Il nome della serva

Aperto da Jacopus, 27 Giugno 2020, 19:32:46 PM

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Jacopus

Il cantante Cremonini avrebbe dichiarato che, siccome paga la sua colf, ha diritto a cambiarle il nome. È un interessante spunto di riflessione,  che in realtà assevera ciò che è ormai lampante e ovvio. Il denaro può comprare anche l'identità delle persone.
Ennesimo episodio, e neppure troppo truculento, che definisce la direzione del mondo.
Non è una novità: "pecunia non olet " è una massima nota di un imperatore romano. Ciò che è cambiato è l'atteggiamento di fronte a questo potere del denaro. Fino a qualche decennio fa, perlomeno pur consapevoli di ciò, si aveva un certo senso di colpa, un ritegno, forse anche un po' ipocrita  ma che indirettamente dichiarava la necessità di porre altri valori al di sopra del Dio Denaro. L'affermazione di Cremonini ( presa ad esempio, ovviamente) è il simbolo di un passaggio importante: "non ho colpe di ciò,  e neppure vergogna, perché l'unica colpa di cui dovrei vergognarmi e di cui inconsciamente si vergogna la mia colf, è lo stato di povertà".
Pertanto non è il denaro in sé a catalogare la barbarie della nostra società ma il denaro sommato alla sua assolutizzazione in una chiave esibizionistica. E non a caso lo stesso esibizionismo diventa fonte di ricchezza, come dimostrano i blogger o i vacui strillatori alla Sgarbi. Tutto ciò che produce dei followers diventa ricchezza e tutto ciò che mostra sfacciatamente ricchezza raccoglie followers. Lo spettacolo osceno della ricchezza decerebrata è il nuovo modello in ascesa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

sapa

Citazione di: Jacopus il 27 Giugno 2020, 19:32:46 PM
Lo spettacolo osceno della ricchezza decerebrata è il nuovo modello in ascesa.
Senza alcun dubbio. Bel titolo al post e finale ineccepibile.

giopap

Prendiamo un' espressione da qualche decennio corrente e decisamente significativa dei tempi che ci tocca di vivere (ovviamente in inglese maccheronicamente latineggiante):


"status symbol".


Bene, per quanto mi riguarda, da sempre la impiego stravolgendola in:


"stercus symbol".


Perché a mio parere chi si sente in dovere di ostentare il proprio potere e la propria ricchezza, certamente frutto di onestà ed operosità non maggiore -quanto meno!- di quella di tante altre persone non per loro colpa più povere, dimostri una sola cosa:


quanto è stronzo!



Mi scuso con i politicamente corretti per il termine volgare (e per giunta in italiano, dunque non nobilitato dalla "superiore cultura anglosassone").

InVerno

A me sfugge proprio la logica del ragionamento, magari la signora è d'accordo con essere chiamata Emilia (anzi pare proprio di sì) e le piace pure, sono affari loro, ma l'idea che "se pago posso rinominarti" non capisco come possa funzionare logicamente. Cioè, posso rinominare l'idraulico perchè l'ho pagato per venire a casa mia? O posso rinominare Cremonini perchè ho pagato un suo cd? Sembra un ragionamento completamente assurdo, salvo non volerlo collegare allo schiavismo, dove effettivamente allo schiavo quando veniva registrato in qualche apparato statale veniva affibbiato il nome del padrone,  o della zona di provenienza. Direi che non era però questo il senso che Cremonini intedeva? Spererei? Perciò..?A volte è meglio continuare a cantare di motorini..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

giopap

Jacopus (non per fare l' avvocatessa d' ufficio, anche perché non ne ha bisogno, ma per chiarire un malinteso da parte tua) non ha cominciato l' argomento constatando che Cremonini ha proposto alla colf di cambiarle il nome, ne ha ottenuto il consenso, e dunque l' ha fatto.
Ha scritto una cosa molto diversa, e cioé che:


"Il cantante Cremonini avrebbe dichiarato che, siccome paga la sua colf, ha diritto a cambiarle il nome" (che, a quanto ti pare, la signora fosse consenziente -o meno- non é minimamente rilevante: il cantante rivendica infatti un suo -preteso- diritto, che in quanto tale avrebbe benissimo potuto esercitare sulla colf a prescindere dall' eventuale ma del tutto irrilevante suo consenso o meno (nello stesso modo in cui poteva anche capitare, per fortuna, che  quando si combinavano i matrimoni delle figlie da parte dei genitori, qualcuna di loro potesse anche gradire lo sposo ed essere consenziente con quanto comunque non era suo diritto sindacare).


Non vedo come non si possa cogliere l' enorme differenza fra le due ipotetiche (e reciprocamente escludentisi) versioni dei fatti (eventualmente da verificare: mi attenderei una drastica smentita, non saprei dire quanto credibile, da parte di Cremionini) circa i fatti reali.

E tutto il conseguente ragionamento di Jacopus, almeno a parere mio e di Sapa, fila perfettamente a partire dalla premessa.

iano

#5
L'esigenza di esibire la propria ricchezza è forte da sempre, da quando il denaro non era stato ancora inventato.
Immagino valga come una dimostrazione di potere che ,  nella migliore delle ipotesi, funziona come un deterrente, e nella peggiore come una minaccia di prevaricazione , in una società in continuo stato di conflitto potenziale.
Mi viene da pensare quindi che la rinuncia all''esibizionismo del potere sia un lusso che si possa permettere chi vive in uno stato dove regni sovrano l'ordine.
In uno stato dove non regna l'ordine chi non ha potere prova a fingerlo.
La novità che introduce il denaro è che puoi fingere esibizione di ricchezza prendendo denaro a prestito , e sembra che le banche considerino la volontà di potere una buona garanzia.
Io per parte mia mi dichiaro fuori da questo gioco, non perché ricco o povero , ma perché devo ancora capire cosa sia il denaro.
Se possiamo assimilare il denaro a una nuova tecnologia , l'iter travagliato che tutte le nuove tecnologie devono affrontare prima di essere accettate definitivamente è stato molto travagliato per esso , se come ipotizza Jacopus solo adesso si possa dire concluso.
Come tutte le nuove tecnologie il loro uso prende sempre la mano , andando oltre il previsto .
Il denaro quindi puzza come tutte le nuove tecnologie , e anche più delle altre, con inusuale persistenza.
Ma in effetti non so' neanche bene di cosa sto parlando, perché a livello di comprensione io sono rimasto al baratto .
Con completa incompetenza direi quindi che il sogno di ricchezza ,grazie al denaro , abbia soppiantato il sogno di potere, diventandone un surrogato.
Beato chi non è costretto ad esibire la propria forza.
Ma il denaro in se', qualunque cosa sia , nella sostanza non c'entra.
Cambia le carte in tavola , ma il gioco è sempre quello.
È finito il tempo degli eroi , giovani e belli di armi e di corazza ed è iniziato quello dei Cremonini .
Non saprei dire cosa sia meglio.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

giopap

Citazione di: iano il 29 Giugno 2020, 07:08:05 AM
L'esigenza di esibire la propria ricchezza è forte da sempre, da quando il denaro non era stato ancora inventato.
Immagino valga come una dimostrazione di potere che ,  nella migliore delle ipotesi, funziona come un deterrente, e nella peggiore come una minaccia di prevaricazione , in una società in continuo stato di conflitto potenziale.
Mi viene da pensare quindi che la rinuncia all''esibizionismo del potere sia un lusso che si possa permettere chi vive in uno stato dove regni sovrano l'ordine.
In uno stato dove non regna l'ordine chi non ha potere prova a fingerlo.
La novità che introduce il denaro è che puoi fingere esibizione di ricchezza prendendo denaro a prestito , e sembra che le banche considerino la volontà di potere una buona garanzia.
Io per parte mia mi dichiaro fuori da questo gioco, non perché ricco o povero , ma perché devo ancora capire cosa sia il denaro.
Se possiamo assimilare il denaro a una nuova tecnologia , l'iter travagliato che tutte le nuove tecnologie devono affrontare prima di essere accettate definitivamente è stato molto travagliato per esso , se come ipotizza Jacopus solo adesso si possa dire concluso.
Come tutte le nuove tecnologie il loro uso prende sempre la mano , andando oltre il previsto .
Il denaro quindi puzza come tutte le nuove tecnologie , e anche più delle altre, con inusuale persistenza.
Ma in effetti non so' neanche bene di cosa sto parlando, perché a livello di comprensione io sono rimasto al baratto .
Con completa incompetenza direi quindi che il sogno di ricchezza ,grazie al denaro , abbia soppiantato il sogno di potere, diventandone un surrogato.
Beato chi non è costretto ad esibire la propria forza.
Ma il denaro in se', qualunque cosa sia , nella sostanza non c'entra.
Cambia le carte in tavola , ma il gioco è sempre quello.
È finito il tempo degli eroi , giovani e belli di armi e di corazza ed è iniziato quello dei Cremonini .
Non saprei dire cosa sia meglio.


Che certe tendenze comportamentali siano universalmente diffuse in qualche misura nella specie umana non deve indurre ad ignorare le loro variazioni, le modificazioni storiche e le diversità culturali e sociali, facendo di ogni erba un fascio.


I tempi che ci tocca di vivere ovviamente più che inventare ex-novo tendenze comportamentali prima inesistenti e a farne estinguere completamente altre (cosa che pure accade), soprattutto ne esaltano e "iperbolizzano" talune e ne ridimensionano e indeboliscono talaltre.


Quella alla presuntuosa esibizione gratuita di potere e ricchezza é certamente fra le prime; ed oltre ad essere talora perfino  offensiva (come potrebbe essere considerato a mio avviso l' ostentare il possesso di una Ferrari o di un aereo personale in un paese con milioni di disoccupati e lavoratori precari e con tanta gente onesta che fatica ad arrivare alla fine del mese, o magari il fare del turismo con l' aereo personale in un paese dove si muore letteralmente di fame), in altri tempi era anche generalmente considerata di cattivo gusto, tipicamente da parvenu: il mutare del "comune senso del pudore" o del gusto estetico, come ben rilevato da Jacopus, può a volte essere ben significativo dei tempi che corrono.

iano

@Giopap.
Sono d'accordo.
Però l'ottimo spunto datoci da Jacopus , anche alla luce della mia esperienza personale, mi ha fatto riflettere sul fatto che l'esibizione di ricchezza e potere può essere gratuita , ma per lo più non lo è.
Devo ringraziare l'epoca storicamente eccezionale che mi è stato dato di vivere se mi sono potuto permettere il "lusso" di non ostentare vera o finta ricchezza.
Ci sono state anche conseguenze negative ,seppur non tali da farmi pentire di non aver tenuto un atteggiamento sociale aggressivo e competitivo , stando invece qui a filosofeggiare piacevolmente con voi.
Confermo quindi che si tratta di un lusso che tutti dovrebbero permettersi , se le condizioni sociali lo permettono.
Però non sembra che le cose siano andate per lo più così.
I più non hanno ritenuto di dover approfittare di una occasione eccezionale che potrebbe non ripetersi più.
Mi riferisco in particolare alla classe lavoratrice della quale faccio parte ,e della quale mi dico molto deluso

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve iano. Un minimo chiarimento, se vuoi : tu ti senti deluso dalle attuale CONDIZIONI della classe lavoratrice o piuttosto dall'attuale COMPORTAMENTO di essa ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#9
Ciao Viator.
Le condizioni della classe lavoratrice sono varie , e a me è dato vivere una condizione privilegiata, che vive ancora di rendita , ma ancora per poco , delle dure lotte di emancipazione del passato .
Non c'è la consapevolezza nei giovani di quanto sia stato duro ottenere certe cose e quindi di come andrebbero preservate il possibile ,seppur nei limiti di un mondo completamente cambiato.
Di fatto quindi testimonio un'esperienza di un settore limitato , non di tutta la condizione della classe lavoratrice , però credo significativa.
Così quando rimprovero i giovani ,anche quando mi danno ragione , poi dicono che però tutto sommato si sta bene...finché dura.
Un problema di vista corta , di cui sono pur consapevoli , ma a cui non fanno nulla per rimediare.
Fra non molto andrò in pensione e si festeggiera 'la dipartita dell'ultimo dei rompicoglioni 😁.
L'errore storico della sinistra è stato lo stesso errore che fanno le mamme amorevoli.
Coccolare e viziare troppo i figli , i quali poi restati soli , non sanno darsi di verso.
Questa è la situazione attuale.
Non sto accusando la sinistra di aver abbandonato i lavoratori , lasciandoli orfani di partito.
Non mi unisco a questo infantile piagnisteo .

Nel nuovo mondo non c'è più posto per un partito dei lavoratori , ma solo per lavoratori la cui storia avrebbe dovuto rendere adulti e responsabili.
Così però non è stato.
Quelli che gia' sono andati in pensione  sono la solidarietà e il senso di dignità, e fra un poco li seguo  anch'io.  😅
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

viator

Salve iano. Ritorno sulla tua seguente considerazione : "È finito il tempo degli eroi , giovani e belli di armi e di corazza ed è iniziato quello dei Cremonini .
Non saprei dire cosa sia meglio.".


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Secondo me è rimasto tutto uguale. Gli eroi giovani, belli, di arma e di corazza.....incarnavano, per la gente "normale" di una volta (popolani, contadini, salariati etc.) un mito di massima desiderabilità (giovinezza, beltà, armi costose e corazze lucenti  rappresentavano altrettanti PRIVILEGI)..............esattamente come accade oggi per la popolazione incolta, tranne un semplice cambiamento di simbologie mitiche.

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Non penserai per caso che i cavalieri in carne ed ossa di un tempo fossero più disinteressati o più attenti al "politically correct" dei protagonisti odierni della ribalta sociale.............vero ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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