Il capitalismo - evoluzione di un modello

Aperto da Jacopus, 01 Giugno 2020, 11:37:49 AM

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anthonyi

Citazione di: bobmax il 03 Giugno 2020, 14:26:40 PM
Citazione di: anthonyi il 03 Giugno 2020, 13:13:12 PM
Citazione di: bobmax il 03 Giugno 2020, 06:58:03 AM
Sì Anthonyi, il socialismo è un'ingiustizia.
E come dice Viator, il capitalismo funziona meglio.

Ti correggo bobmax, non è il capitalismo, ma il libero mercato che funziona meglio, cioè è più efficiente, del socialismo. I sistemi economici dei quali si sta parlando in questo topic sono certamente sistemi di libero mercato. Per dire che questi sistemi sono anche capitalisti bisognerebbe dimostrare che ivi si realizza lo sfruttamento dei lavoratori salariati, e questa dimostrazione io non l'ho ancora vista.
Un saluto

No Anthonyi,
il capitalismo è semplicemente la partecipazione del capitale privato nell'economia.

Di modo che il libero mercato è capitalista di natura.

Se non fosse capitalista, il mercato non sarebbe libero bensì pianificato.

Lo sfruttamento è una conseguenza, probabile, del capitalismo.
Ma non necessariamente.
Questo lo posso assicurare per esperienza diretta.

Viceversa lo sfruttamento può avvenire pure sotto il socialismo. In questo caso si ha uno sfruttamento di Stato.



Allora bisogna coniare un nuovo termine per definire quelle economie nelle quali  il capitalismo funziona nei termini nei quali lo ha definito Marx. Cioè con la presenza di proletariato e di sfruttamento del lavoro, altrimenti come si fa a differenziare ?
E poi se libero mercato e capitalismo coincidono, perché ci sono due concetti per definire la stessa cosa ?


InVerno

Citazione di: anthonyi il 03 Giugno 2020, 13:13:12 PM
I sistemi economici dei quali si sta parlando in questo topic sono certamente sistemi di libero mercato.
Durante la recente epidemia centinaia di migliaia di esercizi commerciali hanno chiuso, un "esercizio commerciale" (Amazon) nel frattempo ha visto crescere il proprio valore di *ulteriori* miliardi di dollari, anche se non direttamente si può dire che questi esercizi commerciali sono stati "assorbiti" da Amazon, che sempre più sinistramente assomiglia al sovieticissimo "Gum" ovvero il "Magazzino universale principale" sulla piazza rossa, con il "twist" che anzichè andarti a prendere la merce in tram, te la porta a casa lui. Tu pensi che aziende della dimensione di Amazon siano compatibili con un libero mercato? Oppure che la corporativizzazione dei servizi renda improbabile se non impossibile l'ingresso sul mercato di realtà migliori e la competizione con esse? Tu pensi che Amazon sia "libera di fallire"? Oppure nel caso in cui si avicinasse a fallire, magari per una competizione che non è riuscita a sterminare sul nascere perchè magari opera in terra straniera (chessò, Alibaba) verrà prontamente salvata dal governo onde evitare di perdere il "capitale umano" in essa così pericolosamente accentrato? Se con un azienda non si può competere ed essa non può fallire, essa opera in un mercato libero? Perchè il problema qui non è se scegliere tra socialismo e libero mercato, ma se è giusto averli allo stesso tempo, solo che il socialismo spetta ai ricchi, e il libero mercato se lo cuccano i poveri.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 03 Giugno 2020, 16:23:02 PM
Citazione di: anthonyi il 03 Giugno 2020, 13:13:12 PM
I sistemi economici dei quali si sta parlando in questo topic sono certamente sistemi di libero mercato.
Durante la recente epidemia centinaia di migliaia di esercizi commerciali hanno chiuso, un "esercizio commerciale" (Amazon) nel frattempo ha visto crescere il proprio valore di *ulteriori* miliardi di dollari, anche se non direttamente si può dire che questi esercizi commerciali sono stati "assorbiti" da Amazon, che sempre più sinistramente assomiglia al sovieticissimo "Gum" ovvero il "Magazzino universale principale" sulla piazza rossa, con il "twist" che anzichè andarti a prendere la merce in tram, te la porta a casa lui. Tu pensi che aziende della dimensione di Amazon siano compatibili con un libero mercato? Oppure che la corporativizzazione dei servizi renda improbabile se non impossibile l'ingresso sul mercato di realtà migliori e la competizione con esse? Tu pensi che Amazon sia "libera di fallire"? Oppure nel caso in cui si avicinasse a fallire, magari per una competizione che non è riuscita a sterminare sul nascere perchè magari opera in terra straniera (chessò, Alibaba) verrà prontamente salvata dal governo onde evitare di perdere il "capitale umano" in essa così pericolosamente accentrato? Se con un azienda non si può competere ed essa non può fallire, essa opera in un mercato libero? Perchè il problema qui non è se scegliere tra socialismo e libero mercato, ma se è giusto averli allo stesso tempo, solo che il socialismo spetta ai ricchi, e il libero mercato se lo cuccano i poveri.

I liberi mercati non sono mai perfetti, in certi casi sono caratterizzati da monopoli e oligopoli per i quali in effetti la teoria prevede dei correttivi pubblici.
Se però analizziamo il caso che tu mi illustri, Inverno, abbiamo centinaia di migliaia di piccoli esercizi commerciali che in origine godevano di una rendita di monopolio, per la loro localizzazione geografica, a un certo punto interviene internet e Amazon che si mette in concorrenza con loro e si appropria delle loro quote di mercato perché, presumibilmente, offre ai clienti un servizio di vendita che loro preferiscono. Magari potrà dispiacere per le centinaia di migliaia di esercizi commerciali, ma i clienti che prima andavano da loro, e dopo scelgono Amazon (O qualcun altro che uscirà dopo) e si trovano meglio perché a quei piccoli monopoli si è sostituita la concorrenza.

InVerno

Io dubito fortemente che i negozi che hanno chiuso erano su un cuccuzzolo fuori dal mondo ora raggiunti da internet, semmai sono probabilmente quelli effettivamente ancora aperti proprio in ragione della posizione di monopolio, io penso che quelli che hanno chiuso probabilmente erano proprio quelli consumati dalla competizione locale, magari da un fisco che non riuscivano ad evadere a dovere, commessi pagati discretamente, e altri "svantaggi competitivi". Non è questione di dispiacersi, è questione di capire dove sta il limite. Il 50% degli americani ha sottoscritto un contratto con Amazon, considerando che un quarto degli americani non ha un soldo da spendere, manca pochissimo perchè tutta la platea sia coperta, inaugurando effettivamente il nuovo magazzino universale sovietico. Se questo è ancora libero mercato io sono contento di apprenderlo, io mi preoccupo particolarmente del monopolio dei dati (che quindi ha a che fare anche coi prodotti gratuiti come google etc) e perciò del potere che possono esercitare sugli individui, e dalla leva di potere che queste dimensioni di impresa possono esercitare nei confronti degli stati. Quando vedo una multinazionale offrire i propri stabilimenti e le proprie sedi allostato che non gli farà pagare tasse, dentro di me si accende una sorta di lampadina di allarme, ma devo essere una sorta di pazzo a cui mancano molte lezioni serali sul libero mercato, perciò continuerò a chiedere numi in giro.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Il capitalismo ama la botte piena e la moglie (o marito) ubriaca. Nei suoi sogni desideranti più profondi è monopolista da produttore e globalista liberomercatista da consumatore, privatizzatore dei profitti e socializzatore delle perdite. E' una visione e gestione economica del mondo molto egocentricamente infantile.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve InVerno ed Anthonyi. In effetti si ritorna ad un sempre più vacuo concetto di equità o di gustizia.

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Impossibile stabilire se sia più giusto un sistema che nutre un milione di negozianti che vendono per 50 miliardi a 10 milioni di clienti........oppure un sistema che nutre (di meno, cioè attraverso un reddito più basso di quello del negoziante) centomila addetti i quali smerciano per 40 miliardi (cioè la medesima quantità di beni a prezzi scontati del 20%) agli stessi 10 milioni di clienti. Ovviamente in tale seconda ipotesi ci "scappa" pure un utile più che sostanzioso per gli imprenditori dei centomila addetti.

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Ovviamente il sistema "Amazon" è più efficiente (nei confronti dei 10 milioni di clienti) (dimostrando ciò che anche all'interno dello stesso capitalismo imprenditoriale esistono diversi stadi di efficienza) e l'utile dell'imprenditore non possiamo valutare quanto sia iniquo una volta confrontato con lo stipendio dei suoi centomila addetti, ma rappresenta comunque il necessario incentivo che promuove l'efficienza risultante dal ribasso dei prezzi dei beni venduti.

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Teoricamente la maggior efficienza dovrebbe andare - secondo criteri astratti di equità egualitaristica - a favore della intera collettività, ma sottrarre l'utile al capitalista imprenditore significherebbe semplicemente fare scomparire tale categoria. Aspetto in cui qualcuno si è cimentato nei decenni passati e che è superfluo qui commentare. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: InVerno il 03 Giugno 2020, 21:23:17 PMQuando vedo una multinazionale offrire i propri stabilimenti e le proprie sedi allostato che non gli farà pagare tasse, dentro di me si accende una sorta di lampadina di allarme, ma devo essere una sorta di pazzo a cui mancano molte lezioni serali sul libero mercato, perciò continuerò a chiedere numi in giro.

Essendo il Capitale la divinità che va per la maggiore, non vi è alternativa che l'apparire in giro di altri numi. Concordo  :P
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

green demetr

Citazione di: paul11 il 03 Giugno 2020, 00:17:38 AM
Ciao Green,
e chi crede nel progresso morale dell'uomo? Nemmeno le religioni ci credono avendo parusie ed escatologie come quella cristiana.

Il problema giuridico nasce dal diritto romano con quello canonico.
Si focalizza sulla proprietà privata e sulla successione ereditaria. Questi due concetti sono il puntello di ogni forma di originario futuro capitalista, nobile o borghese che fosse.
Il protestantesimo con le sue derivazioni come il puritanesimo  e il calvinismo inglese, sono le altre basi del futuro capitalismo a venire e da qui nascono i futuri pensatori economici.
Perché hanno basi più materiali come l'ebraismo che non il cattolicesimo latino che è più trascendente.


La politica non è mai morta, come penso anche  la filosofia


Eppure nella risposta che dai a cvc le cose non sembrano così ben definite, infatti parli di una forza che non può più essere controllata. E infatti hai ragione.
Di questa forza si occupa la filosofia, naturalmente non è morta, fin tanto che c'è vita.
Una politica che ripensi alla propria morale, deve anzitutto ritrovare un soggetto su cui lavorare, altrimenti non c'è politica, proprio per quell'inversione top-down che il Kelsen annotava come possibile sintomo del disfacimento giuridico, e quindi della morale. Ossia come annota il prof. Mattei (colui che ha ripreso il bastone della staffa lasciata da Rodotà e i suoi comitati etici per la cosa pubblica,e che spero stiate seguendo) le leggi secondarie, a furia di decreti regionali, stanno prendendo piede, come sostituzione delle leggi di stato. La costituzione già gravemente lesionata dai governi di destra, con la liberalizione della cosa pubblica, con esiti di fronte a tutti, e in tempi di crisi assistenziale ancora più davanti agli occhi di tutti, sta lasciando posto alle nuove forme di corruzione globale (la svendita del pubblico appunto, le conquiste fatte in un lago di sangue, dissipate nello spazio di una sola stagione).
Sinceramente l'idea dei comitati per quanto moralmente valida (se mai fosse fatta in un orizzonte più largo, cosa che non è, e che già decreta la sua disfatta) non cambia l'implosione di un sistema già profondamente in crisi di rappresentanza, di ideologia, di forze intellettuali.
Il soggetto come già testimoniato da Marcuse o da Reich si trova totalmente disfatto nelle classi subalterne.
Il radicalismo chic degli intellettuali sempre indigesto è oggi ai limiti del paradosso, sta venendo giù il Mondo e nessuno fiata.
Me compreso, perchè è ovvio che indietro non si torna.
La robotizzazione che ha contraddistinto questo forum in questi lunghi 10 anni, è finalmente esplosa come nel peggiore degli incubi, nella realtà.
Un soggetto che era in perenne fuga da una realtà scomoda perchè totalmente diversa dal suo idealismo prefigurato, già prima non tornava indietro dal suo mondo fatto di tempi morti e di attese infinite, quasi o del tutto teologali.
La psichiatria fenomenologica dal suo antro angusto lo dice già da un pò. Vedi Biswanger (non ne abbiamo mai parlato, mi scuso della omissione).
Ora la realtà non solo è quella ostica del prima dell'impero (e certo non si fanno nomi qui), oggi è addirittura sconsigliabile ritornarvici.
La dimensione del sogno da consumatore d'oppiacei, il tema della nostalgia, come lutto a babbo vivo.
Sono già all'orizzonte, ve li offro così, più per sfizio, che per un reale lavoro di gruppo, che non è mai iniziato.


Ma tu giustamente mi chiedevi del progresso morale. E' vero, più che altro mi ci stai spingendo tu ad un avvicinamento a questa dimensione. In questi 10 anni non sono mai riuscito a vederne l'orizzonte concreto, frutto delle delusioni del me ventenne politico.
Come filosofo (o meglio aspirante tale) avrei certo dovuto porvi più attenzione. Ma d'altronde ho sempre letto e apprezzato i tuoi interventi, è come se avessi lavorato da sempre anche per me.


Per quanto riguarda le teologie apocalittiche del primo cristianesimo, sono anche quelle del giudaismo secolare.
L'ebraismo ne è invece il suo ribaltamento e da sempre ne è la vera luce.
E' proprio nel ribaltamento della apocalittica teologale o secolare che sia (cristiana o giudea che sia) che l'Italia rinascimentale scoprì il pensiero che albergava nell'ebraismo, ossia nel nomadismo.
Il nomadismo è infatti la condizione umana del perseguitato.
Allora sì che termini come moralità riacquistano veramente un senso radicale.
Ma d'altronde Heidegger che aborriva il pensiero nomade, in realtà capiva benissimo la potenza di quello.
In effetti è proprio nella collisione di questi due pensieri, che risiede ogni possibile utopia futura, ossia nel riconoscimento delle istanze che le sorreggono. Ossia la Grecia da una parte e la Bibbia dall'altra. Il cristianesimo non è mai stato all'altezza, con le sue pruderie bigotte e senza senso.


Un post come ai bei tempi. ciao paul.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 03 Giugno 2020, 21:43:41 PM
Il capitalismo ama la botte piena e la moglie (o marito) ubriaca. Nei suoi sogni desideranti più profondi è monopolista da produttore e globalista liberomercatista da consumatore, privatizzatore dei profitti e socializzatore delle perdite. E' una visione e gestione economica del mondo molto egocentricamente infantile.



I sistemi economici non sono individui, per cui non hanno preferenze specifiche. Gli imprenditori non sono a favore del libero mercato, perché il libero mercato annulla i profitti. Loro il libero mercato lo subiscono. Ad essere a favore del libero mercato è la conoscenza dell'economia che dimostra che la crescita dell'economia dipende da esso.

anthonyi

Citazione di: viator il 03 Giugno 2020, 21:55:34 PM
Salve InVerno ed Anthonyi. In effetti si ritorna ad un sempre più vacuo concetto di equità o di gustizia.

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Impossibile stabilire se sia più giusto un sistema che nutre un milione di negozianti che vendono per 50 miliardi a 10 milioni di clienti........oppure un sistema che nutre (di meno, cioè attraverso un reddito più basso di quello del negoziante) centomila addetti i quali smerciano per 40 miliardi (cioè la medesima quantità di beni a prezzi scontati del 20%) agli stessi 10 milioni di clienti. Ovviamente in tale seconda ipotesi ci "scappa" pure un utile più che sostanzioso per gli imprenditori dei centomila addetti.

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Ovviamente il sistema "Amazon" è più efficiente (nei confronti dei 10 milioni di clienti) (dimostrando ciò che anche all'interno dello stesso capitalismo imprenditoriale esistono diversi stadi di efficienza) e l'utile dell'imprenditore non possiamo valutare quanto sia iniquo una volta confrontato con lo stipendio dei suoi centomila addetti, ma rappresenta comunque il necessario incentivo che promuove l'efficienza risultante dal ribasso dei prezzi dei beni venduti.

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Teoricamente la maggior efficienza dovrebbe andare - secondo criteri astratti di equità egualitaristica - a favore della intera collettività, ma sottrarre l'utile al capitalista imprenditore significherebbe semplicemente fare scomparire tale categoria. Aspetto in cui qualcuno si è cimentato nei decenni passati e che è superfluo qui commentare. Saluti.



In realtà, viator, il primo aspetto rilevante delle forme di mercato è l'efficienza, non l'equità. Anche perché l'equità è sempre realizzabile ex post con opportune redistribuzioni, che chiaramente non annullano l'utile, ma lo riducono in maniera adeguata, ed è realizzabile in maniera più efficace perché consente di aiutare coloro che stanno peggio, invece di bloccare la crescita economica per proteggere alcune centinaia di migliaia di piccoli monopolisti, che non sono necessariamente quelli che stanno peggio nella società.


Ipazia

Citazione di: anthonyi il 04 Giugno 2020, 05:44:15 AM
Citazione di: Ipazia il 03 Giugno 2020, 21:43:41 PM
Il capitalismo ama la botte piena e la moglie (o marito) ubriaca. Nei suoi sogni desideranti più profondi è monopolista da produttore e globalista liberomercatista da consumatore, privatizzatore dei profitti e socializzatore delle perdite. E' una visione e gestione economica del mondo molto egocentricamente infantile.

I sistemi economici non sono individui, per cui non hanno preferenze specifiche. Gli imprenditori non sono a favore del libero mercato, perché il libero mercato annulla i profitti. Loro il libero mercato lo subiscono. Ad essere a favore del libero mercato è la conoscenza dell'economia che dimostra che la crescita dell'economia dipende da esso.

Gli imprenditori cercano, tra montagne di cadaveri materiali e spirituali, la quadratura del cerchio(bottista), e sono così intossicati dalla loro droga ideologica Economics, da preferire la roulette russa ad un mondo a misura umana. Il Capitale, da nume che si rispetti, li ha fatti, come il suo illustre predecessore, a sua immagine e somiglianza. Pronti a sacrificarsi per la causa (dicesi: fallimento) purchè la causa vinca (dicesi: Amazon, per ora).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: viator il 03 Giugno 2020, 21:55:34 PM
Ovviamente il sistema "Amazon" è più efficiente (nei confronti dei 10 milioni di clienti) (dimostrando ciò che anche all'interno dello stesso capitalismo imprenditoriale esistono diversi stadi di efficienza) e l'utile dell'imprenditore non possiamo valutare quanto sia iniquo una volta confrontato con lo stipendio dei suoi centomila addetti, ma rappresenta comunque il necessario incentivo che promuove l'efficienza risultante dal ribasso dei prezzi dei beni venduti.
Qui il problema è solo parzialmente l'utile dell'imprenditore, davvero non me ne frega niente se ha il garage pieno di Ferrari,è una vita triste che non gli invidio, il problema è, come insegna il comunismo, la capacità di tradurre quel potere economico in potere politico, perchè quello è intangibile e incommensurabile. Stalin era famoso per avere un giaccone e un paio di  stivali logori (non era vero ma vabbè) ma allo stesso tempo il potere di far saltare la testa a qualunque persona dell'unione sovietica schioccando le dita.  Questo è un tipo di potere ben più difficile da limitare di qualsiasi grasso e grosso e conto in banca, ed è un potere che uomini come Bezos hanno accumulato, a sufficienza da poter ricattare gli stati e piegarli ai propri interessi. Guarda anche il recente esempio Fiat. Se anche Bezos avesse solo un "giaccone e un paio di stivali logori" ma lo stesso potere politico, il problema rimarrebbe esattamente lo stesso, sia per la democrazia, sia per il libero mercato. Scudarsi dietro all'idea che "non esiste un mercato perfetto" non porta lontano, è un pò come quando beccano un prete pedofilo e la curia se ne esce dicendo che "nessuno è perfetto", il problema è la traiettoria, se è "meno" o "più" perfetto di prima e per colpa di chi.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 04 Giugno 2020, 10:37:16 AM
Citazione di: viator il 03 Giugno 2020, 21:55:34 PM
Ovviamente il sistema "Amazon" è più efficiente (nei confronti dei 10 milioni di clienti) (dimostrando ciò che anche all'interno dello stesso capitalismo imprenditoriale esistono diversi stadi di efficienza) e l'utile dell'imprenditore non possiamo valutare quanto sia iniquo una volta confrontato con lo stipendio dei suoi centomila addetti, ma rappresenta comunque il necessario incentivo che promuove l'efficienza risultante dal ribasso dei prezzi dei beni venduti.
Qui il problema è solo parzialmente l'utile dell'imprenditore, davvero non me ne frega niente se ha il garage pieno di Ferrari,è una vita triste che non gli invidio, il problema è, come insegna il comunismo, la capacità di tradurre quel potere economico in potere politico, perchè quello è intangibile e incommensurabile. Stalin era famoso per avere un giaccone e un paio di  stivali logori (non era vero ma vabbè) ma allo stesso tempo il potere di far saltare la testa a qualunque persona dell'unione sovietica schioccando le dita.  Questo è un tipo di potere ben più difficile da limitare di qualsiasi grasso e grosso e conto in banca, ed è un potere che uomini come Bezos hanno accumulato, a sufficienza da poter ricattare gli stati e piegarli ai propri interessi. Guarda anche il recente esempio Fiat. Se anche Bezos avesse solo un "giaccone e un paio di stivali logori" ma lo stesso potere politico, il problema rimarrebbe esattamente lo stesso, sia per la democrazia, sia per il libero mercato. Scudarsi dietro all'idea che "non esiste un mercato perfetto" non porta lontano, è un pò come quando beccano un prete pedofilo e la curia se ne esce dicendo che "nessuno è perfetto", il problema è la traiettoria, se è "meno" o "più" perfetto di prima e per colpa di chi.

Inverno il tuo ragionamento è controfattuale, se per te il problema è la concentrazione del potere il miglior antidoto è il libero mercato, perché in un'economia controllata dal potere politico la concentrazione di potere è massima, come Stalin insegna.
E' chiaro che la concentrazione di ricchezza comporta il rischio di condizionamento del potere politico, ma questo è un rischio limitabile senza mettere in discussione il libero mercato, con la regolamentazione dei mezzi di comunicazione , con la trasparenza della ricchezza e la lotta alla corruzione.
Certo c'è un potere proprio dei detentori di potere economico che non è eliminabile, ed è quel potere che deriva dalle loro scelte produttive, esistono però forme di organizzazione istituzionale che garantiscono comunque a quel potere di operare in coerenza con l'interesse collettivo.

viator

Salve anthonyi. Citandoti : "E' chiaro che la concentrazione di ricchezza comporta il rischio di condizionamento del potere politico, ma questo è un rischio limitabile senza mettere in discussione il libero mercato, con la regolamentazione dei mezzi di comunicazione , con la trasparenza della ricchezza e la lotta alla corruzione.
Certo c'è un potere proprio dei detentori di potere economico che non è eliminabile, ed è quel potere che deriva dalle loro scelte produttive, esistono però forme di organizzazione istituzionale che garantiscono comunque a quel potere di operare in coerenza con l'interesse collettivo.".

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Scusa ma, a questo punto sei tu (assieme ad InVerno) ad essere controfattuale.

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Il potere del mercato, del capitale, del denaro è aspetto reale che si impone impersonalmente nei fatti. Perchè corrisponde alla TACITA preferenza della MAGGIORANZA. Tutti pronti - a parole - a trovare indegno, iniquo, immorale che ci si possa arbitrariamente arricchire senza limiti (ed infatti perchè mai le Leggi dovrebbero consentirlo e non invece temperarlo con delle soglie quantitative di accumulo, di reddito, di rendita ?)..........ma anche TUTTI PRONTI A PENSARE quanto sarebbe soddisfacente, giusto, consolatorio, rivendicativo, risarcitivo il poter diventare RICCHI SFONDATI (tanto poi a far del bene al prossimo - se i soldi ci sono - si farà sempre in tempo, potete contarci !).

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Ma si è mai riflettuto - ad esempio, sul concetto di capitalismo motoristico ? I veicoli a motore sono una invenzione utilissima. Nessuno però ha mai osato imporre delle Leggi che confinasse la loro funzione all'interno della utilità e della praticità, cercando di escludere o limitare il loro utilizzo facoltativo, edonistico, simbolico etc, cioè tutti quegli aspetti che rendono i veicoli a motore anche costosi, meno efficienti, più pericolosi.

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Quindi : verniciature obbligatorie a colori luminosi ad alta visibilità (altro che "canna di fucile", "grigio topo", "grigio asfalto", "nero uomo del mistero". "blu ministeriale")...........motori non in grado di sviluppare potenze che eccedano quelle utili a raggiungere le velocità-limite della rete stradale (con autovetture da 25kW è noto che si possono fare senza problemi diversi giri del mondo)..........divieto di immatricolazione di veicoli-fantasia quali "choppers","trike" o "quad" monoposto o biposto............


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lasciando perdere l'ampiezza di un tale argomento, è ovvio che una sua "sistemazione" legale produrrebbe nessun danno, nessun freno al VERO progresso sociale e tecnologico ed immensi risparmi economici ed esistenziali. (Lo sapete che in Svizzera già da molti anni sono vietate tutte le competizioni motoristiche pubbliche, le moto fracassone etc. ? Eppure, più capitalisti degli svizzeri....!!).

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Perchè un simile argomento rappresenta il perfetto tabù ?Perchè nessuno è disposto a veder calpestata la libertà di scelte facoltative individuali benchè di significato ridicolmente vacuo e di effetto - come sopra dimostrato - collettivamente nocivo.

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Ma chi sarebbe il Garante della Temperanza Sociale, ovvero..........quale persona o gruppo di potere che rinunci al potere economico sarebbe in grado di impedire il prevalere del MECCANISMO FONDAMENTE DEL POTERE, cioè appunto del potere economico stesso (mascherato magari, come da esempio motoristico soprastante, da icona della libertà) ?. Magari un qualche idealista dei numerosi che scrivono qui dentro ? Un erede di Gandhi o di Madre Teresa ?  Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

cvc

Mi sento d'accordo con le osservazioni di Viator. D'altronde, se le risorse fossero distribuite equamente, saremmo tutti mediamente poveri e incapaci di incrementare le risorse stesse, in quanto nessuno ne avrebbe i mezzi. Ma è indubbio che il capitalismo vada in qualche modo regolamentato, lasciato a se stesso finirebbe per annullare tutte le conquiste di diritti, frutti di battaglie anche sanguinose. Il capitalismo è diventato come un pugile arrogante perchè non trova un avversario degno di tenergli testa, si sta abituando a vincere facile. La parte migliore dell'intellighenzia del mondo è nelle mani delle corporazioni multinazionali. Paghiamo il prezzo dello scarso livello della classe politica a livello globale.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

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