sempre sotto controllo, e incarcerarlo nel periodo in cui è Tizio, scarcerandolo nel periodo in cui è Sempronio; il che è palesemente assurdo e paradossale! :)
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anthonyi

Ciao eutidemo, la doppia personalità conosciuta in psichiatria é un quadro patologico, non una caratteristica dell'individuo, ed é un quadro ben descritto dalla narrazione dr jeckill, Mr Hyde, perche tipicamente é caratterizzata da una personalità di tipo malefico che a volte si sostituisce a quella normale dell'individuo. Per cui giuridicamente il problema non sussiste, la personalità responsabile é sempre quella ordinaria, mentre l'altra, quella malata, é un'entità patologica.
Se é l'entità patologica a dominare allora l'individuo é incapace di intendere e di volere. 

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
La doppia (o multipla) personalità, in quanto tale,  costituisce sicuramente un "quadro patologico", poichè, "psicofisiologicamente", cioè "normalmente", in un uno stesso corpo c'è un'unica "persona(lità)", e non due; ma il mio disegno del Dr jeckill e di Mr Hyde era puramente esemplificativo, in quanto, nella realtà, non sempre una  "persona(lità)" è buona e l'altra è cattiva.
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Ed infatti non necessariamente c'è una personalità ordinaria "sana", mentre l'altra é un'"entità patologica" (come quasi sempre si vede nei film); è solo il "quadro generale" in sè ad essere patologico (cioè "non normale"), ma non sempre una o entrambe le "persona(lità)" sono psicologicamente malate e/o affette da sindromi paranoiche (come quasi sempre si vede nei film) .
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Ed invero, a parte il fatto che le personalità possono essere anche più di due, considerando il caso più semplice della sola "doppia personalità", esse possono essere:
a)  entrambe psicologicamente malate
b)  una psicologicamente sana e l'altra no
c)  entrambe psicologicamente sane
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In quest'ultimo caso (c), può capitare:
- che entrambe siano cittadini esemplari;
- che una delle due personalità, pur essendo psicologicamente sana, commetta però un reato.
Era questo il "caso paradossale" da me considerato! ;)
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Ed infatti non bisogna essere psicologicamente malati per commettere dei reati; altrimenti mezza Italia dovrebbe essere rinchiusa in manicomio!
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Un saluto! :)
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anthonyi

Quella della doppia personalità, è più in generale l'idea di personalità, é una nostra costruzione ideale. Con personalità noi definiamo il modo di comportarsi di una persona, modo che a volte può avere modificazioni, da cui l'idea che la personalità sia instabile. Questa instabilità é in realtà presente in moltissimi individui e fa parte della dinamica degli equilibri tra l'emisfero destro e quello sinistro del cervello che prendono decisioni parzialmente indipendenti e poi le mettono a confronto. Se una delle due parti assume comportamenti patologici allora é controllata e frenata dall'altra, se l'altra non ci riesce, o ha anche lei delle patologicita, allora si manifesterà la doppia personalità, che é comunque segno di patologicita, e che comunque non ha simmetrie tra il comportamento patologico e quello normale, perché il comportamento patologico é scoordinato, privo di programmazione, può certamente compiere un omicidio d'impeto, ma non programmarlo, non può certamente compiere furti organizzati, ma solo esercitare appropriazioni occasionali immediatamente disponibili.
Riguardo poi alla narrazione comunicativa fatta dal soggetto con "personalità multipla", dobbiamo considerare le potenzialità del nostro sistema psichico che, in caso di alti livelli di sofferenza é in grado di inventare molteplici rappresentazioni della realtà, e quindi della propria identità, al puro fine di costruire un equilibrio Interno.
Le due cose (cioè la narrazione e l'azione dell'individuo) non sono in rapporto tra loro, é per questo che non ha senso parlare di personalità multipla in termini giuridici, come se nella persona ci fossero differenti individui capaci di comunicare e di agire.
L'entità in grado di fare coordinatamente entrambe le cose é sempre al massimo una, anche se possiamo osservare comunicazioni od azioni che sono fuori del controllo di questa entità. 

Jacopus

#4
La spiegazione di Anthonyi mi sembra corretta. Aggiungo alcune precisazioni. Ci sono situazioni patologiche diverse che comportano l'insorgere  di personalità diverse in un soggetto e talvolta le patologie sono presenti contemporaneamente come nel caso di schizofrenia e disturbo dissociativo della personalità o nel disturbo borderline. In generale il disturbo dissociativo di personalità è causato da gravi traumi infantili, come "classicamente" , l'abuso sessuale da parte di familiari o amici di familiari.
Dal punto di vista giuridico non si può considerare la presenza di due soggetti ma di un unico soggetto che è portatore di una patologia. Se si sospetta che la patologia possa essere connessa alla commissione di un reato, il giudice di solito nomina un perito (Ctu) e l'imputato e il Pm possono nominare i loro periti (CTP). Le domande a cui il perito deve rispondere sono se il reato è spiegabile attraverso la patologia oppure no (capacità di intendere e volere) e se si è trattato di un evento unico o ripetibile (pericolosità sociale). Secondo la risposta, il giudice che è peritus peritorum, può decidere la condanna ( se la patologia è indipendente dal reato), l'assoluzione (se la patologia è connessa al reato ma si ti ritiene che non avverrà più) oppure la misura di sicurezza (se la patologia è connessa e vi è il rischio di reiterazione del comportamento pericoloso pur in presenza di incapacità di intendere e volere).
Nei casi dissociativi la risposta è particolarmente complessa, ma il centro della questione è sempre il soggetto, che usa la dissociazione non come alibi, ma come metodo disorganizzato e doloroso per poter sopravvivere ai gravi traumi che ha subito. Altra possibile causa della dissociazione è la presenza di malattie organiche che possono alterare il proprio senso identitario.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Eutidemo

Ciao Anthony :)
Io ho parlatro di "persona(lità)", con parentesi sulla desinenza, perchè, in realtà, nel caso del DID, si tratta di più di una "persona" in uno stesso corpo, e non di un singolo individuo con una "personalità" ambivalente e/o disturbata; come, invece, accade nella "schizofrenia" e nel "disturbo bipolare".
Stiamo parlando di due cose completamente differenti!
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Nel caso del DID, infatti, per "persona(lità)" non si intende tale termine nel senso comune, cioè come "il modo di comportarsi di una determinata persona"; modo che a volte può avere modificazioni, da cui l'idea che la personalità sia instabile (il che corrisponde ad altre malattie mentali).
Si intende, invece, la presenza di due o più distinte "persone" in uno stesso cervello; cioè di due o più diverse "coscienze" e due o più diversi "sensi di identità", conviventi in uno stesso corpo.
Cioè, in sintesi, di due o più diversi "individui"!
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Non c'entra niente l'instabilità presente in moltissimi individui, che fa parte della dinamica degli equilibri tra l'emisfero destro e quello sinistro del cervello;  i quali prendono decisioni parzialmente indipendenti e poi le mettono a confronto, dando luogo a comportamenti patologici allorchè il confronto é scoordinato e privo di programmazione.
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Ed infatti, se così fosse, il DID potrebbe essere scisso solo in "DUE" personalità, perchè i lobi cerebrali sono soltanto "due"; mentre, invece, chi è affetto da DID in molti casi, è "posseduto" da ben più di due sole "persone" (quanti sono i lobi cerebrali).
Vedi, ad esempio, il caso di Jeni Haynes (all'anagrafe), il cui corpo era però  alternativamente a disposizione di Simphony, Muscles, Linda, Ricky e Giuda.
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Oppure il caso di  Miss Beauchamp, descritto dallo psicoterapeuta Morton Prince; il quale scrive che quando la ragazza andava in vacanza manteneva una corrispondenza separata con ciascuna delle sue quattro diverse "persone".
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Quanto al fatto  che la narrazione e l'azione dell'individuo non sono in rapporto tra di loro, ciò non significa che non abbia senso parlare di "persona(lità)" multipla in termini giuridici;  perchè, di fatto, sotto il profilo psicologico, nello stesso "corpo" (non  nella stessa "persona"), ci sono effettivamente differenti "individui" (cioè differenti "persone") capaci di comunicare e di agire.
Come sperimentalmente comprovato (anche se, ovviamente, il cervello alterato sempre uno solo rimane)!
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Il corpo in grado di fare le diverse cose é sempre al massimo uno; ma chi progetta fa le cose, in caso di DID, è più di una entità.
Almeno se come  entità intendiamo un centro autonomo di identità e di imputabilità.
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Un saluto! :)
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Eutidemo

Ciao Jacopus. :)
Non c'è alcun dubbio che il DID sia comunque segno di una "patologicita"; perchè, normalmente, un corpo è gestito da una singola "entità identitaria", e non da più "entità identitarie".
Si tratta senz'altro di una "anomalia"! ???
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Ma il comportamento delle singole "entità identitarie",  pur derivando da una anomala "scissione" della persona in più persone, non necessariamente, considerato in sè stesso, "é scoordinato, privo di programmazione, e può compiere un omicidio d'impeto, ma non programmarlo, non può certamente compiere furti organizzati, ma solo esercitare appropriazioni occasionali immediatamente disponibili".
Ed infatti, come varie volte è accaduto, una delle diverse "entità identitarie", ha commesso dei reati progettati con la massima razionalità e premeditazione, e li ha eseguiti con la massima accortezza; come se si fosse trattato di un normale delinquente.
Le altre "entità identitarie", però, ne erano completamente all'oscuro!
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E' invece vero, come tu scrivi, che ci sono differenti situazioni di DID, in quanto:
- in alcune di esse le varie personalità, singolarmente prese, non soffrono di particolari patologie psichiatriche "individuali";
- in altre, invece, tutte o solo alcune delle varie personalità, singolarmente prese, soffrono di particolari patologie psichiatriche.
E, questi sono i casi più pericolosi!
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E' anche vero, come pure tu correttamente scrivi, che, almeno in generale, il disturbo dissociativo di personalità è causato da gravi traumi infantili; come "classicamente" , l'abuso sessuale da parte di familiari o amici di familiari.
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Dal punto di vista giuridico, come avevo scritto anche io, tecnicamente il nostro diritto considera che ad ogni corpo corrisponde una "singola entità identitaria" (coscienza), in quanto non è "attrezzato" a considerare che un corpo può essere alternativamente governato da diverse "entità identitarie"; ed anche se fosse "attrezzato" a farlo, poi non saprebbe come materialmente "scindere" la pena da infliggere ad una sola delle diverse "entità identitarie".
Per cui, di fatto, i giudici si regolano più o meno come dici tu; e come, d'altronde, mi regolerei anche io.
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Ed infatti, sebbene, "in teoria", avrebbe perfettamente senso parlare di personalità multipla in termini giuridici, perchè talvolta, effettivamente, in una stesso corpo è come  se davvero ci ci fossero differenti individui capaci di comunicare e di agire, ciascuno dei quali dovrebbe essere autonomamente imputabile o meno sotto il profilo penale, "in pratica", tuttavia:
- è difficile scoprire quale "entità identitaria" (coscienza) abbia commesso il crimine;
- anche se lo si scoprisse sarebbe pressochè impossibile "scindere" la pena.
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Il paradosso, secondo me, è questo!
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Un saluto! :)
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