Il giustificazionismo come filosofia di vita

Aperto da cvc, 13 Marzo 2018, 16:07:33 PM

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cvc

La tendenza a legittimare qualsiasi fatto o comportamento, compreso quelli che vanno con evidenza contro ogni morale più o meno condivisa, credo sia un fenomeno in continua e crescente evoluzione. Prendo spunto da un recente fatto di cronaca, dove un uomo che ha ucciso prima sua madre poi se stesso, lascia un biglietto con scritto: "Scusate, ho il cancro". Parafrasando si potrebbe dire che se ad uno accade qualcosa di molto grave, allora può sentirsi giustificato a compiere qualsiasi atto, persino il più empio e amorale. Ai fini della discussione, ciò che troverei interessante indagare è se questo atteggiamento abbia sempre accompagnato l'uomo sin dai tempi passati, oppure se sia un effetto collaterale della crescente emancipazione e libertà personale dell'individuo comune. In tempi non troppo lontani, diciamo un secolo fa, anche se il cristianesimo ammoniva che tutti gli uomini sono uguali, beh non era proprio cosi. A chi come me ha avuto genitori provenienti da una vita rurale, sarà capitato di sentire storie su di una società formata da servi e padroni, e dove la libertà personale soprattutto dei più umili era assai limitata, non solo dalle ristrettezze economiche, ma soprattutto dal peso di tradizioni, usi e costumi da rispettare per non suscitare il pubblico disprezzo e le sue non lievi conseguenze. La crescente conquista della libertà individuale dai pregiudizi e dalle punizioni più pesanti, ha restituito dignità alla vita dell'uomo in generale. Ma non ci si è fermati qui, si è fatto un passo più avanti. Si è arrivati all'affermazione del proprio ego come diritto inalienabile, senza calcolare quanto possa avere di poco ecologico l'affermazione di qualsiasi ego a prescindere.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

viator

Salve cvc. E' solo un problema di disponibilità di risorse (intendo quelle materiali, cioè di beni, di denaro, di libertà (anche la libertà è una risorsa)).
Quanto più una esistenza viene liberata dall'ossessione dei bisogni (quelli fisiologici fondamentali : mangiare, bere, dover badare a nemici e predatori), tanto più spazio esistenziale si libera per potersi dedicare alle facoltà. La libertà dai bisogni è infatti la più fondamentale delle libertà.

La prima facoltà che si offre all'uomo che non debba badare alle brutali necessità della vita è dedicarsi a ciò che liberamente vorrà fare.

E' la disponibilità di risorse, ricchezze, che genera la facoltà e la libertà di dedicarsi ai piaceri (ovviamente per primi quelli egoistici) e provoca i conseguenti cambiamenti della morale vigente nei diversi tempi e nei diversi luoghi.

Ricordiamoci che la morale (da mores = i costumi, le usanze) ha poco a che vedere con il concetto di etica (ethos = il comportamento INDIVIDUALE), quindi è in sè svincolata dai concetti di bene e di male.

La morale dei cannibali ha sempre considerato una positività ed un valore l'appropriarsi dei beni dei nemici e persino del loro corpo per nutrirsene.
La morale delle società "moderne" e prospere considera positivo il consumismo, l'edonismo e l'egoismo.

Ma riunendo  tutti i tempi e tutti i luoghi mi sento di assicurarti che la quantità complessiva di bene e di male (valori NON morali, come ho detto, ma etici) rimane rigorosamente costante.

Lo dimostra un banale paragone con il primo principio della termodinamica : "Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma".....in cui il creare è il bene ed il distruggere sarebbe il male.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Lou

#2
@cvc
A mio parere, il sentirsi autorizzati al, detto grezzamente, "faccio quel che mi pare" deriva dal credere che il riconoscimento delle libertá individuali equivalga al riconoscimento di una libertá illimitata (trovo sia un fraintendimento stesso dell'idea di libertà individuale) quando appare assai più comprensibile che il con-vivere "presupponga" un limite alle libertà individuali, dato appunto dalla molteplicità di individui: la libertà a cui appartengo trova il suo limite, diciamo finisce, quando incontra quella dell'altro.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Socrate78

#3
"la libertà dell'individuo finisce dove inizia quell'altro", che brutto! In questa frase emerge un sillogismo che sfugge a chi la pronuncia senza rifletterci: si ammette che l'altro limita la mia libertà, ma essere limitati nella possibilità di star bene, di godere, di affermarsi pienamente è un bene o un male? E' un male, quindi l'altro è anche qualcosa di negativo. E' stupendo invece vivere in solitudine, limitando il più possibile il contatto con gli altri e nella solitudine sentire e apprezzare la libertà: io ho un'indole solitaria e preferisco la libertà della solitudine che mi permette di fare tutto quello che desidero, di riflettere e guardarmi dentro, di dedicarmi pienamente a tutto ciò che amo,  gli altri vanno bene solo a piccole dosi. Forse sarò egoista e anche piuttosto asociale e misantropo, ma non ritengo che questi siano difetti, ma solo un'espressione della mia unicità e individualità. Schopenhauer affermava a questo proposito che si è veramente liberi solo quando si è soli, ma non tutti sanno sopportare e apprezzare tale libertà. Quanto alla morale e a tutto il resto, secondo me sono strumenti dell'egoismo stesso, che vuole imporre agli altri sono determinati modi di essere perché convengono agli interessi dei più o rispondono alle tradizioni religiose, culturali di un gruppo etnico, che sono sempre relative, mai assolute.

Lou

#4
Fare tutto ciò che si desidera non lo considero prettamente un momento ed una esperienza di libertà: il desiderio, per sua natura, non è libero.
Sulla bruttezza del vedere nell'altro una limitazione alla libertà d'azione, concordo.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

acquario69

#5
Citazione di: cvc il 13 Marzo 2018, 16:07:33 PM
La tendenza a legittimare qualsiasi fatto o comportamento, compreso quelli che vanno con evidenza contro ogni morale più o meno condivisa, credo sia un fenomeno in continua e crescente evoluzione. Prendo spunto da un recente fatto di cronaca, dove un uomo che ha ucciso prima sua madre poi se stesso, lascia un biglietto con scritto: "Scusate, ho il cancro". Parafrasando si potrebbe dire che se ad uno accade qualcosa di molto grave, allora può sentirsi giustificato a compiere qualsiasi atto, persino il più empio e amorale. Ai fini della discussione, ciò che troverei interessante indagare è se questo atteggiamento abbia sempre accompagnato l'uomo sin dai tempi passati, oppure se sia un effetto collaterale della crescente emancipazione e libertà personale dell'individuo comune. In tempi non troppo lontani, diciamo un secolo fa, anche se il cristianesimo ammoniva che tutti gli uomini sono uguali, beh non era proprio cosi. A chi come me ha avuto genitori provenienti da una vita rurale, sarà capitato di sentire storie su di una società formata da servi e padroni, e dove la libertà personale soprattutto dei più umili era assai limitata, non solo dalle ristrettezze economiche, ma soprattutto dal peso di tradizioni, usi e costumi da rispettare per non suscitare il pubblico disprezzo e le sue non lievi conseguenze. La crescente conquista della libertà individuale dai pregiudizi e dalle punizioni più pesanti, ha restituito dignità alla vita dell'uomo in generale. Ma non ci si è fermati qui, si è fatto un passo più avanti. Si è arrivati all'affermazione del proprio ego come diritto inalienabile, senza calcolare quanto possa avere di poco ecologico l'affermazione di qualsiasi ego a prescindere.
Ciao cvc
Io mi domanderei innanzitutto se nella gran parte delle cose che pensiamo - ivi compreso il giustificazionismo - siano davvero nostre o se queste siano solo il prodotto di un puro e semplice condizionamento..talmente avanzato e che allo stato attuale ne siamo talmente immersi che siamo arrivati al punto di non accorgercene nemmeno più, e non solo,ma in tal senso difendiamo le stesse idee che limitano la nostra stessa libertà e convinti pure del contrario!

Tu stesso accenni ai cosiddetti diritti individuali (cosiddetti diritti civili) che mano a mano abbiamo visto hanno rimpiazzato i diritti sociali, non a caso oggi quasi inesistenti...e' evidente che ce' stata una manipolazione, con lo scopo di depauperare e controllare i popoli...ubriacandoli di autentiche stronzate. (che ci sono costate molto care)

Saprai infatti come nel corso degli anni 60-70 sono cominciate tutte queste pseudo-rivendicazioni, ma non tutti sanno (o meglio, molti per puro opportunismo hanno sempre fatto di finta di non saperlo) che queste erano appunto indotte da chi e per i motivi detti sopra
(guarda in particolare il primo video che ho postato sotto, la spiegazione che ne da l'autore ne e' un esempio emblematico e più che mai attuale)

ce' da aggiungere che un ruolo decisivo, diciamo di supporto ad una tale e autentica deviazione,lo hanno avuto i cosiddetti progressisti,i "sinistri" che in ambito politico abbiamo visto quale' stata infatti la loro trasformazione, che manco l'autore di dott jack a mr Hyde l'avrebbe mai potuta concepire,dimostrandosi autentici servi e venduti - posizionandoli in posizioni chiavi (radical chic) - al vero potere  e nelle masse a loro adiacenti (gli utili idioti).

fra parentesi avrei anche il presentimento che alla luce di queste elezioni, un certo movimento fara' di tutto per adoperarsi in un banale cambio di staffetta, cosi che prenderanno lo stesso ruolo
..insomma il "team" tutt'al più cambia maglietta,ma lo scopo rimane pressoché invariato,cosi che possono stare tutti più tranquilli, sopratutto i vampiri di cui sopra  :)


https://www.youtube.com/watch?v=-EdHvSiGL1c

https://www.youtube.com/watch?v=px0FaA0K35w

cvc

Citazione di: viator il 13 Marzo 2018, 18:34:44 PM
Salve cvc. E' solo un problema di disponibilità di risorse (intendo quelle materiali, cioè di beni, di denaro, di libertà (anche la libertà è una risorsa)).
Quanto più una esistenza viene liberata dall'ossessione dei bisogni (quelli fisiologici fondamentali : mangiare, bere, dover badare a nemici e predatori), tanto più spazio esistenziale si libera per potersi dedicare alle facoltà. La libertà dai bisogni è infatti la più fondamentale delle libertà.

La prima facoltà che si offre all'uomo che non debba badare alle brutali necessità della vita è dedicarsi a ciò che liberamente vorrà fare.

E' la disponibilità di risorse, ricchezze, che genera la facoltà e la libertà di dedicarsi ai piaceri (ovviamente per primi quelli egoistici) e provoca i conseguenti cambiamenti della morale vigente nei diversi tempi e nei diversi luoghi.

Ricordiamoci che la morale (da mores = i costumi, le usanze) ha poco a che vedere con il concetto di etica (ethos = il comportamento INDIVIDUALE), quindi è in sè svincolata dai concetti di bene e di male.

La morale dei cannibali ha sempre considerato una positività ed un valore l'appropriarsi dei beni dei nemici e persino del loro corpo per nutrirsene.
La morale delle società "moderne" e prospere considera positivo il consumismo, l'edonismo e l'egoismo.

Ma riunendo  tutti i tempi e tutti i luoghi mi sento di assicurarti che la quantità complessiva di bene e di male (valori NON morali, come ho detto, ma etici) rimane rigorosamente costante.

Lo dimostra un banale paragone con il primo principio della termodinamica : "Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma".....in cui il creare è il bene ed il distruggere sarebbe il male.
Daccordo sul fatto che l'aumento del benessere porta ad uno sviluppo sempre maggiore dell 'io. Il punto è se ci si debba interrogarsi sul che fare quando tale ctescita diviene smisurata. Un conto è un albero che cresce in un terreno abbondante, altro se lo stesso albero per trarre nutrimento no debba rubarne anche alle radici degli altri alberi vicini. E si affaccia quindi anche il tema della sovrapopolazione. 
Che bene e male si distribuiscano ugualmente nel tempo non saprei. Anzi sarebbe un discorso pernicioso perché può diventare anch'esso una sorta di giustificazionismo. Come dire che è inutile notare, ad esempio, la crescita degli omicidi quando tanto il male c'è sempre stato.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

cvc

Citazione di: Lou il 13 Marzo 2018, 18:47:08 PM
@cvc
A mio parere, il sentirsi autorizzati al, detto grezzamente, "faccio quel che mi pare" deriva dal credere che il riconoscimento delle libertá individuali equivalga al riconoscimento di una libertá illimitata (trovo sia un fraintendimento stesso dell'idea di libertà individuale) quando appare assai più comprensibile che il con-vivere "presupponga" un limite alle libertà individuali, dato appunto dalla molteplicità di individui: la libertà a cui appartengo trova il suo limite, diciamo finisce, quando incontra quella dell'altro.
Infatti il problema credo che sia nel non riconoscere il bene collettivo - la libertà in questo caso - come un bene dell'individuo. Ciò che è della collettività appartiene all'individuo, ovviamente entro i limiti che permettono di non danneggiare il bene collettivo. Invece si tende a considerare nettamente separati i due beni, colletttivo e individuale.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

cvc

Citazione di: Socrate78 il 13 Marzo 2018, 19:43:51 PM
"la libertà dell'individuo finisce dove inizia quell'altro", che brutto! In questa frase emerge un sillogismo che sfugge a chi la pronuncia senza rifletterci: si ammette che l'altro limita la mia libertà, ma essere limitati nella possibilità di star bene, di godere, di affermarsi pienamente è un bene o un male? E' un male, quindi l'altro è anche qualcosa di negativo. E' stupendo invece vivere in solitudine, limitando il più possibile il contatto con gli altri e nella solitudine sentire e apprezzare la libertà: io ho un'indole solitaria e preferisco la libertà della solitudine che mi permette di fare tutto quello che desidero, di riflettere e guardarmi dentro, di dedicarmi pienamente a tutto ciò che amo,  gli altri vanno bene solo a piccole dosi. Forse sarò egoista e anche piuttosto asociale e misantropo, ma non ritengo che questi siano difetti, ma solo un'espressione della mia unicità e individualità. Schopenhauer affermava a questo proposito che si è veramente liberi solo quando si è soli, ma non tutti sanno sopportare e apprezzare tale libertà. Quanto alla morale e a tutto il resto, secondo me sono strumenti dell'egoismo stesso, che vuole imporre agli altri sono determinati modi di essere perché convengono agli interessi dei più o rispondono alle tradizioni religiose, culturali di un gruppo etnico, che sono sempre relative, mai assolute.
Anch'io sono un amante della solitudine, ma si tratta di una solitudine relativa. Magari sono solitario perché non vedo 100000 persone ogni giorno, ma credo che anche il più orso abbia comunque una qualche persona di riferimento. Diciamo che ognuno ha la propria soglia di solitudine. C'è chi si sente solo se non è pieno di amici e chi si accontenta di poco.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

cvc

Citazione di: acquario69 il 15 Marzo 2018, 06:07:54 AM
Citazione di: cvc il 13 Marzo 2018, 16:07:33 PMLa tendenza a legittimare qualsiasi fatto o comportamento, compreso quelli che vanno con evidenza contro ogni morale più o meno condivisa, credo sia un fenomeno in continua e crescente evoluzione. Prendo spunto da un recente fatto di cronaca, dove un uomo che ha ucciso prima sua madre poi se stesso, lascia un biglietto con scritto: "Scusate, ho il cancro". Parafrasando si potrebbe dire che se ad uno accade qualcosa di molto grave, allora può sentirsi giustificato a compiere qualsiasi atto, persino il più empio e amorale. Ai fini della discussione, ciò che troverei interessante indagare è se questo atteggiamento abbia sempre accompagnato l'uomo sin dai tempi passati, oppure se sia un effetto collaterale della crescente emancipazione e libertà personale dell'individuo comune. In tempi non troppo lontani, diciamo un secolo fa, anche se il cristianesimo ammoniva che tutti gli uomini sono uguali, beh non era proprio cosi. A chi come me ha avuto genitori provenienti da una vita rurale, sarà capitato di sentire storie su di una società formata da servi e padroni, e dove la libertà personale soprattutto dei più umili era assai limitata, non solo dalle ristrettezze economiche, ma soprattutto dal peso di tradizioni, usi e costumi da rispettare per non suscitare il pubblico disprezzo e le sue non lievi conseguenze. La crescente conquista della libertà individuale dai pregiudizi e dalle punizioni più pesanti, ha restituito dignità alla vita dell'uomo in generale. Ma non ci si è fermati qui, si è fatto un passo più avanti. Si è arrivati all'affermazione del proprio ego come diritto inalienabile, senza calcolare quanto possa avere di poco ecologico l'affermazione di qualsiasi ego a prescindere.
Ciao cvc
Io mi domanderei innanzitutto se nella gran parte delle cose che pensiamo - ivi compreso il giustificazionismo - siano davvero nostre o se queste siano solo il prodotto di un puro e semplice condizionamento..talmente avanzato e che allo stato attuale ne siamo talmente immersi che siamo arrivati al punto di non accorgercene nemmeno più, e non solo,ma in tal senso difendiamo le stesse idee che limitano la nostra stessa libertà e convinti pure del contrario!

Tu stesso accenni ai cosiddetti diritti individuali (cosiddetti diritti civili) che mano a mano abbiamo visto hanno rimpiazzato i diritti sociali, non a caso oggi quasi inesistenti...e' evidente che ce' stata una manipolazione, con lo scopo di depauperare e controllare i popoli...ubriacandoli di autentiche stronzate. (che ci sono costate molto care)

Saprai infatti come nel corso degli anni 60-70 sono cominciate tutte queste pseudo-rivendicazioni, ma non tutti sanno (o meglio, molti per puro opportunismo hanno sempre fatto di finta di non saperlo) che queste erano appunto indotte da chi e per i motivi detti sopra
(guarda in particolare il primo video che ho postato sotto, la spiegazione che ne da l'autore ne e' un esempio emblematico e più che mai attuale)

ce' da aggiungere che un ruolo decisivo, diciamo di supporto ad una tale e autentica deviazione,lo hanno avuto i cosiddetti progressisti,i "sinistri" che in ambito politico abbiamo visto quale' stata infatti la loro trasformazione, che manco l'autore di dott jack a mr Hyde l'avrebbe mai potuta concepire,dimostrandosi autentici servi e venduti - posizionandoli in posizioni chiavi (radical chic) - al vero potere  e nelle masse a loro adiacenti (gli utili idioti).

fra parentesi avrei anche il presentimento che alla luce di queste elezioni, un certo movimento fara' di tutto per adoperarsi in un banale cambio di staffetta, cosi che prenderanno lo stesso ruolo
..insomma il "team" tutt'al più cambia maglietta,ma lo scopo rimane pressoché invariato,cosi che possono stare tutti più tranquilli, sopratutto i vampiri di cui sopra  :)


https://www.youtube.com/watch?v=-EdHvSiGL1c

https://www.youtube.com/watch?v=px0FaA0K35w
Che la nostra vita sia condizionata è indibbio. Anzi talvolta ciò può essere addirittura benefico, poiché non tutti se lasciato a ae stessi sarebbero in grado di prendere le migliori decisioni per loro. Quando devo prendere decisioni in un campo di cui mi intendo poco o nulla, sono ben lieto di farmi condizionare. Previa verifica della buona fede del condizionatore ovviamente. È tutta questione di consapevolezza, se nel condizionare c'è l'inganno allora.... è inganno. Se gli ingannatori oggi hanno trovato mezzi più sottili e sofisticati per i loro scopi, ciò non toglie che son pur sempre degli ingannatori. Quindi il problema è sempre quello di difendersi dall'inganno, sia nell'età drlla pietra che nell'era 4.0. Però sembra che l'uomo non impari mai ad essere meno ingenuo, anche perché una certa dose di fiducia nel prossimo deve essere anche fisiologica. È c'è chi se ne approfitta.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 16 Marzo 2018, 10:50:53 AMChe la nostra vita sia condizionata è indibbio. Anzi talvolta ciò può essere addirittura benefico, poiché non tutti se lasciato a ae stessi sarebbero in grado di prendere le migliori decisioni per loro. Quando devo prendere decisioni in un campo di cui mi intendo poco o nulla, sono ben lieto di farmi condizionare. Previa verifica della buona fede del condizionatore ovviamente. È tutta questione di consapevolezza, se nel condizionare c'è l'inganno allora.... è inganno. Se gli ingannatori oggi hanno trovato mezzi più sottili e sofisticati per i loro scopi, ciò non toglie che son pur sempre degli ingannatori. Quindi il problema è sempre quello di difendersi dall'inganno, sia nell'età drlla pietra che nell'era 4.0. Però sembra che l'uomo non impari mai ad essere meno ingenuo, anche perché una certa dose di fiducia nel prossimo deve essere anche fisiologica. È c'è chi se ne approfitta.

..e se ne approfitta di brutto!

Quando ero molto giovane mi sono sentito dire da mia nonna questo proverbio popolare che diceva;
"Va con chi è meglio di te e pagagli le spese". ...quanta saggezza in pochissime parole!

del resto se oggi più o meno tutti si sentono solo maestri, ognuno,quale che sia la circostanza,si sentirà autorizzato (e giustificato) a prendere le sue "migliori" decisioni...
Ma se tutte le decisioni sono le migliori allo stesso tempo non può esserlo nessuna 
Anche questo e' un inganno...e forse e' proprio l'inganno di tutti gli inganni

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