Il destino del corpo

Aperto da doxa, 01 Luglio 2021, 21:29:46 PM

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InVerno

Citazione di: anthonyi il 02 Luglio 2021, 14:51:28 PM
E' una tua constatazione, io constato ben altro, sia investigando nelle mie sensazioni interiori, sia osservando tutta una serie di eventi che si verificano, come ad esempio lo strano comportamento di un ragazzino di 16 anni che uccide una coetanea che si stava affezionando a lui, e che afferma di avere sentito l'ordine di farlo da un demone.

Prima di buttarla in psichiatria, io la butterei in presunta scaltrezza. E' un modo molto comune, quanto ingenuo, di cercare proporre la propria insanità mentale come movente e tentare di sfuggire alle pene.. Staremo a vedere (o meglio, starai, io non seguirò la vicenda) se è la stessa storia che porterà in tribunale, oppure verrà completamente demolita dalle sue contraddizioni durante l'interrogatorio, come è accaduto a questo ragazzo che si è "divertito" ad aprire il fuoco in una scuola, proponendo l'esistenza di un demone a consigliarlo, ma nella realtà, rendendosi semplicemente ridicolo a chiunque guardi l'interrogatorio : https://www.youtube.com/watch?v=Mwt35SEeR9w
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 03 Luglio 2021, 07:27:12 AM
Citazione di: anthonyi il 02 Luglio 2021, 14:51:28 PM
E' una tua constatazione, io constato ben altro, sia investigando nelle mie sensazioni interiori, sia osservando tutta una serie di eventi che si verificano, come ad esempio lo strano comportamento di un ragazzino di 16 anni che uccide una coetanea che si stava affezionando a lui, e che afferma di avere sentito l'ordine di farlo da un demone.

Prima di buttarla in psichiatria, io la butterei in presunta scaltrezza. E' un modo molto comune, quanto ingenuo, di cercare proporre la propria insanità mentale come movente e tentare di sfuggire alle pene.. Staremo a vedere (o meglio, starai, io non seguirò la vicenda) se è la stessa storia che porterà in tribunale, oppure verrà completamente demolita dalle sue contraddizioni durante l'interrogatorio, come è accaduto a questo ragazzo che si è "divertito" ad aprire il fuoco in una scuola, proponendo l'esistenza di un demone a consigliarlo, ma nella realtà, rendendosi semplicemente ridicolo a chiunque guardi l'interrogatorio : https://www.youtube.com/watch?v=Mwt35SEeR9w
Il problema, inverno, è che non c'è molta scaltrezza nell'uccidere qualcuno per il semplice gusto di farlo, cioè senza movente alcuno, tenuto conto delle conseguenze che questo ti procura.
Come già spiegato a bobmax, la categoria psichiatrica non fornisce spiegazioni della causa originaria di certi comportamenti estremi.
Ragionando invece sull'ipotesi di un condizionamento malefico notiamo delle situazioni che si ripetono, il ragazzo sedicenne uccidendo la sua coetanea ha distrutto la possibilità di essere felice insieme a lei, in un altro caso, qualche tempo fa, un tizio uccise una coppia dichiarando: "li ho uccisi perché erano felici", il movente è sempre lo stesso: "distruggere la felicità umana".

bobmax

@Anthonyi

Il dubbio è fondamentale.
Senza il dubbio, senza alcuna possibilità di dubitare, ci troveremmo di fronte la Verità. E allora potremmo ancora esistere?

Ma di cosa si nutre il dubbio?
Perché si dubita?

Non si dubita forse perché qualcosa non torna?

E ciò che non torna, qui, in questa nostra discussione, non è forse il male?

Il male, che è l'assolutamente inaccettabile!
Eppure vero...

La realtà del male causa una sofferenza crescente, difficile da affrontare.
Soprattutto perché l'esserci del male fa a pugni con la nostra brama di Giustizia, di Bene.

Ma allora che facciamo?
Ci inventiamo noi delle possibili risposte al perché del male, per almeno dargli un senso?
E cerchiamo di credere a queste nostre invenzioni, pur di non soffrire troppo?

Ma così facendo non stiamo forzando il gioco?
Usiamo il dubbio per inventarci una "realtà" in cui credere, che dia senso al male.

Ma così facendo abbiamo davvero dubitato abbastanza?
O non abbiamo invece smesso di dubitare, quando avremmo invece dovuto continuare a dubitare?

Vogliamo davvero accontentarci di dare un possibile senso al male o il male non deve proprio esserci?

Ci vogliamo arrendere di fronte al male o non possiamo proprio accettarne l'esistenza?

Essere o non essere.

Se non ci arrendiamo, allora occorre riattizzare il dubbio, perché tutto, tutto deve essere messo in discussione.

E per farlo occorre inoltrarci nel mondo, che si fa deserto perché vuoto meccanismo.

Che spetti a noi, proprio a noi, fare in modo che il male non sia?

Chi sono io?

Non sono forse il figlio unigenito?

E il mio ritorno al Padre non passa necessariamente dalla liberazione dal male?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

anthonyi

Ciao bobmax, così come la razionalità, il male è innanzitutto una categoria epistemica umana, in tal senso si può dire che il male è una creazione umana.
Come tutte le categorie che l'uomo costruisce, il male, cioè ciò che noi riconosciamo come male, e caratterizzato da strutture che si ripetono, leggi che lo regolano.
Individuare queste regolarità, anche al fine di prevedere e prevenire, e obiettivo della conoscenza che non è ricerca di una spiegazione consolatoria.
Ora io capisco che noi siamo abituati a una religione che delle spiegazioni consolatorie ha fatto scuola, ma non è certo il mio caso.
Un saluto








bobmax

Ciao Anthonyi,
in questo nostro momento gli dei sono fuggiti. Gli assoluti sono rigettati. E questo relativismo sono convinto sia un bene.

Ma solo il relativismo delle soluzioni fin qui tentate però. Ossia delle "verità" rivelate.
Non il relativismo morale che vuole relativizzare pure i problemi, la sofferenza.
Perché se no finiamo col buttare il bambino con l'acqua sporca.

E il bambino è il male.

Di modo che annulliamo le risposte, ma non le cause del nostro cercare!

Questa idea della creazione della categoria del male, da parte dell'uomo, non è che un altro stratagemma.
Un trucco inventato dal pensiero nichilista per non affrontare se stesso.

Non esiste una categoria del male, sei solo tu, in perfetta solitudine, a ritrovarti di fronte il male!
Sei solo tu a stabilire cosa è male.
Altro che categoria!

E non esiste alcuna legge che ti possa spiegare.
Niente fuori di te che ti possa aiutare a capire.

Che il male non sia altro che un giudizio, quasi che cambiando parere tutto si possa risolvere, non è che l'ultima fola che si siamo inventati pur di fuggire.

Se il male c'è, certissimamente.
Se presumibilmente non vi è alcun giudizio finale, nessuna anima che sia premiata o dannata...

Chi sono io?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

doxa

Tornando fugacemente all'iniziale post dedicato al "destino del corpo", come breve intervallo vi propongo questa poesia titolata "Ricorda, corpo...",  del poeta greco Costantino Kavafis


Ricorda non solo quanto fosti amato, corpo,
non solo i letti sopra cui giacesti,
ma anche quei desideri che per te
brillavano negli occhi apertamente,
tremavano nella voce – resi vani
da qualche impedimento casuale.

Ora che tutto è parte del passato,
è come se ti fossi concesso
anche a quei desideri – ricordali brillare
negli occhi volti verso te,
tremare nella voce, per te, ricorda, corpo.

Ipazia

#21
Sintomatico che dal destino del corpo sia saltato subito fuori il male. Povero corpo. Mi ricorda una poesia di Prevert sull'amore. Se si sostituisce "corpo" ad "amore" la poesia funziona perfettamente in tutte le sue metafore ed esortazioni, perchè l'amore di Prevert è un amore caldamente corporeo, inciso sulla carne che diviene tutt'uno con l'anima.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: bobmax il 03 Luglio 2021, 16:34:36 PM
Ciao Anthonyi,
in questo nostro momento gli dei sono fuggiti. Gli assoluti sono rigettati. E questo relativismo sono convinto sia un bene.

Ma solo il relativismo delle soluzioni fin qui tentate però. Ossia delle "verità" rivelate.
Non il relativismo morale che vuole relativizzare pure i problemi, la sofferenza.
Perché se no finiamo col buttare il bambino con l'acqua sporca.

E il bambino è il male.

Di modo che annulliamo le risposte, ma non le cause del nostro cercare!

Questa idea della creazione della categoria del male, da parte dell'uomo, non è che un altro stratagemma.
Un trucco inventato dal pensiero nichilista per non affrontare se stesso.

Non esiste una categoria del male, sei solo tu, in perfetta solitudine, a ritrovarti di fronte il male!
Sei solo tu a stabilire cosa è male.
Altro che categoria!

E non esiste alcuna legge che ti possa spiegare.
Niente fuori di te che ti possa aiutare a capire.

Che il male non sia altro che un giudizio, quasi che cambiando parere tutto si possa risolvere, non è che l'ultima fola che si siamo inventati pur di fuggire.

Se il male c'è, certissimamente.
Se presumibilmente non vi è alcun giudizio finale, nessuna anima che sia premiata o dannata...

Chi sono io?
E' interessantissima la parabola che fai, bobmax. Sei partito da una certezza assoluta: "non esiste nulla oltre il corpo."
E alla fine sei arrivato alla relativizzazione, anzi addirittura all'individualizzazione del male. Sei proprio un acrobata.

bobmax

Citazione di: anthonyi il 25 Febbraio 1975, 06:28:23 AM
E' interessantissima la parabola che fai, bobmax. Sei partito da una certezza assoluta: "non esiste nulla oltre il corpo."
E alla fine sei arrivato alla relativizzazione, anzi addirittura all'individualizzazione del male. Sei proprio un acrobata.

Pensare in generale aiuta, perché si è consolati dall'ovvio.
Ma non porta da nessuna parte.

È proprio in quella "individualizzazione" la questione.
Cosa significa, per davvero?

Dipende dalla tua Fede mettere in discussione l'ovvio. E avvertire il Semplice.
Dio non esiste, Dio è!

Ma se vedi solo acrobazie, quindi trucchi... allora buona continuazione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Indubbiamente la morte è un male a prescindere, senza alcuno stratagemma, fisico piuttosto che metafisico, posto che la vita è il massimo bene incontrovertibile del vivente (il suo unico "essere", la sua unica ontologia certa, a voler metafisicizzare la faccenda). Quindi il corpo, incarnazione della vita, è il bene, il suo disfacimento, il male. Anche Ippocrate sarebbe d'accordo con tale affermazione. Non resta che avere cura del proprio (ma pure altrui) corpo, che è cura a priori dell'anima. Mens sana in corpore sano.

Il destino del corpo è un destino evolutivo che non lascia altra scelta - etica e razionale - che l'amor fati.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Socrate78

Io personalmente conferisco molta importanza al corpo, come all'anima del resto, anche perché ritengo che Dio non abbia creato la morte e che voglia la salvezza integrale dell'uomo, infatti Gesù resuscitava i morti, a testimoniare che Lui era la Vita. Se era la Vita come disse, la morte non può derivare da Dio. La demonizzazione del corpo come prigione dell'anima deriva dalla filosofia greca (Platone soprattutto e i platonici), ma non ha per nulla elementi nella tradizione giudaica da cui il Cristianesimo deriva. Anzi, in fondo ogni uomo desidera essere immortale e lo ha in pratica sempre desiderato, e lo desidera secondo me perché percepisce il disastro che la morte di fatto è, la sua bruttura, il suo essere accompagnato da malattie, declino dell'uomo nel corpo e nella mente, il suo spegnersi.
Dice il libro della Sapienza: "Sì, Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo ha fatto immagine della sua propria natura. Ma per l'invida del diavolo la morte è entrata nel mondo, e ne fanno esperienza coloro che le appartengono".
Anche il progresso della scienza che allunga la vita è secondo me voluto e guidato da Dio stesso che vuole che l'uomo migliori la salute del corpo, la durata della vita, del benessere umano. Sicuramente io sono convinto di una cosa, in Paradiso (se esiste un Paradiso, non posso esserne sicuro al 100%) i medici che salvano le vite e si impegnano nel loro mestiere con dedizione avranno un posto privilegiato, molto più degli stessi preti.

viator

Salve Socrate78. Citandoti : "Sicuramente io sono convinto di una cosa, in Paradiso (se esiste un Paradiso, non posso esserne sicuro al 100%) i medici che salvano le vite e si impegnano nel loro mestiere con dedizione avranno un posto privilegiato, molto più degli stessi preti".

Scusa ma.........possiedi un briciolo di senso dell'umorismo ? Cosa sarebbe 'sta barzelletta per la quale in Paradiso non esisterebbe la democrazia ? Un Paradiso a punteggio? Un Paradiso per esami, curriculum e titoli? Perchè poi l'essere stato un prete dovrebbe rappresentare un merito particolare ? Oppure anche lassù conterebbe la gerarchia vaticana o comunque ecclesiastica ?.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 05 Luglio 2021, 22:18:06 PM
Salve Socrate78. Citandoti : "Sicuramente io sono convinto di una cosa, in Paradiso (se esiste un Paradiso, non posso esserne sicuro al 100%) i medici che salvano le vite e si impegnano nel loro mestiere con dedizione avranno un posto privilegiato, molto più degli stessi preti".

Scusa ma.........possiedi un briciolo di senso dell'umorismo ? Cosa sarebbe 'sta barzelletta per la quale in Paradiso non esisterebbe la democrazia ? Un Paradiso a punteggio? Un Paradiso per esami, curriculum e titoli? Perchè poi l'essere stato un prete dovrebbe rappresentare un merito particolare ? Oppure anche lassù conterebbe la gerarchia vaticana o comunque ecclesiastica ?.
Eppure sarebbe perfettamente logico che i luogotenente della fede siano trattati dal Signore in proporzione al loro ruolo, io sapevo ad esempio che dalle rivelazioni di un veggente risultava che per tutti i francescani c'è uno spazio riservato, naturalmente presieduto da San Francesco.


Aspirante Filosofo58

Quando, come me, si ha un corpo da sempre simile ad una vecchia carriola arrugginita, con la ruota perennemente sgonfia; quando, nonostante le innumerevoli cure, per cercare di migliorare le proprie condizioni, ci si accorge che la lotta diventa sempre più impari, che le forze avverse aumentano col passare degli anni, in misura diversamente proporzionale alle proprie forze, si rivolge la propria attenzione ad altro dal corpo. Quindi, io sono arrivato alla conclusione di non essere solamente il corpo, del quale purtroppo mi sento prigioniero. 
Mi spaventa questa continua e crescente attenzione alla fisica, alla chimica e alla biologia dell'essere umano: si fa di tutto per allungare la vita, ma la qualità?  Che senso ha vivere 90 e più anni in un corpo che non risponde ai nostri comandi? Ho letto da qualche parte che il corpo è come un vestito per l'anima: a me è toccato un vestito logoro da una vita. Continuo a rappezzarlo, ad aggiungere toppe su toppe, ma il discorso non cambia! 

Io non sono così sicuro che questa sia l'unica vita che abbiamo. Che senso avrebbe? Secondo me questa vita è una delle tante, effetto di quelle precedenti e causa di quelle future. Non sono così convinto che esistano beatitudine e dannazione eterna, quanto semmai che ogni vita sia un modo per purificare l'anima fino alla perfezione. 
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Ipazia

Stephen Hawking ha curato la sua anima in condizioni sicuramente peggiori delle tue. Non credo si sia mai adagiato sulla domanda sul senso della sua vita, ma abbia cercato, fino alla morte, di dargliene uno suo originale. Il che vale per chiunque, anche per i più fisiologicamente fortunati.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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