Il diritto alla difesa

Aperto da viator, 08 Novembre 2018, 23:31:51 PM

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viator

Salve. Una delle - per me- inquietanti perplessità suscitate dal tradizionale assetto delle nostre società è il seguente : la condizione di parzialità in cui un imputato deve affrontare la Giustizia.

In pratica (ed alla faccia del bellissimo quanto ipocrita motto che campeggia nelle aule alle spalle dei giudici : "La Giustizia è uguale per tutti") abbiamo giudici togati e popolari che speriamo imparziali.

Poi abbiamo l'accusa, incarnata da un funzionario dello Stato (il Pubblico Ministero) che per funzione deve privilegiare l'atteggiamento accusatorio e sostenerlo "fino a prova contraria". La sua figura però è o dovrebbe essere imparziale nel senso che né a lui come persona né allo Stato né alla collettività importa che l'imputato venga comunque condannato (a dire il vero occorre considerare una quota di tendenziosità a carico dell'accusatore in quanto ottenendo la condanna dimostra la propria abilità professionale e potrò aspirare a miglior carriera giudiziaria).

Abbiamo quindi la difesa la quale rappresenta un diritto di ciascun reo o presunto tale (diritto sacro sancito dalla Costituzione e valido anche per i non abbienti).

La difesa deve venir organizzata dall'imputato. Giusto. Chi meglio dell'imputato conosce la propria situazione ed è naturalmente incentivato a tutelarsi ?.

Lo farà privatisticamente, affidandosi a dei professionisti. Il cui numero e la cui competente solerzia sarà funzione delle leggi di mercato. Tanti soldi, tanti avvocati tanto bravi. Pochi soldi.....beh arrangiati.

Non parliamo degli indigenti, il cui destino dipenderà largamente dal buono o cattivo umore dell' Avvocato di Ufficio che il Giudice gli assegnerà dopo aver fatto affacciare sul corridoio l'Usciere, il quale con un fischio fermerà un qualsiasi scalzacani forense, impedendogli di proseguire verso la buvette dove stava per andar a prendersi un meritato cappuccino.

Ma nessuno al mondo ha mai farneticato di processi in cui accusa e difesa fungano in sostanziale parità di mezzi, capacità pur in antagonisticità di scopi ?

Un Pubblico Difensore ed un Pubblico Accusatore entrambi appartenenti al Ruolo Giudiziario, designati da un Procuratore.
Lavoranti ad armi pari ciascuno secondo il proprio ruolo e scopo, la cui carriera ed adeguata remunerazione dipenda dalla parametrazione della loro efficienza ed abilità professionale (percentuale di assoluzioni o condanne ottenuti nei casi loro affidati, i quali verranno selezionati ed attribuiti in modo pseudocasuale dal loro Superiore ?).

Certo, io sono solo un utopista pericolosissimo. Meglio non esporsi troppo perché l'Ordine degli Avvocati potrebbe assoldare dei sicari per eliminarmi.

Voi che ne pensate dell'argomento ? Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

#1
Salve Viator, il Tassonomico. :P
Apparentemente la tua proposta potrebbe avere un certo grado di ragionevolezza. In realtà ciò non è. Ti espongo le mie obiezioni.

  • Gli avvocati svolgono una funzione preziosa preprocessuale, quando si scambiano reciprocamente lettere e stipulano accordi. Ciò accade principalmente nel processo civile, ma anche in quello penale, quando si procede a querela di parte. Quindi almeno per questa parte l'avvocato privato dovrebbe continuare ad esistere, senza intaccare comunque la tua proposta, relativa ai processi penali di un certo spessore (pertanto in campo civilistico gli avvocati privati permarrebbero).
  • Il "pubblico avvocato" per svolgere adeguatamente le sue funzioni dovrebbe avvalersi della stessa organizzazione del pubblico ministero, polizia giudiziaria, cancelleria, uffici tecnici di giustizia e amministrativi che potrebbe aumentare considerevolmente la spesa per la giustizia. Un problema pratico enorme, che comunque lascia in piedi la bontà teorica del tuo progetto.
  • Trattandosi comunque di un pubblico funzionario, come si dovrebbe regolare deontologicamente? Il suo assistito necessariamente dovrà dirgli che è colpevole o innocente e il pubblico avvocato, pagato con soldi pubblici, dovrà adoperarsi per scagionare un imputato che lui sa colpevole. Il tuo impianto inizia a scricchiolare. Personalmente non vorrei che i miei tributi fossero usati in questo modo.
  • Già ora esiste una più o meno palese rivalità fra giudici e procuratori che si trasmette alle rispettive organizzazioni. Aggiungere un terzo soggetto istituzionale a un livello cosí generalizzato provocherebbe un inasprimento della conflittualità e del disordine (Già sufficientemente vasto).
  • Il tuo discorso inoltre parte dal presupposto, mediato probabilmente dalla colonizzazione mediatica anglosassone, che il PM sia una sorta di alter-ego della difesa. Questa visione agonistica della giustizia non "dovrebbe esistere, poiché il PM deve cercare la verità processuale anche se ciò significhi scagionare l'imputato. E ancor più scagionato se sono intervenuti vizi di forma, pur sapendolo colpevole. Il processo penale non è un abito che si cuce sartorialmente ma deve rispondere a ferree leggi formali, scadenze, notifiche fatte a regola d'arte, rispetto di riti e formule, che sono state pensate per tutelare ciascuno di noi da un potere che potrebbe altrimenti dimostrarsi arbitrario. Pertanto il pubblico difensore esiste già se il pubblico ministero interpreta correttamente il suo ruolo. Ovvero è parte del ruolo del Pm.
  • Vi sarebbero anche altre ragioni ma non voglio annoiarvi ulteriormente.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

#2
Salve Jacopus. Grazie per il tuo intervento. Mi è piaciuto il nickname attribuitomi spiritosamente ma anche appropriatamente.
D'altra parte le nostre limitatissime menti non possono che operare per categorie in quanto incapaci di funzionare rispettando la fondamentale unicità del mondo e la rigorosa interdipendenza di tutti i suoi aspetti. Pensare per categorie permetterà poi .- secondo me - di poter lavorare sui confini (artificiali) tra di esse per poterli cancellare. Analisi che deve portare ad una sintesi.

Comunque la tua equilibrata pacatezza ti merita a tua volta uno pseudonimo : Pacificator.

Nel mio intervento avevo omesso che intendevo esaminare solo il versante penale del Diritto, come invece tu hai fatto risaltare.

Ovvio comunque che quanto ho detto non sarà realizzabile. Comunque il Pubblico Difensore dovrebbe operare unicamente a vantaggio-tutela dell'accusato, quale che sia la sua resposabilità.
Il fatto dei fondi pubblici che pagano per un reo è inevitabile, come per i fondi che vengono spesi per retribuire legioni di parassiti che si sa benissimo esistano all'interno della Funzione Pubblica ma che non si riesce (non si vuole) individuare. E' aspetto sistematico.

D'altra parte il sostenere insopportabile l'aggravio per le finanze pubbliche è del tutto realistico ma rappresenta questione di prassi e non di principio. Gli aspetti sono simili a quelli che riguardano la prescrizione dei reati.
Un aiuto potrebbe venire dal fronte degli abbienti trovati colpevoli, che dovrebbero venir assoggettati a importantissime sanzioni patrimoniali. (la società ti ha concesso la possibilità di diventare ricco e tu ti sei permesso di trasgredire alle sue Leggi ? Allora paga ?).

Circa la conflittualità tra tre anzichè due ruoli processuali, essa esiste od esisterebbe in funzione della insufficiente distinzione, indipendenza e responsabilità di ciascuno di essi, aspetto che andrebbe sanato. E' questione di mentalità collettiva non riguardante precisamente l'organizzazione giudiziaria.
In Italia, ad esempio, tutte le strutture pubbliche sono caratterizzate da eccessive licenze. In esse quasi tutti possono coltivare i propri interessi di ruolo e categoria (nonchè spesso personali) poichè mancano le vere responsabilità gerarchiche. A moltissimi delle briciole di potere ed a nessuno un briciolo di responsabilità concreta.

Il PM secondo me resta il PM e tale dovrebbe restare anche avendo accanto l'utopistico PD.
Preciso che i ruoli di PD e PM dovrebbero risultare distinti e del tutto impermeabili. Chi entra in carriera come PD o PM (o una volta raggiunto tale gradino), dovrà andare in pensione come PD o PM (la carriera la faranno a suon di stipendi maggiorati se verrà parametrata la loro efficienza all'interno del ruolo).

Attualmente che fa un PM ? Esamina il caso, incarica le Forze dell'Ordine di realizzare le indagini in mentalità possibilmente colpevolistica (le FF dell'O lamentano sempre ed in parte giustamente che il loro operare nel teatro sociale venga troppo spesso vanificato dalla Magistratura giudicante), costruisce tesi e strategia  accusatoria, chiede la condanna quindi poi diventa contento e sereno se incontra un vizio procedurale che vanifichi il suo lavoro ? Molto idealistico ma assai poco umano.

Purtroppo è toccato a me l'annoiare. Saluti a tutti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Ciao Viator. To assicuro che il pm, in genere archivia molto di più che istruisce, poiché le FFoo tendono a denunciare comunque e poi delegano il pm su proseguo
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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